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Kosovo: nuove accuse della Serbia contro l’ipotesi di un Kosovo, stato fantoccio, protettorato Nato 


(Traduzioni ed elaborazione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

Commento del traduttore: A mio parere, dall’esame dei documenti e delle dichiarazioni qui sotto riportati appare che la dirigenza e le forze politiche Serbe, più che conservare l’integrità del territorio della Serbia e far valere il diritto internazionale, cercano di ottenere un “compromesso” che permetta loro di salvare la faccia di fronte alla devastazione della Jugoslavia e alle tante vittime della cosiddetta “guerra umanitaria”. I loro sforzi sono tutti orientati a che la Serbia assuma un ruolo riconosciuto come membro dell’Unione Europea e diventi un partner ritenuto affidabile della Nato, l’Alleanza responsabile dei bombardamenti illegali. Ecco che mettere sul piatto la posta del volere esigere il rispetto della Risoluzione 1244 e il ritorno di forze militari e di polizia per controllare nuovamente il Kosovo non è altro che una mossa tipica di un giocatore di poker che bluffa. Non è altro che un tentativo per evitare la, per loro disonorevole, dichiarazione di indipendenza unilaterale di una provincia della Serbia, ed in cambio ottenere un Kosovo a forte autonomia amministrativa e militare, esercitata però questa volta non più dall’ONU ma dalla Nato per conto degli Stati Uniti. Agli attuali dirigenti politici della Serbia interessano poco le sorti dei pochi Serbi rimasti in Kosovo, vessati dalla maggioranza Albanese, come ben testimoniato dal documentario del giornalista Belga Michel Collon, “I dannati del Kosovo”. A loro interessa molto di più diventare omogenei ai tanti liberisti truffaldini che si sono insediati nell’area Balcanica. In cambio cedono il Kosovo alla Nato, che insedia un suo stato nel cuore dei Balcani, con capitale Bondsteel.
Gli unici a contrastare questo progetto restano i Russi, che vedono come il fumo negli occhi lo “stato della Nato” in accoppiata con il programma anti-missilistico messo in azione dagli Stati Uniti. La Russia potrà esercitare il suo diritto di veto presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, in modo che questo piano Statunitense e della Nato non vada in porto. Comunque, la Russia non potrà evitare che il Kosovo diventi ancor più un enclave Albanese, sotto il controllo di clan mafiosi dediti a tutti i traffici illeciti, però sempre sotto la supervisione della Nato. La Serbia verrà accettata nell’ambito dell’Unione Europea, diverrà membro della Nato, delle istituzioni e dell’Alleanza che tante sofferenze hanno provocato ai popoli della Jugoslavia per arrivare ad ottenere un controllo geopolitico ed economico di tutti i Balcani. E a tutto questo hanno contribuito non poco tanti politici Italiani, quelli sempre dalla parte degli USA, considerati i soli portatori di “democrazia e ordine” in tutto il pianeta.        


(ANSA) - Belgrado, 20 agosto 2007 - Continua il botta e risposta tra settori del governo Serbo e della Nato sul destino del Kosovo, la provincia secessionista a maggioranza Albanese che - accusano esponenti di Belgrado - l'Alleanza Atlantica vorrebbe staccare definitivamente 
dalla Serbia per farne un proprio protettorato. 
L'ultimo a rilanciare la palla e' stato in queste ore Srdjan Djuric, capo ufficio stampa del Primo Ministro Serbo Vojislav Kostunica, secondo cui appare improprio che un'alleanza militare esprima pareri sul futuro status della provincia contesa. E, per di più, avalli proposte come quella dell'ex 
presidente Finlandese Martti Ahtisaari - favorevole a una  “indipendenza sorvegliata'” del Kosovo - che di fatto trasformerebbero la regione in “uno Stato di proprietà della Nato”. 
Interpretazioni respinte da Bruxelles, dove si sostiene che l'Alleanza “non intende possedere alcuno Stato”, ne' sta architettando nulla “alle spalle della Serbia”, ma solo intende “garantire condizioni di sicurezza” durante l'estrema fase negoziale promossa fra le parti dalla nuova Troika di mediatori Euro-Russo-Americana, creata dal Gruppo di Contatto. 
E tuttavia interpretazioni che continuano a circolare a Belgrado, almeno negli ambienti del Partito Democratico di Serbia (Dss, conservatore) di Kostunica: la forza più oltranzista in seno all'attuale esecutivo Serbo di coalizione democratica nella battaglia contro il riconoscimento d'ogni ipotesi di indipendenza del Kosovo, e la più incline a immaginare un vero e proprio asse con Mosca su questo punto, anche a costo di mettere in imbarazzo i partner liberali di governo e di virare bruscamente dalla rotta Euro-Atlantica avviata nel dopo-Milosevic. 
Tra i più polemici si segnala il giovane ministro dell'Energia, Aleksandar Popovic, fedelissimo di 
Kostunica, con un passato di studi universitari in Russia, che in un'intervista ripresa oggi dalla newsletter Vip ha avuto a sua volta parole di fuoco contro Washington e Bruxelles, accusate entrambe di non spingere per “un compromesso accettabile”, perché bramose di creare “uno staterello Nato” sul territorio del Kosovo. Una entità in cui - a giudizio di Popovic - le unità militari internazionali sotto controllo Nato “avrebbero poteri illimitati, non sottoposti ad alcuna vera autorità civile: cosa che non avviene in nessuno Stato democratico, e meno che mai nei Paesi Occidentali fondatori della Nato''. (ANSA). LR
20/08/2007 15:49

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http://www.srbija.sr.gov.yu/vesti/vest.php?id=37422
Governo di Serbia – 14 agosto 2007

La Serbia non accetterà mai una colonia Nato in Kosovo-Metohija

Belgrado – Oggi, il ministro Serbo dell’Educazione Zoran Loncar ha affermato che l’intera comunità internazionale è consapevole che la Serbia non accetterà mai che la Nato crei un quasi-stato o una colonia militare sul suo territorio.
In una dichiarazione all’agenzia di notizie Tanjug, Loncar ha ribadito che la questione della minoranza Albanese in Kosovo-Metohija ha fornito alla Nato l’opportunità di tentare di insediare il suo primo stato militare fantoccio.
Inoltre, ha aggiunto: “La Nato, dopo avere intrapreso un’azione militare contro la Serbia, ha inviato le sue truppe nel  Kosovo-Metohija ed ora, tramite il piano proposto da Martti Ahtisaari per determinare il futuro status del Kosovo-Metohija, sta tentando di creare il suo primo stato militare. L’Allegato 11 del piano Ahtisaari propone in via diretta che la Nato deve esercitare un’autorità senza limiti sullo stato supposto indipendente del Kosovo-Metohija. A questo punto sono gli Stati Uniti a portare la maggiore responsabilità, se alla fine non viene abbandonato questo progetto di formare il primo stato della Nato”. 
Il Ministro dell’Educazione ha concluso che questa è una pre-condizione essenziale per trovare una soluzione che si basi su un compromesso negoziale che possa soddisfare gli interessi sia dei Serbi che dei cittadini di  etnia Albanese presenti nella provincia.

http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php?yyyy=2007&mm=08&dd=14&nav_category=90&nav_id=43014
B92, Beta (Serbia) – 14 agosto 2007

“La Nato vuole che il Kosovo diventi uno stato fantoccio”

Belgrado – Un ministro del Governo di Koštunica e membro del Partito Democratico di Serbia (Dss, conservatore) afferma che la Nato intende trasformare il Kosovo in un suo proprio stato. 
La dichiarazione del ministro dell’Educazione Zoran Loncar, riportata martedì da Beta, è la terza presa di posizione degli ultimi giorni che critica duramente l’Alleanza e che proviene dagli ambienti del Partito Democratico di Serbia del primo Ministro Vojislav Koštunica.
In modo particolare, il Ministro degli Interni Dragan Jocic aveva ribadito domenica che “un progetto da parte della Nato di creare uno stato proprio era il più grande ostacolo per una sistemazione del Kosovo.”
In più, Loncar, passando ad un linguaggio più forte, ha sottolineato che la Nato ha sfruttato l’opportunità creata dai “problemi con la popolazione di etnia Albanese in Kosovo” per “tentare di insediare il suo primo stato militare fantoccio”. 
Loncar ha ricordato all’agenzia di informazioni che è stata la Nato a bombardare la Serbia e che ha portato le sue truppe in Kosovo, ed ora sta cercando di insediare uno stato di sua proprietà, secondo le condizioni del piano dell’Inviato dell’ONU Martti Ahtisaari sullo stato del Kosovo. 
“L’Allegato 11 del piano Ahtisaari accorda alla Nato autorità diretta e poteri senza limiti in uno stato presunto indipendente”.
Il ministro ha aggiunto che “l’intera comunità internazionale conosce bene che la Serbia non permetterà mai alla Nato di creare sul suo territorio un quasi-stato.” 

http://www.iht.com/articles/ap/2007/08/15/europe/EU-GEN-Serbia-US
Associated Press – 15 agosto 2007

La Serbia accusa gli USA di volere il Kosovo come “stato satellite”

Belgrado, Serbia – Mercoledì, la Serbia ha incrementato la sua campagna contro gli Stati Uniti, accusandoli di volere creare uno “stato satellite” al posto della provincia separata del Kosovo. 
“Ora che stiamo per sederci nuovamente al tavolo dei negoziati sul Kosovo, è fondamentale che la Nato e gli Stati Uniti rinuncino a creare uno stato satellite in una provincia del sud della Serbia.” Così si è espresso Slobodan Samardzic, ministro per il Kosovo del governo Serbo.
La sua dichiarazione ai media locali è stato l’ultima di una serie di accuse contro gli USA per il loro appoggio all’indipendenza del Kosovo, dove l’etnia Albanese rappresenta il 90% dei due milioni di abitanti della provincia.  
A Samardzic si è unito il capo dell’autorevole Chiesa Ortodossa Serba in Kosovo, che ha ribadito che la Serbia non dovrebbe mai rinunciare alla provincia, a qualsiasi prezzo, anche se dovesse sopportare “2.000 anni” di isolamento. Il Vescovo Artemije ha affermato: “Loro, (l’Occidente), ci stanno offrendo in cambio di diventare membri dell’Unione Europea.” 
Il Kosovo, considerato da molti Serbi come la culla della loro nazionalità e della loro religione, è solo formalmente una parte della Serbia. La provincia è passata sotto l’amministrazione delle Nazioni Unite e della Nato dal 1999, quando la Nato ha scatenato una guerra aerea per bloccare il governo della Serbia che si opponeva ai separatisti Albanesi.
La settimana scorsa, delegati degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e della Russia si sono dati 120 giorni di tempo in un tentativo per mettere fine alla situazione di stallo sul Kosovo.
Il nuovo impegno arriva in seguito alla minaccia della Russia di bloccare nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU un piano confezionato dall’Occidente che garantisce al Kosovo una indipendenza “supervisionata internazionalmente”. I diplomatici devono ripresentare una relazione al segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, il 10 dicembre.
Samardzic, il ministro Serbo per il Kosovo, ha evidenziato come l’eventuale stato del Kosovo, creato sotto l’influenza USA, “servirebbe solo agli interessi dell’America e dei clan locali della mafia Kosovara.” 
L’ultima campagna appoggiata dal governo Serbo contro gli Stati Uniti è con tutta evidenza a sostegno ulteriore dell’opposizione all’indipendenza del Kosovo da parte della Russia, opposizione alle politiche Statunitensi che si sta esercitando su diversi fronti.   

http://www.reuters.com/article/worldNews/idUSL1580306920070815
Reuters – 15 agosto 2007

I Serbi accusano l’Occidente di volere il Kosovo trasformato in uno “stato Nato”

Belgrado – I Serbi stanno conducendo una campagna contro l’indipendenza della provincia in via di separazione del Kosovo e accusano l’Occidente di essere alla ricerca nei Balcani di insediare uno “stato della Nato”.
Numerosi politici affermano che gli alleati Nato sono determinati a costruire il nuovo stato utilizzando territorio Serbo, puntando sulle richieste di indipendenza della maggioranza Albanese (90%) della popolazione del Kosovo.
Per bloccare una risoluzione di indipendenza del Kosovo alle Nazioni Unite, la Serbia ha ottenuto l’appoggio del diritto di veto della Russia e del Presidente Vladimir Putin, che spesso si sono opposti agli obiettivi della Nato.
Mercoledì, la Russia ha accusato l’Occidente di perseguire l’indipendenza del Kosovo sotto la minaccia della “violenza e dell’anarchia” Albanese.  
In un articolo, il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha scritto che i partners Occidentali di Mosca sono “tendenzialmente disposti a cadere nel ricatto”. 
L’inclinazione della Serbia verso Mosca è tale che solo qualche commentatore Serbo si stupirebbe se, con la perdita del Kosovo, il governo si preparasse seriamente ad abbandonare le politiche e gli obiettivi filo Occidentali.
L’idea di uno “stato della Nato” è affiorata in vari commenti della settima scorsa. Aveva cominciato a spuntare con il Primo Ministro Vojislav Kostunica, il cui governo di coalizione aspira a diventare membro della Nato. Infatti, Kostunica ha minacciato di rompere le relazioni con tutti gli stati che nell’evenienza decidessero di riconoscere l’indipendenza del Kosovo, e fra questi ci sono le più importanti potenze della Nato. E un giornale di area governativa ha fatto trapelare che la Serbia avrebbe ritirato la sua richiesta all’ingresso come membro dell’Unione Europea.
Secondo il Ministro per il Kosovo, Slobodan Samardzic, il progetto della Nato è quello di rendere il Kosovo un territorio di sua proprietà e un portavoce di Kostunica ha messo in evidenza come la base militare USA, Camp Bondsteel, diverrebbe la sua capitale.
Mercoledì, Samardzic ha dichiarato alla agenzia di informazioni Tanjug che la Nato vuole il Kosovo come sua base per “realizzare obiettivi geopolitici e strategici, suoi e dei clan mafiosi.” 
Inoltre raccomandava a Washington di rinunciare al “progetto di creare uno stato satellite, insieme di caserme dell’esercito, su territorio straniero”, nel momento in cui i Serbi e gli Albanesi del Kosovo stanno per dare inizio ad un nuovo e probabilmente conclusivo giro di consultazioni per ricercare un compromesso sul futuro della provincia.  
In un commento, probabilmente per irritare l’alleanza Occidentale, il Ministro ha insistito nel dire che il reale obiettivo della guerra aerea della Nato del 1999 era “la creazione dello stato della Nato che sarebbe coinciso con il Kosovo indipendente”.   

http://www.srbija.sr.gov.yu/vesti/vest.php?id=37439
Governo della Serbia – 15 agosto 2007

La Nato e gli USA devono abbandonare il progetto di creare uno stato satellite. 

Belgrado – Il Ministro Serbo per il Kosovo-Metohija, Slobodan Samardzic, ha richiesto agli USA di abbandonare il progetto di creare uno stato Nato nella forma di un Kosovo-Metohija indipendente, nel momento in cui è atteso l’inizio di nuovi negoziati sul futuro status della provincia. 
In una dichiarazione all’agenzia di informazioni Beta, Samardzic ha sottolineato come, nel momento in cui nuovi negoziati stanno per avere inizio, sarebbe di importanza cruciale che la Nato e gli USA abbandonassero il progetto di creare uno stato satellite nel Kosovo-Metohija.
Il Ministro ha posto in rilievo come questo progetto non abbia nulla a che vedere con la ricostruzione economica del Kosovo-Metohija e con la riconciliazione fra Serbi e i cittadini di etnia Albanese, e tanto meno con il futuro Europeo di questa parte di Europa. 
Secondo Samardzic, questo tipo di stato servirebbe solo a conseguire obiettivi militari geopolitici e strategici degli USA, e sarebbe utile agli scopi dei gruppi mafiosi locali presenti nel Kosovo-Metohija, e questo renderà impossibile un futuro di pace e di prosperità per le popolazioni della provincia. Ha messo in evidenza che, per queste ragioni, la Serbia aveva respinto il piano prospettato da Martti Ahtisaari, che nell’allegato 11 propone di insediare una presenza Nato in permanenza nel Kosovo-Metohija.
Samardzic ha ricordato che nel corso dei precedenti otto anni la comunità internazionale aveva avuto la possibilità di verificare il reale obiettivo dell’azione militare della Nato contro la Serbia, quello della creazione di uno stato Nato con la scusa dell’indipendenza del Kosovo-Metohija.

http://news.xinhuanet.com/english/2007-08/16/content_6539052.htm
Xinhua News Agency – 16 agosto 2007

La Serbia accusa la Nato di volere costituire in Kosovo uno stato “caserma”

Tirana – Mercoledì, la Serbia ha accusato la Nato e gli Stati Uniti di cercare di insediare uno stato satellite “caserma” nella sua provincia meridionale autonoma del Kosovo. Questa notizia arriva direttamente da Belgrado. 
In una dichiarazione del Ministro della Serbia per il Kosovo, Slobodan Samardzic, si ribadisce che  “la Nato e gli Stati Uniti dovrebbero abbandonare il progetto di creare uno stato satellite “caserma” in un territorio straniero nel momento in cui si stanno aprendo nuovi negoziati sul futuro status del Kosovo”.
Samardzic ha dichiarato che il tipo di stato che si vorrebbe per il Kosovo servirebbe solo agli interessi della Nato e degli Stati Uniti, e costituirebbe una salvaguardia dei profitti dei clan mafiosi nella provincia, e impedirebbe in permanenza un futuro di pace e di prosperità per le popolazioni locali. 
La Tanjug, l’agenzia ufficiale di informazioni della Serbia, ha riportato le affermazioni di Samardzic: “Questo progetto non ha nulla a che vedere con la ricostruzione economica del Kosovo-Metohija e con la riconciliazione fra Serbi e i cittadini di etnia Albanese, e tanto meno con il futuro Europeo di questa parte di Europa.”
Il Kosovo è stato amministrato dall’ONU e dalla Nato dal 1999, quando la Nato ha scatenato bombardamenti aerei per bloccare la Serbia nei suoi attacchi contro i separatisti Albanesi. La popolazione di etnia Albanese, che rappresenta il 90% della popolazione di circa 2 milioni della provincia, sta domandando l’indipendenza, mentre i Serbi del Kosovo vogliono rimanere nell’ambito della Serbia.   
In marzo, l’inviato speciale dell’ONU Martin Ahtisaari ha proposto al Consiglio di Sicurezza un piano per risolvere la questione Kosovo, che prevede una indipendenza del Kosovo sotto supervisione internazionale.
Il piano, appoggiato dagli Stati Uniti e da altri paesi dell’Occidente, ha ricevuto la vigorosa opposizione della Serbia e del suo alleato, la Russia, che esercita un potere di veto nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. 
La settimana scorsa, delegati dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e della Russia, la cosiddetta Troika per il Kosovo,  si sono dati 120 giorni in un tentativo di superare il punto morto a cui è giunto la questione del Kosovo. Alla fine di agosto, a Vienna, questi avevano programmato di dare inizio ad un nuovo negoziato per superare il problema. 

http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php?yyyy=2007&mm=08&dd=16&nav_category=90&nav_id=43067
B92, Beta (Serbia) – 16 agosto 2007

Il DSS, Partito Democratico di Serbia, continua la guerra delle parole contro la Nato 

Belgrado – Oggi, il Ministro dell’Interno Dragan Jocic ha nuovamente accusato la Nato di avere l’intenzione di trasformare il Kosovo in “un suo proprio stato fantoccio”.
Inoltre, ha aggiunto che l’Alleanza non può “più a lungo nascondere” queste intenzioni.
La dichiarazione è la seconda di questo tipo negli ultimi quattro giorni.
Jocic ha dichiarato alla Beta che “la Nato non può più a lungo nascondere la sua vera intenzione di trasformare il Kosovo in un suo stato fantoccio militarizzato. Il piano di Ahtisaari, in cui è definito a chiare lettere che la Nato avrà poteri illimitati in un Kosovo supposto indipendente, è stato prospettato in modo da iscrivere e conservare il territorio della nostra provincia nell’ambito delle proprietà del Patto della Nato.”
Il Ministro ha aggiunto che il bombardamento della Serbia nel 1999 “viene spiegato perfettamente dal piano Ahtisaari, che, questo bisogna dirlo, dà luogo alla creazione del primo stato della Nato.” 
Jocic è arrivato a dire che, “Se gli USA intendono costruire normali relazioni con la Serbia, e questo dovrebbe avvenire, allora devono mettere fine a questo pericoloso esperimento, che è iniziato con l’illegale, e soprattutto crudele, distruzione del nostro paese.”
Jociæ viene ritenuto essere una delle figure più influenti nel partito guidato dal Primo Ministro Vojislav Koštunica. La settimana scorsa, i suoi colleghi di partito e di Gabinetto hanno unito la loro voce in dure critiche al ruolo dell’Alleanza nella crisi sullo status del Kosovo.  
I partners del Partito Democratico di Serbia DSS nell’attuale coalizione al governo, in primis il Partito Democratico del Presidente Boris Tadic, fino a questo momento non si sono espressi a riguardo. Rifiutando di commentare le dichiarazioni polemiche. 

http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php?yyyy=2007&mm=08&dd=17&nav_category=90&nav_id=43088
B92, Beta (Serbia) – 17 agosto 2007

Un consigliere di Koštunica: È giunto il tempo di ritornare in Kosovo

Belgrado, Gnjilane – Un consigliere del Primo Ministro dichiara che è giunto il tempo del ritorno di un certo numero di truppe Serbe in Kosovo.
Venerdì, Aleksandar Simic ha riferito ai giornalisti che la Risoluzione dell’ONU 1244, che assicura alla Serbia la sovranità sul Kosovo, consente anche la possibilità del ridispiegamento di un certo numero di forze militari e di polizia nella provincia.
Facendo eco ad una dichiarazione rilasciata mercoledì da uno dei leaders Serbi del Kosovo, Marko Jakšic, Simic ha così commentato: “È giunto il tempo che questo avvenga.”
Secondo Simic, “i leaders separatisti Albanesi in Kosovo hanno dimostrato nei fatti di non avere alcun desiderio a trattare” nei prossimi colloqui fra Belgrado e Pristina su un nuovo status della provincia. Simic ha continuato: “Attualmente sono date ulteriori prove che la sola forza che può costringere gli Albanesi Kosovari a trattare sono gli Stati Uniti. Se questo paese rinunciasse alle sue mire di creare uno stato della Nato nei Balcani, sarebbero effettivamente possibili dei negoziati, con la produzione di un compromesso, per noi doloroso, ma estremamente necessario alla stabilità dei Balcani e dell’Europa.” 
Interrogato dai giornalisti se le ripetute affermazioni rilasciate da funzionari statali del Partito Democratico di Serbia DSS di Koštunica, in cui la Nato viene accusata di cospirare per insediare un suo proprio stato nella regione, significano che la Serbia ha rinunciato alla sua precedente politica di diventare membro della Nato, Simic ha risposto che il governo “non intende discutere su questo argomento.” 

http://www.focus-fen.net/index.php?id=n119629
Focus News Agency (Bulgaria) – 17 agosto 2007

La Serbia esige il ritorno del suo esercito e della sua polizia in Kosovo

Belgrado – Venerdì, un funzionario Serbo di alto grado, fra tensioni crescenti sullo status futuro della provincia sotto amministrazione ONU, ha dichiarato che la Serbia esige di inviare nuovamente in Kosovo soldati e poliziotti, questo secondo l’agenzia AFP. 
Aleksandar Simic, un consigliere del Primo Ministro Vojislav
Kostunica, ha affermato all’agenzia di stampa Beta: “Noi reputiamo che sia giunto il momento per fare questo!” 
La Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che ha messo fine al conflitto in Kosovo fra le forze Serbe e i separatisti di etnia Albanese, conteneva un’opzione che prevedeva che più di 1.000 poliziotti e militari Serbi potevano essere rinviati nella provincia a guardia dei siti culturali e religiosi. 
L’opzione non è stata mai messa in esecuzione per il timore di esacerbare tensioni.
Nel giugno 1999, le forze armate Serbe venivano mandate via dalla provincia in seguito ad una campagna di bombardamenti della Nato... 
Anche se giuridicamente rimaneva una provincia della Serbia, da allora il Kosovo passava sotto l’amministrazione di una missione ONU, con un dispiegamento di 16.000 uomini della Nato per “mantenere la pace”.  
Secondo le recenti proposte dell’inviato speciale dell’ONU Martti Ahtisaari – respinte sia dalla Serbia che dalla Russia, ma appoggiate dagli Stati Uniti – al Kosovo dovrebbe venire concessa una indipendenza “supervisionata”. 
Simic ha unito le sue accuse agli Stati Uniti a quelle di un certo numero di ministri Serbi, che imputano agli USA di volere allargare la loro influenza nella regione. “Se gli USA rinunciano alla creazione di uno stato Nato nei Balcani, saranno possibili effettivamente dei negoziati sullo status futuro del Kosovo”.
La Troika internazionale costituita da Stati Uniti, Unione Europea e Russia ha proposto un nuovo giro di negoziati sul Kosovo in seguito al rifiuto del piano Ahtisaari da parte di Mosca.
La ripresa dei colloqui era prevista per il 30 agosto a  Vienna.
I cittadini di etnia Albanese del Kosovo, che costituiscono il 90% della popolazione di 1,8 milioni di abitanti, vogliono null’altro che l’indipendenza, mentre Belgrado si oppone a qualsiasi cosa che sia più di un alto grado di autonomia. 

http://www.srbija.sr.gov.yu/vesti/vest.php?id=37452
Governo della Serbia – 17 agosto 2007

È giunto il tempo che un certo numero di soldati e di poliziotti della Serbia ritornino nel Kosovo-Metohija

Belgrado –Oggi, il consigliere del Primo Ministro della Serbia, Aleksandar Simic, ha asserito che, in linea con la Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, è giunto il tempo in cui un certo numero di soldati e funzionari di polizia Serbi ritorni nel Kosovo-Metohija.
In una dichiarazione all’agenzia di stampa Beta, Simic ha affermato che, secondo la Risoluzione 1244, che assicura la sovranità della Serbia, l’ONU e la Nato hanno l’obbligo di permettere il ritorno della polizia e dell’esercito Serbo nel territorio della provincia.
Secondo Simic, le asserzioni dei leaders dei separatisti Albanesi del Kosovo-Metohija, seguite all’incontro con gli inviati della Troika del Gruppo di Contatto, indicano che loro non vogliono alcun negoziato e che il prossimo periodo, che andrà fino al 10 dicembre, sarà una “mera perdita di tempo”. Simic ha aggiunto che questa è una prova ulteriore che gli USA sono la sola forza che può costringere ad un negoziato gli Albanesi del Kosovo, e che, solo se gli USA rinunciano a creare uno stato della Nato nei Balcani, allora saranno possibili effettivi negoziati ed un compromesso tanto indispensabile per la stabilità dei Balcani e dell’intera Europa. Simic ha continuato che, solo seguendo alla lettera le decisioni del Consiglio di Sicurezza, può essere assicurato il rispetto della Carta dell’ONU e del diritto internazionale, e questo sarà reso impossibile da “creazioni pericolose e mostruose di quasi-stati nel cuore della Serbia e dei Balcani”.  
 
http://www.iht.com/articles/ap/2007/08/17/europe/EU-GEN-Serbia-Kosovo
Associated Press – 17 agosto 2007

Serbia spinge per un ritorno in Kosovo del suo esercito e della sua polizia

Belgrado, Serbia – Venerdì, un dirigente ha dichiarato che la Serbia fa pressioni per un ritorno del suo esercito e della sua polizia in Kosovo, un’azione che potrebbe aumentare le tensioni etniche nella provincia autonoma. Aleksandar Simic, un portavoce del primo Ministro Vojislav Kostunica, ha affermato che è “giunto il tempo di un ritorno” nella provincia di quasi 1.000 uomini appartenenti alle forze di sicurezza Serbe. 
In Kosovo, il 90% dei due milioni di abitanti sono di etnia Albanese. L’amministrazione ONU in Kosovo ha rifiutato ogni commento prima dell’arrivo di una formale richiesta da parte del governo Serbo per un ritorno delle sue truppe. 
Secondo una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU promossa nel 1999, quando le truppe della Nato avevano cacciato dal Kosovo le forze di sicurezza della Serbia, che avevano messo in atto misure restrittive contro i separatisti Albanesi Kosovari, alla Serbia veniva assicurato il ritorno di circa 1.000 fra soldati e poliziotti a guardia dei confini della provincia e delle chiese e dei monasteri Serbo-Ortodossi. Ma la Nato e gli appartenenti al contingente dell’ONU per conservare la pace in Kosovo non avevano permesso il ridispiegamento... 
Il Kosovo, considerato da molti Serbi come la culla della loro nazionalità e della loro religione, è solo formalmente una parte della Serbia. Dal 1999, quando la Nato ha scatenato una guerra aerea per bloccare il governo della Serbia nei suoi attacchi contro i separatisti Albanesi, la provincia è stata sotto amministrazione delle Nazioni Unite e della Nato.
La settimana scorsa, i diplomatici inviati dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dalla Russia si sono dati 120 giorni nel tentativo di mettere fine alla situazione di stallo relativa alla questione Kosovo. Per il 30 agosto, a Vienna, si darà inizio ad un nuovo giro di consultazioni. 
Simic ha sottolineato che il ritorno delle truppe Serbe in Kosovo è una “precondizione” per un possible accordo con l’etnia Albanese.
Il nuovo tentativo di negoziato segue la minaccia della Russia di bloccare nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU  il piano appoggiato dagli USA di assegnare al Kosovo un’indipendenza sotto supervisione internazionale. I diplomatici presenteranno una relazione al Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon per il 10 dicembre 2007. 

http://www.focus-fen.net/index.php?id=n119726
Tanjug (Serbia) – 18 agosto 2007

La Serbia fa pressioni sulla Nato per bloccare il piano dell’inviato dell’ONU per il Kosovo

Belgrado – Sabato, il consigliere per i rapporti con i media del Primo MinistroVojislav Kostunica, Srdjan Djuric ha dichiarato alla stampa che la Nato deve rinunciare ad appoggiare il piano dell’Inviato dell’ONU Martti Ahtisaari per la risistemazione del Kosovo e che le assicurazioni che l’Alleanza non sta cercando di creare un suo proprio stato nel Kosovo-Metohija per la Serbia valgono meno di niente. E Djuric ha continuato, asserendo che fin tanto che la Nato continua a sostenere il piano di Ahtisaari, e particolarmente l’Allegato 11, risulta chiaro che sta tentando di creare il primo stato Nato; inoltre, la Nato non ha mai detto che avrebbe rispettato l’inviolabilità dei confini della Serbia riconosciuti internazionalmente, la sovranità della Serbia e la sua integrità territoriale. 
Venerdì, la portavoce della Nato, Carmen Romero, ha ribadito ai media di Belgrado che la Nato non sta facendo nulla in segreto e dietro alle spalle della Serbia....

http://www.nasdaq.com/aspxcontent/NewsStory.aspx?cpath=20070817%5cACQDJON200708171320DOWJONESDJONLINE000592.htm&
Associated Press – 17 agosto 2007

La Nato respinge il tentativo della Serbia di riportare il suo esercito e la sua polizia in Kosovo 

Belgrado – Venerdì, la Nato ha respinto la richiesta della Serbia per un ritorno in Kosovo del suo esercito e della sua polizia, un ridispiegamento che potrebbe alimentare le tensioni etniche nella provincia autonoma. In Kosovo, il 90% dei due milioni di abitanti sono di etnia Albanese
Aleksandar Simic, un portavoce del Primo Ministro Vojislav Kostunica ha dichiarato: “È giunto il tempo del ritorno” nella provincia di circa 1.000 appartenenti al personale di sicurezza della Serbia .
Michael Knop, un portavoce del contingente di pace in Kosovo sotto l’egida della Nato, ha risposto: “Le forze Serbe non saranno autorizzate al ritorno”. Ed ha aggiunto che “è la forza internazionale responsabile della sicurezza in Kosovo e non esiste alcun proposito di autorizzare tale decisione.”  Secondo una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU promossa nel 1999, quando le truppe della Nato avevano cacciato dal Kosovo le forze di sicurezza della Serbia, che avevano messo in atto misure restrittive contro i separatisti Albanesi Kosovari, alla Serbia veniva assicurato il ritorno di circa 1.000 fra soldati e poliziotti a guardia dei confini della provincia e delle chiese e dei monasteri Serbo-Ortodossi. Ma la Nato e gli appartenenti al contingente dell’ONU per conservare la pace in Kosovo non avevano permesso il ridispiegamento, temendo che ciò avrebbe irritato gli Albanesi Kosovari e riacceso la violenza e le tensioni etniche nella regione.
Il Kosovo, considerato da molti Serbi come la culla della loro nazionalità e della loro religione, è solo formalmente una parte della Serbia. Dal 1999, quando la Nato ha scatenato una guerra aerea per bloccare il governo della Serbia nei suoi attacchi contro i separatisti Albanesi, la provincia è stata sotto amministrazione delle Nazioni Unite e della Nato.
La settimana scorsa, i diplomatici inviati dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dalla Russia si sono dati 120 giorni nel tentativo di mettere fine alla situazione di stallo relativa alla questione Kosovo. Per il 30 agosto, in Austria, a Vienna, si darà inizio ad un nuovo giro di consultazioni. 
Simic ha sottolineato che il ritorno delle truppe Serbe in Kosovo è una “precondizione” per un possibile accordo con l’etnia Albanese. Il nuovo tentativo di negoziato segue la minaccia della Russia di bloccare nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU  il piano appoggiato dagli USA di assegnare al Kosovo un’indipendenza sotto supervisione internazionale. I diplomatici presenteranno una relazione al Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon per il 10 dicembre 2007. 
 
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FoNet (Serbia) – 19 agosto 2007 

“Le forze potrebbero ritornare immediatamente”