Contribuisci anche tu a infiammare la guerra in Siria!
Al TG3 delle 14:20 di oggi è stato dato ampio spazio (alcuni minuti) all'allestimento della mostra fotografica sulle presunte torture compiute nelle prigioni siriane.
Lo foto, che sarebbero state scattate da un aguzzino, nome in codice CAESAR, poi pentitosi e provvidenzialmente riuscito a emigrare in Occidente con tutto il materiale, sono infatti esposte con grande risalto al MAXXI di Roma, nell'ambito della operazione di guerra psicologica organizzata dai paesi NATO per demonizzare, aggredire militarmente e squartare la Siria - anche a costo di entrare in urto con la Russia, anzi come suol dirsi "due piccioni con una fava" per i guerrafondai nostrani.
La sfacciata campagna di disinformazione strategica, analoga a tante altre che abbiamo subito come pecore – dalla strage di Račak alle armi di distruzione di massa irachene, dalle fosse comuni sulle spiagge libiche ai morti di Timisoara – è apertamente avallata anche da "Un ponte per...":
In merito alla totale falsità delle attribuzioni delle foto esposte al MAXXI si vedano:
Report sulla attendibilità delle “Foto di Caesar”
La bufala di “Caesar” in mostra al Senato? (di Francesco Santoianni, 14.3.2016)
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=3174
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=3174
Ha scritto Manlio Dinucci (su Il Manifesto del 27 settembre 2016):
... sarà presentata a Roma agli inizi di ottobre, per iniziativa di varie organizzazioni «umanitarie», una mostra fotografica finanziata dalla monarchia assoluta del Qatar e già esposta all’Onu e al Museo dell’olocausto a Washington per iniziativa di Usa, Arabia Saudita e Turchia: essa contiene parte delle 55mila foto che un misterioso disertore siriano, nome in codice Caesar, dice di aver scattato per incarico del governo di Damasco allo scopo di documentare le torture e le uccisioni dei prigioneri, ossia i propri crimini ...
Chiunque fosse interessato a dare il suo contributo per aggravare la guerra in Siria e lo stato di tensione tra paesi NATO e Russia è cordialmente invitato al MAXXI di Roma entro il 9 ottobre.
(a cura di Italo Slavo)