(italiano / english)
Pro-Americanism 'a must' in Kosovo
1) "Per fortuna dobbiamo ricordare che ora ci sono in mezzo anche gli Stati Uniti..." Brindisi e festeggiamenti da Tirana a Pristina per la Grande Albania prossima ventura
2) Pro-Americanism 'a must' in Kosovo. The American flag with its stars and stripes decorates almost all office buildings across the province
Sulla propaganda irredentista pan-albanese a Radio Radicale vedi anche:
Sulla diffusione del culto religioso per l'ex Presidente USA Bill Clinton, per la sua consorte, e per gli altri padroni stranieri in Kosovo vedi anche:
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Gli Albanesi dei Balcani festeggiando l’Indipendenza dell’Albania
Dal blog di Nura Artur (163) - Sabato, 1 Dicembre 2007 - 1:44pm
Radio Radicale “Passaggio a Sud Est”
Un saluto a te Roberto e ai nostri ascoltatori. Come hai detto vorrei parlare del significato che per tutti gli albanesi della regione Balcanica ha il 28 novembre che è la data della proclamazione dell’indipendenza dell’Albania dall’Impero Ottomano.
Il 28 Novembre 1912, infatti, l’Albania proclamò la sua indipendenza dall’Impero Ottomano, ma la principale sfida che gli albanesi dell’epoca dovevano affrontare non era l’Impero Ottomano che stava ormai finendo, ma l’invasione dei popoli slavi della regione. Una situazione che si ripete anche oggi.
A quell’epoca i popoli slavo-ortodossi, ispirati dalla vittoria della Russia sulla Turchia, avevano già iniziato la loro invasione violenta contro i territori albanesi in cui la popolazione era principalmente mussulmana.
Gli albanesi dopo aver dichiarato l’indipendenza ed aver issato le loro bandiere dovettero affrontare una lunga e difficile lotta per ottenere il riconoscimento internazionale della loro patria che purtroppo, dopo invasioni sanguinose, uscì malconciato dalla lunga conferenza delle potenze dell’epoca a Londra.
I territori albanesi del Kosovo, di quelli che oggi sono la Macedonia, il Montenegro, la Grecia d’oggi ed altri territori furono lasciati fuori da questo nuovo stato dell’Albania, per dare via così ad un’altra lunga storia tumultuosa degli albanesi che ancora oggi rappresenta un grande problema e una sfida politica per i principi fondamentali dell’Europa.
All’epoca, a causa della posizione della Russia, che continua ancora oggi, il caso albanese rappresentò il vero significativo delle differenze della politica, storia e cultura tra l’Europa occidentale e la Russia ortodossa.
Se ora l’Europa cederà dai suoi principi fondamentali al confronto delle richieste russe che sono rimaste le stesse, saremo testimoni anche noi mentre la storia ci sta passando davanti, anche se per fortuna dobbiamo ricordare che ora ci sono in mezzo anche gli Stati Uniti che invece cento anni fa non aveva nessun ruolo nei Balcani.
D: Quest’anno la ricorrenza dell’indipendenza coincide con il fallimento dei negoziati per il Kosovo. Qual è l’atmosfera di questa settimana di festa nazionale in Albania...
Secondo il mio parere personale, l’atmosfera di festa e più intensa e vitale che negli anni precedenti e questo perché questa data storica dell’Albania ha un significato simbolico e politico per il Kosovo che sta facendo il possibile per arrivare alla sua indipendenza con 95 anni di ritardo.
Come nel 1912 a Valona, dove fu issata la bandiera albanese simbolizzando la proclamazione dell’indipendenza, il 28 novembre di quest’anno si sono radunati in tanti sia dalla capitale Tirana sia dagli altri territori albanesi dei Balcani.
Hanno partecipato in tanti anche dalla Macedonia, dal Kosovo e dal Montenegro insieme con tutte le personalità della politica di Tirana che per una volta hanno lasciato da parte le loro differenze politiche.
A Pristina e a Tetovo come a Tirana è stata festeggiata la festa nazionale e alle massime autorità dell’Albania sono arrivati molti messaggi di congratulazione in cui non mancavano gli auguri di una prossima simile festa per l’indipendenza del Kosovo.
Questa unità nazionale di tutti gli albanesi dei Balcani è stata accompagnata da due dimensioni particolari che hanno di certo a che fare con la storia dualista degli albanesi dei Balcani, una riguarda al futuro e l’altra riguarda al passato.
In tutti gli interventi dei partecipanti a questa celebrazione, cominciando dal presidente della repubblica Bamir Topi, nel brindare e nei festeggiamenti per l’indipendenza non è stato dimenticato l’obiettivo dell’integrazione euro-atlantica dell’Albania e dei Balcani che significa anche una certa limitazione dell’indipendenza nazionale delle nazioni e degli stati. (...)
(segnalato da Luca S.)
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Agence France-Presse
November 16, 2007
Pro-Americanism 'a must' in Kosovo
ISMET HAJDARI
DOBRATIN, Serbia - Pictures of beaming ethnic Albanian
leaders alongside senior U.S. figures feature
prominently in Kosovo, where sympathies for the United
States are high ahead of Saturday elections.
As the main supporter of Kosovo's push for
independence, the Western superpower is so popular in
the tiny Balkan territory that many young children and
major streets have names like "Clinton."
Four-year-old Clinton Bajgora plays in the yard of his
family home, more interested in the mud piles than the
inquiries put to his parents about their decision to
name him after former U.S. president Bill Clinton.
"According to our customs, one of my daughters is
named after my mum. Instead of naming my son after my
dad, I named him after Clinton because I consider him
as the father of our nation," said Hasan Bajgora.
The Albanian majority's adoration of the United States
is ever present in Kosovo.
American politicians are regarded as heroes for their
crucial backing of NATO's air war against Serbian
targets....
Kosovo, which has been run by the United Nations since
the end of the NATO bombing in mid-1999, is one of the
rare places around the world unaffected by
"anti-Americanism."
The faces of Clinton, his former secretary of state
Madeleine Albright and U.S. President George W. Bush
appear on numerous billboards and television ads in
campaigning for Saturday's general and local
elections.
Draped with stars and stripes:
The American flag with its stars and stripes decorates
almost all office buildings across the province,
including those of the Kosovo president and prime
minister.
Shkelzen Drenovci runs the "Wesley Clark" driving
school, named after the retired U.S. general who
headed NATO's three-and-a-half month military
operation against the Milosevic [government].
"It was my father's wish. He said that General Clark
was the one who pressed the button" for the bombing to
start, said the 31-year-old.
But the uncontested Kosovo favorite is Bill Clinton,
whose August 19 birthday is celebrated with much
fanfare across the province.
Pristina's main avenue is named after the former
president and features a huge mural bearing his image.
The city recently approved plans to erect a
three-meter (10-foot) statue in his honor.
Being pro-American has become "a dogma in Kosovo,"
said Valon Syla, the political editor of the newspaper
Express.
"Like Muslims who believe in God and Mohammad as his
messenger and prophet, the Albanians believe in
America," Syla said. "Politicians who are not
pro-American cannot even dream of victory here," he
added.