By Alex Lantier / WSWS, 7 July 2014
di Franco Fracassi
«I soldati avranno anche il compito di internare in campi di concentramento gli adulti maschi. Chiunque opponesse resistenza andrà giustiziato sul posto». In Ucraina si prepara un’estate di sangue. Il governo di Kiev sta preparando un’offensiva che dovrà avere come «unica soluzione la rapida sconfitta dei ribelli e dei terroristi». Il piano d’attacco è pronto. È stato preparato dagli specialisti del centro studi di Pittsburg Rand Corporation. Gli stessi che hanno pianificato le rivolte anti Mubarak in Egitto, anti Gheddafi in Libia e anti Assad in Siria. Due pagine che qualcuno ha deciso di rendere pubbliche. La Rand si è affrettata a smentire. Ma il documento porta la firma del centro studi, la fonte che lo ha rivelato autorevole (seppur segreta), il linguaggio del testo compatibile con i piani precedentemente elaborati dalla Rand.
La Rand Corporation è uno dei più importanti centri studi statunitensi. Elabora le politiche sul futuro per Dipartimento di Stato ma soprattutto per il Pentagono e per la Casa Bianca. La Rand è una delle menti del capitalismo globale, del mercato unico, della democrazia del consumo.
Popoff ha deciso di pubblicare la versione integrale del documento. Eccola.
“I vantaggi di una massiccia operazione Militare”
Nel caso in cui il negoziato con i separatisti dell’Est dovesse fallire, l’unica soluzione praticabile sarà quella della rapida sconfitta dei ribelli e dei terroristi. Bisogna ridurre al massimo i danni dei costi dell’operazione e nei confronti dell’opinione pubblica.
Ecco i vantaggi da un attacco su vasta scala contro il Donbass:
La decimazione degli attivisti dei movimenti politici russofoni e il caos tra i votanti pro-Russia.
Nel caso la vittoria non sia rapida, la distruzione durante i combattimenti di una quantità significativa della produzione di carbone delle regioni dell’Est, in modo da fiaccarne la resistenza.
La distruzione dell’apparato industriale del Donbass vorrebbe dire ridurre di molto il consumo di gas e ridurre, di conseguenza, le importazioni di gas dalla Russia.
La riduzione del peso politico dell’oligarca locale Rinat Akhmetov.
Le difficoltà economiche del popolo ucraino potrebbero essere facilmente spiegate con i danni dovuti alla guerra in corso, che il governo di Kiev non ha potuto evitare, vista l’intransigenza dei terroristi.
Le fasi dell’operazione militare
Fase 1: Totale isolamento delle regioni ribelli
Considerando che i residenti delle regioni di Donetsk e di Lugansk hanno avuto sufficiente tempo per abbandonare l’area, nel caso fossero rimasti vuol dire che sono apertamente ostili. Tutti i cittadini rimasti verranno considerati ostili e sostenitori dei terroristi.
La legge marziale verrà introdotta. Le autorità locali esautorate dal loro potere. La Costituzione sospesa. Verrà imposta direttamente l’autorità presidenziale.
L’area verrà totalmente isolata dal resto del mondo. Nulla dovrà entrare né uscire: né persone né cose. Attenzione speciale verrà messa sulle zone confinanti con la Russia. Le trasmissioni televisive, la connessione internet, le comunicazioni telefoniche e via cellulare dovranno essere interrotte. Verrà imposto il coprifuoco dalle dieci di sera alle sei di mattina. I giornalisti dei media internazionali dovranno essere sottoposti a una procedura speciale.
Fase 2: Assorbire
Graduale inasprimento dell’accerchiamento dei ribelli. Le offensive di terra dovranno essere precedute da attacchi aerei contro le infrastrutture nemiche, le batterie di artiglieria e di mortaio, e le truppe nemiche. In alcuni casi, per contenere le vittime tra le nostre truppe, non dovranno essere utilizzate armi non convenzionali.
Gli insediamenti nemici dovranno essere liberati uno a uno, impiegando prima i blindati e poi la fanteria, che avrà l’obiettivo di uccidere chiunque possegga un’arma. I soldati avranno anche il compito di internare in campi di concentramento gli adulti maschi. Chiunque opponesse resistenza andrà giustiziato sul posto. I bambini sotto i tredici anni e gli anziani oltre i sessanta dovranno essere spostati in strutture appositamente attrezzate in zone lontane dalle operazioni anti terrorismo in corso.
I campi di concentramento dovranno essere costruiti vicino alle città ripulite. Le guardie dei campi dovranno essere ideologicamente pulite. Andranno cercate su chiunque tracce dei combattimenti, sul corpo e sui vestiti: ferite, lividi, graffi, tracce di polvere da sparo o di olio per armi. Se verrà trovato qualcosa la persona in questione dovrà essere processata con le accuse di separatismo e di terrorismo. Dopo due mesi di internamento, agli individui restanti verrà dato il permesso di rientrare nelle proprie abitazioni, poste nel frattempo sotto sorveglianza dei servizi di sicurezza.
Fase 3: Ritorno alla normalità
Specialisti delle forze armate dovranno essere utilizzati per riportare l’acqua, i riscaldamenti, l’energia elettrica e le comunicazioni.
I confini dovranno risultare blindati, per impedire provocazioni da parte della Russia e per prepararsi a un massiccio rientro dei rifugiati. A coloro che hanno consegnato le armi verrà concesso di poter tornare a casa. Tuttavia, gli uomini tra i diciotto e i sessant’anni verranno sottoposti a controllo in campi di concentramento, per verificare loro eventuali legami con i separatisti e i terroristi. Le proprietà dei condannati nelle regioni di Lugansk e di Donetsk verranno nazionalizzate, e successivamente concesse ai militari che si sono distinti nella campagna anti terrorismo.
Attenzione particolare dovrà essere posta sull’informazione. Ciò comporterà il completo isolamento dell’area delle operazioni dai media internazionali. Le storie di eroismo e coraggio da parte delle forze armate ucraine, della Guardia nazionale e di altre unità militari, storie di salvataggio di civili dai terroristi e dalle bande criminali dovranno essere diffuse il più possibile.
Nota: Se la campagna anti terrorismo non terminerà entro il primo settembre 2014, la legge marziale dovrà essere prolungata fino al primo gennaio 2015.
E’ più massiccia di quanto sembrasse l’entità dell’avanzata delle truppe golpiste nei territori dell’Ucraina dell’est dove gli insorti hanno preso le armi contro il golpe nazionalista che a febbraio ha imposto a Kiev un regime filoccidentale dominato dagli oligarchi e da forze di estrema destra.
Oltre all’importante roccaforte di Slaviansk, nelle ultime 48 ore l’esercito di Kiev e le milizie neonaziste inquadrate nella Guardia Nazionale si sono impossessati anche di Kramatorsk, Druzhkovka e Konstantinovka dove ora gli occupanti sono impegnati in rastrellamenti diretti a bonificare il territorio da quei pochi miliziani delle autodifese rimasti dopo la decisione da parte delle Repubbliche Popolari di ripiegare su altre località meglio difendibili.
Oleg Tsarev, presidente del parlamento dell'unione delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, ha denunciato che in realtà le autorità di Kiev stanno arrestando, a Slavjansk, tutti gli uomini dai 25 ai 35 anni, che siano miliziano o meno.
Il presidente ucraino, l’oligarca Poroshenko, ha cantato vittoria dopo la presa di Slaviansk e Kramatorsk. “Non è una vittoria totale ma liberare Slaviansk da una banda di mostri fortemente armati ha una grande importanza simbolica. E’ un punto di inflessione nella lotta contro i ribelli e per l’integrità territoriale dell’Ucraina” ha detto il capo di stato eletto a fine maggio, che ha ordinato alle truppe di Kiev di continuare l’offensiva ora che gli insorti sono in evidente difficoltà.
Le milizie di autodifesa hanno informato di un fitto scambio di colpi di mortaio durante la notte scorsa nei pressi dell’aeroporto di Lugansk, controllato da qualche giorno dall’esercito governativo e duri combattimenti sarebbero in corso anche a Mettalist, Krasni Yar e nel posto di frontiera di Izvarino, finora sottto il controllo delle milizie della Repubblica Popolare di Lugansk, che ha anche vantato l’uccisione di 130 soldati di Kiev. "L’esercito ucraino ha tentato di attaccare la città da tre fronti diversi (...). Tutti gli attacchi sono stati respinti” ha informato l’ufficio stampa degli insorti secondo i quali le milizie di autodifesa avrebbero anche distrutto un caccia Ilyushin-76, sette veicoli blindati per il trasporto truppe, quattro tra obici e mortai, un sistema di difesa antiaereo. Le truppe ucraine, tra cui il battaglione Azov composto dagli uomini di Pravyi Sektor e di Svoboda (formazioni apertamente neonaziste), avrebbero subito pesanti perdite durante il tentativo di prendere la cima Kurgan-Moghila, uno dei punti più alti della regione di Donetsk, molto utile per controllare la strada da Donetsk alla regione di Lugansk.
I militari di Kiev avrebbero invece ucciso un abitante di Lugansk e feriti altri 13.
Ma il bilancio degli attacchi aerei dell’aviazione militare di Kiev è destinato a crescere, visto che il governo ha intensificato i bombardamenti nella grande città della regione mineraria e industriale del paese, concentrando gli attacchi soprattutto nei quartieri di Alexandrovka y Kamennobrodski. Più tardi i proiettili e le bombe – anche alcuni missili Grad - sono caduti su una stazione degli autobus, uccidendo un’altra persona e ferendone altre 32. Secondo i testimoni l’attacco era deliberato e l’obiettivo era distruggere una centrale elettrica vicina alla stazione degli autobus.
Sono settimane dure quelle che si annunciano nelle due grandi città di Lugansk e Donetsk, assediate ormai da vicino dalle truppe governative e prese di mira da bombardamenti sempre più violenti, nonostante le rassicurazioni del segretario generale del Consiglio di Sicurezza Nazionale e di Difesa ucraino, Andréi Lisenko.
Metà della popolazione dei due capoluoghi è già fuggita ma sono ancora molte centinaia di migliaia le persone coinvolte dalle operazioni militari indiscriminate delle truppe agli ordini della giunta golpista. Nelle ultime ore i combattimenti sono esplosi di nuovo a Górlovka e Yenákievo, città a circa 30 chilometri a nord di Donetsk, dove si sono asserragliate le milizie che sabato mattina hanno abbandonato l’area di Slaviansk. Secondo il comandante delle milizie Igor Strelkov circa l’80% dei combattenti e il 90% dei veicoli e dei mezzi blindati sarebbe riuscito a rompere l’accerchiamento ucraino a Slaviansk e Kramatorsk e a ripiegare su Donetsk, grazie soprattutto ad una azione diversiva di un gruppo di volontari che però, ha riconosciuto Strelkov, sono stati uccisi quasi tutti. Nel tentativo di rifornirsi di armi le autodifese hanno attaccato la sede delle unità d’elite del Servizio Penitenziario dello Stato a Donetsk. Spavantato dalla prospettiva che i combattimenti devastino i quartieri centrali della grande città, il governatore di Donetsk designato dai golpisti, Sergej Taruta, ha chiesto all’esecutivo di negoziare con gli insorti e di non spargere il sangue dei civili innocenti. Ma lo stesso Andréi Lisenko si è incaricato di informare che per ordine espresso dell’oligarca Poroshenko l’esercito non cesserà gli attacchi fino a quando gli insorti non consegneranno le armi e libereranno i prigionieri nelle loro mani. Da parte sua il vice segretario del Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale (Nsdc) ucraino, Mikhail Koval, ha annunciato l'intenzione di assediare con l'esercito ucraino Lugansk e Donetsk. "I due centri regionali saranno bloccati completamente e saranno applicate misure adeguate che porteranno i separatisti a deporre le armi", ha detto Koval.
(Nel video [ http://www.youtube.com/watch?v=75dlup0WXGY , girato a maggio 2014] la popolazione di Kramatorsk accoglie i soldati ucraini al grido di 'Andate via, fascisti')
A seguito di un attacco di mortaio alla periferia di Lugansk, presso l'hotel "Inizial", è esplosa una mina vicino una macchina che sopraggiungeva. L'auto ha preso fuoco. L'autista ferito è stato ricoverato in ospedale. Nelle case vicine le finestre sono andate in frantumi.
https://www.facebook.com/ucrainaantifascista
Le onorevoli parole di Poroshenko...
8 luglio, ore 10.55. Riferendosi all'incontro di ieri tra Poroshenko e il sindaco di Donetsk Lukjachenko, presenti anche il deputato Kolesnikov e il premier Yatseniuk, la testata internet filogovernativa “Novosti Donbassa”, riporta la promessa di Poroshenko di non permettere bombardamenti aerei e l’uso di artiglieria pesante su Donetsk, "dove non saranno adottati gli stessi metodi di Slovjansk, Kramatorsk e Lugansk".
Alle ore 14.20, la stessa testata informa di un attacco aereo su Donetsk per colpire la centrale sede della Rep. Popolare, all'interno della quale, secondo la stampa locale, si trovavano 300 persone.
http://novosti.dn.ua/details/229293/
http://novosti.dn.ua/details/229317/
Oggetto: Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli
Data: 06 luglio 2014 19:55:48 CEST
http://rutube.ru/video/c77cac7dd4648a57e30d7bac107514f4/
Un memo trapelato e attribuito alla RAND Corporation suggerisce che il Governo ucraino dovrebbe impegnarsi in una guerra a tutto campo nelle regioni dell'est, tra cui la chiusura di tutte le comunicazioni, mettendo i cittadini in campi di internamento e uccidendo tutti coloro che resistono tali azioni.
Nella scioccante lettera, che è trapelata ai media online, il memorandum offre una brutale guida passo passo su come trattare la popolazione in Ucraina orientale. L'autenticità del documento che porta il logo della RAND Corporation, tuttavia, non è ancora stata verificata.
La RAND Corporation è una organizzazione non-profit globale che offre ricerca e analisi alle forze armate degli Stati Uniti.
'I vantaggi di una massiccia operazione Militare'
Nella prima riga della nota viene rilevato che il piano di pace delineato dal nuovo presidente Poroshenko rischia di fallire. Tuttavia, chiarisce che gli svantaggi politici e materiali dell'operazione saranno "superati" dai guadagni.
L'agghiacciante lettera elenca poi i vantaggi che avrebbe un attacco militare su larga scala contro le due regioni dell'Ucraina orientale separatiste.
Il movimento politico filo-russo, sostiene il consiglio, verrebbe decimato e gli elettori pro-russi ne uscirebbero disorganizzati.
Invece di sostenere le forniture di carbone della regione come fonte di occupazione futura, dice che la decimazione dell'industria carbonifera nei combattimenti significherebbe la sua rapida chiusura, alleviando così l'Ucraina dagli onerosi costi di sovvenzione.
Lo spegnimento delle industrie del Donbass significherebbe anche una riduzione dei consumi del gas russo e la distruzione dell'oligarca locale Rinat Akhmetov e del suo peso politico ed economico.
Fase 1: Sospendere la Costituzione, imporre la legge marziale
Il memorandum scioccante elenca poi una campagna militare a tre fasi per garantire la vittoria. Fase uno, chiamata il "totale isolamento delle regioni ribelli", presumendo che tutti i civili che sono rimasti sono "complici o sostenitori dei disordini"
Si propone che la legge marziale dovrebbe essere imposta nell'area seguendo un rigido coprifuoco dalle 20:00 alle 06:00, mentre tutti gli enti locali dovrebbero avere cessate le loro competenze e la Costituzione nella zona dovrebbe essere sospesa.
Le regioni devono poi essere circondate dalle truppe con particolare attenzione alle aree che confinano con la Russia.
Per quanto riguarda i mezzi di comunicazione raccomanda che tutti i servizi di radiodiffusione, telefonici e di comunicazioni mobili e dei servizi internet della regione dovrebbero essere chiusi e che i media internazionali dovrebbero essere "oggetto di una procedura speciale."
Fase 2: Campi di internamento per gli adulti di sesso maschile, quelli che si oppongono devono essere uccisi sul posto.
Poi inizia la seconda fase dell'operazione, denominata "mop-up", che prevede un graduale inasprimento del cerchio di truppe intorno alla regione, seguita da attacchi aerei e di artiglieria e attacchi di mortaio contro le strutture strategiche "del nemico".
Senza alcun riguardo apparente per la vita umana, gli autori RAND consigliano quindi che l'uso di armi non convenzionali non deve essere escluso "al fine di garantire minori vittime tra il nostro personale".
Gli autori, che apparentemente hanno poca o nessuna conoscenza della situazione nella parte orientale dell'Ucraina, poi dicono che gli insediamenti devono essere liberati uno ad uno utilizzando prima i blindati e poi la fanteria che dovrebbe sparare per uccidere chiunque abbia armi.
In quello che sembra essere un consiglio per una vera e propria pulizia etnica, tutti maschi adulti devono essere deportati in campi di internamento, mentre chi tenta di resistere deve essere giutiziato; i bambini sotto i 13 anni e le persone di età superiore ai 60 dovrebbero essere spostati in strutture appositamente attrezzate in altre zone.
In un pezzo bizzarro, un consiglio che appare nella migliore delle ipotesi irrealistico e nella peggiore da squilibrati, la RAND dice poi che chiunque abbia lividi, graffi, tracce di polvere da sparo o di olio per armi sui propri vestiti dovrebbe essere processato in tribunale per separatismo e terrorismo. Tutti i residenti fortunati che non rientrano in queste categorie possono avere il permesso di tornare a casa dopo un periodo di due mesi "di internamento", e dovrebbero poi essere schiaffeggiati sotto sorveglianza dai servizi di sicurezza.
Fase 3: Le proprietà dei condannati e degli sfollati devono essere nazionalizzate
Terza fase, che è ridicolmente chiamata 'Back to Normal', dice che a tutti i rifugiati "dalla zona di guerra" si dovrebbe quindi dare il permesso di tornare a casa. Questo presumerebbe in primo luogo che abbiano una casa dove tornare e in secondo luogo che abbiano voglia di tornare a casa in una regione ormai così divisa tra l'etnia ucraina e russa.
Tuttavia gli uomini di età compresa tra 18-60 saranno "controllati" in campi di internamento, mentre la proprietà dei condannati e dei residenti sfollati delle regioni di Donetsk e Lugansk devono essere nazionalizzate.
Il memorandum conclude che la zona dell'operazione punitiva deve essere dichiarata "off limits" per i media stranieri.
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