0) PANGEA – trasmissione televisiva e in streaming di politica internazionale
1) Ritornano gli euromissili nucleari / Nuclear Euromissiles are Back (Manlio Dinucci)
2) Discussione sull'articolo di Dinucci / A Discussion on Dinucci's Article (CNGNN Italia)
3) Interrogazione della Senatrice Paola Nugnes sulla non-adesione dell'Italia al Trattato ONU di proibizione delle armi nucleari
[english / italiano]
Escalation nucleare
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Il Comitato #NO GUERRA #NO NATO (CNGNN – https://www.natoexit.it) ha avviato PANGEA, una trasmissione televisiva e in streaming di politica internazionale in collaborazione con Global Research (Centro di Ricerca sulla Globalizzazione, Canada):
https://www.facebook.com/pangea.davverotv/
Il programma viene trasmesso ogni martedì e venerdì alle 22:30 e replicato nei fine settimana su:
* DAVVERO TV sul digitale terrestre in tre regioni di italia
Lazio: Canale 632 - Lombardia: Canale 606 - Piemonte: Canale 607 (ri-sintonizzate il decoder)
* STREAMING live tramite internet in tutta italia
https://www.davvero.tv/byoblu24-1/videos/byoblu-davverotv-live
* APPLICAZIONE (APP) per smartphone e smart TV
per iPHONE: https://apps.apple.com/us/app/id1502317477
per ANDROID: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.byoblu
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https://ilmanifesto.it/ritornano-gli-euromissili-nucleari/
Ritornano gli euromissili nucleari
L'Arte della guerra. Pochi giorni fa, il 6 novembre, la Lockheed Martin (la stessa che produce gli F-35) ha firmato un primo contratto da 340 milioni di dollari con lo US Army per la produzione di missili a medio raggio, anche a testata nucleare, progettati per essere installati in Europa. I missili di tale categoria erano stati proibiti dal Trattato Inf
di Manlio Dinucci
su Il Manifesto del 17.11.2020
Oltre cinque anni fa titolammo sul Manifesto (9 giugno 2015) «Ritornano i missili a Comiso?». Tale ipotesi fu ignorata dall’intero arco politico e liquidata da sedicenti esperti come «allarmistica». L’allarme, purtroppo, era fondato. Pochi giorni fa, il 6 novembre, la Lockheed Martin (la stessa che produce gli F-35) ha firmato un primo contratto da 340 milioni di dollari con lo US Army per la produzione di missili a medio raggio, anche a testata nucleare, progettati per essere installati in Europa. I missili di tale categoria (con base a terra e gittata tra 500 e 5500 km) erano stati proibiti dal Trattato Inf, firmato nel 1987 dai presidenti Gorbaciov e Reagan: esso aveva eliminato i missili balistici nucleari Pershing 2, schierati dagli Stati uniti in Germania Occidentale, e quelli nucleari da crociera Tomahawk, schierati dagli Stati uniti in Italia (a Comiso), Gran Bretagna, Germania Occidentale, Belgio e Olanda, e allo stesso tempo i missili balistici SS-20 schierati dall’Unione Sovietica sul proprio territorio.
Nel 2014, l’amministrazione Obama accusava la Russia, senza alcuna prova, di aver sperimentato un missile da crociera (sigla 9M729) della categoria proibita dal Trattato e, nel 2015, annunciava che «di fronte alla violazione del Trattato Inf da parte della Russia, gli Stati uniti stanno considerando lo spiegamento in Europa di missili con base a terra». Il testimone è quindi passato all’amministrazione Trump, che nel 2019 ha deciso il ritiro degli Stati uniti dal Trattato Inf, accusando la Russia di averlo «deliberatamente violato». Dopo alcuni test missilistici, è stata incaricata la Lockheed Martin di realizzare un missile da crociera derivato dal Tomahawk e uno balistico derivato dallo SM-6 della Raytheon. Secondo il contratto, i due missili saranno operativi nel 2023: quindi pronti tra due anni ad essere installati in Europa.
Va tenuto presente il fattore geografico: mentre un missile balistico nucleare Usa a medio raggio, lanciato dall’Europa, può colpire Mosca dopo pochi minuti, un analogo missile lanciato dalla Russia può colpire le capitali europee, ma non Washington. Rovesciando lo scenario, è come se la Russia schierasse missili nucleari a medio raggio in Messico. Va inoltre tenuto presente che lo SM-6, specifica la Raytheon, svolge la funzione di «tre missili in uno»: antiaerea, anti-missile e di attacco. Il missile nucleare derivato dallo SM-6 potrà quindi essere usato dalle navi e installazioni terrestri dello «scudo» Usa in Europa i cui tubi di lancio, specifica la Lockheed Martin, possono lanciare «missili per tutte le missioni». In una dichiarazione del 26 ottobre 2020, il presidente Putin riafferma la validità del Trattato Inf, definendo un «grave errore«» il ritiro statunitense, e l’impegno della Russia a non schierare missili analoghi finché gli Usa non schiereranno i loro a ridosso del suo territorio.
Propone quindi ai paesi Nato una «reciproca moratoria» e «reciproche misure di verifica», ossia ispezioni nelle reciproche installazioni missilistiche. La proposta russa è stata ignorata dalla Nato. Il suo segretario generale Jens Stoltenberg ha ribadito, il 10 novembre, che «in un mondo così incerto, le armi nucleari continuano a svolgere un ruolo vitale nella preservazione della pace». Nessuna voce si è levata dai governi e parlamenti europei, pur rischiando l’Europa di trovarsi in prima linea in un confronto nucleare analogo o più pericoloso di quello della guerra fredda. Ma questa non à la minaccia del Covid e quindi non se ne parla. L’Unione Europea, di cui 21 dei 27 membri fanno parte della Nato, ha già fatto sentire la sua voce quando, nel 2018, ha bocciato alle Nazioni Unite la risoluzione presentata dalla Russia sulla «Preservazione e osservanza del Trattato Inf», dando luce verde alla installazione di nuovi missili nucleari Usa in Europa.
Cambierà qualcosa una volta che Joe Biden si sarà insediato alla Casa Bianca? Oppure, dopo che il democratico Obama ha aperto il nuovo confronto nucleare con la Russia e il repubblicano Trump lo ha aggravato stracciando il Trattato Inf, il democratico Biden (già vice di Obama) firmerà l’installazione dei nuovi missili nucleari Usa in Europa?
--- TRANSLATION:
Nuclear Euromissiles are Back
by Manlio Dinucci
Over five years ago we titled in the Manifesto ((9 June 2015) "Are missiles returning to Comiso? (Sicily)." This hypothesis was ignored by the entire political spectrum and dismissed by some self-styled expert as "alarmist." The alarm, unfortunately, was well-founded.
A few days ago, on November 6, Lockheed Martin (the same company that produces the F-35s) signed a first $ 340 million contract with the US Army for the production of medium-range missiles, including those armed with nuclear warheads, designed to be installed in Europe. Missiles of this category (with a ground base and range between 500 and 5500 km) were prohibited by the INF Treaty, signed in 1987 by Presidents Gorbachev and Reagan: it had eliminated the nuclear ballistic missiles Pershing 2, deployed by the United States in Western Germany, and the nuclear cruise Tomahawk missiles, deployed by the United States in Italy (Comiso, Sicily), Great Britain, West Germany, Belgium, and Holland, and at the same time the SS-20 ballistic missiles deployed by the Soviet Union on its territory.
In 2014, without any evicence, the Obama administration accused Russia of having tested a cruise missile (acronym 9M729) in the category prohibited by the Treaty, and, in 2015, announced that "faced with the violation of the INF Treaty by Russia, the United States is considering the deployment of ground-based missiles in Europe.”
The baton then passed to the Trump administration, which in 2019 decided on the withdrawal of the United States from the INF Treaty, accusing Russia of having "deliberately violated" it.
After some missile tests, Lockheed Martin was commissioned to build a cruise missile deriving from the Tomahawk and a ballistic missile deriving from Raytheon's SM-6. According to the contract, the two missiles will be operational in 2023: therefore, ready to be installed in Europe in two years.
The geographic factor should be kept in mind: while a medium-range US nuclear ballistic missile launched from Europe can hit Moscow in a few minutes, a similar missile launched by Russia can hit European capitals, but not Washington. Reversing the scenario, it is as if Russia were to deploy medium-range nuclear missiles in Mexico.
It should also be noted that the SM-6 performs the function of "three missiles in one," as Raytheon specified: anti-aircraft, anti-missile, and attack missile. The nuclear missile deriving from the SM-6 will therefore be able to be used by the US "shield" ships and land installations in Europe: their launch tubes, as Lockheed Martin specified, can launch "missiles for all missions."
In his October 26, 2020 statement, President Putin reaffirmed the INF Treaty validity, calling the US withdrawal a "grave mistake," and Russia's commitment not to deploy similar missiles, until the US deploys its own missiles close to Russian territory. He, therefore, proposed a "mutual moratorium" to NATO countries and "mutual verification measures," that is inspections in the reciprocal missile installations.
The Russian proposal was ignored by NATO. Its secretary-general Jens Stoltenberg reiterated on 10 November that "in such an uncertain world, nuclear weapons continue to play a vital role in preserving peace."
No voices were raised from European governments and parliaments, even though Europe risks being at a nuclear confrontation forefront similar or more dangerous than that of the Cold War. But this is not the threat of Covid 19, and therefore nobody talks of it.
The European Union, (21 over 27 members are part of NATO), has already made its voice heard when in 2018 it rejected the resolution presented by Russia on the "Preservation and observance of the INF Treaty" at the United Nations, giving the green light to the installation of new US nuclear missiles in Europe.
Will anything change once Joe Biden takes office in the White House? Or, will Democrat Biden (formerly Obama's vice president) sign the installation of the new US nuclear missiles in Europe, after Democratic Obama opened the new nuclear confrontation with Russia and Republican Trump aggravated it by tearing up the INF Treaty?
(the manifesto, November 17, 2020)
Translation by CNGNN Italia:
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---[ITA] Discussione sull'articolo di Dinucci
Da: Jeannie Toschi Marazzani Visconti
Cari Alice e Hans Kristensen,
Di seguito trovate la risposta di Manlio Dinucci alle osservazioni di Hans Kristensen riguardo al suo articolo Gli euromissili nucleari sono tornati .
Nel frattempo ho inviato lo stesso articolo all'esperto russo Vladimir Kozin. Mi unisco anche alla sua risposta.
Questo problema è molto importante per tutti noi; quindi noi (CNGNN Italia) proponiamo di organizzare una tavola rotonda online per discutere questo drammatico argomento tra Hans Kristensen, Vladimir Kozin, Manlio Dinucci e Alice Slater. Ci auguriamo che siate tutti d'accordo. Potremmo anche fare un video e mostrare la traduzione italiana sul nostro nuovo programma televisivo settimanale.
Attendo con impazienza la tua risposta.
Migliore,
Jeannie
Venerdì 20 novembre 2020 alle 14:21 Hans Kristensen ha scritto:
Questo articolo è così sbagliato. Nessun contratto è stato firmato "per la produzione di missili a medio raggio, compresi quelli armati di testate nucleari, progettati per essere installati in Europa". Il contratto riguarda la produzione di un prototipo di missile convenzionale per l'esercito. Non ci sono piani per dotarlo di una testata nucleare.
Né il missile avrà una portata sufficiente per colpire Mosca.
Questa la risposta di Manlio Dinucci a Hans Kristensen:
Vorrei chiarire i fatti interconnessi su cui si basa il mio articolo, che Hans Kristensen ha liquidato come "sbagliato".
L'esercito americano ha stipulato con Lockheed Martin un primo contratto per la produzione di missili a medio raggio capaci di testate nucleari e capaci di maggiore portata, seguiranno contratti successivi. Fa parte di un piano - confermato da autorevoli fonti governative e militari statunitensi - per produrre missili nucleari molto più tecnologicamente avanzati simili ai Pershing 2 e Tomahawks degli anni '80.
Hans Kristensen ha assicurato (non è chiaro su quale base di informazioni) che l'esercito americano intende dotarsi solo di missili a testata convenzionale con una gittata in grado di colpire Mosca, e non ci sono piani per l'equipaggiamento per testate nucleari.
In realtà, gli Stati Uniti sono usciti dal Trattato sulle forze nucleari intermedie, che vieta il dispiegamento di missili nucleari a terra con un raggio di 500-5500 km, non certo per schierare missili a testata convenzionale con un raggio di meno di 500 km in Europa contro Russia, e ora anche in Asia contro la Cina. Questo non avrebbe senso, né politicamente né strategicamente.
Collegato a questo, c'è un fattore di primaria importanza - il fattore geografico - che Hans Kristensen sembra ignorare: mentre i missili statunitensi a medio raggio dispiegati in Europa possono colpire la Russia, missili simili schierati in Russia possono colpire i paesi europei, ma non possono colpire il STATI UNITI D'AMERICA. Cosa accadrebbe se la Russia dispiegasse missili a medio raggio a Cuba o in Venezuela?
La proposta avanzata dal presidente russo Putin si inserisce in questa situazione sempre più pericolosa: quella di una moratoria reciproca e di controlli reciproci.
Vorremmo sapere cosa ne pensa Hans Kristensen di questa proposta, che è stata ignorata e di fatto respinta da USA e NATO .
Manlio Dinucci
La risposta di Vladimir Kozin al mio messaggio:
Cara Jeannie,
Grazie per avermi inviato l'articolo di Dinucci e il commento di Hans Kristensen in merito.
Le mie osservazioni sono le seguenti:
1 / Sfortunatamente, non conosco i dettagli specifici del contratto in questione: se si tratta di un missile relativo all'INF sotto forma di un " prototipo di missile convenzionale" come l'ha detto Hans o di un futuro missile a punta nucleare come Dinucci ha detto. Tuttavia, sospetto che qualsiasi prototipo di missile convenzionale statunitense possa essere convertito in un vero missile dotato di una testata nucleare. Non ci saranno problemi per il suo produttore, gli Stati Uniti.
2 / In questo contesto Mosca è preoccupata per il fatto che Washington, pienamente sostenuta dalla NATO, schiererebbe nuovi missili nucleari a medio raggio sia nella regione dell'Asia del Pacifico che in Europa. Divenne chiaro dalle osservazioni dell'ex DefSec Esper degli Stati Uniti al Consiglio Atlantico del 20 ottobre 2020 quando era DefSec: "Ma i cinesi hanno costruito una vasta gamma di ben più di mille missili, missili balistici a raggio intermedio nel Pacifico e anche i russi l'hanno fatto, e lo hanno fatto in violazione del Trattato INF. E lo abbiamo riconosciuto nella NATO, lo abbiamo fatto l'anno scorso. Quindi, ci siamo impegnati ad assicurarci di costruire capacità simili per entrambi i teatri. Ma allo stesso modo tempo, dobbiamo migliorare le nostre difese missilistiche contro quel tipo di sistemi e altri .
Sulla base dell'NPR 2018 degli Stati Uniti, sembra che i missili statunitensi legati all'INF di nuova costruzione avranno testate nucleari perché dal punto di vista di Trump averli con testata convenzionale sarebbe irrazionale dal punto di vista militare degli Stati Uniti. E se tali missili avranno una specifica INF di medio raggio (1.000-5.500 km), possono facilmente colpire la parte europea della Russia, inclusa Mosca, più la parte russa dell'Estremo Oriente se vengono schierati nell'APR.
3 / Joe Biden tornerà al rispetto del Trattato INF che è morto a causa del ritiro degli Stati Uniti da esso con un pretesto artificiale? Il missile russo 9M729 ha una portata massima di 480 km che è inferiore a qualsiasi limite geografico del trattato INF. Penso che non tornerà al Trattato INF se diventerà de jure e de facto il 46 ° presidente degli Stati Uniti. L'argomento di questa situazione è: gli Stati Uniti non sono mai tornati ai trattati sul controllo degli armamenti con l'URSS o la Russia che hanno demolito. Non c'è stato alcun precedente di questo tipo. Quindi, il Trattato INF non può essere ripristinato dalle amministrazioni repubblicane o democratiche. Va notato inoltre che Washington ha respinto l'offerta di Mosca di proclamare la moratoria sullo spiegamento dei nuovi missili legati all'INF su base bilaterale.
Quindi, l'europeo
e le nazioni del Pacifico devono essere vigili: l'ulteriore minaccia nucleare statunitense potrebbe apparire vicino alle vostre case.
Queste mie osservazioni possono essere condivise o pubblicate liberamente, Jeannie, se lo desideri.
Cordiali saluti,
Vladimir Kozin
Membro corrispondente dell'Accademia russa di scienze militari
Membro corrispondente, Accademia russa di scienze naturali,
Membro, comitato scientifico, Istituto nazionale russo per la ricerca sulla sicurezza globale
Vincitore della ricompensa del colonnello generale Varfolomei Korobushin (forze missilistiche strategiche russe) e della ricompensa dell'Accademia russa di scienze naturali
Esperto leader, Centro di studi politico-militari, Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca (MGIMO), Ministero degli esteri russo
Membro, Gorchakov Foundation Club
Ph.D, ricercatore senior (grado accademico)
---[ENG] A Discussion on Dinucci's Article
From: Jeannie Toschi Marazzani Visconti
Dear Alice and Hans Kristensen,
Here below you will find Manlio Dinucci’s reply to Hans Kristensen’s remarks regarding his article Nuclear Euromissiles are Back.
In the meantime, I sent the same article to the Russian expert Vladimir Kozin. I also join his reply.
This issue is very important for all of us; thus we (CNGNN Italy) propose to organize an online round table to debate this dramatic topic among Hans Kristensen, Vladimir Kozin, Manlio Dinucci, and Alice Slater. We hope you will all agree. We could also make a video and show the Italian translation on our new weekly TV program.
Looking forward to your reply.
Best,
Jeannie
On Fri, Nov 20, 2020 at 2:21 PM Hans Kristensen wrote:
This article is so wrong. No contract has been signed “for the production of medium-range missiles, including those armed with nuclear warheads, designed to be installed in Europe.” The contract is for production of a prototype conventional missile for the Army. There are no plans to equip it with a nuclear warhead.
Nor will the missile have sufficient range to hit Moscow.
This is Manlio Dinucci’s reply to Hans Kristensen:
I would like to clarify the interconnected facts on which my article, that Hans Kristensen dismissed as "wrong", is based.
The US Army stipulated with Lockheed Martin a first contract for the production of medium-range missiles capable of nuclear warheads and capable of greater range, subsequent contracts will follow. It is part of a plan - confirmed by authoritative US government and military sources - to produce much more technologically advanced nuclear missiles similar to the 1980s Pershing 2 and Tomahawks.
Hans Kristensen assured (it is not clear on what information basis) that the US Army intends to equip itself only with conventional warhead missiles with a range unable to hit Moscow, and there are no plans for nuclear warhead equipment.
In reality, the United States exited the Intermediate Nuclear Forces Treaty, which prohibits the deployment of ground-based nuclear missiles with a range of 500-5500 km, certainly not to deploy conventional warhead missiles with a range of less than 500 km in Europe against Russia, and now also in Asia against China. This would make no sense, either politically or strategically.
Linked to this, there is a factor of primary importance - the geographical factor - that Hans Kristensen seems to ignore: while US medium-range missiles deployed in Europe can strike Russia, similar missiles deployed in Russia can strike European countries, but cannot strike the USA. What would happen if Russia deployed medium-range missiles in Cuba or Venezuela?
The proposal put forward by Russian President Putin fits into this increasingly dangerous situation: that of a reciprocal moratorium and reciprocal inspections.
We would like to know what Hans Kristensen thinks of this proposal, which has been ignored and in fact rejected by the US and NATO.
Manlio Dinucci
Vladimir Kozin’s reply to my message:
Dear Jeannie,
Thank you for sending me Dinucci's article and Hans Kristensen's comment on it.
My remarks are as follows:
1/Unfortunately, I do not know specific details of the contract in question: whether it is dealt with a INF-related missile in the form of a "prototype conventional missile" as Hans has put it or a future nuclear-tipped missile as Dinucci has said. Nevertheless, I suspect that any U.S. prototype conventional missile can be converted into a real missile fitted with a nuclear warhead. There will be no problem for its producer - the USA.
2/ In this context Moscow is worried about that Washington fully supported by NATO would deploy new nuclear medium-range missiles both in Asia Pacific Region and in Europe. It became clear from the U.S. ex-DefSec Esper's remarks at the Atlantic Council dated October 20,2020 when he was DefSec: "But the Chinese have built an extensive array of well over a thousand missiles, intermediate-range ballistic missiles in the Pacific and the Russians have too, and they did it in violation of the INF Treaty. And we recognized this in NATO, we did it last year. So, we were committed to making sure that we build similar capabilities for both theaters. But at the same time, we need to improve our missile defenses against those type of systems and others.
On the basis of the U.S. 2018 NPR it looks like newly-built U.S. INF-related missiles will have nuclear warheads because from Trump's view to have them with conventional warhead would be irrational from the U.S. military perspective. And if such missiles will have INF-specified of medium-range (1,000-5,500 km) they can easily hit the European part of Russia, including Moscow, plus Russian Far Eastern part if they are fielded in the APR.
3/ Will Joe Biden return to the compliance with INF Treaty which is dead due to the U.S. withdrawal from it under an artificial pretext? The Russian 9M729 missile has maximum range 480 km that is less than any of the INF Treaty geographic limits. I think that he will not come back to the INF Treaty if he becomes de jure and de facto the 46th U.S. President. The argument for this predicament is: the USA has never returned to the arms control treaties with the USSR or Russia it has scrapped. There has not been any such precedent. So, the INF Treaty cannot be revived by both Republican or Democratic Administrations. It has to be noted additionally that Washington has rejected Moscow's offer to proclaim the moratorium on the deployment of the new INF-related missiles on bilateral basis.
So, the European
and Pacific nations have to be vigilant: the additional U.S. nuclear threat may appear near your homes.
These remarks of mine can be shared or published freely, Jeannie, if you so desire.
Kind regards,
Vladimir Kozin
Corresponding Member Russian Academy of Military Sciences
Corresponding Member, Russian Academy of Natural Sciences,
Member, Scientific Board, Russian National Institute for Global Security Research
Winner of Colonel-General Varfolomei Korobushin Reward (Russian Strategic Missiles Forces) and Russian Academy of Natural Sciences Reward
Leading Expert, Center for Military-Political Studies, Moscow State Institute of International Relations (MGIMO), Russian Foreign Ministry
Member, Gorchakov Foundation Club
Ph.D, Senior Researcher (Academic Rank)
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Il Partito della Rifondazione Comunista, attraverso una interrogazione depositata in parlamento dalla senatrice Paola Nugnes, chiede chiarezza in merito alle ragioni per cui l’Italia non ha ancora aderito alla messa al bando delle armi nucleari e se non ritenga doveroso uscire dal programma “nuclear sharing” della Nato e interrompere l’acquisto degli F35.
Fonte: http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=44740
IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE DELLA SENATRICE PAOLA NUGNES:
Al ministro della Difesa
Al ministro degli Esteri
Premesso che
• Lo scorso 24 ottobre, con la ratifica dell’Honduras, il trattato Onu di proibizione delle armi nucleari (TPAN) ha raggiunto le 50 adesioni indispensabili per l’entrata in vigore che vincolerà legalmente i Paesi firmatari e finalmente anche le armi nucleari potranno essere bandite al pari di quelle chimiche e batteriologiche;
• prima dell’entrata in vigore di questo trattato le armi nucleari erano di fatto escluse dalla lista delle armi di distruzione di massa proibite dal diritto internazionale;
• sono 50 i paesi che hanno sottoscritto il TPAN ma tra loro non c’è l’Italia nonostante l’articolo 11 della nostra Costituzione – “l’Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali” – e nonostante 246 deputati e senatori (tra cui il ministro degli esteri) abbiano firmato l’Ican Pledge impegnandosi così a sostenere il percorso di ratifica del trattato in questione da parte del nostro Paese;
• lo scorso 6 agosto, in occasione del 75mo anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki da parte degli Stati Uniti, il presidente Mattarella ha dichiarato che: “L’Italia sostiene con forza l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari, attraverso un approccio progressivo al disarmo che preveda il responsabile coinvolgimento di ogni Stato. L’agenda internazionale non può prescindere da questo traguardo”;
• purtroppo invece il nostro Paese partecipa al programma “nuclear sharing” della Nato ospitando decine di testate nucleari statunitensi a Ghedi ed Aviano ed addestrando i piloti dei cacciabombardieri Tornado al bombardamento nucleare e ha confermato recentemente l’acquisto degli F-35 che sostituiranno i Tornado in questa funzione ed ha avviato l’ammodernamento della base aerea di Ghedi a questo scopo;
• il nostro paese ospita testate nucleari e questo ne fa un bersaglio in caso di conflitto e quindi dopo l’entrata in vigore del trattato l’Italia diviene paese che ospita sul suo territorio armi di distruzione di massa proibite;
• non risultano iniziative ufficiali dell’Italia volte a sollecitare l’adesione al trattato da parte dei paesi aderenti alla Nato e delle altre nazioni dotate di arsenali atomici;
tutto ciò premesso
si chiede di sapere
- se i ministri interrogati ritengano che l’Italia debba aderire al trattato in questione e quali siano le ragioni per le quali il governo non ha proceduto in tal senso;
- se non ritengano doveroso uscire dal programma nuclear sharing della Nato e interrompere il programma F-35 (2247 milioni di euro previsti dal ministero della Difesa per il triennio 2020-2022);
- quali iniziative ha intrapreso l’Italia a livello internazionale nella direzione prospettata dal Presidente della Repubblica.