Beta News Agency - August 4, 2009
Anniversary of Operation Storm marked
BELGRADE: Today marks the 14th anniversary since a Croat military onslaught on the country's Serb area of Krajina that ended in the murder of more than 2,000 people.
The attack, known as Operation Storm, also saw over 200,000 Serbs driven out of Croatia as refugees.
The Veritas center for documentation and information says that only in the former Sector South 22,000 Serb homes were pillaged, demolished or set on fire. The 1995 assault came despite the fact that the area was under UN protection.
In Belgrade's Church of St. Marko this Tuesday, the dead will be remembered in a service dedicated to their souls, followed by a commemoration for the fallen Serbs in Croatia.
Several dozen refugees have traveled from Serbia to their hometowns in Croatia where they too will attend services in rebuilt Serbian Orthodox temples. Then, they will place flowers along Petrovačka Road, along which they fled to become refugees 14 years ago.
The refugees will do the same on the Sremska Raca border crossing, where they entered Serbia in the summer of 1995.
In Belgrade on Monday, President Boris Tadic said the return of refugees, problems concerning the return of Serb property in Croatia, and the exhumation and identification of the victims are the issues that must be resolved as part of improving the overall relations between Serbia and Croatia.
Tadic met with a delegation of the Association of Families of the Missing and Killed in Croatia, headed by association president Cedomir Maric, his office said in a statement.
The delegation informed him about their problems and expressed dissatisfaction because the exhumation and identification of the victims of the war in Croatia is proceeding slowly.
According to the delegation's figures, some 2,230 Serbs are still listed as missing in Croatia.
Meanwhile, that country is today celebrating the anniversary as its national holiday.
04. agosto 2009.
In Serbia e la Repubblica serba oggi si celebra il 14esimo anniversario dell’attacco dell’esercito croato contro la Repubblica Krajina e 13 comuni bosniaci. In questa operazione che è stata denominata Tormenta, alla quale hanno partecipato le forze croate e musulmane, sono stati uccisi 2.650 e sono stati cacciati 340 mila serbi. Nella Krajina sono stati uccisi 2 mila serbi e dal suo territorio sono stati cacciati via 220 mila, mentre nella continuazione dell’operazione in Bosnia ed Erzegovina, denominata Maestral 95, le forze croate e il quinto corpo dell’esercito musulmano hanno ammazzato 655 ed hanno costretto all’esilio 125 mila serbi. L’aggressione contro la Krajina è stata effettuata nonostante essa si trovasse sotto la protezione delle Nazioni Unite e la sua delegazione il giorno precedente a Ginevra abbia accettato il piano Z-4 che prevedeva la sua reintegrazione nel sistema giuridico della Croazia. La Croazia non è stata punita in alcun modo per questa più massiccia pulizia etnica dopo la Seconda guerra mondiale.
04. agosto 2009.
I rappresentanti dei serbi della Krajina hanno ricordato alla riunione commemorativa che è stata tenuta dopo il parastos in suffragio delle vittime cadute nell’operazione Tormenta dell’esercito croato, al quale ha presenziato anche il Presidente dello Stato Boris Tadic, che in quell’azione sono stati uccisi circa 2.000 serbi, mentre più di 250 mila sono stati costretti ad abbandonare il territorio croato. Loro hanno chiesto che sia chiarito il destino dei serbi scomparsi e che siano puniti coloro che sono responsabili dei crimini commessi durante la Tempesta. I rappresentanti dei serbi che vivevano in Croazia hanno ribadito che i loro diritti in quel Paese non si rispettano e che le autorità croate rifiutano di dare le pensioni ai profughi serbi che vivono in Serbia. Al parastos (la messa funebre) che è stato celebrato nella Chiesa di San Marco hanno presenziato più di mille persone. Molti di loro portavano i manifesti su cui scriveva Vogliamo tornare in Krajina, la Tempesta è ancora in corso, i serbi sono le vittime del genocidio ed altro.