WPC ANNOUNCEMENT FOR ANTI-NATO ACTIONS AROUND THE 70th ANNIVERSARY OF NATO
NATO, the biggest war machinery in human history is “celebrating” its 70th anniversary with a summit in Washington D.C., on 4th April 2019. The WPC opposed NATO from its founding days as the armed wing of imperialism. The history of NATO which is full of crimes,wars and aggressions proves us right.
Since 2010, the WPC has been carrying out its campaign, “YES to Peace-NO to NATO,” with mass events around the world. We demand the dissolution of NATO and support the struggle of the peoples in each member State for the disengagement from it.
We oppose the war drive policies and aggressions carried out by NATO in Yugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libya, Syria, Yemen etc. and denounce the governments of the USA and all NATO states who have acted together and unanimously against the peoples of the world. Furthermore, we denounce the political and military actions of NATO hand in hand with the European Union, which is creating its EU army, while it is intervening alone or together with NATO in many missions abroad.
The World Peace Council calls upon all members and friends to organize around the date of 4th April 2019 protests, rallies and other events in as many as possible countries, underlining the opposition to the aggressive mechanism NATO which is the enemy of peace and of the peoples.
The WPC supports and endorses the actions planned by the US Peace Council (USPC) and the United Anti-War Coalition (UNAC) and numerous other peace organizations in the US for the 30th March 2019 for a National Mass Mobilization and Rally in Washington, DC, Lafayette Park (across from the White House) at 1:00 PM (the respective Call can be found at https://uspeacecouncil.org/a-call-for-national-mobilization-to-oppose-nato-war-and-racism/ and http://no2nato2019.org/)
The World Peace Council will hold an Anti-NATO Conference on 31st March 2019 from 3:00 to 7:00 PM at the St. Stephen Episcopal Church Newton St., NW, Washington DC. 200010. We call upon all WPC members and friends to support and attend this conference organized together with the USPC and UNAC.
For further details we kindly ask you to communicate with the WPC (wpc@...) and with the USPC (uspc@...). In case participants who intend to attend the events need US Visa, personalized invitations can be sent by the USPC. Technical support for matters of accommodation can be requested likewise.
Down with Imperialism! Yes to Peace–No to NATO!
WPC Secretariat
22nd January 2019
Cinema Teatro Odeon / Piazza Strozzi
Essa non sarebbe in alcun modo simile alle guerre mondiali che l'hanno preceduta e, con l’uso delle armi nucleari e altre armi di distruzione di massa, metterebbe a repentaglio l’esistenza stessa dell’Umanità e del Pianeta Terra, la Casa Comune in cui viviamo.
Il pericolo non è mai stato così grande e così vicino. Non si può rischiare, bisogna moltiplicare gli sforzi per uscire dal sistema di guerra.
Discutiamone al Convegno internazionale
I 70 ANNI DELLA NATO: QUALE BILANCIO STORICO?
USCIRE DAL SISTEMA DI GUERRA, ORA.
Firenze, Domenica 7 Aprile 2019
CINEMA TEATRO ODEON / Piazza Strozzi
ORE 10:15 – 18:00
RELAZIONI INTRODUTTIVE
I 70 anni della NATO: di guerra in guerra
Verso uno scenario di Terza guerra mondiale
TAVOLE ROTONDE
Jugoslavia: 20 anni fa la guerra fondante della nuova NATO
I due fronti della NATO ad Est e a Sud
L’Europa in prima linea nel confronto nucleare
Cultura di pace o cultura di guerra?
Intervengono:
Michel Chossudovsky, professore di economia, direttore del Centro di Ricerca sulla Globalizzazione (Global Research, Canada).
Vladimir Kozin, principale esperto del Centro di Studi Politico-Militari del Ministero degli Esteri russo, professore dell’Accademia di Scienze Militari (Russia).
Živadin Jovanović, presidente del Forum di Belgrado (Serbia).
Jean Bricmont, scrittore, professore emerito dell’Università di Lovanio (Belgio).
Diana Johnstone, saggista (Stati Uniti).
Paul Craig Roberts, economista, editorialista (Stati Uniti)
Ilona Zaharieva, presidente dell’Associazione Il Ponte di Pietra (Macedonia)
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Alex Zanotelli, missionario comboniano.
Gino Strada, medico, fondatore di Emergency.
Franco Cardini, storico, saggista.
Fabio Mini, militare e scrittore.
Giulietto Chiesa, scrittore e giornalista, direttore di Pandora TV.
Alberto Negri, giornalista, corrispondente di guerra de “Il Sole 24 Ore”.
Tommaso Di Francesco, giornalista, condirettore de il manifesto.
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Jean Toschi Marazzani Visconti, scrittrice e giornalista.
Germana Leoni von Dohnanyi, scrittrice e giornalista.
Fernando Zolli, missionario comboniano.
Franco Dinelli, ricercatore CNR.
Francesco Cappello, educatore e saggista.
Manlio Dinucci, scrittore e giornalista.
PROIEZIONE DI DOCUMENTAZIONI VIDEO E VIDEOMESSAGGI
MICROFONO APERTO AL PUBBLICO PER LE CONCLUSIONI
Promotori:
ASSOCIAZIONE PER UN MONDO SENZA GUERRE
COMITATO NO GUERRA NO NATO / GLOBAL RESEARCH
in collaborazione con
Pax Christi Italia, Commissione Giustizia e Pace dei Missionari Comboniani, Comitato Pace e Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio (Napoli), Rivista/Sito Marx21, Sezione Italiana della WILPF (Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà), Associazione Macedone Il Ponte di Pietra di Canelli (AT), Rete Radié Resch di Quarrata (PT), Tavolo per la Pace della Val di Cecina, Medicina Democratica Livorno e Val di Cecina, Associazione di Amicizia Italia-Cuba di Firenze e altre associazioni la cui adesione è in corso.
PER PARTECIPARE AL CONVEGNO (A INGRESSO LIBERO) OCCORRE PRENOTARSI
COMUNICATE VIA EMAIL O TELEFONO IL VOSTRO NOME E LUOGO DI RESIDENZA A: Giuseppe Padovano, Coordinatore Nazionale CNGNN – Email giuseppepadovano.gp@...
https://www.change.org/p/la-campagna-per-l-uscita-dell-italia-dalla-nato-per-un-italia-neutrale/u/24191497
VIDEO: https://youtu.be/_V2IRHegbQ8
La guerra è da tempo tornata a essere lo strumento principe delle politiche interne ed estere dei paesi occidentali. L’Alleanza Atlantica (NATO) continua a essere, nonostante le crescenti contraddizioni tra i principali paesi che la compongono, una coalizione in grado di rispondere alle esigenze di proiezione bellica dell’apparato militare – industriale statunitense ed europeo.
Superata la crisi “esistenziale” causata della dissoluzione dell’URSS, la NATO ha progressivamente riconvertito la sua “missione”: dai primi anni ’90 del secolo scorso sino ad oggi abbiamo assistito al perpetrarsi di attacchi pretestuosi che hanno portato alla distruzione di interi Stati. Un cliché ben oliato che ha preparato il terreno alla devastazione dell’Iraq, della Jugoslavia, dell’Afghanistan, della Libia, dell’Ucraina, della Siria. Oggi è il Venezuela bolivariano ad essere sotto tiro. Cambiano i Continenti, non il modello di aggressione, che nelle mani sapienti degli strateghi del Pentagono si affina nel settore della “comunicazione deviante”, dato che l’intervento diretto ha dimostrato nei vari scenari la sua pericolosità per l’aggressore.
Parliamo della cosiddetta “Guerra di Quinta Generazione (G5G), dove si verifica l’assassinio della verità e il tentativo della sua sostituzione con una realtà-virtuale che serve per assoggettare, piegare popoli, assassinare idee, e dove le vecchie armi e strumenti non sono più utili. Il termine G5G è usato dagli strateghi statunitensi per definire l’ultima fase della guerra nell’era della tecnologia informatica e delle comunicazioni globalizzate. Ormai non sono più necessari eserciti per imporre progetti politici, economici, sociali: i soldati di questa guerra non sono più militari ma esperti di comunicazione in insurrezione e contro insurrezione che sostituiscono le operazioni militari con quelle psicologiche.
Nella G5G (denominata anche guerra senza limiti), introdotta dal 2009 come concetto strategico operativo negli interventi USA-NATO, non interessa vincere o perdere, bensì demolire la forza intellettuale del nemico, obbligandolo a cercare un compromesso, avvalendosi di qualsiasi mezzo, anche senza uso delle armi. Si tratta di una manipolazione diretta dell’essere umano…. I mass media e i social sono parte integrante dello schema di questa guerra, per generare destabilizzazione nella popolazione attraverso operazioni di carattere psicologico prolungato; si cerca di colpire la psiche collettiva, la razionalità e l’emozionalità, oltre a contribuire allo sfascio politico e della capacità di resistenza.
Si conta su meccanismi scientifici di controllo totale attraverso non solo la manipolazione dei mezzi di comunicazione e informazione ma anche dei sistemi finanziari come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, la Banca Interamericana dello Sviluppo, migliaia di fondazioni e organizzazioni non governative”*
Il cambio di paradigma nella conduzione della guerra spiega in parte il ridimensionamento della presenza militare USA in Italia ed in Europa: se non c’è bisogno di grandi dispiegamenti di forza per ottenere il risultato della dissoluzione di Stati di piccola / media grandezza, ecco che si “ottimizza” l’impegno bellico, diminuendo la quantità e aumentando la qualità dei metodi e degli strumenti di aggressione. Il ritiro degli USA dal Trattato sulle forze nucleari intermedie (INF – Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), siglato nel 1987 agli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica, rischia seriamente di riaprire il discorso del posizionamento di armi (anche nucleari) a media gettata sul territorio europeo che rischierebbero di diventare oltretutto il bersaglio primario della Difesa russa.
Anche il ridimensionamento della base USA di Camp Darby rientra in questa strategia articolata, per cui da una parte si diminuisce lo spazio utilizzato e la quantità delle truppe, dall’altra si potenzia la sua funzione logistica, raddoppiando i trasporti verso i fronti di guerra, dove si usano truppe del luogo e/o le esigenze di alleati disponibili a “mettere la faccia” nelle aggressioni dirette, com’è successo nella devastazione della Libia, dove a dare il via ai bombardamenti fu la Francia di Sarkozy, così come nella guerra in Siria la funzione statunitense è stata di regia e coordinamento dell’aggressione, con pochissime truppe impegnate, ora in fase di ritiro.
Un cambio di ruolo nei vari scenari dettato dal ridimensionamento degli Stati Uniti nel mondo, di cui l’Amministrazione Trump è espressione diretta. L’imperialismo statunitense sta tentando di ristabilire la sua egemonia planetaria attraverso guerre economiche (i dazi) e mediatiche (appunto, la G5G), cercando di riconquistare con tutti i mezzi il proprio “giardino di casa”, quell’America Latina che da 20 anni sta sperimentando l’Alba Latinoamericana come via di uscita dallo sfruttamento secolare imposto dai paesi colonialisti europei prima e dagli USA dalla seconda metà dell’800.
Il tentativo evidente è quello di accumulare il massimo delle forze economiche e militari per lo scontro con gli altri poli imperialisti (UE e Giappone) e contro i colossi economici orientali (Russia e Cina).
In questo progetto, la NATO è sempre più uno strumento di controllo e di coercizione del progetto imperialista europeo. Le sue basi militari nel cuore dell’Europa frenano e rinviano nel tempo il potenziale rafforzamento di quell’esercito messo in cantiere dall’Unione Europea.
La scadenza del 4 aprile 2019, che segna i 70 anni della nascita della NATO, ci dà quindi occasione per analizzare e denunciare il meccanismo bellico contemporaneo, caratterizzato dalla rinnovata competizione e aggressività interimperialista, determinata da una crisi del sistema capitalistico senza precedenti.
Potere al Popolo! si batte per l’uscita dell’Italia dalla NATO e per il suo scioglimento, ma anche contro le mire imperialistiche dell’Unione Europea che sta facendo pagare ai lavoratori europei e africani i costi del riarmo, della militarizzazione interna, delle aggressioni militari dirette contro paesi e popoli a noi fratelli.
Solo un rilancio forte della mobilitazione contro la guerra, la NATO e l’UE potrà dare risposte concrete al bisogno di lavoro e sicurezza sociale di centinaia di milioni di abitanti degli emisferi interessati alle politiche aggressive dell’imperialismo occidentale.
Solo l’internazionalismo potrà renderci immuni dalle infiltrazioni nazionaliste e rosso – brune, che subdolamente tentano da anni di inserirsi nelle mobilitazioni contro la guerra.
Su questi obiettivi Potere al Popolo! aderirà a tutte le mobilitazioni che si svolgeranno in Italia e nel mondo il 4 aprile e nei giorni successivi.
*Álvaro Verzi Rangel Sociologo venezuelano, Condirettore dell’Osservatorio di Comunicazione e Democrazia e del Centro Latinoamericano di Analisi Strategica (CLAE)
First International Conference Against US/NATO Military Bases | wpc-in.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
22/11/2018
La prima Conferenza internazionale contro le basi militari USA/NATO si è tenuta in Irlanda, presso la Liberty Hall di Dublino, dal 16 al 18 novembre. Sono stati circa 300 i partecipanti provenienti da oltre trentacinque paesi di tutto il mondo. I relatori sono intervenuti in rappresentanza dei paesi di tutti i continenti, tra questi Cuba, Argentina, Brasile, Colombia, Stati Uniti, Italia, Germania, Portogallo, Grecia, Cipro, Turchia, Polonia, Regno Unito, Irlanda, Repubblica Ceca, Israele, Palestina, Kenya, Repubblica Democratica del Congo, Giappone e Australia.
Questa conferenza è stata il primo sforzo coordinato dalla nuova Campagna globale contro le basi militari USA/NATO, creata da oltre 35 organizzazioni per la pace, la giustizia e l'ambiente e appoggiata da oltre 700 diverse organizzazioni e attivisti di tutto il mondo.. Ciò che ha portato tutti noi a questa Conferenza internazionale è stato il nostro accordo sulla base dei principi delineati nella Dichiarazione unitaria della Campagna globale, approvata dai partecipanti alla Conferenza.
Costoro hanno ascoltato e condiviso con i rappresentanti di organizzazioni e movimenti che lottano per l'abolizione delle basi militari straniere di tutto il mondo, temi riguardanti le aggressioni, gli interventi, la morte, la distruzione e i danni alla salute e all'ambiente che le basi militari hanno causato all'intera umanità, insieme alle minacce e alle violazioni alla sovranità dei paesi "ospitanti".
I partecipanti e gli organizzatori della Conferenza hanno concordato come linea di principio che, seppur opponendosi a tutte le basi militari straniere, essi considerano le quasi 1000 basi militari USA/NATO collocate in tutto il mondo, i principali pilastri della dominazione imperialista globale da parte degli Stati Uniti, dei paesi NATO ed UE, come la principale minaccia alla pace e all'umanità, e devono essere tutte chiuse. Le basi militari degli Stati della NATO sono l'espressione militare dell'intervento imperialista nelle vite dei paesi sovrani per conto degli interessi finanziari, politici e militari dominanti, per il controllo delle risorse energetiche, delle vie di trasporto, dei mercati e delle sfere di influenza, in chiara violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite.
I partecipanti alla Conferenza chiamano le organizzazioni e i movimenti che concordano su quanto esposto a lavorare a stretto contatto e in modo coordinato come parte della Campagna globale per organizzare e mobilitare il pubblico di tutto il mondo contro le basi militari USA/NATO.
Mentre chiediamo la chiusura di tutte le basi militari USA/NATO, consideriamo che la chiusura di basi e installazioni militari in alcuni paesi e aree richieda un'attenzione particolare da parte del movimento internazionale. Queste, ad esempio, includono la base statunitense di Guantanamo a Cuba, le basi statunitensi a Okinawa e in Corea del Sud, quelle a Rammstein (Germania), in Serbia, le vecchie e nuove basi USA/NATO in Grecia e Cipro, l'istituzione del nuovo Comando africano USA (AFRICOM) con le sue basi militari collegate in Africa, le numerose basi NATO in Italia e Scandinavia, l'aeroporto di Shannon in Irlanda, che viene utilizzato come base militare da Stati Uniti e NATO, e le basi recentemente stabilite da Stati Uniti, Francia e dai loro alleati sul e intorno al suolo siriano.
Per continuare la nostra Campagna globale congiunta in solidarietà con le giuste cause dei popoli nella loro lotta contro l'aggressione militare straniera, l'occupazione e le ingerenze nei loro affari interni e il devastante impatto ambientale e sanitario di queste basi, i partecipanti hanno concordato di raccomandare e sostenere azioni e iniziative coordinate nel prossimo anno (2019), che rafforzino il movimento globale in modo da allargare nel mentre le azioni e la cooperazione.
Come passo verso questo obiettivo, la Conferenza sostiene le mobilitazioni di massa globali contro il vertice del 70° anniversario della NATO a Washington DC, il 4 aprile 2019 e le rispettive proteste negli Stati membri della NATO e in tutto il mondo.
Dichiariamo la nostra solidarietà con gli sforzi decennali compiuti dal popolo cubano per riprendersi il suo territorio di Guantanamo, occupato illegalmente dagli Stati Uniti, e dichiariamo il nostro sostegno al Sesto Seminario internazionale per la Pace e l'abolizione delle basi militari straniere, organizzato da MOVPAZ per il 4-6 maggio 2019, a Guantanamo, Cuba.
I partecipanti esprimono il loro più sincero ringraziamento e gratitudine alla Peace and Neutrality Alliance (PANA) Ireland, per la sua generosa ospitalità e sostegno nell'accogliere questa storica conferenza.
Adottato dai partecipanti alla
Prima conferenza internazionale contro le basi militari USA/NATO
18 novembre 2018
Dublino, Irlanda
Twenty years after the start of the illegal war on Yugoslavia, the international network „No to war - no to NATO" remembers this deliberate attack on a sovereign state. A Pandora´s box was opened, from which several illegal wars were to follow: on Afghanistan, Libya, Iraq and Syria, with a bloody trail of destruction, forced removal, sorrow, and death.
The war on Yugoslavia was the blueprint for the fueling of ethnic and nationalist conflicts, and the militarization of societies up to the point of war. Those who are fleeing from war zones are still continually threatened by military actions, whether the perpetrator be EU/Frontex and/or NATO.
The supposed legitimation for these wars was a web of lies, employed to gain dominance, influence, resources, and hegemony.
During this time, NATO has developed global reach and became THE international military alliance. This has been emphasized by the jointly taken decision of its members to achieve defence spending of at least 2% of GDP by 2024. This boost will reduce the influence of China and Russia and secure resources for capitalist hegemony.
Contradictions between NATO states cannot conceal this common objective and the permanent territorial expansion of NATO serves these purposes. Preparations for war, most recently against Venezuela, underline its aggressive attitude. Abandoning nuclear weapons has never been seriously considered as an option. Through the comprehensive modernization and intended deployment of new nuclear weapons by the US, following the dissolution of the INF treaty, the nuclear arms race will be fuelled to a level not seen in decades. Furthermore, NATO´s first strike strategy is a threat to the planet as a whole.
Since its foundation in 2009, the international network „No to war – no to NATO" has successfully managed, through various actions, to reduce support for NATO among the population in key states, and even to delegitimize NATO. Our objective remains the same - twenty years after the illegal attack on Yugoslavia, and 70 years after NATO's founding: to overcome the dinosaur named NATO and to replace it with an international organization for collective security and disarmament.
March, 10th, 2019