Yuschenko proclama “eroe dell’Ucraina” il genocida Stepan Bandera, collaboratore del nazismo
di redazione lernesto.it
su redazione del 25/01/2010
Non una parola d’indignazione in Occidente per la decorazione attribuita al responsabile dell’eccidio di decine di migliaia di civili dal leader della “rivoluzione arancione”, uscito clamorosamente sconfitto nel primo turno delle elezioni presidenziali.
A pochi giorni dallo svolgimento delle elezioni presidenziali che lo hanno visto clamorosamente escluso dal ballottaggio, il presidente uscente dell’Ucraina, arrivato al potere con la “rivoluzione arancione” del 2004 e presentato all’opinione pubblica occidentale come il “paladino” delle libertà democratiche, ha gettato definitivamente la maschera, rivelando con un atto di inaudita gravità la sua professione di autentica fede fascista. Senza che ciò abbia determinato la benché minima reazione indignata dei governi e degli strumenti di comunicazione dell’Occidente cosiddetto “democratico”.
Con un gesto di aperta sfida nei confronti dei sentimenti antifascisti del popolo ucraino, che ha patito sofferenze inenarrabili ai tempi dell’occupazione nazista dell’Unione Sovietica, Yuschenko ha insignito della massima onorificenza, quella di “eroe nazionale”, un vero e proprio criminale di guerra, Stepan Bandera, capo delle formazioni nazionaliste ucraine in lotta contro il potere sovietico.
Stepan Bandera non ebbe un attimo di esitazione a collaborare, fin dal primo momento, alle più nefaste operazioni di rastrellamento e di repressione nei confronti della resistenza antifascista, macchiandosi di odiosi crimini contro l’umanità, come il ruolo di comando nelle operazioni di massacro e deportazione di decine di migliaia di cittadini, molti dei quali ebrei, del suo paese e di paesi confinanti (in particolare in Slovacchia).
L’attribuzione dell’onorificenza è stata accompagnata dalla decorazione di un altro criminale di guerra, Roman Shukhevic, anch’egli comandante ucraino delle formazioni naziste.
Il gesto di Yuschenko non va considerato come il “colpo di testa” di una candidato rabbioso per la sconfitta subita. E’ qualcosa di ben più preoccupante che chiama in causa gli Stati Uniti e l’Unione Europea, suoi principali alleati. Il gesto di Yuschenko è con ogni evidenza diretto ad inquinare la campagna per il ballottaggio tra i due principali candidati, Yanukovic e Timoshenko. Esso, cavalcando la tigre del più fanatico nazionalismo ucraino, anche attraverso l’aperta esaltazione delle sue matrici nazi-fasciste, punta ad esasperare le tensioni esistenti nella società ucraina. E a favorire – come hanno evidenziato in particolare alcuni politici e studiosi russi - il profilarsi di scenari da vera e propria guerra civile, in cui i protettori occidentali del presidente uscente, possano trovare pretesti di ingerenza e pressione, nel momento in cui la prospettiva dell’integrazione dell’Ucraina nella NATO e nelle alleanze occidentali sembra allontanarsi. In particolare se a vincere fosse, come è considerato probabile, il candidato “filo-russo” Viktor Yanukovic.