(francais / italiano)

Nota bene: la fonte dell'articolo che qui riportiamo è il portale
anti-jugoslavo Courrier des Balkans, pagato dalle istituzioni della
Unione Europea. Per questo motivo, l'annientamento della presenza
croata, come quello di tutte le altre comunità non albanesi del
Kosmet, non viene attribuito qui chiaramente alle mire neonaziste dei
secessionisti pan-albanesi, bensì a mitiche "epurazioni etniche
incrociate" la cui colpa originale si fa risalire, come di prammatica,
alla parte serba: "Seselj... allora spadroneggiava"; ovviamente non
viene menzionato nessun crimine dei paramilitari di Seselj, perchè in
effetti non ne commisero nessuno ai danni dei croati di Letnica. E
mentre le truppe di occupazione americane sono definite stranamente
"incapaci" e "blande", la "politica internazionale" è curiosamente
"inefficace"... (a cura di IS)


Kosovo : l'agonie des Croates de Letnica

Alors que les négociations sur la définition du statut du Kosovo
s'ouvrent ces prochains jours, la diversité culturelle du territoire
n'est déjà plus qu'un souvenir. Les derniers Croates sont en train de
disparaître sous les yeux de la Communauté internationale. Enquête
dans la commune de Vititna, où ne subsistent plus que quelques
vieillards isolés dans la montagne...

http://balkans.courriers.info/article6389.html

Les Croates du Kosovo en route vers Lika
http://balkans.courriers.info/article2518.html

L'indépendance du Kosovo : une menace pour les villages frontaliers
http://balkans.courriers.info/article6118.html

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http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/5309/1/51/

Kosovo: l'agonia dei croati di Letnica

28.02.2006 - Mentre a Vienna si discute del futuro del Kosovo, la
diversità culturale della regione non è più ormai che un ricordo. Gli
ultimi croati stanno sparendo sotto gli occhi della comunità
internazionale. Inchiesta nel comune di Vititna, dove non restano che
alcuni vecchi isolati, sulla montagna

Di Laurent Geslin, Le Courrier des Balkans
19 febbraio 2006 (titolo originale: «Kosovo : l'agonie des Croates de
Letnica»)

Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall'Asta*

«Siamo qui da 800 anni, e non abbiamo nessun altro posto dove andare».
Mato Matic, davanti al suo caffè freddo, si lascia andare a qualche
lacrima. Robusto vegliardo dallo sguardo penetrante, il portavoce
della comunità è uno degli ultimi croati di Letnica.

Prima del 1990, quattro villaggi croati si estendevano sui
contrafforti della Skopska Crna Gora, massiccio montuoso tra il Kosovo
e la Macedonia. 350 case solo a Sasare, frazione sovrastante Letnica,
più di 3.700 abitanti in totale. «La vita era dura, ma sotto Tito si
poteva andare con le proprie mucche fino a Zagabria. Oggi mia moglie
viene aggredita non appena scende nei campi».

Il lungo calvario dei croati del Kosovo è cominciato nel 1991.
Vojislav Seselj, alla testa delle sue milizie nazionaliste serbe,
allora spadroneggiava nella regione. «I croati non vanno sgozzati con
un coltello, bensì con un cucchiaino arrugginito», assicurava all'epoca.

Poi vennero i tempi dei bombardamenti della NATO e del protettorato
internazionale. Sfortunatamente gli occidentali si dimostrarono presto
del tutto incapaci di proteggere le minoranze del Kosovo.
Intimidazioni, minacce, aggressioni e continui furti: i croati se ne
sono andati, talvolta anche con la complicità dei soldati della KFOR.
Il 31 ottobre 1999, 293 abitanti di Letnica sono stati evacuati su dei
camion dai soldati della NATO verso la vicina Macedonia, e in seguito
trasferiti in aeroplano in Krajina dal governo di Zagabria per
ripopolare un villaggio della Lika, abbandonato dai suoi abitanti
serbi. «Protezione» di un Kosovo pluriculturale in rovina e epurazioni
etniche incrociate...

Oggi a Letnica non restano che 55 croati, in maggioranza anziani.
Incapaci di proteggere il loro villaggio, hanno visto insediarvisi
numerosi albanesi, originari di Brest in Macedonia. Mato racconta
ancora: «Ho visto dei banditi fare a pezzi a colpi di piccone una casa
dove un vecchio malato era incapace di alzarsi dal letto per
proteggere i suoi muri». La polizia sembra chiudere un occhio e le
pattuglie americane che girano nella valle sono incapaci di assicurare
una qualsiasi protezione. «Sarebbe stato sufficiente per fare restare
quelle persone che gli americani stanziassero quattro o cinque soldati
nel villaggio», assicura Mato.

Di qui a dieci anni i croati di Letnica, eredi di una storia
plurisecolare, saranno scomparsi. Questo villaggio isolato non
rappresentava alcun pericolo per i nazionalisti albanesi, perché
allora un tale accanimento nello svuotarlo dei suoi abitanti? Senza
dubbio perché a qualche ora di cammino, lungo sentieri tortuosi, si
arriva a Brest, villaggio isolato sulla montagna macedone, zona
extralegale dato che la frontiera è controllata in modo molto blando
dall'esercito americano.

Isolati sulla Skopska Crna Gora molti villaggi macedoni, non
raggiungibili d'inverno, sono divenuti in questi ultimi anni delle
zone dove è attivo il narcotraffico. Senza documenti di identità i
trafficanti si stabiliscono indifferentemente sul versante kosovaro o
su quello macedone e transitano regolarmente in mezzo alle zone
minate, nel cuore di una regione in cui la frontiera non è più
controllata da nessuna autorità.

I croati di Letnica sono tra le vittime di una politica internazionale
inefficace e dello sviluppo delle organizzazioni mafiose del Kosovo.