(francais / italiano)
Il Capodanno dell’Italia nella NATO
1) M. Dinucci: 2014 buon anno per la Nato
2) L. Mazzeo: Caccia italiani nel Baltico per operazioni Nato anti-Russia / Des avions de chasse italiens en Baltique pour les opérations antirusses de l'OTAN
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da Il manifesto del 30 dicembre 2014
www.ilmanifesto.it
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L'arte della guerra
2014 buon anno per la Nato
di Manlio Dinucci
Il 2014, per Washington e la sua Alleanza transatlantica, rischiava di essere un anno nero soprattutto in due scenari: una Europa senza guerre dove, nonostante l’allargamento della Nato ad est, si stavano rafforzando i rapporti economici e politici tra Ue e Russia e quasi tutti gli alleati erano restii ad aumentare la spesa militare al livello richiesto dal Pentagono; un Medio Oriente dove stava fallendo la guerra Usa/Nato in Siria e l’Iraq si stava distanziando dagli Usa avvicinandosi a Cina e Russia, la cui alleanza è sempre più temuta dalla Casa Bianca.
Si avvertiva a Washington, sempre più pressante, l’esigenza di trovare una «nuova missione» per la Nato. Che puntualmente è stata trovata. Il putsch di piazza Maidan, a lungo preparato addestrando anche forze neonaziste ucraine, ha riportato l’Europa a una situazione analoga a quella della guerra fredda, provocando un nuovo confronto con la Russia. L’offensiva dell’Isis, a lungo preparata finanziando e armando gruppi islamici (alcuni dei quali prima definiti terroristi) fin dalla guerra contro la Jugoslavia e quella contro la Libia, ha permesso alle forze Usa/Nato di intervenire in Medio Oriente per demolire non l’Isis ma la Siria e per rioccupare l’Iraq.
La «nuova missione» Nato è stata ufficializzata dal Summit di settembre nel Galles, varando il «Readiness Action Plan» il cui scopo ufficiale è quello di «rispondere rapidamente e fermamente alle nuove sfide alla sicurezza», attribuite alla «aggressione militare della Russia contro l’Ucraina» e alla «crescita dell’estremismo e della conflittualità settaria in Medio Oriente e Nord Africa». Il Piano viene definito dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, «il più grosso rafforzamento della nostra difesa collettiva dalla fine della guerra fredda».
Come inizio, in appena tre mesi la Nato ha quadruplicato i cacciabombardieri, a duplice capacità convenzionale e nucleare, schierati nella regione baltica (un tempo parte dell’Urss); ha inviato aerei radar Awacs sull’Europa orientale e accresciuto il numero di navi da guerra nel Mar Baltico, Mar Nero e Mediterraneo; ha dispiegato in Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania forze terrestri statunitensi (comprese unità corazzate pesanti), britanniche e tedesche; ha intensificato le esercitazioni congiunte in Polonia e nei paesi baltici, portandole nel corso dell’anno a oltre 200.
Sempre in base al «Readiness Action Plan», è stato avviato il potenziamento della «Forza di risposta della Nato» costituendo «pacchetti» di unità terrestri, aeree e navali in grado di essere proiettate rapidamente in Europa orientale, Medio Oriente, Asia centrale (compreso l’Afghanistan dove la Nato resta con le sue forze speciali), Africa e altre regioni. In tale quadro sarà formata una nuova «Task force congiunta ad altissima prontezza», capace di essere «dispiegata in pochi giorni, in particolare alla periferia del territorio Nato».
Contemporaneamente è stato aperto a Riga (Lettonia) il «Centro di eccellenza di comunicazioni strategiche Nato», incaricato di condurre la nuova guerra fredda contro la Russia con vari strumenti, tra cui «operazioni informative e psicologiche». Secondo l’accordo firmato il 1° luglio presso il Comando alleato per la trasformazione (Norfolk, Virginia), fa parte del Centro di eccellenza per la nuova guerra fredda anche l’Italia, con Gran Bretagna, Germania, Polonia e le tre repubbliche baltiche.
In tal modo l’Italia e la Ue contribuiscono ad aprire la «nuova era di dialogo con Mosca» annunciata da Federica Mogherini, alto rappresentante per la politica estera della Ue.
Manlio Dinucci
2014 buon anno per la Nato
di Manlio Dinucci
Il 2014, per Washington e la sua Alleanza transatlantica, rischiava di essere un anno nero soprattutto in due scenari: una Europa senza guerre dove, nonostante l’allargamento della Nato ad est, si stavano rafforzando i rapporti economici e politici tra Ue e Russia e quasi tutti gli alleati erano restii ad aumentare la spesa militare al livello richiesto dal Pentagono; un Medio Oriente dove stava fallendo la guerra Usa/Nato in Siria e l’Iraq si stava distanziando dagli Usa avvicinandosi a Cina e Russia, la cui alleanza è sempre più temuta dalla Casa Bianca.
Si avvertiva a Washington, sempre più pressante, l’esigenza di trovare una «nuova missione» per la Nato. Che puntualmente è stata trovata. Il putsch di piazza Maidan, a lungo preparato addestrando anche forze neonaziste ucraine, ha riportato l’Europa a una situazione analoga a quella della guerra fredda, provocando un nuovo confronto con la Russia. L’offensiva dell’Isis, a lungo preparata finanziando e armando gruppi islamici (alcuni dei quali prima definiti terroristi) fin dalla guerra contro la Jugoslavia e quella contro la Libia, ha permesso alle forze Usa/Nato di intervenire in Medio Oriente per demolire non l’Isis ma la Siria e per rioccupare l’Iraq.
La «nuova missione» Nato è stata ufficializzata dal Summit di settembre nel Galles, varando il «Readiness Action Plan» il cui scopo ufficiale è quello di «rispondere rapidamente e fermamente alle nuove sfide alla sicurezza», attribuite alla «aggressione militare della Russia contro l’Ucraina» e alla «crescita dell’estremismo e della conflittualità settaria in Medio Oriente e Nord Africa». Il Piano viene definito dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, «il più grosso rafforzamento della nostra difesa collettiva dalla fine della guerra fredda».
Come inizio, in appena tre mesi la Nato ha quadruplicato i cacciabombardieri, a duplice capacità convenzionale e nucleare, schierati nella regione baltica (un tempo parte dell’Urss); ha inviato aerei radar Awacs sull’Europa orientale e accresciuto il numero di navi da guerra nel Mar Baltico, Mar Nero e Mediterraneo; ha dispiegato in Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania forze terrestri statunitensi (comprese unità corazzate pesanti), britanniche e tedesche; ha intensificato le esercitazioni congiunte in Polonia e nei paesi baltici, portandole nel corso dell’anno a oltre 200.
Sempre in base al «Readiness Action Plan», è stato avviato il potenziamento della «Forza di risposta della Nato» costituendo «pacchetti» di unità terrestri, aeree e navali in grado di essere proiettate rapidamente in Europa orientale, Medio Oriente, Asia centrale (compreso l’Afghanistan dove la Nato resta con le sue forze speciali), Africa e altre regioni. In tale quadro sarà formata una nuova «Task force congiunta ad altissima prontezza», capace di essere «dispiegata in pochi giorni, in particolare alla periferia del territorio Nato».
Contemporaneamente è stato aperto a Riga (Lettonia) il «Centro di eccellenza di comunicazioni strategiche Nato», incaricato di condurre la nuova guerra fredda contro la Russia con vari strumenti, tra cui «operazioni informative e psicologiche». Secondo l’accordo firmato il 1° luglio presso il Comando alleato per la trasformazione (Norfolk, Virginia), fa parte del Centro di eccellenza per la nuova guerra fredda anche l’Italia, con Gran Bretagna, Germania, Polonia e le tre repubbliche baltiche.
In tal modo l’Italia e la Ue contribuiscono ad aprire la «nuova era di dialogo con Mosca» annunciata da Federica Mogherini, alto rappresentante per la politica estera della Ue.
Manlio Dinucci
Fonte
Il Manifesto (Italia)
Il Manifesto (Italia)
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Caccia italiani nel Baltico per operazioni Nato anti-Russia
di Antonio Mazzeo, 31 Dicembre 2014
Il 27 dicembre quattro caccia multiruolo Eurofighter “Typhoon” dell’Aeronautica militare italiana sono giunti nella base lituana di Siauliai per partecipare alla Baltic Air Patrol (BAP), l’operazione Nato di “pattugliamento” e “vigilanza” dei cieli del Baltico e di “difesa” aerea di Estonia, Lettonia e Lituania, partner orientali dell’Alleanza atlantica. I caccia, gli equipaggi e il personale impegnati nella missione che durerà sino all’aprile 2015 provengono dal 4° Stormo dell’Aeronautica di Grosseto, dal 36° Stormo di Gioia del Colle (Bari) e dal 37° Stormo di Trapani-Birgi.
L’Italia assumerà il comando della BAP con i “Typhoon” a partire dal 1° gennaio 2015. Alla missione Nato parteciperanno anche quattro caccia Mig-29 delle forme armate polacche schierati anch’essi a Siauliai, quattro “Typhoon” spagnoli di base nell’aeroporto militare di Amari (Estonia), quattro cacciabombardieri belgi F-16 a Malbork (Polonia) e altri quattro velivoli d’attacco britannici attesi nel Baltico a gennaio. I caccia sostituiranno i 16 velivoli che erano stati assegnati sino ad oggi dal Comando Nato alla Baltic Air Patrol (caccia “Eurofighter” tedeschi, F-18 canadesi, F-16 olandesi e portoghesi).
L’Eurofigter “Typhoon” in dotazione all’Aeronautica italiana è un caccia di ultima generazione con ruolo primario di “superiorità aerea” e intercettore. Con una lunghezza di 16 metri e un’apertura alare di 11, il guerriero europeo può raggiungere la velocità massima di 2 mach (2.456 Km/h) e un’autonomia di volo di 3.700 km. Il velivolo è armato di micidiali strumenti bellici: cannoni Mauser da 27 mm; bombe a caduta libera Paveway e Mk 82, 83 e 84 da 500 a 2.000 libbre e a guida GPS JDAM; missili aria-aria, aria-superficie e antinave a guida radar e infrarossa. Con tutta probabilità, il ciclo operativo nei cieli del Baltico consentirà ai caccia italiani di testare sul campo pure il nuovo missile da crociera MBDA “Storm Shadow”, con oltre 500 chilometri di raggio d’azione, la cui integrazione come sistema d’arma del “Typhoon” è stata avviata nei mesi scorsi da Alenia-Aermacchi (Finmeccanica) nel poligono di Salto di Quirra, in Sardegna. Gli “Storm Shadow” erano stati impiegati finora solo dai cacciabombardieri “Tornado” nelle operazioni di guerra in Iraq e in Libia 2011.
La Nato garantisce le attività di “sicurezza” dei cieli delle Repubbliche baltiche dall’aprile 2004, sulla base di un accordo collettivo firmato con i governi di Estonia, Lettonia e Lituania. Nel 2010 Bruxelles ha deciso di prorogare le missioni di pattugliamento aereo sino alla fine del 2014, ma le Repubbliche baltiche hanno ottenuto un’ulteriore estensione della BAP sino al dicembre 2018, con la speranza tuttavia che essa ottenga alla fine lo status di “missione permanente della Nato”.
Ad oggi, solo 14 paesi dell’Alleanza Atlantica hanno partecipato alla Baltic Air Patrol. Con l’arrivo dei caccia di Spagna e Italia per il 37° ciclo operativo 2015, il numero degli alleati Nato raggiunge quota 16, a cui si aggiungerà presto pure l’Ungheria con i cacciabombardieri Saab “Gripen”. La grave crisi in Ucraina e l’allarme causato dalla presunta escalation delle attività dei caccia russi sul Mar Baltico, ha convinto Bruxelles a potenziare progressivamente il numero dei velivoli coinvolti nel pattugliamento del fronte orientale dell’Alleanza: dal maggio 2014 i caccia assegnati a BAP sono aumentati da quattro a sedici, mentre sempre a Siauliai sono stati trasferiti anche sei caccia F-15 ed un aerocisterna KC-135 dell’US Air Force.
La partecipazione dell’Aeronautica militare italiana alla Baltic Air Patrol era stata preparata da una missione ispettiva a Kaunas (Lituania) - luglio 2013 - di una delegazione guidata dal Capo del 3° Reparto dello Stato maggiore, gen. Gianni Candotti. I militari italiani si recarono successivamente nelle basi aeree di Siauliai ed Amari, per concordare con le aeronautiche di Lituania ed Estonia l’organizzazione nel 2014 di un mini deployment addestrativo con velivoli Eurofigther “per testare la risposta del sistema d’arma ai climi freddi”. Il tour italiano nel Baltico servì pure a rafforzare la partnership nel settore industriale-militare. Alla Lithuanian Air Force, tra il 2006 al 2008, Alenia Aeronautica (Finmeccanica) aveva consegnato tre velivoli da trasporto tattico C27J “Spartan”. “Il Comandante dell’Aeronautica lituana, gen. Edvardas Mazeikis, ha espresso il proprio apprezzamento per le capacità conseguite con questi velivoli di produzione italiana”, riportò una nota del Ministero della difesa, a conclusione della missione ispettiva nel Baltico. “Proprio tale capacità offre un’importante possibilità di concreta cooperazione, nell’immediato, nel settore dell’addestramento dei piloti lituani presso il National Training Center di Pisa ed, in prospettiva, per la condivisione di esperienze operative e manutentive”. Nell’autunno del 2012, un’altra azienda del gruppo Finmeccanica, Selex Sistemi Integrati, aveva fornito il sistema di gestione del combattimento (CMS) “Athena” e le centrali di tiro “Medusa” MK4/B per i nuovi pattugliatori della classe “Flyvefisken” della Marina militare lituana.
Con la partecipazione alla Baltic Air Patrol, l’Aeronautica militare vede crescere ulteriormente il proprio ruolo a livello internazionale. Attualmente i caccia italiani sono impegnati pure nel pattugliamento dei cieli dell’Islanda (a rotazione con altri partner Nato), della Slovenia e dell’Albania. Si tratta di un impegno finanziario assai oneroso che nessun partner europeo della Nato ha finora voluto assumersi. L’Aeronautica è impegnata pure nelle operazioni di guerra contro l’Isis, grazie a un velivolo per il rifornimento in volo KC-767, due aerei senza pilota “Predator A” e quattro cacciabombardieri “Tornado”, schierati in Kuwait e Iraq. Da Gibuti, in Corno d’Africa, decollano quotidianamente due droni “Predator” del 32° Stormo di Amendola (Foggia), contribuendo alle operazioni Ue e Nato contro la pirateria e di quelle delle forze armate somale contro le milizie islamico radicali Al Shabab.
mercredi 31 décembre 2014
Des avions de chasse italiens en Baltique pour les opérations antirusses de l'OTAN
par Antonio Mazzeo, 31/12/2014
Traduit par Fausto Giudice, Tlaxcala
Traduit par Fausto Giudice, Tlaxcala
Le 27 décembre, quatre chasseurs multi-rôles Eurofighter "Typhoon" italiens ont atterri à la base de Siauliai en Lituanie pour participer à la Baltic Air Patrol(Patrouille aérienne baltique, BAP), l'opération de l'OTAN de «patrouille» et «surveillance» du ciel de la Baltique et de «défense» aérienne de l'Estonie, la Lettonie et la Lituanie, partenaires orientaux de l'Alliance atlantique. Les chasseurs, les équipages et le personnel impliqués dans la mission qui durera jusqu'en avril 2015 viennent du 4ème Escadron de Grosseto, du 36ème Escadron de Gioia del Colle (Bari) et du 37ème Escadron de Trapani.
L'Italie assumera le commandement de la BAP avec les «Typhoon» à partir du 1er janvier 2015.Quatre MIG-29 de l'armée polonaise, également déployé à Siauliai, quatre "Typhoon" espagnolsbasés à l'aéroport militaire d' Amari (Estonie), quatre chasseurs-bombardiers F-16 belges à Malbork(Pologne) et quatre autres appareils britanniques, attendus en janvier, participent également à la mission de l'OTAN. Ils remplaceront les 16 avions assignés par le commandement de l'OTAN à la BAP ("Eurofighter" allemands, F-18 canadiens, F-16 néerlandais et portugais).
L' Eurofighter "Typhoon" italien est un chasseur de dernière génération ayant comme premier rôle la «supériorité aérienne» et l'interception. Avec une longueur de 16 mètres et une envergure de 11, le guerrier européen peut atteindre une vitesse maximale de Mach 2 (2456 kilomètres/heure) et une autonomie de vol de 3700 km. L'avion est armé avec d' armes meurtrières: canons Mauser de 27mm, bombes à chute libre Paveway et Mk 82, 83 et 84 de 500 à 2000 livres et JDAM à guidage GPS, missiles air-air, air-surface et anti-navires guidés par radar et infrarouge. Selon toute probabilité, le cycle d'opérations dans le ciel de la Baltique permettra aux chasseurs italiens de tester sur le terrain aussi le nouveau missile de croisière MBDA "Storm Shadow", avec plus de 500 km de rayon d'action, dont l'intégration comme système d'armement des «Typhoon» a été mise en route ces derniers mois par Alenia Aermacchi (Finmeccanica) dans le polygone de Salto di Quirra, en Sardaigne. Les "Storm Shadow" avaient été utilisés jusqu'à présent seulement par des chasseurs-bombardiers "Tornado" dans les opérations de la guerre en Irak et en Libye en 2011.
L'OTAN garantit les activités de «sécurité» aérienne dans les États baltes depuis avril 2004, sur la base d'une convention collective signée avec les gouvernements de l'Estonie, la Lettonie et la Lituanie. En 2010, Bruxelles a décidé de prolonger les missions de reconnaissance aérienne jusqu'à la fin de 2014, mais les États baltes ont obtenu une nouvelle prolongation de la BAP jusqu'en décembre 2018, avec l'espoir, cependant, que celle-ci finira par obtenir le statut de "mission permanente de l'OTAN ".
À ce jour, seuls 14 pays de l'Alliance atlantique ont participé à la BAP. Avec l'arrivée de chasseurs espagnols et italiens pour le 37ème cycle d'opérations en 2015, le nombre d'alliés de l'OTAN atteint16, auxquels s'ajoutera bientôt la Hongrie avec les chasseurs-bombardiers Saab "Gripen". La crise en Ukraine et l'alarme causée par l'escalade alléguée des activités de la chasse russe sur la mer Baltique, a convaincu Bruxelles d' augmenter progressivement le nombre d'avions impliqués dans les patrouilles de la façade orientale de l'Alliance: depuis mai 2014 le nombre de chasseurs affectés à laBAP est passé de quatre à seize, tandis que six F-15 et un ravitailleur KC-135 de la Force aérienne US ont été aussi trasférés à Siauliai.
La participation italienne à la Patrouille aérienne Baltique avait été préparée par une mission d'inspection à Kaunas (Lituanie) – en juillet 2013 – d'une délégation conduite par le chef du 3ème Département de l'État-major de l'Armée de l'air, le général Gianni Candotti. Les militaires italiens se sont rendus successivement dans les bases aériennes de Siauliai et d'Amari, pour concorder avec les forces aériennes de Lituanie et d'Estonie l'organisation en 2014 d'un mini-déploiement d'entraînement avec des Eurofighters "pour tester la réponse du système d'armement aux climats froids". La tournée italienne dans la Baltique a également servi à renforcer le partenariat dans le secteur militaro-industriel. Alenia Aeronautica (Finmeccanica) avait livré aux forces aériennes lituaniennes, entre 2006 et 2008, trois avions de transport tactique C-27J "Spartan". "Le commandant de l'Aviation lituanienne, le général Edvardas Mazeikis, a exprimé sa gratitude pour les capacité obtenues avec ces avions de fabrication italienne", rapportaitune note du ministère de la Défense italien, à l'issue de la mission d'inspection dans la mer Baltique. "Ce sont justement ces capacités qui offrent une occasion importante de coopération concrète, dans l'immédiat, dans le domaine de la formation de pilotes lituaniens au Centre national de formation de Pise et, à long terme, pour le partage d'expériences opérationnelles et d'entretien". À l'automne 2012, une autresociété du groupe Finmeccanica, Selex Sistemi Integrati, avait fourni le système de gestion decombat (CMS) "Athena" et les centrales de tir "Medusa" MK4 / B pour les nouveaux patrouilleursde la classe "Flyvefisken" de la Marine lituanienne.
En participant à la Patrouille aérienne baltique, les forces aériennes italiennes voient croître encoreleur rôle à l'échelle internationale. Actuellement les chasseurs italiens sont aussi engagés dans des patrouilles aériennes au-dessus de l'Islande (en rotation avec d'autres partenaires de l'OTAN), de la Slovénie et de l'Albanie. C'est un engagement financier assez coûteux qu'aucun partenaire européen de l'OTAN n'a voulu prendre jusqu'ici. L'aviation italienne est également engagée dans lesopérations de guerre contre Daesh, avec un avion de ravitaillement en vol KC-767, deux drones"Predator A" et quatre chasseurs-bombardiers "Tornado", déployés au Koweït et en Irak. DeDjibouti, dans la Corne de l'Afrique, deux drones décollent "Predator" du 32ème Escadrond'Amendola (Foggia) décollent quotidiennement, contribuant aux opérations de l'UE et de l'OTANcontre la piraterie et à celles des forces armées somaliennes contre la milice islamique radicale des Chabab.