[ Ovaj tekst na srpskohrvatskom: "Ocevi i djeca"
http://komunist.free.fr/arhiva/okt2004/tkalec.html ]
Padri e figli
Nell'Unione Europea si stuzzica sempre di più l'interesse per tre
membri-nani nuovi di zecca: Estonia, Lettonia e Lituania... Paesi
nordici e freddi i cui cittadini una volta si contraddistinguevano per
il caldo cuore dei loro bolscevichi, che come tali sono rimasti
descritti nella letteratura. Sono ricordati come comandati dell' Armata
a cavallo, della cavalleria rossa, in libri quali «Come si temprava
l'acciaio» e simili, molto noti alla generazione dei padri, ma molto
lontani dalla generazione dei «Figli e accattoni»... visto che la
generazione dei figli e dei nipoti non è composta altro che di
accattoni ed ambulanti in veste moderna sull'immenso mercato del globo.
(*)
Gli Estoni oggi sottolineano la loro antica radice genetica – i loro
antenati erano Balti, Finni e Vichinghi. Loro non sono mica degli
«sporchi slavi», del tipo di quelli che li occuparono, in veste di
«cani d'Ottobre», ben due volte in un unico secolo. Perciò a Tallin
esiste il Museo delle tre occupazioni, di cui due sovietiche. Il Museo
ha la sua pagina web. Si può immaginare cosa ne scrivano i russi,
trattati da occupatori... E da ultimo, ma non meno importante:
l'Estonia è governata dai socialdemocratici.
Riga è la capitale europea che gode della quantità minore di ore
solari. Già il fatto in se dice qualche cosa sull'illuminismo dei suoi
cittadini, che nelle ultime elezioni hanno scelto una coalizione di
destra. Essa era, una volta, un famoso porto sul mare Baltico. Oggi
vanta un rinnovato vecchio quartiere commerciale con delle sinagoghe,
che di punto in bianco si sono trovate piene di fedeli di religione
israelita – soprattutto dopo che i soldi venuti dall'America hanno
sostenuto i, fino ad allora inesistenti, cittadini di confessione
giudaica. Però, questi sono i figli degli ebrei che erano venuti a
vivere a Riga da altre regioni russe, visto che durante l'occupazione
germanica nei paesi baltici avevano cosi a fondo estirpato la
popolazione ebraica come da nessun altra parte d' Europa. Ma questo non
dovrebbe impedirvi di comperare un paio di jeans nella bottega di
Mihail Eisenstein, il padre del regista Sergej Eisenstein.
Che fare se pure le strade in quel paese si chiamano «iella», che in
italiano si dice anche scalogna... In che altro modo, se non "iella",
si potrebbe definire il progredire delle generazioni in cui dal nonno
mercante si giunge al celebre regista del famoso film «Corazzata
Potemkin», che fu un »must» per la generazione dei padri nati nel
Novecento, per poi finire di nuovo come bottegai nella generazione dei
nipoti, quelli nati dagli anni Ottanta del secolo scorso in poi? I
nipoti hanno fatto il cammino al ritroso, buttati indietro dal dado di
un destino pazzo, come nel gioco dell'oca! Sicche', oggi il
mercanteggiare è stato innalzato non soltanto alla massima posizione
ideologica, ma è diventato pure l'unico modo possibile di sussistenza.
Questo camminare a ritroso (descritto già dal nostro Zmaj Jova
Jovanovic: «Oh, babbo, babbo, comprami babbo... l'abbacchio!») non si
capisce se sia il risultato della bacchetta magica della democrazia
delle bombe, o quello della richiesta rivolta al famoso pesciolino
d'oro della notissima fiaba russa. Il pesciolino, come si sa, può
realizzare tre richieste. E queste tre richieste nei paesi baltici
senz'altro erano: liberaci dai russi, liberaci dai soviet, facci avere
i soldi... Perciò oggi se uno straniero entra nel taxi, ad esempio a
Tallin, può capitargli di sentirsi rivolgere la domanda: con quante
donne signore desidera incontrarsi: una, due o forse tre?
In questo senso l'Estonia viene assurta ad esempio di una transizione
molto ben riuscita – probabilmente perchè i cittadini di questo
minipaese avevano subito capito che l'anima della civiltà occidentale
sta nel commercio, e, se non c'è altro, si può farlo anche con il
proprio corpo. Dato che sarebbe sempre veritiera la risposta che diede
Danton a Mercier nel pezzo teatrale di Buchner intitolato "La morte di
Danton" - oggi tutto viene fatto di carne umana, hai ragione! Questa
la risposta alle accuse rivolte ai rivoluzionari francesi: che fossero
dei miserabili, che la ghigliottina fosse il prodotto dei loro discorsi
eccitati, e che avessero costruito delle piramidi come Baiasit,
composte cioè di teste umane...
Se tutte le rivoluzioni si assomigliano, in verità si assomigliano
anche tutte le rimostranze e le accuse che vengono ad esse rivolte,
come pure tutte le contro-rivoluzioni nonchè i risultati da esse
prodotti.
E, in definitiva, possono essere ridotte a commercio di carne umana.
Ogni giorno sul grande mercato del lavoro umano e della carne umana
vengono a essere pesati e ad accumularsi nuovi carichi di forza lavoro
fresca, con prezzi sempre più convenienti. Il prezzo del lavoro
dell'uomo, nonchè il prezzo della carne umana, è tanto più basso quanto
maggiore è l'offerta, cioè quanto più piccolo e più povero è il paese,
indipendentemente se sia o meno membro dell'Unione europea.
Ma nella società borghese tutto deve avere una forma decente, e perciò
celebrano con lo spumante ed i fiori gli studenti che hanno finito la
scuola o i neolaureati che hanno terminato i corsi e gli esami nelle
Università. Sapete come si festeggiano i nuovi laureati a Zagabria?
Nella tipica coreografia tudjmaniana, le bandiere ed i drappi con la
scacchiera spiccano dietro ai termosifoni accesi di primo autunno,
echeggia l'inno «Bello nostro» - ma, come disse Allende, non può essere
bello il paese che fa una cosa del genere ai suoi cittadini -, mentre
l'illustrissimo rettore si tiene la mano sul petto togato, e vestiti
nelle toghe e palandrane sono pure i laureandi, con i cappellini con
frange, tutto in uno stile che dovrebbe scimmiottare ceremonie simili
viste nei film americani. Anche se copiano gli americani, loro in
verità stanno mettendo in scena un pezzo di teatro croato, una nuova
messa in scena dalla «Festa di Cristo Re» di Krleza. E l'impiccato, il
personaggio di quel pezzo teatrale, colui che ha il cordone al collo, e
quell'altro, l'annegato, con il pesciolino nella tasca, sono proprio
loro: i figli, la nuova generazione - i futuri laureati senza
occupazione, buttati sul mercato di lavoro. Le offerte di quel mercato
sono scadenti e miserabili per tutti coloro che non siano i figli «di
gente importante» , che appena partoriti già possedevano ditte e
ristoranti, ville e case al mare nonchè intere imbarcazioni... E per
venire al colmo della mascherata, per assomigliare ancora di più al
pezzo teatrale di Krleza, questa «carne da cannone» del mercato di
lavoro così addobbata all'americana - secondo il noto proverbio sul
ranocchio che avendo visto ferrare il cavallo alzò il piede pure lui -
deve giurare ad alta voce, ovvero, nel neocroato, deve dare la
«pri-sega» alla madrepatria, che la servirà fedelmente, senza precisare
dove ne' come.
E tutto questo non serve ad altro che a fare del circo, visto che la
stragrande maggioranza di quei laureati dei paesi in transizione
probabilmente farà parte della forza-lavoro del grande mondo straniero
e sarà addetta a mansioni con le quali l'istruzione universitaria non
ha nulla a che spartire.
Perciò l'Unione Europea, secondo gli Accordi bolognesi, accorcia e
taglia gli studi universitari riducendoli a tre anni in primo grado. E
il Secondo grado sarà soltanto per coloro i quali potranno, cioè per
coloro i quali avranno abbastanza soldi e tempo da spenderli in scienza!
I giovani bene istruiti oggigiorno non sono una grande fortuna per
l'ordine mondiale. La popolazione bene istruita potrebbe capire che
viene gabbata e presa in giro, che mentre è intenta a guardare nuovi
fascismi e nuovi bandierismi, con stendardi neri e decorazioni rosse -
quelli in vendita nelle bancarelle e dai rigattieri - viene derubata,
e dalle tasche le tolgono i suoi bianchi danari.
Perchè tutta la festa descritta sopra, dall'inno al suon del quale
tutti stanno irrigiditi come marionette, fino al goliardico «Gaudeamus
igitur», nelle Università croate viene pagata esclusivamente dalle
tasche dei genitori e non certo a buon prezzo – costa 50 Euro! In
questo essa assomiglia a quegli spettacoli montati dall'Inquisizione in
cui il condannato doveva pagarsi il rogo o la forca. Tutto è in vendita
nel nuovo mondo virtuoso, e dunque anche gli spettacoli poco degni di
coloro i quali possiedono certo l'istruzione universitaria, ma nei
paesi in transizione sono, come è ben risaputo, deficienti.
Jasna Tkalec
(*) Per comprendere meglio il testo: «Padri e figli» è il titolo di un
celebre romazo di Turgenjev mentre «Figli e accattoni» si chama un
romanzo di Aralica, scrittore croato, naturalmente nazionalista.
[Traduzione a cura dell'autrice, revisione del testo italiano a cura di
AM]
http://komunist.free.fr/arhiva/okt2004/tkalec.html ]
Padri e figli
Nell'Unione Europea si stuzzica sempre di più l'interesse per tre
membri-nani nuovi di zecca: Estonia, Lettonia e Lituania... Paesi
nordici e freddi i cui cittadini una volta si contraddistinguevano per
il caldo cuore dei loro bolscevichi, che come tali sono rimasti
descritti nella letteratura. Sono ricordati come comandati dell' Armata
a cavallo, della cavalleria rossa, in libri quali «Come si temprava
l'acciaio» e simili, molto noti alla generazione dei padri, ma molto
lontani dalla generazione dei «Figli e accattoni»... visto che la
generazione dei figli e dei nipoti non è composta altro che di
accattoni ed ambulanti in veste moderna sull'immenso mercato del globo.
(*)
Gli Estoni oggi sottolineano la loro antica radice genetica – i loro
antenati erano Balti, Finni e Vichinghi. Loro non sono mica degli
«sporchi slavi», del tipo di quelli che li occuparono, in veste di
«cani d'Ottobre», ben due volte in un unico secolo. Perciò a Tallin
esiste il Museo delle tre occupazioni, di cui due sovietiche. Il Museo
ha la sua pagina web. Si può immaginare cosa ne scrivano i russi,
trattati da occupatori... E da ultimo, ma non meno importante:
l'Estonia è governata dai socialdemocratici.
Riga è la capitale europea che gode della quantità minore di ore
solari. Già il fatto in se dice qualche cosa sull'illuminismo dei suoi
cittadini, che nelle ultime elezioni hanno scelto una coalizione di
destra. Essa era, una volta, un famoso porto sul mare Baltico. Oggi
vanta un rinnovato vecchio quartiere commerciale con delle sinagoghe,
che di punto in bianco si sono trovate piene di fedeli di religione
israelita – soprattutto dopo che i soldi venuti dall'America hanno
sostenuto i, fino ad allora inesistenti, cittadini di confessione
giudaica. Però, questi sono i figli degli ebrei che erano venuti a
vivere a Riga da altre regioni russe, visto che durante l'occupazione
germanica nei paesi baltici avevano cosi a fondo estirpato la
popolazione ebraica come da nessun altra parte d' Europa. Ma questo non
dovrebbe impedirvi di comperare un paio di jeans nella bottega di
Mihail Eisenstein, il padre del regista Sergej Eisenstein.
Che fare se pure le strade in quel paese si chiamano «iella», che in
italiano si dice anche scalogna... In che altro modo, se non "iella",
si potrebbe definire il progredire delle generazioni in cui dal nonno
mercante si giunge al celebre regista del famoso film «Corazzata
Potemkin», che fu un »must» per la generazione dei padri nati nel
Novecento, per poi finire di nuovo come bottegai nella generazione dei
nipoti, quelli nati dagli anni Ottanta del secolo scorso in poi? I
nipoti hanno fatto il cammino al ritroso, buttati indietro dal dado di
un destino pazzo, come nel gioco dell'oca! Sicche', oggi il
mercanteggiare è stato innalzato non soltanto alla massima posizione
ideologica, ma è diventato pure l'unico modo possibile di sussistenza.
Questo camminare a ritroso (descritto già dal nostro Zmaj Jova
Jovanovic: «Oh, babbo, babbo, comprami babbo... l'abbacchio!») non si
capisce se sia il risultato della bacchetta magica della democrazia
delle bombe, o quello della richiesta rivolta al famoso pesciolino
d'oro della notissima fiaba russa. Il pesciolino, come si sa, può
realizzare tre richieste. E queste tre richieste nei paesi baltici
senz'altro erano: liberaci dai russi, liberaci dai soviet, facci avere
i soldi... Perciò oggi se uno straniero entra nel taxi, ad esempio a
Tallin, può capitargli di sentirsi rivolgere la domanda: con quante
donne signore desidera incontrarsi: una, due o forse tre?
In questo senso l'Estonia viene assurta ad esempio di una transizione
molto ben riuscita – probabilmente perchè i cittadini di questo
minipaese avevano subito capito che l'anima della civiltà occidentale
sta nel commercio, e, se non c'è altro, si può farlo anche con il
proprio corpo. Dato che sarebbe sempre veritiera la risposta che diede
Danton a Mercier nel pezzo teatrale di Buchner intitolato "La morte di
Danton" - oggi tutto viene fatto di carne umana, hai ragione! Questa
la risposta alle accuse rivolte ai rivoluzionari francesi: che fossero
dei miserabili, che la ghigliottina fosse il prodotto dei loro discorsi
eccitati, e che avessero costruito delle piramidi come Baiasit,
composte cioè di teste umane...
Se tutte le rivoluzioni si assomigliano, in verità si assomigliano
anche tutte le rimostranze e le accuse che vengono ad esse rivolte,
come pure tutte le contro-rivoluzioni nonchè i risultati da esse
prodotti.
E, in definitiva, possono essere ridotte a commercio di carne umana.
Ogni giorno sul grande mercato del lavoro umano e della carne umana
vengono a essere pesati e ad accumularsi nuovi carichi di forza lavoro
fresca, con prezzi sempre più convenienti. Il prezzo del lavoro
dell'uomo, nonchè il prezzo della carne umana, è tanto più basso quanto
maggiore è l'offerta, cioè quanto più piccolo e più povero è il paese,
indipendentemente se sia o meno membro dell'Unione europea.
Ma nella società borghese tutto deve avere una forma decente, e perciò
celebrano con lo spumante ed i fiori gli studenti che hanno finito la
scuola o i neolaureati che hanno terminato i corsi e gli esami nelle
Università. Sapete come si festeggiano i nuovi laureati a Zagabria?
Nella tipica coreografia tudjmaniana, le bandiere ed i drappi con la
scacchiera spiccano dietro ai termosifoni accesi di primo autunno,
echeggia l'inno «Bello nostro» - ma, come disse Allende, non può essere
bello il paese che fa una cosa del genere ai suoi cittadini -, mentre
l'illustrissimo rettore si tiene la mano sul petto togato, e vestiti
nelle toghe e palandrane sono pure i laureandi, con i cappellini con
frange, tutto in uno stile che dovrebbe scimmiottare ceremonie simili
viste nei film americani. Anche se copiano gli americani, loro in
verità stanno mettendo in scena un pezzo di teatro croato, una nuova
messa in scena dalla «Festa di Cristo Re» di Krleza. E l'impiccato, il
personaggio di quel pezzo teatrale, colui che ha il cordone al collo, e
quell'altro, l'annegato, con il pesciolino nella tasca, sono proprio
loro: i figli, la nuova generazione - i futuri laureati senza
occupazione, buttati sul mercato di lavoro. Le offerte di quel mercato
sono scadenti e miserabili per tutti coloro che non siano i figli «di
gente importante» , che appena partoriti già possedevano ditte e
ristoranti, ville e case al mare nonchè intere imbarcazioni... E per
venire al colmo della mascherata, per assomigliare ancora di più al
pezzo teatrale di Krleza, questa «carne da cannone» del mercato di
lavoro così addobbata all'americana - secondo il noto proverbio sul
ranocchio che avendo visto ferrare il cavallo alzò il piede pure lui -
deve giurare ad alta voce, ovvero, nel neocroato, deve dare la
«pri-sega» alla madrepatria, che la servirà fedelmente, senza precisare
dove ne' come.
E tutto questo non serve ad altro che a fare del circo, visto che la
stragrande maggioranza di quei laureati dei paesi in transizione
probabilmente farà parte della forza-lavoro del grande mondo straniero
e sarà addetta a mansioni con le quali l'istruzione universitaria non
ha nulla a che spartire.
Perciò l'Unione Europea, secondo gli Accordi bolognesi, accorcia e
taglia gli studi universitari riducendoli a tre anni in primo grado. E
il Secondo grado sarà soltanto per coloro i quali potranno, cioè per
coloro i quali avranno abbastanza soldi e tempo da spenderli in scienza!
I giovani bene istruiti oggigiorno non sono una grande fortuna per
l'ordine mondiale. La popolazione bene istruita potrebbe capire che
viene gabbata e presa in giro, che mentre è intenta a guardare nuovi
fascismi e nuovi bandierismi, con stendardi neri e decorazioni rosse -
quelli in vendita nelle bancarelle e dai rigattieri - viene derubata,
e dalle tasche le tolgono i suoi bianchi danari.
Perchè tutta la festa descritta sopra, dall'inno al suon del quale
tutti stanno irrigiditi come marionette, fino al goliardico «Gaudeamus
igitur», nelle Università croate viene pagata esclusivamente dalle
tasche dei genitori e non certo a buon prezzo – costa 50 Euro! In
questo essa assomiglia a quegli spettacoli montati dall'Inquisizione in
cui il condannato doveva pagarsi il rogo o la forca. Tutto è in vendita
nel nuovo mondo virtuoso, e dunque anche gli spettacoli poco degni di
coloro i quali possiedono certo l'istruzione universitaria, ma nei
paesi in transizione sono, come è ben risaputo, deficienti.
Jasna Tkalec
(*) Per comprendere meglio il testo: «Padri e figli» è il titolo di un
celebre romazo di Turgenjev mentre «Figli e accattoni» si chama un
romanzo di Aralica, scrittore croato, naturalmente nazionalista.
[Traduzione a cura dell'autrice, revisione del testo italiano a cura di
AM]