Da:  AssPoliticaClasse <politicaeclasse2007 @ libero.it>

Oggetto:  da Giancarlo Staffo, lettera BCE

Data:  09 novembre 2011 10.12.18 GMT+01.00


Questa è la lettera con cui la Banca centrale europea detta le sue condizioni a chiunque governerà l’Italia da oggi in poi.
Cosa faranno il centro sinistra ed i suoi alleati di “sinistra” (Vendola, Rifondazione e Pdci) se andranno al governo o saranno nella maggioranza ? Cosa faranno la Cgil con le truppe cammellate dello Spi, Cosa dirà il Manifesto, il popolo viola ed arancione, Pisapia e De Magistris, la Fiom ed i “disobbedienti” ? Ricordatevi del 1992 Amato e Trentin poi i bulloni in piazza, ricordatevi di Dini con la Cgil sulle pensioni, ricordatetevi di Prodi con il pacchetto Treu e la conferma della legge Biagi. Bisogna rinfrescare la memoria ai lavoratori italiani. Prepariamoci al peggio... ed attrezziamoci.

Dal “sole 24ore”

«Caro Primo Ministro». Inizia così la lettera strettamente riservata inviata dalla Bce al Governo italiano datata 5 agosto scorso e firmata dal presidente Jean Claude Trichet e dal futuro numero uno dell'Eurotower, Mario Draghi. Una missiva dettagliata pubblicata sul Corriere della Sera, in cui la banca centrale europea indica le misure antispeculazione da adottare «con urgenza» dall'Italia per «rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità del bilancio e alle riforme strutturali»: dalle liberalizzazioni alla riforma del mercato del lavoro e delle pensioni alla pubblica amministrazione.
Ecco di seguito il testo della lettera.

Il testo completo della lettera della Bce al Governo italiano:

5 agosto 2011

«Caro Primo Ministro, 
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un'azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori. 
Il vertice dei capi di Stato e di governo dell'area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell'euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali». Il Consiglio direttivo ritiene che l'Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali. 
Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti.
Nell'attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure: 

1.Vediamo l'esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed é cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l'aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l'efficienza del mercato del lavoro.
a) E' necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala. 
b) C'é anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L'accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.
c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.

2. Il Governo ha l'esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche. 
a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L'obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell'1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. E' possibileintervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblicocosì ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi
b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali. 
c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l'assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo. Vista la gravità dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.
3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l'efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione). C'é l'esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.
Confidiamo che il Governo assumerà le azioni appropriate.

Con la migliore considerazione,
Mario Draghi, Jean-Claude Trichet
 

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Dalla seconda pagina di Liberazione del 11-11-2011

Tutto tranne democrazia: 
i veri mandanti di Mario Monti

Italia e Grecia al guinzaglio del vero potere: quello che ormai stabilisce il prezzo della residua democrazia lasciata agli Stati un tempo sovrani. Comanda Wall Street, attraverso Fmi, Bce e Unione Europea: sono loro a "licenziare" Papandreou e Berlusconi, e a imporre le "riforme strutturali" che non toccano né i patrimoni, né le banche, né le rendite finanziarie, ma solo i popoli (salari, pensioni, welfare) e i beni comuni costruiti con l'impegno di generazioni: beni che ora saranno "privatizzati", cioè tolti ai cittadini. Sotto la pressione micidiale dei controllori dei mercati finanziari, alla Grecia e all'Italia si dettano ultimatum, prendere o lasciare. Tesi: la politica non è in grado di affrontare scelte impopolari. Meglio che le gestisca un sovrano o un suo vassallo, come nel medioevo.
Fmi, Ue e Bce: un accerchiamento totale, scrive Claudio Messora sul blog "Byoblu", al quale il gioco della speculazione internazionale ci consegna senza possibilità di fuga. «Per il nostro stesso interesse - si dice - e per quello dei sottoscrittori del nostro debito, dobbiamo realizzare una serie di riforme. E poiché non siamo più credibili, forti pressioni costringono il governo in carica a rassegnare le sue dimissioni, nonché tutto un popolo a rinunciare alla propria autodeterminazione». Come in Grecia, appunto. «Il principio più incredibile che viene sostenuto senza il benché minimo stupore - continua Messora - sarebbe quello secondo cui la politica da sola non può realizzare misure impopolari, perché avrebbe il timore di giocarsi il consenso elettorale, per cui sarebbe imperativo affidare le riforme necessarie a un governo di larghe intese, oppure al cosiddetto governo tecnico, magari sotto la direzione di un podestà forestiero».
Il concetto è tragicamente chiaro: esistono riforme che "devono" essere realizzate a tutti i costi, al di là della volontà popolare. «In altre parole, si sostiene che se la classe politica non è in grado di farsene carico, perché i cittadini non le vogliono, allora deve farlo qualcun altro», espressione di una «oligarchia nascosta». Quando Papandreou ha provato a ventilare l'ipotesi di un referendum per consentire ai greci di esprimersi sulle misure di austerity, il sistema bancario internazionale ha reagito minacciando di non tagliare più il debito pubblico del 50%, e il premier ellenico è stato convocato al G20 che l'ha costretto a ritirare la proposta referendaria. Nella stessa seduta è stato messo sotto torchio lo stesso Berlusconi, irritato per il diktat della Bce e restio a obbedire agli ordini. Risultato: "licenziati" entrambi. E presto rimpiazzati da due ipotesi gemelle: governi "tecnici", guidati da «uomini esterni al meccanismo del consenso popolare», cioè «due podestà forestieri: Mario Monti e Lucas Demetrios Papademos», entrambi "allevati" negli Usa.
Monti laureato alla Bocconi ma specializzatosi a Yale, Papademos laureato in Massachusetts e poi docente alla Columbia University insieme a Zbigniew Brzezinski, futuro stratega della Casa Bianca all'epoca della conversione dell'Iran da paese amico a nemico giurato.
Monti diventa rettore della Bocconi e, dal 2005, "international advisor" per Goldman Sachs nonché presidente del think-thank Bruegel, finanziato da 16 Stati e 28 multinazionali con lo scopo di influire privatamente sulle politiche economiche comunitarie. Nel 2010 Barroso gli commissiona un "libro bianco" sul futuro del mercato unico. Nel frattempo, Papademos diviene un economista senior della Federal Reserve Bank di Boston e poi della Banca di Grecia, di cui assume la carica di governatore. Poi addirittura diventa vicepresidente della Bce: è proprio lui a traghettare Atene dalla dracma all'euro. «Curioso - annota Messora - che adesso sia indicato come la personalità più adatta a rimediare ai danni che, in qualche modo, ha contribuito a produrre».
Ed è qui che entra in gioco anche Brzezinski, che nel 1973 fu incaricato da David Rockfeller di avviare un nuovo gruppo di lavoro: la Commissione Trilaterale, super-laboratorio per il futuro del mondo a guida statunitense: un club riservatissimo, dove i super-potenti (come Papademos) possono discutere liberamente, «senza perdersi nelle lungaggini imposte dai parlamenti e dalle burocrazie diplomatiche». Un super-clan potentissimo, con tre cariche fondamentali in rappresentanza di Nord America, Giappone ed Europa, quest'ultima ricoperta proprio da Mario Monti. Già nel '74 la Trilaterale denunciava «l'eccesso di democrazia» che a suo parere affliggeva il pianeta. Grecia e Italia, dunque, oggi potrebbero finire sotto il completo controllo di due uomini-chiave, in Europa, per il super-mondiale di organismi come la Goldman Sachs e la Trilaterale dei Rockfeller.
Tutti e due, Monti e Papademos, sono «in prima linea nella corsa a sostituirsi a due governi democraticamente eletti», e con un unico mandato: prendere decisioni dichiaratamente impopolari. «Ovvero, per definizione, contrarie alla volontà popolare», sottolinea Messora.
«Non c'è democrazia senza trasparenza, né può esservi in mancanza di un mandato popolare forte ed esplicito», scrive Messora. (…) «Tutto può essere, tranne democrazia, la requisizione del nostro diritto di rappresentanza in nome di logiche che vengono assunte a porte chiuse, nelle sedi elettive dove si tutelano interessi privati, dove una ristretta èlite decide le sorti di interi popoli senza che a questi venga garantita una chiara percezione delle cose». Svanendo la sovranità popolare su cui peraltro si fonda la Costituzione antifascista del 1946, viene alla luce il vero potere del mondo, «un governo ombra che in termini di realpolitik è sempre esistito, ma che sta diventando dominante», che ora si appresta a cancellare, uno alla volta, tutti i diritti del welfare grazie ai quali l'Italia ha costruito il suo benessere, la sua pace sociale, il suo progresso civile e democratico.

Tratto da http://www.libreidee.org


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