ITALIA E JUGOSLAVIA, DIVERSE O UGUALI?



http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/cronaca/4-novembre/4-
novembre/4-novembre.html

L'intervento del Capo dello Stato alle celebrazioni del 4 novembre
scatena l'ira della Lega: "L'unità si ottiene lasciando libere le
persone a casa propria"

Napolitano: "L'unità nazionale va preservata da conati secessione"


ROMA - Giorgio Napolitano lancia un monito al mondo politico,
chiedendo di preservare l'unità nazionale da "antistorici conati di
secessione" e scatena la reazione della Lega nord che accusa il capo
dello Stato di ignorare le spinte federaliste. In difesa del capo
dello Stato si schierano immediatamente i partiti della maggioranza,
a cominciare dal premier Prodi che si dichiara "perfettamente
d'accordo" con le cose dette da Napolitano, sperando che arrivi "il
momento in cui non c'è neanche bisogno di dirle".

Ma adesione arriva anche dagli altri partiti del centrodestra, che
inoltre, ad eccezione di Forza Italia, non gradiscono per nulla le
argomentazioni del Carroccio. Con Napolitano si schiera pure Marco
Follini, che un po' sconsolato osserva che l'Italia è uno strano
paese in cui si riesce a polemizzare su cose ovvie.

"Oggi, deve sempre considerarsi un bene prezioso e imperativo supremo
l'unità nazionale, che va preservata, anche in una possibile
articolazione federale, dall'insidia di contrapposizioni fuorvianti e
da antistorici conati di secessione", ha detto il capo dello Stato
nel corso delle celebrazioni per la giornata dell'Unità d'Italia e
della Festa delle Forze armate al Quirinale. Per Napolitano, inoltre,
"solo rafforzando la comune identità e l'effettiva coesione del
paese, l'Italia può mettere a frutto le sue potenzialità".

Immediata la reazione della Lega. Il primo a rispondere è Roberto
Calderoli: "L'unità nazionale non si difende con i proclami o
insultando la secessione, ma la si tutela riconoscendo il
federalismo", ha detto il vice presidente del Senato. Altrettanto
dure le parole degli altri esponenti del Carroccio. "Basta conati di
vecchio centralismo", ha attaccato Roberto Cota, vice presidente del
Carroccio alla Camera; mentre il presidente federale Angelo
Alessandri ha chiesto a Napolitano di "ascoltare la gente" e di
"rispettare il desiderio di autonomia e indipendenza della Padania".

Diversa la reazione degli altri partiti della Casa delle libertà.
Forza Italia difende Napolitano, ma anche il Carroccio. "Sono giuste
la parole del presidente della Repubblica", ha detto Sandro Bondi,
sottolineando però che "oggi nessuno nel panorama politico italiano
coltiva l'idea di secessione, anzi in questi anni la Lega ha avuto il
merito di propugnare la riforma dello Stato".

In favore del capo dello Stato interviene Alleanza Nazionale, che con
Gianfranco Fini critica chi vuole "strumentalizzare" il suo monito.
"Le parole del presidente Napolitano sono chiare e condivisibili da
tutti: se c'è chi le vuole strumentalizzare leggendovi significati
politici che non vi sono questo è affar suo", ha detto il presidente
di An.

Polemica nei confronti dei leghisti, senza però risparmiare il
centrosinistra, anche l'Udc. 'Condividiamo i giusti richiami del
presidente della Repubblica. L'unità e la solidarietà tra le diverse
aree del Paese sono, per noi, elementi irrinunciabili", ha scandito
il segretario del partito Lorenzo Cesa, sottolineando che
"irresponsabile è speculare sui problemi del Mezzogiorno e alimentare
sentimenti di divisione tra nord e sud". Altrettanto esplicito il
portavoce dei centristi Michele Vietti: "Le reazioni stizzite
mostrano solo code di paglia e non servono a mettere in mora coloro
che nel centrosinistra hanno contestato la festa delle forze armate e
gli impegni internazionali dell'Italia", ha detto Vietti, secondo il
quale "il monito del presidente della Repubblica è rivolto a tutti
coloro che, a destra come a sinistra, mettono in discussione i valori
di Patria".

Compatto in difesa del capo dello Stato il centrosinistra.
Luciano Violante (Ds) ha definito "fondamentale il richiamo" di
Napolitano, sottolineando che è nel solco tracciato dai precedenti
presidenti della Repubblica. Franco Monaco (ulivista vicino a Romano
Prodi) ha attaccato la Lega, accusandola di "porsi fuori dall'arco
costituzionale". Anche da Rifondazione, Verdi e Comunisti italiani,
infine, sono arrivate parole di elogio verso Napolitano.

(4 novembre 2006)