E' dannoso non solo quando esplode; e lo potremmo trovare anche in
luoghi impensabili...

Un'anticipazione sul servizio che RAINEWS24 metterà in onda domattina.

di Nadia Redoglia

Le istituzioni in genere, ma soprattutto quelle militari, pare abbiano
sottaciuto molto più di quanto si pensi, sull'uranio impoverito.
E' da poche ore che la commissione d'inchiesta in Senato ha espresso
il proprio responso in merito all'indagine che le è stata
commissionata, sull'armamento bellico legato a tale sostanza. Appare
all'orizzonte qualcosa che aggiunge inquietudine alla già preoccupante
situazione legata agli armamenti a base di D.U. Abbiamo visto che
anche la commissione indetta dal Governo, ha esposto la propria
preoccupazione in tal senso. Fino ad ora si è discusso sugli effetti
dell'utilizzo del D.U. in campo bellico, effetti legati all'impatto
esplosivo, dato dalla elevata piroforicità dell'uranio impoverito. Le
nanoparticelle che si sprigionano sotto forma di un vero e proprio
aerosol, dopo l'impatto, attaccano gli organi vitali, penetrano nelle
cellule che degenerano in mutazioni anomale.
Ebbene, secondo gli studi del direttore del Criirad - istituto di
ricerca francese sulla radioattività - ing. Bruno Chareynon, noto per
i suoi studi sulla radioattività ambientale fin dal 1986 a seguito di
Chernobyl, si è scoperto che il micidiale uranio impoverito, oltre che
essere pericoloso post esplosione, potrebbe essere altresì dannoso
allo stato di puro e semplice manufatto. Si ricorda che la sostanza
viene utilizzata in sostituzione del piombo, almeno fin dagli anni 70.
Gli Stati Uniti furono costretti a chiudere un'azienda che produceva
uranio impoverito, proprio perché risultata estremamente dannosa e per
i dipendenti e per chi viveva in prossimità della fabbrica.
L'episodio non ha fatto cessare l'uso e l'abuso di questo
sottoprodotto ottenuto dalle scorie nucleari, tant'è che ad oggi lo
possiamo trovare in campo aeronautico, in campo chimico (pigmenti di
colorazione per pavimentazioni) fino a giungere al campo ludico: le
freccette da bersaglio al posto del piombo potrebbero contenere
l'uranio impoverito.
Lo scopo è dato dal suo bassissimo costo e dal peso specifico assai
elevato confronto al piombo. Esaminando un proiettile, proveniente
dall'armamento bellico in Kossovo, il dott. Chareynon, ha rilevato che
lo stesso, pur essendo avvolto da almeno tre lastre di piombo e
sistemato addentro a un apposito involucro appositamente schermato, ha
prodotto, grazie ai rilevatori, raggi gamma tali da fare constatare
che l'irraggiamento potenziale risulterebbe 6.000 volte superiore agli
effetti solari.
Una normativa europea, risalente al 1996, ha quantificato in un
massimo di 10.000 bequerel/kg l'attività radioattiva concessa nella
lavorazione dell'uranio 238. Un solo proiettile di uranio impoverito,
ben inferiore al chilo ovviamente, emana radioattività per oltre 40
milioni di beqerel/kg.
Se i risultati degli studi dell'ing. Chareynon in merito all'armamento
bellico, ormai sfruttato da anni, risultassero fondati, si otterrebbe
una situazione, ormai conclamata, spaventosa: ogni proiettile, ogni
elemento a base di uranio impoverito sarebbe da paragonare
all'irraggiamento di una scoria radioattiva e dunque per porvi mano
sarebbero indispensabili tutte le protezioni e le precauzioni che i
dispositivi legislativi prevedono in tal senso.

Qualche numero.
Uranio impoverito usato in Iraq nel 91: 300 tonnellate, in Iraq nel
2003: 75 tonnellate.
L'uranio impoverito disperde, all'impatto, nanoparticelle inquinanti
per l'uomo e per l'ambiente. A quanto pare cominciamo a rendercene
conto in via ufficiale. Ma l'uranio impoverito utilizzato a più scopi,
prevalentemente per appesantire al posto dell'obsoleto piombo, fa
scatenare i rivelatori che impazziscono al minimo contatto con i raggi
gamma. Abbiamo ascoltato il parere dell'Ing. Zucchetti professore al
Politecnico di Torino di radioprotezione. " E' chiaro che un contatore
rivela la minima presenza di raggi gamma e dunque, nel caso di un
proiettile, è chiaro che ne troviamo. Allo stato del prodotto finito
la quantità di gamma, dato il suo decadimento, non è pericolosa per
l'uomo. I raggi alfa neppure. Questi diventano pericolosi nel momento
in cui entrano a contatto con i fluidi del corpo. Allora si che
avviene la contaminazione. Infatti gli addetti alla lavorazione
dell'uranio impoverito potrebbero correre seri rischi. La
manipolazione della sostanza (torni, stampi, forni e quant'altro)
potrebbe facilmente creare accidentali e subdole inalazioni o ingestioni"

Il prof. Zucchetti vedrà il servizio che Rainews24 manderà in onda
domani alle 7.40. Gli abbiamo chiesto se ci fornirà il suo parere e ci
siamo lasciati con l'accordo che esprimerà la sua opinione tornando
sull'argomento accennato.

Nadia Redoglia

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il manifesto
24 Febbraio 2006

«A Nassiryia usato l'uranio impoverito»

Un video dal Giappone testimonia l'utilizzo dei proiettili. 15 soldati
italiani malati
CARLO LANIA

Nassiriya, marzo 2004. Il soldato risponde senza incertezze alla
domanda. «Rischi legati all'uranio impoverito? Nella zone non c'è
uranio impoverito, mai avuti problemi». La telecamera allarga il campo
fino a inquadrare una colonna di carri armati iracheni distrutti e
distante non più di un centinaio di metri dalla base dei nostri
soldati. Poco prima, proprio tra quelle lamiere mezze bruciate e
perforate dalle pallottole, un contatore geiger aveva rilevato una
presenza di radiazioni pari a 10 microsiver. Un'altra sequenza è
girata all'interno dell'ospedale pediatrico di Baghdad e documenta gli
effetti della radiazioni sui bambini: fotogrammi terribili che
mostrano corpi deformi o privi di arti, visi sfigurati di neonati con
gli occhi pieni di terrore. Le immagini fanno parte di un video di 23
minuti realizzato tra il 2003 e il 2004 da una troupe giapponese in
Iraq e smentiscono drammaticamente quanto affermato fino a oggi dal
ministro della Difesa Antonio Martino, che ha sempre negato l'uso
nella guerra del Golfo di pallottole e missili contenenti Depleted
uranium, uranio impoverito. Il documentario (in possesso
dell'Osservatorio Militare che nei prossimi giorni lo pubblicherà sul
sito www.osservatorio militare.it) è stato girato dalla televisione
giapponese, ma il video è ancora inedito in Italia, dove intanto
cresce il numero dei soldati che hanno fatto ritorno dall'Iraq
gravemente ammalati. Gli ultimi sarebbero almeno quindici, secondo
l'Osservatorio Militare, numero che fa salire il totale dei militari
ammalati dal 1998 a oltre 300, 44 dei quali sono morti. E intanto sono
attese per martedì prossimo le conclusioni della Commissione
d'inchiesta parlamentare istituita proprio per far luce sui possibili
legami tra le malattie riscontrate nei soldati e l'uso di munizioni
all'uranio impoverito.

Il video. In tutto si tratta di 23 minuti girati tra Giappone, Iraq,
Italia e Stati uniti e legati da un unico filo conduttore: documentare
i danni provocati dall'utilizzo dell'uranio impoverito. L'operatore
gira tra le abitazioni colpite dai missili, si ferma presso le
carcasse di mezzi militari distrutti, interroga civili e soldati. E
ogni volta misura, contatore geiger alla mano, la quantità di
radiazioni presenti nelle zona. Il risultato è sempre lo stesso: la
lancetta dello strumento comincia a muoversi fino a impennarsi. Una
scena che si ripete nei pressi della base italiana a Nassiriya, in cui
la presenza di uranio impoverito viene smentita dal portavoce della
base, ma che diventa paradossale quando a negare l'uso del «metallo
del disonore» è un soldato giapponese con il bossolo di un proiettile
all'uranio impoverito a poca distanza dai piedi. Più drammatiche di
tutte sono però le immagini che documentano gli affetti delle
pallottole sui civili. Nel filmato si vedono bambini iracheni
deformati dalla radiazioni, ma anche i figli dei reduci americani.

I soldati malati. Parlando l'anno scorso davanti alla Commissione di
inchiesta del senato, il ministro Martino ha sempre smentito l'uso di
munizioni radioattive: «I nostri militari impegnati all'estero - disse
- non corrono alcun pericolo per l'uranio impoverito: non lo usano
loro e neanche i militari di altri paesi che collaborano con loro».
Eppure i soldati che ammalano di tumore una volta tornati a casa
aumentano. Degli ultimi 15 denunciati dall'Osservatorio Militare, tre
hanno compiuto missioni in Afghanistan e Iraq, uno soltanto in Iraq,
mentre tutti gli altri hanno avuto esperienze nei Balcani prima di
essere inviati a Nassiriya. Tra le patologie riscontrate, ci sarebbero
almeno tre casi di tumore ai testicoli e un caso di tumore allo
stomaco. In Iraq, denuncia Domenico Leggiero, dell'Osservatorio
Militare, «oltre al fosforo bianco è stato usato anche l'uranio
impoverito e l'esperienza dei Balcani non è servita a maturare le
coscienze dei vertici militari: tumori ai testicoli, alla tiroide e
linfomi di ogni tipo sono l'eredità che l'impiego in Iraq ci sta
lasciando».

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il manifesto
28 Febbraio 2006

URANIO

Sit in a Roma per le vittime

Conclusi i lavori della commissione parlamentare d'inchiesta del
senato sull'uranio impoverito. In attesa del voto sulla relazione
finale, previsto per questo pomeriggio, i familiari dei militari
ammalati o morti per presunta contaminazione si sono dati appuntamento
stamane per un sit in davanti a palazzo Chigi per chiedere massima
chiarezza sul documento finale. Inoltre da oggi, sul sito
www.osservatoriomilitare.it si potrà visionare un documentario
giapponese «che riprende i bombardamenti degli A-10 con proiettili
all'uranio impoverito e documenta - afferma Domenico Leggiero
dell'Osservatorio - le decine di carcasse di carri dstrutti con gli
stessi proiettili che giacciono alle spalle dell'insediamento dei
militari italiani di Nassiriya». A queste dichiarazioni si aggiungono
quelle di Falco Accame, presidente dell'Anavafaf, l'associazione che
tutela i familiari delle vittime arruolate nelle forze armate, secondo
il quale i militari italiani «in Somalia, in Bosnia e i Kosovo sono
stati lasciati per sei anni senza norme di protezione» per contrastare
il rischio uranio impoverito».

SULLA MANIFESTAZIONE SI VEDA:

Uranio impoverito: sit in domani a Roma
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4781

Considerazioni a margine del sit-in sull'uranio impoverito
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4783