Oggetto: Roma. Martedi 13 gennaio manifestazione per Gaza alla Farnesina.
Data: 10 gennaio 2009 14:32:30 GMT+01:00
Oggetto: PIOMBO FUSO E SPALLE COPERTE - Comunicato
Data: 31 dicembre 2008 17:24:59 GMT+01:00
PIOMBO FUSO E SPALLE COPERTE
L’ATTUALE MASSACRO ISRAELIANO NELLA STRISCIA DI GAZA E IL RUOLO DELL’UNIFIL IN SUD LIBANO
Comunicato della Rete nazionale Disarmiamoli!
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Gaza 28.06.06 Inizia l’ennesima operazione militare dell’esercito israeliano contro Gaza. Summer Rain, una “pioggia estiva” di bombe sulla popolazione. Il bilancio a fine luglio 2006 fu di 159 morti, di cui 31 bambini. Durante i raid aerei, simili seppur meno intensi di quelli d’oggi, la resistenza libanese attaccò alcune postazioni israeliane di confine, allo scopo di alleviare la pressione militare sulle popolazioni di Gaza. Sette soldati israeliani sono uccisi, due fatti prigionieri.
La reazione israeliana non si fece attendere. Distolta l’attenzione da Gaza, con l’operazione “giusta ricompensa” i vertici politico/militari sionisti portarono i loro militari nella trappola del Sud Libano, dove per la prima volta nella sua storia l’esercito israeliano subì una sonora sconfitta.
A soccorrere l’alleato strategico in Medio Oriente intervenne allora la diplomazia occidentale.
Gli accordi internazionali portarono alla costituzione di una forza di “interposizione” composta principalmente da soldati europei, tra i quali spiccavano (e spiccano) gli italiani.
Grande fu il contributo all'opera dell’allora Ministro degli esteri Massimo D’Alema, osannato da tutte le forze politiche che sostenevano l’allora governo Prodi. Le ripetute dichiarazioni rilasciate in quelle settimane da D’Alema a favore d’Israele, a chiarire ruolo e funzione di quella complessa operazione, non servirono a convincere neppure l’ex “sinistra radicale” sulla funzione dei 15.000 soldati ancora oggi acquartierati in Sud Libano.
Poche furono le voci che si levarono contro quella missione. Tra esse la nostra.
Le ragioni del NO erano (e sono) semplici ed evidenti: si occupa il solo territorio del paese aggredito senza toccare un metro quadrato di quello dell’aggressore, Israele. Non si mette mano ai problemi di fondo del conflitto nell’area: l’occupazione israeliana di porzioni di territorio libanese e siriano. Si tentò (invano) di imporre il disarmo e lo scioglimento della resistenza libanese.
Come leggere, alla luce del massacro di queste ore a Gaza, il ruolo della missione UNIFIL?
I “benpensanti”, coloro i quali difesero e continuano a difendere quella missione, probabilmente diranno che “almeno un fronte di guerra è stato spento”. Ma il buonsenso in guerra è pane per utili idioti o, peggio, per coloro i quali sono in mala fede.
Nei fatti oggi l’esercito israeliano agisce ancora più indisturbato contro i palestinesi, massacrandoli senza alcuna sostanziale reazione militare.
Domani, quando i rapporti di forza glielo permetteranno, Israele si sbarazzerà - con le buone o con le cattive - della forza d’interposizione in Sud Libano e attaccherà di nuovo in quella direzione. Nel lucido progetto sionista la “Grande Israele” non si è ancora realizzata. Non a caso Israele è l’unico Stato al mondo che non ha ancora dichiarato e depositato i propri confini nazionali.
Nell’esprimere tutta la nostra solidarietà alle popolazioni palestinesi ed alla loro resistenza, sottoposte in queste ore ad un criminale assedio e bombardamento, reiteriamo la nostra richiesta di
RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE DAL SUD LIBANO ED IL LORO SPOSTAMENTO IN TERRITORIO ISRAELIANO A PROTEZIONE DEI POPOLI CIRCOSTANTI, IL DISARMO E LO SCIOGLIMENTO DI TSAHAL, L’ARRESTO DEI VERTICI POLITICI E MILITARI DELLO STATO DI ISRAELE E LA COSTITUZIONE DI UNO TRIBUNALE INTERNAZIONALE SPECIALE PER I CRIMINI DI GUERRA COMMESSI DAI GOVERNI SUCCEDUTISI IN ISRAELE DAL 1948 AD OGGI .
Com'è noto, i crimini di guerra non cadono in prescrizione. L’umanità saprà attendere.
Una straordinaria giornata di mobilitazione al fianco dei palestinesi e per dire fermate il massacro di Gaza
Scrivono le agenzie che oggi "Migliaia di persone sono scese in piazza, nonostante il maltempo, in 15 città italiane per manifestare solidarietà al popolo di Gaza, aderendo alla giornata di mobilitazione promossa dal Forum Palestina. La manifestazione più imponente a Roma, mentre a Milano sono state date alle fiamme bandiere israeliane". Durante le manifestazioni è giunta la temuta notizia dell'inizio dell'escalation terrestre delle forze aremate israeliane contro Gaza.
Vediamo un resoconto basato sulle notizie diffuse dalla principali agenzie stampa.
ROMA - Nellla capitale almeno 10.000 persone sono scese in piazza per protestare contro il massacro in corso contro i palestinesi di Gaza. "Fermiano il genocidio dei palestinesi a Gaza" recitava lo striscione di apertura. Portate in corteo fotografie di bambini e donne feriti a Gaza. Il corteo, che si è via via ingrossato cogliendo di sorpresa organizzatori e le stesse forze dell'ordine, è andato oltre piazza Barberini, dove doveva concludersi, per proseguire verso piazza del Popolo, riempita dai manifestanti e da centinaia di bandiere palestinesi e libanesi, dove si sono tenuti gli interventi conclusivi che hanno rilanciato l'urgenza di una manifestazione nazionale entro il mese di gennaio. «Chiediamo di fermare il massacro e la carneficina che sta avvenendo a Gaza - ha detto Sergio Cararo del Forum Palestina -, inoltre diciamo basta all'impunità di Israele e all'informazione manipolata che in questi giorni sta raccontando una falsa verità».
MILANO. A Milano il lungo corteo contro l'aggressione israeliana nella Striscia di Gaza era aperto da giovani palestinesi: alcuni avevano degli striscioni con la Stella di David sormontata dalla svastica e sono state date alle fiamme bandiere israeliane e lanciati slogan contro Israele e gli Stati Uniti. Alcuni iracheni avevano in mano delle scarpe, diventate un simbolo dopo il lancio contro Bush da parte di un giornalista tuttora in carcere. Una volta giunto in piazza San Babila, dove avrebbe dovuto sciogliersi, il corteo cresciuto con migliaia di partecipanti ha invece proseguito lungo corso Matteotti per arrivare in piazza Duomo, dove un migliaio di manifestanti ha occupato la zona antistante il sagrato.
TORINO - Anche a Torino c'è stata una manifestazione contro l'attacco militare di Israele. Il presidio organizzato dall'assemblea Free Palestine a Porta Palazzo si è trasformato in un corteo spontaneo. I partecipanti hanno raggiunto l'associazione Italia-Israele dove c'è stato un lancio di uova. Alla manifestazione, scandita dal grido «Israele assassino», hanno partecipato molti immigrati di origine araba.
VICENZA - Cinquemila, i partecipanti al corteo di Vicenza. Tanti gli stranieri, circa l'80% dei partecipanti, provenienti da tutto il Veneto. Il corteo, sfilato al grido di «assassini, assassini», è stato tenuto sotto controllo da un massiccio dispiegamento di forze dell'ordine e dal servizio predisposto dagli organizzatori. Decine gli striscioni esposti dai manifestanti: «Fermiano il massacro di Gaza», «Quanti morti ci vogliono per fermarli?», «Uno Stato libero per i palestinesi» e «Gaza libera, comunque Intifada fino alla vittoria». Alcuni cartelli riportavano gigantografie di massacri, bombardamenti, distruzioni e morti.
BOLOGNA - A Bologna sono scese in piazza circa duemila persone, in maggioranza stranieri, che hanno concluso la manifestazione pregando insieme davanti alla basilica di San Petronio in piazza Maggiore. Il corteo era aperto dai bambini per sottolineare che i bombardamenti israeliani mietono molte vittime innocenti. È stata bruciata una bandiera di Israele e sono stati esposti striscioni con la stella di David equiparata alla svastica. La manifestazione si è fermata per alcuni minuti davanti alla Prefettura per chiedere un intervento del governo italiano.
NEL MONDO - Migliaia di persone sono scese in piazza in diverse città del mondo contro i bombardamenti israeliani a Gaza.
A Londra i manifestanti (50mila secondo gli organizzatori) hanno lanciato scarpe contro la griglia metallica che impedisce l'accesso a Downing Street. Alla guida del corteo l'ex cantante degli Eurythmics Annie Lennox e l'ex sindaco di Londra Ken Livingstone. In segno di protesta, i manifestanti hanno lanciato scarpe contro la griglia metallica che impedisce l'accesso a Downing Street (dove si trova la residenza del Primo ministro inglese). Tra gli organizzatori del corteo, l’associazione Stop the War e l’Iniziativa dei musulmani britannici (Bmi). Altri raduni di protesta sono stati organizzati a Glasgow, in Scozia, Manchester, Hull e Portsmouth.
A Parigi 25mila persone (secondo gli organizzatori) hanno sfilato per le strade gridando «Basta al massacro, sanzioni contro Israele», «Gaza siamo tutti con te» e «Israele assassino». A Parigi hanno manifestato al grido di "siamo tutti palestinesi", alcuni hanno dato fuoco a bandiere israeliane. Il corteo era organizzato dal «Collettivo nazionale per una pace giusta tra palestinesi e israeliani», da associazioni, sindacati e partiti di sinistra. Durante il corteo sono avvenuti alcuni incidenti, tra cui alcune auto, vetrine di negozi infrante e scontri fra manifestanti e polizia. Gli incidenti sono scoppiati in particolare nell'VIII arrondissement, zona dei grandi magazzini di boulevard Haussmann.
A Berlino, sono scese in piazza 7.500 persone, 4 mila a Dusseldorf.
Migliaia in piazza ad Atene e Salonicco. Nella capitale greca circa 3.000 persone hanno sfilato fino all'ambasciata israeliana, dove tafferugli sono scoppiati fra dimostranti e polizia, che ha disperso la folla con lacrimogeni.
A Madrid un migliaio in piazza.In un comunicato molti intellettuali e artisti iberici, tra cui l'attore premio Oscar Javier Bardem, hanno condannato i raid israeliani e chiesto "l'arresto immediato dell'offensiva criminale sulla Palestina".
Ad Amsterdam i manifestanti, 5mila secondo gli organizzatori, portavano striscioni invitando a boicottare i prodotti israeliani. In migliaia hanno manifestato sia contro gli attacchi israeliani che contro il governo olandese che non ha condannato i raid. Più di 3.000persone hanno sfilato a Salisburgo, in Austria.
Negli Usa c'è stato un corteo a Washington.
A Kabul, in Afghanistan, centinaia di persone hanno partecipato a una marcia di protesta e a Jalalabad più di 400 persone hanno protestato contro il mancato intervento delle Nazioni Unite.
Massimo Zucchetti (docente Politecnico di Torino)
Giorgio Pecorini (giornalista, Volterra)
Giulio Stocchi (poeta, Milano)
Gabriella Paolucci (sociologa, Università di Firenze)
Flavio Marcolini (giornalista e docente di storia, Montichiari)
Silvia Lelli (antropologa, Università degli Studi di Firenze)
Luigi Punzo (storico della filosofia, Università di Cassino)
Flavia Bacchetti (ricercatrice, Università di Firenze)
Biagio Cutropia (docente, Bisacquino, Palermo)
Santiago Zabala (filosofo, Università di Potsdam)
Edoardo Martinelli (Centro Ricerca Formazione Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana)
Margherita Moles (docente, Università Popolare di Valcamonica-Sebino)
Alessio Bortolo Domenighini (formatore, Università Popolare di Valcamonica-Sebino)
Carlo Lucchesi (presidente dell'istituto di ricerche IRES TOSCANA, Firenze)
Edoardo Magnone (chimico, Universita` di Tokyo)
Arianna L'Abbate (operatrice culturale, Roma)
Giorgio Barberis (ricercatore, Università del Piemonte Orientale)
Alessandra Kersevan (ricercatrice, Università di Udine)
Giorgio Riboldi (docente, Milano)
Mariella Megna (traduttrice,Cremona)
Associazione L'altra Lombardia - SU LA TESTA (Milano)
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