Informazione

Pogrom in Kosovo-Metohija


I curatori del sito EXJU.ORG ci segnalano importanti aggiornamenti del
sito stesso, dedicati alle violenze di stampo razziale in atto nel
protettorato del Kosovo-Metohija ai danni degli appartenenti alle
comunita' non albanesi.

E' particolarmente significativo che persino il sito del quotidiano
"La Repubblica" - che in tutti questi anni ha contribuito alla
costruzione mediatica del "nemico serbo" ed al sostegno
propagandistico ai secessionismi su base razziale, alla guerra della
NATO ed alla occupazione imperialista dei Balcani - non potendo piu'
nascondere la situazione nella provincia serba (situazione che dura
oramai da QUASI CINQUE ANNI) titola oggi senza mezzi termini:

<< L'attacco ai serbi è scattato improvvisamente in tutto il Kosovo
Il comandante delle truppe italiane: "Serviva solo un pretesto"
"Era tutto programmato - Questa è pulizia etnica"
"Gli albanesi vanno di casa in casa per uccidere" >>
Vedi:
http://www.repubblica.it/2004/c/sezioni/esteri/mitrovica/testkos/testkos.ht=
ml

Per le ultime notizie, segnaliamo anche: http://www2.inet.co.yu/
unica agenzia che sta funzionando a pieno regime e che NON riporta le
veline filoalbanesi e/o imperialiste.

(ringraziamo bj per le preziose segnalazioni. cnj)


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anneghiamo nella propaganda (18 marzo, ore 20)

la storia dei "ragazzini annegati" è solo un atto di propaganda
sanguinaria. per sostenere la "giustizia" del pogrom in corso in
kosovo da ieri e poterlo etichettare come "scontro etnico", i
quotidiani e le agenzie da ieri non fanno che includere nei loro
reportages la notizia di "tre bambini albanesi annegati perché
inseguiti dai serbi con i cani". la storia origina da un quotidiano
albanese che l'ha pubblicata mercoledì, poco prima dell'inizio delle
violenze albanesi, ma gli ufficiali dell'UNMIK l'hanno chiaramente
smentita. due ragazzini albanesi sono di fatto annegati, un terzo è
scomparso, ma la tragedia è stata niente più che un semplice e
drammatico incidente, e nessun testimone, neppure albanese, ha
confermato che nei dintorni ci fossero serbi. per quel che ho potuto
constatare, la chiara smentita
[http://www.balkanpeace.org/hed/archive/mar04/hed6290.shtml%5d
dell'UNMIK che denunciava la notizia come un falso è stata diramata
ieri alle 17, ma al momento ancora nessuna fonte di informazione* ha
riportato la smentita, ed invece la notizia ha continuato a circolare
indisturbata, a supporto della propaganda albanese che vorrebbe i
serbi colpevoli dell'accaduto. e se, come molti ufficiali UNMIK hanno
confermato, questo pogrom è un pogrom premeditato ed organizzato
[http://www.balkanpeace.org/hed/archive/mar04/hed6295.shtml%5d, allora
questa falsa notizia dell'annegamento dei bambini è un puro e semplice
atto di propaganda, mirato ad infiammare gli animi e a giustificare le
violenze albanesi. e c'è da dire che la propaganda ha incontrato
terreno fertile, e sta tuttora funzionando a perfezione.

(mia) traduzione di nebojsa malic
[http://www.antiwar.com/blog/index.php%3Fid%3DP585%5d,
antiwar.com weblog

*come ho già segnalato
[http://www.exju.org/archivio/dispaccio_di_guerra_quel_che_resta_del_kosovo=
.html],
la notizia/propaganda ha funzionato a perfezione anche in italia,
riportata da tutte le fonti (corsera, repubblica, unità, ansa), ancora
ribadita dal tg3 delle 19. al tg1 delle 20, invece, si risente la voce
di ennio remondino, che finalmente racconta la "guerriglia albanese
coordinata, che ha preso sotto tiro quel poco che resta della
popolazione serba, con un unico obiettivo: chiedere l'indipendenza
della regione".



complimenti, un bel desktop terrorista

il sito di diario [http://www.diario.it/%3Fpage%3Dwl04031804%5d, non
avendo nulla di meglio da fare e volendo dire la sua sul kosovo,
sbatte in prima un bel link con immagini per il vostro desktop
(pateticamente chiamato "scrivania", sic) da scaricare direttamente
dal sito kosovamail.com, your albanian webportal: gli sfondi
rappresentano i nomi delle città serbe ribattezzate in albanese, come
vuole la tradizione dei guerriglieri separatisti. potete salvare
anche, dallo stesso sito e nella stessa sezione
[http://www.kosovamail.com/Walls/%5d, la bandiera secessionista
albanese, e - che meraviglia!- le immagini inneggianti ai terroristi
albanesi dell'uck e dell'ucpmb, definiti terroristi
[http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/index.cfm%3Ffuseaction%3Dnews.not=
izia%26amp%3BNewsID%3D2037]
dalla stessa kfor. un'iniziativa notevole per quelli di diario, che da
oggi perdono definitivamente un lettore (la sottoscritta), e che
suppongo settimana prossima intendano offrirvi gratuitamente sfondi
per il vostro desktop inneggianti all'eta o ad al qa'eda.



lo screenshot di "diario" è qui:

http://www.exju.org/archivio/diariouck1.html



18 marzo, pomeriggio, agenzie più importanti
il primo ministro serbo vojislav kostunica ha chiesto che venga
imposto lo stato di emergenza in kosovo e metohija come unica
soluzione possibile per proteggere le minoranze serbe. nella
conferenza stampa tenuta oggi a belgrado, kostunica ha ribadito che
gli incidenti di ieri sono l'ennesimo tentativo di ripulire la
provincia del kosmet dalle minoranze non albanesi e ha domandato al
consiglio delle nazioni unite una seduta d'urgenza in cui venga
adottata una risoluzione speciale che condanni il terrorismo albanese.
ha domandato che tutte le azioni di violenza cessino immediatamente,
invitando i serbi del kosovo a non reagire, per evitare l'acuirsi
della situazione e le strumentalizzazioni da parte albanese, che
userebbero la potenziale reazione della popolazione serba come alibi
per sconfinare e portare la guerriglia altrove. il governo invita
tutti i cittadini serbi a riunirsi pacificamente alla cattadrale di
san sava, in solidarietà con i serbi del kosovo, ed in onore dei serbi
uccisi stanotte nel pogrom. ::: la cittadina di obilic
[http://groups.yahoo.com/group/decani/message/80208%5d è stata
totalmente evacuata, e tutti i serbi costretti a fuggire sono stati
portati sotto scorta a plementina, dove sono rinchuisi in un migliaio.
cerska ulica, dove viveva la famiglia stolic massacrata stanotte
(dobrivoje stolic, di 45 anni, e suo figlio borko di 20), è in fiamme.
bande di albanesi si dirigono verso plementina. i caschi blu a
protezione dei serbi sfollati sono insufficienti. la chiesa ortodossa
di obilic è in fiamme. alcuni abitanti serbi di obilic sono stati
uccisi nelle loro case. ::: il pogrom di stanotte ha un bilancio
ancora incompleto ma terrificante: sono quattordici le chiese e i
monasteri ortodossi distrutti dal fuoco, dalle bombe a mano e dalle
granate. si parla di 31 morti dagli scontri di ieri. ::: alle 15.40
l'agenzia serba fonet ha diramato il comunicato della kfor che avvisa
che circa 6000 albanesi si starebbero preparando all'offensiva; è
stato lo stesso ministro tadic a confermare il dispaccio, giuntogli
dal comandante gregory johnson, che si è però rifiutato di precisare
in quali villaggi è atteso l'attacco dei guerriglieri. ::: alle 16.50
ansa balcani dà notizia di albanesi che hanno attaccato e incendiato
nel primo pomeriggio il monastero ortodosso a skenderaj. ::: dalle 13
e 40 di oggi pomeriggio l'ambasciata americana a belgrado è chiusa; ci
sono state sassaiole e proteste davanti a tutte le ambasciate
occidentali (in particolar modo quella croata e quella albanese) nel
pomeriggio nel centro di belgrado :::



rassegna stampa: gli scontri in kosovo erano pianificati da tempo (the
scotsman)
[http://www.balkanpeace.org/hed/archive/mar04/hed6295.shtml%5d; la
violenza in kosovo che non cessa dal 1999 (new york times)
[http://groups.yahoo.com/group/decani/message/80204%5d; l'eredità
dell'attacco illegale ai danni della jugoslavia (pravda); "the biggest
surprise in all this is that anyone could be surprised. really, how
many times and for how long did they need to hear it just to admit
what's really been going on in kosovo?": deliso dalle pagine di balkan
analysis
[http://www.balkanalysis.com/modules.php%3Fname%3DNews%26amp%3Bfile%3Dartic=
le%26amp%3Bsid%3D297];
il kosovo in fiamme, gli albanesi dichiarano guerra ai serbi (the
telegraph)
[http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml%3Fxml%3D/news/2004/03/18/wkoso1=
8.xml%26amp%3BsSheet%3D/news/2004/03/18/ixworld.html]


:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
babsi jones: exju weblog
www.exju.org/

(deutsch / italiano)

J. Elsaesser: POGROM CONTRO I SERBI


[ Juergen Elsaesser e' l'autore di "Menzogne di guerra -
Le bugie della NATO e le loro vittime nel conflitto per il Kosovo"
(Napoli, La città del sole, 2002), testo del quale sta uscendo in
Germania una nuova edizione (la quinta!) aggiornatissima e quasi
doppia per numero di pagine.
Un nuovo giro di conferenze di Elsaesser in Italia, dopo quello del
2002 (vedi: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/iniziative.htm), e' stato
organizzato per i primi di aprile 2004 a cura del CNJ:

I BALCANI SENZA LA JUGOSLAVIA ??
- a MILANO il giorno 4 aprile
- a TORINO il giorno 7 aprile
- a TRIESTE il giorno 9 aprile

Aggiornamenti con tutti i dettagli logistici delle tappe italiane
verrano dati nei prossimi giorni attraverso la nostra newsletter
JUGOINFO ed anche sul sito internet:

https://www.cnj.it/INIZIATIVE/elsaes2004.htm

Alla pagina http://www.juergen-elsaesser.de , invece, tutti gli
aggiornamenti sulle tappe del giro di conferenze in Germania. ]


---


Dal quotidiano JUNGE WELT (Berlino) - http://www.jungewelt.de
19/3/2004
Belgrado invierà truppe proprie in difesa della minoranza nel Kosovo

Juergen Elsaesser

POGROM CONTRO I SERBI

Almeno 22 morti ed oltre 500 feriti - questo è il bilancio provvisorio
dell'attuale offensiva terroristica albanese nel Kosovo. E' il più
alto tributo di sangue nella provincia da quando le truppe NATO
l'hanno occupata, nel giugno del '99, al fine di assicurarvi -
apparentemente - il rispetto dei diritti umani.
Gli scontri, dopo il culmine di emrcoledì, sono proseguiti il giovedì
passato: così, tutti i Serbi del borgo di Obilic sono stati cacciati,
e le loro case sono state incendiate. In seguito al seppellimento di
due ragazzi albanesi, sono previsiti in serata (dopo la chiusura della
nostra redazione) nuovi pogrom. Il ministro della difesa serbo Boris
Tadic, in base ad informazioni di fonte NATO, ha parlato di alcuen
migliaia di Albanesi pronti ad atti di violenza.
All'origine di ogni pogrom c'è sempre una menzogna che lo provoca.
Era così nel Medio Evo, quando il popolaccio cristiano voleva
esercitare la vendetta sui Giudei, perchè avevano - si diceva -
lordato le ostie o scannato dei bambini, e proprio così avviene ora
con i Serbi. mercoledì a mezzogiorno, si sono rotrovato a Mitrovica
circa 3000 Albanesi, per vendicare la morte dei due ragazzi sepolti
ieri. Questi sarebbero stati, secondo un comunicato albanese di
martedì sera, spinti dai Serbi nelle gelide acque del fiume Ibar, e vi
sarebebro annagati. Ciò si continuava a ripetere fino a metà mercoledì
nel giornale radio della ARD. Però, la notiiza era stata smentita già
undici ore prima, e proprio da Derek Chappel, il portavoce
dell'amministrazione ONU nel Kosovo, all'agenzia belgradese di
informazioni Beta. Chappel si riferiva alla testimonianza di un terzo
ragazzo albanese, anche lui tuffatosi nel fiume, ma che, diversamente
dagli altri due, aveva raggiunto la riva opposta. secondo il
sopravvissuto, il terzetto aveva agito di propria iniziativa, i Serbi
non c'entravano.
le menzogne diffuse dai emzzi di informazione albanesi sull'assassinio
dei ragazzi ha portato a pogrom nell'intero Kosovo. Contrariamente
alla versioen diffusa dalla maggior parte delle fonti occidentali, che
hanno parlato di "scontri fra Serbi ed albanesi", le aggressioni sono
portate avanti solo da una parte. "Qui c'è una notte dei cristalli" ha
detto un portavoce dell'amministarzioen ONU alla emittente belgradese
B92, in forma anonima. "Ciò che accade nel Kososvo, deve purtroppo
essere definito un pogrom".
La situazione più pericolosa si è presentata a Caglavica, dove alcuen
migliaia di Albanesi della vicina Pristina hanno sfondato un cordone
difensivo della polizia delle Nazioni Unite e delle forze KFOR del
Kosovo, per dare fuoco alla case dei Serbi. solo quando - con troppe
ore di ritardo - sono intervenuti i ben armati marines americani, i
sopravvissuti hanno potutto essere condotti al sicuro.
Anche nel villaggio di Belo Polje sono state bruciate tutte le case
dei Serbi rimasti nel Kosovo, a Ljipljan ci sono state quattro
vittime. Solamente a Kosovska MItrovica, dove vive la maggior parte
dei serbi rimasti nel Kosovo, c'è stata una reazione al linciaggio.
Quando circa 3000 Albanesi hanno superato con l'uso delle armi il
posto di blocco delle Nazioni Unite, al ponte sul fiume Ibar, le forze
di autodifesa non hanno loro consentito l'accesso al quartiere serbo.
Sono stati uccisis in questa occasione quattro Albanesi, ed olter 200
sono stati i feriti. Le alter 18 vittime degli ultimi due giorni sono
Serbi.
In una prima presa di posizione il Vescovo Artemije della Chiesa
serbo-ortodossa dal Kosovo ha attribuito alla KFOR la responsabilità
dello spargimento di sangue. "questa missione militare non si è
preoccupata di pace e difesa, ma ha consentito l'assassinio l'incendio
e la distruzione delle chiese...si definiscono pacificatori ed
artefici delle anzioni, ma la Storia li indicherà con il loro nome più
appropriato." Il primo ministro serbo Vojslav Kostunica ha commentato
che il separatismo albanese ha mostarto il suo vero "volto del terrore".
Il Governo di Belgrado ha offerto, davanti all'evidente fallimento
della KFOR, suoi soldati in difesa degli insediamenti serbi nel Kosovo.
La presenza di una forza di protezione serba nel kosovo cozza contro
la decisione 1244 del Consiglio di Sicurezza - la base legale per la
presenza delle Nazioni Unite e della NATO nella provincia. Davanti al
pauroso bilancio della KFOR non c'è alternativa alla presenza di forze
serbe; da quando più di 40000 soldati della NATO sono stati (giugno
1999) stanziati nel Kosovo, una regione delle dimensioni dell'Assia,
almeno 200000 Serbi e Rom sono stati cacciati (molto più della metà
della popolazione non albanese) e 2500 sono stati uccisi (secondo il
primo ministro serbo dell'epoca, Zoran Zivkovic, a Berlino nel 2003)


La prossima settimana esce di Juergen Elsaesser il libro "Menzogne di
guerra. Dal conflitto del Kosovo al processo Milosevic".

[ringraziamo Tamara per la traduzione]


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Aus: Junge Welt (Berlin), 19/3/2004 - http://www.jungewelt.de

Belgrad will eigene Truppen zum Schutz der Minderheiten ins Kosovo
schicken. Von Jürgen Elsässer*

Pogrome gegen Serben

Mindestens 22 Tote und über 500 Verletzte - so die vorläufige Bilanz
der aktuellen albanischen Terroroffensive im Kosovo. Das ist der
höchste Blutzoll in der Provinz seit dem die NATO-Truppen die Provinz
im Juni 1999 besetzt haben, um dort - angeblich - die Menschenrechte
zu sichern.
Die Auseinandersetzung setzten sich nach ihrer Eskalation am Mittwoch
auch am gestrigen Donnerstag fort: So wurden alle Serben aus der
Ortschaft Obilic vertrieben und ihre Häuser niedergebrannt. Anläßlich
der Beerdigung zweier albanischer Buben wurde für den Abend (nach
unserem Redaktionsschluß) mit weiteren Pogromen gerechnet. Der
serbische Verteidigungsminister Boris Tadic warnte mit Verweis auf
NATO-Informationen, mehrere tausend Albaner bereiteten sich auf
Gewalttaten vor.

Am Anfang eines Pogroms steht immer eine Pogromlüge. So war es im
Mittelalter, wenn der christliche Mob an den Juden Vergeltung üben
wollte, weil die angeblich Hostien geschändet oder Knaben ermordet
hatten, und genau so war es auch jetzt gegenüber den Serben. Am
Mittwoch Mittag hatten sich etwa 3 000 Albanern in der Stadt Mitrovica
zusammengerottet, um Rache für den Tod der beiden gestern beerdigten
Knaben zu nehmen. Diese seien, so albanische Sender am Dienstag abend,
von Serben in den eiskalten Fluß Ibar gehetzt worden und dann ertrunken.
So konnte man es Donnerstag mittag auch immer noch in der
ARD-Tagesschau hören. Dabei war das böse Gerücht schon elf Stunden
vorher dementiert worden, und zwar von Derek Chappel, dem Sprecher der
UNO-Verwaltung im Kosovo, gegenüber der Belgrader Nachrichtenagentur
Beta. Chappel bezog sich auf die Zeugenaussage eines dritten
Albanerjungen, der ebenfalls in den Fluß gesprungen war, aber im
Unterschied zu den beiden Ertrunkenen das gegenüberliegende Ufer
erreicht hatte. Das Trio habe, so der Überlebende, auf eigene Faust
gehandelt, Serben seien nicht beteiligt gewesen.

Die durch die albanischen Medien verbreitete Lüge vom Knabenmord
führte zu Pogromen im gesamten Kosovo. Im Unterschied zu der
Darstellung der meisten westlichen Medien, die von
"Auseinandersetzungen zwischen Serben und Albanern" sprachen, gingen
die Angriffe in jedem Fall von letzteren aus. "Hier spielt sich eine
Kristallnacht ab", sagte ein Sprecher der UN-Verwaltung dem Belgrader
Sender B92 unter dem Schutz der Anonymität.
"Was im Kosovo geschieht, muß leider als Pogrom gegen Serben
beschrieben werden." Die gefährlichste Situation hatte sich in
Caglavica ergeben, wo mehrere tausend Albaner aus dem nahen Pristina
einen Schutzkordon der UN-Polizei und der Kosovo-Schutztruppe KFOR
gesprengt und anschließend die serbischen Häuser angezündet hatten.
Erst als - Stunden zu spät - schwerbewaffnete US-Marines eintrafen,
konnten die Überlebenden evakuiert werden. Auch im Dorf Belo Polje
wurden alle serbischen Häuser niedergebrannt, in Ljipljan gab es vier
Todesopfer. Einzig in Mitrovica, wo die Mehrheit der im Kosovo
gebliebenen Serben lebt, traf der Lynchmob auf Gegenwehr: Als die
3.000 Albaner unter Einsatz von Schußwaffen die UN-Checkpoints an der
Ibar-Brücke überwunden hatten, wurden sie von
Selbstverteidigungskräften am Eindringen in das serbische Viertel
gehindert. Dabei wurden vier Albaner getötet und über 200 verletzt.
Die anderen 18 Todesopfer der letzten beiden Tage sind Serben.

In einer ersten Stellungnahme gab Bischof Artemije von der
serbisch-orthodoxen Kirche im Kosovo der KFOR die Schuld am
Blutvergießen. "Diese Militärmission hat nicht für Frieden und Schutz
gesorgt, sondern Mord, Brandschatzung und Kirchenzerstörung erlaubt ...
Sie mögen sich als ,Friedensstifter' (peace-keepers) oder
,Nationengründer' (nation-builders) bezeichnen, aber die Geschichte wird
sie einmal bei ihrem richtigen Namen nennen." Der serbische Premier
Vojislav Kostunica kommentierte, der albanische Separatismus habe sein
wahres "Terrorgesicht" gezeigt. Die Belgrader Regierung bot angesichts
des Versagens der KFOR eigene Soldaten zum Schutz der serbischen
Siedlungen im Kosovo an.

Eine serbische Schutztruppe im Kosovo stößt auf den entschiedenen
Widerstand der Albaner wie der NATO, ist aber in der
Weltsicherheitsrat-Resolution 1244 - der völkerrechtlichen Grundlage für
die Arbeit von UN und NATO in der Provinz - ausdrücklich vorgesehen.
Angesichts der fürchterlichen Bilanz der KFOR führt an zusätzlichen
serbischen Einheiten - eigentlich - kein Weg vorbei: Seit Stationerung
von über 40.000 NATO-Soldaten im Juni 1999 wurden im Kosovo, einer
Region von der Größe Hessens, mindestens 200.000 Serben und Roma
vertrieben (weit über die Hälfte der nichtalbanischen Bevölkerung) und
2.500 ermordet (so der damalige serbische Premier Zoran Zivkovic im
November 2003 in Berlin).


* Von Jürgen Elsässer erscheint nächste Woche das Buch "Kriegslügen.
Vom Kosovokonflikt zum Milosevic-Prozeß

--- In Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli., ICDSM Italia ha scritto:

Il processo Milosevic e' una messinscena

di Neil Clark

La necessità politica impone che l'ex leader jugoslavo
sia dichiarato colpevole - benche' le prove non
sussistano

12 Febbraio 2004
The Guardian

http://www.guardian.co.uk/print/0,3858,4856972-103677,00.html


Oggi sono due anni che si è aperto il processo a
Slobodan Milosevic all'Aja. Il PM Carla Del Ponte, era
trionfante quando annunciò i 66 capi di imputazione di
crimini di guerra e crimini contro l'umanità, di
genocidio di cui l'ex-presidente jugoslavo è stato
accusato. La CNN era tra quelli che dissero che ciò
era "il più importante processo dai tempi di
Norimberga", sulla traccia della persecuzione dei
"crimini di ferocia medievale" presuntamente commesse
dal "macellaio di Belgrado".
Ma da quei giorni,le cose sono andate male per la
signora Del Ponte. Le accuse riguardo la guerra in
Kosovo erano ritenute essere la parte più the
importante della sua accusa. Ma non solo la accusa
fallì nel provare le personali responsabilità di
Milosevic nelle atrocità commesse sul campo, la natura
estesa delle stesse atrocità, sono state, inoltre,
rimesse in questione.
Numerosi testimoni dell'accusa si sono dimostrati dei
bugiardi – come Bilall Avdiu, che affermava di aver
visto "circa mezza dozzina di corpi mutilati" a Racak,
scena della discussa uccisione che provocò la guerra
USA nel Kosovo. Prove Forensi in seguito confermarono
che nessuno dei corpi era stato mutilato. Testimoni
che avrebbero dovuto mettere con le spalle al muro
Milosevic si sono dimostrati non essere nulla del
genere. Rade Markovic, ex capo del servizio segreto
jugoslavo, alla fine testimoniò a favore del suo
vecchio capo, dicendo che era stato sottoposto a un
anno e mezzo di "pressioni e torture" per firmare una
dichiarazione preparata dalla corte. Ratomir Tanic,
altro "insider", si dimostrò essere pagato
dall'intelligence inglese.
Quando lo si accusò per il coinvolgimento nelle guerre
in Bosnia e Croazia, l'accusa non si comportò meglio.
Nel caso del peggior massacro di cui Milosevic era
stato accusato di complicità – tra 2.000 e 4.000
uomini e ragazzi di Srebrenica nel 1995 – il team di
Del Ponte non produsse nulla che contestasse il
verdetto della commissione di cinque anni del governo
olandese – che "non vi fossero prove che ordini per il
massacro provenissero dai leaders di Belgrado".
Per sostenere le accuse per il caso più sbandierato,
una successione di testimoni politici di alto profilo
era stata portata davanti la corte. Il più recente, il
candidato presidenziale USA e ex comandante Nato
Wesley Clark, venne permessa in violazione del principio
del processo a porte aperte, per dare una testimonianza a
porte chiuse, con Washington capace di togliere dal
pubblico registro ogni prova che potesse, secondo gli
USA, essere usati contro i propri interessi.
Per un osservatore imparziale, è difficile sfuggire
alla conclusione che la Del Ponte lavorasse di
nascosto, producendo accuse e tentando di trovarne le
prove. Segnatamente, alla luce delle brecce in tali
processi, solo una organizzazione per i diritti
umani, il British Helsinki Group, ha esposto delle
preoccupazioni. Richard Dicker, osservatore del
processo per Human Rights Watch, si dichiarò
"impressionato" dall'accusa. Cinici dicono che George
Soros, finanziatore di Human Rights Watch, finanzia il
tribunale, e da Dicker non si dovrebbe attendere
null'altro.
Judith Armatta, avvocato USA e osservatore per la
Coalition for International Justice (altra NGO di
Soros) va oltre, dicendo che "quando la sentenza sarà
emessa e lui sparirà in una cella, nessuno si
ricorderà di lui, cesserà di esistere". Così per molti
di questi, sono pittoresche vecchie nozioni che scopo
dell'accusa in un processo è determinare la
colpevolezza. Per Armatta, Dicker e loro sostenitori,
sembra che Milosevic sia già colpevole delle accuse
mossegli.
I Terribili crimini commessi nei Balcani durante gli
anni `9s ed è giusto che i loro responsabili devono
rendere conto in un tribunale.
Ma il tribunale dell'Aja, un vociante corpo politico
costituito dalla vera potenza della Nato che ha
condotto una guerra illegale contro la Jugoslavia di
Milosevic quattro anni fa, e che ha rifiutato di
considerare in prima facie le prove che i leaders
occidentali sono colpevoli di crimini di guerra nel
conflitto - è chiaramente il veicolo per fare così.
Lontani da dispensare una giustizia imparziale,
come molti progressisti credono ancora, il tribunale
ha dimostrato i suoi favori per gli interessi economici
e militari della superpotenza mondiale.
Milosevic si era messo di traverso nella strada di questi
interessi e, senza riguardo di ciò che accade nella corte,
i diktat della necessità politica lo troveranno colpevole,
se non di tutte le accuse, abbastanza per incarceralo a
vita. L'affronto alla giustizia all'Aja nei due anni passati
danno una prova convincente a tutti coloro che sperano
nella nuova corte internazionale sui crimini.
Gli USA hanno assicurato che non saranno soggetti alla
giurisdizione della corte. I Membri del consiglio di
sicurezza dell'ONU hanno il potere di impedire o
sospendere le sue investigazioni. Scopo del
sistema di giustizia internazionale in cui la legge
sia applicata equamente per tutti è un fine. Ma in un
mondo cui alcuni stati sono chiaramente più equale di
altri, la sua realizzazione guarda più avanti che mai.


Neil Clark è uno scrittore specializzato in
questioni dell'Europa Orientale e Balcani

Guardian Unlimited © Guardian Newspapers Limited 2004


Traduzione di Alessandro Lattanzio
email: alexlattanzio@y...
URL. http://www.aurora03.da.ru

(ringraziamo AL per la traduzione. ICDSM Italia)

--- Fine messaggio inoltrato ---

Il partito di Rugova gongola e chiede l'indipendenza subito


La "Lega Democratica del Kosovo" di Ibrahim Rugova, partito
irredentista "storico" nel panorama kosovaro-albanese, chiede
l'indipendenza subito come condizione per la cessazione dei pogrom.

Bugiardamente ritenuti "moderati" e "nonviolenti" da ampi settori
della sinistra italiana filoistituzionale, Rugova ed il suo partito
sono in realta' noti sin dalla fine degli anni Ottanta al pubblico
jugoslavo
- per le loro posizioni ispirate al segregazionismo su base etnica
(politica del "boicottaggio" delle istituzioni jugoslave, vilmente
rovesciata in accusa di "apartheid" da parte dei serbi);
- per la richiesta di secessione (e di annessione alla Albania in un
secondo tempo);
- per il sostegno alla occupazione militare imperialista della
provincia ("la NATO e' il nostro esercito", affermo' Rugova);
- e financo per l'appoggio alle politiche USA di "guerra infinita
contro il terrorismo" (in particolare nel recente caso dell'Iraq).

Rugova ed il suo partito - che aderisce alla Internazionale
Democristiana - hanno goduto in tutti questi anni di incondizionato
appoggio mediatico in Occidente, ad esempio tramite agenzie
specializzate in "lobbying" e disinformazione come la "Ruder&Finn
Public Global Affairs". Finanziamenti ed altri tipi di appoggio sono
poi giunti da singoli partiti, istituzioni e fondazioni UE e NATO.

(a cura di Italo Slavo)


KOSOVO: DEPUTATI, UNICA VIA D'USCITA E' L'INDIPENDENZA

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - I deputati albanesi del Parlamento di
Pristina, riunito oggi in seduta straordinaria mentre in Kosovo
proseguono per il secondo giorno consecutivo sanguinosi scontri, hanno
affermato che ''il solo modo per uscire da questa crisi e'
l'indipendenza''. Sabri Hamiti, capogruppo parlamentare della Lega
democratica, partito maggioritario del presidente moderato [SIC]
Ibrahim Rugova, ha dichiarato nel corso della seduta che ''questo
paese, la cui storia e' stata segnata in modo infinito da sangue e
vittime, oggi non ha altra via d'uscita che la sua indipendenza''. Il
leader del partito per l'alleanza del Kosovo (Aak), Ramush Haradinaj,
che fu uno dei comandanti della guerriglia [leggi: terrorista UCK], ha
aggiunto che ''la rivolta in corso e' la reazione contro l' attuale
status quo''. (ANSA). BLL
18/03/2004 16:25

http://www.ansa.it/balcani/kosovo/20040318162532879855.html

In vigilia della manifestazione di pace del 20 marzo in tutte le cita
europee,
da ieri, il 17 marzo, scatenati scontri di sangue nel Kosmet (Kosovo e
Metohija), ospedali pieni, tante vittime (i dati ufficiali arrivano
ogni
momento, chiese bruciate ?), tra le vittime anche soldati della KFOR?

I LAVORATORI DELLA ZASTAVA SCENDERANNO OGGI A MEZZO GIORNO -
IL 18 MARZO - IN PIAZZA CENTRALE DI KRAGUJEVAC PER ACCENDERE
LE CANDELE PER VITTIME DEL KOSMET - PROTESTA IN SILENZIO
DI QUELLI LA CUI VOCE NON SI SENTE.

I LAVORATORI DELLA ZASTAVA, OGGI A KRAGUJEVAC PER DIRE

NO AL TERRORISMO

Sindacato ZASTAVA - KRAGUJEVAC
UFFICIO ADOZIONI

==================

SFASCIO
EMBARGO
BOMBARDAMENTI

Dal paese esempio di convivenza multietnica alla patumiera.

24.03.1999 - 24.03.2004

complesso metalmeccanico piu grande dei Balcani
ZASTAVA - Kragujevac - Da Torino Jugoslava alla "pianura di fame".

Sindacato ZASTAVA
Ufficio Adozioni

Da: ICDSM Italia
Data: Mar 16 Mar 2004 16:40:22 Europe/Rome
A: Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli.
Oggetto: [icdsm-italia] Aggiornamenti "processo" Milosevic


(english / italiano / deutsch)

Aggiornamenti "processo" Milosevic


1. IN ITALIANO

2. LINKS (in english)

3. Milosevic case combats Washington's 'regime changes' (by John
Catalinotto / Workers' World) ; Judge Steps Down In Miloševic Case (by
Elizabeth Farrell / New Worker Online)

4. AUF DEUTSCH:
Tribunal-Richter zurückgetreten: Wird Milosevic-Prozeß auf Eis gelegt?

5. Una nota sulla campagna di finanziamento dell'ICDSM


=== 1 ===


In base ad informazioni che giungono dall'IWPR - un istituto finanziato
da istituzioni NATO per orientare "opportunamente" i mezzi di
informazione internazionali sulle questioni relative ai Balcani (vedi:
http://www.iwpr.net/index.pl?archive/tri/tri_347_1_eng.txt) il
"tribunale" dell'Aia avrebbe assegnato al giamaicano Patrick Robinson
il compito di sostituire Richard May dopo le dimissioni di quest'ultimo
"per ragioni di salute". Si puo' prevedere dunque una continuazione
"regolare" del "processo" a partire da fine maggio 2004, con la fase
dibattimentale di "autodifesa dell'imputato".
(a cura di ICDSM-Italia)


TPI: MILOSEVIC, AVVOCATI CHIEDONO RITIRO ACCUSA GENOCIDIO

(ANSA) -L'AJA, 5 MAR - Ritirare l'accusa di genocidio nei confronti
di Slobodan Milosevic: e' la richiesta formulata dagli 'amici
curiae', gli avvocati designati dal Tribunale penale internazionale
(Tpi) per vegliare sull'equita' del processo contro l'ex presidente
della Jugoslavia. In un documento inviato alla corte e reso noto
oggi i legali sostengono che ''non ci sono prove che l'imputato abbia
progettato, ordinato o commesso un genocidio o atti di genocidio''.
Per questo chiedono di cancellare dagli atti di accusa questa
imputazione. Contro Milosevic e' in corso dal 12 febbraio del 2002
un processo che e' appena arrivato al giro di boa con le
conclusioni della parte riservata all'accusa. A giugno la parola
passera' allo stesso Milosevic il quale ha deciso di difendersi
personalmente dall'accusa di crimini di guerra e contro l'umanita' e,
se non sara' cancellata, di genocidio.(ANSA). VS 05/03/2004
18:28
http://www.ansa.it/balcani/serbiamontenegro/20040305182832865899.html

Vedi anche:

Text of Amicus Curiae's motion for the aquital of Slobodan Milosevic
http://www.un.org/icty/milosevic/040305.pdf


=== 2 ===


LINKS (IN ENGLISH)

Text of Amicus Curiae's motion for the aquital of Slobodan Milosevic
http://www.un.org/icty/milosevic/040305.pdf

Crisis at The Hague ICTY Kangaroo Court: Presiding Judge in Milosevic
Trial resigns (by Cathrin Schütz)
http://globalresearch.ca/articles/DIC402A.html

Milosevic outlasts May (by Timothy Bancroft-Hinchey)
http://english.pravda.ru/printed.html?news_id=12176

Muted end to Milosevic prosecution; Tribunal Boost for Milosevic (by
Stacy Sullivan)
http://www.iwpr.net/index.pl?archive/tri/tri_346_1_eng.txt
http://www.iwpr.net/index.pl?archive/tri/tri_347_1_eng.txt

The Hague Suffers New Shocks to the Nervous System
http://www.balkanalysis.com/modules.php?name=News&file=print&sid=279

Correspondence from an Eyewitness in Bosnia to ICDSM:
NATO/SFOR & ICTY Are Manufacturing Fake Mass Graves
to Convict Milosevic! - January 4, 2004
http://www.icdsm-us.org/libraries/viewdocument.asp?DocumentID=186

--- MORE ---

Republika Srpska:
Republic Secretariat for Relations with The International Criminal
Tribunal in The Hague and War Crimes Research
http://www.rs-icty.org/engleski/ulaz_eng.htm
Republicki Sekretarijat za odnose sa Medunarodnim krivicnim sudom u
Hagu i istrazivanje ratnih zlocina
http://www.rs-icty.org/

Un interessante documentario televisivo olandese /
Dutch TV documentary on the Hague process, in two parts
http://info.vpro.nl/info/tegenlicht/index.shtml?7738514+7738518+8048024

MILOSEVIC SPEAKS!
The Writings, Speeches and Interviews
of President Slobodan Milosevic
http://www.icdsm-us.org/speaks/default.asp


=== 3 ===


http://www.iacenter.org/milos_030704.htm

YUGOSLAVIA, HAITI, IRAQ
Milosevic case combats Washington's 'regime changes'

By John Catalinotto
New York

A Feb. 29 International Action Center forum here on NATO's
two-year-long prosecution of former Yugoslav President Slobodan
Milosevic turned into a spirited fight-back workshop. The discussion
ranged across topics from that morning's criminal overthrow of the
Haitian government to the Iraqi resistance, the latest political turn
in Serbia and Washington's aggressive policy of "regime change."

Pat Chin, an IAC spokesperson on both Haiti and Yugoslavia, chaired the
meeting. She drew the audience's attention to the similarities of the
U.S. overthrow of constitutional governments in both countries. Both
were pushed out by a combination of military assault and subversion
under the cover of "human rights" concerns, she said.

IAC organizers had originally called the meeting to coincide with the
end of the case that the prosecution had tried to bring against
Milosevic at the International Criminal Tribunal for the former
Yugoslavia.

Speakers at the forum included former Attorney General Ramsey Clark,
IAC co-director Sara Flounders and Kingsborough Community College
professor Barry Lituchy, who had recently observed the ICTY trial and
Milosevic's defense. Clark had been hit by a car the day before the
forum, suffering a broken foot and ankle. Still he found the energy to
inspire the audience with his phoned-in presentation defending
Milosevic.

Without any legal basis in United Nations bylaws, the United States and
other NATO powers established the tribunal through the UN in 1993 to
target Yugoslavs and especially Serbs. In May 1999, during the 78-day
U.S./NATO bombing campaign against Yugoslavia, the ICTY charged
Yugoslav President Milosevic with war crimes in order to bring
additional pressure on him to surrender Serbia's Kosovo province to
NATO occupation.

Two years later, NATO forces kidnapped Milosevic from Belgrade and put
him under ICTY control in a former Nazi prison in The Hague. Only then
did the tribunal also charge him with war crimes and even genocide
regarding the civil wars in Croatia and Bosnia.

By now, in 2004, the court has dropped genocide charges regarding
Kosovo. It may also drop all charges regarding Bosnia and Croatia,
according to rumors in the media.

Observing the ICTY 'circus'

As far as Lituchy is concerned, the court proceedings were a "circus"
and the case should end now in a mistrial.

"It should be ended immediately," he said. "In two years we have seen
no decent evidence. They have been unable to produce any direct links
between Milosevic and those alleged to have committed war crimes. The
media coverage has dried up because the prosecution has been unable to
impose its false version of events on the trial proceedings."

Lituchy, a key organizer of the Inter national Committee for the
Defense of Slobodan Milosevic in the U.S., also showed 30 fascinating
minutes of a longer documentary shown last fall on Dutch television.
The documentary exposes many of the lies about 1990-2000 events in the
Balkans. It also shows Milosevic's effective cross-examination that
consistently exposed prosecution witnesses' weaknesses and outright
lies.

Milosevic has represented himself before the ICTY. As he defends
himself, he sets the historic record straight by blaming the United
States and NATO for aggression in the Balkans.

The former president suffers from high blood pressure. He faces a grave
risk of heart attack. Despite these serious health problems, he has
outperformed the prosecutors and outlasted presiding judge Richard May.

May's recent announcement that he has to retire from the case because
of unexplained medical problems has thrown the prosecution into
disarray. How the trial should proceed now is in doubt: A new judge
would have to review videotapes of almost 300 witnesses, plus 33,000
pages of transcribed testimony and a million pages of depositions. A
serious review of this material could require a year.

The ICTY is allowing Milosevic only three months to go over the same
material to prepare his defense, which is supposed to open on May 26.

Iraqi resistance helps the truth

In her talk, Flounders showed how the heroic Iraqi resistance to the
U.S. occupation has created an atmosphere where few believe
Washington's lies to justify its war. "It is important that we continue
to fight to get out the truth about Yugoslavia at a time when many are
questioning the 'Big Lie' told by the U.S. government," she said.

Clark reviewed recent Balkans history and attacked the legality of the
ICTY. He recently wrote a paper developing these points, "Divide and
Conquer," which is available at the IAC website: www.iacenter.org.

Clark urged the audience to work to support the team doing back-up
research for Milosevic as he presents the defense case. This team
consists of a few young Yugoslav attorneys who hope to have continuing
assistance from Tiphaine Dickson, a Canadian attorney experienced in
international law
before this type of tribunal.

During an audience discussion that lasted over an hour, a member of an
early Milosevic cabinet who lives now in the United States brought up
recent developments in Serbia. "The last elections," she said, "pushed
out the neo-liberal puppets of the West who had replaced Milosevic in
2000." She called it "a first step" toward winning independence again
in Serbia.

Some in the audience expressed frustration that the progressive
movement in the United States had failed to understand the Yugoslav
struggle. Yet the general mood as the meeting ended was increased
readiness to struggle.

People vowed to find ways to support the website of the ICDSM-US
(www.icdsm-us.org), to work to get the video shown publicly, to
circulate Ramsey Clark's paper and to support those defending Slobodan
Milosevic and exposing U.S. imperialism's lies.

"Mugabe in Zimbabwe, Chavez in Venezuela, Aristide in Haiti and
Milosevic in Yugoslavia were demonized. People who understand how the
government here lied in one of these cases should be helped to
understand them all," remarked one participant during the discussion.
"And publicizing Milosevic's
defense is one way to do it for Yugoslavia."


Reprinted from the March 11, 2004, issue of Workers World newspaper

(Copyright Workers World Service: Everyone is permitted to copy and
distribute verbatim copies of this document, but changing it is not
allowed. For more information contact Workers World, 55 W. 17 St., NY,
NY 10011; via
email: ww@.... Subscribe wwnews-on@.... Unsubscribe
wwnews-off@.... Support independent news
http://www.workers.org/orders/donate.php)

---

From: New Worker Online, Friday, February 27, 2004
http://www.newworker.org
(through http://www.solidnet.org )

Judge Steps Down In Miloševic Case

by Elizabeth Farrell

THE CASE against Slobodan Miloševic has ended early in The Hague due to
the illness of British presiding judge, Richard May, and further delays
are inevitable, as his replacement will have to study over two years of
detailed testimony. The former Yugoslav president, accused of
war-crimes at The Hague tribunal, is entitled to challenge May’s
successor and he could even demand a complete retrial. But Judge May is
not the only person with health problems. Slobodan Miloševic himself
suffers from high blood pressure, which means he has often been too ill
to attend court hearings. Despite this, Miloševic has been denied
access to a specialist doctor and often works through the night to
prepare his case.

Richard May will leave the International Criminal Tribunal for the
Former Yugoslavia (ICTY) on 31 May, around the time that Miloševic was
due to begin his defence. A lawyer in his own right, Miloševic has been
conducting his own defence and personally cross-examined most of the
298 witnesses put forward by the prosecution.

Judge May received predictable plaudits on his departure. ICTY
president Theodor Meron praised Richard May for his “formidable
intellect and unwavering dedication” and said he ensured the procedures
of the trial are “fair, efficient and sound”. Meron added: “[May] has
shepherded the Miloševic case, one of historical importance and
daunting dimensions,
through a major part of the trial with patience and care and handled
the unique issues presented by that case creatively and effectively.”

Slobodan Miloševic, the former leader of Serbia and the Yugoslav
federation, is accused of war-crimes in Croatia, Bosnia and Kosovo.
After his defeat by pro-imperialist elements in Serbia Miloševic was
handed over to West for the
trial which began in February 2002.

The former president has repeated refused to enter a plea and he has
questioned the legitimacy of the court. And so far, as one
international human rights lawyer said, “the only evidence against him
is that he is not guilty”. Miloševic is the first head of state to be
indicted by an international court. Now observers say the prosecution
at the kangaroo court in The Hague might not be able to secure a
conviction on the most serious charge for genocide.

*End*


=== 4 ===


http://www.jungewelt.de/2004/02-25/015.php

junge Welt (Berlin), 25.02.2004

Interview: Cathrin Schütz

Tribunal-Richter zurückgetreten: Wird Milosevic-Prozeß auf Eis gelegt?

jW sprach mit Tiphaine Dickson, kanadische Anwältin im Rechtskomitee
des Internationalen Komitees zur Verteidigung von Slobodan Milosevic
(ICDSM)

* Die kanadische Anwältin war leitende Verteidigerin in einem der
ersten Völkermordprozesse vor dem Ruanda-Tribunal in Tansania.

F: Das Tribunal für Kriegsverbrechen im ehemaligen Jugoslawien (ICTY)
in Den Haag hat am Sonntag den Rücktritt des leitenden Richters im
Milosevic-Prozeß, Richard May, bekanntgegeben. Offiziell wird auf
gesundheitliche Gründe verwiesen. Wie bewerten Sie diesen Vorgang?

Das ist eine spektakuläre Entwicklung. Der Rücktritt zeigt, daß dieser
Mammutprozeß angesichts des riesigen Umfangs an Protokollunterlagen und
der Unmenge an Zeugen nicht adäquat geführt werden kann, schon gar
nicht von einem gesundheitlich angeschlagenen Menschen.
Bedauerlicherweise wird Slobodan Milosevic, dessen Krankheit ihn
ähnlich beeinträchtigt, nicht mit der gleichen Rücksicht begegnet wie
Richard May, dem sogleich Mitleid und Sorge zuteil wurden. Milosevic
kann nicht einfach vom Prozeß zurücktreten – obwohl er gegen seine
lebensbedrohliche Krankheit ankämpfen muß, ohne eine vorübergehende
Haftentlassung oder ausreichende fachärztliche Behandlung gewährt zu
bekommen.

F: In der internationalen Presse ist neuerdings zu lesen, man könne
Milosevic Völkermord nicht nachweisen. Wird die Öffentlichkeit jetzt
darauf vorbereitet, daß sich zahlreiche Vorwürfe gegen Milosevic als
unhaltbar erweisen werden?

Die Einschätzung der Presse stimmt insofern, als die bisher
vorgebrachten »Beweise« auf Hörensagen, Spekulationen, persönlichen
Meinungen und Irrelevanzen beruhen. Die Chefanklägerin, Carla del
Ponte, konnte keinen einzigen schlüssigen Beweis präsentieren, wie es
die Strafjustiz verlangt. Es ist klar, daß zahlreiche Anklagepunkte
fallengelassen werden müssen.

F: Einige Kommentatoren stellen inzwischen sogar in Frage, daß
Milosevic Kriegsverbrechen in Bosnien und Kroatien nachzuweisen seien.
Deutet sich darin vielleicht das Kalkül des Westens an, die Anklage
demnächst auf den Kosovo-Komplex zu beschränken?

Selbst wenn die Bosnien- und Kroatienanklage fallengelassen würden,
könnte Milosevic noch immer dieselbe Verteidigungsstrategie verfolgen,
wie er sie in seiner Eröffnungsrede dargelegt hat. Kosovo war nur der
Vorwand des Westens für einen grausamen Bombenkrieg, mit dem
internationales Recht gebrochen wurde. Diese Aggression besiegelte das
Auseinanderbrechen Jugoslawiens. Es ist sehr wahrscheinlich, daß
Milosevic wie angekündigt aufzeigen wird, daß es nur einen Krieg im
ehemaligen Jugoslawien gab: nämlich den gegen Jugoslawien.

F: Was bedeutet der Rücktritt Mays für den Fortgang des Verfahrens?

Die Verfahrensregeln besagen eigentlich, daß ein neuer Richter nicht
ohne Zustimmung des Angeklagten berufen werden kann. Doch im »Dienste
der Gerechtigkeit« dürfen die Richter gegen die Vorbehalte des
Angeklagten handeln. Das Recht auf Einspruch des Angeklagten ist also
nicht mehr als eine Farce. Jeder neu berufene Richter muß bestätigen,
daß er mit dem gesamten Fall vertraut ist, also mit über 33 000 Seiten
von Mitschriften, ganz zu schweigen von Videokassetten, Karten und
einer großen Zahl anderer Beweisstücke. Es wäre zudem notwendig, daß
ein neuer Richter alle Videoaufzeichnungen der Verhandlungen anschaut,
denn keine Mitschrift kann vermitteln, was die Körpersprache von Zeugen
aussagt.

F: Könnte der Prozeß also erst einmal auf Eis gelegt werden?

Unter strikter Anlegung des angloamerikanischen Rechtssystems müßte der
Prozeß eigentlich noch einmal komplett von vorne aufgerollt werden. Was
diesen Fall betrifft, besteht aber die Gefahr, daß die Richter
angesichts des enormen politischen Drucks die Verfahrensregeln so
ändern, daß der Prozeß ohne Hindernisse fortgeführt werden kann. Eine
solche Entwicklung wäre ein schlimmer Präzedenzfall für die Zukunft des
internationalen Rechts.


=== 5 ===


Una nota sulla campagna di finanziamento dell'ICDSM

La Sezione Italiana dell'ICDSM ringrazia tutti quelli che hanno finora
contribuito alla campagna di finanziamento per la difesa di Milosevic.
La richiesta dell'ICDSM internazionale, tuttavia, e' che tali sforzi
vengano RADDOPPIATI nel prossimo futuro, poiche' le spese sono ingenti.
Non esistono altre fonti di finanziamento: la situazione a Belgrado e'
irrespirabile, i lavoratori ... non lavorano, chi ha i soldi per
mangiare li tiene stretti e non rischia certo la galera in attivita'
politiche o di solidarieta' a favore di Milosevic, che viene presentato
dai media locali (oramai tutti in mano a societa' occidentali)
esattamente come da noi, cioe' come un dittatore criminale e
ferrovecchio. I nuovi ricchi votano i partiti filo-occidentali e di
destra e non appoggiano certo Milosevic. Per di piu', alla campagna per
Milosevic l'SPS e' sostanzialmente ESTRANEO, poiche' la leadership
parlamentare di quel partito ha scelto una linea accomodante con
Kostunica ed e' in rotta di collisione con il gruppo organizzatosi
attorno a SLOBODA (sezione belgradese dell'ICDSM).
A tutti deve essere infine chiaro - se ancora ci fosse bisogno di
ripeterlo - che non esiste alcun "tesoro nascosto" di Milosevic e che
il nostro impegno per la sua difesa e' insostituibile ed
indispensabile. Altrimenti, la storia la scriveranno da soli i nemici
della Jugoslavia, a base di "sentenze giudiziarie" dettate dai servizi
di intelligence della NATO.

Per contribuire dall'Italia alla difesa di Milosevic:

Conto Corrente Postale numero 86557006
intestato ad Adolfo Amoroso, ROMA
causale: DIFESA MILOSEVIC

Per contatti:

ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27
00043 Ciampino (Roma)
email: icdsm-italia@...




==========================
ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27
00043 Ciampino (Roma)
email: icdsm-italia@...

Conto Corrente Postale numero 86557006
intestato ad Adolfo Amoroso, ROMA
causale: DIFESA MILOSEVIC

Ultimora: "caos totale" a Mitrovica (Kosmet)
17 marzo 2004


PREMESSA
La citta' di Mitrovica si trova a ridosso della ricchissima zona
mineraria della provincia. Negli scorsi anni l'amministrazione ONU/NATO
(UNMIK) ha intrapreso un progetto di espropriazione delle miniere,
sottratte al legittimo proprietario - lo Stato - per consegnarle al
capitale monopolistico transnazionale: un contenzioso in tal senso e'
tuttora in corso.
In seguito al blocco di ogni attivita' produttiva legata alle miniere,
la situazione sociale e' completamente al collasso, con una
disoccupazione prossima al cento per cento ed una economia criminale
assai fiorente.
La citta' di Mitrovica (Titovska Mitrovica) fu pacifica e "multietnica"
fino alla primavera del 1999, quando cioe' la aggressione della NATO
causo' l'escalation della tensione tra le varie componenti
nazionalitarie; in seguito alla occupazione militare da parte della
NATO (KFOR), seguita ai bombardamenti del 1999, la citta' e' stata
"etnicamente ripulita" con metodi terroristici dall'UCK con la
complicita' della stessa KFOR, tanto che si e' conservata solo una
piccola area (detta "la piccola Bosnia") a caratterizzazione
multietnica, assediata in un contesto di sostanziale apartheid. Un
quartiere a maggioranza serba sopravvive, separato dal resto della
citta' da un ponte (oggi sotto il controllo della KFOR francese) che
nessuno attraversa e che e' teatro di continue provocazioni.
(a cura di Italo Slavo)

---

http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/rep_nazionale_n_641163.html

Pristina, 13:52

Kosovo, spari durante la protesta di Mitrovica: vittime

Ci sono delle vittime nei violenti incidenti sono in corso a
Kosovska Mitrovica, dove questa mattina migliaia di albanesi
stavano protestando per la morte di tre bambini costretti a
lanciarsi in un fiume da ragazzini serbi che li inseguivano con
i cani. Secondo fonti albanesi almeno quattro persone sono te
uccise e molte altre ferite. Altre fonti parlano di due morti e
di feriti.

---

KOSOVO: SPARI DURANTE PROTESTA MITROVICA, VITTIME (2)

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - Gli incidenti sono scoppiati quando i
manifestanti albanesi che si erano radunati nella parte meridionale
di Kosovska Mitrovica hanno tentato di assaltare il ponte sul fiume
Ibar che conduce alla parte nord della citta' abitata da serbi. I
soldati della Kfor (forza di pace a guida Nato) hanno tentato di
disperdere la folla sparando gas lacrimogeni. Nel frattempo
dall'altra parte del ponte si erano radunati manifestanti serbi, che
a loro volta hanno tentato l'assalto al ponte. ''All'improvviso si e'
sentita una potente esplosione - ha detto all'Ansa un testimone
oculare raggiunto telefonicamente - e poi sono iniziati spari a
raffica''. Fonti serbe hanno riferito che una donna che si trovava
sulla terrazza del proprio palazzo e' stata colpita alla testa da un
proiettile. Gli albanesi hanno riferito di quattro morti e almeno 50
feriti. I portavoce della missione delle Nazioni Unite (Unmik)
hanno precisato che al momento non dispongono di nessun bilancio, ma
confermano gli incidenti in corso. ''Si sentono ancora spari e c'e'
un caos totale'' ha aggiunto il testimone. (ANSA). BLL
17/03/2004 13:47

http://www.ansa.it/balcani/kosovo/20040317134732878193.html

---

KOSOVO: SPARI DURANTE PROTESTA MITROVICA, VITTIME (3)

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - La direzione dell'ospedale della parte
nord di Kosovska Mitrovica (abitata da serbi) ha richiamato in
servizio tutto il personale disponibile. ''Pochi minuti
fa c'e' stata una seconda esplosione e la situazione sta
precipitando'' ha detto all'Ansa una fonte dell'ospedale che non
vuole essere citata. Secondo la stessa fonte i morti accertati
sarebbero almeno tre. Il ponte al centro degli scontri e' controllato
dai soldati francesi. (ANSA). BLL 17/03/2004 13:53

http://www.ansa.it/balcani/kosovo/20040317135332878214.html

SONO PASSATI 44 ANNI - NON E' CAMBIATO NIENTE


"Senza alcun sarcasmo, possiamo affermare che, oggi, sono le grandi
imprese, i media e gli editorialisti americani a giudicare per noi
l'importanza e la onesta' dei leader. E' sufficiente ribaltare i loro
giudizi: quanto piu' un dirigente viene attaccato, quanto piu' viene
disprezzato, tanto migliore costui va considerato da parte nostra"

Ernesto Che Guevara, 25 marzo 1960


--- srpskohrvatski

"Bez karikiranja mozemo mirne duse reci da danas americka krupna
preduzeca, stampa i komentatori prosudjuju za nas koji je drzavnik
koliko vredan i posten. Dovoljno je, medjutim, u obrnutoj srazmeri
tumaciti njihov sud. Izvesno mora biti najbolji bas onaj lider koga oni
najzesce napadaju i najvise nipodastavaju".

Che Guevara, 25. marta 1960

(Preuzeto iz biltena CubaSolidarityProject koji u Francuskoj brani
interese i istinu o Kubi i tekovinama socijalisticke izgradnje pod
rukovodstvom Fidela Kastra. Potreba za ovakvim vidom solidarnosti je
ogromna imajuci u vidu izdajnicku ulogu institucionalnih komunistickih
partija ne samo u odnosu na domacu radnicku klasu, nego i sire, u
odnosu na medjunarodni radnicki i komunisticki pokret. Olga)


--- francais

"Nous pouvons dire, sans caricaturer, qu'aujourd'hui, les grandes
entreprises, les médias et les éditorialistes américains jugent pour
nous l'importance et l'honnêteté d'un quelconque leader. Il suffit de
prendre le contre-pied de leur appréciation. Lorsqu'un dirigeant est le
plus attaqué, le plus décrié, il est sans doute le meilleur!"

Che Guevara, 25 mars 1960

http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/
index.cfm?fuseaction=news.notizia&NewsID=2865


Croazia: scioccanti filmati antiabortisti nelle scuole


Una vicenda che recentemente ha dominato le prime pagine dei giornali
in Croazia, quella di un controverso filmato sull’aborto proiettato
nelle scuole durante le lezioni di religione. I media si interrogano
sul ruolo della Chiesa nella società

(03/03/2004) da Osijek, scrive Drago Hedl


Dopo aver visionato – per le proteste dei genitori degli studenti di
Zagabria - il filmato sull’aborto “Grida silenziose”, anche il ministro
dell’Istruzione della Croazia, Dragan Primorac, è rimasto scioccato. Il
filmato viene mostrato abitualmente durante la lezione di religione
nelle scuole superiori croate.

“Anche quando ero studente di medicina non ricordo di aver mai visto
descrizioni così dettagliate dell’aborto come quelle mostrate nel
filmato - ha dichiarato il ministro Primorac, che è anche un esperto di
medicina forense. Malgrado la natura del suo lavoro lo abbia abituato a
immagini tutt’altro che piacevoli, è rimasto costernato per il fatto
che le scene di aborto mostrate nel filmato, nel quale un dottore
spiega come il chirurgo strappa parti del feto fino a quando l’utero
non contiene solo la testa che deve essere “sbriciolata e estratta a
pezzi”, vengano mostrate a studenti liceali.

La vicenda è diventata di pubblico dominio alla fine di febbraio,
quando alcune studentesse del terzo anno del Ginnasio XI di Zagabria
hanno accusato uno choc mentre guardavano il filmato durante l’ora di
religione. Atterriti da una scena del filmato, che descrive alla
lettera l’aborto mostrando un recipiente pieno di sangue e residui
fetali, diversi studenti hanno chiesto di lasciare l’aula, ma
l’insegnante di religione non glielo ha permesso. Quando sono tornati a
casa, si sono lamentati del fatto con i genitori, che il giorno dopo
hanno contattato il preside della scuola.

L’insegnante di religione, tuttavia, non stava facendo niente di
insolito. La proiezione del filmato americano, prodotto venti anni fa,
il cui motto è la prevenzione dell’aborto, è stata approvata dalla
Conferenza Episcopale Croata, e di seguito anche dal Ministero
dell’Istruzione. Il tutto è avvenuto durante il mandato del governo
precedente, guidato dalla coalizione di centro sinistra del primo
ministro Ivica Racan, al potere fino alla fine del 2003.

“Il filmato parla di cose che vengono rappresentate fedelmente. Le
scene sono brutali, ma tale è lo stesso atto dell’aborto. Ritengo che
questo possa influenzare i ragazzi più di storie vuote che in ogni caso
non comprenderebbero - dichiara Nevenka Loncaric, consulente per
l’insegnamento della religione presso il Ministero dell’Istruzione.

Il Ministro, Dragan Primorac, ha tuttavia raccomandato alle scuole di
interrompere le proiezioni del controverso filmato fino ad ulteriore
comunicazione.

“Questa è la dimostrazione migliore del fatto che è necessario
rivedere i programmi di tutte le materie insegnate nelle scuole - ha
affermato Primorac.”

Una nota psicologa di Zagabria, Mirjana Krizmanic, ha dichiarato al
settimanale “Feral Tribune” che il filmato sull’aborto è una
dimostrazione del potere della Chiesa: “Mostrare questo filmato agli
studenti delle superiori è una azione particolarmente dannosa, che
dimostra una orrenda insensibilità nei confronti dei ragazzi. La Chiesa
ha il diritto di sostenere che l’aborto è immorale, ma perché ha deciso
di rappresentare alla lettera solo questo particolare peccato mortale?
Perché non lo stupro, ad esempio? Che relazione c’è tra l’insegnamento
della religione e il mostrare ai ragazzi immagini di organi fatti a
pezzi? - chiede la Krizmanic.”

Una inchiesta condotta dal quotidiano “Jutarnji List”, mostra che
solo il 6% degli studenti delle scuole superiori ritiene che l’aborto
sia un omicidio, e solo l’1% delle studentesse afferma che non
abortirebbero se rimanessero incinte alla loro età.

Una famosa giornalista di Zagabria, Sanja Modric, ritiene che la
Chiesa Cattolica Croata voglia fare da arbitro su tutte le questioni
importanti. Secondo lei, la Chiesa si oppone fortemente allo stesso
modo ai matrimoni dello stesso sesso, e ha insistito sulla proibizione
del lavoro domenicale nei grandi magazzini fino a quando il Parlamento
non è stato spinto a prendere questa decisione. La Chiesa si oppone
altresì con fermezza ad un programma del Ministero della Sanità che ha
condotto una campagna per l’utilizzo dei profilattici per prevenire la
diffusione del virus da Hiv.

Jelena Lovric, opinionista del settimanale di Zagabria “Globus”,
ritiene che il problema non stia nel fatto che la Chiesa cerchi di
imporre le proprie convinzioni su una larga parte della popolazione, ma
piuttosto nel suo tentativo di organizzare la società secondo le
proprie credenze. “Quello che rende il problema ancora più grande -
dice la Lovric - è il fatto che praticamente nessuno osi contraddire
questioni problematiche sostenute dalla Chiesa, come ad esempio quella
relativa all’uso dei profilattici.”

La Chiesa distribuisce volantini con slogans quali “Non con le
spirali”, “Non con le pillole”, “Non con i preservativi”, “Non con la
inseminazione artificiale” nelle sale di attesa di molti ospedali
pubblici della Croazia. Alcuni alti funzionari ecclesiastici, come il
vescovo Valter Zupan, non solo si oppongono ad ogni tipo di
contraccezione, ma affermano che alcuni tipi di metodi protettivi, come
i profilattici, addirittura “aumentino la incidenza dell’Hiv” perché
incrementano la promiscuità, e non offrono una sufficiente protezione
contro l’Aids.

Quando diversi giornalisti hanno avvisato che si trattava di un
controsenso, la Chiesa ha reagito con durezza. Il Cardinale Josip
Bozanic è calato con furia nella disputa contro i media, definendo i
giornalisti dei mercenari, persone senza alcuna morale e gruppi che
conducono campagne per gli interessi personali di qualcun altro.

D’altro canto, nel corso di una visita in una scuola secondaria,
Bozanic ha mostrato tolleranza nelle sue risposte agli studenti che
chiedevano la sua opinione sugli scandali di pedofilia nella Chiesa
Cattolica: “Anche gli uomini di Chiesa non sono degli angeli - ha
dichiarato il Vescovo, aggiungendo che casi come quelli erano sfruttati
dai media per compromettere la Chiesa. Non siamo ciechi al punto da non
vedere che si tratta di propaganda dettata da altri motivi - ha detto
Bozanic.”

La proiezione del filmato sull’aborto durante le lezioni di
religione, che ha così diviso la opinione pubblica croata, così come la
campagna condotta dalla Chiesa per combattere l’utilizzo dei
profilattici, ha rinfocolato la polemica sul ruolo della Chiesa nella
società croata. Questo genere di discussioni sono solitamente condotte
dai media e da circoli di intellettuali indipendenti, mentre gran parte
del pubblico – compresa la maggior parte dei politici – non vuole
entrare in tali polemiche. Consapevoli dell’influenza e del potere
della Chiesa, i politici preferiscono evitare eventuali conflitti.


Vedi anche:

La Chiesa croata vieta il lavoro domenicale
http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/
index.cfm?fuseaction=news.view1&NewsID=2548

Josip Bozanic, il nuovo cardinale della Chiesa croata
http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/
index.cfm?fuseaction=news.view1&NewsID=2515

» Fonte: da Osijek, Drago Hedl
© Osservatorio sui Balcani

A CHE COSA SERVONO GLI STORICI ?

Personaggi ed interpreti:
Protagonista: Raoul Pupo, storico.
Comparse: Spazzali, Casini, Fascíno, Sinagra, Tito e Mussolini.


Trieste, martedi 9 marzo 2004. Un variegato pubblico partecipa alla
presentazione del libro "Foibe". Autori, gli storici di
"centrosinistra" Pupo e Spazzali.

Dei due e' presente solo il primo. Dopo una serie di interventi critici
da parte del pubblico, e specialmente da parte di persone bene
informate sull'argomento, uno degli organizzatori si spazientisce ed
afferma, papale papale, che "chi gia' conosce l'argomento non è il caso
che venga a parlare a queste presentazioni perché poi facciamo
confusione alla gente che viene a sentire e non conosce l'argomento".

Venerdì 12 marzo 2004 invece a Trieste c'era Casini, accompagnato da
una nutrita scorta anche a rendere omaggio sulla "foiba". Nel
pomeriggio, quando Casini è intervenuto ad una seduta straordinaria del
consiglio regionale, lo stesso Pupo ha fatto un intervento "storico"
del quale merita trascrivere di seguito un paio di passaggi
significativi:

"...L'emergenza e quindi la repressione non cessarono mai nei territori
sotto controllo jugoslavo, perche' il nuovo regime aveva bisogno di una
mobilitazione continua ed il suo totalitarismo si rivelo' assai piu'
compiuto di quello fascista e quindi capace di penetrare in tutte le
pieghe della societa' ponendo i suoi membri, individui e comunita' -
come quelle italiane dell'Istria - di fronte all'alternativa radicale:
o rinunciare alla propria identita' o abbandonare la propria terra!"

Tito era dunque evidentemente peggio di Mussolini (l'importante e' non
chiedere l'opinione degli italiani rimasti in Istria, che non sono
pochi).
Ed ancora:

"...La massima intensità della violenza venne raggiunta con la
dominazione nazista che qui fu di fatto separazione dal resto d'Italia:
una separazione dalla madrepatria che per Trieste sarebbe durata più di
dieci anni, perché all'occupazione tedesca sarebbero seguite quella
jugoslava [42 giorni, n.d.r.] e quella angloamericana; per la maggior
parte della Venezia Giulia invece, non ha più avuto termine."

Allora che facciamo? Rioccupiamo le terre perdute di Istria e Dalmazia
al grido di Pupo Pupo?

In fondo, sempre rimanendo in tema di storici maldestri, Pupo e' in
buona compagnia.

L'aveva detto anche Fascíno che "l'aggressione fascista alla Jugoslavia
non poté giustificare la perdita dei territori" (conferenza stampa,
Trieste 5 febbraio 2004).

Dal canto suo, il noto accademico massone Augusto Sinagra (tra le altre
cose, avvocato di fiducia di Licio Gelli), aveva avuto occasione di
affermare invece (il 20/9/1991):

"Il disfacimento della Jugoslavia (...) riapre per l'Italia prospettive
un tempo impensabili, per dare concretezza all'irrinunciabile speranza
di riportare il Tricolore nelle terre strappate alla Patria dal diktat
e dal trattato di Osimo".

Ed e' tutto dire.


(A cura di CNJ e redazione de "La Nuova Alabarda")

 
Car* compagn*,
 
di seguito trovate l'appello di convocazione dell'assemblea nazionale
che si terrà a Roma il 21 marzo 2004.
 
Come potrete leggere dall'appello tale assemblea vuole essere un primo
momento di confronto sull'esigenza di dare continuità al movimento
contro la guerra italiano, anche e sopratutto dopo l'importante
appuntamento del 20 marzo e su una piattaforma molto avanzata.
 
Sarebbe importante se in divers* compagn* si potessero fermare a Roma
anche nella giornata di Domenica e partecipare a questo primo momento
di confronto che, come potrete leggere dalle prime adesioni, vedrà la
partecipazione di una pluralità di soggetti.
 
L'assemblea si terrà al CENTRO CONGRESSI CAVOUR, in Via Cavour 50/a
alle ore 10 di Domenica 21 marzo 2004 (Via Cavour parte dalla stazione
Termini).
 
Un caro saluto
 
Fosco Giannini
Bruno Steri
Stefano Franchi
 
 
21/03/2004
GRANDE ASSEMBLEA NAZIONALE DEL MOVIMENTO CONTRO LA GUERRA PER DOMENICA
21 MARZO A ROMA

E' decisivo che questo movimento di massa non si disperda nuovamente e
non dichiari esaurita la sua azione dopo la giornata del 20 marzo. Ad
aprile dello scorso anno, troppi avevano prematuramente ritenuto che la
guerra in Iraq fosse finita. A dimostrare il contrario sono state le
contraddizioni seguite all'occupazione militare della coalizione
guidata dagli Stati Uniti (Italia inclusa) e la sorprendente resistenza
popolare che in Iraq si sta opponendo a questa occupazione.
La realtà ci ha dimostrato che la guerra permanente e preventiva
continua ad essere lo snodo drammatico delle relazioni internazionali e
dello loro ripercussioni interne ad ogni paese, incluso il nostro.

La giornata mondiale di mobilitazione contro la guerra del 20 marzo,
raccoglie l'appello del movimento pacifista statunitense, rilanciato e
fatto proprio al Forum di Parigi e del Forum Sociale Mondiale di
Mumbay. L'obiettivo della mobilitazione del 20 marzo è la cessazione
immediata dell'occupazione coloniale dell'Iraq, il ritiro delle truppe
straniere, l'autodeterminazione del popolo iracheno. Questo è quanto
affermano le piattaforme ed documenti dei movimenti sociali e contro la
guerra in tutto il mondo - a partire da quelli statunitensi - e questo
è quanto emerso chiaramente nel recente Forum Sociale Mondiale di
Mumbay.
Se questa piattaforma è chiara da New York a Mumbay, non capiamo perché
questa chiarezza debba pagare un prezzo alla politica bipartizan solo
qui in Italia, utilizzando strumentalmente un presunto ruolo risolutore
dell'ONU in contrapposizione alla richiesta del movimento di ritiro
incondizionato delle truppe italiane dall'Iraq.

Anche per questo riteniamo che il movimento per la pace debba aprire
una riflessione di programma capace di dare continuità alla sua
iniziativa e che lo renda autonomo dalle ipoteche della governabilità e
delle compatibilità internazionali che vincolano tuttora il nostro
paese.

1) La partita del ritiro del contingente militare italiano in Iraq va
giocata fino in fondo. Anche se il Parlamento ha approvato il
rifinanziamento della missione militare, sarebbe inaccettabile ritenere
questa partita come conclusa. Milioni di persone sono a favore del
rientro dei militari italiani. Spetta al movimento dare espressione
politica a questa domanda.

2)  Il contesto internazionale vede ormai avviarsi una corsa al riarmo
a livello globale. Le spese militari stanno ormai aumentando non solo
negli Stati Uniti ma anche in Europa. Le richieste di scorporo delle
spese per la difesa dai vincoli di bilancio degli Stati, è indicativo.
Che ciò non possa che avvenire a scapito delle spese sociali è
diventato evidente agli occhi di tutti. Le risorse sottratte alle spese
sociali servono a finanziare l'economia di guerra e l'apparato militare
statunitense, ma non possiamo nasconderci che servono anche a
finanziare il progetto di esercito europeo la cui dottrina militare si
ispira alla medesima logica della guerra e della proiezione offensiva
sui teatri di crisi. Non  possiamo neanche nasconderci che insieme alle
spese militari stanno aumentando le spese per la "sicurezza", una
categoria intesa ormai come fronte interno della guerra preventiva che
tende a rafforzare la repressione dei movimenti sociali e la
militarizzazione della società.

3) Negli ultimi dieci anni i governi italiani hanno mascherato le loro
ambizioni geopolitiche nei Balcani e in Iraq dietro gli automatismi
previsti dai trattati internazionali per trascinare l'Italia in guerra
contro altri paesi. Basi militari, corridoi di sorvolo, porti e
aeroporti sono stati spesso resi funzionali alla guerra senza alcun
mandato. Si ripone con forza la questione dello smantellamento delle
basi militari straniere in Italia. Gli Stati Uniti e la NATO stanno
allargando le basi militari della Maddalena, di Camp Darby, stanno
costruendo nuove basi militari a Taranto e Brindisi, stanno stoccando
segretamente le scorie nucleari in diversi siti.  E' decisivo
coordinare il movimento nel nostro paese con la rete internazionale
contro le basi che si è costituita al Forum Sociale Mondiale di Mumbay.

Per porre con forza la discussione e l'azione su questi contenuti
saremo in piazza unitariamente il prossimo 20 marzo  ma  proponiamo
anche una assemblea nazionale, unitaria e di movimento, per domenica 21
marzo per discutere e decidere come dare continuità alla mobilitazione
contro la guerra. La guerra non è finita. Questa volta la mobilitazione
non deve finire il 20 marzo.


Primi firmatari:

Stefano Chiarini (giornalista del Manifesto)
Piergiorgio Tiboni (Cood. Naz. CUB)
Pierpaolo Leonardi (coord.naz. CUB)
Maurizio Scarpa (segr.Filcams CGIL)
Sergio Tanzarella (teologo, Caserta)
Sergio Piro(psichiatra, Napoli)
Mauro Bulgarelli (deputato Verdi)
Paolo Cento (deputato Verdi)
Luciano Pettinari (Socialismo 2000)
Maurizio Musolino (Dip. Esteri del PdCI)
Franco Grisolia (AMR Progetto Comunista-sinistra PRC)
Mauro Casadio (Rete dei comunisti)
Sergio Cararo (giornalista, Contropiano)
Fosco Giannini (direttore de L'Ernesto)
Germano Monti (Forum Palestina)
Valter Lorenzi (Ass.culturale Agorà, Pisa)
Marco Santopadre (giornalista, Radio Città Aperta)

Per adesioni e informazioni: cpiano@...


[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]

(italiano /english)

Pogrom contro la minoranza serba in Kosovo-Metohija

1. Nostro commento
2. Dispacci di agenzia
3. IN ENGLISH

Aggiornamenti ANSA al sito http://www.ansa.it/balcani , dal quale
abbiamo tratto anche i dispacci riportati di seguito.


=== 1 ===

Sono state scatenate stamattina a Mitrovica violenze di massa contro la
popolazione serba, che da cinque anni vive segregata in un solo
quartiere della citta', e contro gli esponenti delle altre minoranze.
Gli scontri sono presto dilagati in tutto il Kosovo-Metohija ed hanno
coinvolto, con numerosi feriti, anche le truppe KFOR.

Le violenze rappresentano il culmine di una tensione segnata da uno
stillicidio di morti ammazzati negli scorsi mesi, dei quali la nostra
stampa non ha parlato. La rabbia degli albanesi-kosovari stamane
sarebbe stata scatenata dalla notizia della morte di tre bambini
albanesi, che sarebbero annegati in un fiume fuggendo da coetanei serbi.

Una tale situazione di violenza generalizzata in Kosovo-Metohija non ha
precedenti: essa e' la conseguenza estrema della scelta criminale della
NATO e del governo di Massimo D'Alema nel 1999 di innalzare alle stelle
la tensione nella provincia, allo scopo di occuparla militarmente,
gettando benzina sui focolai di tensione e soprattutto sulle
rivendicazioni dei secessionisti pan-albanesi. L'alleanza con le frange
estreme del movimento irredentista pan-albanese e' stata in tutti
questi anni strategica per la NATO e per gli USA in particolare.

Dopo la demolizione dello Stato jugoslavo e delle sue strutture in
Kosovo-Metohija, l'unica "certezza istituzionale" oggi su quel
territorio e' la piu' grande base USA mai costruita all'estero dai
tempi della guerra del Vietnam: "Camp Bondsteel", presso Urosevac.

(a cura di Italo Slavo)


=== 2 ===

http://www.repubblica.it/2004/c/sezioni/esteri/mitrovica/mitrovica/
mitrovica.html
ESTERI

A Mitrovica gli scontri tra le due etnie durano da ore
le forze dell'Onu non riescono a riportare la calma


Furibonda battaglia in Kosovo
sette morti tra serbi e albanesi


Almeno 250 feriti tra cui nove soldati francesi
Da Pristina la folla arriva per partecipare al conflitto

MITROVICA - E' battaglia a Mitrovica. Almeno sette persone sono morte e
250, tra cui nove soldati francesi delle forze di pace, sono rimaste
ferite in un enorme scontro a fuoco tra serbi kosovari e albanesi oggi
a Mitrovica. La città, al confine tra Serbia e Albania, è da sempre
dilaniata da conflitti etnici. Ma questo sembra aver raggiunto
proporzioni mai viste da anni a questa parte.

Centinaia di kosovari albanesi si sono radunati nella parte meridionale
della città, per manifestare dopo che due ragazzi sono annegati in un
fiume e un altro risulta disperso. Gli albanesi incolpano gruppi di
giovani serbi di aver dato la caccia ai ragazzini addirittura con i
cani. I bambini per scappare si sarebbero buttati nel fiume, dove sono
morti. La versione dei fatti è stata riportata dal fratello delle due
piccole vittime, che si è salvato a nuoto.

Mentre la polizia locale cercava di impedire agli albanesi di
attraversare il ponte che conduce alla parte della città controllata
dai serbi, un uomo dal lato opposto è stato visto sparare colpi di
Kalashnikov verso i manifestanti, che hanno risposto a rivoltellate.
Fonti della polizia kosovara riferiscono che in seguito dal lato serbo
della città è stata lanciata una granata che ha ucciso un uomo.
Sull'altra sponda una donna è stata raggiunta da un proiettile vagante.

Neanche l'intervento dei soldati del Kfor è riuscito a riportare la
calma e i disordini continuati mentre le truppe internazionali lanciano
gas lacrimogeni per disperdere la folla e sparano proiettili di gomma.

"E' una situazione folle" ha riferito un portavoce della polizia delle
Nazioni Unite "e diventa sempre peggio. Certo tutto questo non aiuta il
processo di pace".

La tensione degli ultimi giorni si è acuita dopo l'episodio del fiume
Ibar raccontato all'inizio. I ragazzini albanesi sarebbero stati
inseguiti dai serbi che volevano vendicarsi di un raid in auto, fatto
dagli albanesi nell'enclave serba a Sud della città, durante il quale
era stato ferito gravemente un ragazzo.

Secondo fonti albanesi i feriti sarebbero almeno 250, il primo ministro
albanese Bajram Rexhepi ha annunciato che si sta recando personalmente
a Mitrovica per tentare di riportare la calma. Due elicotteri della
Kfor stanno sorvolando il sobborgo, mentre cresce di minuto in minuto
la folla di albanesi provenienti da Pristina e di serbi richiamati dal
circondario. Ci sono anche notizie di primi scontri diretti fra le due
fazioni, ma al momento non si sa se ci siano già vittime.

(17 marzo 2004)

---

KOSOVO: SCONTRI MITROVICA, RIUNIONE PARLAMENTO SERBO

(ANSA) - BELGRADO, 17 MAR - Il parlamento serbo ha indetto una
riunione di emergenza sugli sviluppi degli scontri in atto a Kosovska
Mitrovica, nella cui parte nord vive il piu' alto numero dei serbi
rimasti in Kosovo. Il presidente del parlamento Predrag Markovic -
che e' anche presidente ad interim della Serbia - si e' detto
''scioccato e molto preoccupato'' dalle esplosioni di violenza in
atto, invitando il ministro degli interni Dragan Jocic a informare
tempestivamente l'aula degli sviluppi sul terreno. Al momento i
mezzi di informazione serbi danno notizia di due vittime accertate,
una donna e un uomo entrambi serbi. Il responsabile serbo della
questione kosovara Nebojsa Covic ha invitato la popolazione di
Kosovska Mitrovica, serbi e albanesi, a evitare ulteriori
provocazioni, e ha chiesto a Kfor e Unmik di adoperarsi per separare
i contendenti. Stando alle notizie diffuse a Belgrado, e al momento
non confermate dall'Unmik, gli scontri sono stati originati da
un'aggressione ieri ai danni di tre ragazzi albanesi, inseguiti da
coetanei serbi che li hanno costretti a gettarsi nelle acque del
fiume Ibar. I tre sono annegati. (ANSA). OT 17/03/2004 14:25

KOSOVO: SCONTRI ANCHE VICINO PRISTINA, TANJUG

(ANSA) - BELGRADO, 17 MAR - Si sono allargati al sobborgo di
Caglavica, vicino Pristina, gli scontri fra serbi e albanesi da
stamane in atto a Kosovska Mitrovica, riferisce l'agenzia serba
Tanjug. Secondo l'agenzia, albanesi hanno rotto i cordoni della Kfor
e stanno entrando nelle case serbe. Si e' udita una forte esplosione,
e la popolazione serba del sobborgo sta armandosi per la difesa.
Stando a Tanjug, la Kfor ha difficolta' a fermare la sempre piu'
forte ondata di albanesi in arrivo da Pristina. (ANSA). OT
17/03/2004 14:41

KOSOVO: SCONTRI ANCHE VICINO PRISTINA, TANJUG (2)

(ANSA) - BELGRADO, 17 MAR - L'agenzia serba Beta da' intanto notizia
di almeno cinque morti a Kosovska Mitrovica. A Caglavica, gli
scontri sarebbero stati provocati da un blocco stradale messo in atto
dai serbi sulla strada fra Pristina e Gracanica per protesta contro il
ferimento di un ragazzo serbo, avvenuto due giorni fa. Due
elicotteri della Kfor stanno sorvolando il sobborgo, mentre cresce di
minuto in minuto la folla di albanesi provenienti da Pristina e di
serbi richiamati dal circondario. Ci sono anche notizie di primi
scontri diretti fra le due fazioni, ma al momento non si sa se ci
siano gia' vittime. (ANSA). OT 17/03/2004 15:02

KOSOVO: PROTESTE MITROVICA; 14 SOLDATI KFOR FERITI, 4 GRAVI

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - E' salito a 14 il numero di soldati della
Kfor (forza di pace a guida Nato) rimasti feriti nei gravissimi
incidenti che sono tuttora in corso a Kosovska Mitrovica, nel Kosovo
settentrionale: lo apprende l'Ansa da fonti militari a Pristina.
Quattro dei feriti, rimasti investiti dall' esplosione di una
granata, sono ''in gravi condizioni''. Tra i militari feriti, 12 sono
francesi e due danesi. Nessun soldato italiano e' invece rimasto
coinvolto: gli unici nostri militari che si trovano nell' area sono i
Carabinieri dell' unita' specializzata multinazionale (Msu), che
tuttavia non si trovano sul teatro degli scontri. Secondo fonti
della Kfor, i soldati francesi sono intanto riusciti a riprendere il
controllo del ponte principale della citta', che divide la zona serba
da quella albanese e che questa mattina i manifestanti armati erano
riusciti a sfondare. ''Tra serbi e albanesi sono ancora in corso
scontri a fuoco nella zona Nord della citta'' hanno detto le fonti.
(ANSA). BLL/FV 17/03/2004 15:02

KOSOVO: ALMENO 5 MORTI, PRECIPITA SITUAZIONE DOPO PROTESTE

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - Precipita la situazione nel Kosovo
nonostante la presenza della forza di pace guidata dalla Nato:
sanguinosi incidenti con un bilancio provvisorio di almeno cinque
morti (ma altre fonti parlano di sette)sono avvenuti stamani a
Kosovska Mitrovica dopo una manifestazione cui avevano partecipato
alcune migliaia di albanesi. La manifestazione era stata indetta
per protestare per la morte di tre bambini albanesi che sarebbero
stati costretti a lanciarsi in un fiume da ragazzini serbi che li
inseguivano con cani. Secondo fonti albanesi, almeno cinque
persone (due albanesi e tre serbi) sono rimaste uccise negli
incidenti e oltre 200 sono rimaste ferite. Altre fonti parlano invece
di sette morti (cinque albanesi e due serbi) e di piu' di 250 feriti.
Negli scontri, anche dodici soldati francesi e due danesi della
forza di pace (Kfor) sono rimasti feriti, quattro dei quali
gravemente: lo hanno detto all'Ansa fonti militari a Pristina. Tutti
i soldati risultano feriti da schegge, ma non si hanno al momento
informazioni sulle loro condizioni. Negli scontri, sono rimasti
feriti anche agenti della polizia locale. Gli incidenti sono
scoppiati quando i manifestanti albanesi che si erano radunati nella
parte meridionale di Kosovska Mitrovica hanno tentato di assaltare il
ponte sul fiume Ibar che conduce alla parte nord della citta' abitata
da serbi. I soldati della Kfor hanno tentato di disperdere la folla
sparando gas lacrimogeni. Nel frattempo dall'altra parte del
ponte si erano radunati manifestanti serbi, che a loro volta hanno
tentato l'assalto al ponte. Poi, secondo testimoni, gli albanesi
hanno superato il ponte sul fiume Ibar che era presidiato dai
militari francesi e hanno dilagato nella zona nord della citta'
abitata dalla maggioranza serba. Gli scontri si sono allora allargati
al sobborgo di Caglavica, vicino Pristina. A Belgrado, il
Parlamento serbo ha indetto una riunione di emergenza sugli
incidenti. Il presidente del Parlamento Predrag Markovic - che e'
anche presidente ad interim della Serbia - si e' detto ''scosso e
molto preoccupato'' dalle esplosioni di violenza in atto. Il
responsabile serbo della questione kosovara Nebojsa Covic ha invitato
la popolazione di Kosovska Mitrovica, serbi e albanesi, a evitare
ulteriori provocazioni, e ha chiesto a Kfor e Unmik di adoperarsi per
separare i contendenti. (ANSA)
BLL-OT 17/03/2004 15:22

KOSOVO: SCONTRI MITROVICA; INCIDENTI IN CORSO A GJILANE

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - Scontri tra serbi e albanesi sono esplosi
anche nella citta' di Gjilane, nel Kosovo orientale: lo hanno detto
all' Ansa fonti della polizia delle Nazioni Unite. Secondo le
stesse fonti, nella citta' di Kagllavica, alle porte di Pristina,
manifestanti hanno fatto saltare in aria con cariche di esplosivo due
abitazioni. Non si conosce al momento il bilancio di questi nuovi
scontri. (ANSA). BLL/FV
17/03/2004 15:35

KOSOVO: SCONTRI MITROVICA, INCIDENTI IN CORSO A GJILANE (2)

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - Secondo informazioni raccolte dalla
polizia delle Nazioni Unite nella citta' di Gjilane (Kosovo
orientale) circa 2500 manifestanti albanesi hanno dato alle fiamme
un'abitazione serba che si trova vicino alla chiesa ortodossa della
citta'. Nella stessa area
vive una piccola comunita' serba che sarebbe stata circondata dai
manifestanti. Tensione alta anche a Peja, citta' nel Kosovo
occidentale sotto il controllo dei soldati italiani della Kfor:
secondo fonti della polizia, manifestanti albanesi starebbero
marciando verso Vjelo Polje, una piccola enclave nella quale da poco
erano tornati a vivere civili serbi: ''Per quello che sappiamo fino a
questo momento si tratta solo di una marcia di protesta senza
incidenti'', hanno riferito le fonti. (ANSA). BLL 17/03/2004
16:05

KOSOVO: SCONTRI, EVACUAZIONE DONNE E BAMBINI A CAGLAVICA

(ANSA) - BELGRADO, 17 MAR - Sta precipitando la situazione nel
sobborgo kosovaro di Caglavica, vicino Pristina, dove da stamane sono
in atto violenti scontri fra serbi e albanesi seguiti a quelli in
corso a Kosovska Mitrovica. Le donne e i bambini del sobborgo, ha
detto il leader serbo kosovaro Momcilo Trajkovic al telefono con
radio B-92, vengono radunati in vista di una imminente evacuazione,
mentre sono in fiamme una decina di case serbe e si sentono spari
ovunque. Trajkovic ha definito ''estremamente critici'' gli
sviluppi in corso, mentre da tutto il Kosovo arrivano notizie di
altri scontri etnici. A Belgrado, il governo serbo ha indetto per
le 17:00 una riunione di emergenza, al termine della quale e' atteso
un discorso televisivo alla nazione del premier Kostunica - che
intanto ha gia' parlato per telefono con il capo dell'Umik Harry
Holkeri. (ANSA). OT 17/03/2004 16:51


http://www.repubblica.it/2004/c/sezioni/esteri/mitrovica/onumitro/
onumitro.html
ESTERI

Voci dalla sede Onu e dalle organizzazioni umanitarie

"In Kosovo è tornato il caos
scontri sempre più estesi"

E il ponte di Mitrovica è diventato terra di nessuno
di MONICA ELLENA

MITROVICA - "È tremendo, siamo ancora bloccati nel quartier generale
Onu, ci dicono che la situazione si sta calmando, ma non ci credo,
questo è solo l'inizio, di nuovo...". Orhan Agushi parla velocemente,
ha ancora paura. Da ore è bloccato nel quartier generale delle Nazioni
Unite di Mitrovica dove la polizia ha portato al sicuro le persone
appartenenti a minoranze che lavorano al sud, nel settore albanese in
cui in cui è esplosa la rivolta. Orhan è rom. "Ero nel comune dove
lavorano anche serbi e bosniaci. La polizia è arrivata nel cortile con
i mezzi blindati, ci hanno fatto salire e ci hanno portato qui. I serbi
sono stati trasportati in carri armati al nord. Ci hanno detto che
saremo evacuati, ma non sappiamo ancora dove, la situazione è troppo
instabile, le notizie cambiano ogni mezz'ora...".
Torna a bruciare Mitrovica. La bomba ad orologeria del Kosovo ormai
dimenticato è scoppiata ancora, a far ricordare che l'odio è ancora
nell'aria ancora inquinata dalle miniere di carbone di Trepca e dalla
guerra. "Quando questa mattina la folla ha sfondato la zona di
sicurezza, ho pensato "Oddio, no, ancora...", dice Gheorgy Kakuk,
portavoce dell'Onu a Mitrovica. "Hanno cercato di forzare i cancelli di
Jugobanka, dove si trovano i nostri uffici, poi hanno caricato il
ponte. Volevano prendere il nord... La battaglia si è spostata nelle
cosiddette Tre Torri, un quartiere abitato da albanesi, serbi e
bosniaci e controllato 24 ore su 24 dalla Kfor francese. Saranno state
oltre duecento persone, un caos...".
Nel tentativo di allentare la tensione tra le due comunità l'esercito
francese che dal 1999 vigila sulla città divisa aveva progressivamente
passato alla multietnica polizia locale - la Kosovo Police Service -
il controllo del ponte. Spariti i carri armati, il ponte è rimasto
terra di nessuno: solo il personale internazionale lo attraversa.
Albanesi e serbi non comunicano: sul ponte ci si incontra solo con
mazze e fucili.
La morte dei ragazzini albanesi avrebbe innescato la miccia,
l'ennesima. "È un fatto grave, ma per scatenare tutto questo, no, io
credo sia solo un pretesto. La rivolta covava sotto la cenere...".
Negli ultimi mesi la tensione è aumentata. Lo scorso dicembre il primo
ministro Bajram Rexhepi, albanese, era stato preso a sassate mentre
pranzava con una delegazione della Banca Mondiale. Anche la comunità
internazionale ha iniziato ad essere un obiettivo: ad ottobre un
poliziotto tedesco era stato attaccato a sprangate, ad agosto un
poliziotto indiano era stato ucciso da un cecchino.
La sede dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in
Europa (Osce) si trova nel settore sud. "Qui lavorano molti serbi, ogni
mattina facciamo la spola in mezzi blindati tra qui e il settore nord
per portarli in ufficio e la sera li riaccompagniamo a casa - dice
Bernard Vrban - Ad ora siamo ancora tutti qui, nessuno si è mosso,
aspettiamo...".
Anche le organizzazioni non governative sono preoccupate. Per Guy
Edmunds del Comitato Danese per i Rifugiati (Drc) c'è davvero da stare
all'erta. "Oggi gran parte del lavoro delle organizzazioni
internazionali è concentrato sul ritorno degli sfollati. I fatti di
oggi cancellano con un colpo di spugna mesi e mesi di discussioni e
negoziati. Non so dire cosa succederà ora...".
Nella regione di Gjilan, tradizionalmente la più calma, la tensione è
alle stelle. "È come nel 1999 - dice Ignazio Matteini, capo
dell'ufficio Unhcr di Gjilan - gli albanesi hanno preso a sassate la
sede dell'Onu, hanno bruciato e saccheggiato le case dei pochi serbi
rimasti in città, è un caos...". Massima all'erta anche a Pec, da
sempre l'altro punto caldo dell'odio etnico. "Tre case sono state
bruciate a Belo Polje - spiega Jakob Odhiambo - la Kfor italiana ha
riunito tutti i serbi nell'edificio centrale del villaggio". Serbi
sotto protezione anche a Gorazdevac dove si trova una base italiana e
dove lo scorso agosto due adolescenti erano stati uccisi a colpi di
mitra mentre facevano il bagno in un fiume.

(17 marzo 2004)


KOSOVO: SCONTRI MITROVICA, CASE IN FIAMME A GJILANE
(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - Abitazioni di serbi sono state date
incendiate nella citta' di Gjilane, nel Kosovo occidentale.
''Almeno due case sono in fiamme - hanno detto all'Ansa fonti della
polizia dell'Onu - ma noi vediamo altre colonne di fumo che non
sappiamo da dove provengano''.
Manifestanti albanesi stanno demolendo numerose autovetture con targa
serba, mentre le forze di intervento rapido della Kfor stanno
tentando di prendere posizione per garantire l' incolumita' dei
civili serbi assediati in un quartiere della citta'. (ANSA).
BLL 17/03/2004 17:04

KOSOVO: SCONTRI MITROVICA; UN MORTO IN INCIDENTI A PEJE

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - Violenti scontri tra serbi e albanesi
sono avvenuti nelle vicinanze della citta' di Peje, nel Kosovo
occidentale, provocando la morte di un civile albanese e il ferimento
di numerosi altri: lo ha detto la radio televisione del Kosovo
ascoltata a Pristina. I
manifestanti, nel corso degli scontri, hanno anche dato alle fiamme
bandiere delle Nazioni Unite. La zona e' sotto il controllo dei
soldati italiani della Kfor, ma nessun nostro militare risulta
coinvolto negli incidenti. (ANSA). BLL/ROM 17/03/2004 18:01

KOSOVO: SCONTRI MITROVICA, PER KOSTUNICA AZIONI ORGANIZZATE

(ANSA) - BELGRADO, 17 MAR - La velocita' con la quale si sono estese
a tutto il Kosovo le violenze nate stamani a Kosovska Mitrovica
''dimostra che non si tratta di un fatto casuale, ma di una azione
organizzata'', ha detto oggi il neo premier serbo Vojislav Kostunica
nel suo primo messaggio televisivo al paese, incentrato sugli scontri
etnici in atto nella provincia. ''Cio' che avviene dimostra il vero
volto del cosiddetto separatismo albanese: e' terrorismo e violenza.
C'e' una regia occulta da parte di coloro che non sono disposti ad
accettare una soluzione negoziata del problema kosovaro con l'aiuto
della comunita' internazionale'', ha detto il premier. ''Il
messaggio inviato ai serbi che restano in Kosovo e' chiaro: devono
andarsene, perche' li' non potranno avere una vita normale'', ha
proseguito. ''La Serbia - ha detto - non puo' intervenire
direttamente in difesa dei suoi cittadini in Kosovo, percio'
continuiamo ad insistere con la Kfor perche' applichi alla lettera il
suo mandato, quello datole dalla risoluzione 1244 del Consiglio di
sicurezza dell'Onu''. Il premier ha poi stigmatizzato gli appelli
degli ultranazionalisti del Partito radicale serbo (Srs) alla difesa
armata da parte dei serbi kosovari: ''Solo la diplomazia e il
negoziato possono fermare la violenza'', ha sottolineato.
Kostunica aveva recentemente solevato molte polemiche con una
proposta di cantonizzazione della provincia respinta sia dagli
albanesi che dalle istituzioni internazionali. ''La Kfor - ha detto
oggi - puo' forse fermare momentaneamente gli scontri, ma una
soluzione duratura del problema si protra' raggiungere solo con la
cantonizzazione e l'autonomia territoriale''. (ANSA). OT
17/03/2004 18:40

KOSOVO: SCONTRI MITROVICA, IN FIAMME 24 CASE SERBE A PEJA

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - Sono in fiamme 24 abitazioni di serbi
nell'enclave di Vjelo Polje, vicino alla citta' di Peje nel Kosovo
occidentale: lo ha detto all'Ansa una fonte dell' amministrazione
delle Nazioni Unite. ''Era un
insediamento appena costruito per consentire il ritorno dei profughi
- ha detto la fonte - e praticamente e' stato interamente
distrutto''. Gli albanesi che lo
hanno assaltato hanno anche dato alle fiamme mezzi della missione Onu
(Unmik). Un albanese, come gia' comunicato, e' rimasto ucciso dal
fuoco aperto da un'agente di polizia americana dell'Unmik. Negli
scontri almeno dodici serbi sono rimasti feriti, due in condizioni
molto gravi. (ANSA). BLL
17/03/2004 18:42

KOSOVO: SCONTRI MITROVICA, COPRIFUOCO IN CITTA'

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - L'amministrazione delle Nazioni Unite in
Kosovo (Unmik) ha imposto a partire dalle 19:00 di oggi (ora locale e
italiana) il coprifuoco nella citta' settentrionale di Kosovska
Mitrovica in seguito ai gravissimi incidenti esplosi oggi: lo ha
detto il portavoce della polizia dell'Onu Derek Chapell.(ANSA)
BLL 17/03/2004 18:47

KOSOVO: SCONTRI MITROVICA, IN FIAMME SEDE ORTODOSSA PRIZREN

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - Manifestanti albanesi hanno attaccato e
incendiato questa sera la residenza del vescovo serbo ortodosso a
Prizren, nel Kosovo meridionale: lo apprende l'Ansa da fonti della
Kfor (forza di pace a guida Nato). ''L'edificio e' ancora
in fiamme - hanno riferito le fonti - noi stiamo tentando di
raggiungerlo con mezzi antincendio ,ma e' molto difficile perche' la
popolazione e' in strada e continua a manifestare in maniera
violenta''.(ANSA). BLL 17/03/2004 19:06

KOSOVO: SCONTRI MITROVICA, SOLDATI ITALIANI EVACUANO SERBI

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - Soldati italiani della forza di pace a
guida Nato in Kosovo (Kfor) hanno evacuato e messo in salvo 32 civili
serbi che si trovavano nell'enclave di Vjelo Polje, vicino alla
citta' occidentale di Peja: lo hanno detto all'Ansa fonti del comando
italiano in Kosovo. ''Tutti i serbi si trovano
al sicuro all'interno della nostra base'', hanno riferito le fonti.
Le 24 case che costituivano l' insediamento sperimentale di Vjelo
Polje sono state attaccate da estremisti albanesi e date alle fiamme.
Il comando italiano della Kfor assicura che nessuno dei militari
italiani e' rimasto ferito negli incidenti. (ANSA). BLL
17/03/2004 19:18

KOSOVO: SCONTRI MITROVICA, DIECI MORTI NUOVO BILANCIO

(ANSA) - PRISTINA, 17 MAR - E' di dieci morti (due serbi e otto
albanesi) il nuovo bilancio non ancora ufficiale degli scontri
avvenuti oggi in Kosovo. Pleurat Sejdiu, segretario del ministero
della sanita' del Kosovo, ha detto che sei albanesi sono rimasti
uccisi a Kosovksa Mitrovica, uno a Cagllavice e uno a Peja. Almeno un
serbo e' rimasto ucciso a Kosovska Mitrovica mentre non si hanno
dettagli sull'altra vittima.(ANSA) BLL 17/03/2004 19:30

KOSOVO: SCONTRI MITROVICA; SOLDATI FRANCESI, UNO GRAVE

(ANSA) - PARIGI, 17 MAR - Lo stato maggiore delle forze armate
francesi, confermando che dodici soldati francesi della Kfor sono
rimasti feriti oggi a Kosovska Mitrovica durante gli scontri tra
serbi e albanesi, ha precisato che solo uno ha riportato una ferita
alla testa considerata ''potenzialmente grave'', mentre le condizioni
degli altri non destano preoccupazioni. La Francia partecipa alla
Kfor con 2.550 uomini. (ANSA). LQ 17/03/2004 19:35

KOSOVO: SCONTRI MITROVICA, CHIUSE FRONTIERE CON MACEDONIA

(ANSA) - SKOPJE, 17 MAR - Le autorita' del Kosovo hanno chiuso le
frontiere meridionali con la Macedonia, provocando chilometri di code
ai posti di confine di Blace e Jasince, in territorio macedone.
''La frontiera e' stata chiusa a causa dei blocchi stradali eretti
dalla popolazione lungo le strade meridionali del Kosovo'', hanno
riferito le autorita' di Skopje. La decisione e' stata adottata ''per
motivi di sicurezza''. Le forze armate macedoni che presidiano il
confine con il Kosovo hanno rafforzato la vigilanza. (ANSA).
BLL-COR 17/03/2004 19:35


=== 3 ===


Da: Rick Rozoff
Data: Mer 17 Mar 2004 15:37:24 Europe/Rome
Oggetto: [yugoslaviainfo] 5 Killed, 100 Wounded In Kosovo Clashes

http://www.ajc.com/news/content/news/ap/ap_story.html/Intl/AP.V6603.AP-
Kosovo-Clashes.html

Associated Press
March 17, 2004


5 Killed, 100 Wounded in Kosovo Clashes
By FISNIK ABRASHI



-Hospital personnel on the Serb and ethnic Albanian
sides of divided Kosovska Mitrovica said two ethnic
Albanians had died, apparently of gunshot wounds, and
three Serbs also were shot to death.
-On the Serb side, hospital personnel said 22 Serbs
were injured, five seriously, including a man shot in
the head and one in the lungs. Others were hit by
stones, rubber bullets fired by the peacekeepers or
shrapnel from their stun grenades.
-A man in the crowd of ethnic Albanians gathered on
the southern side of Kosovska Mitrovica was seen
firing with a submachine gun toward the crowd of Serbs
on the other side of the bridge.
-In another hotspot near Pristina, hundreds of ethnic
Albanians broke through barricades erected by U.N.
police and NATO-led peacekeepers to march on the Serb
village of Caglavica. U.N. spokeswoman Angela Joseph
said there were reports that hand grenades had been
thrown and that two Serb houses were on fire.
-The drownings occurred a day after a 19-year-old Serb
was shot and wounded in central Kosovo. The shooting
provoked a protest Tuesday by angry Kosovo Serbs, who
blocked a key road linking the province's capital with
neighboring Macedonia.



KOSOVSKA MITROVICA, Serbia-Montenegro (AP)--Five
people were killed Wednesday and more than 100 were
wounded in an outbreak of ethnic violence provoked by
reports that two ethnic Albanian youths drowned while
trying to escape angry Serbs.

Hospital personnel on the Serb and ethnic Albanian
sides of divided Kosovska Mitrovica said two ethnic
Albanians had died, apparently of gunshot wounds, and
three Serbs also were shot to death.

NATO-led peacekeepers in the ethnically divided and
tense city fired tear gas, rubber bullets and stun
grenades to separate the angry residents.

It was the worst bloodshed since nine people were
killed in the city during ethnic fighting in 1999,
shortly after the two sides ended months of warfare.

That war concluded after a NATO air campaign drove
Serb-dominated troops loyal to former Yugoslav
President Slobodan Milosevic out of the province and
stopped a crackdown on the independence-minded Kosovo
Albanian majority.

The United Nations, assisted by thousands of NATO-led
peacekeepers, has sought to foster ethnic tolerance
since then. Still, with Serbs regarding Kosovo as
their ancient homeland and ethnic Albanians seeking
independence, hatred between the two sides continues
to lead to violence.

The children's bodies were found hours after reports
that they had been chased into the water by local
Serbs. A third child remained missing.

Kosovo has been administered by the United Nations and
NATO-led peacekeepers since June 1999, after NATO's
air war forced Serb forces who had cracked down on
ethnic Albanians seeking independence to pull out of
the province.

Bloodshed has sharply diminished since then, but
ethnically rooted violence has continued. The deaths
Wednesday was one of the worst outbreaks of
interethnic fighting since the war end.

Hospital workers on the southern side, dominated by
ethnic Albanians, counted 84 hurt, including several
who were shot. Xhelal Ibrahimi, an ethnic Albanian
witness covered by the blood of a victim he helped,
said gunfire came from the Serb-dominated part of the
town, and he saw several people falling in front of
him.

On the Serb side, hospital personnel said 22 Serbs
were injured, five seriously, including a man shot in
the head and one in the lungs. Others were hit by
stones, rubber bullets fired by the peacekeepers or
shrapnel from their stun grenades.

Ambulances with the wounded lined up near the hospital
in the southern part of town dominated by ethnic
Albanians. Those with more serious injuries were taken
to the hospital in the provincial capital of Pristina.
Dozens of armored vehicles streamed toward town, as
NATO-led peacekeepers increased security.

A man in the crowd of ethnic Albanians gathered on the
southern side of Kosovska Mitrovica was seen firing
with a submachine gun toward the crowd of Serbs on the
other side of the bridge.

Earlier, the peacekeepers blocked off a bridge
separating Kosovska Mitrovica's Serbs and ethnic
Albanians after crowds started gathering on both
sides. At least one U.N. vehicle was destroyed by a
mob with rocks and chunks of concrete.

In another hotspot near Pristina, hundreds of ethnic
Albanians broke through barricades erected by U.N.
police and NATO-led peacekeepers to march on the Serb
village of Caglavica. U.N. spokeswoman Angela Joseph
said there were reports that hand grenades had been
thrown and that two Serb houses were on fire. ``We
assume there's a conflict going on'' in Caglavica,
Joseph said, but he could offer no details.

The bodies of the children were found after dozens of
soldiers, police and civil emergency workers searched
the Ibar River near the village of Cabra, some 25
miles north of Pristina, said Angela Joseph, a U.N.
police spokeswoman. The search was launched after
reports that three ethnic Albanian children had
disappeared in the swirling waters Tuesday.

Fitim Veseli, 13, who said he was with the missing
children, claimed they were being chased by local
Serbs and that the boys jumped into the river to
escape a dog set on them by two Serbs from a
neighboring village. Veseli's 9-year-old brother,
Florent, was among the missing.

Police were still investigating, Joseph said.

The drownings occurred a day after a 19-year-old Serb
was shot and wounded in central Kosovo. The shooting
provoked a protest Tuesday by angry Kosovo Serbs, who
blocked a key road linking the province's capital with
neighboring Macedonia. The Serbs subsequently pulled
back, but the road remained blocked by NATO-led
peacekeepers Wednesday as a precaution, police said.

Later, some 800 ethnic Albanians broke the police and
NATO roadblocks and headed to the central Kosovo
village of Caglavica, a primarily Serb village three
miles south of Pristina. where Serbs were apparently
waiting for them, police said.


Da: Rick Rozoff
Data: Mer 17 Mar 2004 18:24:00 Europe/Rome
Oggetto: [yugoslaviainfo] Kosovo: 7 Killed, Over 250 Wounded In
Assaults On Serb Enclaves

1) Seven Killed, More Than 250 Injured In Assaults On
Serbian Enclave
2) Two Serbs Wounded By Sniper Fire In Caglavica,
Women And Children Evacuated As Mob Fron Pristina
Attacks Town
3) Serbian Homes Burned In Caglavica
4) Caglavica: Serbs, Foreign Troops Forced To Retreat,
Families Flee, Ten Serb Houses Torched
5) Emergency Talks In Belgrade




1)
http://story.news.yahoo.com/news?tmpl=story&cid=1503&ncid=1503&e=3&u=/
afp/20040317/ts_afp/serbia_kosovo_unrest_040317150815


Agence France-Presse
March 17, 2004


Seven killed, more than 250 injured in ethnic clashes
in Kosovo


-Eleven NATO peacekeepers, serving in the
UN-administered southern Serbian province,
were...reported wounded in the unrest.
-[A] spokesman for the NATO peacekeeping mission in
Kosovo (KFOR) said 11 French KFOR soldiers were
wounded, three of them seriously, during the clashes.
"Five French KFOR soldiers were wounded by grenade
explosions and others by stones thrown" by
protesters....
-The Tanjug news agency earlier reported that a Serb
woman was among the fatalities.
It said the woman was standing on the terrace of her
home and was hit by sniper fire.
Belgrade-based Radio B92, quoting a local
correspondent, said at least 60 Serbs were among the
wounded, including one who was in critical condition.



KOSOVSKA MITROVICA, Serbia (AFP) - Seven people were
killed and more than 250 were injured in northern
Kosovo after violent clashes erupted between ethnic
Albanians and Serbs, a hospital source said.

The clashes came a day after three ethnic Albanian
children were reported drowned after being chased by
ethnic Serbs and pushed into a fast-moving river that
runs through Kosovska Mitrovica.

Eleven NATO peacekeepers, serving in the
UN-administered southern Serbian province, were also
reported wounded in the unrest.

The southern part of Kosovska Mitrovica is home to
Albanians while the northern part of the town has a
Serb majority.

Kosovo Prime Minister Bajram Rexhepi, who visited a
hospital in the southern part of the divided town,
appealed to NATO and the UN to restore calm.

"We ask (international) authorities to first bring the
situation under control and then to worry about the
reasons which led to thse incidents," he said. "It is
too early to assess" the situation.

Adem Mura, a doctor at the local hospital, said five
Albanians had died in the clashes, two of them from
bullet wounds. He said two of the victims had died at
the Kosovska Mitrovica hospital and two died at a
hospital in the provincial capital Pristina.

Mura added that of the more than 250 injured, 20 were
in serious condition and had been transferred to
Pristina.

And a spokesman for the NATO peacekeeping mission in
Kosovo (KFOR) said 11 French KFOR soldiers were
wounded, three of them seriously, during the clashes.

"Five French KFOR soldiers were wounded by grenade
explosions and others by stones thrown" by protesters,
spokesman Athanasios Zormbas said.

The Tanjug news agency earlier reported that a Serb
woman was among the fatalities.

It said the woman was standing on the terrace of her
home and was hit by sniper fire.

Belgrade-based Radio B92, quoting a local
correspondent, said at least 60 Serbs were among the
wounded, including one who was in critical condition.

A UN spokesman said peacekeepers in the town used
rubber bullets and tear gas to try and break up the
clashes which, he added, had left "many injured".

Tuesday's drowning incident was reported to police by
the brother of one of the victims. Public television
in the southern Serbian province identified the
children as eight-year-old Florent Veseli, 11-year-old
Avni Veseli and 12-year-old Egzon Deliu.

Radio B92 meanwhile reported separate clashes between
Albanians and Serbs as well as others involving
Albanians, NATO soldiers and UN police in the village
of Caglavica near Pristina.

It said those clashes erupted after a crowd of several
hundred Albanians tried to break up a demonstration by
a group of Serbs who had been blocking the main road
leading to Macedonia.

The Albanians first clashed with soldiers serving with
the NATO peacekeeping mission in Kosovo (KFOR) and
with the UN police before clashing with the Serb
protesters.

The radio said KFOR soldiers unsuccessfully used tear
gas to try and disperse the Albanian crowd, adding
that the situation appeared out of control. It said
gunfire was overheard and KFOR helicopters were
overflying the village.

Tensions between the Albanians and Serbs in Kosovo
have been running high since Monday's shooting of a
Serb teenager in Caglavica, just outside the
provincial capital Pristina.

Kosovo has been under UN and NATO control since June
1999, after 78 days of NATO bombing forced Serb troops
to end a brutal crackdown on separatists from the
ethnic Albanian majority in the province.
-------------------------------------------------------
2)
http://www.b92.net/english/news/index.php?order=priority

B92
March 17, 2004

Serbs wounded in Caglavica clash

CAGLAVICA -- Wednesday – At least two Serbs have been
wounded in the village of Caglavica by sniper fire
from a hilltop near Pristina. They have been
transferred to hospital in Gracanica.

Most Serb women and children from the village have
been evacuated to the neighbouring settlement of
Laplje Selo.

Clashes continue between Albanians and international
forces at the entrance to the village, which is
completely obscured by smoke from Serb houses set on
fire by the angry mob of Albanians from Pristina.
Gunfire and explosions can be heard through the smoke.


The conflict in Caglavica began soon after 1.00 p.m.
today when thousands of Albanians from nearby Pristina
charged the village.

Serbs have been blocking the Pristina-Skopje road
since last night in protest at the drive-by shooting
of eighteen-year-old medical student Jovica Ivic on
Monday evening.
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3)
Beta
March 17, 2004


Serb houses on fire in Caglavica, reports Beta


CAGLAVICA -- Wednesday – A crowd of ethnic Albanians
has set light to two Serb houses in the village of
Caglavica, near the Kosovo capital Pristina, Beta news
agency reports.

Beta’s correspondent reports clashes between Albanians
and members of the international peacekeeping force
(KFOR).

The situation is said to be clam but tense.

Serbs in the village have been blocking the main road
in protest at the shooting of a teenage boy on Monday
evening.
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4)
Beta
March 17, 2004


Serbs, international troops forced to retreat


CAGLAVICA -- Wednesday – International troops and Serb
citizens in the strife-torn town of Caglavica are
fighting a losing battle to maintain their territory,
being forced back towards the Serb part of the
village.

Stun bombs and tear gas deployed by KFOR troops and
UNMIK police have had little effect on the thousands
of Albanians who have arrived from Pristina to storm
the town.

Two Serbs have been reported wounded by sniper fire
near the village, which houses about a thousand Serb
residents.

Dozens of women and children have gathered in the
centre of the village preparing to evacuate, as about
ten Serb houses near the village entrance have been
set on fire.

For now there seems little hope of international
peacekeepers arriving to evacuate them.
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5)
SRNA
March 17, 2004


Emergency talks in Belgrade

BELGRADE -- Wednesday – The Kosovo and Security
committees of the Serbian parliament are to hold an
emergency joint session in light of today’s clashes
between Serbs and Albanians in Kosovo.

Interior Minister Dragan Jocic will report on the
latest developments in Kosovska Mitrovica, where five
people are reported dead.

The chairman of the security board told SRNA news
agency that the United Nations authorities must bear
full responsibility for the clashes.