Jugoinfo

QUINDICI MESI DOPO la fine dei bombardamenti della NATO e l'inizio della
occupazione coloniale del Kosovo, su "LA REPUBBLICA ON-LINE" campeggiano
ancora tutti i pezzi di disinformazione strategica redatti in clima di
guerra (vedi sotto) mentre nessuna inchiesta o fotografia e' dedicata ai
crimini commessi nel frattempo dalle forze alleate UCK-KFOR sul
territorio della provincia.
Lo stesso bilancio definitivo ufficiale della NATO sulle "fosse comuni",
reso noto sotto ferragosto anche sulla stampa occidentale (vedi sotto)
viene taciuto, preferendo riportare servizi vecchi di piu' di un anno.


---

> http://www.repubblica.it/online/mondo/fossa/elezioni/elezioni.html

Si vota domenica. Secondo i sondaggi [della agenzia statunitense
Bloomberg e dei gruppi della opposizione filooccidentale, non proprio
affidabili, come ammesso dallo stesso autore nel suo articolo] Milosevic
avrebbe già perso: 20% contro il 40% di Kostunica.
Jugoslavia alle urne con le minacce dei generali [della NATO, ma
l'autore si riferisce al capo di Stato maggiore jugoslavo]
"Siamo pronti a sparare" [in caso di invasione della NATO] dice il capo
di stato maggiore dell'esercito di Belgrado e parla di un piano della
Nato [ne parla la stessa NATO, che ha riempito di militari il lembo piu'
meridionale della Croazia ed ha avvicinato le portaerei]
dal nostro inviato RENATO CAPRILE (22 settembre 2000)


DAI LINK SULLA STESSA PAGINA:

> http://www.repubblica.it/online/mondo/fossa/osce/osce.html

Tutte le atrocità del Kosovo in un dossier dell'Osce [non si riferisce
ai 1100 morti ammazzati, 900 scomparsi ne' alle abitazioni, strutture e
monumenti distrutti, bensi' alle violenze sul terreno durante i
bombardamenti della NATO: si noti che e' un articolo del 5 dicembre
1999! Dice: "Domani il rapporto: violenze, esecuzioni e torture
su donne e bambini... Un campionario agghiacciante di atrocità e
brutture - soprattutto dalla parte serba...", ma il rapporto non c'e'!]

> http://www.repubblica.it/online/speciale/fosse/fosse/fosse.html

La Nato: fosse comuni a Izbica e Pusto Selo
Secondo l'alleanza [bonta' loro] queste immagini "catturate" in 2
villaggi del Kosovo mostrano il sorgere di cimiteri improvvisati
(20 aprile 1999)

> http://www.repubblica.it/online/mondo/fossa/fossa/fossa.html

Kosovo, le fosse dell'orrore fanno paura all'Occidente
E' già polemica sul numero delle vittime. Ma gli scavi
sono appena cominciati. Ispezionate solo poche aree
(3 novembre 1999)

> http://www.repubblica.it/online/fatti/16giu/pec/pec.html

Sono 11.000 i kosovari sepolti nelle fosse comuni
Gli investigatori dell'Onu hanno cominciato a scavare
Al cimitero di Pec scoperte 205 tombe in più
(2 agosto 1999 - SIC!!!)

> http://www.repubblica.it/online/fatti/16giu/nuovo/nuovo.html

Kosovo: 10.000 vittime di massacri e atrocità
Prime stime della Nato: ma il bilancio potrebbe salire
Scoperte altre fosse comuni e la "stanza delle torture"
(17 giugno 1999 - SIC!!!)

> http://www.repubblica.it/online/fatti/16giu/delre/delre.html

Mattatoio Kosovo le prove degli eccidi
A Velika Krusha quaranta cadaveri nella casa degli orrori
[notare l'abbondante utilizzo di testimonianze inattendibili; con una
foto di un terrorista della NATO (UCK) che tiene in mano un teschio di
persona di ignota identita' morta non si sa quando non si sa come]
(16 giugno 1999 - SIC!!!)

===

FONTI UFFICIALI NATO SULLE FOSSE COMUNI
(NOTIZIA INTROVABILE SUL SITO DI "REPUBBLICA"):

"Gli ufficiali della NATO hanno ammesso ieri sera che le loro stime sul
numero dei civili kosovaro-albanesi massacrati dalle forze serbe fatte
in tempo di guerra potrebbero essere state troppo alte... Non si puo'
dimostrare che tutti i cadaveri esumati [meno di tremila, di tutti i
gruppi etnici] siano stati vittima di assassinio o esecuzioni..."

(The Guardian, 18/8/2000)

> Figures put on Serb killings too high
> Special report: Kosovo
>
> Jonathan Steele
> Friday August 18, 2000
> The Guardian
>
> Nato officials conceded last night that their wartime
> estimates of the number of Kosovo Albanian civilians
> massacred by Serb forces might have been too high.
> They were reacting to findings by forensic experts for
> the International Criminal Tribunal in the Hague who
> are preparing to complete their work in Kosovo after
> exhuming about 3,000 bodies.
>
> Not all of the dead can be proved to be victims of
> murder or execution...

===

ED ANCORA:
> http://www.repubblica.it/online/fatti/16giu/altra/altra.html
Kosovo, scoperta seconda camera di tortura (19 giugno 1999)
> http://www.repubblica.it/online/fatti/16giu/tortu/tortu.html
Pristina: ecco le stanze dell'orrore serbo (18 giugno 1999)
> http://www.repubblica.it/misc/corredo_serbia/corredo_serbia/corredo_serbia.html
Le immagini della stanza degli orrori (18 giugno 1999)
> eccetera eccetera...
vedasi anche il penoso Dossier "Guerra del Kosovo" che non riporta
nessun bilancio finale della aggressione e non scrive niente del
bombardamento genocida contro il petrolchimico di Pancevo


---


Puntate precedenti:
GIORNALI DA BUTTARE: 1. "LA REPUBBLICA"
> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/75
GIORNALI DA BUTTARE: 2. "IL PICCOLO"
> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/456


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
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AUMMA AUMMA


(si dice che il giornalista che scrive articoli pieni di ambiguita'
sulla Jugoslavia per "Liberazione" usando lo pseudonimo "Gino Sergi" sia
in realta' lo scrittore Giacomo Scotti. Costui collabora anche con "Il
Manifesto" ma l'abbiamo visto occasionalmente pure su altri giornali...
Insomma un vero e proprio "prezzemolo", che sta bene su tutti i piatti.
La cosa importante d'altronde e' evitare accuratamente di far scrivere,
o riportare le opinioni, dei comunisti jugoslavi.
Ma acqua in bocca, sono solo voci...)


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* Yugoslav elections & Abolish NATO Campaign (IAC)

* Opinions exchange regarding the elections (STOPNATO)

More links:

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/461
Who Are the G-17?
By Michel Chossudovsky

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/460
Blagovesta Doncheva, an ordinary Bulgarian:
"Kostunica: the New US Bait for the Serb People"

> http://www.emperors-clothes.com/letters/yugoltr.htm
Criticism of Emperor's Clothes on Yugoslav Elections,
With Reply

> http://www.Antiwar.com
Will the US Get Their Money's Worth in Yugo Elections?
by George Szamuely


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Subject: Yugoslav elections & Abolish NATO Campaign
Date: Fri, 22 Sep 2000 16:59:39 -0400
From: iacenter@...
To: "International" <iacenter@...>


INTERNATIONAL CALL MADE FOR
DEMONSTRATIONS TO ‘ABOLISH NATO’
October 20 - 28, 2000

The International Action Center on Sept. 22 denounced U.S. and West
European interference in the Sept. 24 Yugoslav elections and
announced it was calling for actions across the United States for the
week
of October 20 to 28 to demand an end to U.S. intervention and to
demand
that the NATO military alliance be abolished.

The IAC, founded by former U.S. Attorney General Ramsey Clark in
1992, was a leading organizer of anti-war protests during the 78-day
NATO
war against Yugoslavia. It has also organized to stop sanctions against
Yugoslavia, Iraq, Cuba and other targets of Washington.

THE U.S. IS TRYING TO STEAL THE YUGOSLAV ELECTIONS

Sara Flounders, an IAC national coordinator, explained why her
organization was protesting what she called “blatant interference in the
Yugoslav elections. The U.S. is, in effect, trying to steal the
Yugoslav
elections.”

“The destabilization campaign has been in full swing through the
election period,” she said. “It’s a no-holds-barred full court press
that
includes everything from covert operations involving assassinations;
open
funding for opposition parties; economic strangulation; media
manipulation; and psychological warfare, including the threat of another
NATO war should Yugoslav President Slobodan Milosevic be returned to
office.”

“While the U.S. Navy schedules maneuvers in the Adriatic Sea off the
Yugoslav coast during the election,” she continued, “the European Union
tries to bribe Yugoslav voters by promising to lift the murderous
sanctions – but only if Milosevic loses the vote. It’s an open attempt
to
manipulate the Yugoslav electorate and steal the election.”

“The New York Times (Sept. 20, 2000) ran an article saying that
Milosevic was running his election campaign against NATO,” the anti-
war leader said. “This makes perfect sense since the U.S. and its NATO
allies are the real power behind his opponent organizations and the ones
who want to turn all of Yugoslavia back into a colony of the West. Both
the New York Times (Sept. 20, 2000) and the Washington Post (Sept. 19,
2000) describe how Washington has been pumping millions of dollars into
Milosevic’s opposition.” (see quotes from article below)

Washington is using the same tactics against Yugoslavia that they have
used countless times in the past to overthrow elected governments and
establish dependent semi colonial regimes. Secret funding and military
pressure were used in Nicaragua, Panama, Iran, Philippines and
throughout
Eastern Europe.

Flounders said her group had called for coordinated international
actions against NATO for next month.

“The U.S.-led NATO alliance carried out a war of aggression against
Yugoslavia in the spring of 1999. At hearings in 14 countries the IAC
and
many others showed that U.S. and NATO leaders were guilty of war crimes.
Last June here in New York the people’s tribunal we held concluded that
NATO must be abolished, a demand raised by Ramsey Clark.”

“Now we are calling for demonstrations, meetings, rallies and other
suitable actions in as many cities and countries as possible, especially
in NATO countries, in the week from October 20—the anniversary of
Belgrade’s liberation from Nazi occupation—to October 28, when the OSCE
is
running municipal elections in Kosovo unauthorized by Serbia. The OSCE
and
NATO totally dominate every aspect of life in Kosovo. These October
elections are an effort to put a fig leaf of democracy on complete
colonial occupation. We will demand that NATO be abolished, that the
sanctions be lifted against Yugoslavia, and that the U.S. and its allies
leave the Balkans,” she said.

The IAC spokesperson said that anti-war groups in Italy, Austria,
Germany had already called local or regional protests for that time, and
that the Italian organizations were also organizing a solidarity
shipment
of medicine and other vital goods to Yugoslavia for the end of December.

“Since the U.S. military is also threatening war against Iraq and
intervention in Colombia, and U.S troops occupy Puerto Rico, the island
of
Vieques and South Korea, we expect to also raise these issues at the
protests we organize in the United States,” she concluded.

(Quotes from article referred to in the above release)

THE NEW YORK TIMES SEPTEMBER 20, 2000
Milosevic, Trailing in Polls, Rails Against NATO
By Steven Erlanger

BELGRADE, Serbia, Sept. 19 - In his race for re-election, President
Slobodan Milosevic of Yugoslavia is running against NATO and the
United States, not against his democratic opposition.

He is not entirely mistaken to do so. The United States and its
European allies have made it clear that they want Mr. Milosevic ousted,
and they have spent tens of millions of dollars trying to get it done.

Portraying himself as the defender of Yugoslavia's sovereignty against a
hostile, hegemonic West led by Washington, Mr. Milosevic and his
government argue that opposition leaders are merely the paid, traitorous
tools of enemies who are continuing their war against him by other
means.
In March 1999, NATO began a 78-day bombing campaign to drive Serbian
forces out of Kosovo.

The Yugoslav elections are on Sunday, but there has hardly been a day
since the bombing began that state television news has not railed
against
"NATO aggressors."…

The money from the West is going to most of the institutions that the
government attacks for receiving it - sometimes in direct aid, sometimes
in indirect aid like computers and broadcasting equipment, and sometimes
in suitcases of cash carried across the border between Yugoslavia and
Hungary or Serbia and Montenegro….

Even before the Kosovo war, the United States was spending up to $10
million a year to back opposition parties, independent news media and
other institutions opposed to Mr. Milosevic. The war itself cost
billions
of dollars. This fiscal year, through September, the administration is
spending $25 million to support Serbian "democratization," with an
unknown
amount of money spent covertly to help the failed rallies of last year,
which did not bring down Mr. Milosevic, or to influence the current
election. For next year, the administration is requesting $41.5 million
in
open aid to Serbian democratization, though Congress is likely to cut
that
request.

Independent journalists and broadcasters here have been told by
American aid officials "not to worry about how much they're spending
now,"
that plenty more is in the pipeline, said one knowledgeable aid worker.
Others in the opposition complain that the Americans are clumsy, sending
e-mails from "state.gov" - the State Department's address - summoning
people to impolitic meetings with American officials in Budapest,
Montenegro or Dubrovnik, Croatia.

But there is little effort to disguise the fact that Western money pays
for much of the polling, advertising, printing and other costs of the
opposition political campaign …

THE WASHINGTON POST, SEPTEMBER 19, 2000 (Final Edition)
U.S. Funds Help Milosevic's Foes in Election Fight
By John Lancaster, Washington Post Staff Writer

Charges of Chinese influence-buying in the 1996 U.S. presidential
campaign caused a political storm in Washington that has yet to fully
abate. By some measures, however, that episode pales by comparison to
American political interference in Serbia, locus of a $ 77 million U.S.
effort to do with ballots what NATO bombs could not--get rid of Yugoslav
President Slobodan Milosevic.

In the run-up to national elections on Sept. 24, U.S. aid officials and
contractors are working to strengthen Serbia's famously fractured
democratic opposition. They have helped train its organizers, equipped
their offices with computers and fax machines and provided opposition
parties with sophisticated voter surveys compiled by the same New York
firm that conducts polls for President Clinton.

More generally, they have sought to foster what one aid consultant
calls "democracy with a small 'd'," funneling support to student groups,
labor unions, independent media outlets, even Serbian heavy metal bands
that stage street concerts as part of a voter registration drive called
"Rock the Vote."…

Underscoring worries about Serbia and Montenegro, the Pentagon
yesterday began a global shift of forces to bolster the U.S. military
presence in the Balkans. A carrier battle group led by the USS Abraham
Lincoln left Thai waters ahead of schedule and headed toward the Persian
Gulf, which will free up another carrier group, led by the USS George
Washington, for movement to the Adriatic Sea, Defense Department
officials
said.

THE NEW YORK TIMES, MARCH 31, 1997 (Late Edition - Final)
Political Meddling by Outsiders: Not New for U.S.
By JOHN M. BRODER

Members of both political parties express horror at accusations that the
Chinese may have tried to use covert campaign donations to influence
American policy, but the United States has long meddled in other
nations'
internal affairs.

Congress routinely appropriates tens of millions of dollars in covert
and
overt money to use in influencing domestic politics abroad.

The National Endowment for Democracy, created 15 years ago to do in
the open what the Central Intelligence Agency has done surreptitiously
for
decades, spends $30 million a year to support things like political
parties, labor unions, dissident movements and the news media in dozens
of
countries, including China.

The endowment has financed unions in France, Paraguay, the
Philippines and Panama. In the mid-1980's, it provided $5 million to
Polish emigres to keep the Solidarity movement alive. It has
underwritten
moderate political parties in Portugal, Costa Rica, Bolivia and Northern
Ireland. It provided a $400,000 grant for political groups in
Czechoslovakia that backed the election of Vaclav Havel as president in
1990. For the Nicaraguan election of 1990, it provided more than $3
million in "technical" assistance, some of which was used to bolster
Violeta Barrios de Chamorro, the presidential candidate favored by the
United States.

International Action Center
39 West 14th Street, Room 206
New York, NY 10011
email: iacenter@...
web: www.iacenter.org
CHECK OUT THE NEW SITE www.mumia2000.org
phone: 212 633-6646
fax: 212 633-2889


---


STOP NATO: ¡NO PASARAN! - HTTP://WWW.STOPNATO.ORG.UK

Dear "appliedms",
When the first coffin of a dead American will go home, (and there will
be
many coffins in case of any NATO invasion, even if some Serbs are
"utterly
exhausted by
a decade of wars and rootless sanctions"), many unbelievable things will

happen.
America can't stand a second Vietnam. In Serbia it will have it.
Best
Maria

appliedms wrote:

> STOP NATO: ?NO PASARAN! - HTTP://WWW.STOPNATO.ORG.UK
>
> The forthcoming Yugoslav elections are a turning point
> for both Yugoslavia and the New World Order.
>
> The elections will be conducted in the atmosphere of
> unadulterated political pressure and military threats by the
> Western Alliance. About 160,000 well equipped Western
> troops all around Serbia, together with US airforce bombers
> in Hungary and Bulgaria, about 6 minutes flight away
> from Belgrade, "George Washington" in the Adriatic
> and more than US$100M in funding for the
> opposition are "helping" push democracy along.
>
> What remains of Yugoslavia is utterly exhausted by
> a decade of wars and rootless sanctions. The remaining Yugoslavs
> seem to have lost their penchant for resisting the NWO.
> For 10 years the NWO has been making Yugoslavia, together with
> Iraq, an example of what happens to those who resist its rule.
> It seams that it is time for Serbia to lower its head.
>
> There are only two bad electoral choices in Yugoslavia:
>
> Option A: A vote for Milosevic is a vote for fast death of Yugoslavia

>
> Scenario of Milosevic's Win: in early March 2001 Djukanovic of
> Montenegro
> declares independence without a referendum, which sparks a conflict
> between
> Montenegrian paramilitaries and pro-Serbian Montenegrians.
> Yugoslav Army gets involved to prevent the killings. Then NATO rushes

> in to help the "fledgling democracy" of Montenegro. After a couple of

> days
> of intensive bombing NATO enters Yugoslavia simultaneously from
> Hungary, Bulgaria, Macedonia, Kosovo, Bosnia and Croatia, including
> a landing of US Marines on the Montenegrian shore at Ulcinj.
Yugoslavia
>
> is overrun in 15 days (it took Nazi's 17 days for the whole of old
> Yugoslavia).
> About 10,000 Serb civilians are killed by NATO in the process.
> Before the fall, Slobo and Mira disappear for China.
>
> Victorious Djindjic enters Belgrade with a Serbian flag on top of a US

> tank.
> Nobody even remembers the last elections and some individual called
> Kostunjica.
>
> Option B: A vote for Kostunjica is a vote for a slow death of
> Yugoslavia
>
> Scenario of Kostunjica's Win: Kostunjica is removed from the top
> position within
> 6 months after the elections (either politically marginalized by his
> coalition
> partners, made into a puppet by secret CIA files on him or even
> physically
> eliminated by the CIA). Before this, Slobo and Mira secretly jet to
> their
> love nest in China. Serbia disappears from the Western media, like
> Kosovo.
> Only occasionally, the world's sheeple (a hybrid of sheep and people)
> are
> reminded by the media how bad the Serbs under Milosevic were.
> Ultimately,
> the Western media stories about Serbian atrocities make it even into
the
> official
> school curriculum in Serbia (the sense of guilt needs to be installed
> early).
>
> Serbia withers away as NATO rewards its allies for their cooperation
> with
> "administration" of parts of Serbia (the same as the US rewarded the
> KLA).
> Djindjic springs up as a new leader with hugely publicized promises
> of the "New Age for All Serbs" as an associated partner of the EU and
> NATO.
> NATO troops are stationed all over Serbia and Montenegro as guarantors

> of "peace and prosperity". But, the promised New Age always remains
> just
> outside the reach. Just a little more of IMF and World Bank economic
> medicine. Just one more year of economic austerity measures before
> Serbia starts blossoming.
>
> So, which evil do you think the Serbs should vote for,
> Milosevic evil or NATO evil?
>
> [If Milosevic wins the only solution for Serbia are Russian S300's
> bought
> by Chinese loans. Those would keep NATO humanitarians away from
> Serbia for the next couple of years.]


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*** CRIMINI DI GUERRA
Le bugie mortali della NATO e le loro vittime nel conflitto del Kosovo.
Con un dossier su Srebrenica
di Juergen Elsaesser

*** GUERRA, BUGIE E VIDEOTAPE
Come il monopolio dei media soffoca la verità
di Lenora Foerstel (IAC)


RI-PROPOSTE:

* MONOPOLY
una recensione di Enrico Giardino

* IMBROGLI DI GUERRA
Versione integrale on-line

* LA NATO NEI BALCANI
International Action Center / AaVv.

* DAL MEDIO ORIENTE AI BALCANI
Losurdo, Taboni, Moffa, Catone


ALTRI NUOVI LIBRI SEGNALATI:


*** IL BOMBARDAMENTO ETICO
Saggio sull'Interventismo Umanitario, sull'Embargo Terapeutico e sulla
Menzogna Evidente

di Costanzo Preve

Ed. CRT, Pistoia, agosto 2000
http://www.zen.it/crtiltempio/Editrice.html


*** NATO AGGRESSION AGAINST THE FEDERAL REPUBLIC OF YUGOSLAVIA
Documents sent to international organizations (Two Volumes)

Ministry of Foreign Affairs of the FR of Yugoslavia

Eds. "Sluzbeni glasnik", Belgrade, May 2000


===


CRIMINI DI GUERRA
Le bugie mortali della NATO e le loro vittime nel conflitto del Kosovo.
Con un dossier su Srebrenica

di Juergen Elsaesser

Konkret Verlag Hamburg, 192 pagine, 26.80 DM

---

Juergen Elsaesser, coredattore della rivista tedesca KONKRET ed autore
di vari contributi sia sulla Jugoslavia (si veda ad esempio
l'eccezionale intervista a Mihailo Markovic, in italiano su:
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/455), sia sul nuovo
ordine europeo germano-centrico e sul nazismo, ha recentemente prodotto
un importante libro dal titolo "Crimini di guerra - Le bugie mortali
della NATO e le loro vittime nel conflitto per il Kosovo", contenente
anche un dossier sulla campagna di disinformazione strategica legata
alle vicende di Srebrenica 1995.

Il libro sara' presentato anche alla Fiera del Libro di Francoforte il
prossimo 20 ottobre, ed accanto all'autore siedera' un militare tedesco
che e' stato licenziato per le sue critiche contro l'intervento militare
del 1999. L'autore sta cercando di far conoscere il libro a livello
internazionale, ed e' disponibile a presentarlo in Italia, anche
attraverso interviste radiofoniche eccetera. Del libro e' in
preparazione anche una versione in inglese, ma Elsaesser sarebbe felice
se ne venisse fatta pure una traduzione ed edizione italiana...

Se qualcuno e' interessato, puo' contattare l'autore tramite noi.

---

KONKRET-Magazin, Ruhrstr.111, D-22761 Hamburg, Germany

Juergen Elsaesser
Tel. xx49-331/6005211
Fax. xx49-331/6005213
Mobil 0171/1720368
Email: J.Elsasser@...
Website: www.juergen-elsaesser.de


Dear Ladies and Gentlemen
of the International Media,

on 15th October, my new book about the lies of Nato in the
Kosovo-conflict is on
sale in Germany. A big presentation during the Frankfurt Book Fair will
take
place on the 20th October, ex-general Heinz Loquai (the officer who was
fired by
MoD Scharping because of his critic of the war) will join me in this
event.

All details about the book and the author you can find below.

I would appreciate if you would write a review of the book for your
paper or
TV-programm or make an interview (by phone?) with me about my theses.

Unfortunately there’s only a German issue at the moment. An english
edition
could be published next year, but it’s not sure.

Please remail me if you are interested.

Thanks a lot
yours sincerely

J.E.

Outline

KRIEGSVERBRECHEN
Die toedlichen Luegen der Nato und ihre Opfer im Kosovo-Konflikt.
Mit einem Dossier zu Srebrenica
(Konkret Verlag Hamburg, 192 Seiten, 26.80 DM)


WAR CRIMES
The Deadly Lies of Nato and ist Victims in the Kosovo-Conflikt.
With a Special File about Srebrenica

»Never before so few lied so thoroughly to so many, as in connection
with
the Kosovo war«, says Willy Wimmer, member of the CDU party in the
German
Bundestag. »People died for this.«

No lie seemed too grotesque to start the slaughter and keep it going:
Milosevic as the new Hitler, concentration camps in Pristina, Auschwitz
in
Kosovopolje. Whereas NATO and CNN took the trouble to provide fabricated
video documents, the German Minister of Defense sought to convince by
mere
force of words: Mister Scharping‘s portrayal of Serbs playing football
with
the heads of their Abanian victims or Serbs grilling foetuses, torn from
their mothers‘ wombs will go down in the annals of psychopathology.
Finally
miracles of biblical dimensions: massacred Albanian intellectuals hold
post
mortem press conferences in Western capitals; ghost trains suddenly
appear on
scarcely used tracks and bore their way into NATO-missiles; mass graves
are
found as empty as Our Lord‘s vault on the third day.

What is left? »In the nine months after stationing of KFOR in Kosovo
nothing could be found to sustain the indictment of ›genocide‹ « (Le
Monde
Diplomatique, March 2000) . In the light of new evidence and with the
aid of
previously unaccessible documents Juergen Elsaesser questions NATO‘s
justification for the war.

Elsaesser proves the thesis that the first victim of war is the truth to
be wrong. For the truth dies long before a war starts: It was the lies
about
Srebrenica, about Racak, about Rambouillet and about the so-called
apartheid
in Kosovo that deceived members of parliament and citizens alike and led
them
into a murderous adventure. NATO was made the »air force in an ethnic
war«
(Henry Kissinger ) and brought the KLA into power. The result: Pristina
is
purged, ethnic monirities have been driven out of Kosovo, chaos rules in
the streets, the KLA‘s secret police is everywhere, and the few
remaining
survivors fear in ghettos for their lives. Indeed, nobody talks now of
»humanitarian catastrophe«, »ethnic cleansing« or »genocide« and not
surprisingly so: to acknowledge the disgrace of the last war would
impede
preparations for the next.




Table of contents


1 Before the War
1.1 The Mother of All Lies
The »Ramps of Srebrenica« as Starting-Ramps for the War.
***central chapter of approximately 50.000 characters***

1.2 Withheld Murders
The KLA‘s Terror before the War and the Ignorance of the Western
Public.
approximately 25.000 characters

1.3 Classified: Racak
The Previously Classified Autopsy-Records of the 40 Bodies of Racak
Disprove NATO‘s Version of a Serbian Massacre.
approximately 18.000 characters

1.4 Meddled
Memoirs of a Viennese Diplomat: Petritsch on the German
Front-Line in Rambouillet.
approximately 20.000 characters

1.5 Scharping‘s Blacksmiths
»Operation Horseshoe« — An Amateurish Fabrication Coming from the
House of the Vienna-Berlin-Secret- Service-Connection.
approximately 24.000 characters

2 The War
2.1 Sex, Lies and Video
How To Get Your Country in the Mood for War Using Photomontage and
Sexually Laden Horror-Scenarios.
approximately 14.000 characters

2.2 Legal, Illegal, Collateral
Myths and Facts about the Bombing
approximately 19.000 characters

2.3 Killing Fields and Deadly Lies
What Remains of the 100.000 Corpses in Mass Graves?
***central chapter of approximately 40.000 characters***

3 After the War
3.1 Prizren Is Cleared of Serbs
The Fabulous Cleanliness of the German Bundeswehr.
approximately 24.000 characters

3.2 And they lived happily together ever after
NATO‘s fairy-tale about the multi-ethnic future of the Kosovo
protectorate.
***central chapter of approximately 40.000 characters***

4 Epilogue
Fact-Dump Cyberspace
Post-Modernism destroys Reason, Or: Questions of an Active Reader.
approximately 15.000 characters

5 Appendix

5.1 International Press Commentaries on the Situation in Kosovo in the
1980ies.
approximately 10.000 characters

5.2 The German Foreign Ministry about the Situation in Kosovo 1990 -
Fall 1998;
secret documents
approximately 35.000 characters

5.3. Massgraves „As seen As told“ - strange details of a OSCE
documentation
approximately 12.000 characters



About the Author

Juergen Elsaesser was born in 1957. Until June 1997 he was chief editor
of
Berlin‘s daily newspaper Junge Welt and from April 1999 on has been
editor of
the monthly magazin Konkret, Germany‘s most important magazine of an
independent Left since 1957 . He also works as a freelance journalist,
amongst others for the Allgemeine Juedische Wochenzeitung, the
Sueddeutsche
Zeitung, the state television WDR and the Kursbuch.

In the time of the Kosovo war he coined the slogan »No Blood for
Joschka«, an anology to the slogan »No Blood for oil«, that the members
of
the Green Party had coined in the Golf war 1991. The German magazine Der
Spiegel consequently libelled him as a »professional cynic« bound to
»antiquated leftist clichés«. Others were more kindly disposed: About
his
latest book Nie wieder Krieg ohne uns. Das Kosovo und die neue deutsche
Geopolitik (Konkret Verlag, June 1999, second edition November 1999)
the renowned daily newspaper Frankfurter Rundschau wrote: »An excellent
book.
Written in anger and deep regret, regrets about the development of the
Left
movement and the Green Party. But it is thoroughly investigated.«



Bibliography

Juergen Elsaesser/Andrei S. Markovits (Hrsg)
Die Fratze der eigene Geschichte
Von der Goldhagen-Debatte zum Jugoslawienkrieg. Berlin
(Elefantenpress) September 1999, 208 Seiten, 29.90 DM

Juergen Elsaesser (Hrsg.)
Nie wieder Krieg ohne uns
Das Kosovo und die neue deutsche Geopolitik. Hamburg
(Konkret) Juni
1999, 165 Seiten, 22.80 DM

Juergen Elsaesser
Braunbuch DVU
Eine deutsche Arbeiterpartei und ihre Freunde. Hamburk
(Konkret)
September 1998, 152 Seiten, 19.80 DM


Juergen Elsaesser/Sahra Wagenknecht
Vorwaerts und vergessen?
Ein Streit ueber Marx, Lenin, Ulbricht und die verzweifelte
Aktualitaet des Kommunismus. Hamburg (Konkret) Juni 1996,
140 S.
19.80 DM

Juergen Elsaesser
Wenn das der Fuehrer haette erleben duerfen
29 Glueckwuensche zum deutschen Sieg ueber die Alliierten.
Hamburg
(Konkret) Mai 1995, 112 Seiten, 14.80 DM

Juergen Elsaesser
Antisemitismus - das alte Gesicht des neuen Deutschland
Analysen nach der Wiedervereinigung. Berlin (Dietz)
September 1992,
145 Seiten, 19.80 DM


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GUERRA, BUGIE E VIDEOTAPE
http://digilander.iol.it/convogliogiorgiana/foerstel130800.html

Guerra, bugie & videotape: come il monopolio dei media soffoca la verità
di Lenora Foerstel - marzo 2000
(a cura di Enrico Giardino -Forum DAC- Roma 13 agosto 2000)

Lenora Foerstel è un'attivista dello IAC (International Action
Center) impegnata nei
movimenti femminili e per la pace, a livello mondiale. Ha scritto
libri e pubblicazioni,
ha prodotto video legati soprattutto a situazioni geografiche del
Sud Pacifico.
In quest'ultimo suo libro raccoglie una serie di testimonianze di
qualificati personaggi
e ricercatori mediatici che colpiscono duro (come lei dice)
impegnati a demistificare gli
slogan e la propaganda delle grandi multinazionali e dei governi ad
esse legate.
Personaggi come Ramsey Clark (IAC), Scott Armstrong, M. Collon, M.
Parenti, Diana
Johnstone, J.B. Aristide ed altri.
Il libro prende spunto da una conferenza internazionale tenutasi ad
Atene nel 1998,
intitolata "L'età oscura dei media": in essa sono emerse
circostanziate denunce delle
più colossali mistificazioni mondiali, nonché una serie di proposte
di resistenza e di
alternativa rispetto all'attuale monopolio imperialistico dei
mass-media. Essendo
impossibile sintetizzare in breve le 270 pagine del libro, degno di
pubblicazione in
italiano, fornisco qui solo un'idea del suo contenuto, riferendomi
all'introduzione di L.
Foerstel e ad alcune parti del libro.

Gli argomenti principali trattati nel libro sono i seguenti:

La crescente concentrazione della proprietà dei media soffoca
il dissenso ed il
flusso informativo
Il ruolo dei media nel preparare le guerre e catturare il
mercato mondiale
La propaganda di guerra della Nato e la sua espansione in
Jugoslavia
Il ruolo delle grandi compagnie petrolifere, del Pentagono e
dei media nel Golfo
Le nuove tecnologie possono aiutare gli attivisti a rompere il
monopolio
mediatico dominante

Tali argomenti sono riferiti alle 5 parti del libro, con questi
titoli:

1.Censura mediatica e gestione delle notizie

con cinque contributi: Scott Armstrong (I sottotitoli della
censura), Ben
Bagdikian (Le notizie degli eventi internazionali), Ramsey
Clark
(Manipolazione mediatica della politica estera), M. Parenti
(Evasione
madiatica) e Peter Philips (Proprietà e controllo dei media).

2.Filtraggio delle notizie: storie riprese dal buio dei media

con cinque contributi: B. Dupuy (Il linciaggio del presidente
Aristide), Laura
Flanders (Un topolino ruggente: i media popolari acquistano
fondamento),
Sara Flounders (Il tallone d'Achille del potere mediatico:
perdita di
credibilità), Brian Becker (La caduta del socialismo dell'est
europeo devasta
i lavoratori: rapporto ONU ignorato dai media), Danni
Schechter (Per la luce
nel buio)

3.Media e guerra nei Balcani

con quattro contributi: M. Collon (La storia che i media non
raccontano), T.
Deichmann (Premio Pulitzer e propaganda croata), Diana
Johnstone
(Guardando la Jugoslavia attraverso un vetro oscurato), Z.P.
Pirocanac (I
moderni media, quarto braccio della Nato)

4.Imperialismo culturale: la prospettiva del Terzo Mondo

con quattro contributi: J.B. Aristide (Mass media e media di
massa),
M.Mukherjee (Accesso pubblico all'informazione in India),
Nawal El
Saadawi (Neo-colonialismo ed età oscura dei media), Adel
Samara (Media
come strumento nazionale di oppressione di classe)

5.Alternative internazionali al monopolio dei media

con cinque contributi: B.N.Aziz (Esiste una alternativa
mediatica fuori
dell'Occidente?), D. Barsanian (Radio alternative: audio di
conflitto), Peter
Frank ed altri (Radiodiffusione, costituzione e democrazia),
M. Jacobi
(Informazione su Internet, potenzialità di un medium
democratico), Ch.
Levendosky (Può il mercato proteggere le voci libere?).



I media ed i loro proprietari agiscono ormai come
"consulenti-patrocinatori" del
pubblico americano (e mondiale) sugli eventi mondiali, orchestrando
l'opinione
pubblica sui temi della pace e della guerra. Questa potenza
manipolativa cresce nella
misura in cui le compagnie di fondono e si concentrano. Esempi : nel
1961 la CBS
prepara la guerra in Vietnam; nel 1986 la General Electric si
impadronisce di NBC ed
RCA, entra nel mercato militare con la Westinghouse e promuove
azioni belliche USA
su vasta scala. Ciò non riguarda solo le news come si pensa, ma i
programmi di fiction
e di intrattenimento: basta pensare all'ideologia ed alle
distorsioni diffuse da film,
telefilm, ecc. (es. stereotipi xenofobi che incoraggiano sciovinismo
e militarismo).
Altri esempi: l'editoriale del "New York Times" che il 20-9-98 (ben
prima
dell'aggressione Nato) incoraggia Clinton ad intervenire in Kosovo
(se necessario
anche da solo, senza Nato).

Nel 1997 gli USA mandano le loro truppe ad occupare i trasmettitori
nell'area di Pale
(Bosnia) per trasmettere propaganda a favore del Presidente
serbo-bosniaco Plavic,
filo occidentale , in corsa elettorale con altro candidato inviso
agli USA (che pure in
passato avevano finanziato).

Grazie al supporto USA i ladroni-baroni russi hanno applicato il
modello occidentale
per pilotare le notizie nel loro Paese, dopo la caduta del
socialismo sovietico: è
cominciata così anche in quel Paese l'era buia dei media. Come negli
USA, le notizie
arrivano oggi dalle sale dei Consigli di Amministrazione delle
multinazionali, invece
che dalle strade o dal Paese reale.

Negli USA un ruolo di mistificazione enorme hanno gli addetti alle
Public Relations
(PR): sono già 150.000 contro 130.000 reporter accreditati.

A costoro interessa, non la verità di una notizia, ma il risultato
che essa determina a
vantaggio dei loro "clienti": lo ha riferito pubblicamente il
responsabile di una grossa
agenzia PR americana in occasione di una campagna lanciata per
portare il Governo
USA ad intervenire militarmente nel Golfo Persico per "proteggere il
Kwait" dall'Iraq
di Saddam Hussein: questa aggressione, che ancora continua, è
costata finora milioni
di dollari ed ha devastato l'Iraq.

Lo stesso copione si è ripetuto con un'altra agenzia PR che, pagata
30.000
dollari/mese dai governanti croati e dai musulmani bosniaci, ha
sostenuto la loro
causa, diffondendo notizie e storie false ai fini di un intervento
armato USA nell'area
(es.50.000 donne musulmane rapite dai serbi, mentre il successivo
rapporto ONU,
ignorato dai media, parlava di 800 rapimenti totali effettuati da
tutte le etnie della
Regione).

La demonizzazione dei Serbi è riuscita pienamente solo quando
l'agenzia PR, a suo
stesso dire, è riuscita, con la sua campagna di falsità e di
propaganda, a coinvolgere le
associazioni ebraiche: da quel momento i serbi sono stati equiparati
ai nazisti di Hitler
e sono stati usati per essi i termini di quel periodo: pulizia
etnica, fosse comuni, campi
di concentramento, ecc.

La nostra "campagna ha avuto pieno successo" ha dichiarato con
orgoglio il
responsabile PR, "noi non siamo pagati per essere morali", "non
siamo attrezzati per
controllare le notizie che diffondiamo", il nostro obiettivo è
soddisfare le richieste di
chi ci paga, usando "bene" i media.

Un'altra vittima di campagne dis-informative è stato l'ex presidente
di Haiti
J.B.Aristide che ,eletto con il 67% dei voti, si opponeva alle
ricette di "aggiustamento
strutturale" del FMI: fu rimosso dopo una dura campagna mediatica
orchestrata dagli
USA che considerano Haiti una loro colonia (definizioni di Aristide:
"psicopatico",
"piccolo socialista assetato di sangue").

Mi sembrano poi notevoli le affermazioni di Ramsey Clark "La lotta
che noi possiamo
e dobbiamo fare, la più grande sfida nella lotta per la democrazia è
la ricerca della
verità"; " la questione della sopravvivenza umana ..dipenderà
largamente dalla nostra
capacità di vedere e mostrare la verità in tempo utile"; "la
possibilità dei media di
demonizzare intere nazioni ed i loro leaders, costituisce il potere
più pericoloso e più
perverso".

Ciò significa, come noi del Forum DAC sosteniamo, che, con la lotta
politica,
occorre riportare sotto la sovranità popolare il controllo dei
processi di
conoscenza, informazione, comunicazione.

L'autrice rivolge poi un cenno ai contributi dei vari relatori del
libro.
I contributi della terza parte si incentrano sulle menzogne che
hanno preparato e
coperto l'aggressione USA-NATO nei Balcani con il graduale
smantellamento della
Repubblica federata di Jugoslavia.
Se ne può dedurre che l'immagine mediatica ha beffato il mondo
intero.
Pirocanac, in particolare, esamina il ruolo dei media come quarto
braccio della NATO.

Nella quarta parte del libro si indagano le ricadute sul Terzo Mondo
dell'imperialismo
mediatico ( ma anche militare ed economico) nonchè le possibili vie
di resistenza e di
alternativa rispetto ad esso.
Da un lato si propongono agenzie, reti ed alleanze "orizzontali"
capaci di offrire ai
movimenti un flusso informativo e conoscitivo correlato alla realtà
del mondo e dei
popoli (un esempio è l'idea denominata PRIME Progressive
International Media
Exchange), dall'altro si tenta di sostenere e valorizzare le
strutture informative non
legate ai monopoli (pubbliche, comunitarie, ecc.).

In questa direzione, la conquista dei DIRITTI COMUNICATIVI, attivi e
passivi, mi
sembra una battaglia decisiva nel senso indicato sopra da Ramsey
Clark.

Qui serve una progettualità articolata a più livelli, da quello
locale a quello mondiale,
capace di contrastare, o almeno limitare, i danni sociali prodotti
dalle multinazionali
dei media.

Qui si collocano le proposte del FORUM DAC che possono diventare
praticabili, a
condizione di assumere la questione dei MEDIA ( e dei diritti
negati) come problema
politico universale e prioritario. Qui le testimonianze dei vari
relatori si intrecciano
con i lavori e gli scopi di Videazimut (nel mondo) e del nostro
Forum DAC (in Italia).

Sintetizzo infine i contributi dell'ultima parte, più propositivi e
progettuali, essendo
l'analisi delle menzogne USA-NATO più nota, almeno tra gli "addetti
ai lavori" non
asserviti all'imperialismo

Barbara Nimiri Aziz (USA) si chiede se esistano alternative
mediatiche al di fuori
dell'Occidente. Pur accettando che i grandi mass-media occidentali
ormai dominano
l'attenzione e l'ascolto dei popoli di ogni parte del mondo,
l'autrice esamina i processi
culturali e comunicativi delle civiltà "non occidentali" (arabi,
asiatici, ecc.): qui i
processi di comunicazione orali non sono ancora scomparsi ed hanno
tradizioni
consolidate. Non è vero che non esistano ad EST giornalisti,
intellettuali e
comunicatori, indipendenti e capaci. Un altro aspetto caratteristico
è che in quei Paesi
il vissuto conta più della politica, per cui le persone non sono
così disinformate come
gli occidentali credono. Cita una serie di esempi. I popoli di 22
Stati arabi costituiscono
un buon esempio di competizione e diversità.
Il suo invito è quindi di non omologare frettolosamente l'ovest
all'est.

David Barsamian (USA) tratta il tema delle radio antagoniste e del
loro ruolo
antimperialista. Cita Antonio Gramsci "creare una nuova cultura non
significa solo fare
originali scoperte individuali, ma soprattutto significa divulgare
criticamente le verità
esistenti, portarle al linguaggio sociale, quindi, dare ad esse la
consistenza di base per
azioni vitali e gli elementi di raccordo di rilevanza intellettuale
e sociale". Egli trova
nel rilancio e nel potenziamento delle radio alternative le funzioni
politiche e culturali
evocate da Gramsci. Ragioni di costo, di semplicità e di diffusione
ne fanno fattori
decisivi di conoscenza critica, resistenza ed opposizione
all'imperialimo. Cita una
serie di esempi.

La relazione di Peter Frank ed altri (USA), intitolata
"Radiodiffusione, costituzione
e democrazia" pone il diritto a comunicare in relazione al 1°
emendamento della
Costituzione USA: rivendica il diritto all'installazione in ambito
locale di
microripetitori radio FM di piccola potenza (50-100 watt). Cita i
numeri della rapida
espansione in USA di tali microripetitori "comunitari e/o rurali",
sostenuta dal
"movimento internazionale per le microradio".

Manse Jacobi (USA) esplora limiti e potenzialità di Internet come
potenziale mezzo
di democrazia comunicativa (alternativa al regime dominante). Cita
le applicazione di
WEBcasting-diffusione di notizie audiovisive via Internet, nonché il
progetto di
"convergenza della società civile" lanciato da AMAR, APC e
Videazimut: si tratta
di una rete di giornalisti, scrittori, intellettuali ed attivisti
che scambiano, su base
mondiale, informazioni libere, democraticamente.

C.Levendosky (USA) si chiede, pleonasticamente, se il mercato possa
mai
proteggere voci libere. La sua risposta, suffragata da esempi, è
negativa, per cui
ritorna all'uso di media alternativi.


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MONOPOLY
La Nato alla conquista del mondo
di Michel Collon (ed. EPO - marzo 2000)

-> NUOVA RECENSIONE a cura di Enrico Giardino:
http://digilander.iol.it/convogliogiorgiana/collon110800.html

-> nostri documenti gia' distribuiti:
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/252


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IMBROGLI DI GUERRA

Scienziate e scienziati contro la guerra

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"Imbrogli di guerra" e' finalmente disponibile anche sul web,
all'indirizzo http://www.iac.rm.cnr.it/~spweb/libro/

Il comitato "Scienziate e scienziati contro la guerra", inoltre,
e' in procinto di pubblicare con l'editore Odradek un secondo
volume, come continuazione del primo. Il secondo libro riportera'
il contenuto delle relazioni raccolte nel corso del convegno di
Torino svoltosi nel mese di giugno 2000.


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IMBROGLI DI GUERRA - Scienziate e scienziati contro la guerra

Un libro per coloro che vogliono approfondire, fuori dai clamori e
al riparo da interferenze mediatiche, cause e conseguenze del recente
conflitto e di cui consigliamo vivamente l'adozione nelle universita'
e nelle scuole superiori.

Raccoglie contributi e interventi che "Scienziate e scienziati contro
la guerra" hanno prodotto in un seminario sul conflitto nei Balcani,
tenutosi a Roma il 21 giugno 1999. Sono testi ricchi di grafici e
tabelle,
meditati e documentati, che analizzano un vasto spettro di temi e di
ambiti a partire da metodologie scientifiche diverse, attenti a riferire
soprattutto, ma non solo, sulle conseguenze del recente conflitto sulla
popolazione e sull'ambiente.

Sono testi scientifici che non vogliono ignorare le connessioni
economiche
tra universita', ricerca ed industria bellica, e che affrontano, di
nuovo,
la responsabilita' della scienza e degli scienziati nei confronti del
Pianeta e della sua popolazione. In un contesto culturale di profonda
crisi, laddove molti intellettuali sono spiazzati dagli eventi, altri
latitano, ed altri ancora si vendono al miglior offerente, qualcuno
s'interroga...

Le autrici e gli autori: A. Di Fazio, V.F. Polcaro, S. Salerno, L.
Triolo,
V. Caffarelli, W. Bocola, P. Cagnetti, V. Gennaro, G. Grandoni,
A. Signorini N. Pacilio, C. Pona, A. Baracca, R. La Valle e altri,
F. Grimaldi, A. Drago, E. Donini, M. Emmer, A. Martocchia: docenti
appartenenti a Dipartimenti di varie Universita' italiane (Napoli,
Roma, Firenze, Torino, Trieste); ricercatori del CNR, dell'ENEA, degli
Osservatori astronomici, del Ministero dell'Ambiente, dell'Istituto
Nazionale per la ricerca sul Cancro di Genova; studenti della Scuola
Internazionale per gli Studi Avanzati di Trieste.

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Per scaricare il libro o i singoli contributi, il sito internet e'
http://www.iac.rm.cnr.it/~spweb/libro/

Sia l'intero libro che i singoli contributi che sono scaricabili
in formato PostScript compresso (.PS.GZ) che in formato PDF.
I software di riferimento per visualizzare i file sono
- Aladdin ghostscript + gv (Unix/Linux)
- Aladdin ghostscript + gsview (Windows)
- Acrobat Reader (tutte le piattaforme)

Si fa notare che i file PostScript devono prima essere decompressi
con gunzip (linux/unix) o winzip (windows).

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Scienziate e Scienziati contro la guerra
http://www.iac.rm.cnr.it/~spweb/
scienzaepace@...


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> International Action Center / AaVv.
>
> LA NATO NEI BALCANI
>
> Editori Riuniti, Roma, giugno 1999 - lire 18mila

Dei QUATTORDICI saggi contenuti nell'opera originale - vale a dire
l'eccezionale volume dell'I.A.C. "NATO IN THE BALKANS", che a suo tempo
segnalammo, cfr. http://marx2001.org/crj/GEOPO/natobalc.html - con
grande
ardimento gli Editori Riuniti sono riusciti a pubblicarne QUATTRO in
versione italiana. C'e' voluto un anno e mezzo d'attesa e qualche decina
di migliaia di tonnellate di bombe, ma il risultato e' incoraggiante.

Il libro, che e' curato da Tommaso di Francesco, si apre con una
PREFAZIONE di Luciana Castellina. Questa esordisce con alcune righe di
premessa inutile ed in perfetto stile "politically correct" sulle colpe
di
Milosevic, tanto per mettere le mani avanti, ma subito dopo in poche
pagine riesce a riassumere efficacemente 10 anni di aggressione
imperialista ai danni delle popolazioni della Jugoslavia, analizzando a
nostro avviso correttamente anche il quadro politico-culturale
complessivo.

Segue una NOTA REDAZIONALE e la parziale traduzione di "NATO IN THE
BALKANS", con gli scritti di R. Becker (sulle sanzioni ed il ruolo
occidentale nella distruzione della RFSJ), S. Flounders (sulla attivita'
USA contro la pace in Bosnia; da questa sezione e' scioccamente saltato
via un paragrafo che elencava alcuni articoli di fonte occidentale
sull'operato della CIA in Bosnia), G. Elich (sulla "Operazione Tempesta"
a
danno dei serbi delle Krajne) e B. Lituchy (sul ruolo dei media, laddove
si citano alcuni esempi di disinformazione strategica, con i nomi delle
agenzie di "public relations" coinvolte).

Mancano dunque all'appello l'introduzione di R. Clark, l'importante
analisi geopolitica di S. Gervasi sulla strategia della NATO, il pezzo
sulla Bosnia di Chossudovski, l'analisi di S. Marcy sugli interessi
dietro
allo squartamento della RFSJ, il saggio sugli accordi di Dayton di G.
Wilson, l'articolo di T. Deichmann sulla campagna di disinformazione
relativa a certi "lager serbi" in Bosnia, quello di R. Foerstel sul
ruolo
dei media e quello della N. Tesich sul clima culturale in cui e'
germogliato il razzismo antiserbo di questi anni. Manca anche l'analisi
di
Cottin e Dorfman sulla agenzia di disinformazione strategica
"Ruder&Finn",
impegnata ad orientare la lobby ebraica USA in senso antijugoslavo.

Il libro contiene invece una aggiornata APPENDICE, con l'ACCORDO PER
L'AUTOGOVERNO DEL KOSMET (18.03.99) e l'ACCORDO DI RAMBOUILLET
(integrale), nonche': LE COLPE DELLA GERMANIA (intervista a Helmuth
Schmidt a cura di P.A. Stauffer e P. Decallier), GLI OBBIETTIVI DELLA
POLITICA DELLE BOMBE (di E. Said), STELLE D'AMERICA, STRISCE D'EUROPA
(di
G. Kolko), L'IRRESISTIBILE ASCESA DELLA NATO (di H. Scheer) e
soprattutto
le LETTERE DI UN VIAGGIATORE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA FRANCESE di
R. Debray, l'articolo apparso il 12/5 scorso sul "Le Monde" che ha
scatenato una oscena campagna diffamatoria contro il suo autore.

Nonostante l'incompletezza, l'estremo ritardo con cui appare ed il
totale
embargo informativo (non ci risulta sia stato recensito da alcun
giornale), questo libro rimane comunque il migliore di tutti quelli
finora
pubblicati sul dramma jugoslavo e balcanico di questi anni in Italia.
Pochi soldi per un'agile lettura che fornisce salde basi di
comprensione di quanto accaduto nel paese che con noi confina ad est.

Certo mancano tanti tasselli, documentazione, manca una cronologia,
mancano illustrazioni, manca la voce dei comunisti jugoslavi, ma non
disperiamo: qualche altra tonnellata di uranio impoverito o qualche
pioggia di bombe in Adriatico indurranno sicuramente gli "Editori
Riuniti"
ad azzardare un altro passo nella direzione giusta.

(http://www.marx2001.org/nuovaunita/jugo/crj/m_l/100899.htm)

===

> Losurdo, Taboni, Moffa, Catone
>
> DAL MEDIO ORIENTE AI BALCANI
> L'alba di sangue del "secolo americano"
>
> La Citta' del Sole / Manes Ed., Napoli 1999

Si tratta della raccolta di quattro eccezionali saggi sulle cause
strategiche, economiche e politiche della aggressione occidentale contro
la Repubblica Federale di Jugoslavia (Serbia e Montenegro). Questo
paese,
ultimo dell'area balcanica a rivendicare fino in fondo una continuita'
con
la multinazionale (o "multietnica", come vuole la vulgata corrente)
Repubblica Federativa e Socialista di Jugoslavia, e' tuttora soggetto ad
un attacco in varie forme da parte dell'imperialismo, che intende
spaccarlo facendo leva sui settori revanscisti e micronazionalisti per
arrivare ad una ricolonizzazione di tutta l'area, e puntare
ulteriormente
ad est.
Particolarmente accesa la polemica contro la deriva teorica e pratica
di certo internazionalismo, di certo pacifismo e di certa sinistra, che
usando in modo a-dialettico la categoria della "autodeterminazione dei
popoli" hanno di fatto sostenuto lo squartamento della RFSJ esaltando un
"differenzialismo identitario" di carattere reazionario e decadente.

(http://www.marx2001.org/nuovaunita/jugo/crj/m_l/100899.htm)


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------