Informazione

Da alcuni giorni la casella di posta elettronica del Coordinamento
Romano per la Jugoslavia (CRJ) - crj@... - non funziona. Tutti i
messaggi inviati a questo indirizzo nell'ultima settimana potrebbero
essere andati perduti. In attesa di chiarimenti dal provider, chiunque
dovesse mettersi in contatto con il CRJ e' pregato di scrivere al
presente indirizzo:
jugocoord@...

Vec je nekoliko dana da email-adres od Rimskog Saveza za Jugoslaviju
(CRJ) - crj@... - ne radi. Sve poruke do ovog adresa od
ponedeljka do danas nisu stigle. Do kada provider objasni sta se desava,
molimo ko treba da kontaktira CRJ da napise ovom adresu:
jugocoord@...

In the past few days the email address of Roman Coordination for
Yugoslavia (CRJ) - crj@... - has not been working. All messages
sent during the last week to that address may have gone lost. While
waiting for an explanation from the provider, everybody who needs to get
contact with CRJ should kindly write to this address:
jugocoord@...

In den letzten Tagen hat die Email-Adresse der Roemischen Koordination
Fuer Jugoslawien (CRJ) - crj@... - nicht funktioniert. Alle
Botschaften, die in der vergangenen Woche zu dieser Adresse geschickt
wurden, sind wahrscheinlich verlorengegangen. Wir warten noch auf eine
Erklaerung von dem Internet-Provider; in der Zwischenzeit sollen alle
Leute, die in Kontakt mit CRJ kommen wollen, zu dieser anderen Adresse
schreiben:
jugocoord@...

SMRT FASIZMU - SLOBODA NARODU

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Il Corriere della Sera 22/03/01

"E' una guerra islamica"

ROMA - Quando il suo film "Prima della pioggia" conquistò il Leone d'oro
a
Venezia, nel 1994, la Macedonia, pur attraversata dall'odio tra le
diverse
etnie, era stata fino ad allora risparmiata dai conflitti che hanno
devastato l'ex Jugoslavia. Ora che anche la piccola Repubblica è
sull'orlo
della guerra civile, il regista Milcho Manchevski accusa la Nato, il
governo di Skopje e la minoranza albanese di una crisi che la sua opera
aveva in qualche modo preannunciato. In Macedonia "è in atto una jihad
(guerra santa) con il tacito assenso della Nato - dice Manchevski in
un'intervista all' Ansa -. I combattenti (albanesi) come Talebani sono
incoraggiati dal desiderio della Nato di tenersi fuori dalla mischia.
Per
non parlare della responsabilità dell'Alleanza per aver in passato
armato
e addestrato l'Uck", la guerriglia albanese del Kosovo. "I cartelli di
narcotrafficanti che fioriscono da quando la Nato è presente nei Balcani
e
la lotta per i beni immobiliari - continua il regista - rappresentano
una
minaccia peggiore del mitico odio ancestrale". Manchevski attribuisce
responsabilità anche al governo macedone che "ha chiuso un occhio sulle
attività dei separatisti e ora deve fare un giro di 180 gradi". Quanto
agli albanesi, per il regista, "i terroristi hanno stravolto a loro
vantaggio il concetto di "diritti civili". Istruiscono i civili a
parlare
in un certo modo con le troupe delle Tv straniere, presentandosi come le
eterne vittime". "Le legittime rivendicazioni devono essere soddisfatte
-
conclude - ma i crimini dei terroristi non hanno nulla a che fare con
il
riconoscimento della lingua. I leader dei partiti politici albanesi
devono
smettere di giustificarli".

---

Il Manifesto 24/03/01

In Macedonia prima della pioggia
Intervista a Milcho Manchevski, regista macedone di "Prima della
pioggia" e
del nuovo "Polvere"

Ironia della sorte, poco prima di incontrare il regista macedone Milcho
Manchevski, stava cominciando a piovere con l'annuncio di lampi
giganteschi
e tuoni rancorosi. Manchevski, 42 anni, mille mestieri alle spalle, e
regista anche di video clip, spesso a New York dove lavora ed ha una
casa, e
che ha appena finito di montare il suo ultimo lavoro Polvere , è
l'autore
del famoso film Prima della pioggia del 1994. Premiato con una
nomination
all'Oscar, il David di Donatello e il Leone d'oro, a Venezia, per la
premiazione, bisognava alzare la bandiera macedone, ma i rappresentanti
della Grecia si opposero per un contenzioso sui simboli nazionali ancora
in
parte aperto e allora lui, che rifiuta ogni nazionalismo, accettò che la
bandiera non venisse alzata. Prima della pioggia è ambientato in un
villaggio macedone dove si sviluppa un duro contrasto tra contadini
macedoni
e albanesi, esplicita metafora del conflitto etnico balcanico prima
della
tragedia. Lo incontriamo a Skopje ai margini degli annunci sanguinosi di
un
nuovo conflitto etnico balcanico, e nel secondo anniversario
dell'intervento
"umanitario" della Nato del 24 marzo 1999. In queste ore si disponevano
in
Macedonia i contingenti militari dell'Occidente, pronti alla fine anche
ad
un intervento di terra, e rombavano i motori dei bombardieri
dell'Alleanza
che avrebbero scaricato tonnellate di bombe "intelligenti" per 78 giorni
sulle città della Serbia e del Kosovo. Poi a Kumanovo, sempre in
Macedonia,
dove oggi attaccano le milizie albanesi, si firmò la "pace". Milcho
Manchevski ci viene incontro e subito scherza: "Ecco, diranno tutti che
piove, e allora è finita...".

Come giudichi quel che avviene in questi giorni in Macedonia tu che, in
qualche modo, hai evocato tutto questo nel tuo film?
Prima della pioggia è ambientato in Macedonia ed ha qualche cosa in
comune
con gli avvenimenti di questi giorni, ed è uscito quando era in corso la
guerra in Bosnia, ma il film è una metafora generale non necessariamente
solo balcanica. E' conosciuto, apprezzato, premiato in India, in Cina,
negli
Stati uniti anche per questo. E poi soprattutto nel mio film non c'erano
i
killer e i politici, i due ingredienti fondamentali per le guerre
etniche
nei Balcani. Temo dunque che, semplicisticamente, adesso tutti
utilizzeranno
il mio film per spiegare quel che accade in Macedonia, perché la
situazione
qui invece è assai diversa. Qui abbiamo un gruppo di killer che vengono
dal
Kosovo, un popolo impaurito di albanesi e macedoni di Macedonia, poi
abbiamo
i politici che, nonostante siano corrotti, non vogliono la guerra.
Questa è
la differenza tra la realtà e il film: la guerra jugoslava.
Allora si avvicina di più a quel che qui sta accadendo il tema del tuo
nuovo
film che hai da poco finito, "Polvere"? Per quel che se ne sa è |un film
sui
banditi, girato tra Macedonia e Stati uniti...
Sì, è sui banditi, ed è anche un western, ma in realtà è un film su dove
va
a finire la voce quando noi non ci siamo più. Ho scelto New York per
l'ambientazione della parte contemporanea, e Skopje la parte della
storia
passata che riguarda cento anni fa. Sembra, ripeto sembra che gli
avvenimenti di cento anni fa si riproducano oggi con gli stessi
fotogrammi.
Ma è un errore tradizionale quello che si sente ripetere sui Balcani,
che
qui le cose non cambiano, che qui si ripropongono le stesse battaglie di
cinquecento o mille anni fa. Il grande copione che qui si recita è
quello
della lotta per il potere, per la conquista del territorio, da parte di
personaggi frustrati impegnati nella vendita etnica.
Insomma la frase del grande scrittore jugoslavo, antinazionalista,
Danilo
Kis che "nei Balcani la storia non passa mai", non sarebbe dunque
giusta?
E' proprio la guerra, con l'esempio attuale della Macedonia, a
dimostrare
invece che la storia cambia e può cambiare. Certo ci sono punti di
contatto,
ma è diverso per esempio il modo in cui oggi le grandi potenze si
intromettono nei Balcani rispetto a 150 anni fa. Quel che accade ora è
molto
meglio confezionato. E' sotto i nostri occhi il fatto che l'intervento
della
Nato nella guerra in Jugoslavia, se da una parte può aver contribuito
all'uscita di scena di Milosevic e aver soccorso gli albanesi del
Kosovo,
dall'altra ha avuto come retro-effetto una quantità di vittime civili e
una
escalation di violenze etniche ancora peggiore della precedente. Mio zio
medico dice che curare un raffreddore con antibiotici è come prendere a
frustate le formiche. L'abitudine dell'Occidente è quella di non
riconoscere
mai gli sbagli, magari fatti con buone intenzioni, come fermare la
pulizia
etnica in Kosovo contro gli albanesi. Così, non riconoscendo piccoli
sbagli,
hanno dato spazio a grandi errori, hanno armato i killer e creare un
vasto
territorio d'illegalità e criminalità. Rafforzando nuovi nazionalismi
armati. Tutte queste armi sono comprate coi soldi che vengono
dall'Occidente, direttamente dai servizi dei governi occidentali, oppure
dall'emigrazione albanese in Europa e Usa. Così alla fine la vittima
tragica
di questa situazione è la retorica dei diritti umani, le belle frasi
sull'"umanitario": sono state tutte sequestrate dai nazionalisti armati
albanesi che così hanno danneggiato anche i loro protettori.
Non ti sembra che il copione, il soggetto, il trattamento e la
sceneggiatura
dell'iniziativa di guerra a tutti i costi in questo momento in Macedonia
segua davvero l'andamento di un film, la sua produzione e messa in
opera?
Sarebbe molto semplice se la realtà seguisse i film, ma potrebbe anche
essere tragico. Immaginiamo per un attimo cosa accadrebbe se i macedoni
reagissero al terrorismo albanese con il terrorismo macedone. Nel XX
secolo
i terroristi macedoni hanno avuto grande fama nel mondo, nel 1903 un
parente
di mio nonno, terrorista macedone anarchico, si fece scoppiare dentro
l'amministrazione occidentale di Salonicco. Stavolta, naturalmente, sono
molto orgoglioso che finora non ci sia stata nessuna risposta del
terrorismo
macedone. Racconto queste storie per dire che la storia cambia. Ancora
un
esempio: qui, all'Occidente, con l'Uck è capitata la stessa cosa che con
i
mujaheddin in Afghanistan. Addestrati, armati, curati pur sapendo che
erano
cose negative e "maledette". Non si può scherzare con quello che pensi
sia
maledetto e pensare che poi ne rimani incontaminato. C'è una giustizia
cosmica che fa sì che il terrorista che hai finanziato prima o poi ti
torna
a casa a chiedere spiegazioni.
Lei sa che il capo della Cia, George Tenet, è di origini albanesi...?
No, non lo sapevo, e da una parte è una cosa che fa tanto complotto
balcanico, dall'altra mi sembra davvero una rivelazione, una
sceneggiatura
trasparente. Anche perché ho letto proprio in questi giorni su giornali
inglesi e americani che la Cia ha addestrato i terroristi albanesi che
oggi
seminano la guerra in Macedonia.
Con quali occhi la gente dei Balcani, dopo dieci anni di disastri, vede
ora
l'Occidente?
Nonostante tutti siano molto disillusi, nessuno in Macedonia è sorpreso
di
come l'Occidente sia intervenuto per risolvere, magari in buona fede,
piccoli problemi creandone di più grossi e con risultati tragici. Del
resto,
l'ignoranza che l'Occidente ha sui Balcani è proporzionale alla nostra
ignoranza sull'Occidente. La differenza sta in questo: che l'ignoranza
occidentale ha provocato danni più grandi di quelli della nostra
ignoranza.
Per capire, immaginate un elefante gigantesco, elefantiaco, che entra in
un
negozio di porcellane e un piccolo elefantino nello stesso negozio. Non
credo che militari albanesi e macedoni in missione di pace in Gran
Bretagna
e in Francia, per regolare i conflitti etnico-religiosi in Irlanda del
Nord
o in Corsica, sarebbero più capaci di portare aiuto militare della Nato
qui.
Naturalmente questo non diminuisce la responsabilità della Nato e
dell'Occidente coinvolti, dicono, da ragioni "umanitarie".
Nei Balcani lo spazio della guerra ha, tra l'altro, cancellato lo spazio
dei
film. Ci sono più scene di scontri armati sanguinosi che set di scene di
scontri armati. Perché la guerra risulta più concreta e fattibile di un
film?
Perché in guerra i cattivi ragazzi diventano eroi. Sono stato a Sarajevo
alla fine dell'assedio, non si sparava più ma erano ancora circondati.
Lì ho
visto con i miei occhi che il male e la cattiveria umana esistono, sono
cose
molto concrete, non categorie filosofiche. Provo dolore nel pensare che
una
cosa così non-concreta come un film avrà importanza e impotenza allo
stesso
tempo. Ma non sono un nichilista.
Ma il conflitto in Macedonia si fermerà o si troverà una soluzione?
Qui al momento c'è la stessa situazione che precedette la guerra in
Bosnia.
Dovreste parlare con un'attrice di Polvere, Nikolina e Kryaca, molto
famosa
da noi, lei è di Sarajevo e dice che vede la ripetizione di quelle ore.
C'è
però una grande differenza. L'Onu e la Nato, quella Nato che ha tante
responsabilità, se vogliono possono fermare il conflitto e non ripetere
scenari da Bosnia e da Kosovo. Intanto perché sono già qui, perché hanno
già
usato la forza, perché hanno fatto esperienza, perché hanno abbastanza
chiara la situazione e, infine, perché sono loro ad amministrare e
controllare militarmente il territorio in Kosovo da dove in massima
parte
vengono le aggressioni alla Macedonia.
Resta il nodo dell'indipendenza del Kosovo, fatta balenare alla
leadership
di Pristina. Chi glielo spiega ad Hasim Thaqi, formalmente ex capo
dell'Uck,
che il Kosovo non è più indipendente, e allo stesso Ibrahim Rugova? Ora
gli
americani sembrano temere la reazione degli albanesi del Kosovo e,
nonostante le promesse, continuano a chiudere gli occhi sui passaggi di
milizie dall'area di Urosevac, in Kosovo, verso Tetovo.
E già... Ci vorrebbe un film... con Harrison Ford.
Usciamo. Ha smesso di piovere, e il cielo è stellato. (Tommaso Di
Francesco)

---

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"NELLA CITTA' DIVISA IL DOLORE PER LE ESEQUIE DEI DUE KORACI, ELIMINATI
A UN POSTO DI BLOCCO SOTTO GLI OCCHI DEI FOTOGRAFI"

Sottotitolo di "La Repubblica" del 24/3/2001. In fondo all'articolo, a
firma Pietro Veronese, dove pochi arditi arrivano a leggere, e' scritto:

<< ...Anche la tragica fine dei due Koraci
alimenta l'odio contro la maggioranza slava e accresce il sostegno alla
guerriglia. "E' stato un crimine", "li hanno uccisi come cani", "saranno
vendicati", dicono tutti. I toni dell'imam sono più moderati ma non meno
fermi: "Due brave persone, conosciute nel quartiere, padre tassista,
figlio
muratore. Con tutta la famiglia erano scappati da casa dopo l'inizio dei
bombardamenti e l'altro giorno erano tornati indietro a prendere un po'
di
vestiti". Ma la loro uccisione al posto di blocco è stata ripresa dalle
telecamere, si vede bene che uno dei due brandiva una granata. "Ma no,
era
il telefonino". Altre voci intervengono: "Padre e figlio non potrebbero
mai
fare una cosa del genere". "A mezzogiorno, poi!". "Ho visto il filmato,
è
stata un'esecuzione a sangue freddo". E così via.
Nessuno vuole dare peso al fatto che i due apparivano armati. La foto
dell'attimo che precede l'uccisione, del resto, è stata pubblicata solo
dai
giornali in lingua macedone. Un quotidiano albanese kosovaro la ha
pubblicata ritoccata: le mani di Koraci padre sono vuote. Adesso
incorrerà
nelle sanzioni dell'amministrazione Onu, ma l'episodio è rivelatore...
>>

"La Repubblica" e tanti altri quotidiani italiani invece non l'hanno
pubblicata per niente, e non incorreranno in nessuna sanzione.

---

CN La Jugoslavia Vivra' wrote (Visnjica broj 45):
>
> LE PRIME VITTIME CIVILI
>
> Il "Corriere della Sera" piange oggi 23 marzo 2001 per la morte delle
> "prime vittime civili" della guerra fratricida nella FYROM. Si tratta di
> "Rasim e Ramadan, padre e figlio albanesi falciati al posto di blocco"
> della polizia macedone. Nell'articolo, a firma "L.Off.", si espone una
> dinamica dei fatti dalla quale trapelerebbe la violenza eccessiva e
> gratuita dei poliziotti, e si tende a mettere in ridicolo "la
> spiegazione ufficiale: i Korishi avevano una granata, stavano per
> lanciarla. Poi, le parole indignate di Rauf Ramadani, il capo albanese
> della polizia di Tetovo: 'No, erano due innocenti'". Talmente innocenti
> che la foto di uno dei due nell'atto di lanciare la granata sono apparse
> su innumerevoli giornali di oggi, compreso il foglio gratuito "Metro"
> distribuito a tappeto sui mezzi pubblici di Roma.
>
> La maggiorparte delle direzioni dei nostri quotidiani nazionali sono
> pronte a spostare l'opinione pubblica a favore dell'irredentismo
> albanese quando verra' loro ordinato, attraverso l'invenzione di crimini
> efferati, cosi' come hanno fatto dal 1991 in poi con tutti i
> secessionismi. Qualche redazione pero' va un po' troppo di fretta...

---

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The upcoming book (March 20, 2001, 300 pages):
"DEMONIZATION OF SERBS �WESTERN IMPERIALISM
AND MEDIA WAR CRIMINALS" (Ed. REVOLT, Ottawa)
By Emil VLAJKI

Price: $25 US + $2 US for shipping; or
$30 Can.+ $5 Can. for shipping
Personal checks made on REVOLT (or Emil Vlajki)
Address: 41, Hilda, app. 101; Ottawa, K1Y-4T4, Canada

MAIN IDEAS
Demonization of Serbs is a part of a worldwide process of demonization
carried out by the current world masters (the US led "international
community") trying to justify their neocolonial exploitation of
developing countries. The demonization, combined with military
interventions and other repressive measures, is applied to any regime
willing to resist the western domination, being also a warning to any
other country wanting to preserve political, economic and cultural
identity of its own.

A
Regarding Yugoslavia, the truth is that for geo-strategic and economic
reasons, the US-led "international community" has never wanted peace
and stability for the region, and especially not for Serbia. Here are
some facts:

-In 1991, the "free world" broke all international laws and agreements
by encouraging the separation of some of the former Yugoslav republics.
-The "free world" did not allow the Yugoslav army to defend the
integrity of the country.
-All Yugoslav peoples except the Serbs, had the right to self-
determination.
-All new "independent" states created out of former Yugoslavia were
internationally recognized, except the Montenegro-Serbia federation
(FRY).
-All US-NATO attacks against the Serbs rested on false accusations and
fabricated events.
�Accusations against the Serbs concerning their "atrocities" and
responsibility for the Balkan wars, has been an ideological screen
intended to cover up the US-NATO-EC crimes.
-The destruction of Yugoslavia has very little to do with the former
Milosevic`s regime. Even with the most democratic rule in Yugoslavia
and Serbia, the US-NATO-EC coalition would continue to destroy this
country.

B
The book claims that, in modern history, no other nation, except the
Jewish people, has been so demonized as the Serbs during the last
decade of the 20th century.

Because the media have played and continue to play an important role in
the demonization of Serbs justifying US-NATO military interventions
against this people, it is possible to say the following.

-In developed countries, the information and communication systems
preserve, in combination with ideological, economic, military, spy and
other repressive institutions, the worldwide, brutal domination of the
West.
-In dominated countries with no independent identity, the major part of
the mass media, reflect opinions of the prostituted local bourgeoisie
going along with a bunch of quasi-intellectuals receiving orders from
their "rational", "democratic", "free trade" US-NATO-EC masters.

Let us repeat some media lies leading to the hundreds of thousands of
victims throughout the former Yugoslavia:
-Trnopolje was presented as a "concentration camp" showing people
behind the barbed wire fence.
The barbed wire in the picture was not around Bosnian Muslims but
around the "objective" British journalists. To make the
Serbian "concentration camp" more truthful, the observation military
tower from the Nazi concentration camp was added through "photo-
montage"!
-The "objective" western journalists "found" in Bosnia 105 "death camps
run by Serbs" with 260,000 people and 17,000 deaths!
At the same time, the International Red Cross found 10,000-11,000 the
total number of prisoners of all warring parties.
-Furthermore, the "objective" western journalists "found" 47 "rape
camps" containing (from 20,000 to 100,000) Muslim women allegedly raped
by Serbs!
In October 1993, the UN commission for war crimes gave a total figure
of 330 documented cases of rape by all three warring sides.
-The �Breadline Massacre� in Sarajevo and two similar �Marketplace
Massacres� were probably fabricated by the western secret services. At
any rate, the UNPROFOR�s secret reports and ballistic expertise
practically exonerated Serbs in this matter.

By the way, the Serbs have been depicted by western media not only as
brutal mass-killers but also as extremely stupid nation. Take two
examples:
-During the Bosnian war, the Serbs permitted western journalists and
politicians to visit camps for refugees and prisoner camps (Muslim and
Croats never allowed such a thing). If the Serbs had really run
the "concentration", "rape" and "death" camps, why would they have
shown them to everybody?
-Racak, January 15, 1999. Serb forces attacked and killed a number of
the KLA terrorists. They allowed western journalists to visit the
premises and to film everything. In the afternoon Serb forces and
journalists left Racak. During the night the KLA entered the village
and in the morning the "Racak massacre" (forty killed people wore like
civilians) was "discovered". If the Serb army, having all necessary
equipment, had really killed these people, why would they not have
hidden the crime? Serbs were masters of the premises and they could do
whatever they wanted. Why line up forty civilian bodies being aware
that in the next 24 hours the whole world would know about the crime,
and also risk a new demonization and NATO military intervention?

C
There is a strong evidence that the demonization of Serbs will continue
in spite of the recent democratic changes in Serbia and Yugoslavia. The
US especially, trying to prevent Europe from unification and to renew
the Cold War against Russia, provokes permanent wars and tensions in
the Balkans.

-It is obvious that the continuation of the KLA terrorist activity in
Southern Serbia is fostered by the US-NATO-EC coalition. Moreover, the
same type of propaganda used by western media during President
Clinton�s era is now used to explain a new conflict: "There is an
Albanian majority in Southern Serbia", "The Serbs are oppressors and
Albanians are victims", "Albanians fight for freedom", "Southern Serbia
historically belongs to the Albanian nation", "The Serbs have to remove
their provocative security forces", and the like. For example, on
February 27, 2001, Shawn Sullivan, political advisor to the commander
of the NATO-led Kosovo Force (KFOR) said that there was a 'definite
danger' that NATO troops and the Yugoslav army could clash if the
Yugoslav Army would continue to fight Albanian rebels in Southern
Serbia!
Remark. A similar situation occurred during the war in Bosnia in August
1993, when the Bosnian Serbs were forced, under international pressure,
to leave their positions from Mt. Igman. In early October 1994, Muslim
forces crossed the buffer zone killing 20 Serbs and continued with the
same provocation. At that time, Serbs were "advised" by the US to
demonstrate restraint, as NATO Chief Robertson warns the Serbs now.


-In the end of the Clinton`s era, a resolution has been considered
according to which the Hungarians in Serbia are the "oppressed
nation", "an intolerable state of affairs" for the USA:
"Congress finds that:
1)approximately 350,000 ethnic Hungarians, as well as several other
minority populations, reside in the province of Vojvodina, part of
Serbia, �
4)this population is subjected to continuous harassment, intimidation,
and threatening suggestions that they leave the land of their
ancestors; and
5)during the past ten years this form of ethnic cleansing has already
driven 50,000 ethnic Hungarians and members of other minority
communities out of the province of Vojvodina�".

In fact, who is so naive as to believe that President Bush will act
differently withdrawing American troops from Kosovo, that he will be
opposed to the powerful Albanian lobby led by Republicans in the US
Senate, that he is going to change the main US geo-strategy against the
will of military and economic establishment?
D
-As for the war, it will probably come if the new Yugoslav leaders
resist the current US blackmail policy. The contrary may prove, sooner
than expected, that the part of the present governance can not preserve
the interests of the Serb people. The unconditional obedience to
Americans will stop, only temporarily, the dissolution of Yugoslavia
and Serbia.
-If this is so, then Serbia would possibly be torn to pieces. Once
Serbia is reduced to a third of its present size, a leader will appear
and bring the Serbs from Kosovo, Krajina, Bosnia, Sandjak, Montenegro,
Southern Serbia, Vojvodina and other Yugoslav/Serbian regions to battle
for unification. After all, if all the other peoples of Yugoslavia have
the right to decide for themselves and gain their territorial
integrity, then why can't the Serbs have the same right?
-It is with the resurrection of the Serbs and their final victory in
the constitution of a historically grounded statehood, that the issue
of Yugo-Slav, Balkan and European integration and emancipation from the
US imperialism can truly be resolved.
E
Few opinions about the book:

This is a book about the US false humanism. It analyses the
articulation between the media and the political, economic and military
power, which is more and more used to make war against developing
countries, but also to justify and to protect the US-NATO imperialism.
Raquel de Almeida Moraes
Co-Editor of Brazilian Portal of Philosophy

2.Emil Vlajki who wrote the book "The New Totalitarian Society"
which was at the time the only profound book about our times,
has now managed to write even better book "Demonization of Serbs�"
. He is a brilliant man, not a simple one. He is the only one who
offers a very
profound and deep analysis of the former Yugoslavia and the
world in which we live in. Any serious intellectual should
read his work because it is best that exists at this time.

What is happening in Yugoslavia is only a symptom of what is
happening everywhere, all over the world, including the USA.

Professor Nadja Tesich, writer of novels, plays, filmmaker,
screen writer, journalist and political analyst., New York

3. The book of professor Vlajki "Demonization of Serbs�" will be a most
welcome antidote to the nauseating
"free world" propaganda which has disfigured so much "news" and comment
on the Yugoslavian tragedy.
Geoffrey N. W. Locke
Lawyer, Barrister, QC, Great Britain

4.The demonization of Serbs was intended to make the West feel better
about themselves; it contributed to the strengthening of the Western
alliance; it justified massive attacks on Serbia and its isolation from
the international scene, and perhaps, it served the economic interests
of the media-industry by increasing the view figures and rates of its
programs.
I hope that "The demonization of Serbs" by Emil Vlajki will contribute
to establishing or restoring a balanced view on the recent history in
former Yugoslavia and on the true nature of the Serbian nation.
Jef Syroit
Associate Professor in Organizational Psychology at
Utrecht University in The Netherlands

---

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>
> Subject: BF Declaration (final text) and Program of Action
> Date: Tue, 27 Mar 2001 15:30:59 +0200
> From: "Vladimir Krsljanin"
> To: "Belgrade Forum"
>
> Belgrade Forum International Conference "Two Years On: The Truth About
> NATO Aggression", with participation of 30 scholars, political and
> public personalities from Argentine, Bulgaria, Cuba, Germany, Greece,
> Hungary, Iraq, Italy, Jordan, Libya, Macedonia, Netherlands,
> Palestine, Romania, Russian Federation, United Kingdom, USA and 100
> from Yugoslavia, unanimously adopted Declaration and Program of
> Action, submitted by International Drafting Committee.
>
>
>
>
> DIGNITY VS. BARBARISM
>
>
>
> Declaration of the Belgrade Forum International Conference
>
> - Two Years On: The Truth about NATO Aggression
>
> 24 March 1999 - 24 March 2001
>
> Belgrade, Yugoslavia
>
>
>
> On this second anniversary of the Washington-led NATO aggression on
> Yugoslavia, we free people of the world have gathered here in
> Belgrade, March 22-23, 2001, to honor the brave Yugoslav people who
> defended freedom, dignity and universal human and social values
> against NATO. We especially honor those who lost loved ones, homes and
> property to that criminal aggression.
>
> In waging an illegal and undeclared war of terror against Yugoslavia,
> NATO threw all decency out the window.
>
> * Over 50.000 rounds of bullets and missiles encased in depleted
> uranium were fired or dropped on people whose only crime was that they
> never kneeled in front of aggressors and occupiers in their long
> history and always stood for dignity, freedom and equality.
>
> * Over 80% of NATO's targets and victims of this aggression were
> ordinary civilians and their homes, hospitals, schools, TV stations,
> work places.
>
> * After accepting the guarantee of the territorial integrity of the FR
> Yugoslavia, as provided for in UN Resolution 1244, and after agreeing
> in that Resolution to disarm and disband the terrorist KLA, what did
> NATO do? It continued to train and support the terrorists, raising
> them to official status as the "Kosovo Protection Corps". NATO
> supported them as they drove 350,000 Serbs and other non-Albanians,
> and anti-fascist Albanians, from their ancestral homes in Kosovo and
> Metohija. NATO turned a buffer zone between the Serbian province of
> Kosovo and Metohija and the rest of Serbia into a haven for the "KLA".
> Now they have unleashed these terrorists against districts in southern
> Serbia and whole of Macedonia. After committing themselves to respect
> and guarantee existing international borders in the region, NATO has
> supported the "KLA's" drive to break up countries and form a 'Greater
> Albania.' This represents the greatest danger for peace and stability
> in the region.
>
> The NATO aggression enshrined gangsterism, drug trafficking and
> terrorism as the new standards of law. This was in fact an attack on
> the world. In heroically resisting NATO, the Serbian people defended
> not only their own country, but the entire world from Imperial
> conquest. They deserve recognition and solidarity from all
> peace-loving people, all the more because the NATO aggressors are
> continuing to use the same methods to break the Balkans into a series
> of weak, gangster dominated protectorates.
>
> There is a great danger confronting our world and also a great hope.
> Since the fall of the Soviet Union, the Clinton Administration,
> working with their like in England and Germany has launched a drive to
> recolonize most of the world. This has involved attacks on many
> fronts. In Yugoslavia and in many other countries Washington, London
> and Berlin organized terrorist, separatists and racist movements and
> armies financed by covert agencies and by organized crime, which has
> made drugs the world's biggest business. In Kosovo and Metohija
> Washington and Berlin organized the terrorist KLA, out of drug
> dealers, bandits and racists.
>
> While fostering terror and crime, the enlightened Western
> Establishment also fosters so-called democratic civil society groups,
> political parties and media as a Fifth Column to soften up resistance
> within. These groups and media use psychological warfare techniques to
> destroy the very possibility of reasoned political discourse, reducing
> politics to the level of a lying advertising campaign.
>
> The Western controlled media all over the world, and especially in
> target countries, such as Yugoslavia, slander national and social
> self-defense as fascist. This has been done for ten years to the
> Serbs, whose crime is that they defended multiethnic Yugoslavia and
> opposed foreign occupation. And while proxy forces break up nations,
> such as the strategically important Yugoslav federation, and then
> reduce the component parts to mere protectorates, world economic
> organizations such as the International Monetary Fund and the World
> bank, controlled by Washington, pursue the same ends. The IMF and
> World Bank call for economic modernization and . This slogan is a lie
> - reversals of reality. In fact the IMF seizes national governments,
> destroys their currencies and takes over their central banks, as they
> have taken over the Yugoslav Central Bank. Then they bring in Western
> pirates, as they are now trying to do in Yugoslavia, who seize key
> financial and industrial sectors and strip them bare. Meanwhile,
> "structural reform" programs wipe out social protections so that while
> prices and unemployment skyrocket, working people don't even have a
> social safety net. The people are reduced to misery and poverty.
>
> So NATO bombs the Serbs and drives them and other non-Albanian people
> from their historic home in Kosovo and Metohija. It creates an ad hoc
> Tribunal, violating all international law, to cover up its own crimes.
> It kidnaps Serbian leaders, illegally detains them and proclaims to
> the world that they are guilty for NATO's killing of Serbs. Thus NATO
> leaders kill rational thought as well.
>
> Some leaders in Yugoslavia offer their services to NATO governments,
> but there is no violation of national dignity, no betrayal of ordinary
> people sufficient for the United States Establishment. NATO has no
> friends - only future victims.
>
>
>
> We demand:
>
>
>
> 1) NATO must leave the Serbian province of Kosovo and Metohija and all
> of the Balkans;
>
> 2) The guarantees of Yugoslav sovereignty and territorial integrity
> included in UN Resolution 1244 must be enforced;
>
> 3) The Yugoslav army and police must return to Kosovo and Metohija and
> must be allowed to take control of all Yugoslav borders including and
> especially the borders with Macedonia and Albania;
>
> 4) The terrorist KLA must be disarmed and disbanded and its criminal
> leaders put on trial;
>
> 5) The refugees and displaced persons driven from Kosovo must be
> returned freely and safely to their homes, farms and work places and
> compensated by the NATO governments for all damages committed by NATO
> and the terrorist KLA;
>
> 6) Kosovo and Metohija must stay in Serbia. Elections must not be held
> under present conditions of terror, ethnic cleansing and occupation. A
> return of 350.000 displaced Serbs and other non-Albanians is the
> condition sine qua non for multiethnic, multi-cultural and
> multi-religious Kosovo and Metohija as well as for free and democratic
> elections.
>
> 7) Leaders of NATO and the NATO governments, first of all former
> President Bill Clinton, Madeline Albright, Javier Solana, and the
> others should be put on trial for their crimes against peace and
> humanity . The NATO governments must compensate Yugoslavia and all the
> Balkans as well as all individual victims for war damages;
>
> 8) The West must immediately pay for the clean up of all areas
> contaminated by their weapons of mass destruction including low level
> nuclear waste from depleted uranium, laced with plutonium, and the
> chemical poisons released due to NATO's bombing of refineries,
> chemical and other factories. All the victims of the use of such
> armaments must be compensated;
>
> 8) A smear campaign has been launched against Yugoslav political
> leaders who resisted NATO aggression. This campaign is accompanied by
> politically motivated arrests and politically imposed court
> procedures. The fabricated accusations against President Milosevic are
> an attempt to hide the crimes of NATO and to threaten anybody in the
> world who would stand for freedom and independence. Mr. Dragoljub
> Milanovic and Mr. Rade Markovic must be freed from their illegal,
> political detention. The public lynching of political opponents as
> well as the harassment, intimidation, beating and arbitrary firing of
> managers and professionals in factories, hospitals, schools, public
> administration - must cease forthwith. These are notorious violations
> of human rights;
>
> 9) The Hague Tribunal, a political institution created to demonize the
> Serbs and to justify NATO crimes, must be closed down forever. Its
> victims and their surviving relatives must be compensated for illegal
> arrest, imprisonment and death.
>
>
>
> We call on all freedom loving people of various political views and of
> all races, religions and ethnic origins - let us unite. Let us defend
> the truth against media lies. Let us defend the right of all
> countries, particularly small and "underdeveloped" countries, to
> equality. Let us defend the right of ordinary people all over the
> world to live a decent and secure life.
>
> And let us rally to support those who have resisted NATO's attempt to
> recolonize our world. Defend the Serbian people who have stood up to
> NATO.
>
> We honor all the victims of NATO's aggression against Yugoslavia. It
> must not be repeated anywhere ever again.
>
>
>
>
>
> Belgrade Forum for a World of Equals
>
> International Conference "Two Years On - The Truth about NATO
> Aggression"
>
> Belgrade, March 22 - 23, 2001
>
>
>
>
>
> Program of Action
>
>
>
> 1. Raising public awareness in our respective countries on the truth
> about NATO aggression.
> 2. Demand the abolition of the illegal ICTFY. Defend the former
> President of the Federal Republic of Yugoslavia Mr. Slobodan
> Milosevic as well as Mr. Dragoljub Milanovic, former Director
> General of RTS, and all victims of political oppression.
> 3. Raise the issue of the responsibility of Carla Del Ponte, Michael
> Jackson, Bernard Kouchner and others for consolidating of the
> Albanian terrorist groups
> 4. Insist on NATO-member countries paying compensation for the
> damages done during the aggression.
>
>
> To join or help this struggle, visit:
> http://www.sps.org.yu/ (official SPS website)
> http://www.belgrade-forum.org/ (forum for the world of equals)
> http://www.24casa.co.yu/ (the only free daily newspaper in Yugoslavia)
>
>

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> http://emperors-clothes.com/articles/Johnstone/24th.htm
>
>
> THE PRICE OF TRUTH
> by Diana Johnstone [posted 29-3-2001]
>
> [Note: On March 23-24 the Belgrade Forum hosted an
> international conference
> to commemorate and analyze the NATO aggression against
> Yugoslavia. Diana
> Johnstone, whose work awakened many of us to the truth
> about the
> U.S./German/British assault on Yugoslavia, could not
> attend. However, she
> sent the following statement. It includes most interesting
> comments about the
> U.S.-pushed effort to jail Yugoslav President Miloshevich
> who was removed
> from office Oct. 5th in what is described oxymoronically
> in the Western press
> as a "democratic coup."- Jared Israel]
>
> Dear Friends,
>
> Thank you very much for your invitation to attend the
> Conference on "The
> Truth About NATO Aggression". The 24th of March, 1999, was
> a day of lies,
> injustice and war that must be neither forgotten nor
> forgiven. The injustice,
> the loss of life and the destruction cannot be undone, but
> the lies must be
> relentlessly denounced and exposed. It is appropriate to
> hold such a
> conference on Truth on this tragic anniversary -- this
> year and no doubt for
> years to come, as the task of establishing the truth is
> likely to be long and
> hard.
>
> Unfortunately, this year I am unable to attend for
> personal reasons. However,
> I wish to stress that my absence in no way indicates any
> lessening of my
> commitment to the struggle for truth, justice and peace in
> the Balkans. This
> struggle is now in a very difficult phase, as the United
> States is bringing
> all manner of pressure to force the Serbs themselves to
> endorse the falsified
> version of history used by NATO to justify the cruel and
> illegal air war
> launched against Yugoslavia just two years ago.
>
> It was not enough to bomb Yugoslavia, killing innocent
> civilians and
> destroying the country's infrastructure, or to turn over
> part of its
> territory to criminal bands of armed racists who murder
> defenseless citizens
> and mount new military provocations as NATO looks on
> helplessly. The United
> States and its NATO partners now demand that Serbian
> authorities cooperate in
> rewriting history in order to blame the victim not only
> for the bombing but
> for all the wars that ravaged Yugoslavia throughout the
> 1990s. That is the
> reason for the insistent demand to turn over former
> President Milosevic to
> the "International Criminal Tribunal". The objective is a
> political show
> trial, no different from the notorious show trials of past
> dictatorial
> regimes, designed to rewrite history to suit the dominant
> power and its
> clients.
>
> American officials are quoted as urging Serbian
> authorities to keep searching
> for some crime committed by Milosevic, since "he's
> certainly guilty of
> something..." No such frantic search is necessary to find
> the guilt of NATO
> leaders. They launched an illegal war. They targeted
> civilian infrastructure,
> used toxic weapons. The evidence has been compiled by
> jurists in several
> countries. The matter is clear. But the ICTY prosecutor
> refused to
> investigate NATO, not surprisingly, since she works for
> them, although she
> seems not even to realize it.
>
> The demand to extradite a former head of state to a
> grossly biased political
> Tribunal in return for dollars is an attempt to turn
> Serbian government
> ministers into bounty hunters. A reward of $5 million is
> offered for
> Milosevic. The U.S. Congress dangles aid dollars in front
> of Serbian
> officials, and gives them a deadline to comply with U.S.
> dictates by the end
> of the month or else the goodies will be snatched away.
> Serbia is summoned by
> the United States to abandon its dignity and capacity to
> judge its own
> reality in exchange for a fistful of dollars -- a scenario
> worthy of a
> spaghetti Western.
>
> Milosevic -- and Serbia -- must be found guilty in order
> to prove that NATO
> was innocent. The bounty hunters might profit from the
> bounty money. The
> Serbian people would pay dearly. Politically, materially
> and in the right to
> their own truth.
>
> At the conference in Belgrade last year, I remarked that I
> did not consider
> it my business to intervene in Yugoslavia's internal
> politics. I can
> understand that people may be tired of suffering
> hardships, of being treated
> as pariahs by the Western powers, isolated and subjected
> to sanctions. I can
> understand they may grasp at illusions. I can understand
> that they may want
> to be treated as "normal", regardless of the price. But
> watch out! The price
> for giving up the truth and abandoning justice may be much
> higher than it
> seems. Serbia deserves the respect of the world, and this
> respect is and will
> continue to be earned by a courageous and stubborn
> devotion to truth.
>
> Send this article to a friend! {Does not work with all
> email programs...}
>
> We may be free but we do need money...
>
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> of course nothing
> is free.
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> We rely mainly on volunteer labor. Nevertheless there are
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Subject: Notizie dalla Zastava
Date: Mon, 26 Mar 2001 16:46:04 +0200
From: "Rossi Alma" <alma@...>
To: "0 - coordinamento" <coord.naz.rsu@...>


Nei giorni 22-23-24 marzo, una delegazione della Cgil di Brescia,
accompagnata da rappresentanti della associazione ALJ di Bologna, delle
Rsu
di Milano e dell'associazione SOS Zastava di Trieste, si è recata alla
Zastava di Kragujevac.
Il prossimo 5 aprile partirà la delegazione dei delegati rsu e dei
sindacalisti Cgil del piemonte con altre adozioni.
In questa occasione sono state consegnate le quote di 274 adozioni già
attive e di 13 nuove adozioni oltre a numerose lettere e regali di
lavoratori italiani alle famiglie dei lavoratori Zastava adottate.
La Consegna è stata fatta nella giornata del 22 marzo in una affollata
assemblea.
Il confronto con le famiglie dei lavoratori della Zastava e con i
delegati
dello stabilimento è stata anche occasione per verificare la situazione
in
cui versano i lavoratori della Jugoslavia a due anni dai bombardamenti.
Per quanto riguarda la zastava le prospettive sono tutt'ora incerte.
Dopo la decisione della nuova direzione aziendale di fermare la
produzione
delle due linee che con tanta fatica erano state riavviate la
preoccupazione
rimane altissima anche alla luce del fatto che il nuovo Governo non ha
ancora predisposto alcun impegno preciso riguardo ad un eventuale piano
di
investimenti utile alla ripresa della produzione. D'altro canto, sempre
il
nuovo Governo, con la legge che favorisce l'importazione e la
commercializzazione di auto usate ha chiuso praticamente il
potenziale mercato interno su cui poteva appoggiarsi una pur difficile
speranza di rilancio del lavoro e della occupazione alla zastava.
(confermiamo, per averlo visto con i nostri occhi alla frontiera serba,
come
l'importazione di auto usate sia ormai un fenomenro visibile anche ad
occhio
nudo. Almeno 2 tir carichi di auto usate dall'austria e dalla germania
stavano per essere sdoganati quando siamo passati in frontiera)
Per quanto riguarda la situazione economica e sociale in generale,
confermiamo come l'aumento dei prezzi abbia ormai toccato tutti i generi
ed
i servizi
(compresi quelli di prima necessità) con incrementi pari al 70 -110 %
rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
L'allentamento dell'embargo (comunque ancora efficace e visibile nelle
sue
conseguenze) ha riaperto l'importazione di medicinali che
però risultano quasi del tutto irreperibili presso le strutture
pubbliche.
Gli unici beneficiari dell'allentamento dell'embargo sono in questo caso
le
farmacie private presso le quali i medicinali sono reperibili solo a
pagamento.
Il tutto in una situazione nella quale almeno 450.000 lavoratori in
tutta la
Jugoslavia sono tutt'ora senza lavoro e senza reddito a causa dei
bombardamenti delle fabbriche, il pagamento delle pensioni rimane
dimezzato
ed in tempi incerti.
I più fortunati sono costretti a lavori precari e saltuari ai limiti
della
legalità in condizioni di vero caporalato
ed a condizioni di sfruttamento vergognose. Una situazione di cui
favoriscono solo i nuovi esponenti del nuovo e arrogante liberismo che
in
Jugoslavia è molto presente nei piccoli commercianti e nelle piccole
attività economiche (sopratutto tessili e meccaniche) alcune rilevate
dai
soliti
imprenditori occidentali (sopratutto tedeschi, ma si affacciano anche
gli
italiani).
(abbiamo visto in televisione un servizio in cui si annunciava come un
pool
di piccole imprese tessili Italiane del veneto avessero deciso di
investire
in piccole imprese tessili di Kragujevac. Il servizio parlava
chiaramente di
trasferimenti di produzioni dall'italia alla jugoslavia - Stiamo
informandoci sul nome e sul tipo di aziende che avrebbero fatto questi
accordi con l'amministrazione di Kragujevac e vi terremo informati).
Gli scioperi degli insegnati contro il non pagamento degli stipendi
intanto
continuano (è appena finito uno sciopero di 15 giorni). E' bene
sottolineare
(senza voler fare polemica) come questi scioperi siano iniziati già
durante
il governo milosevic e come
anche la nostra stampa e televisione desse loro molta pubblicità come a
sottolineare che la situazione degli insegnanti fosse causata dalle
politiche del precedente governo e come quegli stessi scioperi fossero
sostenuti attivamente dalle forze della DOS. Ora gli scioperi continuano
anche più
decisamente di prima, sempre per il mancato pagamento degli stipendi, ma
a
differenza di prima di questi scioperi non si parla più e gli
scioperanti
sono ormai impegnati in completa solitudine a sostenere i loro diritti.

Sempre nei giorni in cui la delegazione italiana era presente a
Kragujevac
si
sono tenute le elezioni per il rinnovo delle cariche sindacali del
gruppo
zastava.
Un fatto importante anche perchè seguiva un periodo di forti tensioni
dentro
al sindacato.
Come già vi avevamo raccontato in precedenza il risultato delle elezioni
politiche in jugoslavia aveva portato nei mesi precedenti a vere e
proprie
agressioni nei confronti dei sindacalisti della zastava che non
apparivano
garanti del nuovo ordine politico.
Alla zastava auto ed alla iveco rappresentanti sindacali che si
riconoscevano nella DOS avevano costretto alle dimissioni i delegati
eletti
dai lavoratori autonominandosi nuovo rappresentanti. Una decisione al di
fuori di ogni regola e statuto e chiaramente illegale e coercitiva che
però
il sindacato nazionale confederale ha infine riconosciuto (anche se con
una
iniziale opposizione da parte del sindacato nazionale metalmeccanico).
In risposta a queste agressioni ed a queste azioni illecite la
rappresentanza sindacale del gruppo zastava aveva proposto che venissero
convocate libere elezioni perchè fossero i lavoratori a verificare ed
eleggere la loro legittima rappresentanza. Queste elezioni sono state
osteggiate dalla componente sindacale che fa riferimento alla DOS che
rivendicava una corrispondenza ed un automatismo tra risultati delle
elezioni politiche e il cambio della rappresentanza sindacale. Alla
fine, le
elezioni convocate nel dicembre del 2000 venivano boicottate con atti di
vero squadrismo e quindi sospese.
Queste agressioni sono continuate anche sucessivamente da parte della
componente della DOS del sindacato autonomo della zastava.
Proprio lo scorso 15 marzo, la componente della DOS del sindacato
zastava ed
il sindacato indipendente avevano organizzato una manifestazione a
Kragujevac che si è risolta in un assalto alla sede del sindacato
cittadino
di Kragujevac (la nostra camera del lavoro) con una agressione fisica al
segretario cittadino costretto a
firmare le dimissioni. Abbiamo recuperato il filmato di questa
manifestazione e delle agressioni e risulta chiaramente come la
manifestazione (a cui hanno partecipato un migliaio di persone) sia
stata
concepita proprio come mera agressione. Infatti la manifestazione era
guidata da quei sindacalisti zastava che si erano autonominati senza
verifica nei reparti ed era chiaramente apoggiata dall'amministrazione
comunale di Kragujevac (il sindaco era presente ed ha incontrato ed
incitato
i
manifestanti). Alla manifestazione erano presenti solo poche decine di
lavoratori della zastava (alcuni per altro convinti che si trattasse di
una
manifestazione
contro la chiusura della fabrica), gli altri, quasi tutti portati dal
sindacato
indipendente sono arrivati a Kragujevac con camion e pulmann organizzati
da
altre città della jugoslavia e, dalle interviste loro fatte dalla
televisione, si capiva chiaramente che non sapessero nulla delle vicende
zastava, erano li solo perchè gli era stato chiesto.
Comunque, anche a causa di questa ennesima agressione e per evitare
degenerazioni,
l'attuale presidentessa del sindacato zastava (Sig.a Rusika) rassegnava
le
dimissioni a condizione che si tenesserp ufficiali elezioni per il
rinnovo
delle cariche sindacali
del gruppo per il giorno 23 marzo, proprio quando la nostra delegazione
era
presente a Kragujevac. Si è temuto sino all'ultimo l'ennesimo
boicottaggio
delle elezioni che comunque si sono tenute regolarmente anche se in
presenza di una discussione accesissima.
Le elezioni delle cariche per il gruppo funzionano così. Ogni reparto
(che
loro chiamano fabbrica) è rappresentato nel coordinamento di gruppo con
un
numero di delegati in proporzione al numero dei lavoratori.
Questi delegati effettuano una consultazione nei loro reparti e poi
portano
il risultato alla riunione del coordinamento.
I candidati alle elezioni erano 4.
L'attuale presidente del sindacato di gruppo della zastava (la Sig,a
Rusika)
non si è ripresentata motivando la decisione come iniziativa utile a
togliere ulteriori
elementi di strumentalizzazione da parte della componente della DOS del
sindacato, proponendo in sua sostituzione il delegato del reparto di
utensileria.
Altri candidati facevano riferimento alle varie anime della componente
della
DOS.
Le assemblee in preparazione della elezione sono state sicuramente molto
accese ma alla fine il risultato delle elezioni è stato chiarissimo.
Il candidato presentato dall'attuale gruppo di delegati che hanno fino
ad
ora portato avanti l'esperienza del sindacato autonomo Zastava ha preso
23
voti, mentre gli altri candidati (forti dell'appoggio dei delegati che
si
erano autonominati in precedenza) hanno preso rispettivamente 3,6, e 2
voti
soltanto.
Il che dimostra come la maggioranza dei reparti e dei lavoratori
sostenga
l'attuale gruppo dirigente del sindacato del gruppo zastava.
E' un risultato importante, che dimostra come l'attuale sindacato del
gruppo
zastava abbia il consenso dei lavoratori che riconoscono la validità e
l'efficacia della loro linea sindacale. Una linea che punta alla difesa
delle prospettive di lavoro e di ripresa produttiva della zastava,
condotta
in chiara autonomia dal quadro politico e imprenditoriale. Una autonomia
difficile da praticare oggi come ieri in Jugoslavia per il tentativo
delle
forze politiche al governo di controllare ogni struttura sociale e
sindacale.
E' bene ricordare come i delegati del sindacato autonomo zastava, già
durante i bombardamenti ed a differenza di ogni altra struttura
sindacale
jugoslava , abbiano saputo prendere immediatamente contatto con i
lavoratori
europei. Invitata in Italia dal coord.rsu hanno fatto assemblee in
numerose
realtà, collegandosi col movimento dei lavoratori italiani contro la
guerra
e costruendo quella rete di solidarietà che oggi rappresenta uno dei
pochi
concreti ed efficaci interventi di sostegno alla lotta ed alla
resistenza
dei lavoratori jugoslavi per il lavoro e per l'occupazione e di impegno
all'unità internazionalista tra i lavoratori.
La vittoria alle elezioni per il sindacato di gruppo non risolverà
certamente le tensioni comunque ancora presenti ma è sicuramente un
risultato ed una conferma del consenso tra i lavoratori molto
importante.


Continua intanto il lavoro per l'allargamento dell'impegno di
solidarietà a
favore delle famiglie dei lavoratori della zastava.
Per informazioni e contatti potete collegarvi al sito internet del
Coordinamento RSU - http://www.ecn.org/coord.rsu/ e (dal link 'notizie
in
evidenza') scaricare i materiali e le informazioni sulle iniziative
attive -
adozioni a distanza e raccolta fondi tramite la vendita di un CD.
Per quanto riguarda il CD potete anche averne un certo quantitativo in
conto
vendita da utilizzare in occasione di iniziative o da distribuire e
vendere
in occasione di riunioni sindacali.
Per contatti Alma Rossi 055-8498256

ciao

Alma Rossi - email - alma@...
indirizzo email del coordinamento RSU - coord.naz.rsu@...
indirizzo internet del Coordinamento RSU - http://www.ecn.org/coord.rsu/

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Cari compagni,
sono contenta di avervi visti ieri a Cesena. E' stato bello e
importante.
Esagerate le forze dell'"ordine", mi è sembrata quasi una cosa
offensiva.
Pazienza.

Vi mando il testo del discorso. Grazie a Valeria, Angela e Moreno, che
mi
hanno aiutato molto.
Ivana

***

(Saluto…) Il COMITATO PROMOTORE PER L'ASSEMBLEA ANTIMPERIALISTA prosegue
l'attività del Coordinamento Nazionale la Jugoslavia Vivrà, nato la
scorsa
estate; riunisce in un progetto unitario un certo numero di
organizzazioni
nate sul territorio…

Alcuni degli organismi che sono rappresentati qui oggi c'erano già prima
del '99, altri sono nati sulla spinta emotiva dei bombardamenti sulla
Repubblica Jugoslava e, in questi due anni, hanno promosso autonomamente
analisi politica, informazione e, per quanto è stato possibile,
solidarietà
concreta, operando in diverse città e realtà sociali differenti.

In molti casi queste aggregazioni di base sono state le uniche a
contrastare la propaganda e la falsa informazione, accolta, più di una
volta, in modo acritico e opportunista perfino dalla stampa della
sinistra
"alternativa".

Il nostro impegno è inteso, oltre che a fare informazione e smascherare
l'opera di corruzione e alienazione delle coscienze, a sostenere la
resistenza che si esprime tra le popolazioni aggredite da guerre
cosiddette
umanitarie, in realtà colonialiste, imperialiste (Jugoslavia, Iraq,
Kurdistan, Palestina), ma soprattutto ha come obiettivo contribuire alla
crescita di un movimento di opposizione all'imperialismo italiano e di
rigetto delle basi USA e NATO presenti sul territorio.

L'Italia non è soltanto la più grande portaerei del Mediterraneo, quella
da
cui in massima parte sono partiti i bombardamenti sulla Jugoslavia e da
cui
partiranno le prossime missioni, ma è anche fortemente impegnata
nell'occupazione militare del Kosovo, nei progetti di espansione
coloniale
verso l'Est e verso Sud. Interessi imprenditoriali in Albania,
investimenti
ENI e AGIP nel Caucaso e in Nord Africa, contratti per la costruzione di
dighe in Kurdistan e per la ricostruzione in Iraq prospettano un quadro
di
ingerenza imperialista al quale noi per primi dobbiamo opporre le
ragioni e
le lotte della solidarietà di classe internazionalista.

All'interno di questa prospettiva, riteniamo tuttora di estrema
importanza
la nostra attenzione ai Balcani, area nella quale si è sperimentato un
modello di imposizione armata di regimi liberisti asserviti agli
interessi
del capitalismo occidentale, un modello di aggressione che può essere
riproposto in un futuro più che prossimo, e area-terreno di ingerenza
italiana diretta, economica e militare - coloniale.
In questo senso diciamo che il nemico principale che bisogna combattere
è
qui, a casa nostra. Perché chi ha accettato, votato, condotto questa
guerra, la prima e la più grande dopo la II guerra mondiale, è stato
proprio il governo di centro-sinistra, la autoproclamata sinistra, con
l'aiuto del Polo (con cui pare sempre d'accordo sulle cose decisive,
come
nell'accettare la NATO e Maastricht). Ha spinto l'Italia nella guerra
contro un popolo sovrano e amico, violando la Costituzione, calpestando
il
Parlamento e le leggi democratiche, tradendo in questo modo la sua
stessa
tradizione, i suoi ideali, la resistenza partigiana. Vantandosi pure di
quello che ha fatto!

E cosa aveva fatto l'imperialismo nell'aggressione contro la Jugoslavia?
Prima ha costruito, con la menzogna, il mostro serbo, fabbricando stragi
inesistenti e fosse comuni (che oggi sappiamo, per stessa ammissione
della
NATO, non ci sono state, da parte dei Serbi) - ha creato così
l'illusione
della guerra "umanitaria"! La "necessita" dell'aggressione!
Quindi ha praticato, come i nazisti, il genocidio, i bombardamenti sui
civili inermi, sulle scuole, fabbriche, raffinerie, abitazioni, le TV,
sui
ponti e ferrovie… cercando di annientare un intero popolo, con le bombe
e
con la guerra chimica e batteriologica che ha distrutto e contaminato la
Jugoslavia per i prossimi centinaia di anni.
Dopo la menzogna e il genocidio è adesso l'ora dell'ipocrisia.
L'imperialismo e i suoi servi, ora che gli è stata strappata la maschera
dell'umanitarismo, e che in tanti si sono accorti del colossale inganno
e
del genocidio che hanno commesso, vorrebbe che ci dimenticassimo dei
suoi
crimini, vorrebbe che non si parlasse più dei Balcani sotto occupazione
militare, vorrebbe non fare vedere che la NATO ha fallito, che non c'è
stata nessuna pacificazione.

Se voi siete qui è perché queste cose le sapete. Avrei preferito parlare
oggi a chi non è qui, a chi ancora oggi pensa e racconta che l'Italia è
un
paese tranquillo che da 60 anni non fa le guerre, a chi non si rende
ancora
conto che non vive in un paese libero, a chi si è dimostrato tanto
superficialmente indifferente al dramma della popolazione jugoslava,
quella
costituita da 26 etnie che per decenni hanno convissuto pacificamente,
in
uno dei pochi paesi veramente multietnici e multiculturali, che aveva
sviluppato un sistema economico e sociale tale da diventare un esempio
per
molti altri paesi, soprattutto quelli del terzo mondo - e quindi
rappresentava, secondo alcuni, un "cattivo esempio" da seguire. Per
questo
doveva essere distrutto, squartato, eliminato, così come devono essere
distrutti tutti gli analoghi tentativi di non sottomissione al dominio
dell'Impero, i paesi alle cui lotte esprimiamo piena solidarietà - Cuba,
Palestina, Iraq, Colombia, che potrebbe essere invasa da un giorno
all'altro con la scusa del narco-traffico.

Chi è rimasto indifferente si trova oggi ad essere vittima: la
contaminazione da uranio colpisce per ora i militari (mercenari), e
domani?, l'Adriatico è una discarica di ordigni e materiali a rischio
radioattivo, i porti civili sono sempre più comunemente utilizzati come
porti nucleari per stazionamento di sommergibili, il "riadeguamento"
delle
basi moltiplica i depositi di materiale atomico.
Chi è rimasto indifferente forse oggi è già disoccupato, flessibile,
venduto, appaltato e tra breve forse intossicato, allergico, ammalato…
invalido… o peggio…
Tutto questo in un paese che ha votato il referendum contro il nucleare
(per ora ignorato).

E anche chi si è "spontaneamente" sottomesso si renderà adesso conto che
non opporre resistenza al capitalismo aggressivo non è garanzia di
immunità: i governi macedoni, per esempio, non si erano opposti alla
penetrazione forzosa di sistemi economici e politici "occidentali", ma
il
loro paese è oggi attraversato dalla guerra come lo sono state le altre
repubbliche jugoslave. Quando lo stato e il popolo jugoslavi si erano
difesi dal terrorismo dell'UCK, la NATO ha aiutato e armato l'UCK e ha
fatto la guerra alla Jugoslavia. Ora che l'UCK, per difendere i suoi
traffici di droga e di prostituzione, spara contro il governo macedone
filo-NATO, la NATO chiama UCK terroristi. Perché prima cos'erano?
Staremo a
vedere come andrà a finire questa storia… Un grande augurio al popolo
macedone!

Per finire - è chiaro che il nostro compito fondamentale è, attraverso
la
controinformazione, pratica di solidarietà, mobilitazione popolare, una
vigilanza internazionalista e la lotta unitaria contro la
globalizzazione,
costruire le basi di consapevolezza e, nei limiti delle nostre capacità,
organizzare la resistenza al capitalismo imperialista e un vero
movimento
antimperialista internazionale. Spero che anche la giornata di oggi
possa
servire a questo. Saluto con il vecchio saluto partigiano, purtroppo
ancora
molto attuale, tutti voi, specialmente tutti i miei connazionali
presenti…
Pozdravljam starim, nazalost jos uvek aktuelnim partizanskim pozdravom,
sve
prisutne Jugoslovene: SMRT FASIZMU, SLOBODA NARODU! Morte al fascismo,
libertà al popolo! A tutti i popoli…

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PROTETTORATO

"Sembra che siamo l'unico paese del mondo che viene attaccato da un
protettorato internazionale"
(dichiarazione del Ministro della Difesa della FYROM)


> http://www.sunday-times.co.uk (World)
>
> An Albanian rebel source said that hundreds of
> fighters were boarding buses to be taken to "border
> transfer" areas: "Effectively the old Kosovo
> Liberation Army has been mobilised."
> Macedonian Defense Ministry official: "It seems we're
> the only country in the world being attacked from an
> international protectorate."
>
> The Sunday Tmes
> March 25 2001
>
> Albanian fighters evade Nato patrols
> Tom Walker, Tetovo
> Balkans 'could be Britain's Vietnam'
> HUNDREDS of ethnic Albanians intent on fighting in
> Macedonia streamed into the country from Kosovo last
> week as Nato failed to take promised measures to cut
> off supply lines, despite a dangerous widening of the
> conflict.
> In one of the most notorious areas for border
> incursions, American soldiers from Nato's Kosovo force
> (Kfor) admitted to The Sunday Times that they were not
> carrying out patrols at night on the paths and minor
> roads used by mule trains to smuggle arms to the
> rebels.
> Donald Rumsfeld, the US defence secretary, had
> rejected Macedonian claims that the Americans were too
> passive because they feared the political
> repercussions of any casualties. He spoke of a
> "renewed effort to see that the patrolling along the
> border of Macedonia is improved and strengthened".
> However, a drive through the rain and mud of a
> freezing evening around the Kosovo village of Debelde,
> which was hit by Macedonian army mortar rounds,
> revealed that American soldiers were confined to
> checkpoints at least five miles apart by road. It was
> possible to drive to within three miles of the
> Macedonian border, no more than an hour's walk away.
> Captain Alayne Cramer, a Kfor spokeswoman at the
> Americans' Bondsteel base, insisted that night patrols
> were taking place. "We're doing an effective job," she
> said.
> But an American soldier in Debelde explained that he
> could not drive to the next checkpoint, four miles
> away across a rolling, wooded valley, because "we
> don't do patrols at night".
> Another soldier admitted that, even if he spotted
> rebels through his night sights, they would not be
> challenged. "I'd report down the chain of command and
> they'd send an observation team or helicopter," he
> said.
> An Albanian rebel source said hundreds of fighters
> were boarding buses to be taken into "border transfer"
> areas: "Effectively the old Kosovo Liberation Army has
> been mobilised."
> A Macedonian defence ministry official said the
> government in Skopje, the capital, felt "deeply let
> down" by Nato's failure to halt the flow of men and
> arms into the country. "It seems we're the only
> country in the world being attacked from an
> international protectorate," he added.
> The Macedonians were further angered on Friday when it
> emerged that Germany was withdrawing at least 600
> troops from the border town of Tetovo, leaving only a
> depleted tank squadron that one officer admitted
> "could drive out of here as soon as the fighting got
> bad".
> The Albanian rebels of the National Liberation Army
> are full of confidence, however, after a week in which
> they withstood an almost continuous barrage of
> machinegun and artillery fire from the Macedonian
> security forces.
> Well dug into their positions above Tetovo, the rebels
> broadened their attacks, killing two plainclothes
> policemen in Skopje and attacking police positions to
> the north of the city.
> In Tetovo yesterday a rebel grenade landed in the
> Ciltuk Macedonian quarter, injuring four people and
> provoking another artillery barrage from the army.
> Fires spread across the hillside beneath the Kale
> fortress, in rebel hands, and angry crowds attacked
> journalists in the street.
> Macedonian forces were reported to have responded last
> night with a helicopter gunship attack on rebel
> positions.
> The Macedonian army has poured troop reinforcements
> into Tetovo, putting tanks and checkpoints all around
> the city. Relations between Macedonians and Albanians
> have been further strained by the shooting on Thursday
> of an Albanian father and son carrying grenades.
> The NLA has set up a political wing, and one of its
> leaders said as he prepared for a cross-border trek
> towards Tetovo from Kosovo that time was running out
> for the Macedonian government to accept peace talks.
> If not, he said, then Tetovo would fall and Skopje
> would become "the Beirut of the Balkans".
> He advocated an internationally monitored reform of
> the Macedonian government and suggested that Sir Paddy
> Ashdown, who toured Kosovo and Macedonia last week,
> would be an ideal mediator.
> At the NLA's headquarters in the village of Selce, oil
> lamps revealed 100 men sipping Russian tea poured from
> a steaming samovar. A battery-powered black and white
> television flickered in one corner, while outside
> mules were harnessed for journeys across the mountain
> paths all around.
> On the track leading towards the snowy peaks above
> Kosovo, a tractor could be seen grinding its way up
> towards Vejce, the rebel village from where the
> wounded are ferried down to Prizren and the German
> Kfor zone for treatment.
> Commander Sedri Hameti, a rebel spokesman flanked by
> guards and a calendar featuring the Manchester United
> footballer David Beckham, claimed that the NLA had
> 7,000 men under arms across the border region, with
> 2,000 fighters in the seven villages overlooking
> Tetovo. "Our aim is to remove Slav forces from all
> terrain that is historically ours," he said, refusing
> to identify his leader, whom he referred to only as
> "the general".
> The house reverberated as mortar shells lobbed in by
> the Macedonian army hit open ground beneath the
> village. An immaculately dressed senior commander -
> some suggested he may have been the general - barked
> orders at young NLA recruits who lined up for
> inspection before dashing for their positions.
> Although Britain has sent 10 officers, including a
> brigadier, to advise the Macedonians on what help Nato
> might offer, the government in Skopje has deduced that
> it will probably be fighting the rebels alone.
> "The rules of engagement are very complicated, but
> we're sending in a reconnaissance team," said Major
> Fergus Smith, the British Kfor spokesman in Pristina.
> Another British source said: "We simply can't be seen
> to be in the business of killing Albanians. And if the
> Yugoslav army couldn't seal the border, how can you
> expect us to do it?"
>

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CESENA

24 marzo 1999 - 24 marzo 2001
Guerra, Nucleare, NATO
MAI PIU'

SABATO 24 MARZO ORE 11 PIAZZALE CARLO MARX

Comunicazioni - Comunicazioni - Comunicazioni - Comunicazioni -
Comunicazioni - Comunicazioni - Comunicazioni -

- Abbiamo appena aggiornato il sito: http://www.tuttinlotta.org
oltre alle nuove adesioni sono pubblicati i saluti inviati da vari paesi
alla manifestazione di Cesena del 24 marzo

- Alla manifestazione sara' presente e interverra' un rappresentante del
movimento antimperialista di Grecia

- Per adesioni scrivi a: posta@...

.............................................................................................................................................

Comitato Promotore per l'Assemblea Antimperialista
-Coord. Romagnolo contro la guerra e la Nato - Assijug (Perugia) - Campo
Antimperialista - Coll. Antinebbia (Valdarno) - Comit. contro la guerra
Sesto S. Giovanni -
Comit. contro la guerra (Milano Sud) - Comit. per la Pace e la
Solidarietà fra i Popoli - Coord. cittadino antimperialista (Torino) -
Coord. romano per la Jugoslavia - Red
Ghost (Ravenna) - Gruppo Zastava! (Trieste) -Soccorso Popolare (Padova)
- Voce Operaia

.............................................................................................................................................

- ADESIONI aggiornate al 21 marzo

100 idee per la pace (Siena) - AIASP - Aiutiamo La Jugoslavia (Bologna)
- Assemblea Nazionale Anticapitalista - Ass. Cult. Gente
Adriatica (Trieste) - - Ass. comunista il pianeta futuro (Pisa) - Ass.
Progetto Drim (Foligno) - Ass. cult. ³Il Puntino² - Ass. Dedalo di
Sermoneta - Avamposto degli Incompatibili (Lecce) - Azione Popolare
(Emilia e R.) - Ass. Spaccio Culturale di Succivo (Caserta) - Casa dei
Popoli (Roma) - Centro di Docum. Krupskaja (Bologna) - Centro di Docum.
A.Corneli di Camerano (AN) - C.S.A. Dordoni (Cremona) - Centro
Studi Ingegneria Biosociale Acireale (Ct) - Centro Iniziativa Popol.
(Foligno) - Circ. Agorà (Pisa) - Circ. P.R.C. (Treviso) - Circolo Prc
"Jure
Canciani" diServola/Skedenj (Trieste) - Circ. P.R.C. di Bussero (MI)
"RifoBussero" - Circ. Iqbal Mash (Bologna) - Circ. ARCI l¹Osservat. di
Pozzuoli (NA) - Circ. P.R.C. Centrocitta¹ (Trieste) - Circ. P. Neruda di
Camerino (MC) - Circ. Iskra di Cividale del Friuli (UD) - Circ.
Internazion. Wladimir Majakowskij (RE)- Cobas Scuola (Ravenna) - Coll.
Squasso (Rimini) - Coll. Autorganizzati (Rimini) - Coll. Spartakus
di Vicenza - Coll. classe contro classe (Roma) - Comit. cittadino
contro la guerra (Bologna) - Comit. contro la guerra (Treviso) - Comit.
contro le guerre di Conegliano (TV) - Comit. Sardo di solid.
internazionalista (Tula) - Comit. Umbro Antimperialista - Comit. contro
la Guerra
(Novara) - Comit. Operaio Antimperialista (Vicenza)- Comunità degli
Jugoslavi in Umbria - Confederazione COBAS - Convoglio internaz. G.
Masi (Roma) - Coord. nazionale "Su la testa" - Coord. territoriale MAGMA
(Roma) - Coord. contro la Guerra (Cosenza) - C.S.O. Stella Rossa
(Bassano) - C.U.B. Scuola (Rimini) - Democrazia Popolare - Drustvena
Gostilna Kontovel (Trst/Trieste) - Feder. Giovani Comunisti (Imola)
- Feder. P.R.C. (Rimini) - Feder. Giovani Comunisti (Forlì e Cesena) -
Federazione P.R.C. di La Spezia - Fondazione L. Cipriani (Cremona) -
Gruppo musicale "Alla Macchia" - Gruppo musicale Pura Utopia - La
giustizia degli erranti (Treviso) - Laboratorio Marxista (Versilia) -
Linea Rossa - Lista Reno (Bologna) - Movim. per la confederazione dei
comunisti (Toscana) - Pagine Rosse - Partito Umanista - PeaceLink
- Pellerossa di Cesena - P.M.L.I. - Punto Rosso (Jesi) - Punto Rosso
(Vicenza) - Punto Rosso Fermo/Porto San Giorgio (AP) - Radio Citta'
Aperta (Roma) - Radio base (Venezia) - RAP (Rete Associazioni Popolari)
- Redazione Precari Nati (Bologna) - Rete Operaia - Rivista
³Frigidaire ³- Rivista "Giano² - Rossoperaio - SACS (Società degli
Artisti Comunisti dello Spettacolo) - Senza Censura (Bologna) - Spazio
Sociale Filorosso Arcavacata di R. (Cosenza) - Teatro dell'Esistenza -
Tribunale Ramsey Clark - Unione Popolare (Roma) -- Un Ponte per...
- Cesare Mangianti (seg. regionale P.R.C. dell¹ Emilia-Romagna) -
Roberto Sconciaforni (seg. federaz. P.R.C.di Bologna) - Paolo Gambuti
(seg. federaz. P.R.C. di Rimini) - Martino Albonetti (seg. federaz.
P.R.C. di Ravenna) - Kiwan Kiwan (seg. federaz. P.R.C. di Ferrara) -
Lodovico Cutaia (seg. federaz. P.R.C. di Parma)

- Adesioni dall'estero

Antiimperialistische Koordination (Austria) - Aktionskreis 24. März
(Germania) - BAYAN (Filippine) - B.S.B. Bewegung für Soziale
Befreiung (Austria) - Centro Sindacale degli Urali (Russia) - Círculo de
Estudios "26 de Julio Oína" (Mexico) - Corrente Leninista
Internazionale - Cunfederatzione de sos Comunistas Sardos - E.E.K. -
Partito Operaio Rivoluzionario (Grecia) - F.E.U.V (Venezuela-
Herriekiko Euskal Elkartasuna (Paesi Baschi) - I.D.P. - Sinistra
Democratica Popolare (Messico) - International Forum (Danimarca) - .
Jugoslawisch-Österreichische Solidaritätsbewegung (Austria) - J.V.P. -
Fronte di Liberazione del Popolo (Sri Lanka) - Lealta¹ all¹uomo e alla
terra (Libano) - Linkeswende (Austria) - MIGRANTE Europe (Olanda) -
N.A.R. - Nuova Corrente di Sinistra - (Grecia)- Partido Comunista
de los pueblos de Espana - Partido de la Liberaciòn (Argentina) - El
Nuevo Topo (El Salvador) - Revolutionär Kommunistische Liga (Austria)
- Revolutionär Kommunistische Liga (Germania) - Socialist Workers Party
(Britain) Unita' Internazionale dei Lavoratori (QI)

---

MANNHEIM

> 2. Jahrestag des Jugoslawienkrieges: 24. Marz 2001
> Mahnwache und Kundgebung in Mannheim
> 24.Marz 2001., 11.00 bis 13.00 Uhr
> Mahnwache und Kundgebung des Friedensplenums
> Mannheim Paradeplatz, Ecke Commerzbank
> Es spricht u.a.: Prof. Zorica Becker
>
> Diese Nachricht bitte an Interessierte weitergeben!!

> Von: Friedensplenum Mannheim
> [SMTP:Friedensplenum.Mannheim@...]
> Betreff: Zweiter Jahrestag des Jugolawienkrieges: Mahnwache und
> Kundgebung am Samstag am Paradeplatz
>
> Mahnwache und Kundgebung am Samstag am Paradeplatz:
>
> Zweiter Jahrestag des Jugolawienkrieges
>
> Auch zwei Jahre nach dem NATO-Luftkrieg gegen Jugoslawien ist die
> Friedensbewegung nicht bereit, ein-fach "zur Tagesordnung uberzugehen". Sie
> ist auch nicht bereit, ihren "Frieden" mit den Verantwortlichen des Krieges
> zu schlie?en. Dieser Krieg stellte nach Meinung der Friedensbewegung eine
> Zasur in der Au?enpolitik der Bundesrepublik Deutschland dar. Zum ersten Mal
> beteiligte sich die Bundeswehr an einem Krieg, den die NATO ohne jegliches
> Mandat der Vereinten Nationen gegen einen souveranen Staat fuhrte.
> Entsprechend engagiert ist seither uber die volkerrechtliche, politische und
> moralische Bewertung des Kriegs gestritten worden.
>
> Ein Ergebnis dieser Diskussionen kann heute dahingehend zusammengefasst
> werden: Nahezu alle von der Bundesregierung seinerzeit angefuhrten Grunde
> fur die Bombardierung Jugoslawiens haben sich als Selbst-tauschung, als
> vorgeschobene Rechtfertigungsversuche oder als offenkundige Lugen
> herausgestellt. Die "humanitare Katastrophe", die mit dem militarischen
> Eingreifen "verhindert" werden sollte, hat es so nicht gegeben bzw. ist erst
> mit dem Krieg eingetreten. Auch den "Hufeisenplan" hat es nicht gegeben. Die
> "Massaker" von Rugovo und von Racak, in denen albanische Zivilisten von
> Serben brutal ermordet worden sein sollen, hat es ebenfalls so nicht
> gegeben.
>
> Eine Aufarbeitung des Krieges fand bisher in der Bundesrepublik nicht statt.
> Vieles von dem, was zum Teil erst Monate nach dem Krieg von
> Wissenschaftlern, Journalisten, OSZE-Mit-arbeitern und anderen Augenzeugen
> recherchiert und der Offentlichkeit prasentiert wurde, musste den
> ver-antwortlichen Politikern schon damals bekannt gewesen sein.
> Nichtsdestoweniger beteiligten sie sich an der NATO-Propaganda vom zwar
> illegalen (weil volkerrechtswidrigen), aber "legitimen" Krieg, der um der
> Menschenrechte Willen gefuhrt worden sei.
>
> Auf dem Balkan hat der siegreiche NATO-Krieg keines der vielen Probleme
> losen konnen, wie sich nicht zuletzt durch die anhaltenden Kampfe in
> Sudserbien und mittlerweile in Mazedonien zeigt. Die NATO gleicht dem
> Zauberlehrling, der die UCK-Geister seinerzeit gerufen hat, um das Kosovo
> von Milose-vic-Jugoslawien abzutrennen. Sie sind ihm aber heute uber den
> Kopf gewachsen und prasentieren ihre Rech-nung: Abtrennung sudserbischer
> Gebiete von Kustonica-Jugoslawien, Abtrennung eines Drittels des
> Territo-riums von Mazedonien und Schaffung eines gro?albanischen Staates.
> Der Balkan steht - auch ohne Milose-vic! - vor einem neuen Krieg.
>
> Angesichts des Debakels einer verfehlten Kriegs- und Militarpolitik auf dem
> Balkan fordern wir zum zwei-ten Jahrestag des Beginns des NATO-Kriegs eine
> au?en- und sicherheitspolitische Umkehr. Notig sind:
> + eine vorausschauende Politik, die dem Gedanken der zivilen
> Konfliktpravention verpflichtet ist,
> + die strikte Beachtung des Friedensgebots der UN-Charta,
> + der Verzicht auf jegliche Militareinsatze und damit auch
> + der Verzicht auf die Umwandlung der Bundeswehr in eine vorwiegend auf
> Auslandseinsatze getrimmte Interventionsarmee.
>
> Unter diesen Forderungen veranstaltet das Mannheimer Friedensplenum am
> zweiten Jahrestag des Jugoslawienkrieges am Samstag, dem 24. Marz um 11 Uhr
> am Paradeplatz (zwischen P 1 und P 2) eine Mahnwache und Kundgebung.
>
> Die Ansprache halt Frau Prof. Zorica Becker aus Heidelberg.
>
> FRIEDENSPLENUM MANNHEIM

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Date: Mon, 19 Mar 2001 12:31:28 +0100
From: assalunn@... (Associazione Alunni della Scuola Normale
Superiore Pisa)
Subject: Invito "i Dialoghi della Normale"

>
>Scuola Normale Superiore di Pisa
>Anno accademico 2000-2001
>
>I Dialoghi della Normale
>
>Monumenti del Kosovo
>Un patrimonio da salvare
>
>Pisa venerdì 30 marzo 2001, ore 15.00
>Palazzo della Carovana, Aula Luigi Bianchi
>Piazza dei Cavalieri - Pisa
>
>Introduzione di
>Salvatore Settis, Direttore della Scuola Normale Superiore
>
>Presiede
>Enzo Bianchi, Priore della Comunità monastica di Bose
>
>Interventi di
>
>Maria Andaloro, Università dlla Tuscia, Viterbo
>Artemije, Vescovo della Diocesi di Raska e Prizren
>Spriridione Alessandro Curuni, Università La Sapienza, Roma
>Marco Dogo, Università di Trieste
>Carlo e Donatella Giantomassi, Restauratori, Roma
>Kemail Luci, Museo del Kosovo, Pristina
>Valentino Pace, Università di Udine,
>Antonio Puri Purini, Consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica
>Italiana
>Umberto Scerrato,Università La Sapienza, Roma
>Goiko Subotic, Accademia Nazionale delle Scienze di Belgrado
>
>Proiezione del documentario realizzato in Kosovo da Francesco Papafava,
Firenze
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>Coordinamento scientifico: Michele Bacci, Scuola Normale Superiore
>email: michele.bacci@...
>Organizzazione: Segreteria della Direzione per le Pubbliche Relazioni e
>l'immagine della Scuola Normale Superiore
> Tel. 050 509052 - 509030 fax 050
>email: pozzi@... - felici@...
>Amelia Pozzi Vallerini
>Segreteria Associazione Normalisti
>Scuola Normale Superiore
>Piazza dei Cavalieri 7
>56126 Pisa
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Dal "Giornale di Brescia", Sabato 10 Luglio 1999

sopratitolo: A guerra conclusa, svelati dal colonnello Francesco Latorre
i
numeri dell'operazione "Alled Force"

titolo: Sesto Stormo, 172 missioni per il Kossovo

sottotitolo: Da Ghedi sono stati schierati in Puglia 85 uomini e 12
velivoli, per 418 ore di volo

"...L'altra sera il colonnello Latorre ha svelato tutti i numeri della
cosiddetta operazione Aled Force conclusasi il 10 Giugno con la resa di
Milosevic (sic). Lo ha fatto davanti ai militari del VI Stormo e alle
loro
famiglie (cui e' andato il sincero ringraziamento del comandante...) ma
anche davanti al Generale Gargini, al prefetto, al vicequestore e al
comandante provinciale dei Carabinieri.
Il colonnello ha cominciato spiegando che, a causa della posizione
centrale
in una zona perennemente in crisi (....), "l'Italia e' considerata una
sorta di portaerei nel Mediterraneo. Non a caso, nel corso dell'Allied
Force, l'85% delle missioni h decollato dalle nostre basi". (...)
naturalmente, gli uomini e i mezzi del VI stormo hanno fatto la loro
parte.
Anzi hanno fatto molto.
"L'impegno operativo del VI Stormo - ha detto Latorre - s'e'
concretizzato
in missioni di ricognizione )2 sortite per due giorni la settimana) e in
missioni d'attacco effettuate in un primo periodo da Ghedi, poi da una
cellula schierata a Gioia del Colle ( 6/8 sortite giornaliere per 6
giorni
la settimana". (...) da Ghedi in Puglia sono arrivati 85 uomini, 12
velivoli e 12 laser pod. Il rischieramento ha consentito di effettuare
418
ore di volo, che si traducono in 172 sortite: 6 di ricognizione e 166 di
attacchi veri e propri, sferrati contro obiettivi selezionati di tipo
prettamente militare: depositi di munizioni, caseme, aeroporti. V'e'
inoltre da specificare che, per gli attacchi, sono state utilizzate
bombe a
puntamento laser e a caduta libera.
Il colonnello Latorre ha anche spiegato come tecnicamente avvenivano le
missioni. Dopo la preparazione alla base, "i nostri aerei decollavano da
Gioia del colle, quindi, fatto rifornimento in volo sull'Adriatico, si
mettevano in "zona d'attesa" su cieli non ostili, tipo la Macedonia e
l'Albania: l'attesa dipendeva dal fatto che si viaggiava in pacchetti di
aerei e che ogni pacchetto aveva tempi precisi per entrare in azione.
Poi,
quand'era il nostro turno, si andava sull'obiettivo, quindi, seguendo
rotte
prestabilite, si tornava. Anche grazie alla preparazione dei nostri
equipaggi, tutto ha funzionato a meraviglia, tant'e' vero che, nel 100%
delle operazioni, uomini e mezzi sono rientrati alla base" (....)

"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla
liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali"
(Costituzione della Repubblica Italiana, 1947 - Art.11)

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