Informazione

COLLEGAMENTI A DOCUMENTI IMPORTANTI SU BIN LADEN ED AL-QAIDA
E SUL RUOLO DEGLI U.S.A. NELLA PROMOZIONE DEL TERRORISMO
ISLAMISTA IN ASIA CENTRALE, NEL CAUCASO E NEI BALCANI

1. http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1352

*** Militant groups in Pakistan and Afghanistan
By The Associated Press - 03/16/00 1:04 AM Eastern

*** Le ditte del terrorista islamico Bin Laden in tutta
Europa / LADENOVE FIRME PO CELOJ EVROPI
da: Vecernji list, Zagabria, primavera 2000

*** Afghanistan 1979-1992: America's Jihad
From: Communism List - http://homepage.eircom.net/~kampf/

2. http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1353

*** PAKISTAN IS SECRET OF TALIBAN'S SUCCESS
By John-Thor Dahlburg
The Guardian (London), November 23, 1995

*** MUFTI IQBAL'S SCHOOL FOR MARTYRS
By Kathy Evans
The Guardian (London), April 8, 1995

*** U.S. Hard Put to Find Proof Bin Laden Directed Attacks
By TIM WEINER, The New York Times, April 13, 1999, Tuesday

3. http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1354

*** CLINTON ADMINISTRATION SUPPORTED THE "MILITANT ISLAMIC BASE"
by Michel Chossudovsky, Fri, 21 Sep 2001

To read the complete 1997 Congressional document entitled:
"CLINTON-APPROVED IRANIAN ARMS TRANSFERS HELP TURN BOSNIA
INTO MILITANT ISLAMIC BASE"
click: http://globalresearch.ca/articles/DCH109A.html

*** How the CIA created Osama bin Laden
BY NORM DIXON, from Communism List:
http://homepage.eircom.net/~kampf/

*** Interview of Zbigniew Brzezinski (excerpt)
Le Nouvel Observateur (France), Jan 15-21, 1998, p. 76

4. http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1355

*** More on Bushladen Carlyle Group:
George Soros & James Baker are part of the Family
[Posted 8 October 2001]

The first Bushladen article can be found at:
http://emperors-clothes.com/news/bushladen.htm
URL for this article:
http://emperors-clothes.com/news/bushladen2-i.htm

*** Attacco agli Usa: fratello Bin Laden socio di Bush
www.larepubblica.it, 24-9-01 / Cobas Alfa Romeo

*** � QUI PROFITE LE CRIME ?
LES LIENS FINANCIERS OCCULTES ENTRE LES FAMILLES BUSH ET BEN LADEN
R�seau Voltaire - http://www.reseauvoltaire.net

*** Did Pakistani Intelligence ('Our' Allies) Fund the WTC Attackers?
A Question Mr. Bush Is Not Asking...
Jared Israel [posted 15 October 2001]

contains: "India helped FBI trace ISI-terrorist links"
by MANOJ JOSHI, 12 October 2001 'THE TIMES OF INDIA'

5. http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1356

*** Congressman: U.S. Set Up Anti-Taliban Forces to be Slaughtered
Excerpts from a most revealing hearing:
July 12, 2000
Hearing Of the House International Relations Committee
on "Global Terrorism And South Asia."
Comments by Jared Israel [posted 16 October 2001]
URL for this article: http://emperors-clothes.com/misc/rohr.htm


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CROAZIA-VATICANO: ARCIVESCOVO TOURAN IN VISITA A ZAGABRIA

(ANSA) - ZAGABRIA, 2 OTT - L'arcivescovo Jean-Louis Touran, il
segretario per le relazioni internazionali del Vaticano, e' arrivato
stamattina a Zagabria per una visita ufficiale di tre giorni. Lo hanno
riferito i media croati.
Il ministro Picula ha detto che i quattro accordi firmati tra la Croazia
e il Vaticano sono stati rispettati fino ad ora. Gli accordi, firmati
dall'ex governo della Communita' democratica croata (Hdz, fondata del
defunto presidente Franjo Tudjman) prevedono tra l'atro la restituzione
dei beni della chiesa cattolica croata nazionalizzati durante la
Jugoslavia di Tito.
L'arcivescovo Tauran sara' ricevuto nei prossimi giorni dal presidente
Stipe Mesic, il premier Ivica Racan e incontrera' altri ufficiali
croati.
(ANSA). COR-VD 02-OTT-01 14:22 NNNN
02/10/2001 17:35

---

L'articolo che segue � uscito su "il manifesto" del 13 Ottobre 1998

CROAZIA ACCORDO FRA TUDJMAN E WOJTYLA

La chiesa riprende i beni

Firmato il concordato fra Zagabria e la Santa Sede: presto restituiti i
beni ecclesiastici nazionalizzati da Tito. A preti e parrocchie, fondi
di stato: sono "socialmente utili"

- GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

L' "intesa sui rapporti economici", ultimo di quattro trattati stipulati
fra Vaticano e Croazia, � stata firmata solennemente a Zagabria, a pochi
giorni dalla conclusione della seconda visita del pontefice romano. Il
Concordato economico, sciogliendo il nodo della restituzione dei beni
ecclesiastici nazionalizzati e del sovvenzionamento di preti e religiosi
cattolici "in riconoscimento del lavoro socialmente utile" svolto dalla
chiesa, impone oneri finanziari pesantissimi a una Croazia che gi� si
trova sull'orlo del crac. Zagabria, praticamente, ha concesso tutto quel
che il Vaticano aveva chiesto e anche qualcosa in pi�, sicch� il nunzio
apostolico Einaudi ha potuto dichiarare dopo la firma: "Questo accordo
fa onore alla Croazia, e la Santa Sede lo accoglie con particolare
soddisfazione". A sua volta il vicepremier croato Jure Radic ha
sottolineato: "Due visite del papa in soli quattro anni, mentre altri
stati aspettano decenni, sono un forte segnale". Inoltre, "la
beatificazione di Stepinac � stata un dono al popolo e alla nazione
croata, perch� Stepinac riun� in s� religiosit� e sentimento nazionale.
Anche il programma del nostro partito comprende questi due elementi:
cristianesimo e nazionalismo".

Proprio cos�: e il dono fatto dal papa con la visita e la beatificazione
non poteva non essere ricambiato. Radic ha enfaticamente parlato,
durante la cerimonia della firma, di "definitiva conclusione di un
edificio storico di buoni rapporti fra Santa Sede e terra dei croati,
che ebbe inizio gi� ai tempi di Visceslavo e di Branimiro", principi
croati dell'ottavo e nono secolo noti soprattutto come feroci pirati.
Gli storici croati esaltano in particolare Branimiro come colui che
nell'887 presso Zara assal� e distrusse la flotta veneziana al comando
del doge Pietro Candiano che, catturato, venne squartato. Temutissimo
predone del mare, Branimiro fu definito dagli stessi pontefici
dell'epoca "pessimus Croatorum dux"; ma questo Radic lo ha taciuto. Ha
per� aggiunto: "Con la firma del trattato, la Croazia intende
manifestare il suo desiderio di riparare alle ingiustizie del passato",
commesse ovviamente dai comunisti che, nel '45, tolsero i possedimenti
alla chiesa trasformandoli in demani di stato.

I beni ecclesiastici confiscati o nazionalizzati verranno ora restituiti
in toto dove possibile, mentre verr� offerto uno scambio con altri
immobili o un equo risarcimento nei casi in cui i beni in questione non
esistano pi� o abbiano subito radicali trasformazioni. Come anticipo,
gi� alcuni mesi fa, venne restituito alla curia di Spalato il palazzo
della Biblioteca e della Galleria dell'Accademia d'Arte (ex
arcivescovado), sfrattando senza riguardi gli inquilini e togliendo la
lapide che ricordava la costituzione in quel luogo del primo
battaglione partigiano italiano "Garibaldi", nel settembre '43. Il
valore del patrimonio da restituire alla Chiesa cattolica sar� esaminato
entro sei mesi; la restituzione avr� inizio il 1 gennaio '99 e la
compensazione un anno dopo.

Per quanto concerne i finanziamenti, il concordato riconosce come
socialmente utile alla Croazia l'opera della chiesa cattolica "sul piano
culturale, educativo, morale e sociale": per cui lo stato si � impegnato
a sovvenzionare i bisogni della chiesa - comprese le sue scuole private
- erogando alle 1.547 parrocchie una somma rilevantissima a carico del
bilancio. Inoltre verranno concesse ai religiosi pensione e
assistenza sanitaria. Ciascuna parrocchia ricever� uno stipendio mensile
pari a due salari medi.

Il trattato firmato con la Croazia dovr� servire alla Santa Sede come
modello per i prossimi accordi con la recalcitrante Slovenia ed altri
stati dell'Est, nei quali la chiesa cattolica chiede la restituzione di
vaste superfici coltivabili, di intere foreste e di numerose propriet�
immobiliari, ma soprattutto pretende di imporre un'egemonia politica e
culturale oltre che religiosa. Alcuni giorni addietro, durante la visita
del papa in Croazia, lo scrittore triestino Paolo Rumitz faceva notare
che "una seppur piccola restituzione dei beni alla chiesa cattolica ne
richiederebbe una parallela anche agli ortodossi e alle altre comunit�
religiose", fra cui quella ebraica, saccheggiata dagli ustascia croati
durante la seconda guerra mondiale. Riemergerebbe ancora la
questione dei beni degli esuli istriani e quella dei 400mila serbi che
hanno abbandonato le loro case durante e dopo la guerra in Croazia.
Insomma, "potrebbe iniziare una reazione a catena difficilmente
controllabile anche sul piano politico".

Tudjman evidentemente ha avuto i suoi buoni motivi per venire incontro
ai desideri della chiesa cattolica, che rimane il pi� solido sostegno di
un regime che ha spinto il paese ai limiti del collasso economico. Tutte
le campagne elettorali succedutesi in Croazia finora hanno visto nei
preti i pi� zelanti propagandisti del regime. La commentatrice di Novi
List , Jelena Lovric, scrive che con questo trattato "la chiesa
cattolica � stata posta nella posizione di extrastatus rispetto alle
altre comunit� religiose; si � cos� aperta la strada a una specie di
connubio fra trono e altare. La chiesa cattolica si avvia a diventare
chiesa di stato, ponendosi in una posizione gravida di pericoli, mentre
la Croazia viene proclamata 'stato cattolico'". La commentatrice cos�
prosegue: "Lo stato taglia le gi� misere pensioni, aumenta il numero dei
disoccupati, un terzo della popolazione lotta con la miseria, ma alla
chiesa viene assicurato un abbondante risarcimento nel bilancio statale.
In passato la chiesa non era ricca, condivideva la sorte della classe
operaia ed era una chiesa pi� autentica, come ha detto recentemente un
prete, don Ivan Grubisic". Il prete citato ha detto anche che la chiesa
croata, arricchendosi, si espone ora a gravi pericoli: mettendo in
questione la sua sensibilit� sociale (difficilmente una chiesa
proprietaria pu� rappresentare i poveri) questa chiesa, aggiunge don
Grubisic, rischia di allontanarsi o di essere abbandonata dal popolo.

---

Quelli che seguono sono stralci da un breve articolo, senza firma,
apparso su "Il Piccolo" del 20/12/1996:

Firmato il Concordato

LA CROAZIA CATTOLICA STRINGE UN ACCORDO CON LA SANTA SEDE

ZAGABRIA - Nuovi accordi tra la Santa Sede e la Repubblica di Croazia,
il cui riconoscimento diplomatico, nel febbraio 1992 [in realta'
dicembre 1991, n.d.CRJ], pose di fatto termine alla guerra che era in
corso con la ex Federazione Jugoslava [in realta' la guerra era in corso
contro i serbi autoctoni della stessa Croazia e la guerra era
stata soltanto sospesa nelle settimane precedenti, in attesa della loro
completa cacciata nel 1995; n.d.CRJ]. Non si tratta di un vero e proprio
Concordato ma di tre accordi su specifici problemi firmati ieri nel
Palazzo Presidenziale di Zagabria dal Nunzio Giulio Einaudi e dal vice
primo ministro Jure Radic, alla presenza del presidente Franjo Tudjman e
del cardinale Kuharic, arcivescovo di Zagabria [fino al 1997, n.d.CRJ] e
presidente della Conferenza Episcopale Croata. Il primo riguarda
questioni giuridiche; il secondo e' dedicato alla collaborazione in
campo educativo e culturale ed il terzo tratta l'assistenza religiosa ai
fedeli cattolici, membri delle Forze Armate e della Polizia. (...)

Con i nuovi accordi al matrimonio canonico vengono riconosciuti gli
effetti civili mentre sara' garantita alla Chiesa Cattolica il diritto
alla cura pastorale dei fedeli che si trovano negli istituti
penitenziari, negli ospedali, negli orfanotrofi ed in ogni istituto di
assistenza medica e sociale di carattere pubblico e privato.
Inoltre, la Chiesa potra' liberamente organizzare istituzioni intese ad
assicurare attivita' di carita'e di assistenza sociale, conformi alle
rispettive norme civili.

Le scuole cattoliche parificate, di qualunque grado, vengono
praticamente equiparate a quelle pubbliche nei diritti e nei doveri.
Sono poi regolati l'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche
e la collaborazione della Chiesa e dello Stato per la salvaguardia del
patrimonio culturale ed artistico della Chiesa Cattolica in Croazia. E'
prevista, infine, l'erezione dell'Ordinariato Militare per garantire
un'adeguata assistenza religiosa ai fedeli cattolici, membri delle Forze
Armate e della Polizia...

---

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1. AMNISTIA PER I TERRORISTI ALBANESI
2. LA MACEDONIA TEMPOREGGIA SULLE RIFORME-CAPESTRO
3. DOCUMENTI RECENTI SULLA MACEDONIA SUL SITO DELLA
TRANSNATIONAL PEACE FOUNDATION

__________________________________________________


1. AMNISTIA PER I TERRORISTI ALBANESI

Amnestie f�r albanische Terroristen

SKOPJE, 10. Oktober 2001. Die mazedonische Regierung
hat unter dem Druck der "internationalen
Staatengemeinschaft" am Dienstag ohne Beteiligung des
Parlaments eine Amnestie f�r die ethnisch albanische
Terroristen verk�ndet. Diese werde mit der amtlichen
Ver�ffentlichung in Kraft treten, hie� es aus
Regierungskreisen in Skopje.

Die Regelung zur Straffreiheit der albanischen
Terroristen ist ein Eckpunkt des Friedensplans. Sie
gilt als eine Hauptvoraussetzung f�r die R�ckkehr der
Sicherheitskr�fte in bisher von albanischen
Terroristen kontrollierte Gebiete. Von der Amnestie
ausgenommen sind Kriegsverbrechen, die unter die
Zust�ndigkeit des UNO-Kriegsverbrechertribunals in
Den Haag fallen. Das Kabinett von Ministerpr�sident
Ljubco Georgievski erkl�rte, die
Regierungsentscheidung stelle sicher, dass albanische
Terroristen, die sich bei der NATO entwaffnet h�tten,
nicht von der Polizei vor Gericht gebracht werden.
Ausgenommen sind nach offiziellen Angaben die
Verantwortlichen f�r Massaker, die in den Ortschaften
Vejce, Ljuboten, Celopek, Karpalak and Matejce ver�bt
worden seien.

INET NEWS / AMSELFELD NEWSLETTER 10.10.2001
http://www.amselfeld.com


__________________________________________________


2. LA MACEDONIA TEMPOREGGIA SULLE RIFORME-CAPESTRO

MACEDONIA: CONSTITUTIONAL U-TURN

Ethnic Macedonians renege on promises to change the
country's constitution.

By Vladimir Jovanovski in Skopje.

Europe's top envoys left Skopje in a rage last week,
accusing the government of reneging on a cast-iron
pledge to alter the constitution within three days of
the completion of the internationally supervised
disarmament of the rebel Albanian National Liberation
Army.

They cancelled a donors conference planned for this
month, which set to inject millions of US dollars
into the bankrupt state as a reward for implementing
a package of EU-mediated constitutional changes
agreed at the southern resort town of Ohrid on August
13.

The Ohrid agreement was aimed at terminating a
four-month armed rebellion by ethnic Albanians in the
west of the republic this spring, which almost
plunged Macedonia into a full scale civil war.

"It is absolutely inconceivable that the donors'
conference can take place on 15 October," the
European Union Commissioner for Foreign Affairs,
Chris Patten, said, on leaving Skopje. " In these
circumstances, I could not possibly get donors to
write large cheques in order to support a political
agreement that still hasn't been endorsed and
implemented."

"Solana and Patten left Skopje insulted and
disappointed", the Macedonian media reported after
the departure of the two senior European guests. The
EU High Representative for Common Foreign and
Security Policy, Javier Solana, was reportedly so
dismayed that he cancelled a press conference,
planned to take place after his discussions with
Macedonian officials, without explanation.

"The absence of Mr Solana at the press conference
revealed the level of his anger," a representative of
Solana`s staff in Brussels told the Macedonian
newspaper Dnevnik.

General Gunar Lange, commander of the NATO-controlled
disarmament operation, called Operation Essential
Harvest, announced the completion of the mission on
September 26 and said all the weapons the NLA offered
to surrender had been collected. In total, the ethnic
Albanians handed in 3,200 automatic rifles, 483
machine-guns, 161 mortars, 17 air defence systems and
4 armoured vehicles.

On September 27, the NLA leader, Ali Ahmeti, duly
announced that his guerrilla organisation was
disbanding. Speaking at a press conference in the NLA
stronghold of Sipkovica, he added that regular
Macedonian police would be permitted to enter
villages under former NLA control if the police units
included ethnic Albanians. His words were confirmed
by the NLA military commander, G`zim Ostreni. "The
NLA does not exist any more," he told a Skopje TV
station.

However, while the Albanian militants and the
international community have fulfilled their side of
the bargain, the Macedonian parliament has not.
Instead, the speaker of parliament, Stojan Andov, a
key opponent of the August 13 peace deal, has
presented a series of excuses to obstruct the reform
of the constitution.

At first, he blamed the delay on the existence of
guerrilla road blockades. Then he cited problems
created by anti-agreement riots in front of the
parliament building. After that he issued a demand
for all civilians kidnapped by the NLA to be released
as a pre-condition.

Andov's latest manoeuvre is a proposal for the
constitutional amendments to be debated and enacted
in sections, instead of as a package, which is what
the ethnic Albanian parties demanded. The speaker
said only six of the 15 amendments agreed in Ohrid
would be submitted to parliament at a session on
October 9.

The ethnic Albanian parties denounced this move as a
betrayal and now threaten to boycott parliament. The
vice-president of parliament, Iljaz Halimi, a senior
official in the Democratic Party of Albanians, the
largest ethnic Albanian party, told a Skopje
television station on October 7 his party would never
agree to the change. "If the president [of
parliament] does not submit all 15 amendments, we are
not going to take part in the work of parliament," he
said.

The second largest Albanian Party, the Party of
Democratic Prosperity, said it would join the
threatened boycott. "All the amendments must be
immediately submitted and adopted without any
changes," said Abduljhadi Vejseli, a deputy in
parliament.

The biggest stumbling block is a proposed change to
the constitutional preamble. At Ohrid, the parties
agreed to replace a phrase which says sovereignty
rests with "the Macedonian people" with new wording
that makes it clear sovereignty rests with all
citizens on Macedonian territory.

The distinction is small but significant. The ethnic
Albanians consider the current formula discriminates
against them, in that it appears to give ethnic
Macedonians an exclusive title to sovereignty. As a
result, they boycotted the passage of the
constitution, when Macedonia became independent in
1991.

Ethnic Macedonians feels just as strongly. Fearful of
demographic changes that may eventually bring about
an ethnic Albanian majority in the country, they are
determined to enshrine their claim to statehood in
the constitution.

The change in wording has aroused enormous opposition
from deputies in parliament, elder statesmen, such as
the former president Kiro Gligorov, a host of
cultural institutions, including the Macedonian
Academy of Arts and Sciences, MANU, and scientific
bodies.

All of them insist that the elimination of the term
"Macedonian people" from the preamble would mark a
dangerous step towards what some call the
"disintegration of the state".

The preamble of the constitution has become the focus
of debate to such an extent that if the phrase
"Macedonian people" was left alone, the other 14
amendments would probably be adopted without further
ado.

Dosta Dimovska, vice president of the ruling
nationalist Internal Macedonian Revolutionary
Organisation, VMRO-DPMNE, told state radio that her
party colleagues would have great difficulties
accepting the amendments if the phrase "Macedonian
people" vanished from the constitution. "If we can
just find a common language the [other]
constitutional changes will happen sooner," she said.

There is some support for a re-think at the European
level. According to Doris Pack, head of a European
parliament delegation on southeast Europe, which
visited Skopje on October 6, the EU was not against
relatively minor changes to the Ohrid agreement.

"If all the other parts of the Framework Agreement
are accepted apart from the preamble we as [European]
MPs are ready to initiate a new discussion in the
European parliament on a compromise," Pack said,
"having in mind the historic aspiration of the
Macedonian people to have a state and a future of
their own."

But the Europeans will only nod through changes to
the deal if the ethnic Albanians can be brought round
as well. So far there is no sign of that. On the
contrary, attempts by the Macedonians to reopen the
issue seem certain to evoke strong opposition from
ethnic Albanian parties.

The author is a journalist at the Skopje-based Forum
Magazine.

Copyright (C) 2001 The Institute for War & Peace Reporting
IWPR'S BALKAN CRISIS REPORT, NO. 287,October 10, 2001
IWPR ON-LINE: http://www.iwpr.net
Balkan Crisis Report is supported by the Department
for International Development, European Commission,
Swedish International Development and Cooperation
Agency, The Netherlands Ministry for Foreign Affairs,
and other sources. IWPR also acknowledges general
support from the Ford Foundation.

__________________________________________________


3. DOCUMENTI RECENTI SULLA MACEDONIA SUL SITO DELLA
TRANSNATIONAL PEACE FOUNDATION

RECENT DOCUMENTS ABOUT MACEDONIA ON TFF SITE:

> http://www.transnational.org/sitemap.html

Vasko Karangeleski, TFF Peace Antenna, September 17, 2001
*** Macedonia - Actions that escalated the conflict

Scott Taylor, Esprit de Corps, Canada, Sept 17
*** Macedonian Backgrounder - and the Americans in
Aracinovo

Jan �berg, TFF direkt�r, 17 september, 2001
*** NATOs talfusk i Makedonien

Michel Chossudovsky, TFF Associate, September 13, 2001
*** The military occupation of Macedonia

Kjell Magnusson, Uppsala Universitet, September 12, 2001
*** Makedonien: S� kn�cktes ett f�red�me

TFF PressInfo # 126 September 7, 2001
*** What will happen in Macedonia?
By Jan Oberg, TFF director
(NATO WILL NOT LEAVE MACEDONIA; A MASSACRE? THE
GOVERNMENT SIDE CASTIGATED?; SIMPLE MISSION CREEP AND
NON-IMPLEMENTATION OF THE OHRID AGREEMENT; FROM NLA
TO ANA, THE ALBANIAN NATIONAL ARMY; FIGHTING SPREADS
TO WESTERN MACEDONIA; AN EU MILITARY PRESENCE? A
COMPREHENSIVE UN PRESENCE - RELEVANT BUT UNLIKELY)

Jonathan Power, TFF associate, Sept 4, 2001
*** Human rights crises: we need early action

TFF PressInfo # 125 August 29, 2001
*** NATO's number nonsense
Read the whole analysis here
http://www.transnational.org/pressinf/2001/
pf125_NATOnumbers.html

TFF PressInfo # 124 August 28, 2001
*** If Western press covered this from Macedonia...
This document's URL is:
http://www.transnational.org/pressinf/2001/
pf124_WestPressMac.html

Biljana Vankovska, TFF associate, 21 augusti 2001
*** The Macedonian Agreement - Restoring EU and NATO
credibility rather than making peace

H�kan Wiberg, TFF board member, 21 augusti 2001
*** Macedonia - High risk that the war will continue.
An outsider's perspective


TNN - The Transnational News Navigator -
alternative and mainstream sources in one:
http://www.transnational.org/new/TNN.html


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Subject: "La mia Serbia" - articolo dalla rivista NIN
Resent-Date: Sat, 13 Oct 2001 21:36:33 +0200
Resent-From: pck-yugoslavia@...
Date: Sat, 13 Oct 2001 21:40:08 +0200
From: "Dragomir Kovacevic" <dragomir_k@...>
Reply-To: pck-yugoslavia@...
To: pck-yugoslavia@...




NIN / Moja Srbija - da Ana Vuckovic
Beograd, 11. Ottobre, 2001.
http://www.nin.co.yu/2001-10/11/20169.html
pagina iniziale http://www.nin.co.yu


[Ringrazio alla redazione della rivista "NIN" per la gentile
concessione di inviare questa traduzione del articolo - Dragomir
Kovacevic]

Mia Serbia/Moja Srbija

Ci sono gi� due anni trascorsi da quando il professore della lingua
serba in pensione, chiuso nella sua propria casa, di regola sta
sistemando le barricate ?diurne? e ?notturne?, scrive il diario, ed
attende i giorni migliori.

Ci sono soltanto novantina Serbi che oggi vivono a Prizren, la seconda
citt� di grandezza a Kosmet. Una parte di loro, maggiormente i anziani,
sono sistemati nei villaggi dintorni di comune, dove la loro labile
sicurezza viene difesa col il filo spinato e a mezzo degli controlli
occasionali delle pattuglie di KFOR. In centro citt�, nella Chiesa
Ortodossa St. Cirillo e Metodius, circondati con i caff� e i ristoranti
di fast-food, ci sono momentaneamente loro 13, bench� c?� n?erano cca
trecento in questa ?fortezza sotto le rovine della citt� medioevale di
Imperatore Dushan.

Tra di loro, c?� una Albanese, Riva Demaj di anni 103, cacciata per la
sua pretesa orientazione filo-serba. Questi dentro, fuori non escono;
qualcheduno eventualmente fa un salto per comprare le sigarette. Il
cibo gli viene fornito da rappresentanti di corpo internazionale. E
siccome per questa zona di Kosovo e Metohija, sono incaricati i
Tedeschi, "Gut?""Gut!" � un consueto dialogo breve tra guardiani e
guardati, cos� raccontano i Serbi.

Non � facile paragonare le tragedie di chiunque, per� le tredici
persone nella Chiesa si tengono uno al altro, hanno con chi scambiare
la parola. Milosh Nekic, il settantre-enne professore della lingua
serba, in pensione, gi� per due anni, cio� dalla introduzione del
protettorato internazionale, conduce una sua solitaria lotta dal
fortino, per il suo domicilio famigliare. "Ci sono soltanto io, unico
Serbo, dai Alloggi chiesili fino al cimitero?.


Fuoco

Sua casa � situata nella parte vecchia di Prizren, nella via che fino
al 1956, era la principale, quando il nuovo Prizren cominci� a
costruirsi, sulla sponda destra di fiume Bistrica. Secondo la
narrazione del professore, nella via di Boris Kidrich (l?ultimo nome
della via, di quale lui si ricorda) una volta vivevano le famiglie
serbe pi� rispettabili. Ora, le uniche tracce del passato sono la sua
casa e luogo vuoto rimasto dopo l?incendio, dove giaceva la casa di
una vecchia e alquanto ricca famiglia serba. ?Potete immaginare come
erano quelli alberi, il fuoco ardeva per quindici giorni.?

La porta del numero 30 della via (scancellato), si distingue
chiaramente dai altri edifici vicini, dal traffico stradale, dalla
musica moderna di vicino bar. ?La serratura di entrata era forzata ed �
rotta, cos� che anche volendo, non posso uscire, perch� non riesco
chiudere la porta a chiave.? Dall? altra parte della porta usurata, si
trovano le barricate ?diurne? e ?notturne?. Le diurne consistono di
blocchi di cemento, mentre le notturne, anche di tronchi di albero, e
le barre di acciaio. Questo perch� ogni notte tra nove e undici, un
gruppo di Albanesi, da i calci alla porta, con massima forza. Capita
che dopo cadono i blocchi di protezione, dalla cima della barriera.

I pericolosi sassi lanciati di ammonizione, da parte del ns. ospite
sono stati messi nel angolo, insieme con le bottiglie di plastica,
conserve vuote, scatole delle sigarette vuote, le teste delle cipolle
secche...Materiale di prova. I pezzi dei petardi esplosi ha messo
separatamente. Per�, la KFOR non ha fatto niente di concreto, tranne
proporgli seriamente di trasferirsi, visite occasionali a parte. Lui
per la OCSE, fino ad un anno fa, era interessante. ?Ho deciso di
rimanere. Ho deciso non perch� sono Serbo, ma perch� questo � la mia
terra. L?esilio per via che sono Serbo, per me non � una novit�. Dai
tempi dai Turchi ormai.?

Terrore

Per la verit�, la polizia internazionale gli ha regalato anche un paio
di guanti spessi di cottone, per poter maneggiare pi� facilmente le sue
?barricate?. I ricorsi presentati al commando locale, al commando
principale, al Bernard Kuschner, sono rimaste vane. I autori dei
delitti non vengono ricercati, e il terrore non viene impedito. ?Nei
ultimi due anni, ho subito quattro incendi, dieci irruzioni dai quali
tre erano accompagnati con saccheggio...Rimpiango le mie reliquie
numismatiche soprattutto...Svariate minacce di uccisione, la rottura
dei cavi elettrici due volte, ed una interruzione della connessione
telefonica per due mesi. In due di ottobre, hanno tentato di tagliarmi
l?acqua.? ?L?Ultimo dei Mohicani?, si fa nominare da se, con timore di
un nuovo silenzio del ricevitore telefonico, ed ha creato un panello
con messaggio S.O.S. scritto sopra, per ogni eventualit�, per attrarre
i elicotteri della KFOR.

Mentre ai rari ospiti offre i biscotti del tipo ?Petit Beurre? (non si
pu� non servirsi), spiega come, prima di andar a dormire, installa una
barriera di cartone, davanti la porta di pianterreno. Alla porta sulla
quale ci sono ancora le impronte polverose di scarpa di tennis, del
invasore. Nel pianterreno che assomiglia ad una capanna, Nekic proprio
trascorre le giornate. Il piano di sopra � andato in fiamme, le
finestre sono rotte, un tetto che � vicino a cadere. La lamiera di
metallo lo protegge dai sassi. ?Temo che non cade gi� questa, prima del
inverno.? Dall? una delle tre camere sul primo piano, Milosh Nekic ha
un unico posto di osservazione sulla strada, sulla vita.

Dando uno sguardo dal cortile, � scarsamente possibile vedere un? anima
viva. Amichevole, soprattutto. Il cortile e circondato con filo, di
quale i lati, il professore collega ogni giorno, con arrivo di
tramonto. Il cortile � strapieno di tegole, cicchi, per� anche con
delle piante. Accanto alla cisterna abbandonata, crescono le rose, i
cactus, le fragole, ed un semprevivo simbolico. C?� anche il posto per
incenerimento dell?immondizia organica, mentre quella inorganica, lui
smista nei sacchi ed attende che venisse KFOR a ritirarla. In due anni
si sono accumulati sette sacchi.

Sig. Nekic non ha alcuna intenzione di lasciare la sua, quasi trincea.
?Prima, mentre ancora uscivo, uno mi aveva attaccato davanti alla posta
dicendomi di lasciare Prizren in tre giorni.? Nessuno dai vicini non lo
visita ormai da tempo, ?neanche il prete che sta 80 metri lontano da
qui?. Ha avuto degli amici tra i Albanesi, ?per� loro non invitano me,
io non invito loro, non vorrei metterli nella situazione imbarazzante?.

Pane

Dice che da Giugno di quest? anno non ha pi� neanche la assicurazione
sanitaria. Fino a quel mese, dells salute di Serbi nelle enclavi si
occupava KFOR, dopo di che (i Serbi) hanno ricevuto un circolare di
rivolgersi ai medici locali, cio� albanesi. Operatori umanitari gli
portano il cibo due volte al mese. Nel frattempo aveva imparato ad
impastare il pane, di tagliarsi i capelli, di mendare, riparare: ?Quel
scaldabagno ho riparato io, mentre il piccolo di 7 litri perde, la
cucina e la lavatrice sono anche loro guasti. ?Ma � in vano, nessuno di
tecnici albanesi vuole venire.? Il professore vive dal aiuto sociale
datagli dalla Amministrazione Provvisoria delle Nazioni Unite. Riceve
65 DM. Potrebbe nuovamente chiedere il diritto alla pensione che
riceveva fino alla bombardamento (di due e mezzo anni fa), per� ?che
cosa sono 16, 20 marchi?. Inoltre non ha alcun contatto con i organi
statali della Repubblica di Serbia, e sulla domanda chi sia
responsabile per tutto ci� che li succede, risponde: ?Unmik.?
Nonostante tutto, � sicuro che i giorni migliori verranno: ?Soltanto
non so se sar� vivo fino a tal momento.?

Come trascorre la giornata? Si alza alle otto, va a dormire alle
undici. Non si annoia, lavora sempre qualcosa, rinforza la sicurezza,
?per ogni eventualit�, per non dover rifugiarmi nella cantina?. Le ora
passa leggendo, sfogliando il dizionario del tedesco. Cucina, mantiene
l?igiene personale (?mi preparo per la giornata?), pulisce e ripara,
specialmente i danni dagli incidenti che succedono quasi ogni notte,
?mi riposo se non ho delle altre difficolt�? Non possiede l?apparecchio
TV, il radio di marca ?Sony? gli hanno rubato, un altro ?buono? �
guasto, e gli � rimasto uno vecchio, prima dalla Seconda Guerra. Nelle
sere ascolta ?Voice of America? e ?Radio Free Europe?. Croce Rosa gli
ha regalato il radio con la maniglia per la carica, ma non lo usa, ?�
peri bambini?. In fine, scrive il suo diario pedantemente.

Milosh Nekic dalla Prizren non ha i parenti vicini. I cugini pi�
lontani di parentela, si trovano ?nei campi di rifugio, oppure
girovagano per la Serbia?. Anche i suoi genitori lavoravano nella
pubblica istruzione, il padre sotto il regime turco, faceva a mano la
mappa di Kosovo e il globo terrestre. Non era mai membro di alcun
partito politico.

Dalla sua biografia si pu� dedurre che dai entrambi i lati ?era
Kosovaro?, e perci� non ha nessuna intenzione di lasciare la citt�
nativa, il patrimonio rimastogli in eredit�. ?La mia Serbia � qua. Mie
mani e il cuore sono puliti. Dopo tutte le tentazioni, penso che non
abbia compromesso l?onore di mia casa, i miei antenati. Una morte sotto
questo tetto mi viene pi� dolce, che altrove, come profugo, di fare
brutta figura di me stesso e dei miei vecchi. La mia famiglia � una
delle pi� antiche di Prizren. Tutto il suo lavoro e il sangue, ha
investito qui, nel Kosovo?, dice e ripete: ?La mia Serbia � qua?.

ANA VUCKOVIC

Copyright � 2000 NIN - redakcija@...

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20011012152569593/20011012152569593.shtml

JUGOSLAVIA: PRIVATIZZAZIONI, FIRMATA INTESA CON ITALIA

(ANSA) - ROMA, 12 OTT - L'Italia prestera' la sua assistenza tecnica al
processo di privatizzazione che dopo la fine della guerra nei Balcani
sta interessando il Paese.
Ieri, infatti, e' stato siglato a Belgrado un memorandum di intesa tra
le 4 istituzioni italiane per il supporto all'internazionalizzazione
d'impresa (Simest, Finest, Ice e Informest) e il Ministero dell'Economia
e delle Privatizzazioni della Repubblica di Serbia per l'avvio di un
programma di assistenza tecnica al Ministero alla privatizzazione.
Il progetto nasce dalla richiesta avanzata lo scorso anno dal Governo
della Repubblica federale Jugoslava al Governo Italiano di supportare la
ricostruzione del Paese e di accompagnare il processo di transizione
verso una economia di mercato.
Un primo gruppo di aziende in fase di privatizzazione e' gia' stata
individuata nell'ambito di vari settori industriali:
dall'agro-alimentare, al chimico-farmaceutico, dal settore
automobilistico, al tessile, elettronico, del tabacco, del cemento, dei
materiali da costruzioni e dal settore turistico.
Il progetto e' finanziato dal ministero delle Attivita' Produttive con
la Simest nel ruolo di promotore e Fines, Ice e Informest nel ruolo di
partner tecnico.
Il progetto prevede la presenza a Belgrado per un periodo di 12 mesi di
un Senior Advisor del Ministro dell'Economia e delle Privatizzazioni
(proveniente dallo staff Simest) che sara' supportato direttamente da
esperti interni di Finest, Ice e Informest e si avvarra' della
collaborazione di esperti esterni indicati dalle istituzioni partner nel
progetto. (ANSA). YWM 12-OTT-01 13:45 NNNN
12/10/2001 15:25

Il sito del Commercio estero sulla Jugoslavia:

> http://www.ice.it/estero2/belgrado/

La presenza coloniale italiana nei Balcani:

> http://www.ansa.it/balcani/italia/italia.shtml

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IL MONTENEGRO EMULA GLI STATI UNITI D'AMERICA?

JUGOSLAVIA: MONTENEGRO, PRIME CONDANNE A MORTE IN DIECI ANNI
(ANSA) - BELGRADO, 12 OTT - Un tribunale di Podgorica ha condannato in
primo grado alla pena di morte due montenegrini accusati dell'omicidio
di uno sloveno, riferisce oggi la stampa del Montenegro. E' la prima
sentenza capitale emessa nella piccola repubblica balcanica da dieci
anni a questa parte, e da oltre 20 anni la pena di morte, pur rimanendo
in vigore, non viene applicata. I due, Rade Arsovic, 34 anni, e Slavko
Devic, 25 anni, sono stati condannati per l'uccisione, nel febbraio
scorso nei pressi della cittadina di Kolesin, di Aljosa Polensek, un
camionista sloveno. Avevano indossato false divise della polizia per
fermare l'automezzo della vittima, e lo avevano poi rapinato e ucciso.
E' molto probabile che nel processo di appello la condanna a morte venga
commutata in 20 anni di reclusione. La costituzione federale jugoslava
infatti la proibisce, mentre la pena capitale e' rimasta nella
legislazione repubblicana. (ANSA). OT
12/10/2001 15:50

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Data: 14/10/2001 20:43
Da: "Vladimir Krsljanin"
Oggetto: A Balkans proposal from SPS


BORDERS AND NATIONAL MINORITIES

INTERNATIONAL CONFERENCE, THESSALONIKI, GREECE,

OCTOBER 6, 2001



Zivadin Jovanovic,

Former Foreign Minister of Yugoslavia

Vice-President and Acting President

of the Socialist Party of Serbia





BALKANS CONVENTION PROPOSED





Horouble Mr. Minister,

Distinguished participants of Conference,

Dear friends,



I wish, first of all, to thank our hosts and in particular to the
publisher and the Director of the daily "Makedonia", distinguished Mr.
George Sachpatzidis and Mr.Traianos Hatzidimitriou, for the warm
hospitality and excellent organization of the Conference dedicated to
such important topics for the Balkans and Europe as the national
minorities and borders.



To the daily "Makedonia" I congratulate the great jubilee, and wish
further and even greater success to its management and journalists in
the future. Your daily was not only a faithful witness of the turbulent
events taking place in the Balkans and in Europe during the past ninety
years, but also an active participant in defending the ideas of
freedom, independence and democracy. Today, when the media in some
countries are dominated by servility, various stereotypes and mere
imitation, your daily, thanks to its long and rich tradition of the
professional, objective informing and solidarity vis-�-vis friends, is
reminding that only the media respecting the truth, facts and universal
values of the man can serve the goals of peace, freedom and
understanding.







Ladies and Gentlemen,



In the last two centuries or, more precisely, starting from the Vienna
Congress held in 1815, where the then political map was sketched of our
continent, Europe has on several occasions proceeded to the building of
its security orders. This was always done by more or less successful or
unsuccessful resolution of the national issues.



National issues of small nations most frequently were in the function
of interests of the great powers.



The Conference on the Security and Cooperation in Europe was
established in 1975 in Helsinki to precisely strengthen the stability
in the European continent and to prevent new war tragedies.



As one of the most important determinations of the Conference stands
the principle of non-changeability of the borders in Europe, the
principle having its stronghold in the Charter of the United Nations
and the entire international law.



In early nineties of the past century this principle was by a skillful
strategic game, fully devalued. The best illustration of this fact is
that the Summit Conference on the Security and Cooperation in Europe
held in Paris in 1990 was attended by 34 member countries, while only a
year-and-a-half later, the Helsinki Summit held in April 1992 was
attended by 53 states.



In other words, the respect for human rights was reduced to the right
of the selected nations to self-determination, which right to self-
determination transformed quickly, almost overnight, into verification
of the territorial claims, verification of the secession and
verification of the forceful change of the existing, internationally
recognized borders in Europe, despite the valid universal international
principle of respect for the sovereignty and territorial integrity of
the states.



Internal, administrative borders in some European countries of the time
were accepted as international. In this way the proclaimed principles
of the Conference on the Security and Cooperation in Europe and of
other international documents were violated.



The consequence of the fragmentation of certain countries is not only
the increase in the total number of members of the Organization of
European Security and Cooperation, and the new relations between the
big and small, but also the increase in the number of minorities in
Europe, and especially in the Balkans. The conversion of large parts
of certain nations into refugees and displaced persons is even now
tenyears after burdening the relations in the region with undiminished
intensity. Only in the Federal Republic of Yugoslavia there is today
about one million of refugees and displaced persons without a clear
perspective for a free and safe return to their original homes. Many
new minorities are deprived of their basic rights due to new
administrative obstacles, borders, animosities. On the other hand, by
this territorial redrawing the very concepts of the majority and the
minority are particularly distorted.



It is not logic that while in the region of West Europe the processes
of integration are underway, in the Balkans and East Europe a process
of disintegration is taking place. This represents a danger for the
future of Europe and of the world as a whole.



We consider in this regard that a broad regional agreement on borders
and national minorities, a Balkan Convention on borders and Minorities,
would represent good legal and political framework in our efforts aimed
at removing the obstacles and misunderstandings, and that all issues be
solved in the spirit of good neighborly relations and mutual
understanding.

Such a convention would be based upon the principles of the Final
Helsinki document, the Paris Charter and, in particular, of the Council
of Europe's frame work Convention on National Minorities. Such endeavor
would also incorporate all positive experiences from the existing
bilateral agreements between some Balkan countries.



The first and the most important part of the Convention would be joint
mutually acceptable standards on equal rights, and/or equal position of
the members of all national minorities in the Balkans. Such standards
would help remove the sources of the numerous problems of the past
resulting from double standards, "special statuses", and/or different
approaches regarding to the rights of national minority members in some
countries.



The second, also essential element of the Convention and a prerequisite
for a lasting and stable solution, would be the strict respect for the
non-changeability of the internationally recognized borders.



The third, establishment of a system of open borders for a free
circulation of people, goods, cultural, informational, spiritual and
other values, which includes, inter alia, creation of a free trade zone
in the Balkans � Balkan Free Trade Association (BAFTA).



And fourth, non-interference with internal affairs, I.E. respect for
all principles of the Crete Declaration (1997).



Such a Convention would be one of the guarantees for the future of the
Balkans, a guarantee against practice ofdouble standards, particularly
when the minorities and borders are in question, one of the guarantees
for development, security, equality, economic cooperation, and for the
respectof the obligations by the minorities.



No doubt that such Balkan Convention would also represent a positive
achievement in the facing challenges to which the modern world is
exposed, which the Balkans is facing � let us just mention the ghost of
terrorism that we in the Balkans are very much familiar with and whose
consequences we had a chance to suffer from in the recent past.



As to the problem relating to the Province of Kosovo and Metohija, our
unambiguous stand is that the problem can be peacefully resolved on a
lasting basis by a consistent, full implementation of the Security
Council's Resolution 1244 (1999), and of the principles of soverenity
anterritorial integrity of FR of Yugoslavia. The United Nations
mission � UNMIK and KFOR � have not, unfortunately, even after two
years of its deployment implemented a single of the key goals set out
in the Resolution of the Security Council. The best illustration is the
fact that in Kosovo and Metohija the security and freedom of movement
of all citizens are not in place, that terrorist attacks have continued
to date, and that not even minimal conditions have been created for a
free and safe return of more than 300 thousand of expelled persons
living now in exile in other parts of Yugoslavia. It is clear that free
and fair elections are in such conditions out of question and that they
need, at least, to be postponed, unril apropriate frames and conditions
are created.



Dear friends,

In closing may I once again express my deep belief that acceptance of a
Balkan Convention on the National Minorities and Borders in the Balkans
would represent important step in a right direction towards peace,
stability and a faster progress for all nations of our region. It would
also be an expression of the awareness that only an active attitude and
initiative of the Balkan peoples and countries can guarantee a
prosperous future and a faster incorporation into European
integrations � Into Europe that has its West and East, its North and
South. The old Serbian proverb says that nobody can help us if we do
not help ourselves.



Thank you for your attention.





Thessaloniki, October 6, 2001

To join or help this struggle, visit:
http://www.sps.org.yu/ (official SPS website)
http://www.belgrade-forum.org/ (forum for the world of equals)
http://www.icdsm.org/ (the international committee to defend Slobodan
Milosevic)
http://www.jutarnje.co.yu/ ('morning news' the only Serbian newspaper
advocating liberation)

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1. Notizie dalla Croazia, agosto-settembre 2001
2. Altre "notiziole" del febbraio scorso...

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Notizie dalla Croazia, agosto-settembre 2001

* Problemi finanziari nella maggioranza delle imprese

A causa dei conti bloccati da oltre 3 mesi, vanno
incontro ad una liquidazione forzata quasi 30.000
imprese, nelle quali sono impiegati 73.000
dipendenti.

* Diatriba tra il Governo croato e l'Istituto
nazionale per la statistica.

Il "paniere statistico" e' del 40% piu' caro di
quello calcolato dalle catene commerciali.
Il direttore Ivan Rusan: "Il Governo deve dire a
quali dati statistici e' piu' interessato perche'
noi non possiamo arretrare dalla metodologia
standard che si usa per seguire i cambiamenti dei
prezzi." Il vice presidente del Governo Slavko
Linic: "Attendo dagli esperti, che lavorano per le
istituzioni statali, consigli per migliorare il
lavoro al quale sono preposti".

Confrontati 14 prodotti

E' proprio irrealistica la variazione dei prezzi
dei prodotti-base alimentari presentata dalla
statistica statale, a causa della "metodologia
rigida" adottata? Al Governo ritengono che la
statistica si appoggia troppo sui prezzi dei
piccoli commercianti, i quali si ritiene siano
piu' alti che quelli della catena dei grandi
negozi. Il Ministero dell'Economia ha raccolto e
confrontato i dati di 5 grandi magazzini.

Il paniere dei prodotti base alimentari
(comprendente il prezzo del pane, dell'olio,
zucchero, farina, carne suina, abbacchio, pollo,
cioccolato, biscotti, margherina, pasta) secondo
l'Istituto statale di statistica e' aumentato in
18 mesi del 5,8%. Nel gennaio dell'anno scorso era
di 375,62 kune, mentre a luglio di quest'anno era
a 397,58 kune. Ma i dati raccolti dal Ministero
dell'economia per la stessa specie e la stessa
quantita' di prodotti in 5 ditte commerciali
dimostravano una notevole differenza nei prezzi.
Lo stesso paniere, per il Konzum ammontava
(nell'agosto di quest'anno) a 241,41, per la Kerum
a 266,57, per la Billa a 270,62, per Getrou a
253,87, mentre per il KTC-Krizevci a 239,38 kune.

* Assurdita' sul mercato nazionale bancario

Le "kune" mancano, ed il loro valore diminuisce...
Gli analisti della banca Erste sottolineano che la
stabilita' della kuna viene garantita dalla HNB
(Banca nazionale croata), ma non ci si puo'
attendere un suo rafforzamento.

* Scuola. La riforma scolastica puo' attendere il 2006.

(Dopo che era stata gia' "riformata" dal regime
tudjmaniano).
Anche quest'anno la maggiorparte dei maturandi
vanno in gita scolastica all'estero. ("Estero": ad
esempio, Slovenia.)
I meno agiati non vanno da nessuna parte, mentre
altri vanno in Grecia e Spagna.

* Catene alberghiere

Il Consiglio direttivo del Fondo per la
privatizzazione non ha ancora deciso come
procedere a distribuire le azioni ai proprietari
della catena degli alberghi nel comune di Cavtat,
ed attende la prossima decisione del Governo al
quale ha inviato la documentazione per il
complesso alberghiero "Cavtat"... Ma il Governo
dovrebbe decidere prossimamente di vendere tutti
gli alberghi di Cavtat ad un certo Androniko
Luksic, un imprenditore che proprio in questi
giorni non per caso arriva in Croazia, e al
consorzio spagnolo "Thomas Cook". Luksic non gode
di buona fama come investitore, anche se ha
offerto un buon prezzo per la "Croatia": 105
milioni di kune piu' 10 milioni in marchi per
nuovi investimenti...

* Inaugurazione mostra

Una mostra sulla Croazia e' stata inaugurata nel
Klementinum di Wiesbaden (Germania).

* Manovre militari

Dal 10 al 21 settembre sulle Alpi austriache
parteciperanno alle manovre militari NATO 15
soldati e 2 ufficiali croati.

* Traffico di droga

Sul treno internazionale Skoplje - Ljubljana la
polizia croata di Vinkovci ha trovato 3 kg di
hashish.
A Zagabria per la droga sono state arrestate 19
persone. La maggior parte di loro sono state
arrestate nella discoteca "Mungos".

* Meteo

Malgrado l'arrivo della pioggia non si sono
alleviate le conseguenze della siccita'.
Nell'irrigazione del suolo, la Croazia si trova
indietro rispetto alla Grecia, all'Albania,
all'Italia, alla Romania...

(a cura di Ivan Pavicevac, sulla base di stralci
dai giornali croati di fine agosto e inizio
settembre 2001)

---

"RETROSPETTIVA" (QUALCHE MESE FA...)

SLUNJ, DIVIETO
All'indice la "Battaglia della Neretva"

SLUNJ - "La Battaglia della Neretva", il piu' noto
film della cinematografia ex jugoslava, dedicato
alla lotta partigiana, e' finito all'indice. Il
vicesindaco di Slunj Ivan Matesa, su richiesta di
un gruppo di cittadini, ha infatti vietato ieri
sera la proiezione della pellicola in questa
localita' a sudest di Zagabria che nei primi anni
novanta era in mano ai ribelli serbi. "Si tratta
di un film fortemente ideologizzato, tutto proteso
a rafforzare l'idea jugoslava e a far scomparire
la croaticita'", ha sottolineato, affermando che,
anche se non glielo avessero chiesto i cittadini,
lui avrebbe vietato comunque la proiezione della
pellicola. Inevitabile e' stata la reazione di
condanna della decisione, da parte del direttore
dell'Adria Art Artist 21" Zeljko Brkic,
organizzatore della proiezione della "Battaglia
della Neretva" che avrebbe dovuto svolgersi
nell'ambito della retrospettiva del film croato.
Brkic ha definito terrificante, oggigiorno caso
unico in Europa e nel mondo, il divieto del
vicesindaco.

(apparso su: "La Voce del Popolo",
quotidiano in lingua italiana di Rijeka/Fiume, 3/2/2001)

---

"RETROSPETTIVA" DUE

Da "Il Manifesto" del 3 Febbraio 2001

Zagabria, bomba all'Ossario dei partigiani

Fascisti neoustascia di nuovo all'offensiva in
Croazia. Proteste al governo dei leader della
sinistra

GIACOMO SCOTTI - ZAGABRIA

L'estrema destra in Croazia, che ingenuamente
qualcuno riteneva fosse stata sconfitta con la
scomparsa di Tudjman e l'allontanamento dal potere
dell'Hdz, � di nuovo all'offensiva. I fascisti
neoustascia e i nostalgici del regime sconfitto il
3 gennaio dello scorso anno hanno firmato un
attentato terroristico particolarmente simbolico
facendo esplodere un ordigno dinamitardo sotto
l'Ossario degli eroi partigiani nel monumentale e
centralissimo Cimitero Mirogoj di Zagabria. A
parte i gravissimi danni arrecati al monumento,
per fortuna non ci sono state vittime. La reazione
delle forze democratiche � stata immediata e, si
promette, sar� seguita da iniziative concrete per
far cessare la catena delle provocazioni dei
neofascisti cominciata lo scorso anno con la
costruzione abusiva, nella cittadina di Slunj
nell'ex Krajina, di un monumento a Jure Francetic,
criminale di guerra e "eroe" del regime ustascia
nella II guerra mondiale. Quel monumento, con
tanto di lapide apologetica degli stermini
compiuti dai nazifascisti croati contro
partigiani, ebrei e altri combattenti della
Resistenza, sta ancora l�, nessuna autorit�
governativa si � mossa per rimuoverlo. Si spera
ora che almeno vengano scoperte le tracce dei
terroristi di Mirogoj perch�, come ha detto lo
stesso premier croato Ivica Racan - peraltro il
maggior responsabile della politica del "lasciar
fare" e della tolleranza verso i fascisti -questo
attentato "� rivolto non solo contro
l'antifascismo, ma anche contro la democrazia e la
vita pacifica dei cittadini". Una rapidissima ed
energica azione che porti alla scoperta dei
responsabili, ma anche dei vari covi di terrorismo
neoustascia nel paese, � stata chiesta anche dai
massimi esponenti delle associazioni della
Resistenza e dell'antifascismo, e dai leader dei
partiti di sinistra, fra cui il deputato della
Dieta democratica istriana Damir Kajin. Kajin ha
ricordato che dal 1990 a oggi sono stati distrutti
in Croazia, con il benestare del passato regime e
nell'indifferenza del nuovo governo di centro
sinistra, ben 4.000 monumenti partigiani. "E' una
barbarie - ha detto -conseguenza di una politica
portata avanti per dieci anni. Evidentemente la
situazione non � cambiata nemmeno negli ultimi
tredici mesi". L'esplosione al Mirogoj � avvenuta
nel tardo pomeriggio, alle 17,35, quando nel
cimitero c'era poca gente, ma c'era. La polizia �
arrivata sul posto chiamata da un testimone e
dalla potente deflagrazione. Sono in molti,
purtroppo, a temere che ancora una volta - grazie
anche all'inquinamento di certi delicati organi
dello Stato nei quali tuttora pullulano uomini di
Tudjman - difficilmente si metteranno le mani
sugli esecutori e sui mandanti.

Ricordiamo, in questa occasione, che l'estate
scorsa, nel giorno dell'anniversario dell'inizio
della lotta partigiana in Croazia (22 luglio
1941), i neoustascia croati devastarono in pieno
giorno e al cospetto della polizia il
monumento-ossario di Veljun, cittadina nella quale
durante il regime di terrore di Ante Pavelic
(1941-1945) oltre 500 persone furono massacrate
soltanto perch� di etnia serba e di religione
"scismatica", cio� cristiano-ortodossa. I
neoustascia, non contenti della loro "eroica
impresa" di dissacrazione dell'ossario,
celebrarono l'episodio con un raduno, inneggiando
al "duce" dell'ustascismo. Durante quell'adunata
di camicie nere, una donna si cal� le mutandine e,
al cospetto di tutti, applauditissima, urin� sulle
ossa dei martiri. Ancora oggi quella donna
fascista e i suoi camerati girano liberi per il
paese, tenendo raduni provocatori. Nessuno li
tocca.

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ANCHE NOI PER LA PACE: E PRIMA POSSIBILE,
CIOE' DOPO CHE AVREMO STERMINATO IL NEMICO!

Francesco Rutelli, Piero Fassino, Giuliano Amato, Massimo D'Alema,
Lamberto Dini sono gli estensori di una lettera comune in base alla
quale aderiscono alla Perugia Assisi (Lettera ai pacifisti - Da
Repubblica 11/10/2001). Anche settori della destra di governo hanno
chiesto di aderire, poiche' tutti vogliono la pace, e nessuno vuole la
guerra: infatti si preparano a farla piu' lunga possibile, come vuole il
Padrone.

C'e' stato un precedente: alla fine dei bombardamenti contro la
Repubblica Federale di Jugoslavia, l'ex Presidente del Consiglio Massimo
D'Alema, corresponsabile delle bombe sulle industrie chimiche e sulle
colonne di profughi nonche' di gravi violazioni della legge e della
Costituzione dello Stato italiano, si e' infiltrato nel corteo da
Perugia ad Assisi grazie alla complicita' della "Tavola della Pace", una
organizzazione pacifista virtuale creata ad hoc per riabilitare il
centrosinistra dopo i crimini commessi nel 1999.

Nella loro "Lettera aperta ai pacifisti", per giustificare la guerra in
atto gli estensori scrivono tra l'altro:

"Cos� � stato per il Kosovo e quella scelta [di bombardare] ha
contribuito a salvare migliaia di vite [certo potevano ammazzare milioni
di serbi, bisogna ringraziarli che' si sono limitati a qualche migliaio
piu' qualche decina di migliaia di leucemici], a proteggere decine di
migliaia di profughi [creati da loro, piu' quei trecentomila scappati
dal Kosmet e che non torneranno mai finche' regnera' il terrorismo della
NATO], a combattere la dittatura di Milosevic [attraverso l'assalto
golpista al parlamento eletto] e a portare la democrazia dove prima
democrazia non c'era [democrazia come quella che c'e' in Italia dove con
la Carta costituzionale ci si puliscono il ****]"

(a cura di I. Slavo, su segnalazione di Gian)

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MARCIA PER LA PACE - AL PASSO DELL'OCA?

"...se il contenuto di Assisi e' che chi e' CONTRO la guerra e'
antiamericano e quindi non puo' fare la marcia per la pace e che chi e'
A FAVORE della guerra lo fa per conseguire una pace futura e quindi e'
benvenuto alla marcia..." allora si che tutto quadra.

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* BOSNIA, FORSE FOTO BIN LADEN CON IZETBEGOVIC (Ansa)
* CATTURATO A ZENICA (BOSNIA) UOMO DI BIN LADEN (Beograd.com ecc.)
* RENATE FLOTTAU (DER SPIEGEL): CHIACCHIERANDO CON OSAMA BIN LADEN
NELL'ANTICAMERA DEL PRESIDENTE IZETBEGOVIC... (Politika / Der Spiegel)
* Die UCK und Osama bin Laden (Beograd.com)

---

> http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20011010180232010860.html

ATTACCO A USA: BOSNIA, FORSE FOTO BIN LADEN CON IZETBEGOVIC

(ANSA) - SARAJEVO, 10 OTT - Rappresentanti del Consiglio d'Europa hanno
recentemente parlato a una delegazione bosniaca in visita a Strasburgo
di una presunta fotografia di Osama bin Laden assieme all'ex presidente
bosniaco Alija Izetbegovic, il quale peraltro ha recisamente smentito.
Lo ha dichiarato oggi a Banja Luka il presidente della Camera dei
popoli del Parlamento centrale bosniaco Sejfudin Tokic, confermando
quanto anticipato dal quotidiano 'Oslobodjenje'.
Abbiamo avuto una serie di colloqui a Strasburgo - ha detto Tokic, che
era capo della delegazione - e ''nel corso di un incontro gli
interlocutori ci hanno informato che esisterebbe una fotografia di
Izetbegovic con bin Laden''.
''Il ministero degli esteri - ha aggiunto - ha chiesto ulteriori
informazioni, conformemente alla determinazione dell' attuale governo
di regolare i conti con le organizzazioni integraliste islamiche che
sono ritenute terroristiche''.
Tokic ha anche detto che bisognerebbe indagare su eventuali
collegamenti del precedente governo con queste organizzazioni e che non
si deve collegare all'intero paese la presenza di qualcuno, alludendo
chiaramente agli ex mujaheddin rimasti a vivere in Bosnia dopo la
guerra.
Oggi 'Oslobodjenje' ha riportato affermazioni dell'ex primo ministro
serbo-bosniaco Milorad Dodik su un incontro di Izetbegovic con bin
Laden al tempo della guerra in Bosnia (1992- 95) e l'esistenza di una
fotografia scattata in quell'occasione.
''Sono menzogne puerili - ha commentato Izetbegovic - io non sapevo
nemmeno che esistesse bin Laden finche' non ne ho sentito parlare due-
tre anni fa''. ''Del resto - ha aggiunto - esistono anche fotomontaggi,
ma non penso di essere io l' obiettivo di questi attacchi, si vuole
spostare l'attenzione da coloro che hanno terrorizzato questo paese per
quattro anni, dai criminali di guerra che a migliaia vivono liberi
nella 'Republika srpska''' (Rs, entita' serba di Bosnia).
Durante la guerra, nelle file dell'esercito di Sarajevo ha combattuto
un numero imprecisato di volontari provenienti da paesi islamici.
Alcune decine di loro sono rimasti anche in seguito, dopo aver
acquisito la cittadinanza, soprattutto sposando ragazze bosniache.
Due giorni fa, la polizia bosniaca ha arrestato un arabo - algerino o
yemenita, la sua identita' non e' stata ancora accertata - che aveva
nella rubrica il numero telefonico di un alto ufficiale di Al Qaida,
l'organizzazione di Osama bin Laden. La settimana scorsa sono state
estradate dalla Bosnia in Egitto quattro persone ricercate dal Cairo
per terrorismo.
Alija Izetbegovic, 81 anni, leader e fondatore del Partito di azione
democratica (Sda), come presidente, durante la guerra, ha piu' volte
visitato diversi paesi islamici, che hanno fornito alla Bosnia ingenti
aiuti. (ANSA).
COR*VD 10/10/2001 18:02

> http://www.radioyu.org

Radio Jugoslavia, 11 ottobre 2001, versione in lingua serba

Peter Schieder, capogruppo socialista a Strasburgo, dichiara di essere
in possesso della foto di Alija Izetbegovic con Osama bin Laden.
Alija Izetbegovic nella lettera aperta indirizzata a Peter Schieder
smentisce prontamente, sostenendo di non aver mai incontrato bin Laden.

---

Arrestato a Sarajevo appartenente alla rete di Bin Laden

9/10/01 - La polizia della Federazione croato-musulmana ha arrestato
ieri a Zenica un uomo che viene messo in relazione ad Osama Bin Laden.
Lo ha reso noto ieri Muhamed Besic, Ministro dell'Interno della
Federazione croato-musulmana. L'arrestato sarebbe Bensai Belkacen
Mezda, che aveva con se il numero di telefono di un quadro della
organizzazione terroristica di Osama Bin Laden "Al Kaide Abu Al Maida".
Non si e' potuta stabilire la effettiva nazionalita' di Bensai Belkacen
Mezda, perche' i dati sul suo passaporto, sulla carta d'identita' e
sulla patente di guida della Federazione croato-musulmana non
coincidono. Lo scorso 21 luglio egli si era fatto rinnovare i
documenti. (da BEOGRAD.COM)

Iwyupano iz B92 vesti 9/10/2001

"U Zenici je, prema Besicevim recima, uhapsen Bensai Belkacen, zvani
Mezd, zbog osnovane sumnje da je povezan sa Osamom bin Ladenom. Kao
dokaz ove tvrdnje, ministar policije federacije BiH, naveo je da je kod
uhapsenog pronadjen telefonski broj visokog oficira Bin Ladenove "Al
Kaide", Abu Al Maida, sto je, kako je receno na konferenciji za
novinare, bio i glavni signal za hapsenje Belkacena."

Mitarbeiter von Osama bin Laden verhaftet

SARAJEVO, 09.Oktobar 2001. Die Polizei der mulimisch-kroatischen
F�deration hat gestern in Zenica einen Mann verhaftet ,der mit Osama
bin Laden in Verbindung gebracht wird. Dies gab gestern, Muhamed
Besic, der Minister der Polzei der mulimisch-kroatischen F�deration,
bekannt. Bei dem verhafteten Mann handelt es sich um Bensai Belkacen
Mezda, der eine Telefonnummer eines Offizier von Osama bin Ladens
terroristischer Organisation "Al Kaide Abu Al Maida" bei sich hatte.
Die genau Nationalit�t von Bensai Belkacen Mezda konnte nicht
festgestellt werden, weil die Angaben in seinem Pass, Ausweis und
F�hrerschein der mulimisch-kroatischen F�deration nicht
�bereinstimmten. Er hat sich seine Papiere am 21.Juli diesen Jahres
verl�ngern lassen.

BEOGRAD.COM / AMSELFELD NEWSLETTER 9.10.2001
http://www.amselfeld.com

---

RENATE FLOTTAU (DER SPIEGEL):
CHIACCHIERANDO CON OSAMA BIN LADEN
NELL'ANTICAMERA DEL PRESIDENTE IZETBEGOVIC...

...SPIEGEL-Balkan-Korrespondentin Renate Flottau traf den
Terroristenchef 1993 in Sarajevo; er stellte sich artig vor und sprach
vom bosnischen Befreiungskampf, an dem seine Leute auf der Seite der
Muslime mitmachen wollten. Er besa� einen Pass des neuen Staates
Bosnien-Herzegowina, ausgestellt von der Botschaft in Wien, und r�hmte
sich, internationale K�mpfer ins Krisengebiet zu schmuggeln...

(aus: "Der Prinz und die Terror-GmbH", von ERICH FOLLATH, GUNTHER
LATSCH, in DER SPIEGEL n.38/2001
http://www.spiegel.de/spiegel/0,1518,158732,00.html )

***

Il quotidiano "Politika" di Belgrado ha pubblicato un articolo in tre
puntate (il 4, 5, e 6 ottobre), non in forma d'intervista anche se
l'autore si basa sulla lungissima conversazione avuta con Renate
Flottau, corrispondente da Belgrado di "Der Spiegel". Vi propongo qui
alcuni brani interessanti.
"Der Spiegel" ha pubblicato la testimonianza della sua giornalista
solamente nella forma di un brevissimo accenno (vedi sopra).

La forma riassuntiva e indiretta della conversazione lascia non poco
perplessi, ma ancor piu' il fatto che le rivelazioni di un "testimone
eccellente" come Renate siano state affidate alla penna di un
giornalista a dir poco impacciato. E' vero pero' che i giornalisti di
mestiere sono stati tutti licenziati da Djindjic e la sua banda.

Eccovi ancora un dato molto significativo pubblicato il 6 ottobre dal
quotidiano belgradese, ed il giorno precedente da "Beta", agenzia di
stampa privata, molto "referenziata" (per essere precisi: molto
apprezzata dalle potenze militari che hanno bombardato la Jugoslavia):

"POLITIKA" e' stata comprata dalla multinazionale tedesca WAZ
(Westdeutsche Allgemeine Zeitung)!!!

(a cura di Olga Juric. Segue la traduzione dal serbocroato)

POLITIKA, 4 ottobre 2001
scrive: Bozidar Dikic

Osama bin Laden nel Palazzo di Izetbegovic
predica fondamentalismo islamico

RIVELAZIONI DELLA TESTIMONE DELLA PERMANENZA A
SARAJEVO DEL TERRORISTA PIU' RICERCATO DEL MONDO

Ecco cosa mi ha raccontato Renate Flottau, all' epoca, gi� da dieci
anni corrispondente da Belgrado di "Der Spiegel" ma spesso anche da
Sarajevo, del suo incontro col ricchissimo saudita nel palazzo del
presidente dei musulmani bosniaci nel 1994, nel pieno della sanguinosa
guerra. In attesa di essere ricevuta dal presidente Izetbegovic, la
segretaria di questi le presenta Osama bin Laden, del quale all'epoca
non sapeva niente, ma che evidentemente pure era in una delle numerose
missioni a Sarajevo.
Osama si � messo subito a predicare, presentandosi come l'autorit�
assoluta del fondamentalismo islamista, non curandosi del fatto che non
era effettivamente sollecitato a farlo.
Parlava con esaltazione fanatica impressionando a tal punto Renate
Flottau col suo fanatismo religioso che "non mi scordero' piu '
quest'incontro, chiedendomi spesso chi fosse quell'uomo balzano del
quale parlano tutti oggi, quando le sue parole sono diventate fatti".

"POLITIKA"
5 e 6 ottobre
Bozidar Dikic

IL CONTRIBUTO DI BIN LADEN ALL' ISLAMIZZAZIONE DELLA BOSNIA-ERZEGOVINA

Senza dubbio alcuno, continua il suo racconto Renate Flottau, Bin Laden
venne da Izetbegovic per offrirgli aiuto: soldi, soldati? Allora, nel
1993 e 1994, per le strade di Sarajevo c'erano tantissimi mujahedin. Lei
li incontrava e intanto correva voce che erano in missione umanitaria, e
penso' dunque, che anche il misterioso Arabo incontrato per caso da
Izetbegovic in due occasioni distinte, facesse parte della stessa
missione.
Ho avuto due conversazioni con la giornalista tedesca e lei mi ha sempre
parlato del suo casuale incontro. In principio credeva che questo avesse
luogo nel 1993, ma piu' tardi ammise che la data non poteva indicarla
con precisione e che tenuto conto che Osama si � recato in Albania nel
1994, probabilmente anche il soggiorno a Sarajevo fosse dello stesso
anno.
A suo dire, bin Laden venne a Sarajevo via Croazia, come i mujahedin.
Nonostante fossero in guerra contro i musulmani, i Croati seppero trarre
profitto da questi passaggi ed infiltrazioni di mujahedin. Oltre alla
guerra, si faccevano traffici di ogni sorta. A Sarajevo si diceva che i
mujahedin venivano in Bosnia via Split, Zara, Zagabria, spesso in aereo.

Alija Izetbegovic aveva bisogno d'aiuto ... Nel 1993 si reca a Dakar e
implora l'intervento armato dei paesi islamici. All'inizio di quell'anno
a Zagabria, nei circoli delle forze ONU si diceva che nelle fila
dell'esercito di Izetbegovic c'erano parecchie centinaia di stranieri
venuti dai paesi musulmani. Dopo la visita di bin Laden, il numero sali'
a 3 000 ma presto venne triplicato.

Tutto questo pero', non venne taciuto solo a Sarajevo, nei circoli
vicini a Izetbegovic, che non ammise mai la missione militare di bin
Laden, ma anche ad Amburgo, da "Der Spiegel" che non chiese mai alla
propria corrispondente di far luce sul misterioso saudita. Il quale
riesce a realizzare la sua visione cominciando dalla reislamizzazione di
Sarajevo e la creazione del primo stato islamico nell'Europa Centrale.
Da lui e da altre fonti sono arrivate montagne di soldi e armi via
Croazia, come pure migliaia di guerriglieri mujahedin a formare la forza
militare di Izetbegovic.
Questi mujahedin commisero crimini atroci contro i civili Serbi.

Sia la CIA che la BND tedesca, dice Renate, avevano in quegli anni
stanziato specialisti a sufficienza nei Balcani, per sapere cosa faceva
bin Laden...
Ironicamente, dice, i fanatici talibani, nella loro presa del potere a
Kabul, saranno preceduti di quattro anni dagli islamisti bosniaci.

Di questo si tace oggi, a Sarajevo ed Amburgo.

---

Die UCK und Osama bin Laden

TIRANA, 09.Oktober 2001. Der 27-j�hriger Franzose Claude Abd al-Kader
wurde in Albanien im Fr�hling 1998 wegen Mordes verhaftet. Bei seiner
Verhaftung gestand er, dass er im Auftrag von Osama bin Laden 300
M�nner rekrutieren und sie nach Kosovo und Metochien als Terroristen
schicken sollte. Er schaffte es nicht seinen Auftrag auszuf�hren und
versuchte dann die Waffen, die er besa� ,zu verkaufen. Als er das Geld
vom Verkauf der Waffen mit seinem albanischen Dolmetscher teilen
sollte, brachte er ihn um.
Bei dem Verh�r sagte er aus, dass bin Ladens Leute in Albanien sind.
Daraufhin wurden vier �gypter ,die Angeh�rige der Terrororganisation
al-Djihad waren, von der albanischen Polizei festgenommen und wieder
freigelassen und von der CIA nach �gypten entf�hrt, damit konnte ein
Terroranschlag auf die US-Botschaft in Tirana verhindert werden.

Wie hoch genau die Hilfe von Bin Laden f�r die UCK war, ist noch immer
nicht klar: Nach einem Bericht der Washington Times spricht man von
sechs bis sieben Millionen Dollar - kein gro�er Betrag, die Quelle des
Blattes ist unbekannt.

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CONVERSAZIONE CON STEVAN MIRKOVIC
Belgrado, settembre 2001

Stevan Mirkovic e� stato generale del Genio dell�Armata Popolare
Jugoslava. I suoi ultimi incarichi si sono svolti in Slovenia, a
ricostruire le strade di quella Repubblica.
Rappresentante di spicco della linea titoista, jugoslavista
intransigente, recentemente e� stato tra i promotori della coalizione
delle forze comuniste extraparlamentari KORAK. Lavora per il "Centro
Josip Broz Tito".
Mirkovic e� noto ai compagni di Roma per aver partecipato ad un Meeting
Internazionale a Testaccio alcuni anni fa.

D. : Dopo l�ultimo incontro [del KORAK] di mesi fa, quale � la
situazione politica ?

R. : La situazione politica naturalmente non vale niente, perch� questo
governo � incapace di risolvere qualunque cosa. Non si sa mettere
d�accordo con il Montenegro. Vuole dominarlo perch� anche il Montenegro
sia una parte della Serbia e non una Repubblica alla pari. Non riesce a
risolvere il problema del Kosovo e Metohija con gli albanesi. Ha dato
troppo spazio al nazionalismo ungherese, e a quello musulmano nel
Sangiaccato. E tutto perch� si mantenesse al potere, perch� il suo
potere si basa, non come era una volta, sulla parit� di tutti i
popoli... Nel governo ora partecipano esponenti del nazionalismo
ungherese che sono orientati pi� verso l�Ungheria e chiedono
autonomie... personali...(sorride). E non so quali altre... e si stanno
legando sempre pi� all�Ungheria economicamente.
Come anche i musulmani del Sangiaccato. Essi si orientano verso la
Bosnia, e la loro tesi ora � che non sono Musulmani (M maiuscola come
nazione, N.d.t.), ma bosgnazzi, dunque significa: "La Bosnia � il
nostro stato". Per non parlare degli albanesi... Qui ora si sta
ragionando cosi�: "Forse � meglio che il Kosmet sia un protettorato".
Dunque si sostiene questa KFOR, l�UNMIK, si sostiene tutto quello
che la NATO cio� gli USA e l�UE dice. Questo � per il nostro governo
legge. Applicano tutto questo senza remore.
E parlano , parlano... Questo riguardo alla criminalit�.
Dicono: "Sai... noi combatteremo la criminalit�..." mentre per ora la
criminalit� e aumentata. Perch� � naturale, pi� si allarga la propriet�
privata, pi� la societ� perde il controllo sui beni comuni e pi�
aumenta il crimine. La criminalit� e la corruzione vanno di pari passo
con la privatizzazione selvaggia. Al governo soltanto blaterano che
sopprimeranno la criminalit�. Neanche riguardo ai crimini... ora si
ammazzano le persone pi� di prima...
La coalizione DOS al governo ha messo dappertutto i suoi uomini. Prima
dicevano: "Se non sei comunista non puoi arrivare ai vertici". Loro
fanno le stesse cose, anzi di peggio. Prima i comunisti mettevano si i
propri uomini, perch� c�era un partito. Ma potevano mettere le persone
nelle quali avevano fiducia, il che � normale. Quelle persone venivano
anche controllate.
Questo governo qui � stato formato da 18 partiti, ed ognuno cerca di
avere i suoi uomini qui o l�. Vedi le cretinate che stanno facendo...
hanno nominato quel reazionario di Protic come ambasciatore negli USA
e ora lo devono richiamare indietro!
Riguardo alla magistratura, alla Corte Costituzionale, dappertutto
hanno messo i propri uomini... Pu� essere comprensibile. Ma almeno lo
dicano apertamente, invece di attaccare il comunismo... Cosi che questa
situazione politica non vale un accidente... non riescono a far niente,
e come dire... ora sono attaccati dall�opinione pubblica.
Tutti i sondaggi dicono che niente � cambiato. Ecco, � passato un
anno... la gente � scontenta. Tutti, tutti i sondaggi parlano
dell�incapacit� del governo.
Perci� il governo si adopera per 2 cose :
1. cerca di entrare a far parte della NATO attraverso la Partnership
per la pace, per ottenere protezione e poi per entrare direttamente
nella NATO, il che sar� difficile...Cosi entrando a far parte della
Partnership riusciranno a calmare anche l�Esercito. L�Esercito �
ancora, sai l�Esercito ancora non si � schierato. E� ancora
indipendente. La polizia no. La polizia � sotto il controllo del
governo. Ecco, cosi con la Partnership riusciranno a domare l�Esercito.
E allora si che se ne vedranno delle belle... Non che debbano arrivare
truppe straniere, ma arriveranno varie istituzioni, le quali
vincoleranno il nostro Esercito. Il governo accetter� di comprare le
loro armi e qui le istituzioni ci giocheranno sopra.
2. Il governo si affretta a svendere le ditte che lavorano con
profitto. (Il cementificio di Beocin, p.es. I lavoratori protestano....
N.d.t.) Perch� ? Siccome non hanno altro modo... non hanno organizzato
nessuna ricostruzione per aumentare la produzione. Si sono
esclusivamente orientati sull�aiuto dall�estero, e continuamente ci
riempiono la testa con le chiacchiere....Il ministro delle finanze
della Serbia parla sempre della stessa cosa... � proprio una persona
mediocre, insensibile...

D. : E' giovane, no ?

R. : Si giovane, giovane... dice sempre che non ha ricevuto ancora
neanche un soldo... E� questo che ora gli brucia... e� proprio a causa
di questa situazione politica che anche il capitale straniero si
domanda se vale la pena di investire per ora. Perci� si trovano in una
situazione difficile, ed � per questo che nel DOS ci sono dissidi.
Le cose promesse e non realizzate portano ai litigi. Kostunica cerca di
addossare le colpe a Djindjic e viceversa.

D. : Senti, questo Kostunica, "non sa" di quello che decide Djindjic,
per es. riguardo all�arresto di Milosevic ?...

R. : Tutto sa, tutto lui lo sa. Lui , Kostunica, poteva impedire
l�arresto, ma ha lasciato fare proprio perch� si ingarbugli, per poter
dopo attaccare Djindjic perch� lo ha fatto anticostituzionalmente... Si
dovrebbe prima emanare la legge e poi operare a norma di legge... Eh se
fosse ora qui un partito forte che prenda tutto nelle proprie mani...
questo � il momento... Per� non c'e' nessuno...

D. : E come mai... ?

R. : L�SPS � debole, si � compromesso. I radicali lo stesso. Vuk
Draskovic, su lui neanche contarci. La JUL � compromessa. I partiti
comunisti sono ancora divisi. Avevamo formato quella coalizione KORAK,
passate le elezioni, tutto si � sbracato... Soltanto in due o tre di
noi scriviamo qualcosa., e quelli del NKPJ di Kitanovic. Cosicche� non
riusciremo a sfruttare neanche questo momento...
Si giungera alla divisione della DOS, ed essa rimarr� a governare, ma
non come DOS bensi come due forti partiti con uno al governo e l�altro
all�opposizione. Questo � male, questo � la nostra prospettiva.

D. : La cosiddetta alternanza ?...

R. : La stessa cosa, come in Occidente... La gente � scontenta. Per�
hai visto quanti prodotti agricoli sul mercato. Il raccolto e' stato
buono, come vedi da solo. I prodotti non sono cari, un p� ci ha aiutato
l�aiuto umanitario e perci� non si � arrivati ancora ad una grande
scontentezza... Vedi, la Zastava di Kragujevac ha dimostrato il
pericolo della privatizzazione. All�inizio la privatizzazione � stata
molto dura, sicch� questo ministro delle finanze e i suoi seguaci sono
dovuti scappare dalla fabbrica. Gli operai lo volevano picchiare !
Un settimana fa anche i minatori di Kolubara si sono rivoltati, ci sono
stati disordini. Hanno dovuto pagare i minatori, perch� i lavoratori li
hanno pesantemente minacciati!...

D. : Sono gli stessi che avevano sostenuto questi ora al Governo !

R. : Si. Ora i lavoratori hanno capito che la loro posizione non �
migliorata, dopo un anno, ma � peggiorata. Qui ora c�e� forse una
speranza che i lavoratori, tramite il loro sindacato, possano ottenere
qualcosa, perch� il sindacato li � forte.

(Gli ricordo dell�infiltrazione nel sindacato "Nezavisni")

R. : Mah, forse c'e' stato anche di questo... Ma volevo dire che ora il
sindacato e l�Esercito, se qualcuno li scuotesse, potrebbero fare dei
progressi... Perch� questo paese e� in svendita, come la terra. Si
svende la sua sovranit�. Praticamente si sta svendendo l�indipendenza.
Ecco vedi ora hanno lasciato passare nel sud della Serbia le truppe
[NATO] che vanno in Kosmet e in Macedonia, stanno attraversando il
nostro paese, il che prima non era possibile... Checch� ne dicano - che
i soldati vanno separatamente dalle armi... Ma che vadano... che il
diavolo li porti... Che cosa significa, come se si pu� controllare ogni
fucile che hanno... Ecco qui potrebbe il nostro Esercito fare qualcosa
riguardo l�indipendenza ,la sovranit�...

D. : Invece la situazione in Montenegro ? Ancora la gente non ha capito
dove li sta conducendo il governo di Djukanovic ?

R. : Ma sa cos�� la cosa pi� importante, l�economia. Ecco : l�economia,
come qui...

D. : Volevo dire, riguardo alle minoranze. Anche li potrebbe succedere
come in Macedonia...

R. : Voglio proprio controllare la statistica, vediamo proprio i dati...

(Va a cercare i dati e nel frattempo continua)

Ora hanno inventato questo pericoloso slogan "Imetak za pocetak"
(Il tuo risparmio per incominciare) ; investi i tuoi risparmi, dicono,
adesso � l�occasione per far guadagnare la tua famiglia, ognuno potr�
guadagnare... I lavoratori che finora erano solidali pensano : ora
potr� lavorare indipendentemente, potr� guadagnare. Non capiscono che
andra� a finire che quelli pi� amorali e senza scrupoli riusciranno
ad emergere, mentre gli altri si rovineranno. E finch� non riescono a
capire ci�... (Continua coi dati). Ecco il Montenegro...

D. : Ma quanti abitanti ha il Montenegro, un milione ?

R. : Ma va... (e ride)... Ecco nel l991 aveva 615.000 abitanti...
Ora ne potrebbero avere si e no 700.000. Ecco di 615.000, 380.000
sono montenegrini, 6.ooo croati, 8.000 macedoni, 89.000 musulmani,
57.0 serbi, 25.000 jugoslavi, 40.000 albanesi. La concentrazione di
albanesi � soprattutto a Plav, 4000, e 17.000 a Ulcinj... A Titograd
(ora Podgorica) 8,5%... sono abbastanza. Sai, la posizione di questi
due comuni � interessante perch� si trovano vicino alla frontiera con
l�Albania

D. : E i serbi che si trovano in Albania, che fine hanno fatto ?
Nessuno pi� li menziona.

R. : No, niente. Sono stati albanizzati. Si trovano verso la Gora,
verso Dragos. Si sono convertiti, hanno preso la religione musulmana e
cos� la nazionalit�.

D. : E in Macedonia, la situazione delle nazionalit� ?

R. : A Skoplje si trovano 350.000 macedoni, 100.000 albanesi, ora anche
di pi�, 22.000 turchi, 29.000 rom, 21.000 serbi... Gli albanesi sono
l�arma pi� efficace degli USA nei Balcani. Gli albanesi sono legati,
tramite le loro lobby, esclusivamente agli USA. Gli americani li
tutelano e con questa arma controllano questi territori.

(Bisognerebbe chiedersi forse come tanti di loro, che definivano se
stessi "schipetari", con quale passaporto andassero all�estero, se non
con quello jugoslavo ?! ? Ironia della sorte... N.d.t.)

Con la manipolazione degli albanesi gli americani possono influenzare i
greci, per non parlare del Montenegro e della Bulgaria.

D. : Stevan, per chiudere dicci qualcosa su questo attacco...

R. : Quale ?... Ah, questo a New York !.. Sai, io penso che questo �
stata una reazione dovuta alla repressione violenta americana in tutto
il mondo. Due cose in particolare voglio dire :
Primo, quando � stata fatta l�inchiesta tra gli americani riguardo
all�attacco alla Jugoslavia, l�80% degli americani hanno approvato
l�intervento. Adesso dopo questo attacco, il 70% degli americani
chiedono vendetta, al prezzo che vengano uccise anche persone civili.
Allora pensa un po� : perch� dovremmo dispiacerci per gli americani ?
Io per principio condanno le uccisioni di civili... ma quando un tale
idiota chiede alla sua armata di bombardare, diciamo anche
l�Afganistan, anche se dovranno morire migliaia di civili, perch� io
dovrei dispiacermi a causa di un simile idiota ? Ritengo che agli
americani serva ancora qualche simile dimostrazione, perch� comprendano
che sono anche loro dei semplici mortali. Essi si comportano come una
razza superiore. Nessuno li deve toccare, mentre loro possono ammazzare
gli altri... Qui da noi l�opinione pubblica, vedi, non si rallegra, ma
comprende questo attacco, perch� gli americani capiscano cosa stanno
facendo loro al resto del mondo.

Belgrado, settembre 2001
Conversazione condotta da I. Pavicevac

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