http://www.resistenze.org/sito/os/mp/osmpem17-015381.htm
www.resistenze.org - osservatorio - mondo - politica e società - 17-11-14 - n. 520
MA | solidarite-internationale-pcf.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
14/11/2014
Indignazione selettiva, comprensione troncata. Mentre lo stato islamico decapita a tutto spiano illegalmente, lo Stato Saudita, suo dispensatore di ordini, decapita legalmente nel silenzio assordante dell'Occidente. Perché l'Arabia Saudita è un alleato degli Stati Uniti.
Le associazioni per la difesa dei diritti umani hanno denunciato un aumento delle condanne a morte in Arabia Saudita. Il metodo utilizzato, la decapitazione con la spada, è imbarazzante, quando si tenta di suscitare l'indignazione per i fatti in Iraq. Da gennaio a ottobre 2014, sono stati già giustiziati per decapitazione 59 imputati condannati a morte, contro i 69 dell'anno scorso, secondo Human Rights Watch.
Già ad agosto era chiara l'accelerazione del numero di esecuzioni, con un ritmo di oltre una decapitazione al giorno (19 appunto) durante le prime due settimane del mese.
Tradizione locale, direbbero alcuni commentatori cinici e disonesti, metodo umano tanto quanto l'iniezione letale degli Stati Uniti, sostengono le autorità saudite.
Le ragioni che determinano la pena di morte sono agghiaccianti: adulterio, apostasia, bestemmia, rapina, fornicazione, traffico di droga, sodomia, idolatria, ribellione, comportamento sessuale immorale, stregoneria, furto, tradimento, comportamento irreligioso.
Questa interpretazione molto rigorosa della Sharia - di cui alcuni nostri intellettuali e politici, hanno elogiato la reintroduzione in Libia - lascia libero lo Stato saudita di inviare al patibolo chi ritenga opportuno, in una parodia della giustizia.
La lista assurda dei casi concreti è lunga. Uno è eclatante. Il 18 agosto, quattro sauditi sono stati decapitati nel sud-ovest del paese. Il loro crimine: traffico di hashish in Arabia Saudita. In tutti nell'anno, sono stati decapitati 22 uomini per "traffico di droga", un termine che comprende realtà molto diverse.
Il 5 agosto, un altro uomo - secondo la Saudi Gazette - è stato decapitato per "sospetto della pratica di stregoneria". Il Medioevo nel XXI secolo.
I nostri mezzi di comunicazione, rapidi a indignarsi per la Siria, l'Iraq e il Mali, restano in silenzio. I paesi più oscurantisti del mondo che ancora legittimano la schiavitù, praticano la disuguaglianza di genere nel diritto, l'intolleranza religiosa, incontrano la compiacenza straniera.
L'Arabia Saudita è da 70 anni, alleato privilegiato - con Israele - degli Stati Uniti nella regione. Uno stato che non ha mai minacciato Israele, ha sempre agito per rompere il nazionalismo arabo, finanziato il terrorismo fondamentalista, in collusione con gli Stati Uniti.
Quelli che si chiedono da chi abbiano appreso gli jihadisti i metodi barbari che praticano, tra cui la decapitazione, dovrebbero guardare all'Arabia Saudita.
Per quanto tempo ancora dobbiamo accettare l'inaccettabile? Per quanto tempo dobbiamo ancora sostenere questa ipocrisia occidentale? Quanto tempo prima che i popoli arabi riprendano in mano il loro destino, lontano da qualsiasi interferenza occidentale?
L'Arabia Saudita ha decapitato 59 persone dall'inizio dell'anno, di cui quattro per traffico di hashish. Chi ne parla?
MA | solidarite-internationale-pcf.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
14/11/2014
Indignazione selettiva, comprensione troncata. Mentre lo stato islamico decapita a tutto spiano illegalmente, lo Stato Saudita, suo dispensatore di ordini, decapita legalmente nel silenzio assordante dell'Occidente. Perché l'Arabia Saudita è un alleato degli Stati Uniti.
Le associazioni per la difesa dei diritti umani hanno denunciato un aumento delle condanne a morte in Arabia Saudita. Il metodo utilizzato, la decapitazione con la spada, è imbarazzante, quando si tenta di suscitare l'indignazione per i fatti in Iraq. Da gennaio a ottobre 2014, sono stati già giustiziati per decapitazione 59 imputati condannati a morte, contro i 69 dell'anno scorso, secondo Human Rights Watch.
Già ad agosto era chiara l'accelerazione del numero di esecuzioni, con un ritmo di oltre una decapitazione al giorno (19 appunto) durante le prime due settimane del mese.
Tradizione locale, direbbero alcuni commentatori cinici e disonesti, metodo umano tanto quanto l'iniezione letale degli Stati Uniti, sostengono le autorità saudite.
Le ragioni che determinano la pena di morte sono agghiaccianti: adulterio, apostasia, bestemmia, rapina, fornicazione, traffico di droga, sodomia, idolatria, ribellione, comportamento sessuale immorale, stregoneria, furto, tradimento, comportamento irreligioso.
Questa interpretazione molto rigorosa della Sharia - di cui alcuni nostri intellettuali e politici, hanno elogiato la reintroduzione in Libia - lascia libero lo Stato saudita di inviare al patibolo chi ritenga opportuno, in una parodia della giustizia.
La lista assurda dei casi concreti è lunga. Uno è eclatante. Il 18 agosto, quattro sauditi sono stati decapitati nel sud-ovest del paese. Il loro crimine: traffico di hashish in Arabia Saudita. In tutti nell'anno, sono stati decapitati 22 uomini per "traffico di droga", un termine che comprende realtà molto diverse.
Il 5 agosto, un altro uomo - secondo la Saudi Gazette - è stato decapitato per "sospetto della pratica di stregoneria". Il Medioevo nel XXI secolo.
I nostri mezzi di comunicazione, rapidi a indignarsi per la Siria, l'Iraq e il Mali, restano in silenzio. I paesi più oscurantisti del mondo che ancora legittimano la schiavitù, praticano la disuguaglianza di genere nel diritto, l'intolleranza religiosa, incontrano la compiacenza straniera.
L'Arabia Saudita è da 70 anni, alleato privilegiato - con Israele - degli Stati Uniti nella regione. Uno stato che non ha mai minacciato Israele, ha sempre agito per rompere il nazionalismo arabo, finanziato il terrorismo fondamentalista, in collusione con gli Stati Uniti.
Quelli che si chiedono da chi abbiano appreso gli jihadisti i metodi barbari che praticano, tra cui la decapitazione, dovrebbero guardare all'Arabia Saudita.
Per quanto tempo ancora dobbiamo accettare l'inaccettabile? Per quanto tempo dobbiamo ancora sostenere questa ipocrisia occidentale? Quanto tempo prima che i popoli arabi riprendano in mano il loro destino, lontano da qualsiasi interferenza occidentale?
Inizio messaggio inoltrato:
Da: jugocoord <jugocoord @...>Oggetto: [JUGOINFO] Non-notizie / 4Data: 20 agosto 2014 09:52:10 CEST
I TAGLIATORI DI TESTEDecapitare il nemico è di gran moda. L'antica tradizione è stata ripresa nella nostra epoca dai musulmani in Bosnia (1) e poi dall'UCK, cioè le truppe di terra della NATO in Kosovo (2), e da allora è stato un "boom": dalla Libia alla Siria, gli alleati dell'Occidente tagliano sempre volentieri la testa ai miscredenti. In realtà, c'è un paese nostro alleato che non aveva mai smesso: si tratta della Arabia Saudita, dove all'ultima tornata sono cadute ben 4 teste contemporaneamente (3). Ovviamente, NON è una notizia da dare su RAINEWS.(1) Mujahedeens with the decapitated heads of Bosnian Serb soldiers Blagoje Blagojevic, Brana Duric, and Nenad Petkovic in Crni Vrh near Teslic(2) Decani: Sadik e Valon Quflaj con le teste di Bojan Cvetkovic e Aleksandar Njegovic(3) Outrage as Saudi Arabia beheads four men in execution (RT, August 19, 2014)