(english / italiano)
ESPORTARE L'ECCELLENZA ITALIA ALL'ESTERO
ESPORTARE L'ECCELLENZA ITALIA ALL'ESTERO
ITALIANIZATION ACCOMPLISHED
Forms and structures of Albanian television’s dependency on Italian media and culture
Forms and structures of Albanian television’s dependency on Italian media and culture
by Paolo Carelli
in: Journal of European Television History and Culture Vol. 3, 5, 2014
"Tv in Albania: italianizzazione compiuta"
di Davide Sighele, 21 agosto 2014
Non solo stessi format e forte condizionamento culturale. Ma anche condivisione di programmi, conduttori italiani che si spostano in Albania ed editori dal passaporto italiano.
Per Paolo Carelli, del dipartimento di Scienze della comunicazione dell'Università cattolica di Milano, la completa italianizzazione della tv albanese sarebbe ormai cosa fatta.
Lo scrive in un suo saggio – a disposizione dei lettori in lingua inglese - scritto per la rivista accademica on-line View.
Carelli individua tre fasi che, non necessariamente in ordine cronologico ma a volte sovrapposte, negli ultimi 25 anni hanno portato a quella che viene chiamata, fin dal titolo del saggio, “Italianizzazione compiuta” della tv albanese.
La prima fase è quella dell'“italianizzazione sottile” e riguarda l'adozione di format e linguaggi in voga nella tv italiana, pubblica e privata. Un esempio su tutti, la trasmissione Memgjes i mbar(Buongiorno) su Teuta TV che ricalcava il celebre Unomattina, prodotto dalla RAI.
La seconda fase è chiamata di “italianizzazione condivisa”, ed avviene attraverso programmi di cooperazione televisiva tra le due sponde, che ha incluso sia la trasmissione di prodotti televisivi italiani sottotitolati in lingua albanese che programmi di co-produzione.
Infine la terza fase, detta “italianizzazione quasi-coloniale”, con reti televisive albanesi di proprietà di italiani che hanno iniziato ad arruolare, per i loro programmi, professionisti del settore italiani, quali ad esempio, in tempi recenti, Alessio Vinci.
Se si ritenesse che i media e l'influenza italiana su di loro sia l'unico fattore che possa spiegare i cambiamenti avvenuti in Albania a partire dagli anni'80 si sbaglierebbe di grosso, tiene a precisare Carelli. Anche le forti relazioni con l'Italia hanno origini ben più lontane. Partendo dai romani, passando per le comunità Arbëreshë e continuando con Vittorio Emanuele III re d'Albania.
Ma certo, accendere la tv a Tirana e trovarsi Barbara D'Urso fa un certo effetto.
di Davide Sighele, 21 agosto 2014
Non solo stessi format e forte condizionamento culturale. Ma anche condivisione di programmi, conduttori italiani che si spostano in Albania ed editori dal passaporto italiano.
Per Paolo Carelli, del dipartimento di Scienze della comunicazione dell'Università cattolica di Milano, la completa italianizzazione della tv albanese sarebbe ormai cosa fatta.
Lo scrive in un suo saggio – a disposizione dei lettori in lingua inglese - scritto per la rivista accademica on-line View.
Carelli individua tre fasi che, non necessariamente in ordine cronologico ma a volte sovrapposte, negli ultimi 25 anni hanno portato a quella che viene chiamata, fin dal titolo del saggio, “Italianizzazione compiuta” della tv albanese.
La prima fase è quella dell'“italianizzazione sottile” e riguarda l'adozione di format e linguaggi in voga nella tv italiana, pubblica e privata. Un esempio su tutti, la trasmissione Memgjes i mbar(Buongiorno) su Teuta TV che ricalcava il celebre Unomattina, prodotto dalla RAI.
La seconda fase è chiamata di “italianizzazione condivisa”, ed avviene attraverso programmi di cooperazione televisiva tra le due sponde, che ha incluso sia la trasmissione di prodotti televisivi italiani sottotitolati in lingua albanese che programmi di co-produzione.
Infine la terza fase, detta “italianizzazione quasi-coloniale”, con reti televisive albanesi di proprietà di italiani che hanno iniziato ad arruolare, per i loro programmi, professionisti del settore italiani, quali ad esempio, in tempi recenti, Alessio Vinci.
Se si ritenesse che i media e l'influenza italiana su di loro sia l'unico fattore che possa spiegare i cambiamenti avvenuti in Albania a partire dagli anni'80 si sbaglierebbe di grosso, tiene a precisare Carelli. Anche le forti relazioni con l'Italia hanno origini ben più lontane. Partendo dai romani, passando per le comunità Arbëreshë e continuando con Vittorio Emanuele III re d'Albania.
Ma certo, accendere la tv a Tirana e trovarsi Barbara D'Urso fa un certo effetto.