In morte di Angelo Del Boca
 
All'età di 96 anni si è spento il 6 luglio scorso Angelo Del Boca – partigiano, giornalista, scrittore e soprattutto "primo e più importante storico del colonialismo italiano" (D. Conti).
 
Anche se i megafoni del regime hanno preferito ignorare la notizia della sua morte, dagli ambienti dell'antifascismo e della storiografia in questi giorni sono pervenuti ritratti appassionati, che di Del Boca evidenziano soprattutto il contributo fondamentale al disvelamento dei crimini di guerra commessi dagli italiani prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, in quanto colonizzatori e aggressori in terre altrui. Tra tali ritratti, di seguito riportiamo solo quello di Davide Conti (*), particolarmente pregevole per la sottolineatura del profilo morale di Del Boca in un contesto culturale nazionale sempre più degradato. Per approfondimenti sulla bibliografia e i risultati del suo lavoro di ricerca rimandiamo invece agli scritti di altri storici come Angelo d'Orsi (1) e Francesco Filippi (2), nonché ai ricordi apparsi su Il Manifesto (3). Riportiamo infine i collegamenti ad interviste salienti, alcune delle quali videoregistrate, rilasciate negli ultimi anni; (4) tra queste, una riguarda la campagna revanscista e razzista antijugoslava avviata dallo Stato italiano con la istituzione del "Giorno del Ricordo delle vittime di foibe ed esodo". (5)
 
Come Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia siamo grati a Del Boca per la sua partecipazione a nostre iniziative, prima tra tutte quella tenuta a Torino il 4 maggio 2002 quando presentammo, in anteprima assoluta per l'Italia, il documentario della BBC "FASCIST LEGACY" con una sottotitolazione originale in italiano prodotta per l'occasione. (6) Nel 2007, di nuovo a Torino – la sua città –, Del Boca intervenne alla rassegna cinematografica e dibattito "LA MEMORIA RIMOSSA. L'occupazione italiana della Jugoslavia (1941 - 1943)", di cui rimane anche il suo intervento videoregistrato. (7)
Successivamente Angelo Del Boca aderì ad altre iniziative da noi promosse o sostenute, inviando messaggi di saluto e sottoscrivendo petizioni. Accettò di far parte del nostro Comitato scientifico-artistico (CSA) sin dalla sua costituzione. Per il nostro CSA è, in effetti, l'ennesima incolmabile perdita nel giro pochi anni. Faremo fatica ad essere all'altezza, con il nostro impegno futuro, del lascito di questi grandi intellettuali.
 
(a cura di Andrea Martocchia, segretario di Jugocoord ONLUS)
 

 

NOTE:
 
(1) Angelo Del Boca, quando un giornalista sa fare lo storico (Angelo d'Orsi, 7 Luglio 2021)
https://www.micromega.net/angelo-del-boca-quando-un-giornalista-sa-fare-lo-storico/

(2) Del Boca, lo storico che insegnò agli italiani che non erano brava gente (Francesco Filippi, 7 Luglio 2021)
 

(3) I testi pubblicati su Il Manifesto:

«L’arte della Storia», ieri l’addio ad Angelo Del Boca (Emanuele Giordana)
Il sentiero di una coscienza partigiana (Davide Conti)
Dal nostro reporter inviato speciale nella Storia (Alberto Negri)
https://ilmanifesto.it/dal-nostro-reporter-inviato-speciale-nella-storia/
Ha squarciato un velo di omertà (Emanuele Giordana)
L’Africa degli italiani brava gente e dei raid aerei all’iprite (Raffaele K. Salinari)
 
(4) In ordine cronologico:
*** 2009: Gianfranco Pagliarulo intervista Angelo Del Boca (da “Italiani brava gente? Viaggio nel cuore di tenebre degli italiani”, Itsos Albe Steiner Comunicazioni multimediali)
VIDEO: https://vimeo.com/572466529
*** 2013: «La Libia non c’è più, grazie a noi ormai si è tutta somalizzata». Intervista di Tommaso di Francesco
*** 2015: Intervista-tributo allo storico Angelo Del Boca (7 lug 2021, Africa Rivista)
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=PTKDbWnsQ30
*** 2020: Angelo Del Boca: «L’Italia in missione, a nome di chi e contro chi?» Intervista di Tommaso di Francesco
https://ilmanifesto.it/angelo-del-boca-litalia-in-missione-a-nome-di-chi-e-contro-chi/
oppure https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-angelo_del_boca_e_la_guerra_alla_libia_nel_2011_abbiamo_perso_la_nostra_credibilit/39130_42209/
*** 2021: Crimini di guerra italiani
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=bDdYk1zjles

(5) La tragedia delle foibe e i crimini fascisti (il manifesto, 14 Febbraio 2006). Intervista di Tommaso di Francesco
https://www.cnj.it/home/it/informazione/jugoinfo/4734-4765-g-fogar-ed-a-del-boca-contro-la-disinformazione-sulle-foibe.html

(6) Torino 4 maggio 2002: Fascist Legacy
 
(7) Torino 17-19 ottobre 2007: La memoria rimossa - l'occupazione italiana della Jugoslavia (1941 - 1943)
https://www.cnj.it/INIZIATIVE/torino2007.htm
L'intervento di Angelo Del Boca:
https://www.cnj.it/INIZIATIVE/TORINO2007/delboca.mp4
 

=== (*) ===
 
 
Il sentiero di una coscienza partigiana 
 
Il suo insegnamento. Oggi l’ultimo saluto a Torino, alle 10,30 nella chiesa del Nazzareno. Poi cerimonia privata a Gazzola
 
di Davide Conti 

su Il Manifesto dell' 08.07.2021
 
Il cammino umano, intellettuale e morale che ha segnato la vita politica e gli studi di Angelo Del Boca, scomparso a Torino ieri l’altro, rappresentava di per sé un elemento problematico, conflittuale e culturalmente avanzato all’interno della sfera pubblica nazionale.
Il primo e più importante storico del colonialismo italiano, infatti, ha disegnato personalmente, insieme alla vasta minoranza che nutrì l’antifascismo e la Resistenza, la traiettoria storico-politica che tutto il Paese avrebbe dovuto compiere, e che non ha compiuto, all’indomani della caduta del regime di Mussolini e della fine della Seconda guerra mondiale.
Del Boca prese parte a quel «lungo viaggio attraverso il fascismo» che, già descritto nelle potenti e antiretoriche pagine consegnateci da Ruggero Zangrandi, portò le donne e gli uomini migliori del popolo italiano a combattere nelle fila partigiane dando corpo e anima ad una sovranità nuova che innervò i caratteri della democrazia costituzionale e repubblicana.
Costretto ad arruolarsi nella repubblica sociale italiana, Del Boca disertò le milizie collaborazioniste unendosi alla Resistenza nella 7a Brigata alpina della I Divisione Giustizia e Libertà “Piacenza” operando «La Scelta» (sarà questo il titolo del suo libro di memorie partigiane) che ne informerà l’intero percorso di vita tanto da storico quanto da cittadino legato alla difesa della democrazia e dei valori fondativi dell’antifascismo. Un impegno pubblico basato sulla ricerca e la conoscenza scientifica che ne ha fatto una voce costantemente fuori da quel coro conformista alimentato da stampa incompetente, studiosi più o meno accreditati ed opinione pubblica conservatrice che ha rappresentato il fascismo per decenni, oggi presso uditori sempre più larghi e inconsapevoli, con l’ossimoro della «dittatura bonaria» e gli italiani con il falso mito della «brava gente».
Una narrazione controfattuale della storia che non solo ha consentito l’impunità per i crimini compiuti ma ha anche permesso di evitare all’opinione pubblica nazionale ed al «cittadino comune» i conti con il passato rispetto al consenso dato al fascismo ed alle sue guerre imperialiste.
Un consenso che raggiunse il suo apice quando il 5 maggio 1936 Mussolini annunciò dal balcone di Piazza Venezia ad una folla plaudente l’ingresso delle truppe italiane, guidate da Pietro Badoglio, ad Addis Abeba ed il «ritorno dell’impero sui colli fatali di Roma», ottenuto (ma questo venne taciuto dal fascismo e dai governi della Repubblica fino a che gli studi di Del Boca non lo dimostrarono in modo inoppugnabile) con l’uso dei gas all’iprite sulle popolazioni civili.
Del Boca, in coerenza con la scelta resistenziale, ha accettato di pagare un prezzo alto per la sua libertà intellettuale (subendo attacchi, ostracismi e calunnie) prendendo parte non solo al dibattito storiografico in seno all’accademia ma al conflitto memoriale consumatosi in campo aperto nella nostra società durante gli anni post-bellici e della Guerra Fredda, quando all’Italia antifascista si opposero classi dirigenti e proprietarie artefici dell’ascesa al potere di Mussolini; ceti medi e burocrazie statali consenzienti al regime; apparati politici e militari intrisi di spirito anti-antifascista.
Mettendo in luce la natura criminale del colonialismo italiano Del Boca ha obbligato il Paese a guardare al suo passato recente strappando quel velo bugiardo con cui ancora oggi vengono promosse improbabili leggi memoriali che in Italia e in Europa equiparano nazismo e comunismo; Shoah e foibe; fascisti e antifascisti e che collocate al centro di una retorica celebrativa imperniata sul paradigma vittimistico ed autoassolutorio finiscono per eludere e cancellare dall’immaginario collettivo le responsabilità storiche della dittatura italiana, rendendo così ancor più pericoloso il contesto del presente caratterizzato da istanze regressive manifestatesi con particolare fragore nel corso delle tre crisi sistemiche ed economico-sociali susseguitesi dal 2007 in poi.
Gli studi di Del Boca ed il suo lascito ci insegnano che affrontare la questione dei crimini di guerra compiuti dal regio esercito italiano e dalle milizie fasciste non raffigura un esercizio formale e declamatorio ma al contrario contiene un elemento catartico fondamentale per il futuro della società rispetto ai grandi temi del nostro tempo: dal sottosviluppo cui abbiamo condannato le ex-colonie europee alle povertà estreme che alimentano le migrazioni; dalle guerre «esportatrici di democrazia» (come quella in Libia duramente contestata da Del Boca) fino allo sfruttamento privatistico e monopolista delle enormi risorse presenti nelle aree del continente africano nonché alla deflagrazione del terrorismo.
È per questo ultimo sentiero partigiano che il «tenente Angelo» (questo il suo nome di battaglia durante la Resistenza) ci ha condotti, lasciando un’eredità grande ed impegnativa.