Con preghiera di massima diffusione

NOTA: la versione italiana del video e' disponibile; per informazioni
si veda l'allegato IN FONDO


*** BARI 26 MARZO ***

Università degli studi di Bari – Dipartimento di pratiche linguistiche
e analisi dei testi: Sezione di Filosofia del linguaggio - Dottorato
di teoria del linguaggio e scienza dei segni
Associazione Most za Beograd, via Abbrescia 97, Bari- tel. 0805562663
- e-mail: most.za.beograd@...


nell'ambito dei seminari di approfondimento e riflessione "perché la
guerra"

mercoledì 26 marzo ore 17.00
Facoltà di Lingue, via Garruba 6, Bari

presentazione del film

I dannati del Kosovo

Dopo il film, gli autori Michel Collon e Vanessa Stojilković
parleranno della situazione in Jugoslavia a quattro anni dalla guerra
della NATO

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Quasi in coincidenza col Nouruz (il capodanno kurdo e iraniano che
cade il 21 marzo), si abbatte - in spregio della volontà di pace dei
popoli del mondo, in spregio dell'ONU - la tempesta di bombe
anglo-americane su Baghdad e le principali città dell'Iraq.

Quattro anni fa, il 24 marzo del 1999, cominciavano i bombardamenti
della NATO sulla Jugoslavia, che non risparmiavano case, scuole,
ospedali, ospizi, ponti, fabbriche, stazioni, vite innocenti, e
facevano largo impiego – come già in Iraq nel 1991 e in Bosnia nel
1995 – di proiettili all'uranio impoverito. Era la "guerra umanitaria"!

Ma cosa ne è oggi del Kosovo dopo 4 anni di occupazione militare di
truppe della NATO e con la presenza di una gigantesca base militare
USA a Camp Bondsteel? Gli elementi raccolti nel corso della recente
missione della Commissione Diritti Umani del Senato italiano sono
eloquenti: 230.000 serbi ancora sfollati; nessun dialogo né
integrazione tra i diversi gruppi etnici, rappresentati, oltre che
dagli albanesi e dai serbi, anche dalle minoranze bosniache, croate,
turche, rom, askalija e gorani; intimidazioni, vessazioni, omicidi
sono all'ordine del giorno. Il "ritorno alla normalità" è ben lontano.
Il sentimento prevalente è la paura. Se un serbo si ammala ed ha
bisogno di un ospedale, o riesce a ricoverarsi all'ospedale serbo di
Mitrovica, o rinuncia al ricovero, perché ha paura di non uscirne
vivo. 122 chiese, monasteri e luoghi di culto ortodossi sono stati
fatti saltare in aria dall'UCK, mentre altri, tra cui il monastero di
Dečani o il patriarcato di Peć, hanno bisogno di presidi militari=

permanenti per evitare la distruzione. L'economia è al collasso, con
interi settori produttivi bloccati e una disoccupazione al 70%, mentre
l'80% del PIL è frutto delle attività del crimine organizzato. La
presenza di decine di migliaia di militari e di civili stranieri ha
sconvolto le tradizionali gerarchie sociali e retributive, dando vita
ad un'economia gonfiata.

Cosa sta succedendo in Kosovo? Un film rompe il generale silenzio.

Cacciata dal suo appartamento di Pristina, Maria si è salvata solo
perché parlava albanese. Suo nipote, interprete dell'ONU è stato
ferocemente assassinato. Il marito di Silvana è stato rapito e la
donna non ne sa più nulla da due anni. La casa di Stanimir è stata
bruciata. Cosa hanno in comune queste persone? Il fatto di essere
serbi e di vivere, o meglio, sopravvivere in Kosovo. I mezzi di
informazione non parlano più di questa regione. Il nuovo film di
Michel Collon e Vanessa Stojilković rompe il generale silenzio.

Il film si basa su una ventina di interviste, in cui le vittime
raccontano con toccante dignità le loro sofferenze.

«Ho girato questo reportage in Kosovo – ci dice Collon - per rendermi
conto della situazione attuale dei serbi e delle altre minoranze
nazionali. Mi ricordavo bene di una frase di Clinton pronunciata nel
momento in cui dava inizio il 24 marzo 1999 ai bombardamenti sulla
Jugoslavia:

"La nostra fermezza rappresenta la sola speranza per la popolazione
del Kosovo di poter continuare a vivere nel proprio paese. Provate ad
immaginare che cosa accadrebbe se chiudessimo gli occhi e questi
poveretti fossero massacrati, proprio davanti alla porta della NATO.
L'organizzazione ne uscirebbe totalmente screditata".

Clinton parlava degli Albanesi, ma cosa è successo oggi dei serbi e
delle altre minoranze nazionali che vivevano in Kosovo da secoli?
Vivono sicuri con 45.000 soldati della NATO nel loro paese? Ho visto
un cumulo di sofferenze, di cui in Occidente non si ha nessun'idea,
perché i mezzi di informazione non ci parlano più del Kosovo.
Altrimenti dovrebbero parlarci quotidianamente di attentati
dinamitardi, omicidi, distruzioni di case o espulsioni, rapimenti e
angoscia nelle famiglie, minacce continue... Il bilancio è disperante:
una vera pulizia etnica ha scacciato dal Kosovo la maggior parte dei
non-albanesi, e quelli che sono rimasti vivono nel terrore. La NATO
non solo non mette un freno a queste violenze, ma – come si documenta
nel film – è spesso complice con gli autori di questi crimini, le
milizie separatiste dell'UCK...».

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Michel Collon, giornalista belga, particolarmente attento al
meccanismo dei media e dell'infor-mazione e impegnato nello
smascheramento dei médiamensonges, ha pubblicato Attention médias!
(1992), Poker menteur (dedicato ad un'analisi delle guerre in
Jugoslavia, 1998), L'Otan à la conquête du monde (2000). Sulla
Jugoslavia ha girato anche il film Sous les bombes de l'Otan.

Vanessa Stojilković, venticinque anni, ha perso diversi membri della
sua famiglia durante la guerra e si è impegnata nel montaggio del
film, soprattutto per raccontare una verità oggi taciuta dai media:
"Lo stress della guerra e dei bombardamenti ha provocato enormi
problemi di ipertensione che la popolazione non ha il modo di curare.
I tumori si sviluppano ad una velocità spaventosa. Gli esseri umani
muoiono nella sofferenza. Il bilancio della guerra per tutta la
Jugoslavia non è rappresentato soltanto dai morti, ma dallo stato
fisico e psicologico dei sopravvissuti. E dalla loro mancanza di
futuro...".

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In occasione dell'incontro-dibattito di mercoledì 26 marzo (ore 17.00
- Facoltà di Lingue, via Garruba 6, Bari) col giornalista belga Michel
Collon e con la jugoslava Vanessa Stoijlkovic, credo di fare cosa
utile inviandovi in allegato (formato RTF) la traduzione (curata da
amici del Coordinamento Nazionale Jugoslavia) del primo capitolo del
libro di Michel Collon "Poker menteur", pubblicato in francese nel
1998 (un anno prima della "guerra umanitaria" della NATO).Non ho avuto
il tempo purtroppo di inserire le numerose immagini che rendono ancor
più efficace lo smascheramento delle menzogne dei media, oggetto del I
capitolo del libro di Collon.

Un caro saluto
Andrea Catone

Da scaricare alla URL:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/pokermenteur.rtf


*** ROMA 27 MARZO ***


Da una guerra all'altra

Quattro anni dopo la aggressione contro la Repubblica Federale di
Jugoslavia per la "liberazione" del Kosovo, che cosa sta succedendo su
quel territorio?

Un film rompe il generale silenzio sull'argomento. Per comprendere che
cosa succede in una zona strategica quando essa viene sottoposta ad
occupazione militare da parte della NATO; per valutare, a posteriori,
dove vanno a finire tutte le sofisticate demagogie sulle "guerre
umanitarie", i "diritti umani" e la "democratizzazione"; per indagare
sulle ragioni strutturali e reali delle guerre.

Sulla scorta delle esperienze passate, possiamo credere alle
motivazioni addotte per la nuova aggressione "umanitaria" contro
l'Iraq?

I DANNATI DEL KOSOVO

Un film di MICHEL COLLON e VANESSA STOJILKOVIC

Sara' presentato nella versione italiana dai realizzatori

GIOVEDI' 27 MARZO 2003

alle 18:30 c\o l'associazione Granma
V. di S. Ambrogio 4 Roma (zona centro, Piazza Mattei)

Organizzano:
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia e Contropiano
Per informazioni: jugocoord@... - tel. 349-4555344


*** ALLEGATO: I DANNATI DEL KOSOVO IN VERSIONE ITALIANA ***

Ass. SOS Yugoslavia - Ass. Profughi Zastava di Pec

Nell'ambito del progetto di solidarietà con
l'Ass. Profughi Zastava del Kosovo di Pec,
locati a Kragujevac, l'Associazione SOS Yugoslavia ha curato la
versione italiana del film

"I DANNATI DEL KOSOVO"

di M. Collon e V. Stojilkovic.

Il videodocumentario sara' disponibile dalla fine di marzo; quanto
sarà ricavato dalle videocassette e dalle serate di divulgazione
contribuirà al sostegno del progetto per quei bambini, donne e uomini,
di tutte le etnie del Kosovo-Metohija scacciati dal terrore UCK e
scampati ai "bombardamenti umanitari", rimossi da "democratici e
umanitaristi" vari, ed ormai dimenticati da tutti.

Riteniamo necessario non dimenticare e non lasciare sole le vittime di
un'aggressione rivelatasi ingiusta e compiuta per motivi, politico -
economici e militari, estranei a qualunque logica di preteso
"intervento umanitario".

Per questo abbiamo concordato con loro l'apertura di un progetto di
solidarietà e sostegno, a partire dalle nostre forze e possibilità.
Abbiamo deciso di curare la versione italiana del film messoci a
disposizione da suoi autori per sostenere questa causa, come sempre su
due fronti: quello dell'informazione e quello della solidarietà
concreta.

Mettendo a disposizione questo lavoro,
SOS Yugoslavia confida nel grado di sensibilità e coscienza di
ciascuno, perciò chiediamo di contribuire/condividere il sostegno ai
"profughi invisibili" mediante la sottoscrizione di
12 euro per ogni video, 10 euro per ordini da cinque video in su.
Il video avrà in allegato un libro sul Kosovo 2003, curato da E.
Vigna.

Chi individualmente acquisterà il video, sosterrà direttamente il
progetto; lo stesso vale per le realtà organizzate; a queste ultime
chiediamo l'acquisto minimo di 5/10 copie come atto tangibile della
condivisione di questa battaglia di giustizia.

Per ordinare i video, organizzare serate di proiezione e divulgazione,
contattare

l'Ass. SOS Yugoslavia: 338/1755563
oppure via e-mail: posta@...