Da: Dieci Febbraio <diecifeb(a)diecifebbraio.info>
Oggetto: Con richiesta di pubblicazione
Data: 14 gennaio 2013 21.12.45 GMT+01.00
A: redakcija(a)primorski.eu, redazione(a)primorski.eu, trst(a)primorski.eu
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Al Primorski Dnevnik
e p.c. agli altri media e giornalisti triestini e sloveni in Cc
ANCORA SULLA CHIUSURA DELLA SEZIONE STORIA DELLA BIBLIOTECA SLOVENA
Dopo la nostra
Lettera di protesta veniamo a conoscenza della decisione presa dal CdA della Biblioteca Slovena di *chiudere* inesorabilmente la Sezione Storia anche al pubblico… La ragione ufficiale è adesso la carenza dei requisiti di sicurezza dei locali: problemi reali, ma che non sono certo esclusiva della Sezione Storia (la stessa Biblioteca di Trieste, ad esempio, non ha problemi minori da quel punto di vista). Il risultato finale è però inequivocabile: la Sezione Storia è chiusa e non si sa quando verrà riaperta. Né il CdA – nella foga di chiudere ad ogni costo la Sezione Storia – si è minimamente preoccupato di prendere le misure necessarie per rendere disponibile a studiosi e ricercatori il prezioso materiale ivi custodito. Tutto questo non può che ulteriormente rafforzare il sospetto che quanto sta accadendo sia frutto di una precisa volontà di distruggere la Sezione Storia anche per assecondare le pretese degli ambienti del più retrivo nazionalismo italiano, in primis le organizzazioni che pretendono di rappresentare i profughi dall’Istria.
Ribadiamo perciò quanto avevamo già scritto: << Come è possibile che non si trovino i pochi fondi necessari per garantire la fruibilità dei materiali ed il lavoro degli storici e archivisti qualificati, in una città in cui invece trovano posto e denari a palate un Museo della civiltà istriana fiumana e dalmata che presenta innumerevoli falsi storici, ed il centro studi Panzarasa, agiografico della Decima Mas?
La chiusura della Sezione storia è un colpo inferto in generale alla cultura della città di Trieste, ed in particolare alla possibilità di fare ricerca e divulgare la conoscenza storica sulle vicende dolorose ed importanti del confine orientale italiano. E’ perciò un colpo inferto anche al carattere multinazionale della città ed alla possibilità di un dialogo tra le componenti nazionali italiana e slovena, che sia fondato sulla conoscenza reciproca e presa d’atto delle vicende storiche reali, al di là delle propagande e delle “buone intenzioni” professate. (…) Per Trieste, per gli sloveni ma anche per gli italiani, per un futuro diverso di coesistenza pacifica tra i popoli, la Sezione storia della Biblioteca nazionale slovena e degli studi di Trieste deve essere riaperta, i suoi addetti vanno confermati nei loro incarichi, e ad essa devono andare i fondi ed il sostegno necessario, a tutti i livelli, perché possa proseguire e rilanciare le attività cui è istituzionalmente deputata. >>
Crediamo che questa richiesta debba unire gli ambienti accademici e della ricerca storica, i settori sani della cittadinanza slovena e italiana di Trieste, le opinioni pubbliche democratiche di Slovenia e Italia.
Hanno sottoscritto anche:
Susanna Angeleri, Coordinamento Antifascista Antirazzista Toscano – Arezzo
Giuseppe Aragno, storico, Napoli
Giovanni Caggiati, Comitato antifascista e per la memoria storica – Parma
Claudia Cernigoi, giornalista e ricercatrice storica – Trieste
Paolo Consolaro, saggista – Vicenza
Davide Conti, storico – Roma
Angelo D’Orsi, storico – Torino
Claudio Del Bello, edizioni Odradek – Roma
Marco Delle Rose, ricercatore storico – Lecce
Alexander Hobel, storico – RomaAlessandra Kersevan, casa editrice Kappa Vu – Udine
Andrea Martocchia, saggista – Bologna
Paolo Modesti, docente di informatica – Vicenza
Claudio Venza, docente di storia contemporanea – Trieste