SCUSA COLLEGA NON VOLEVO ARRESTARTI


COPENHAGEN - La polizia arresta un agente in borghese

E' tutto vero: durante la manifestazione di sabato a Copenhagen, la
polizia danese ha arrestato un poliziotto in borghese. Oltre
l'assurdo, la notizia certifica non solo la pratica
dell'infiltrazione, ma soprattutto quella della provocazione che ha
contrassegnato il contro-vertice. Il portavoce della polizia non ha
avuto il coraggio di specificare il motivo per cui è stato fermato
l'agente, ma già l'ammissione - raro atto di correttezza - ha fatto da
sabato notte della benemerita locale lo zimbello del paese. La polizia
sembra oltretutto l'unica a non riconoscere i suoi uomini in abiti
civili. Durante il corteo veniva infatti allontanato a più riprese un
gruppo di 7 poliziotti che cercavano di passare per anarchici e, con
minimi cambi di look, per disobbedienti. La notizia dell'arresto è
stata data dal tg della sera scatenando scene di risa nei bar
sintonizzati sul notiziario. Non vanno dimenticati gli altri fermi
frutto di una strategia asfissiante di controllo che bloccava anche il
server Catpipe che ospita un'importante rete di contro-informazione.
Pure con questo clima, la stampa locale ha celebrato la manifestazione
come un successo. (a. d'a.)
Tratto da: il manifesto, 17 Dicembre 2002


--- In Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli., "Coordinamento Nazionale per
la Jugoslavia" ha scritto:

GLI INFILTRATI

Per scovare gli infiltrati presenti nelle manifestazioni contro la
guerra e la NATO e' utile «armarsi di macchina fotografica e
telecamera»: lo garantiscono i militanti di Praga, che hanno una certa
esperienza in proposito, avendo notato una massiccia presenza di finti
manifestanti nelle manifestazioni dei giorni scorsi «come già accadde
due anni fa in occasione delle proteste contro Fondo monetario
internazionale e Banca mondiale, quando la stessa polizia ha ammesso
che, su 12 mila manifestanti, c'erano ben 900 infiltrati» ("Il
Manifesto" 21/11/2002 pag. 7).
A cosa servono gli infiltrati? Beh, dipende. Si possono usare per dare
alle forze dell'ordine pretesti per scatenarsi sui manifestanti, come
avvenne a Genova nel luglio 2001; oppure per monitorare i cortei e
determinarne il percorso; oppure per accreditarsi tra i partecipanti
ed infiltrarsi stabilmente nelle attivita' del movimento; oppure per
provocare gruppi di manifestanti e spaccare l'unita' della piazza;
oppure per garantire che in TV non si veda quello che vuole la
maggioranza dei manifestanti, bensi' solamente quello che e' stato
deciso attorno a qualche scrivania.
Nei giorni scorsi a Praga i "compagni infiltrati" tra i dimostranti
anti-NATO hanno fanno un lavorone: travestiti in massima parte da
"tute nere" (i famigerati "black block"), essi hanno monopolizzato
l'attenzione dei media con buffonate parateatrali, ed hanno provocato
ed aggredito i comunisti ed i pacifisti presenti in piazza. Hanno
spedito all'ospedale, con il naso rotto, un militante del PRC di
Bologna ed uno dell'Akel cipriota. Se due anni fa la percentuale degli
infiltrati a Praga sfiorava il 10 per cento, in questa ultima
occasione essi sono stati certamente di piu', vista la rilevanza del
vertice NATO. Sarebbe interessante provare, ogni tanto, a fare una
stima di quanti siano gli infiltrati nelle nostre manifestazioni e
nelle nostre organizzazioni. (I.Slavo)

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