(english / italiano)

La NATO in Italia diventa nervosa

1) Nuove piccole atomiche crescono (omaggio a VITO FRANCESCO POLCARO)
2) I nuovi articoli di MANLIO DINUCCI e la reazione scomposta della NATO


Altri link segnalati:

LA TEMPESTA CHE SI AVVICINA (di Jorge Cadima, da "O Militante", rivista teorica del Partito Comunista Portoghese, n° 353 marzo-aprile 2018)
... Ci sono episodi di preparazione psicologica delle popolazioni per una guerra. Il 13 gennaio, l'Agenzia di emergenza del governo delle Hawaii ha inviato un falso allarme a tutti i telefoni cellulari di un attacco missilistico balistico in corso che avrebbe colpito lo stato americano. Dopo 38 minuti (!) di panico generalizzato, la smentita è arrivata (New York Times, 13.1.2018). Tre giorni dopo, l'episodio è stato ripetuto in Giappone, dall'emittente nazionale NHK (NYT, 16.1.2018)...

SOCORRO GOMES: RAFFORZARE LA LOTTA DEI POPOLI CONTRO LE ARMI NUCLEARI (Consiglio Mondiale della Pace * | wpc-in.org)
Ignorando decenni di lotte dei popoli contro le armi di distruzione di massa, le potenze imperialiste riunite nell'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO) con alla testa gli Stati Uniti, non rinunciano a porre le armi nucleari al centro della loro politica... (Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare, 04/03/2018)

ALLA GUERRA NUCLEARE DALLA BASE USA DI SIGONELLA (di Antonio Mazzeo | antoniomazzeoblog.blogspot.it – Articolo pubblicato in Casablanca, n. 52, gennaio-febbraio 2018.)
Follie criminali. Segretamente a Sigonella sta per entrare in funzione la Joint Tactical Ground Station (JTAGS), la stazione di ricezione e trasmissione satellitare del sistema di pronto allarme USA per l'identificazione dei lanci di missili balistici con testate nucleari, chimiche, biologiche o convenzionali. Nell'area 465 della base sorgerà il nuovo sito di guerra missilistico e nucleare. Della nuova "ricollocazione" a Sigonella grande felicitazione del Presidente del Consiglio Renzi e della Ministra Pinotti. Il governo italiano pare non abbia ritenuto doveroso informare il Parlamento e l'opinione pubblica...

NO US FOREIGN BASES – A CALL FOR PEACE FROM A NEW COALITION (Michael Byrne, January 16, 2018)
... This past weekend in Baltimore, I had the honor of being part of a conference that set out to not only criticize the US war machine, but put an end to the foreign military bases the United States has planted all over the world. The Coalition Against U.S. Foreign Military Bases hosted a conference that was attended by antiwar groups from all over the world...


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Sulla figura di Vito Francesco Polcaro, antimilitarista, scienziato, intellettuale, militante politico, si veda anche il ricordo di Andrea Martocchia:
QUANDO UN INSOSTITUIBILE VIENE A MANCARE (28 Febbraio 2018)



Nuove piccole atomiche crescono


Vito Francesco Polcaro, GIOVEDÌ 22 FEBBRAIO 2018

L’ultimo scritto del grande scienziato, antifascista e nostro valentissimo collaboratore. Gli USA delineano una nuova strategia: sì all’uso di armi nucleari per rispondere a una vasta gamma di attacchi devastanti ma non nucleari alle infrastrutture americane

Il 12 febbraio Vito Francesco Polcaro ci ha lasciato, dopo un’inesorabile patologia. 
L’Italia perde un grande scienziato, l’Anpi perde un militante e un dirigente di straordinario valore, questo periodico perde un collaboratore ed un caro amico. 
Poco prima di morire, Vito Francesco ci ha inviato questo suo articolo, l’ultimo, in cui denuncia i rischi di “il mondo ancora meno sicuro di quanto sia ora”, a testimonianza del suo impegno scientifico, civile, sociale e morale per la pace, la libertà e la giustizia.

Una delle ragioni principali per la quale nessuna delle pur gravissime crisi internazionali del secondo dopoguerra è sfociata in una catastrofica guerra nucleare è che tutte le parti sapevano che un primo attacco nucleare avrebbe causato una ritorsione altrettanto distruttiva.
Per decenni quindi, i presidenti americani hanno minacciato il “primo uso” delle armi nucleari solo in circostanze gravissime e molto limitate, ad esempio in risposta all’uso di armi biologiche o chimiche contro gli Stati Uniti. In particolare, il Presidente Obama aveva ripetutamente dichiarato che gli Stati Uniti “considererebbero solo l’uso di armi nucleari in circostanze estreme per difendere gli interessi vitali degli Stati Uniti o dei suoi alleati e partner”.
Le cose potrebbero però cambiare a breve: il Pentagono ha infatti preparato per il Presidente Trump un documento che delinea una nuova strategia nucleare degli Stati Uniti, che permetterebbe l’uso di armi nucleari per rispondere a una vasta gamma di attacchi devastanti ma non nucleari alle infrastrutture americane. Il documento, intitolato “Nuclear Posture Review” e liberamente scaricabile in rete in una versione dalla quale sono state ovviamente tolte le informazioni classified, secretate, è stato approvato da parte della Casa Bianca ed è ormai operativo.
Questo documento delinea un quadro strategico molto negativo per gli Stati Uniti, citando non solo i progressi nucleari russi e cinesi, ma anche quelli compiuti dalla Corea del Nord e, potenzialmente, dall’Iran. Il documento quindi dichiara testualmente che “Dobbiamo guardare la realtà negli occhi e vedere il mondo così com’è, non come vorremmo che fosse” ed invoca una iniziativa dell’Amministrazione che “riallinea la nostra politica nucleare con una valutazione realistica delle minacce che affrontiamo oggi e delle incertezze riguardo al futuro ambiente della sicurezza”.
Il documento conferma la modernizzazione degli arsenali nucleari che continuerà a basarsi sulla triade: missili balistici intercontinentali (Icbm) lanciati da terra; bombe sganciate da bombardieri strategici e missili intercontinentali (Slbm) lanciati da sottomarini, il dispiegamento dei quali era stato sospeso da Bush senior. È prevista la modifica delle atomiche nelle basi all’estero (incluse quelle nelle basi italiane di Ghedi ed Aviano), nuove piccole atomiche e la possibilità del primo uso dell’arma nucleare da parte degli USA.
Non è per ora chiaro quali siano le circostanze nelle quali si consideri la possibilità di primo uso da parte statunitense delle armi nucleari. Secondo il New York Times però verrebbero messi in particolare evidenza gli attacchi cibernetici, destinati a distruggere infrastrutture cruciali, come la rete elettrica o le comunicazioni, con mezzi informatici.
Infatti, tre attuali ed ex alti funzionari del governo intervistati in forma anonima dal New York Times hanno dichiarato che grandi attacchi informatici contro gli Stati Uniti e i loro interessi sarebbero stati inclusi nel tipo di aggressione straniera che potrebbe giustificare una risposta nucleare, pur avendo sottolineato che ci sarebbero state altre opzioni più convenzionali di rappresaglia. Tra le giustificazioni di un primo uso delle armi nucleari sarebbero anche inclusi “significativi attacchi strategici non nucleari” e “attacchi agli Stati Uniti e alleati, alla popolazione e alle infrastrutture civili, attacchi a forze nucleari statunitensi o alleate, ai loro centri di comando e controllo ed alle relative capacità di avvertimento e di valutazione degli attacchi”.
Il documento di revisione scaricabile in rete manifesta comunque “particolare preoccupazione” per “l’espandersi delle minacce nello spazio e nel cyberspazio” al sistema di comando e controllo dell’arsenale nucleare americano che il documento ritiene un antiquato “retaggio della Guerra Fredda”.
Effettivamente, ormai da diverso tempo circolano studi che dimostrano come le reti di risposta nucleare potrebbero essere disabilitate con un attacco informatico.
D’altra parte, tutti i principali avversari degli Stati Uniti – Russia, Cina, Corea del Nord e Iran – sono stati accusati di avere in qualche modo attaccato le reti di comunicazione statunitensi ma, vere o false che fossero queste accuse, questi azioni si sono fermate ben al di sotto del tipo di attacchi informatici che potrebbero scatenare una risposta più ampia e violenta.
I russi sono stati ad esempio accusati di avere inserito il malware chiamato “Black Energy” nelle reti americane, ma sicuramente non hanno mai provato a causarvi un grave blackout. La Russia ha anche messo in linea sottomarini capaci di tagliare i cavi lungo il percorso delle linee in fibra ottica sottomarina che collegano i continenti, ma non li ha mai tagliati. La Corea del Nord ha attaccato aziende come la Sony, ed è stata accusata di avere usato procedure informatiche per causare il caos nel sistema sanitario britannico, ma non ha mai preso di mira direttamente negli Stati Uniti.
Tuttavia, il documento del Pentagono riconosce che le strategie americane, russe e cinesi sono state tutte aggiornate negli ultimi anni per tenere conto del fatto che ogni futuro conflitto inizierebbe con un blitz su sistemi spaziali e di comunicazione. Ad esempio, durante l’amministrazione Obama, era stato sviluppato un programma segreto, chiamato in codice “Nitro Zeus”, per un attacco cibernetico contro l’Iran nel caso in cui i negoziati sul suo programma nucleare fossero falliti e Washington si fosse trovata in guerra con Teheran.
La revisione della strategia nucleare USA prevede poi anche la produzione di una nuova generazione di piccole armi nucleari a bassa potenza, alcune delle quali erano per altro già in fase di sviluppo durante l’amministrazione Obama, anche di un solo kilotone (17 volte meno potente della bomba sganciata il 6 agosto 1945 su Hiroshima) per effettuare attacchi “chirurgici” con numero ridotto di vittime, con l’obiettivo di danneggiare il nemico senza per forza innescare una rappresaglia termonucleare da “fine di mondo”.
In definitiva, l’aumento dei casi nei quali si considera la possibilità di primo uso delle armi nucleari, così come lo sviluppo di armi più piccole, che possono offuscare la distinzione tra armi nucleari e non nucleari e quindi renderne più probabile l’uso, sono una chiara indicazione del fatto che negli Stati Uniti sta prendendo piede negli ambienti militari e politici un’opinione che non vede più nelle armi nucleari solo una possibilità di ritorsione e quindi una difesa contro un’aggressione nucleare.
È purtroppo evidente che se gli USA proseguiranno su questa strada tutte le altre potenze nucleari faranno inevitabilmente lo stesso, rendendo il mondo ancora meno sicuro di quanto sia ora.
Vito Francesco Polcaro, scienziato dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia spaziale (Istituto Nazionale di Astrofisica) e membro del Centro per l’astronomia e l’eredità culturale dell’Università di Ferrara

Per saperne di più:
  • David E. Sanger And William J. Broad, Pentagon Suggests Countering Devastating Cyberattacks With Nuclear Arms, NY Times, Jan. 16, 2018:
  • US Dept. of Defence “Nuclear posture review”, Jan 2018:


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Si vedano anche i precedenti articoli e video di Manlio Dinucci, in ordine cronologico:


NATO E NUCLEARE NON SONO TEMI ELETTORALI (DI MANLIO DINUCCI, su Il Manifesto del 06.02.2018)
L’arte della guerra. Il Governo, che nel periodo elettorale resta in carica per il «disbrigo degli affari correnti», sta per assumere altri vincolanti impegni nella Nato per conto dell’Italia....


A CHI SONO UTILI LE «INUTILI GUERRE» (DI MANLIO DINUCCI, su Il Manifesto del 13.02.2018)
L’arte della guerra. La canzone meritoriamente vincitrice del Festival di Sanremo è accompagnata da un videoclip che mostra drammatiche scene di guerra e attentati in un mondo in cui la vita, nonostante ciò, deve andare avanti «perché tutto va oltre le vostre inutili guerre». Proviamo a sostituire al videoclip un docufilm degli ultimi fatti....
HA GIÀ VOTATO LA NATO PRIMA DI NOI (DI MANLIO DINUCCI, su Il Manifesto del 20.02.2018)
L'arte delle guerra. In piena campagna elettorale, i principali partiti hanno tacitamente accettato gli ulteriori impegni assunti dal governo nell’incontro dei 29 ministri Nato della Difesa (per l’Italia Roberta Pinotti), il 14-15 febbraio a Bruxelles...
https://ilmanifesto.it/ha-gia-votato-la-nato-prima-di-noi/  oppure

TORNA L’INCUBO DEI MISSILI A COMISO (DI MANLIO DINUCCI, su Il Manifesto del 27.02.2018)
L’arte della guerra. Il piano fu preannunciato tre anni fa, durante l’amministrazone Obama, quando funzionari del Pentagono  dichiararono che «di fronte all’aggressione russa, gli Stati uniti stanno considerando lo spiegamento in Europa di missili da crociera con base a terra»...


L’AVVERTIMENTO NUCLEARE DI PUTIN (DI MANLIO DINUCCI, su Il Manifesto del 09.03.2018)
L’arte della guerra. Il discorso del presidente russo Putin sullo stato della nazione, dedicato alle questioni interne e internazionali, ha suscitato in Italia scarso interesse politico-mediatico e qualche commento ironico. Eppure dovrebbe essere ascoltato con estrema attenzione...


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Si veda l'articolo originale: L’ITALIA NELLA MORSA USA/NATO (DI MANLIO DINUCCI, su Il Manifesto del 13.03.2018)
Sono in corso simultaneamente, nella prima metà di marzo, due grandi esercitazioni di guerra – l’una nel Mediterraneo di fronte alle coste della Sicilia, l’altra in Israele – ambedue dirette e supportate dai comandi e dalle basi Usa/Nato in Italia...



La Nato in Italia diventa nervosa. Botta e risposta con Manlio Dinucci


di Redazione - Gen. W. Haupt - Manlio Dinucci, 17 marzo 2018

Manlio Dinucci, su Il manifesto del 13 marzo https://ilmanifesto.it/litalia-nella-morsa-usanato/ , ha scritto un articolo che ha fatto imbizzarrire il Comando Nato in Italia (sede a Lagopatria vicino Napoli). Tant’è che la stessa Nato ha scritto alla direttrice de Il manifesto per contestare quanto scritto da Manlio Dinucci e chiedere addirittura di modificare l’articolo. Delle due l’una: o la Nato ha avviato insospettabilmente un soft power nelle relazioni pubbliche, oppure stanno diventando decisamente nervosi.

Qui di seguito la lettera inviata dalla Nato e la replica di Manlio Dinucci

Gentile Sig.ra Rangeri,

La prego di notare che l’articolo intitolato “L’ltalia nella morsa USA/NATO”, pubblicato il 13 marzo 2018, a firma di Manlio Dinucci, contiene delle informazioni imprecise e fuorvianti.

Capoverso 3:

È falso che: “L’esercitazione sia diretta dal Comando NATO di Lago Patria (JFC Naples), agli ordini dell’ammiraglio statunitense James Foggo”.

È vero che: II Comando Marittimo della NATO (MARCOM), con sede a Northwood, in Gran Bretagna, detenga il comando e controllo dell’esercitazione alla cui guida si trova l’Ammiraglio Clive Johnstone.

Capoverso 4:

È falso quanto segue: “A cosa serva la Dynamic Manta 2018 lo spiega lo stesso ammiraglio Foggo: è iniziata la “Quarta battaglia dell’Atlantico”, dopo quelle delle due guerre mondiali e della Guerra fredda”.

È vero che: Nel suo articolo dal titolo “La quarta battaglia dell’Atlantico”, pubblicato nel 2016, l’Ammiraglio Foggo fornisse indicazioni circa la visione NATO/U.S. Questa stessa visione, tuttavia, non può essere utilizzata per “spiegare” la Dynamic Manta del 2018. La rimando a quanto pubblicato da MARCOM a proposito della Dynamic Manta 2018 sui proprio sito web mc.nato.int.

Capoverso 6:

È falso dire che: L’ammiraglio Foggo, mentre col cappello di comandante NATO prepara in Italia le forze navali contro la Russia, col cappello di comandante delle forze navali USA in Europa invia dall’ltalia la Sesta Flotta alla Juniper Cobra 2018, esercitazione congiunta USA Israele diretta principalmente contro l’Iran.

È vero che: L’ammiraglio Foggo guida il JFC Naples nella “preparazione, pianificazione e conduzione di operazioni militari finalizzate a preservare la pace, la sicurezza e I’integrità territoriale degli stati membri dell’Alleanza …. “. Per maggiori dettagli, può consultare il sito web dell’ Allied Joint Force Command Naples, alla voce “mission statement”. Inoltre, nella versione inglese del’articolo è improprio usare la parola “captain”. È, invece, appropriato I’utilizzo della parola “Commander”. Sulle competenze nazionali dell’Ammiraglio potrà giovare la consultazione del sito web www.c6f.navy.mil/.

Volevo sottoporre alla sua attenzione anche un’altra imprecisione nell’articolo in questione relativo all’ultimo paragrafo dove l’autore dice che “Poiché Scaparrotti è anche Comandante Supremo alleato in Europa (carica che spetta sempre a un generale USA), il piano prevede una partecipazione Nato, soprattutto italiana, a sostegno di Israele in una guerra su larga scala in Medioriente”.

Il concetto vero è che: La Juniper Cobra è un’esercitazione bilaterale Israelo-Statunitense. Inoltre, qualunque intervento della NATO necessita dell’approvazione incondizionata del Consiglio Atlantico. Questo è un aspetto importante che l’autore tralascia completamente.

Pur apprezzando, complessivamente, l’articolo pubblicato, La prego di rettificare la sua versione online con le modifiche di cui sopra e spero vivamente che la nostra reciproca collaborazione duri nel tempo.
Cordiali saluti

Richard W. Haupt
Capitano della Marina statunitense, Capo Servizio Relazioni Pubbliche del comando Nato di JFC Naples con sede a Lago Patria, Napoli

La replica di Manlio Dinucci

Apprezziamo l’attenzione che la Nato rivolge al nostro giornale. Il manifesto e io personalmente prendiamo atto della rettifica – la sola doverosa, ma francamente un dettaglio – sul comando specifico della Dynamic Manta 2018.

Per il resto, rimane comunque centrale il ruolo del JFC-Naples di Lago Patria, uno dei due comandi permanenti della Forza congiunta Nato a livello operativo, agli ordini dell’ammiraglio statunitense James Foggo.

Egli comanda allo stesso tempo le Forze navali Usa per Europa-Africa/Sesta Flotta Usa, la cui area di responsabilità copre metà dell’Oceano Atlantico e i mari adiacenti compreso il Mediterraneo.

A un seminario in Norvegia il 26 febbraio, l’ammiraglio ha parlato di «Quarta battaglia dell’Atlantico» contro «sottomarini russi sempre più sofisticati che minacciano le linee di comunicazione marittima fra Stati uniti ed Europa».

Poiché esse passano anche attraverso il Mediterraneo, la Dynamic Manta 2018 rientra in questa «visione Nato/Usa». Visione falsa: quali prove ci sono che sottomarini russi siano in agguato, pronti ad affondare le navi sulle rotte fra Europa e Stati uniti?

È falso inoltre che il JFC-Naples abbia quale missione la «preparazione, pianificazione e conduzione di operazioni militari finalizzate a preservare la pace, la sicurezza e l’integrità territoriale degli stati membri dell’Alleanza». Basti ricordare le guerre con cui la Nato ha demolito due Stati, la Jugoslavia e la Libia, da cui non proveniva alcuna minaccia ai membri dell’Alleanza.

Riguardo alla presenza del generale Scaparrotti alla esercitazione Israele-Usa (a cui Foggo ha inviato l’ammiraglia della Sesta Flotta), sarebbe ingenuo ignorare che egli è non solo comandante del Comando Europeo degli Stati uniti, ma allo stesso tempo Comandante supremo alleato in Europa.

Una curiosità: in base a quale norma deve essere sempre «tradizionalmente un comandante Usa»?

Ancora grazie per l’attenzione al nostro lavoro.

Manlio Dinucci