(italiano / english / deutsch)

Notizie e appuntamenti del movimento contro la guerra

1) Roma 17/1: Assemblea nazionale del movimento antiguerra a Roma.
L'adesione del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus

2) No alla guerra, No alla NATO. Mobilitazione internazionale dal 2 al 5 aprile 2009 a
Strasburgo-Kehl.
Appello concordato a Stoccarda il 05-11-2008
Strasbourg-Kehl 4-5 April, 2009: International demonstration against NATO

3) Report riunione della Rete nazionale Disarmiamoli! - Roma, 6 dicembre 2008

4) Comunicato Rete nazionale Disarmiamoli!:
AFRICOM - Un nuovo progetto colonialista U.S.A. con basi in Italia. Grazie al governo
Berlusconi

5) Aufruf "NEIN ZUR NATO"


Segnaliamo anche, sul sito http://www.disarmiamoli.org , i nuovi video-intervista di
Manlio Dinucci:
"Il conflitto in Georgia"
"Il ruolo dell'Asia nella strategia USA"
"Il Comando Africa – Una nuova servitù militare statunitense che dalle basi militari in Italia
si proietta sul continente africano"
"Obama va alla guerra? – I primi passi di una Amministrazione che non promette niente di
buono"


=== 1 ===

E' stata annunciata per il 3-4 aprile 2009 una grande iniziativa internazionale di protesta
contro il summit della NATO a Strasburgo-Kehl.
L'iniziativa sarà preparata in Italia con una assemblea nazionale di tutto il movimento
contro la guerra, il 17 gennaio a Roma.

Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus aderisce e parteciperà all'assemblea,
e darà il proprio contributo alla sua riuscita oltrechè alla riuscita della importante iniziativa
internazionale di inizio aprile.

Il nostro Coordinamento, che in questo stesso periodo è impegnato anche negli
appuntamenti legati al X Anniversario della aggressione della NATO contro la Jugoslavia
(vedi: https://www.cnj.it/24MARZO99/2009/index.htm ), sottolinea come questi vadano
visti nell'ambito della più ampia campagna per la abolizione della NATO, che è animata da
uno spettro di forze larghissimo in numerosi paesi europei e culminerà il 3-4 aprile 2009
a Strasburgo-Kehl.

CNJ-onlus


---

fonte: Rete Disarmiamoli!
"60 anni di NATO sono troppi. Basta con la NATO, con la guerra, con le basi militari"

17 gennaio assemblea nazionale a Roma.
4 aprile 2009 manifestazione europea a Strasburgo-Kehl.

Invitiamo tutti i soggetti impegnati a lottare contro la guerra globale ad aderire all'appello
europeo di Stoccarda contro la NATO ed a sostenere le proteste che si svolgeranno a
Strasburgo nell'aprile del 2009, in occasione del vertice dei paesi della NATO che
celebrerà il 60° anniversario dell'Alleanza Atlantica nella sede del parlamento Europeo.
Questa scadenza coincide anche con l'anniversario - per noi vergognoso - dei
bombardamenti della NATO sulla ex Jugoslavia nel '99 e con la mobilitazione popolare in
corso contro la nuova base USA a Vicenza
Per discutere, coordinare, approfondire questa campagna contro la NATO e le lotte sul
territorio a ciò connesse, per organizzare la mobilitazione di Strasburgo del 4 aprile 2009,
invitiamo a partecipare alla Assemblea nazionale convocata a Roma per il 17 gennaio
promossa dalle associazioni del PATTO PERMANENTE CONTROLAGUERRA ed aperta alle
forze che si riconoscono nell'Appello di Stoccarda pubblicato sul sito
www.disarmiamoli.org


=== 2 ===
No alla guerra, No alla NATO

Mobilitazione internazionale dal 2 al 5 aprile 2009

Appello concordato a Stoccarda il 05-11-2008. Da www.contropiano.org

In occasione del 60° anniversario dell'organizzazione militare NATO, lanciamo un appello
ad essere presenti a Strasburgo e a Kehl ad aprile 2009, per protestare contro le politiche
nucleari e le aggressive politiche militari della NATO, chiediamo anche di sostenere la
nostra visione di un mondo giusto e libero dalle guerre.
La NATO è un ostacolo crescente per il raggiungimento della pace mondiale. Dalla fine
della Guerra Fredda, la NATO si è reinventata come strumento di azione militare della
"comunità internazionale", compresa la cosiddetta "guerra al terrorismo". In realtà, è un
veicolo per l'uso di forze, a direzione statunitense, con basi militari in tutti i continenti,
scavalcando così le Nazioni Unite ed il diritto internazionale, e accelerando la
militarizzazione e l'escalation delle spese militari – i paesi della NATO rappresentano il
75% della spesa militare globale. Perseguendo questa linea espansionista fin dal 1991,
ideata per favorire interessi strategici, la NATO ha sostenuto la guerra nei Balcani,
mascherata da "guerra umanitaria", ed ha sostenuto sette anni di brutale guerra in
Afghanistan, dove si è verificata una tragica escalation della situazione e la guerra ha
raggiunto il Pakistan.
In Europa la NATO sta aggravando le tensioni, sostenendo la corsa al riarmo con la
cosiddetta "difesa missilistica", un massiccio arsenale nucleare e una politica del colpire
per primi. La politica dell'Unione Europea è sempre più strettamente legata alla NATO. E'
in atto una potenziale espansione della NATO verso l'Europa dell'est ed oltre, e le sue
operazioni "fuori area" stanno rendendo il mondo sempre più pericoloso. Il conflitto nel
Caucaso indica chiaramente questi pericoli. Ogni ampliamento dei confini della NATO
aumenta la possibilità di guerre, compreso l'uso di armi nucleari.
Per raggiungere la nostra visione di un mondo in pace, rifiutiamo ogni risposta militare
alle crisi regionali e globali – queste risposte fanno parte del problema e non della
soluzione. Rifiutiamo di vivere sotto la minaccia delle armi nucleari e rifiutiamo una nuova
corsa agli armamenti. Dobbiamo ridurre le spese militari – indirizzando piuttosto le risorse
verso i bisogni dei cittadini. Dobbiamo chiudere tutte le basi militari straniere. Ci
opponiamo a tutte le strutture militari usate per interventi militari. Dobbiamo
democratizzare e demilitarizzare le relazioni tra i popoli e stabilire nuove forme di
cooperazione pacifica per costruire un mondo più sicuro e più giusto.
Lanciamo un appello per la divulgazione di questo messaggio nelle comunità e nei
movimenti, affinché si estenda la presenza a Strasburgo e a Kehl per far diventare una
realtà questa nostra visione. Crediamo che un mondo di pace sia possibile.
No alla guerra No alla NATO
Le attività durante la mobilitazione anti NATO comprenderanno una manifestazione sabato
4 aprile, una conferenza internazionale da giovedì 2 a domenica 5 aprile, azioni dirette di
disobbedienza civile ed un campo internazionale di resistenza che si terrà da mercoledì 1
a domenica 5 aprile.

---

http://www.stopwar.org.uk/index.php?
option=com_content&task=view&id=785&Itemid=27

International demonstration against NATO

Written by No To Nato
Wednesday, 08 October 2008

On the occasion of the sixtieth anniversary of the NATO military organisation, we appeal
to all people to come to Strasbourg and Kehl in April 2009, to protest against NATO's
aggressive military and nuclear policies, and assert our vision of a just world free of war.

NATO is an increasing obstacle to achieving world peace. Since the end of the Cold War,
NATO has reinvented itself as a tool for military action by the "international community",
including the promotion of the so-called "war on terror". In reality it is a vehicle for US-
led use of force with military bases on all continents, bypassing the United Nations and
the system of international law, accelerating militarisation and escalating arms
expenditure - NATO countries account for 75% of global military expenditure. Pursuing
that expansionist agenda since 1991, designed to advance strategic and resource
interests, NATO has waged war in the Balkans, under the guise of so-called "humanitarian
war", and has waged seven years of brutal war in Afghanistan, where the tragic situation is
escalating and the war has expanded into Pakistan.


In Europe NATO is worsening tensions, feeding the arms race with so-called "missile
defence", a massive nuclear arsenal and a nuclear first strike policy. EU policy is
increasingly tied to NATO. NATO's ongoing and potential expansion into eastern Europe
and beyond, and its "out of area" operations are making the world a more dangerous place.
The conflict in the Caucasus is a clear indication of the dangers. Each advance of the
NATO border increases the possibility of war, including the use of nuclear weapons.

To achieve our vision of a peaceful world, we reject military responses to global and
regional crises - these are part of the problem not part of the solution. We refuse to live
under the terror of nuclear weapons, and reject a new arms race. We must decrease
military expenditure - directing resources instead to meeting human needs. We must close
down all foreign military bases. We oppose all military structures used for military
intervention. We must democratise and demilitarise the relations between peoples and
establish new forms of peaceful cooperation to build a more secure and just world.

We call on you to spread this message in your communities and movements, to come to
Strasbourg and Kehl and to make this vision a reality. We believe that a world of peace is
possible.

No to war
No to NATO.

The activities during the anti-NATO protest will include a demonstration on Saturday 4th
April, an international conference from Thursday 2nd April to Sunday 5th April, direct
action and civil disobedience, and an international resistance camp from Wednesday 1st
April to Sunday 5th April.
Signed:
International: Global Network Against Weapons & Nuclear Power in Space /// International
Association of Lawyers Against Nuclear Arms, Europe (IALANA) /// International Network
of Engineers and Scientists for Global Responsibility (INES) /// International Peace Bureau
(IPB) /// No Bases Network /// Women's International League for Peace and Justice (WILPF)
/// Anti-imerpialistische Koalition /// Circulo Latinoamericano de Estudios
Internacionales (CLAEI)
Afghanistan: Afghanistan Socialist Organisation /// Left Radical of Afghanistan
Belgium: attac Vlaanderen /// Bombspotting /// CADTM Belgium (Committee for the
Abolition of the Third World Debt) /// Christenen voor het Socialisme ///Coordination
Nationale d'Action pour la Paixet la Démoratie (CNAPD) /// Comité de Surveillance
OTAN/// Intal /// Links Ecologisch Forum /// Une autre Gauche /// Forum voor
Vredesactie /// monde sans guerres et sans violence /// Socialistische Arbeiderspartij
(SAP) /// vrede
Denmark: Aldrig Mere Krig (AMK) /// Enhedslisten de Rod Gronne / Red-Green Alliance
/// Faellesskabet for Menneskets Udvikling /// Nej til Krig / No to War
Germany: Aachener Friedenspreis ///Antimilitaristische Gruppe Münster ///
Aktionsbündnis gegen die NATO und Sicherheitskonferenz /// Attac Deutschland /// Bund
für Soziale Verteidigung (BSV) ///Bundesausschuss Friedensratschlag Bundeswehr
wegtreten /// Deutsche Friedensgesellschaft, Vereinigte Kriegsdienstverweigerinnen ///
Deutscher Friedensrat /// Die Linke -Bundespartei /// Die Linke LV Bayern ///Die Linke
LV BaWü /// Dortmunder Friedensforum /// Europäisches Friedensforrum (EFF) /
European Peace Forum /// Friedensnetz Baden-Württemberg ///
Friedensplenum/Antikriegsbündnis Tübingen /// Gründe Jugend Bundesverband ///
Hamburger Forum /// Heidelberg Forum gegen Militarismus und Krieg ///
Informationsstelle Friedensarbeit /// Informationsstelle Militarisierung (IMI) ///
Internationale Ärzte für die Verhütung des Atomkrieges, Ärzte in sozialer Verantwortung
(IPPNW) /// International Association of Lawyers Against Nuclear Arms (IALANA), German
section /// Internationale Frauenliga für Frieden und Freiheit (IFFF) /// Internationaler
Versöhnungsbund (VB) /// Internationale Sozialistische Linke ///Interventionstische Linke
/// Karlsruher Friedensbündnis /// Kooperation für den Frieden ///Kulturvereinigung
Leverkusen ///Kultur des Friedens /// Linksjugend [solid] /// MC Brigadistas ///
Mönchengladbacher Friedensforum /// Münchner Bürgerinitiative für Frieden und
Abrüstung (BIFA) ///Münchner Friedensbündnis /// NaturwissenschaftlerInnen-Initiative /
Verantwortung für Frieden und Zukunftsfähigkeit (NatWis) /// Netzwerk
Friedenskooperative /// Netzwerk Friedenssteuer /// Ostermarsch Komitee Ruhr und
Rhein /// Pax Christi Deutschland /// Republikanischer Anwaltsverein (RAV) ///
Résistance deux Rivières /// Rosa Luxemburg Stiftung BaWü /// Trägerkreis Atomwaffen
abschaffen /// Vereinigung der Verfolgten des Naziregimes Bund der Antifaschistinnen
und Antifaschisten (VVN) /// Werkstatt für Gewaltfreie Aktion Baden (WfgA) /// Würselener
Initiative für den Frieden /// Zukunftskonvent Berlin
Frankreich: Association des Combattants de la Cause Anticoloniale (ACCA) /// Agir Contre
la Guerre (ACG)/// Americans Against the War France (AAWF) /// Association Nationale
des Elus Communistes et Républicains (ANECR) /// Association des Médecins Français
pour la Prévention de la Guerre Nucléaire (AMFPGN) /// Association Nationale des Elues
Communistes et Républicains /// Attac France /// Attac Strasbourg /// Colectif des
Traxieurs contre la Guerre /// Dissent France /// Droit Solidarite France /// Fédération
Syndicale Unitaire (FSU) /// Initiative Feministe et … /// IPAM/CEDEAM /// La guerre tue
/// Les Alternatifs ///Ligue communiste révolutionnaire (LCR) /// MARS - Gauche
Republicaine /// Mouvement contre le Racisme et pour l'Amitié entre les peuples ///
Mouvement de la Paix /// MPEP France /// Nouveau Parti Anticapitaliste (NPA) /// Parti
Communiste Français (PCF) /// Parti Communiste des Ouvriers de France (PCOF) /// Pour
la République Sociale (PRS) /// Union Juive Francaise pour la Paix (UJFP) /// Union Pacifiste
de France (UPF)
Greece: Campaign Genoa 2001 /// Greek Social Forum /// Stop the War Coalition Greece
/// GSEE Greek General Workers Confederation (Privat Sector) /// ADEDY, Civil Servants
Confederation /// EKA, Athens Labour Center /// AGSSE, Confederation of Pensioneers ///
OTOE, Federation of Bank Employees Unions /// OLME, Federation of Public High School
Teachers /// DOE, Federation of Primary School Teachers /// POEDHN, Federation of
Hospital Workers /// EINAP, Athens and Pireaus Hospital Doctors Union /// OENGE,
Hospital Doctors Federation /// POE-OTA, Federation of Municipality Workers /// POST,
Federation of Post Workers /// OMYLE, Federation of Port Workers /// GENOP-DEH,
Federation of Public Power Company Workers /// POS, Federation of Railway Workers ///
OME-EYDAP, Federation of Workers Working for the Water Company ///POEDXB,
Federation of Workers of the Chemistry Industry and Refineries /// POSPERT, Federation of
workers in the radio and the television /// OIYE, Federation of Private Sector Employees
/// OIELE, Federation of Private High Schoolteachers /// SIEL, Union of Private High
Schoolteachers of Athens and Pireus /// POSE-IKA, Federation of workers in IKA ///
POSYPPO, Federation of Workers in the Ministry of Civilization /// OSYO, Federation of
workers in the Ministry of Finance /// POE-DOY, Federation of Tax Employees /// OLP,
Port Workers Federation /// Greek Oil Company Workers Union /// National Bank of
Greece Workers Association /// Agricultural Bank of Greece Workers Association /// Bank
of Greece Workers Association (Greek Central Bank) /// Attica Bank Workers Union ///
Unionf of the employees in the Agricultural Insurance Company /// National Bank of
Greece (Cyprous Department) Workers Union /// Altec Workers Union /// Union of
workers in the Agia Olga Hospital /// Union of workers in the Local Government of Nea
Ionia /// Athens Lawyers Association /// Pireus Lawyers Association /// Association of
students in the Athens University of Economics (ASOEE) /// Association of Athens Law
University students /// Association of the studenst in the Architecture Department of the
NTUA (National Technical University of Athens) /// Chania Elementary School Teachers
Union /// Chania Federation of High SchoolTeachers /// Chania Labor Center /// Chania
Doctors Union /// Union of the workers in the General Hospital of Chania /// Union of
workers in the Chania Prefecture /// Chania Firefighters Union /// Chania taxi drivers
union /// Chania Cooks Union /// Chania Postal Workers Union /// Committee against
Military Bases and Foreign Dependency /// Chania Immigrants Forum /// Chania
Ecological Initiative /// Association for animals protection /// Rethymnon Labor Center
/// Association of the employees of Rethymnon Local Government /// Rethymnon
Federation of Highscholl Teachers /// Union of hospital workers /// Association of Creta
University Postgraduate Students /// Association of Soclology Students /// Association of
Pedagogic Students /// Association of Psychology Students /// Greek Social Forum
(Rethymnon) /// Radical Left Students Association (AEP-EAAK) /// Iraklion Labor Center
/// Civil Servants Union /// Iraklion Teachers Union /// Iraklion Federation of High
SchoolTeachers /// Union of tax employees /// Association of Biology Students ///
Association of Physics Students /// Ioannina Labor Center /// Ioannina Teachers Union
/// Association of Doctors in the Hospitals of Ipirous /// Union of Metal Workers of Ipirous
/// Association of Ioannina University Teachers /// Association of Students Residents in
the Domboli Dormants /// Pakistani Community of Ioannina /// Radical Left Municipality
Groups (DRASI-NORASI) /// Colaboration for Change /// Ioannina Social Forum /// Local
Government of Prevesa /// Prevesa Labor Center
Great Britain: Campaign for the Accountability of America Bases (CAAB) /// Campaign for
Nuclear Disarmament (CND) /// City of Leicester NUT /// CND, West Midlands /// Bertrad
Russel Peace Foundation ///Dundee Trade Unions Council /// Leicester Social Forum ///
Red Pepper Magazine /// Stop the War Coalition///
Guinea: Centre d'Etude et de Recherche pour l'Intégration régionale et le Développement
de l'Afrique (CERIDA)
Iraq: Makhmour Organisation for Human Rights
Ireland: Irish Anti-War Movement /// Peace and Neutrality Alliance
Italy: Collettivo Bellacio Grecia /// Confederazione COBAS - Confederazione dei Comitati
di Base /// Fiom CGIL /// Sindicatio del Lavrotori Intercategoriale
Japan: The Japan Council against Atomic and Hydrogen Bombs
Canada: Canadian Voice of Women for Peace
Mauritania: Le réseau de la Société Civile Mauritanienne pour la Promotion de la
Citoyenneté (RPC)
Macedonia: Mirovna Akcija (Peace Action)
Netherlands: Internationale Socialisten /// Freedom, Nederland /// Kerk en Vrede ///
Nederlands Palestina Komitee /// PAIS - War Resister's International, Netherlands ///
Platform tegen de `Nieuwe Oorlog' / Anti War Coalition /// VD - Anti-Militaristies
OnderzoeksKollektief (AMOK) /// Women's International League for Peace and Justice
(WILPF), Dutch section
Niger: RNDD (Reseau National Dette et Developpement)
Norway: Norwegian Union of Municipial and General Employes
Austria: Linkswende
Philippines: Stop the War Coalition
Poland: Inicjatywa Stop Wojnie (Stop the War Initiative)
Russia: International Federation for Peace and Conciliation (IFPC) /// International
Federation for Peace and Conciliation, St. Petersburg section /// IPPNW, Russian Affiliates
/// Social Ecology Foundation /// Social Movemenet "Alternatives"
Switzerland: Gruppe für eine Schweiz ohne Armee (GSoA) /// Humanistische Partei der
Schweiz
Spain: Alternativa Antimilitarista - Moc Network /// Center of Peace Studies/ Catalan Stop
the War Coalition/// ESK Union, Basque country /// campaña contra OTAN /// Josep Bel
coordinadora Sindicato cobas (comisiones de Base de España) /// Plataforma Aturem la
Guerra
Czech Republic: Neradaru /// Socialisticka Solidarita
Türkey: Global Peace and Justice Coalition of Turkey
USA: Code Pink /// Global Exchange /// Institute for Policy Studies /// Iraq Veterans
against the War (IVAW Europe) /// Peace Action /// United for Peace and Justice /// US
Peace Council


=== 3 ===
Report riunione della Rete nazionale Disarmiamoli!

www.disarmiamoli.org


Roma, 6 dicembre 2008.


La riunione si è tenuta a distanza di molti mesi dalla precedente, quando ancora era in
corso la raccolta di firme a sostegno della LIP sui trattati internazionali e sulle basi
militari.

Ripartiamo quindi dal 6 agosto 2008, giorno in cui sono state consegnate, al Parlamento
italiano, le 62.000 firme raccolte a sostegno della legge. Legge che, successivamente, è
stata assegnata alla Commissione Esteri della Camera dei Deputati. Sono stati chiesti gli
incontri al Presidente della stessa commissione e al Presidente della Camera dei Deputati.
Contemporaneamente si è cercata una interlocuzione con i gruppi politici del PD e
dell'Italia dei Valori, ma a tutt'oggi non ci sono stati riscontri positivi. Stiamo verificando
in questi giorni se il regolamento della Camera prevede un vincolo di tempo per l'esame
della legge: il Servizio Testi Normativo, a cui abbiamo consegnato materialmente le firme,
ci ha comunicato che oltre alla Commissione Esteri il testo di legge dovrà essere valutato
anche da altre commissioni – Difesa e Affari Regionali – e quindi è presumibile che sui
tempi ci sarà bisogno di un tallonamento continuo. Si può pensare, come forma di
pressione, ad una interrogazione parlamentare e, se si renderà necessario, ad allestire un
gazebo davanti al Parlamento nel mese di febbraio.


CONSIDERAZIONI GENERALI



Tenendo conto che le circostanze attuali (crisi economica globale) tendono a far scivolare
in secondo piano le tematiche relative alla guerra, l'obiettivo per i prossimi mesi è quello
di contestualizzare e dare continuità al nostro agire , da un lato predisponendo strumenti
di informazione, propaganda e agitazione e, dall'altro sollecitando iniziative e le scadenze
del movimento nowar.

Il Forum Sociale Europeo di Malmoe ha lanciato la proposta di una manifestazione per il 4
aprile 2008 a Strasburgo contro la Nato e le basi militari in occasione delle celebrazioni
per il 60° dell'Alleanza Atlantica. Sono le due questioni centrali affrontate nel testo della
Legge di Iniziativa Popolare, quindi un appuntamento importante sul quale concentrare il
nostro impegno.


Ci sarà utile per preparare la manifestazione il Questionario/inchiesta sulla Nato, le basi
militari e la partecipazione delle forze armate italiane alle missioni di guerra
internazionali, già discusso in rete e predisposto per essere gestito.


Il 17 gennaio a Roma (probabilmente alla facoltà di Lettere della Sapienza) si svolgerà
l'assemblea nazionale del Patto contro la guerrae sarà l'occasione per presentare un
nostro documento. Inoltre siamo impegnati nella costruzione del meeting internazionale
nel X° anniversario dei bombardamenti della NATO sulla Repubblica Federale di Yugoslavia
a Vicenza il 21 e 22 marzo.

Due momenti importanti per esprimere una valutazione del ruolo che assume l'Italia nel
quadro del conflitto generale, tenendo conto degli "orientamenti schizofrenici" del
governo Berlusconi che, da un lato appoggia Putin sulla Georgia e, dall'altro accoglie
AFRICOM, rafforza la presenza aerea e terrestre in Afghanistan per meglio combattere.

Dovremo nel contempo analizzare le conseguenze della ristrutturazione in corso delle
Forze Armate con una relativa contrazione del budget per la Difesa accompagnato ad un
piano di militarizzazione interna nella logica della governabilità.

Su questi temi c'è uno spazio politico entro il quale intervenire, rimettendo il problema
della guerra al centro delle tematiche di movimento, contrastando pericolosi localismi di
ritorno.

Il nostro ruolo è quello di contribuire a focalizzare l'attenzione sulla dinamica tra
proiezione di forza all'esterno e militarizzazione interna, capire come il keinesismo
militare vuole rispondere alla crisi generale del sistema.

Sarebbe – è - necessario contribuire alla generalizzazione delle lotte e al collegamento
delle mobilitazioni dei lavoratori e degli studenti: l'interrelazione tra guerra militare e
guerra economica è strettissima e la militarizzazione si declina sul piano sociale e nel
territorio con il controllo securitario sempre più asfissiante, di cui gli immigrati sono le
prime vittime.


La mobilitazione contro la guerra e la militarizzazione è in una fase di "bassa marea" e
non omogenea in tutta Italia. Pur in una fase di cosiddetta "regressione antropologica"
(censis) esiste un margine di autonomia critica in Italia e in Europa sulla quale possiamo e
dobbiamo agire. In questi margini la battaglia politico-culturale è strategica.

Le visite e gli ingressi su www.disarmiamoli.org sono in crescita e la redazione collettiva
comincia a funzionare abbastanza bene. Notizie e video che proponiamo circolano in rete.

Il sito non è però ancora sufficientemente interattivo e da questo punto di vista la
necessità di migliorare è stata richiamata più volte: gli strumenti informatici possono
rafforzare la nostra credibilità politica. Negli USA reti telematiche costituite da realtà nowar
anche piccole hanno prodotto un rovesciamento di opinione sulla guerra in Iraq.


SCADENZE E GESTIONE QUESTIONARIO/INCHIESTA



Al momento le date sono quelle dell'assemblea nazionale a Roma del Patto permanente
contro la guerra il 17 gennaio, il 22/23 marzo a Vicenza per il meeting nel X° anniversario
dei bombardamenti NATO sulla Repubblica Federale di Yugoslavia, e il 4 aprile
manifestazione europea a Strasburgo contro la NATO e le basi militari.

Da gennaio 2009 dobbiamo essere pronti con il lancio della campagna, avendo a
disposizione il documento di Disarmiamoli e il questionario/inchiesta.

Per la gestione del questionario/inchiesta l'indicazione è quella di puntare sul rapporto
diretto con alcuni settori sociali (studenti, lavoratori); l'obiettivo è quello di raccogliere
2000 questionari, e di esporre pubblicamente l'elaborazione statistica entro giugno 2009.
Ma niente ostacola la raccolta di un numero maggiore di questionari, dato che il campione
più è ampio e più è attendibile dal punto di vista del dato statistico.

Un primo test (parzialissimo) è stato condotto tra gli studenti della Sapienza a Roma, dal
quale si è potuto rilevare un basso livello di conoscenza dei temi al centro dell'inchiesta e
in particolare sulla NATO e sul suo ruolo.

Il questionario, insieme alla distribuzione dell'allegato (con la scheda sulla NATO e il testo
della legge di iniziativa popolare consegnata al Parlamento italiano) è quindi uno
strumento utile di agitazione e informazione.


Infine la "Rete Nazionale Disarmiamoli!" rivolge un appello a tutti coloro, singoli e realtà
associative, che hanno contribuito alla riuscita della raccolta firme a sostegno della legge
di iniziativa popolare, a partecipare alle scadenze del movimento nowar e ad usare il
questionario/inchiesta come uno strumento per riprendere e dare continuità alla battaglia
contro la guerra e la militarizzazione.


Il questionario/inchiesta si può chiedere tramite e-mail(indicando il recapito a cui
spedirlo) o chiamando il 338/1028120.



info@...; www.disarmiamoli.org

=== 4 ===

AFRICOM
Un nuovo progetto colonialista U.S.A. con basi in Italia. Grazie al governo Berlusconi.


Comunicato della Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.org info@... 3381028120 3384014989


Stampa e TV italiane, a cose fatte, comunicano ai cittadini l'avvenuta sistemazione d'altri
uomini e mezzi militari a stelle e strisce nelle basi USA installate sui nostri territori.
Obiettivo dell'ulteriore militarizzazione è la creazione di alcuni nodi fondamentali della
nuova rete di comando per l'intervento dell'esercito statunitense in Africa.

Il quartier generale di "Africom", ora nella città tedesca di Stoccarda, vede la sua forza
navale dislocata a Napoli e quella terrestre a Vicenza. I mass media italiani dimenticano
però di dire che altre basi USA presenti in Italia sono e saranno interessate alla nuova
proiezione bellica USA, come camp Darby per la logistica e Sigonella per lo spionaggio.

Le notizie più chiare sull'obiettivo militare di questo nuovo comando ci giungono, come
sempre, dalla fonte principale: il Pentagono, che indica tra gli obiettivi del nuovo comando
quello di "sviluppare tra i nostri partner africani la capacità di affrontare le sfide per la
sicurezza dell'Africa". Anche in questo caso, come da copione, l'infiltrazione militare sarà
veicolata da aiuti "umanitari" alle popolazioni. Romano Prodi, eletto lo scorso settembre
dall'ONU come "master peacekeeping" per l'Africa, avrà sicuramente buoni consigli da
dispensare agli alleati d'oltre Oceano.

Nei fatti, l'obiettivo statunitense è quello di proteggere il flusso di petrolio che dall'Africa
rifornisce per il 15% ( la percentuale salirà al 25% nel 2015) la propria comatosa economia
nazionale, contrastando nello stesso tempo l'espansionismo cinese in quell'immenso e
strategico continente.

Assoluto silenzio stampa invece sulle tante manifestazioni, conferenze, convegni e
mobilitazioni nel continente africano contro il nuovo proposito colonialista statunitense.
Sudafrica, Libia e Nigeria hanno detto no al Pentagono, seguiti da molti altri paesi
dell'Unione Africana.

Il governo italiano supplisce al diniego dei paesi africani, e dopo le esternazioni razziste di
Berlusconi su Barak Obama, le recenti prese di posizione a favore della Russia di Putin e
Medvedev, si riallinea velocemente con la nuova leadership statunitense.
Le dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano per giustificare questa nuova umiliante
concessione all'esercito USA rasentano il ridicolo.
Nella conferenza stampa del 3 dicembre 2008 alla Farnesina - disertata dal Segretario di
Stato USA Condoleeza Rice - Frattini dichiara che la concessione rientra negli accordi
internazionali perché "si tratta di strutture di comando che operano nell'ambito del
NATO".
Niente di più falso! Africom, come tutti gli altri comandi con i quali il Pentagono ha diviso
l'intero pianeta, sono sotto l'esclusivo controllo dell'esercito USA.

Dai Balcani all'Afghanistan, dal Libano all'Iraq il nostro paese è sempre più partecipe alle
aggressioni colonialiste occidentali. Ora i nostri territori saranno un retroterra strategico
anche per il tentativo statunitense di riconquista del continente africano.

La lotta contro le basi militari USA e NATO nel nostro paese deve riprendere con vigore,
per contrastare un'escalation di guerra e morte che oggi sconvolge la vita di milioni
d'esseri umani nei paesi attaccati, ma che presto si ritorcerà direttamente contro i nostri
territori.

Trasformiamo la scadenza anti NATO indicata dal Forum sociale internazionale per il
prossimo aprile 2009 (si legga l'appello su www.disarmiamoli.org ) in un ricco, articolato e
determinato percorso di mobilitazioni contro il crescente militarismo colonialista
occidentale.


=== 5 ===

Da: redaktion @...
Oggetto: Aufruf "NEIN ZUR NATO"
Data: 05 dicembre 2008 10:38:41 GMT+01:00

Liebe Leute,

"Vom 3. bis zum 4. April 2009 wird sich die NATO in Strasbourg/Frankreich und Baden-
Baden/Deutschland selbst zum 60. Geburtstag gratulieren.(.) Schon seit April 2008
arbeiten viele Menschen in der Region, in ganz Deutschland und Frankreich und in vielen
anderen Ländern an den Vorbereitungen der Proteste gegen die Jubelfeier der
KriegstreiberInnen." So heißt es auf der Webseite "Gipfelsoli - Meldungen über
globalisierte Solidarität und unsolidarische Globalisierung" (http://www.gipfelsoli.org/)

Dort sind auch die Links zu den bisher beteiligten Gruppierungen zu finden.

Zuvor findet am 6./7. Februar 2009 in München die NATO - "Sicherheitskonferenz" statt.
"Erneut ist ein breites Bündnis aus pazifistischen, sozialen, globalisierungskritischen und
antikapitalistischen Gruppierungen unterwegs, um die Aktionen gegen die SiKo zu
organisieren und zu unterstützen." So die Webseite des Bündnisses
(http://sicherheitskonferenz.de/)

An diesem Wochenende wird beim Kasseler Friedensratschlag eine weitere Gelegenheit zur
Vorbereitung auf die Proteste sein (http://www.uni-kassel.de/fb5/frieden/)

Hierzu dokumentiere ich den Aufruf

NEIN ZUR NATO

FÜR EINE WELT OHNE NATO - FÜR EIN EUROPA DER VÖLKER

(Erstunterzeichner: Deutscher Freidenker-Verband; Initiativ e.V.; Antiimperialistische
Koordination; Vereinigung für Internationale Solidarität (VIS) e.V. )

Mit internationalistischen Grüßen
Klaus von Raussendorff

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-------

Anti-Imperialistische Korrespondenz (AIKor) -
Informationsdienst der Vereinigung für Internationale Solidarität (VIS) e.V.,

Redaktion: Klaus von Raussendorff
Postfach 210172, 53156 Bonn; Tel. & Fax: 0228 - 34.68.50;
Webmaster: Dieter Vogel

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NEIN zur NATO

In Solidarität mit allen, die im April 2009 in Strasbourg und Kehl gegen den NATO-Gipfel
zum 60. Gründungstag des Militärpakts protestieren, rufen wir dazu auf, die Proteste zum
Start einer anhaltenden Kampagne gegen NATO und EU-Militarisierung zu machen und
dabei folgende Forderungen in den Mittelpunkt zu stellen:

. Abzug aller fremden Truppen aus Afghanistan

. Abzug aller fremden Truppen aus dem Irak - Schluss mit der deutschen
Unterstützung der Besatzung

. Solidarität mit dem legitimen Widerstand der Völker des Nahen und Mittleren Ostens
gegen Krieg und Besatzung

. Aufhebung der Blockade gegen Gaza, Schleifung der Apartheid-Mauer und der
illegal errichteten israelischen Siedlungen

. Schluss mit den Kriegsdrohungen gegen den Iran

. NEIN zur Einmischung von NATO und EU auf dem Balkan und Abzug ihrer Truppen,
die "Kosovo"-Anerkennung ist nichtig von Anfang an

. Auflösung der völkerrechtswidrigen Ad-Hoc-Tribunale gegen Jugoslawien und
Ruanda, die als Instrumente der NATO-Propaganda und Gehirnwäsche dienen

. Nein zur NATO-Osterweiterung (Ukraine, Georgien)

. Solidarität mit dem Widerstand gegen die Raketenpläne der USA in Tschechien und
Polen

In nahezu allen Konflikten weltweit stellen die in der NATO verbündeten Mächte ein
Haupthindernis für friedliche politische Lösungen dar. Die NATO untergräbt die
demokratische Entwicklung der Völker. Sie verhindert Selbstbestimmung und vernichtet
damit die Grundlagen für Wohlstand und umweltgerechtes Wirtschaften.

Nach der Serie der bisherigen Angriffskriege gegen Irak (1991), Somalia (1992),
Jugoslawien (1999), Afghanistan (2001) und Irak (2003) sowie der Serie der Stellvertreter-
Kriege der Milizen gegen die DR Kongo (1998), Israels gegen den Libanon (2006) und
Georgiens gegen Russland (2008) fragen sich die Menschen besorgt, was als Nächstes von
den USA und ihren Verbündeten zu befürchten ist. Wird der Besatzungskrieg in
Afghanistan weiter verschärft? Werden Pakistan und Indien destabilisiert? Wird Iran mit
Bombenterror überfallen? Wird der eigenständige Weg, den Cuba, Venezuela und immer
mehr Länder Lateinamerikas gehen, mit Militärgewalt zerstört?

Angesichts der sich entfaltenden Weltwirtschaftskrise erinnern sich die Menschen daran,
dass schon in der Weltwirtschaftskrise der 1930er Jahre der Imperialismus einen Ausweg
in Rüstung und Krieg suchte, der in die Katastrophe des 2. Weltkriegs führte.

Die Antwort der Friedensbewegung auf die NATO-Politik muss der gewachsenen Gefahr
entsprechen. Daher appellieren wir an alle gerecht denkenden Menschen: Entfalten wir
eine anhaltende, umfassende, entschlossene Kampagne gegen die NATO. Entwickeln wir
koordinierte Strategien, um auf allen Schauplätzen und in allen Bereichen der NATO-
Politik Gegenkräfte zu mobilisieren. Erkennen wir rechtzeitig die akuten Gefahren und
schlagen wir Alarm, um möglichst viele Menschen für Abwehraktionen zu gewinnen.
Entlarven wir die Kriegs-Zwecklügen und treten wir der Gehirnwäsche mit Information und
Aufklärung entgegen. Propagieren wir beharrlich das Ziel, dass einzelne Mitgliedsländer
sich einseitig aus den Strukturen der NATO zurückziehen. Jede Schwächung der NATO
stärkt die Kräfte des Friedens und Fortschritts in der ganzen Welt. Zwanzig Jahre nach
dem Ende des Warschauer Vertragsbündnisses ist die Auflösung des NATO-Pakts
überfällig.

***

Die EU ist im Gleichschritt mit der NATO-Erweiterung in Richtung Ost- und Südosteuropa
ausgedehnt worden. Europa wurde durch neue EU-Außengrenzen erneut gespalten. Die EU
wurde zum Instrument einer neuen Konfrontation mit Russland und Belarus. Im Rahmen
der EU wurde die USA/NATO-Doktrin präventiver Kriege übernommen. "Schnelle
Eingreifkräfte" der EU wurden aufgebaut, um in Koordination mit der NATO überall auf der
Welt unter dem Vorwand der "humanitären Mission", des "Kampfes gegen den Terrorismus"
oder der "Krisenbewältigung" militärisch zu intervenieren. Zwecks politischer
Unterwerfung, Kontrolle der Märkte und Plünderung der natürlichen Ressourcen anderer
Länder wurde die Zusammenarbeit zwischen EU, USA und NATO bedeutend intensiviert.
Die EU verpflichtet ihre Mitglieder zu fortgesetzter Aufrüstung und Militarisierung. Im
Gleichschritt mit USA und NATO und mit den Mechanismen der EU setzten die
europäischen Regierungen Maßnahmen durch, um demokratische Rechte einzuschränken,
soziale Errungenschaften zu beseitigen und die Repressionsstrukturen gegen
Volksbewegungen auszubauen. Angesichts des Charakters der EU als imperialistischer
Union europäischer Regierungen kann von einer Verselbständigung der EU und
Abkoppelung von der Vormundschaft der imperialistischen Supermacht - trotz
gelegentlicher Kraftmeierei - nicht die Rede sein.


Doch die inneren Widersprüche der EU, die Konkurrenz aller imperialistischen Mächte
gegeneinander, Rückschläge der EU-Politik, das französische, niederländische und irische
Nein zur EU, Verweigerungen und ziviler Ungehorsam gegen EU-Verordnungen, all dies
eröffnet Möglichkeiten zur Entwicklung neuer Formen der Zusammenarbeit zwischen den
Ländern Europas, der früheren Sowjetunion, aber auch des Mittelmeers, der arabischen
Welt und anderer Kontinente. Nur wenn auch dem Juniorpartner von USA und NATO, dem
imperialistischen EU-Bündnis Widerstand entgegengesetzt und die angemaßte
"europäische" Legitimität entzogen wird, kommt der antimilitaristische Kampf gegen die
NATO voll zum Tragen.

***

In der gegenwärtigen allgemeinen Krise, die zugleich die Bereiche der Wirtschaft, der
Finanzbeziehungen, der sozialen Entwicklung, der Rohstoffversorgung und der Umwelt
erfasst, entstehen neben neuen Gefahren auch neue Chancen. Die Politik des
Neoliberalismus musste bereits den vollständigen Bankrott anmelden. Die Vorherrschaft
der USA über den Planeten wird zunehmend in Frage gestellt. Der Versuch der
neokolonialen Umgestaltung des Nahen und Mittleren Ostens ist in die Sackgasse geraten,
weil die Kräfte der nationalen Selbstbehauptung in der Region der Militärmaschinerie der
USA und ihrer Verbündeten erbitterten Widerstand leisten. In Lateinamerika haben sich
neue Perspektiven der sozialistischen Gesellschaftsentwicklung eröffnet. Es formieren sich
neue Koalitionen zwischen Ländern wie China, Russland, Indien und Brasilien, die zu einer
multipolaren Welt drängen. Vorbei ist die Zeit des Triumphgeschreis vom Sieg des
Kapitalismus über den Sozialismus, vom "Ende der Geschichte". Die Welt ist in eine Etappe
des Aufschwungs des antiimperialistischen Kampfes für Unabhängigkeit, soziale
Entwicklung und Fortschritt der Völker und Nationen eingetreten.

Die entschiedene Absage an den imperialistischen NATO-Pakt samt seiner EU-Hilfstruppe
bedeutet nicht - wie die Geldmachteliten verbreiten lassen - Isolierung, Nationalismus und
Wirtschaftsautarkie, sondern Wiedergewinnung der vollen nationalen Souveränität als
elementarer Voraussetzung eines demokratischen oder sozialistischen Entwicklungsweges.
Ein prinzipielles NEIN zu NATO und EU ist unverzichtbar für die Bewältigung der Krise und
die Schaffung neuer Formen internationaler Zusammenarbeit zugunsten der Mehrheit der
arbeitenden Menschen.


FÜR EINE WELT OHNE NATO - FÜR EIN EUROPA DER VÖLKER

Deutscher Freidenker-Verband; Initiativ e.V.; Antiimperialistische Koordination;
Vereinigung für Internationale Solidarität (VIS) e.V.

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Verantwortlich i.S.d.P.: Klaus von Raussendorff, An der Nesselburg 91, 53179 Bonn; E-
Mail: redaktion@...

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