che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.
– l'appello internazionale del FORUM DI BELGRADO per DIALOGO, DIPLOMAZIA E DISTENSIONE;
– pubblicazioni come l'ultimo numero della rivista Marx21 su LA GUERRA UCRAINA. CAUSE IMPATTO CONSEGUENZE e relative presentazioni pubbliche;
– e infine, ma non per importanza, lo SCIOPERO GENERALE UNITARIO DEI SINDACATI DI BASE DEL 2 DICEMBRE 2022 indetto con parole d'ordine che correttamente legano la lotta contro la guerra alle lotte per il salario e le politiche sociali.
Il 5 novembre si terrà finalmente la manifestazione annunciata da Conte e via via condivisa da vari soggetti il cui apporto rende però complesso il giudizio sull’evento.
Il fatto che sia stato Giuseppe Conte a lanciare una grande mobilitazione per la pace dopo che sindacati e partiti dell’ex centro sinistra sono rimasti immobili fino adesso o hanno condiviso fino in fondo le scelte di guerra del governo Draghi, è stato un segnale importante che ha avuto una grossa eco e creato aspettative per il peso che il risultato della mobilitazione può avere negli equilibri italiani, in un senso o nell’altro.
Dunque in piazza il popolo della pace ci deve essere tutto senza se e senza ma esprimendo le due esigenze che la maggioranza degli italiani condivide, fuori dalla guerra e fuori dagli embarghi. Ogni altro modo di stare in piazza non avrebbe senso. Per gli italiani pace significa difatti rispetto dell’art.11 della Costituzione, quindi si invoca la pace, ma sopratutto la fine di una condizione di illegittimità costituzionale che le scelte di Draghi ha creato e che il presidente della Repubblica ha avallato.
L’adesione alla manifestazione del 5 novembre è stata anche annunciata da varie associazioni, in particolare di area cattolica e pacifista che per loro natura hanno una impostazione non direttamente politica che comunque avranno sicuramente un peso anche se la loro posizione non coincide con gli obiettivi prevalenti del movimento contro la guerra. Ma questa non può costituire una contraddizione e un elemento di divisione. Uniti per la pace è anche il nostro slogan!
Quello che invece preoccupa è che in piazza ci saranno anche rappresentanze politiche e sindacali che si sono sempre dichiarate per l’invio di armi in Ucraina e per le sanzioni. PD in testa. E allora qui bisogna chiarire che non si può mettere assieme il diavolo e l’acqua santa. Da una parte chi vuole la pace rifiutando l’invio di armi e lottando per imporre la trattativa per la fine del conflitto e il rispetto dell’art.11 della Costituzione e dall’altra chi invece condivide le scelte della NATO e dei governi italiani. Questa è una contraddizione incompatibile con chi vuole scendere in piazza contro la guerra.
Per essere espliciti bisogna dire che la presenza del PD alla manifestazione del 5 è non solo inquinante, ma anche ne depotenzia il valore rispetto agli effetti che essa deve avere. Chi lotta contro la guerra e chiede la fine delle ostilità non può stare insieme a chi sostiene i governi della guerra e le posizioni USA-NATO in quanto il messaggio che si darebbe è equivoco. La pace è un obiettivo concreto e invocarla diventa una copertura per chi, come il partito democratico, vuole darsi una verginità dopo la sconfitta elettorale per poi riproporre le scelte NATO.
La questione si pone anche per le organizzazioni sindacali confederali le quali hanno annunciato la loro presenza in piazza, in particolare la CGIL. Questi sindacati non hanno certamente le carte in regola perchè dopo un primo balbettio contro l’invio di armi sono andati a purificarsi alla manifestazione indetta dal sindaco piddino di Firenze Nardella a sostegno dell’Ucraina nella guerra. Poi è calato il silenzio.
E grave è anche che rispetto alle conseguenze economiche e sociali della guerra non si siano messe in atto azioni di lotta contro l’inflazione e l’aumento dei costi energetici e di molte materie prime rivendicando l’adeguamento dei salari e delle pensioni. In realtà i confederali stanno mantenendo una sostanziale subalternità politica e rivendicativa rispetto ai governi e soprattutto non hanno chiesto che sia rimossa la causa del peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, cioè la partecipazione dell’Italia alla guerra e alle sanzioni.
Per questo il 5 novembre bisogna sì manifestare uniti, ma anche far emergere che chi vuole la pace non ha nulla da spartire con chi sostiene la guerra o non difende i lavoratori con la lotta aggrappandosi alla richiesta di aver un tavolo di trattativa con il nuovo governo. Tutto questo andrà detto nel corso della manifestazione, salvaguardandone il carattere unitario, ma non accettando trasformismi e coperture di responsabilità.
FUORI L'ITALIA DALLA GUERRA
Uscire dalla guerra che divampa dall’Europa al Nordafrica e al Medioriente, operare per una soluzione diplomatica, salvare l’economia.
La guerra — militare, economica, politica, mediatica, ideologica — sta travolgendo la nostra vita su tutti i piani. È anzitutto la guerra economica quella che sta “bombardando” a intensità crescente il nostro Paese. Senza materie prime ed energia tutto si ferma (cibo, farmaci, sanità, trasporti, illuminazione pubblica, internet, ecc.). L’energia a costi insostenibili provoca la paralisi progressiva del sistema produttivo e di quello dei servizi.
No alle sanzioni
Il gas russo è il più economico al mondo. Impedire che lo si possa usare, sostituendolo col GNL il cui prezzo è determinato da meccanismi speculativi, costituisce un atto di guerra contro l’Italia e gli italiani. Vengono colpite le famiglie, i lavoratori, le piccole e medie imprese di tutti i settori — commercio, agricoltura, industria, allevamento, pesca, ristorazione, turismo — già pesantemente colpiti dai lockdown. Il costo della vita è in continuo aumento. Fallimenti, chiusure, cassa integrazione e licenziamenti, deindustrializzazione, crollo dei consumi, degrado e miseria crescente ne sono la conseguenza più immediata.
Non c’è più tempo da perdere
È necessario mobilitarsi perché si possa uscire dal vicolo cieco nel quale siamo stati costretti. Portare alla luce lo scontento che corre orizzontalmente per il Paese. Opporci al sabotaggio istituzionale e all’attacco ormai sistemico alla nostra economia.
È in gioco la sicurezza nazionale
La crescente e diffusa consapevolezza di come la partecipazione cobelligerante del nostro Paese sia stata una scelta suicida, imposta da quei poteri sovranazionali cui il governo Draghi ha dato esecuzione, può e deve diventare una forza autorganizzata trasversale, attuando il principio costituzionale che la sovranità appartiene al popolo.
Partecipa alla costruzione di una grande alleanza trasversale contro la guerra per l’economia e il bene comune! Chiediamo all’unisono il ritiro delle sanzioni, il ritiro dalla guerra e che l’Italia medi attivamente per la ricostruzione delle condizioni della Pace. Diciamo no alle sanzioni, no al finanziamento della guerra e all’invio di armi, no alle spese militari, sì ad un ruolo attivo del nostro Paese quale mediatore di Pace.
Aderite, firmate e condividete!
Iniziatori della campagna (in ordine alfabetico):
Eleonora Alecci, Psicologa e ricercatrice, Roma
Alberto Arcangeli, Ingegnere aeronautico, Bergamo
Cristoforo Attardo, Ricercatore indipendente, Ragusa
Luca Belardi, Regista, Roma
Mauro Belardi, Storico, scrittore, Roma
Roberto Benassi, Contrammiraglio MM c.a., Pisa
Giorgio Bianchi, Fotoreporter documentarista, Roma
Pina Bizzarro, Fondatrice del gruppo “Ragusa consapevole, cittadini liberi” Ragusa
Loretta Bolgan, Consulente scientifico, Venezia
Paolo Borgognone, Storico, scrittore, Asti
Alberto Bradanini, Ambasciatore, Reggio Emilia
Stefano Burbi, Compositore e direttore d’orchestra, Firenze
Pino Cabras, ex Deputato, Roma
Virginia Camerieri, Direttore responsabile Byoblu, Milano
Francesco Cappello, “Comitato No Guerra No Nato”, Ragusa
Franco Cardini, Docente di Storia, Firenze
Andrea Catone, Direttore della rivista “MarxVentuno”, Bari
Paolo Cesaretti, saggista e docente universitario, Bergamo
Tiziana Chiarion, Editrice, Padova
Andrea Ciucci, Tecnico sistemi informatici, Pisa
Alberto Conti, Docente matematica e fisica, Milano
Alberto Contri, Docente di Comunicazione Sociale, Milano
Angelo Cremone, Portavoce “Sardegna Pulita” Cagliari
Sara Cunial, Presidente di Vita, Vicenza
Franco Dinelli, Ricercatore CNR, Centro studi Pax Christi, Salerno
Manlio Dinucci, Analista geopolitico, Pisa
Manuela Fani, Volontaria ARCI, Firenze
Silvia Forlivesi, Operatrice museale, Ravenna
Franco Fracassi, Giornalista, scrittore
Giovanni Frajese, Medico endocrinologo
Carlo Freccero, ex dirigente e autore televisivo, Savona
Elisabetta Frezza, Giurista, Padova
Margherita Furlan, Direttore de La Casa del Sole TV, Roma
Gaia Fusai, Avvocato, Milano
Edoardo Gagliardi, Filosofo, giornalista, Milano
Berenice Galli, Giornalista, Siena
Antonino Galloni, Economista, Roma
Vladislav Gavryusev, Ricercatore universitario, Firenze
Adalberto Gianuario, Giornalista, Roma
Livio Giuliani, già dirigente di ricerca e direttore di dipartimento del Servizio Sanitario Nazionale (ISPESL/INAIL), Roma
Federico Giusti, Sindacalista di base, Pisa
Fulvio Grimaldi, Giornalista, documentarista, Roma
Antonella Lattuada, Presidente di “Italia che lavora” ed ex-imprenditrice, Milano
Germana Leoni, Saggista, Milano
Simone Lombardini, ricercatore economista, Genova
Flaminio Maffettini, Avvocato, Bergamo
Petra Magoni, Artista, Pisa
Corrado Malanga, Ricercatore e docente di chimica Università di Pisa, Pisa
Massimiliano Marchi, Fondatore gruppo “Lucca consapevole, cittadini liberi” Lucca
Francesca Marino, Comitato “liberi insieme per la salute”, Livorno
Ugo Mattei, Giurista, Torino
Elena Mazza, Fondatrice Verdi Risorti, Ecofemminista e Pacifista, Firenze
Massimo Mazzucco, Direttore luogocomune.it
Claudio Messora, Editore, Milano
Eugenio Miccoli, Editore di MePiù e Millimetro Zero Edizioni, reporter e autore, Roma
Enrico Montesano, Attore, Roma
Marina Montesano, Professore ordinario Storia medievale, Messina
Marco Nicastro, Imprenditore, presidente Coop. Agr. Mediterraneo, Foggia
Maurizio Nocera, Antropologo / ANPI, Lecce
Maya Nogradi, Regista, Roma
Aldo Nove, Poeta e scrittore, Milano
Giuseppe Padovano, Fondatore Associazione Per un Mondo senza Guerre, Prato
Gianluigi Paragone, ItalExit, Roma
Heather Parisi, Moglie e mamma
Moreno Pasquinelli, Portavoce “Fronte del Dissenso”, Perugia
Mirko Preatoni, Organizzatore eventi culturali internazionali, Milano
Ugo Preziosi, Attivista contro i rigassificatori, Livorno
Marco Rizzo, Segretario PC, fondatore ISP Roma
Laura Ruggeri, ricercatrice, saggista, Milano
Mauro Scardovelli, Giurista e psicoterapeuta, Genova
Michelangelo Severgnini, regista e scrittore, Palermo
Beatrice Silenzi, giornalista ed editrice di Fabbrica della Comunicazione, conduttrice radiofonica e televisiva, Fermo
Diego Siragusa, scrittore, saggista, blogger, Biella
Suor Stefania Leda Baldini, ex insegnante, Firenze
Andrea Stramezzi, medico volontario Covid 19, Milano
Amrita Tejas, Fondatrice Associazione ISOFIA, Napoli
Francesco Toscano, presidente Ancora Italia, fondatore Italia Sovrana e Popolare, Cosenza
Jean Toschi Marazzani Visconti, scrittrice, giornalista, Milano
Cinzia Trentanelli, Collettivo Salute e Libertà, Torino
Davide Tutino, Professore, Resistenza Radicale, Roma
Fabrizia Vaccarella, avvocato penalista, Milano
Tiziana Vigni, avvocato e presidente dell’Associazione Atto Primo: Salute, Ambiente e Cultura, Siena
Thursday, 27 October 2022
The Belgrade Forum for a World of Equals expresses its deepest concern regarding the worsening of the global confrontation which is accompanied by a deep-seated economic and social crisis in Europe as well as worldwide. This crisis which is worsening on a daily basis, constitutes a threat to global life, peace and security.
This concern is of critical significance given the fact that no meaningful and honest initiatives advocate turning from the track of confrontation to essential dialogue, diplomacy and detente.
The lessons of history cannot be ignored. Such a state of inertia and lack of understanding of the unfolding dangers potentially affects the very foundation of humanities existence. The conflict in Ukraine has to be resolved by addressing to its roots. Peace efforts must not be obstructed, new iron curtains must be removed, unilateral sanctions have to be excluded from the international practice.
Starting from the Serbia's historical experience, including those from the recent past, the experiences of Europe, Belgrade Forum for a World of Equals makes an appeal to all peace associations, governments, as well as international organizations, particularly to OUN, to endorse dialogue, diplomacy and detente as the only possible path for preventing a global conflict that threatens the future of humanity.
We appeal for the immediate dialogue and diplomatic action at the highest levels between Washington, Moscow, Beijing and Brussels. The underlying focus can only be on “peaceful coexistence” between sovereign nations determined to prevent further worsening of the conflict which could lead to a World War III scenario, without exclude nuclear incinerations.
Recognition of equality, interdependence and partnership in preserving peace, security and development, as indivisible civilizational values, is the only way for the survival and secure future of humanity.
четвртак, 27 октобар 2022
Свеобухватна криза се свакодневно погоршава и представља претњу за живот, мир и безбедност у свету.
Забринутост је утолико већа што не постоје никакве веродостојне и искрене иницијативе за прелазак са колосека конфронтације на колосек суштинског дијалога, дипломатије и детанта.
Лекције историје се не смеју занемаривати. Стање инертности и неразумевања ризика надолазећих опасности, угрожава саме основе људског постојања. Сукоб у Украјини може се превазићи једино решавањем његових узрока. Мировни напори не смеју бити спречавани, нове гвоздене завесе морају бити уклоњене, једностране санкције бити изопштене из међународне праксе.
Полазећи од историјских искустава Србије, укључујући и она из недавне прошлости, као и од искустава Европе, Београдски форум за свет равноправних упућује апел свим мировним удружењима, владама, као и међународним организацијама, а посебно ОУН, да покрену и подрже иницијативе за дијалог, дипломатију и детант као једини исправан пут за спречавање глобалног сукоба који прети опстанку човечанства.
Апелујемо за моментално започињање дијалога и дипломатске акције на највишем нивоу између Вашингтона, Москве, Пекинга и Брисела. Основ треба да буде „мирна коегзистенција“ суверених и равноправних држава одлучних да зауставе даље погоршање сукоба које може довести до избијања Трећег светског рата, не искључујући ни нуклеарни.
Признавање равноправности, међузависности и партнерства у очувању мира, безбедности и развоја, као недељивих цивилизацијских вредности, једини је пут за опстанак и сигурну будућност човечанства.
La guerra ucraina. Cause impatto conseguenze
Pagine: 520
Data di uscita: settembre 2022
Formato: 14,8 x 21
Indice
Editoriale
ISBN: 978-88-944721-8-9
€ 20,00
Andrea Martocchia - comitato Ucraina Antifascista Bologna
Sergio Cararo - Rete dei Comunisti, Contropiano
Michele Carozza - MarxVentuno Bologna
alle ore 17:30 presso la biblioteca delle Edizioni MarxVentuno
II strada privata Borrelli 32, citofono 51 (di fronte al Piccolo Teatro)
NICOLA GRASSO
Già candidato del Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni politiche e Professore associato di Diritto Costituzionale, Università del Salento.
MAURIZIO SIMONCELLI
Vicepresidente e cofondatore dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo
NICO BAVARO
RENATO SACCO
VINCENZO DE ROBERTIS
Proclamazione Sciopero Generale 2.12.2022: https://assets.contropiano.org/img/2022/09/Proclamazione-Sciopero-Generale-2.12.2022.pdf