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Montenegro, ennesime elezioni-truffa?

1) 15 aprile, Elezioni presidenziali 2018: Verso nuove elezioni-truffa?
2) "Integrazione europea", Jean-Claude Juncker in visita a sostegno del clan Djukanović. Ma il negoziatore si dimette
3) 21 febbraio, Dalibor Jauković attacca l'Ambasciata USA "contro la adesione del Montenegro alla NATO" / bacio bombu na ambasadu protiv ulaske Crne Gore u NATO


=== 1: Elezioni presidenziali 2018 ===

PRÉSIDENTIELLE AU MONTÉNÉGRO : MLADEN BOJANIĆ, LE CANDIDAT QUI S’ATTAQUE À LA CITADELLE ĐUKANOVIĆ (par Jasna Tatar Andjelić, CdB / Radio Slobodna Evropa, 20 mars 2018)
La nouvelle est tombée lundi. Sans surprise, Milo Đukanović a annoncé son « retour » et entend bien se faire de nouveau élire à la présidence le 15 avril. Face au « Gospodar », au « seigneur » qui règne sur le Monténégro depuis 1991, Mladen Bojanić, un économiste de 55 ans, tente d’unifier l’opposition...

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Presidenziali in Montenegro, ancora Đukanović?

di Redazione, 22 marzo 2018

Il 15 aprile prossimo si terranno le elezioni per eleggere il presidente del Montenegro, tuttavia fino a pochi giorni fa non si sapeva ancora chi fossero i candidati alla presidenza. Un’anomalia che la stampa locale ha bollato come reality show elettorale.
Nei giorni scorsi il partito di governo DPS ha però rotto il silenzio, presentando la scontata candidatura di Milo Đukanović. In 27 anni Đukanović è stato sei volte premier e una volta presidente della Repubblica. Per ben tre volte ha fatto un passo indietro da cariche istituzionali, pur restando saldamente alla guida del partito. Alla fine è sempre tornato. L’obiettivo di Đukanović è di vincere al primo turno le presidenziali del 15 aprile.
Come ha scritto per Radio Free Europe l’esperto di questioni balcaniche Florian Bieber: “Il partito di governo e il suo modello di governo, basato sul clientelismo e sul controllo statale, dipendono da una persona che tiene il sistema sotto controllo: Milo Đukanović”.
Il ritardo nel presentare i candidati è stato causato, a onor del vero, anche dall'opposizione che si è decisa solo di recente di presentare la candidatura condivisa di Mladen Bojanić, figura attualmente al di fuori dell'appartenenza a singoli partiti ma con posizioni affini al Fronte democratico, con cui ha condiviso la contrarietà all’ingresso del Montenegro nella NATO. Ex deputato e vicepresidente del partito Montenegro positivo, dal quale uscì per divergenze con parte della dirigenza, Bojanić è noto per essere esperto di economia. Prima di scendere in politica ha lavorato come broker per la borsa, fino ad essere per un periodo direttore della borsa di Podgorica e per nove anni ha fatto parte della dirigenza dell’Unione degli economisti del Montenegro.
Dietro lo slogan “Sì insieme possiamo farcela” Mladen Bojanić è riuscito ad unire buona parte dei partiti di opposizione: Fronte democratico, Partito socialista popolare, Democratici del Montenegro e URA.
Il resto dell’opposizione ha presentato cinque candidati: l’indipendente Vasilje Miličković; il leader del neo partito Prava Crna Gora Marko Milačić; il presidente del Partito della giustizia e della riconciliazione (SPP) Hazbija Kalač; la deputata del Partito socialdemocratico (SDP), un tempo alleato di Đukanović, Draginja Vuksanović, l’unica donna candidata nonché la prima della storia del Montenegro a concorrere per la carica e infine il leader di Montenegro unito Goran Danilović.


=== 2: "Integrazione europea" ===


Juncker, Montenegro "modello" per l'integrazione UE

Ieri a Podgorica nella cornice del suo tour balcanico, Jean-Claude Juncker ha lodato i progressi del Montenegro verso l'UE. Il paese resta però spaccato, con l'opposizione che continua il suo boicottaggio del parlamento. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria 

28 febbraio 2018

Il Montenegro è il paese dei Balcani più avanti nel percorso di integrazione europea, e può fare da modello agli altri paesi della regione. Queste le parole del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ieri a Podgorica.
Juncker è impegnato in un tour delle capitali dei Balcani occidentali per dare forza alla nuova Strategia Ue per la regione, che ha rilanciato le prospettive di piena integrazione per il sud-est Europa.
Dopo l'incontro col premier Duško Marković, Juncker ha ribadito che la velocità dell'allargamento “dipende da paese a paese”, aggiungendo poi che la data del 2025, indicata nei documenti della Commissione, “rappresenta solo una prospettiva realistica, a cui avvicinarsi in fretta”.
Dal canto suo, Marković ha dichiarato che le priorità per il Montenegro restano crescita economica ed integrazione europea. Il premier montenegrino ha espresso la speranza che nel corso del 2018 il paese possa aprire due nuovi capitoli negoziali e avanzare sui basilari 23 e 24, dedicati a giustizia e diritti fondamentali.
A rovinare il clima trionfalistico da parte del governo, però, è arrivata la decisione dell'opposizione di continuare il proprio boicottaggio del parlamento anche durante la visita di Juncker.
Dalle elezioni dell'ottobre 2016 - segnate da un presunto e controverso colpo di stato pro-russo - l'opposizione diserta infatti le istituzioni. Per i critici il putch, in cui sono stati coinvolti leader del Fronte Democratico, sarebbe in realtà una messa in scena ordita dal governo per falsare le elezioni e reprimere il dissenso.


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INTÉGRATION EUROPÉENNE DU MONTÉNÉGRO : LE NÉGOCIATEUR EN CHEF DÉMISSIONNE (Jasna Tatar Andjelic / Courrier des Balkans, Vijesti, RSE – 5 mars 2018)
C’était l’homme clé des négociations d’adhésion du Monténégro à l’UE, mais Aleksandar Andrija Pejović occupait un peu trop de fonctions : ministre des Affaires européennes, ambassadeur à Bruxelles et chef de l’équipe de négociation - sans oublier son fauteuil à la direction du DPS. Un mauvais exemple, alors que le Monténégro a encore bien du chemin à faire sur la voie de l’État de droit. Le cumulard a été contraint à la démission...


=== 3: Dalibor Jauković ===

Montenegro: Attacco contro l'ambasciata USA (PTV News 22.02.18)

Jos clanaka

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Montenegro, attentato contro l'ambasciata americana

22 febbraio 2018

Mercoledì 21 febbraio un attentatore solitario ha gettato una bomba nel cortile dell'ambasciata americana a Podgorica, per poi morire in una seconda esplosione, in quello che sembra un suicidio.
Secondo il quotidiano Vijesti, la polizia avrebbe identificato l'attentatore in Dalibor Jauković, 43 anni, residente nella capitale montenegrina ma nato a Kraljevo, in Serbia. Ancora scarse le informazioni sulla dinamica dell'attacco, così come da definire le motivazioni di Jauković.
Sempre secondo Vijesti, Jauković avrebbe ricevuto una medaglia per “i servizi nel campo della difesa e della sicurezza per la Repubblica federale di Jugoslavia” nel 1999, l'anno della guerra in Kosovo e dei bombardamenti Nato.
Secondo le prime ricostruzioni delle forze dell'ordine, l'esplosione di cui si sospetta Jauković è avvenuta intorno a mezzanotte. L'attentato, che sarebbe stato effettuato con una bomba a mano, non ha fatto registrare danni o vittime, se non il presunto attentatore.
Attraverso il suo sito l'ambasciata ha intanto comunicato l'esistenza di una situazione di pericolo, invitando i cittadini americani a non avvicinarsi alla sede diplomatica fino a nuova comunicazione.

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Potvrđen identitet: Jauković bacio bombu na ambasadu, pa se digao u vazduh

U eksploziji nije bilo drugih žrtava, a motiv je i dalje nepoznat

22.2.2018.  AUTORI: Ivana GudovićOlivera Lakić

Dalibor Jauković (43)  je sinoć bacio bombu u dvorište američke ambasade, a potom poginuo u drugoj eksploziji, saznaju "Vijesti".

Identitet Jaukovića je potvrdio njegov brat. Obdukcija je završena.

Jauković je živio u Podgorici, a rođen je u Kraljevu.

Na Jaukovićevom facebook profilu se vidi da je nagrađen medaljom za zasluge u oblastima odbrane i bezbjednosti Savezne republike Jugoslavije 1999. godine. [ http://www.vijesti.me/media/cache/e5/ea/e5ea2c85edb68a3840f79cddb6be08e5.jpg ]

Jauković je nagrađen za "izuzetno zalaganje u obavljanju dužnosti i izvršavanju zadataka u odbrani i bezbjednosti otadžbine", a nagradio ga je tadašnji predsjednik SRJ Slobodan Milošević.

Eksplozija se desila oko ponoći.

"Pola sata poslije ponoći ispred objekta Ambasade SAD jedno lice je izvršilo samoubistvo eksplozivnom napravom. Neposredno prije samoubistva lice je sa raskrsnice kod Sportskog centra ubacilo u krug Ambasade SAD jednu eksplozivnu napravu. Najvjerovatnije je riječ o ručnoj bombi sa kašikom. U toku su uviđaj i identifikacija. Tužilac je na licu mjesta i rukovodi uviđajem. Uprava policije CG", napisala je Vlada Crne Gore na Twitteru. 

Podsekretar Stejt Dipartmenta Stiv Goldstin je kazao da su očevici vidjeli čovjeka kako baca objekat preko zida ambasade, prenosi NewYork Times. Navodi se i da niko u ambasadi nije povrijeđen.

Goldstin je dodao i da su bezbjednosni zvaničnici ambasade pretražili teren i da nisu nađene druge eksplozivne naprave, a da zgrada nije oštećena u napadu. 

On nije znao šta je motiv napada, niti da li se radi o namjernom samoubilačkom napadu. 

Ambasada je na svom sajtu saopštila da postoji aktivna bezbjednosna situacija i savjetovani su američki državljani da izbjegavaju ambasadu do novog obavještenja.

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Jauković u pismu poručio: Izvinite svi koji me cijenite

Ništa bitno do sada u pretresima protekla dva dana


Dosadašnja istraga crnogorskog tužilaštva i policije nije pokazala da je 43-ogodišnji Dalibor Jauković bombom napao američku ambasadu kao član neke za to formirane  organizacije, saznaju “Vijesti”. 

On je, između ostalog, u pisma koje je ostavio na desetak strana rokovnika i koje je pronađeno tokom pretresa njegovog stana, napisao da nema želju da živi. 

Jauković, učesnik rata na Kosovu 1999, bacio je bombu na ambasadu SAD u Podgorici tačno deset godina nakon što je zapaljena američka ambasada u Beogradu 2008, neposredno poslije proglašenja nezavisnosti Kosova, a zatim drugom bombom sebi oduzeo život,. 

"Izvinite svi koji me cijenite. A znam da vas ima", stoji u njegovom pismu.. U toj rečenici je naknadno precrtao  najvjerovatnije riječi "volite i". 

Na toj stranici napisao je i rečenicu "Ja prevarant neću bit'. Tako nemam želju da živim”.

Cijelo pismo je konfuzno napisano i u njemu on piše da se protivi ulasku Crne Gore u Nato, koliko je ogorčen zbog toga i da će njegov napad na ambasadu biti njegov odgovor na bombardovanje Jugoslavije 1999.godine. 

Pismo je tužilaštvo predalo vještaku grafološke struke. koji će utvrditi da li ga je pisao Jauković.

Policija je preksinoć i juče pretresala više lokacija na kojima žive ili rade osobe povezane sa Jaukovićem istražujući da li je Podgoričanin u samobilački napad na ambasadu krenuo sam ili kao član neke šire organizacije. 

Izvor "Vijesti" iz bezbjednosnih službi kazao je da se sada već sa velikom sigurnošću može reći da je Jauković djelovao sam. Još je otvoreno pitanje da li ga je i ko podstakao na takav čin. On je, oko između srijede i četvrtka, bacio bombu M75 u dvorište ambasade sa udaljenosti od pet-šest metara. Bomba nije nikoga od zaposlenih u ambasadi povrijedila, niti je napravila veću štetu u dvorištu. Nakon toga, Jauković je prešao ulicu i na poljani preko puta ambasade, i ubrzo aktivirao drugu bombu i ubio se.

Ambasadu je juče bila otvorena kao I obično za izdavanje viza i posjete, iako uz snažne mjere obezbjeđenja I pojačano prisustvo naoružane crnogorske policije. 

Ministar vanjskih poslova Srđan Darmanović juče je nakon posjete ambasadi najoštrije osudio napad i naglasio da je Vlada preduzela sve mjere da istraži slučaj zajedno sa američkim prijateljima i zaštiti sva diplomatska predstavništva u zemlji.

„Crna Gora je dobar domaćin svojim gostima. Mi želimo da se oni osjećaju sigurno u našoj zemlji. Sjedinjene Američke Države su naš partner, saveznik i prijatelj. Vjerujemo da ovaj tragičan događaj nije ugrozio osjećaj sigurnosti diplomatskih misija u Crnoj Gori, jer Crna Gora jeste sigurna zemlja i to će ostati“, poručio je ministar.