Da "Il Manifesto" di Domenica 22 luglio 2001

I non imputati dell'Aja

Eguali crimini Se � legittimo il processo a Milosevic
per "crimini di guerra", lo � altrettanto incriminare
i leader della Nato

MICHAEL MANDEL *

" Esperti legali" citati ieri dalla stampa hanno
liquidato la denuncia-condanna del tribunale dell'Aja
da parte di Slobodan Milosevic nelle prima udienza
davanti ai giudici, definendola "non utile alla sua
difesa" e sostendo che "� improbabile che essa possa
contribuire al suo proscioglimento".
E' davvero spassoso. Le probabilit� che ha Milosevic
di ottenere un processo equo da questa corte sono
tante quante ne aveva di sconfiggere la Nato in un
conflitto aereo.
In realt� c'� molto da dire a favore della tesi di
Milosevic, secondo cui il tribunale � un "falso
tribunale, e le imputazioni false imputazioni"
(grammatica a parte). E quando ha detto "lo scopo di
questo tribunale � produrre false giustificazioni per
i crimini di guerra della Nato commessi in
Jugoslavia", egli in realt� stava semplicemente
citando l'uomo che ha scritto lo statuto del tribunale
per Madeleine Albright: "Il tribunale � stato
largamente percepito all'interno del governo come poco
pi� di uno stratagemma di pubbliche relazioni e uno
strumento politico potenzialmente utile... Le
incriminazioni sarebbero servite anche a isolare dal
punto di vista diplomatico i leader che avessero
trasgredito, a rafforzare i loro rivali interni e a
fortificare la volont� politica internazionale di
impiegare sanzioni economiche o usare la forza" ha
scritto proprio Michael Scharf su The Washington Post
il 3 ottobre 1999).

Trattare il tribunale come un mero strumento di
propaganda della Nato �, in realt�, il solo modo di
spiegarne le violazioni dei pi� fondamentali principi
di imparzialit� giudiziaria, da un piccolo dettaglio
come l'utile link alla Nato sul sito web del Tribunale
(eliminato solo molto di recente), fino
all'incriminazione dello stesso Milosevic il 22 maggio
1999, nello stesso momento in cui i "danni
collaterali" dei bombardamenti Nato stavano
disgustando il mondo. Quasi tutte le accuse in quella
incriminazione concernevano azioni che sarebbero
avvenute dopo l'inizio dei bombardamenti, sulla base
di prove non rivelate fornite dalla stessa Nato. In
altre parole, una incriminazione per eventi che erano
avvenuti, in alcuni casi, soltanto sei settimane prima
nel mezzo di quella che era ancora una zona di guerra.
Una accusa imparziale avrebbe considerato queste prove
molto sospette e inaffidabili, forse la base per una
indagine da compiere dopo la fine dei bombardamenti,
ma che dire di una incriminazione durante la guerra?
Quale poteva essere lo scopo se non, per usare le
parole di Milosevic, "produrre false giustificazioni
per i crimini di guerra della Nato commessi in
Jugoslavia"?
E questo � l'altro punto, in realt� il punto
fondamentale. Perch� se all'Aja ci fosse un tribunale
onesto, Milosevic sarebbe soltanto uno delle circa due
dozzine di capi di governo e di stato, passati e
presenti, da Aznar, Blair, Chr�tien e Clinton e cos�
via, in ordine alfabetico. Per non parlare dei loro
ministri degli esteri, della difesa, dei generali e
dei loro portavoce. Essi hanno commesso ciascuno dei
crimini di guerra compiuti da Milosevic, e anche di
pi�. Per "di pi�" intendo il "crimine contro la pace"
della guerra di aggressione, ci� che la sentenza di
Norimberga chiamava "il supremo crimine
internazionale, che differisce dagli altri crimini di
guerra solo per il fatto che contiene in se stesso i
mali di quelli messi insieme".

"Qualunque tipo di guerra"
Ecco che cosa disse il giudice Robert Jackson
sull'argomento a Norimberga: "Qualunque ricorso alla
guerra - qualunque tipo di guerra - � un ricorso a
mezzi di per s� criminali. La guerra inevitabilmente �
un susseguirsi di uccisioni, attentati, privazioni
della libert� e distruzione di beni. Una guerra
onestamente difensiva �, naturalmente, legale e salva
dalla criminalit� coloro che la conducono in modo
legittimo. Ma atti di per s� criminali non possono
essere difesi mostrando che coloro che li hanno
commessi erano impegnati in una guerra, quando la
guerra stessa � illegale. La conseguenza davvero
minima dei trattati che considerano illegale la guerra
d'aggressione � spogliare coloro che incitano alla
guerra, o che ne intraprendono una, di qualunque
appiglio la legge abbia mai fornito, e lasciare che i
signori della guerra siano sottoposti al giudizio in
base ai principi solitamente accettati della legge
penale".
La guerra della Nato � stata una violazione
consapevole del diritto internazionale e della Carta
delle Nazioni Unite. Nessuno ha mai seriamente
dubitato della sua illegalit�.
Un "intervento umanitario"? Da quando in qua gli Stati
Uniti, nei loro interventi militari, hanno agito per
motivi umanitari? Gli Usa hanno una storia di
aggressioni dovute unicamente ai loro interessi nel
mondo, e nessun rispetto per le vite dei civili: dalle
bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, all'uso del
napalm in Vietnam e i bombardamenti a tappeto della
Cambogia, fino alla distruzione dell'Iraq e la morte
di centinaia di migliaia di bambini iracheni
attraverso un brutale regime di sanzioni. Questo � il
paese che ha impedito al Consiglio di sicurezza
dell'Onu di intervenire in Ruanda perch� non era
disposto ad aiutare e non voleva fare brutta figura.
Questo � il paese che ha sostenuto regimi repressivi
da Somoza, a Pinochet, a Suharto. E non dimentichiamo
che gli Stati Uniti sono un paese che notoriamente
v�ola i diritti umani dei suoi stessi cittadini: un
paese fatto di segregazione razziale, di povert� in
mezzo a ricchezze favolose, di brutalit� da parte
della polizia, di prigioni che scoppiano, di pena di
morte.
E non dimentichiamo l'enorme responsabilit� morale dei
paesi Nato per la violenza in Jugoslavia - dalle
politiche economiche aggressive che per prime hanno
precipitato la Jugoslavia nella depressione e nella
guerra civile, alla sponsorizzazione sulla base dei
confini etnici delle repubbliche balcaniche, che hanno
lasciato ampie minoranze al loro interno in attesa
solo di subire la "pulizia etnica" da parte delle
maggioranze, all'appoggio fornito all'esercito di
liberazione del Kosovo, la distruzione di qualunque
chance di pace, dagli accordi Vance-Owen in Bosnia
alla farsa di Rambouillet, e la stessa campagna di
bombardamenti.

Il nuovo ruolo della Nato
L'esigenza di inventare un ruolo nuovo per la Nato
dopo la Guerra fredda, l'instancabile campagna degli
Usa per minare le Nazioni Unite, l'industria delle
armi, il desiderio di testare le armi, una guerra
dimostrativa "pour d�courag�r les autres" (come
Saddam) che pensano di potersi opporre alla volont�
degli americani, una guerra contro un nemico debole
che potesse essere combattuta senza perdere una sola
vita americana in combattimento, lucrosi contratti di
ricostruzione, un sicuro oleodotto sul Mar Caspio,
persino Monica Lewinsky - tutto ci� spiega questa
guerra meglio dei motivi umanitari.
Perci� mettiamo questa guerra nella categoria della
classica guerra d'aggressione illegale, classicamente
travestita come le altre da guerra umanitaria.
Ora, lo Statuto del tribunale dell'Aja non contempla
la "guerra d'aggressione" come un crimine. Gli Usa non
lo hanno voluto, cos� come non lo hanno voluto nello
statuto di Roma del 1998 (che gli Usa non hanno ancora
ratificato), un fatto che di pers� mina la legittimit�
della corte. Ma la legge contempla i "crimini contro
l'umanit�", includendo in ci� "l'omicidio" e "altri
atti inumani". L'omicidio � definito universalmente
come il causare la morte, intenzionalmente (il che
include consapevolmente) senza giustificazioni legali.

E le vittime civili dei bombardamenti?
I leader della Nato hanno pianificato e messo in atto
una campagna di bombardamenti, sapendo che essa era
contraria ai principi pi� fondamentali del diritto
internazionale e che avrebbe causato la morte e
l'invalidit� di migliaia di civili: bambini, donne e
uomini. Lo hanno ammesso ripetutamente dicendo "ci
dispiace, ma questo � ci� che succede in una guerra",
e hanno continuato a bombardare. Gi� solo per questo,
ossia l'uccisione consapevole di centinaia e centinaia
di civili - tra cui molti bambini - al di fuori della
legge, questi leader sono colpevoli di omicidio di
massa. Milosevic � stato incriminato per l'omicidio di
385 vittime, poi pi� recentemente nuovamente
incriminato per un totale di 671. Bene! I leader della
Nato hanno ucciso almeno 500 persone (secondo Human
Right Watch e Amnesty Internationa), ma forse pi� di
1.500 secondo le nuove autorit� di Belgrado.
E poi ci sono le Convenzioni di Ginevra e le "leggi e
costumi di guerra" per le quali � un crimine, anche in
una guerra legale, uccidere e ferire civili
intenzionalmente o per incuria, ossia non curarsi di
colpire solo target militari.
Tuttavia, secondo ammissioni rese in pubblico per
tutta la durata della guerra (ricordate Jamie Shea con
gli occhiali da sole e il suo sciocco sorrisetto?),
secondo resoconti di testimoni oculari e secondo
precise prove circostanziali mostrate sugli schermi
televisivi del pianeta durante i bombardamenti - prove
sufficienti per una condanna in qualunque tribunale
del mondo - questi leader della Nato hanno
deliberatamente e illegalmente preso di mira luoghi e
cose di interesse militare scarso o nullo: ponti
cittadini, fabbriche, ospedali, mercati, quartieri in
centro o residenziali, studi televisivi. Con le
cluster bomb a frammentazione che hanno minato il
territorio, i target ambientali con la distruzione di
interi complessi chimici e l'uso massiccio di uranio
impoverito. Le stesse prove mostrano che, cos�
facendo, i leader della Nato miravano a demoralizzare
la popolazione e spezzarne la volont�, non a
sconfiggere il suo esercito. (Michael Dobbs, biografo
di Madeleine Albright, il 26 luglio '99 ha scritto sul
Washington Post che "� evidente, per chiunque abbia
visitato la Serbia durante la guerra, che fiaccare il
morale dei civili costituiva una parte essenziale
della strategia perseguita dall'alleanza per
vincere".)
Dunque la sola differenza giuridica tra Milosevic e i
leader della Nato � che Milosevic � un criminale di
guerra imputato, mentre loro sono criminali di guerra
non imputati.

Leggete il rapporto di Amnesty
Ma naturalmente i leader della Nato non saranno mai
imputati. Un anno fa Carla Del Ponte ha prodotto un
rapporto in cui, pur ammettendo l'evidenza delle
uccisioni di civili, dichiarava di assolvere i leader
della Nato dai loro crimini senza neanche aprire
un'indagine. Dovreste leggere questo rapporto, se
volete sapere quanto sensate fossero le parole
pronunciate da Milosevic all'Aja. Dovreste anche
leggere il rapporto di Amnesty International che era
uscito contemporaneamente. Difficile non concludere
che quello della Del Ponte non sia una truffa.
Mentre il rapporto di Amnesty, in modo attento e
prudente, elenca dettagliatamente una quantit� di
crimini di guerra contro i civili, quello di Carla Del
Ponte sembra piuttosto la sciatta memoria di un
avvocato della Nato. E in effetti esso � stato scritto
da un ex avvocato della Nato, un certo William J.
Fenrick, un ex capitano di fregata delle forze armate
canadesi che, dal suo incarico di "Director of Law for
Operations and Training" presso il Dipartimento della
Difesa canadese, � passato direttamente al tanto
"oggettivo" Tribunale dell'Aja.
D'altro canto, il rapporto spesso oltrepassa persino
il documento di un avvocato e diventa quanto di pi�
simile a un vero e proprio comunicato stampa della
Nato che avrebbe potuto essere diffuso da Jamie Shea o
James Rubin. Il meglio viene alla fine del rapporto,
quando esso dichiara che la sua tecnica operativa di
indagine � consistita nella lettura dei comunicati
stampa della Nato e nel prenderli per buoni:

"90. Il comitato ha condotto il suo esame basandosi
essenzialmente su documenti pubblici che includono
affermazioni fatte dalla Nato e dai paesi Nato in
conferenze stampa e documenti pubblici prodotti dalla
Repubblica Federale di Jugoslavia. Esso � partito dal
presupposto che le affermazioni della Nato e dei paesi
Nato siano generalmente attendibili e che le
spiegazioni siano state fornite in buona fede."

Riuscite a immaginare che tipo di applicazione della
legge avrebbe un paese se la polizia prendesse per
buone le spiegazioni dei presunti colpevoli? Riuscite
a immaginare quante incriminazioni sarebbero state
prodotte contro la leadership serba se il
rappresentante dell'accusa si fosse fermato ai
comunicati stampa della Repubblica Federale di
Jugoslavia?

Le conclusioni? Il Tribunale ha dichiarato che non
avrebbe neanche "aperto un'indagine", dopo aver
ricevuto per un anno prove schiaccianti, di dominio
pubblico, dei crimini dei leader della Nato che,
secondo le stime pi� prudenti, avrebbero causato la
morte di molti pi� civili di quelli per cui � stata
incriminata la leadership serba. Questo dato va
comparato, naturalmente, con l'episodio di Racak del
15 gennaio 1999 (l'altro importante capo d'imputazione
contro Milosevic), quando Louise Arbour si prese un
giorno per volare in Kosovo (con le telecamere della
Cnn al seguito) e melodrammaticamente "aprire
un'indagine" su segnalazione di un diplomatico
americano. Per dichiararlo un crimine di guerra le
sono bastate due settimane di consultazioni con la
Nato.
Milosevic pu� essere o no colpevole dei crimini che
gli sono stati contestati da Arbour e Del Ponte, ma
all'Aja non otterr� mai un processo equo. E anche se
fosse colpevole di tutto ci� di cui � accusato, il
fatto di non avere perseguito i crimini della Nato
rende questo tribunale peggiore che nessun tribunale.
Esso, semplicemente, rassicura gli Stati Uniti e tutti
i loro amici e clienti (se Pinochet trema, non � per
paura della giustizia internazionale e ormai nemmeno
di quella nazionale) che se vogliono violare il
diritto internazionale e uccidere dei civili, possono
contare sul fatto che qualche tribunale si girer�
dall'altra parte, per poi fare una retata e punire i
soliti sospetti.

* Michael Mandel � docente di diritto presso la
Osgoode hall Law School all'Universit� di York,
Toronto, Canada. Ha guidato un team internazionale di
avvocati e professori che si � battuto e si batte
perch� i leader della Nato vengano accusati di crimini
di guerra per la campagna di bombardamenti contro la
Jugoslavia del 1999.

traduzione di Marina Impallomeni

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