A 73 anni dalla strage di Pozza, Umito e Pito

1) Pozza di Acquasanta Terme (AP), 13 marzo 2017: Commemorazione nell'Anniversario della strage
2) Sulla strage nazifascista di Pozza, Umito e Pito


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Inizio messaggio inoltrato:

Da: Partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana <partigiani7maggio @ tiscali.it>
Oggetto: A 73 anni dalla strage di Pozza
Data: 7 marzo 2017 22:10:44 CET

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Lunedì 13 marzo 2017 si tiene a Pozza di Acquasanta Terme (AP) la commemorazione del 73.mo Anniversario delle stragi nazifasciste di Pozza, Umito e Pito – 11 marzo 1944 – in cui caddero 15 jugoslavi, 11 italiani tra cui una donna e una bambina, due greco-ciprioti, due inglesi, uno statunitense. Altri antifascisti jugoslavi furono uccisi nelle vicine frazioni di Collefrattale e Arola. 
Partecipare alla commemorazione quest'anno, dopo gli eventi sismici e metereologici che hanno sconvolto quelle zone, rappresenta tra l'altro un atto di solidarietà e vicinanza per comunità che molti anni fa hanno fornito generosa accoglienza a chi ne aveva bisogno, pagando per questo un prezzo assai caro.
11 MARZO 1944 – 11 MARZO 2017
La S.V. è invitata a partecipare alla Cerimonia Commemorativa dei fatti partigiani dell'11/03/1944 di Pozza ed Umito, che si svolgerà  POZZA presso il Cimitero Internazionale Partigiano.

LUNEDÌ 13 MARZO 2017

In ricordo di quanti caddero combattendo per la difesa dei supremi valori di libertà, democrazia e giustizia e perché il sacrificio di molti sia esempio di vita per tutti, si terrà presso il Sacrario di Pozza di Acquasanta Terme (AP) una cerimonia commemorativa dei fatti partigiani dell'11/3/1944.

PROGRAMMA

ORE 10:00 CIMITERO PARTIGIANO
Raduno delle Autorità e dei cittadini
ORE 10:30 Deposizione delle corone di Alloro ed onori ai caduti. Interventi degli alunni dell'ISC di Acquasanta Terme. Orazioni ufficiali.
ORE 11:30 SANTA MESSA

Il Sindaco di Acquasanta T. 
Sante Stangoni
Il Presidente della Provincia
Paolo D'Erasmo
Il Presidente ANPI sez. Acquasanta T.
Giuseppe Tosti
Il Presidente ANPI Comitato Provinciale
Pietro Perini
Sulla strage di Pozza, Pito e Umito si veda la scheda nell'Atlante delle stragi nazifasciste in Italia

Sul Cimitero internazionale partigiano di Pozza (Acquasanta Terme AP) si veda la sezione dedicata sul nostro sito

Una lapide è collocata nel muro di cinta dello stesso Cimitero:
 
Trovammo qui
Fede, madre, pane, fucili.
I morti lo sanno.
I vivi non dimenticheranno.

Fiumi di sangue 
divisero due Popoli.
Li unisce oggi
il sacrificio
dei Compagni migliori

Compagno,
quando vedrai piangere mia madre,
dille di non piangere.
Non sono solo.
Giace con me
un Compagno jugoslavo.
Nessuno ardisca gettare fango
sul sangue versato
nella lotta comune
=== * ===  I PARTIGIANI JUGOSLAVI NELLA RESISTENZA ITALIANA Storie e memorie di una vicenda ignorata   Roma, Odradek, 2011 pp.348 - euro 23,00   Per informazioni sul libro si vedano: Il sito internet: http://www.partigianijugoslavi.it La scheda del libro sul sito di Odradek: http://www.odradek.it/Schedelibri/partigianijugoslavi.html La pagina Facebook: http://www.facebook.com/partigianijugoslavi.it   Ordina il libro: http://www.odradek.it/html/ordinazione.html   === * ===

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Sulla strage nazifascista di Pozza, Umito e Pito

Quanto segue è tratto da: I PARTIGIANI JUGOSLAVI NELLA RESISTENZA ITALIANA (Odradek 2011), Cap.4, pp.125ss.
Per le FOTOGRAFIE si veda al link diretto: https://www.cnj.it/PARTIGIANI/JUGOSLAVI_IN_ITALIA/cap4.htm#iii_ext_pozza


Appena trascorsa la mezzanotte del 10 marzo un nutrito gruppo di tedeschi, accompagnati e guidati da elementi fascisti della provincia e del comune di Acquasanta, stabilì di salire verso le frazioni di Pozza, di Pito e di Umito. La loro intenzione era quella di accerchiare il gruppo di partigiani di Umito e di Pozza ponendosi in tre posizioni diverse e cogliendo la popolazione nel sonno... Non pochi dovevano essere gli “accompagnatori” del luogo, conoscitori dei sentieri, dei viottoli e delle scorciatoie... Evidentemente per i tedeschi non era stato difficile avere la collaborazione di abitanti del comune di Acquasanta e dello stesso maresciallo Melchiori, che conoscevano tutta la difficile zona della valle del Garrafo, come le proprie tasche. Appena fu l’alba la diabolica trappola scattò per Pozza. ((Di Domenico 2001, pp.63-64.))

Il massacro di Pozza, Umito, Pito e dintorni coinvolse numerose persone di nazionalità diversa, di diversa età e compiti o coscienza antifascista, uomini e donne, addirittura una bimba di un anno. Durante la risalita della valle da parte dei nazifascisti, la mattina dell’11 marzo, alcuni abitanti furono presi prigionieri a Pozza. Durante la risalita della valle da parte dei nazifascisti, la mattina dell’11 marzo, alcuni abitanti furono presi prigionieri a Pozza. Il primo ad essere ucciso, crudelmente nonostante implorasse pietà, con cinque colpi di pistola direttamente dal Melchiori in divisa da SS, fu il giovane Emidio Collina [...] Una sventagliata di mitra invece si portò via Serafino Cesari, Pietro Patulli e Mariano Castelli, allineati al bordo della strada. Molti altri avrebbero potuto essere i caduti a Pozza se non fosse giunta voce che più su, a Umito, i partigiani stavano reagendo. [...] Era scoppiato l’inferno. Vistisi circondati, i partigiani avevano aperto il fuoco contro i tedeschi: alcuni combattenti furono uccisi mentre lottavano, tra questi Gregorio Schiavi e alcuni montenegrini che furono colpiti mentre uscivano dalle finestre per raggiungere altre posizioni. Martina Cristanziani fu abbattuta dai tedeschi dinanzi al suo bambino; la piccolissima Anna Sparapani perì nelle fiamme della sua casa, incendiata dai nazifascisti; altri caddero benché disarmati e persino estranei ai fatti bellici. La battaglia ebbe termine verso mezzogiorno, quando si contavano più di 30 morti, tra cui alcuni tedeschi che furono cremati sul posto. Altri militari saccheggiarono i viveri dalle case per poi appiccare il fuoco.  [...] 

Drago fu testimone indiretto di quegli avvenimenti. Quell’11 marzo si dirigeva nella direzione opposta, verso Pietralta, in base al piano di autodifesa che avevano elaborato con il suo gruppo.

Passai vicino al ruscello di Morrice, correndo per arrivare quanto prima a Pietralta. Siccome stavo correndo fui individuato dalla direzione di San Giovanni e Ferone, e cominciarono a spararmi con i fucili. Sentivo i proiettili accanto, perciò saltellavo sull’altipiano muovendomi come fossi sul campo di battaglia. [...] Arrivai dove inizia il cimitero di Morrice, il contadino con la famiglia era dall’altra parte. Si fermò un momento e gridò verso di me: Scappa, torna indietro, ci sono i tedeschi davanti a noi! [...] Non potevo andare né avanti né indietro! Si doveva decidere cosa fare. La neve era alta e soffice, perciò fuori dal sentiero non si poteva andare [...] Ad un certo momento si sono sentiti due spari dall’altra parte del torrente Castellano, che sono proseguiti cupamente con il rumore della lotta in corso, dalla direzione di Pozza e Umito. Era chiaro che si stava svolgendo lì lo scontro, e l’ho avvertito fino alle 11 quando il rumore si è interrotto bruscamente. [...] Calava la sera quando lasciai quel luogo, in cui avevo trascorso tutta la giornata. Camminavo sulle impronte del mattino, attraverso l’acqua, verso il cimitero...