La sentenza assomiglia paurosamente a quella della Corte di Cassazione italiana, secondo cui il saluto romano non è reato \"se ha intento non violento e commemorativo\" [vedi ARTICOLO N.2].
Danno da pensare la coincidenza temporale delle sentenze nei due paesi e, per l\'Italia, l\'intempestività per cui un pronunciamento simile è stato fatto cadere proprio nel momento più rovente della campagna elettorale, caratterizzata dalla presenza di due liste neonaziste in lizza le cui manifestazioni pubbliche sono state difese con imponente schieramento di forze dell\'ordine causando scontri di piazza, mentre al tentativo di strage razzista da parte di un giovane fascista a Macerata si è risposto cercando di vietare la mobilitazione nazionale indetta dagli antifascisti.
PROTUUSTAVNA LEGALIZACIJA USTAŠTVA
Socijalistička radnička partija (SRP) najodlučnije odbacuje protuustavnu, skandaloznu i štetnu preporuku Vijeća za suočavanje s prošlošću kojom se legalizira ustaški pozdrav „Za dom spremni“, navodno „samo u iznimnim situacijama“, jer je u koliziji s Ustavom i Kaznenim zakonom koji propisuje kažnjavanje veličanja takvih pokreta i stavova, duboko vrijeđa sve borce NOR-a i antifašiste, dovodi do nove eskalacije sukoba u društvu, kao i pitanje navodno dobrih namjera Vijeća kako će „smanjiti antagonizaciju u društvu i strasti, ne da razjedini nego više da ujedini narod“!
Nemušto objašnjenje da paravojna formacija HOS, stavljajući ovaj pozdrav na svoj službeni znak, nije imala namjeru slijediti ustaške simbole i ideologiju je notorna laž i podvala, jer je kristalno jasno da im je upravo to bila namjera, na što ukazuju sve njihove izjave i autentična ikonografija, čime su, kao aktivni učesnici tzv. domovinskog rata, tom sukobu dali profašistički karakter. Ni Franjo Tuđman ih nije htio uz tvrdnju da Hrvatskoj rade veliku političku štetu u svijetu i da mnogi kompromitirajući događaji nisu istraženi. Međutim, grb sa spornim fašističkim simbolom je protuustavno legaliziran u Ministarstvu uprave baš u vrijeme Tuđmana kroz registraciju Skupštine udruge u Zagrebu održane 14. studenog 1998., a koji je potvrđen četiri godine kasnije 2003., prilikom zahtjeva za promjenu osobe zadužene za zastupanje i adrese sjedišta u Registar udruga Republike Hrvatske, što znači da je grb ostao isti, na što je premijer netočno tvrdio da ga je legalizirala Račanova vlada. Njen krimen je što ga nije zabranila. Povjerenstvo, osnovano prošle godine, je u osnovi imalo isti zadatak: osigurati kontinuitet ovih protuustavnih odluka.
Time je ovaj zabranjeni fašistički simbol podignut iznad Ustava!
Nespremna da se sama obračuna s marginalnim, ali sve agresivnijim fašizoidnim elementima, kojima je data nevjerojatna sloboda djelovanja čime su gotovo stekli pravo građanstva i iznimni društveni utjecaj, Vlada je nepotrebno osnovala povjerenstvo kao alibi za donošenje nepopularnih odluka.
SRP smatra da nikakvo Vijeće ili bilo tko drugi danas, nakon više od pola stoljeća stručno utvrđenih historijskih činjenica na temelju autentičnih dokumenata, uvažavajući Ustav, zakone i podzakonske akte, nema potrebe za novim tumačenjem jer bi sve drugo bilo namjerno revidiranje, falsificiranje, i relativiziranje povijesti, što se u ovom slučaju pokazalo točnim, a događa se u Hrvatskoj još od 90-tih do današnjih dana.
Ovo je još jedan dokaz da su članovi Vijeća amoralno koristili svoju moć profesorskih i akademskih titula i drugih društvenih položaja za iskazivanje mržnje prema antifašizmu i, s druge strane, iskazivanje otvorene podrške zločinima i davanje potpore za daljnju dominaciju prijetnje, nasilja i mržnje. Dakle, dotični antiintelektualci zagovaraju otvoreno vraćanje građana Hrvatske u barbarizam, vraćanje u pretpovijest. Svako pozivanje na Ustav je neprimjereno i beskorisno – Ustav jeste pravni, moralni i etički akt, ali ako se smjeste društveni odnosi u kontekst prava, etike i morala, vidjet će se da za takvo nešto nema osnove pa ni sama odluka Vijeća.
Već i naziv – Vijeće za suočavanje s posljedicama vladavine nedemokratskih režima – u sebi nosi licemjernu podvalu izjednačavanja izdajničkog i krvavog fašističkog ustaškog režima s progresivnim socijalističkim sistemom vođenog komunistima. Upravo su pozitivni rezultati samoupravnog socijalizma u mnogim segmentima života, te širenje utjecaja po svijetu, bili glavna smetnja imperijalistima i vodilja u diskreditaciji i socijalizma i komunista dovođenjem u isti raz s fašističkim režimima proglašavajući nedemokratskim i totalitarnim sve one koji ne slijede njihov model zapadne demokracije.
Zahtijevamo od vlasti RH da se u ime istine i pravde, stotine hiljada stradalih boraca NOR-a i civilnih žrtava rata,antifašista i velike većine naših građana, fašistički simbol koji podsjeća na krvavo razdoblje ustaške strahovlasti u potpunosti zabrani.
SOCIJALISTIČKA RADNIČKA PARTIJA HRVATSKE
Il saluto romano non è reato se il suo intento è commemorativo e non violento. Può insomma essere considerato una libera “manifestazione del pensiero” e non un attentato concreto alla tenuta dell’ordine democratico.
Lo ha stabilito la Cassazione in una sentenza di assoluzione nei confronti di due manifestanti, che durante una commemorazione organizzata da esponenti di Fratelli d’Italia a Milano nel 2014 aveva risposto alla “chiamata del presente” alzando il braccio destro come nella tradizione fascista.
Il gesto era valso ai due un’imputazione per “concorso in manifestazione fascista”, reato previsto all’articolo 5 della legge Scelba. Ma i giudici della Suprema corte hanno respinto il ricorso del procuratore generale di Milano contro le decisioni del giudice per l’udienza preliminare e della Corte d’appello di Milano, che si era espressa il 21 settembre 2016.
La Cassazione ha condiviso il percorso che ha portato alle decisioni di merito: la legge non punisce infatti “tutte le manifestazioni usuali del disciolto partito fascista, ma solo quelle che possono determinare il pericolo di ricostituzione di organizzazioni fasciste” nonché e i gesti e le espressioni “idonei a provocare adesioni e consensi”.
“Pravda”, organo del Partito Comunista della Federazione Russa
da kprf.ru
Traduzione dal russo di Mauro Gemma
Omicidi di oppositori politici, persecuzioni brutali, carcere per i militanti comunisti e della sinistra, sequestri di materiali antifascisti e rimozione di libri di contenuto antifascista dalle biblioteche e dai negozi da parte delle forze di sicurezza. E\' un clima di riabilitazione del fascismo, di glorificazione dei criminali nazisti e di “caccia alle streghe” anticomunista quello che viene promosso delle autorità di uno stato, la Lituania, che fa parte dell\'Unione Europea: tutto ciò nell\'indifferenza assoluta di governi, forze politiche e opinione pubblica del resto dell\'UE, in particolare in Europa occidentale.
Di fronte a questo quadro drammatico, non resta che augurarsi che qualche deputato e senatore, nel parlamento che uscirà dalle elezioni del 4 marzo, abbia la curiosità di informarsi, leggendo quanto scrive il leader del Fronte Popolare Socialista della Lituania, e il coraggio di alzare la voce contro i crimini commessi dai filo-nazisti al potere in un paese nel cuore dell\'Europa, coperti e protetti dall\'imperialismo USA e dai suoi alleati della NATO (compresa l\'Italia) che stanno usando la Lituania come piattaforma per le loro azioni aggressive nei confronti della Federazione Russa.
Nel frattempo, auspichiamo che le organizzazioni antifasciste, a cominciare dall\'ANPI, e i singoli militanti che in questi giorni si sono mobilitati contro le manifestazioni di fascismo nel nostro paese, contribuiscano finalmente a rompere l\'agghiacciante silenzio in merito a questa vicenda.
Possiamo contare sul loro impegno e sulla loro mobilitazione? (Marx21.it)
Ciò che abbiamo perso e ciò che abbiamo ottenuto in cambio (dopo la dissoluzione dell\'URSS, NdT), si può giudicare dalla situazione che si è sviluppata nella Lituania post-sovietica. Il famigerato “paradiso della democrazia” in Lituania è tale che in un paese, dalla natura incontaminata e con molte persone competenti, ormai da molti anni continuano le persecuzioni di attivisti di sinistra, di giornalisti, di difensori dei diritti umani. Le vittime sono moltissime. Probabilmente molti hanno sentito parlare del procedimento penale contro Algirdas Palecki e di altri leader del Fronte Popolare Socialista.
Contro di me sono state fabbricate accuse per presunti crimini: la prima per una petizione, la seconda per un articolo sui crininali nazisti. Dai servizi di sicurezza sono state avanzate le accuse, ma poi i casi sono stati chiusi prima ancora di arrivare in tribunale. Ma nel gennaio del 2015 una nuova accusa è stata avanzata nei confronti miei e di un gruppo di miei compagni: sarà un procedimento molto lungo, dal momento che è in corso da quasi tre anni. Le caratteristiche della vita sociale nel paese la dicono lunga sulla ragione dell\'avvio di questi casi. Questa volta il caso è stato aperto per la stesura e la diffusione di volantini per la pace, contro la NATO e contro l\'introduzione dell\'euro in Lituania. Dall\'aprile del 2017 questo processo politico si svolge nel tribunale della città di Klaipeda. Sul banco degli accusati insieme a me ci sono i compagni Oleg Titarenko e Zhilvinas Razminas. In sei anni, probabilmente ho già visitato tutte le strutture di sicurezza della Lituania: la polizia, la procura, i servizi speciali e altri organismi inquisitori.
I comunisti e i socialisti lituani hanno combattuto a lungo per la libera Lituania Sovietica. Subito dopo la rivoluzione del 1917 non solo in Russia, ma anche in Lituania ebbero inizio importanti eventi storici. Nell\'ottobre del 1918 si tenne il 1° congresso del Partito Comunista della Lituania e già nel dicembre dello stesso anno iniziò il processo di formazione del potere sovietico in Lituania. Ma le forze di estrema destra insieme agli occupanti tedeschi repressero brutalmente i Soviet lituani. Dall\'agosto del 1919 in Lituania venne instaurato un brutale regime borghese.
Nel giugno del 1926 fu eletto presidente della Lituania Kazis Grinyus che avviò riforme in senso progressista, suscitando il malcontento delle forze di estrema destra. Nel dicembre del 1926 ci fu un colpo di Stato militare e il potere venne assunto da Antanas Smetona e dai suoi sodali. Il regime filo-fascista di Smetona represse brutalmente l\'opposizione, furono aperti campi di concentramento e vennero compiuti omicidi politici.
Nel 1940 si crearono le condizioni per potere rovesciare il regime di Smetona. Nel giugno-luglio del 1940 furono create le strutture del potere sovietico, e Antanas Snechkus e i suoi compagni divennero i nuovi dirigenti della Lituania. Dal giugno del 1941, quando gli occupanti tedeschi si impadronirono della Lituania, ebbe inizio la lotta clandestina contro di loro. In questa lotta caddero Juozas Vitas e molti altri militanti del Partito Comunista della Lituania.
Dal giugno del 1941 ebbe inizio anche l\'Olocausto. In Lituania venne annientato il 95% degli ebrei. Si tratta di 220.000 persone. L\'antisemitismo imperversa anche nella Lituania di oggi. Nel settembre 2015 dopo una sua iniziativa pubblica è stato arrestato il leader della comunità ebraica di Kaunas Haim Bargmann. Nel 2007 erano iniziati procedimenti penali contro cittadini di Israele – lo scrittore e il giornalista Yitzhak Arad e Josif Memomeda. Questi casi vennero chiusi dopo un anno. Nel marzo 2017 a Vilnius, durante la parata fascista sono risuonati slogan, del tipo “Brintzovskaya alla forca!”. Così i neofascisti hanno manifestato il loro odio verso la combattente del reparto partigiano sovietico, Faina Brintzovskaya, che vive a Vilnius.
Nella Lituania di oggi sono diventati norma la repressione, la violazione dei diritti umani, l\'incitamento alla russofobia e la rinascita del fascismo. Per l\'opinione che egli aveva espresso sugli avvenimenti del 13 gennaio 1991 (“hanno sparato sui loro”) è stato condannato Algirdas Paleckis a pagare una multa di 3.000 euro. L\'attivista del Fronte Socialista della Lituania Dangule Raugalene è stata condannata a una multa di 1.800 euro. Anche l\'attivista per i diritti umani Donatas Schultzas è stato condannato: ha trascorso due mesi in prigione per avere scritto una petizione che metteva sotto accusa influenti politici corrotti.
Nel 2017 è stato condannato il giornalista Vaidas Lekstutis per un articolo sul partito dei conservatori. La punizione: un anno con la condizionale e 100 ore di lavoro forzato. L\'8 marzo 2017 è stata attuata la perquisizione della casa editrice di Povilas Masilenis. Sono state confiscate 500 copie del libro di recente pubblicazione “Il prezzo del tradimento” di Galina Zapozhnikova.
Quattro dei miei amici, colleghi stretti, sono stati uccisi alla fine di settembre del 2017 nella loro residenza. E\' stato ucciso il giornalista Prantsishkus Shlyuzas. Nel febbraio 2017, dopo una brutale persecuzione, è morta l\'attivista del Fronte Socialista Skaysta Rakauskene. Era stata incarcerata per circa un anno, per avere contrastato attivamente il narcotraffico.
Il 28 gennaio 2017 era stata rilasciata, ma è morta dopo 8 giorni: il cuore di una donna di 70 anni non è stato in grado di superare la prova. Nel dicembre 2013, un attivista del Fronte Popolare Socialista, Igor Klinitsky aveva subito un\'aggressione. E\' morto un mese dopo essere stato picchiato duramente. Il 21 gennaio 2014 è stato trovato impiccato l\'attivista di sinistra Zhilvinas Shumskis.
A tutto ciò dobbiamo aggiungere che in Lituania è stato introdotto un vero e proprio culto dei criminali nazisti, come il sadico Jonas Noreika e altri simili a lui. In loro onore sono stati innalzati monumenti, e in diverse città della Lituania a costoro sono state intitolate strade, piazze e scuole. I libri di contenuto antifascista vengono sequestrati. Recentemente i libri di Ruta Vanagaite sono stati rimossi da biblioteche e negozi. A tale scopo sono stati mobilitati anche i militari.
Il Fronte Popolare Socialista della Lituania, insieme ad altre forze di sinistra e antifasciste, è attivamente impegnato in azioni contro la guerra e contro il fascismo. Diffondiamo appelli per la pace, per i diritti dell\'uomo, contro la NATO, contro l\'incitamento alla russofobia in Lituania.
Noi, rappresentanti delle forze di sinistra, dichiariamo apertamente: siamo per la pace e l\'amicizia tra i popoli, contro l\'isteria militarista e la violazione dei diritti umani. Siamo per la vittoria del socialismo in Lituania e in tutto il mondo!
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