http://www.primorski.it/zgodovina/storia.html


Milan Pahor

L'attività pubblicistica slovena in Italia
prima del 2° conflitto mondiale

Lo sloveno nella stampa: Descrizione dell'attività giornalistica
slovena a Gorizia e Trieste tra la metà del secolo XIX e la metà del
secolo XX.


L'uscita del Primorski dnevnik fu preceduta da varie pubblicazioni che
videro la luce nel periodo tra le due guerre e durante
l'amministrazione austro-ungarica e che per certi versi, fecero
indubbiamente da modello per l'attuale quotidiano. Sotto questo
aspetto, naturalmente, vanno considerati in primo luogo i quotidiani,
ma non vanno dimenticate le pubblicazioni dei decenni precedenti che
hanno contribuito alla diffusione della lingua slovena a Trieste e nel
circondario ossia, in senso più ampio, nel Litorale.

Il precursore più recente è stato indubbiamente il Partizanski dnevnik
(Quotidiano Partigiano) (26 novembre 1943 - 7 maggio 1945), mentre il
Primorski dnevnik (Quotidiano del Litorale) ha visto la luce il 13
maggio 1945. Un altro predecessore è stato l'Edinost di Trieste
(1876-1928); il primo numero reca la data dell'8 gennaio 1876.
L'Edinost è stato l'organo d'informazione degli sloveni di Trieste e
successivamente degli sloveni di tutto il Litorale. Nato come
quattordicinale, nel 1880 diventò settimanale per assumere, nella
seconda metà del 1882, cadenza bisettimanale; dall'inizio del 1894 uscì
tre volte alla settimana, in edizione mattutina e serale. Nell'aprile
del 1898 diventò quotidiano con addirittura due edizioni giornaliere.
Nel 1900 assunse l'aspetto di un classico quotidiano, con un'unica
edizione giornaliera. In quegli anni veniva saltuariamente pubblicata
anche un'edizione serale, il Novičar (Il Cronista). Per tutto il 1914
e per parte del 1915 l'edizione serale si chiamò Večerna Edinost (Unità
della Sera). Una volta fallito il tentativo degli sloveni di Trieste e
del movimento dei giovani intellettuali sloveni di Gorizia di
costituire un organo di informazione comune, il giornale divenne organo
d'informazione del circolo politico Edinost. Fin dalle origini tale
pubblicazione si ispirò dichiaratamente ai principi di indipendenza,
di libertà e di pace, prendendo a cuore gli interessi della propria
gente. Gli editori promisero inoltre di non occuparsi di questioni
religiose. Nel corso dei decenni, tale programma è stato
sostanzialmente rispettato: a Trieste infatti non si sono scatenate,
fra gli sloveni, le grandi contrapposizioni di carattere
liberal-clericale come altrove.

Indice:
Il periodo precedente all'uscita dell'Edinost
L'epoca dell'Edinost
I giornali sloveni a Gorizia
L'epoca del Regno d'Italia
La stampa clandestina durante la guerra

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Milan Pahor
L'attività pubblicistica slovena in Italia prima del 2° conflitto
mondiale

Il periodo precedente all'uscita dell'Edinost

L'Edinost di Trieste non potè ovviamente sorgere dal nulla, bensì
nacque quando furono maturate le condizioni necessarie. E fra gli
ambienti sloveni di Trieste, la presa di coscienza della propria
identità è andata maturando proprio grazie alle pubblicazioni che
videro la luce prima dell'Edinost

Soffermiamoci pure al 19° secolo, per non andare troppo indietro nel
passato. Risulta quanto mai eloquente il bando pubblicato nel 1816
sulla gazzetta ufficiale Osservatore Triestino. Il bando, firmato dal
direttore Fran de Baiardi, prevedeva che i candidati al posto di
segretario comunale conoscessero «perfettamente la lingua tedesca,
italiana e cragnolina». Dunque già sessant'anni prima della nascita
dell'Edinost veniva ufficialmente riconosciuta l'esistenza e l'uso
della lingua slovena. In verità si trattò solo di un bagliore nelle
tenebre in quanto doveva ancora seguire l'era assolutista del principe
di Metternich. Solo alcuni anni prima della della rivoluzione del marzo
1848 possiamo scorgere alcuni segni di disgelo. Di quel periodo sono
rimasti noti due tipografi sloveni di Trieste: Ivan Marinčič e Ivan
Papš. Nella tipografia del primo fino al 1843 venne stampato il
giornale Osservatore Triestino. Il secondo, che si fregiava del titolo
di «tipografo del governo Ivan Papš», nel 1846 diede alle stampe il
testo scolastico Berilo (Sussidiario per la seconda classe elementare)
e l'anno seguente un'edizione ridotta della Kranjska pismenost (La
Cultura nella Carniola) del Vodnik.

Con la tempesta politica del 1848 un vento nuovo scosse e ripulì
quell'atmosfera stagnante. Gli intellettuali sloveni e croati di
Trieste costituirono una società comune, lo Slavjansko društvo
(Associazione Slava). Alla prima solenne assemblea (6 dicembre 1848)
tracciarono un ampio programma politico-nazionale e culturale. Alla
guida fu eletto il poeta Jovan Vesel - Koseski. Nel 1849 lo Slavjansko
društvo pubblicò sei numeri dello Slavjanski Rodoljub (Patriota
Slavo), primo giornale sloveno di Trieste. Si trattava di un mensile
politico, con articoli in lingua slovena e croata e diretto dal
vicepresidente della società, Ivan Cerar. Nel marzo del 1850 troviamo
un nuovo organo d'informazione della società, Jadranski Slavjan,
«giornale istruttivo su vari argomenti, utili alla gente», diretto da
Šimen Rudmaš. Ma anche il nuovo mensile non andò oltre i sei numeri.
Del 1850 è anche l'importante pubblicazione Cvetje jugoslavljansko I.
(Fiori della Poesia Slovena), curato da Ivan Macun. Lo Slavjansko
društvo ben presto smise i panni prettamente politici per adeguarsi
alle aspettative della società borghese e trasformarsi, con gli anni,
nella Slavjanska čitalnica. Nel 1853 diede alle stampe il Koledarček
(Calendarietto), curato da Josip Godina-Verdeljski. Nel 1854 il
Koledarček non potè uscire, in quanto impedito dalle autorità. I 13
anni che seguirono furono di nuovo anni oscuri caratterizzati da un
generale ristagno dell'attività culturale. In campo politico-nazionale
merita di essere ricordata (1865) solo la prima elezione di Nabergoj,
Nadlišek, Danev, Cegnar nel Consiglio Comunale di Trieste, dove
rappresentavano il circondario.

L'anno seguente, il 1866, segnò l'inizio di un nuovo periodo nella
storia del giornalismo sloveno a Trieste. L'intraprendente maestro Ivan
Piano di San Giovanni si affermò pubblicamente, assieme a Josip Godina,
come editore dell'Ilirski Primorjan, un «giornale educativo, colto e
divertente» che usciva due volte al mese. Nel 1867 tale pubblicazione
cambiava nome, chiamandosi Slovenski Primorec (Lo sloveno del Litorale)
e trasformandosi in settimanale, che continuò ad uscire fino alla fine
del 1869. Il direttore era Vekoslav Raič, che ebbe come principale
collaboratore Fran Cegnar, scrittore e poeta. Nel periodo
luglio-dicembre 1866 Josip Godina-Verdeljski curò la pubblicazione del
Tržaški Ljudomil (Il Benefattore Triestino), «giornale politico
istruttivo e divertente».

Nel 1869 Gašpar Martelanc fondò lo Jadranska Zarja (Alba Adriatica),
quindicinale politico chiuso nel luglio del 1870. Nel contempo
Martelanc editò anche il primo giornale umoristico, Juri s pušo
(Giorgio con lo schioppo), di cui fu proprietario e direttore. Nel
sottotitolo si leggeva «un tedioso giornale per coloro che non
appartengono al popolo italiano e quello tedesco, ma si danno da fare
per l'italianizzazione e la germanizzazione e per altre persone goffe».
A causa dei contenuti del giornale Martelanc si trovò nel dicembre 1869
sul banco degli imputati e dovette subire un processo. Dopo essere
stato assolto, pubblicò tre numeri di un altro giornale umoristico, il
Petelinček (Il galletto). Negli anni 1870-1871 uscì anche il giornale
Pomorstvo in trgovina (Commercio Mercantile). Nel 1870, il vescovo
Jurij Dobrila fondò a Trieste il giornale Naša sloga (La Nostra Unità),
dedicato alla popolazione dell'Istria. Nel 1871 a Gorizia vide la luce
il giornale Soča (Isonzo), inizialmente diretto da Viktor Dolenc,
divenuto poi, dopo il suo trasferimento a Trieste, giornalista
dell'Edinost. Vari furono i tentativi di unificare i giornali Soča ed
Edinost, ma nessuno di questi ebbe successo. Anche Soča è stato un
precursore del Primorski dnevnik.

Nel 1871 nasce a Trieste un nuovo «giornale politico e istruttivo», il
Primorec (L'abitante del Litorale), diretto da Vekoslav Raič. Nel
decennio 1866-1876 videro la luce numerosi giornali che potenzialmente
prepararono il terreno all'Edinost di Trieste. Fra le varie iniziative
editoriali che sbocciarono in questo periodo va ricordato il libro Opis
in zgodovina Tersta in njegove okolice ( Storia di Trieste, e del suo
circondario), scritto da Josip Godina e uscito nel 1872. Nell'anno
precedente la tipografia Rupnik e altri avevano dato alle stampe
l'almanacco letterario Pomladansko cvetje (Fiori di primavera), redatto
dal già citato Vekoslav Raič. Lo stesso Raič scrisse l'opuscolo
Potrebe delavcev društva za Slovence v Trstu (Aspettative degli operai
sloveni a Trieste), uscito nel 1869 su iniziativa del circolo dei
lavoratori Čbela, diretto da Fran Cegnar. Tra le altre pubblicazioni,
di questo periodo ci sono anche delle opere minori di Josip Godina -
Verdeljski.

Il fermento che si registrava in campo editoriale coincideva con il
fermento che caratterizzava l'attività culturale e politica. A partire
dal 1868 a Trieste e nel circondario furono aperte varie sale di
lettura ed organizzati dei raduni popolari (i cosiddetti «tabori»).
Tale fermento politico, nazionale e culturale portò nel 1876 alla
fondazione del giornale Edinost che per lunghi decenni avrebbe
caratterizzato la vita degli sloveni di Trieste e del circondario, e
la cui influenza si sarebbe fatta successivamente sentire in tutto il
Litorale.

Il crescente numero di pubblicazioni richiedeva naturalmente la
presenza di tipografie adeguate. Così, all'aumento della produzione di
stampa si accompagnò la creazione, a Trieste, di una rete di tipografie
slovene. E'eloquente il caso del giornale Edinost. Negli anni
1876-1880 venne stampato nella tipografia del Lloyd Austriaco, dal
giugno 1880 al 1884 invece in una nuova tipografia, diretta da Franc
Hvala. Proprio in questa tipografia fu stampato il libro Trst in
okolica (Trieste e il Circondario), scritto da Matija Sila e uscito nel
1882. Ma solo verso la metà degli anni ottanta fu aperta a Trieste una
tipografia che a ragione merita l'appellativo di prima azienda
tipografica slovena. La tipografia fu fondata nel 1884 da Viktor
Dolenc, imprenditore, commerciante, politico e giornalista. Dolenc fu
molto attivo nelle organizzazioni politico-nazionali; lo troviamo tra i
fondatori e i giornalisti del goriziano Soča e dopo il suo arrivo a
Trieste nelle file dell'Edinost. Quando entrò nella redazione del
giornale, era già ben conscio di quanto fosse importante avere una
propria tipografia per garantirsi l'indipendenza in campo editoriale.
Nacque così la tipografia Dolenc, presso la quale il giornale Edinost
continuò ad essere stampato anche dopo la morte del suo fondatore e
proprietario, fino al 1898. In quell'anno il circolo politico Edinost
fondò la cooperativa tipografica Tiskarna Edinost. L'inaugurazione
della nuova tipografia ebbe luogo il 2 aprile 1898. All'inizio la sede
si trovava in via Torrebianca, nel decennio 1904-1914 invece nel
Narodni dom, con l'entrata in via Galatti. Nel 1914 la tipografia si
trasferì in un proprio edificio, in via S. Francesco 20, dove operò
fino al 1928 quando fu soppressa con la forza dal regime fascista.
Oltre all'Edinost bisogna ricordare anche una serie di altre
pubblicazioni di quel periodo, caratterizzate però da saltuarietà.


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Milan Pahor
L'attività pubblicistica slovena in Italia prima del 2° conflitto
mondiale

L'epoca dell'Edinost

A intervalli veniva pubblicato il giornale Juri s pušo che faceva
riferimento agli ambienti dell'Edinost. I numeri pubblicati vanno dal
9. 4. 1884 al 29. 5. 1886 e dal luglio 1886 al 26. 3. 1887. Il
sottotitolo recitava: «un tedioso giornale per coloro che non
appartengono al popolo italiano, quello tedesco e ungherese, ma si
danno da fare per la snazionalizzazione e per altre persone goffe». Lo
Delavsko podporno društvo (Società operaia di mutua assistenza), che
parimenti gravitava nell'ambiente dell'Edinost, curò tra il 21. 9. 1884
e il 30. 12. 1884 l'edizione dell'organo d'informazione Slovenski
delavec (Il Lavoratore Sloveno). Nello stesso ambito rientrava il
giornale culturale Slovanski svet (Mondo Slavo) (1888-1895) che veniva
dapprima stampato a Lubiana, poi nel periodo 31. 12. 1890 - 17. 8.
1895, a Trieste e infine a Vienna. Il giornale si proponeva di offrire
uno sguardo sul mondo culturale slavo; gli articoli erano per la
maggior parte in sloveno e croato, saltuariamente in russo e
cecoslovacco.

L'uscita del primo numero del Delavski list, avvenuta il 2.10.1890 a
Trieste, rappresentò, per i socialisti sloveni, la realizzazione delle
loro aspirazioni chè finalmente potevano disporre di un proprio
giornale dal sottotitolo significativo «giornale che cura gli
interessi del popolo lavoratore sloveno». Il giornale continuò ad
uscire fino al 16.5.1891, quando fu vietato.

Il giornale umoristico illustrato Brivec (Barbiere), «che esce ogni
secondo e ogni ultimo sabato del mese», fu pubblicato dal 10.1.1891 al
27.2.1892 e dal 10.10.1896 al 31.12.1902. Il 20 aprile 1893 apparve il
Primorski list (Foglio del Litorale). Si trattava di un «giornale
istruttivo per la popolazione slovena del Litorale» di impronta
cattolica: affrontava infatti i temi della religione, della scuola e
delle problematiche sociali da un'ottica cristiana. Significativo era
il suo motto «tutto per la fede, la famiglia, l'imperatore». Il
giornale era curato dal sacerdote Ivan Slavec. Dopo il 6.9.1894 fu
trasferito a Gorizia, dove continuò a uscire. Il 10 aprile 1894 si
cominciava a pubblicare a Trieste la rivista Il Pensiero Slavo che in
pratica portava avanti la concezione del giornale Diritto Slavo di
Pola, il quale già dal 1888 riportava articoli in croato e italiano.
Il Pensiero continuò ad uscire fino al settembre 1898, quando mutò la
denominazione in Le penseè slave con contributi in croato e francese.
All'inizio del 1903 ne nasce Slavenska misao, in cui la lingua
principale era il croato.

Negli anni 1893-1898 vennero pubblicati alternativamente due giornali
indirizzati ai lavoratori sloveni: il Delavec (Il Lavoratore) e la
Svoboda (Libertà). Essi riprendevano essenzialmente il discorso
iniziato dal Delavski list; inizialmente venivano stampati a Vienna,
poi dal 23.9.1897 a Trieste. Il loro motto era «Con l'unione delle
forze» e «Dalla lotta alla vittoria». Il 18 marzo 1898 il movimento
operaio organizzato sloveno a Trieste può contare su un vero giornale,
il Rdeči prapor (Bandiera rossa), nel contempo portavoce della
Jugoslovanska socijalnodemokratska stranka (JSDS), come allora veniva
chiamato il partito dei lavoratori. Il sottotitolo recitava
«colui che non sa pensare liberamente, non può lottare per la
libertà». Josip Zavertanik e Josip Kopač sono stati fra i suoi
principali giornalisti. Dopo il 20 ottobre 1905 la redazione fu
trasferita a Lubiana, dove prosegì le pubblicazioni.

Poco prima della fine del secolo apparve il giornale letterario
femminile Slovenka (Slovena), un supplemento speciale dell'Edinost
uscito negli anni 1897-1902. Con il 1° giugno 1898 troviamo anche il
Gospodarski list za Tržaško okolico (Foglio economico per il
circondario di Trieste), portavoce della Kmetijska e vrtnarska družba
za Trst in okolico. Il giornale uscì fino alla fine del 1900, dal 15
gennaio 1901 cambiò nome in Vinarski in vrtnarski list. Al 1899 risale
invece il settimanale Novi list (Il Giornale Nuovo), diretto dapprima
da Valentin Vouk e in seguito da Anton Švara. Pubblicato dal 7.1.1899
al 30.10.1907, si affiancò dell'Edinost. Come supplemento al Novi list
troviamo il Mali novičar (Il Piccolo Cronista) (dal 7.1.1899 al
27.12.1902), in cui l'attenzione principale era rivolta alla cronaca
illustrata.

Il nuovo secolo portò anche la rivista Slovenska družina (La Famiglia
Slovena) (1900-1901), diretta da Fran Godnik e stampata nella
tipografia dell'Edinost. Nel periodo 1.1.1901 - 18.7.1902 Ivan Turk e
Fran Babuder curarono la pubblicazione del giornale di orientamento
cristiano Svetilnik (Faro), con il quale si cercò di colmare il vuoto
lasciato dal Primorski list dopo il suo trasferimento a Gorizia. Per il
1902 rileviamo una piccola notizia: il 22.12. cominciò ad uscire Naša
žena (La Nostra Donna), curata principalmente da Marija Skrinjar. Nei
due anni successivi troviamo anche il giornale umoristico Škrat (Elfo)
(1903-1904) che portò avanti la tradizione della satira e
dell'umorismo giornalistico a Trieste.

Eccezionalmente ricca è stata la collezione di giornali dedicata al
movimento operaio. Negli anni 1908-1909 possiamo ricordare l'organo dei
socialisti cristiani Zarja (Alba), negli anni 1909-1910 il settimanale
Narodni delavec (Il Lavoratore Sloveno) che faceva riferimento agli
ambienti patriottici. In questo campo, la produzione giornalistica più
importante risulta essere quella dei social-democratici ossia dei
socialisti. Quando la redazione del Rdeči prapor si trasferì a
Lubiana, venne a crearsi un vuoto a cui si cercò in vari modi di porre
rimedio. Nel decennio che precedette lo scoppio della guerra possiamo
ricordare ancora vari titoli. Dal 1906 al 1915 venne pubblicato a
Trieste il mensile International in italiano e in sloveno, e quasi
contemporaneamente il giornale Železničar (Il Ferroviere) (1908-1915).
Successivamente nel periodo 1911-1914 apparve lo Stavbinski delavec
(L'Operaio Edile), nel 1914 anche il Kovinar (Il Metallurgico). Ma il
vero indirizzo politico negli anni 1908-1909 lo dava il Delavski list
curato da Ivan Regent. Nel sottotitolo si leggeva «organo dei
socialisti sloveni nel Litorale». Nel 1911, a Lubiana troviamo lo
Zarja, organo del partito socialdemocratico jugoslavo. Negli anni 1914
e 1915 lo Zarja uscì a Trieste, aggiungendo nel sottotitolo «organo del
popolo lavoratore sloveno». Particolarmente ricca è stata l'attività
editoriale nel 1915, proprio all'inizio della tempesta portata dalla
guerra. Nel maggio 1915, infatti, uscirono quattro numeri dello Zarja,
mentre nel mese di settembre furono stampati ben dodici numeri
giornalieri successivi. L'ultimo numero risale al 29 settembre 1915. A
confermare il carattere pluralista che pervadeva l'attività editoriale
sul finire dell'era austro-ungarica vi erano il giornale nazionalistico
Jutro (Il Mattino) (1912), il Vestnik Tržaške sokolske župe (Notiziario
della Sezione dei Falchi Triestini) (15 aprile 1912 - 26 marzo 1914),
e durante la guerra anche il calendario tascabile Vedež (Il Veggente)
(negli anni 1916-1918), diretto da Jaka Štoka.


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L'attività pubblicistica slovena in Italia prima del 2° conflitto
mondiale

I giornali sloveni a Gorizia

La stampa slovena a Gorizia si è sviluppata sostanzialmente in
condizioni identiche a quelle di Trieste. Il numero delle tipografie a
Gorizia era minore che a Trieste, ma vi era maggiore considerazione per
le opere ed i giornali sloveni. Questo risulta comprensibile se
consideriamo la composizione nazionale della popolazione di Gorizia.
D'altro canto i contrasti politici tra i partiti a Gorizia erano più
sentiti che altrove ed i conflitti fra i partiti della vicina Carniola
avevano, nella città isontina, una vasta risonanza. L'attività
tipografica stava acquistando, nella vita politica, nazionale,
economica e culturale degli sloveni, uno spazio sempre più ampio. In
tale contesto, un ruolo centrale è stato svolto dalle due città
maggiori, Trieste e Gorizia. Le numerose tipografie appartenevano a
proprietari di nome e di stirpe slovena, ma se si considerava la
tipologia della loro attività non si poteva affermare che fossero
realmente slovene; poche erano le tipografie, sia a Trieste come a
Gorizia, che potevano essere definite come tali. Per quanto riguarda la
stampa, i giornali che suscitavano maggior interesse presso il
pubblico erano quelli che si adoperavano principalmente nel ribadire
l'affermazione degli sloveni in ogni campo della vita sociale.

L'attività editoriale slovena a Gorizia prende avvio verso la metà del
secolo scorso. Nel 1843, le Bleiweisove novice potevano contare a
Gorizia su 98 abbonati, per la maggior parte sacerdoti, allora quasi
gli unici ad avere un buon grado di istruzione. Nel 1848 il numero
degli abbonati era più che raddoppiato. Tra i corrispondenti delle
Novice si distinguevano, in particolare, il sacerdote Andrej Marušič e
il maestro Fran Zakrajšek, quest'ultimo si adoperò con impegno,
affinchè Gorizia avesse un giornale sloveno. Le condizioni tuttavia
non erano ancora mature e fu necessario attendere ancora per alcuni
anni. Per l'inizio del 1861, Zakrajšek si era riproposto di preparare
un almanacco letterario, ma fu preceduto dal goriziano Giovanni Filli
che l'11 gennaio 1862 pubblicò il primo numero del giornale bilingue Lo
Speculatore Goriziano - Goriški oglednik. Lo scarso riscontro tra i
lettori ha impedito ulteriori uscite. L'almanacco Goriški letnik di
Zakrajšek uscì, invece, alla fine del 1863.

Il corso degli avvenimenti a Gorizia subì, in quel periodo,
un'accelerazione. Nel 1862 fu fondata la Slovenska čitalnica (sala di
lettura slovena) con sede in piazza Vittoria. Essa fu di grande stimolo
per il risveglio della coscienza nazionale slovena a Gorizia e a
questa si rivolse la Cesarskokraljeva kmetijska goriška družba (Società
Agricola Real-imperatrice di Gorizia), quando all'assemblea generale
del 22.5.1862 decise di pubblicare un proprio organo in lingua
slovena, per il quale, però, non disponeva di propri giornalisti. Fu
così raggiunto un accordo in base al quale la redazione venne affidata
ad Andrej Marušič e Josip Tonkli. Il primo giornale sloveno a Gorizia
venne pertanto alla luce il 31 luglio 1863. Il giornale era denominato
Umni gospodar (Il Padrone Saggio) «giornale mensile per l'agricoltura,
l'economia e l'artigianato». Con l'uscita di questo giornale le
aspirazioni degli sloveni di Gorizia e del circondario vennero
realizzate solo in parte. Tale pubblicazione, infatti, dovette
dedicarsi prevalentemente alle esigenze della Società agricola e solo
in modo minore a ciò che un giornale sloveno avrebbe dovuto
principalmente riportare.

Il giornale uscì per tre anni, l'ultimo numero reca la data del
19.12.1865. Marušič aveva cercato di sviluppare i temi nazionali
sloveni, ma ciò non andava a genio alla Società agricola, per cui
decise, con l'ultimo numero, di accomiatarsi dai lettori. La società
non trovò nessuno a sostituirlo e il giornale cessò le pubblicazioni.
Il 5.1.1867 Marušič iniziò a pubblicare il giornale Domovina (Patria),
sulle cui pagine poteva dedicarsi all'approfondimento dei temi
politico-nazionali. Il 10.6.1869 la Società agricola iniziò invece a
pubblicare il Gospodarski list (Giornale di Economia), successore
della parte economica dell'Umni gospodar: infatti portava, come
sottotitolo, «per l'agricoltura, la sericoltura, l'artigianato e le
altre necessità in regione» ed era curato da Fran Povše, insegnante
alla scuola agricola.

Il settimanale Domovina del Marušič cessò le pubblicazioni dopo tre
anni, alla fine del 1869. La sua pubblicazione, comunque coincise con
il periodo in cui gli sloveni di Gorizia completarono, con successo, la
prima fase della propria crescita politica e nazionale. Nel 1867 si
svilupparono le sale di lettura, mentre al 1868 risale il famoso
«šempaski tabor» (raduno di Šempas). Nel 1869 fu fondata a Gorizia la
società politica Soča che svolse un ruolo analogo a quello svolto
dalla società Edinost a Trieste e nel circondario all'epoca della
monarchia austro-ungarica.

E' noto come ogni movimento politico abbia bisogno di un proprio organo
di informazione. E il 31 marzo 1871 uscì a Gorizia il primo numero del
giornale Soča, firmato da Viktor Dolenc, editore e direttore
responsabile. Tuttavia nella società non c'era unità di vedute
sull'orientamento politico. Ad alcuni il Soča sembrava troppo
liberale, per cui quelli di vedute più cattoliche pensarono di fondare
un nuovo giornale, il Glas (La Voce) (il primo numero è uscito il 18
giugno 1872). I rapporti fra gli sloveni progressisti e quelli di
vedute più tradizionali, erano abbastanza critici e ciò fece nascere
un clima di conflittualità. Quest'accesa contrapposizione portò alla
nascita di una nuova società: il 1.3.1873 venne omologato dalle
autorità lo statuto «della società politico-nazionale slovena su base
religiosa denominata Gorica». Il Glas diventò portavoce della nuova
società politica e ricoprì questo ruolo fino al momento della
riconciliazione fra i due schieramenti, riconciliazione che portò alla
chiusura di Gorica. Il Soča divenne così, nel 1876, l'unico portavoce
dell'associazione unitaria degli sloveni di Gorizia che prese il nome
simbolico di Sloga (appunto riconciliazione).

Nel corso del decennio 1870-1880 furono fatti quattro tentativi per
unificare il giornale Soča con l'Edinost di Trieste. Il primo risale al
periodo tra la fine del 1870 e gli inizi del 1871, il secondo al 1875,
il terzo al 1877, il quarto e ultimo al 1879. Le tendenze e le
aspirazioni all'unificazione erano presenti nel primo decennio di
attività delle due associazioni politiche, quando le loro fondamenta
non erano ancora consolidate. Allora era ben vivo il timore che le
strutture faticosamente create si disgregassero. Ma non appena si
riuscì a ripristinare solidi legami, organizzativi e finanziari, le due
associazioni ed i due giornali - Soča ed Edinost - acquistarono piena
vitalità, ognuna nel proprio ambito territoriale.

A Gorizia comunque si notarono spesso fenomeni, anche forti, di
fluttuazioni cicliche. Nel periodo menzionato, in cui prevalenti erano
le tendenze alla riconciliazione, il giornale registrò un forte
sviluppo quando se ne prese cura Anton Gregorčič. Questi riuscì a
portare in redazione il giovane insegnante Andrej Gabršček che nei
decenni successivi concorse attivamente a creare l'immagine slovena di
Gorizia. Il periodo in cui prevalsero le aspirazioni alla
riconciliazione era ormai chiuso, e nel 1889 si registrarono nuovi
contrasti che vertevano attorno alla figura del dott. Tonkli. Gregorčič
e Gabršček fecero un colpo di mano, e il 31.10.1889 troviamo un nuovo
giornale, il Nova Soča. Il Soča di Tonkli continuò ad uscire fino all'8
marzo 1891, mentre l'ultimo numero del Nova Soča risale al 23.12.1892.
Il 30.12.1892 Andrej Gabršček diventa editore e direttore responsabile
del vecchio Soča. A dieci anni di distanza dalla seconda rottura, nel
1899, proprio alla fine del secolo, avviene la rottura politica fra il
Gregorčič e il Gabršček. Il primo cominciò a pubblicare il settimanale
Gorica, mentre Soča rimase nelle mani di Andrej Gabršček.

La vita politica degli sloveni di Gorizia era allora, sotto l'aspetto
dei singoli partiti, ormai chiaramente delineata e ogni gruppo
disponeva del proprio giornale. Il Soča continuava ad essere organo
d'informazione del partito nazional-progressista di orientamento
liberale, dal 1900 attivo anche a Gorizia. Gabršček non era solo un
abile giornalista, ma anche un buon commerciante, tipografo, libraio e
un abile politico. Del Soča, che usciva tre volte alla settimana,
riuscì effettivamente a fare un buon giornale. Nei giorni in cui il
Soča non usciva, si poteva trovare il Primorec (1893-1915). L'ultimo
numero del Soča risale al 29.1.1915, mentre il Primorec durò un po'
più a lungo, fino all'inizio dei combattimenti sul fronte dell'Isonzo.
Dopo la rottura, il sacerdote Anton Gregorčič aprì un'azienda
tipografica, la Narodna tiskarna, costituita con l'obiettivo di
stampare i giornali del suo gruppo politico. Dalla metà del luglio 1899
fino alla fine del 1914 venne stampato il giornale politico Gorica.
Due anni dopo, a questo si aggiunse il settimanale istruttivo Primorski
list (Giornale del Litorale) (1901-1913), quindi il giornale agricolo
Primorski gospodar (1905-1915). Negli anni che precedettero il primo
conflitto mondiale vennero pubblicati anche i settimanali Novi čas
(Tempi Nuovi) (1909-1915) e il Goriški list (Giornale di Gorizia)
(1914-1915). Nel 1907, la Narodna tiskarna si assunse anche la stampa
del mensile Cvetje (Fiori), fino allora stampato dalla tipografia
Hilarijanska tiskarna. Il francescano Stanislav Škrabec vi pubblicava i
suoi famosi studi sulla lingua slovena. L'ultimo numero risale al
maggio 1915, quando la guerra interruppe la ricca e feconda attività
pubblicistica nel Goriziano. Il Cvetje risale già al 1880 ed era
dapprima conosciuto come «mensile per i fedeli sloveni».

Il sacerdote Gregorčič era più moderato di Anton Mahnič, estremamente
combattivo e contrario a qualsiasi collaborazione con la parte
liberale, assertore di un profondo cattolicesimo, in ogni campo. Mahnič
esternava le proprie posizioni sul Rimski katolik (Cattolico Romano)
(1889-1896) e soprattutto nel Primorski list (1895-1913) che nel 1893 -
come abbiamo già ricordato - vide la luce a Trieste. Per quel che
concerne gli anni 1898-1900 va menzionato anche il giornale
cristiano-sociale Delavski prijatelj (Amico dei Lavoratori).

Nel periodo dell'amministrazione austriaca, a Gorizia troviamo ancora
le seguenti pubblicazioni: il giornale degli insegnanti goriziani Šola
(Scuola) (1880-1885), il giornale politico Sloga (1893-1895), il
giornale per l'economia, l'artigianato e il commercio nazionale
Goriški vestnik (Notiziario Goriziano) (1894-1896), l'organo di
informazione del partito contadino di Gorizia Naš glas La Nostra Voce)
e quindi il Kmečki glas (La Voce del Contadino) (negli anni
1907-1910), l'almanacco periodico del Gabršček, il Kažipot
(L'Indicatore) (1894-1903), la gazzetta ufficiale dell'amministrazione
Samouprava (Autogestione) (1906-1913), il Sokolski prapor (Lo Stendardo
dei Falchi) (1911-1915). Dalla seconda metà del 19° secolo fino
all'inizio della prima guerra si possono contare all'incirca 80 titoli
giornalistici, e ci siamo limitati ai più importanti. Per concludere la
trattazione di questo periodo, vorremmo ricordare ancora due titoli:
la rivista liberale Veda (La Scienza) (1911-1915, ultimo numero il
15.5.1915) e la rivista socialista Naši zapiski (Nostri Appunti)
(1911-1914) che prima, negli anni 1902-1910 usciva a Lubiana. A
Gorizia dunque venivano editate, in quel periodo, pubblicazioni in cui
era vivo il dibattito su questioni ideologiche, economiche e politiche
che interessavano tutta l'area slovena.

Durante il primo conflitto mondiale solo l'Edinost di Trieste uscì
regolarmente, tutti gli altri giornali furono in gran parte chiusi.


(segue)