Cap.4: Alle pendici dei Monti
della Laga
ACQUASANTA TERME AL CENTRO DELLA VICENDA DEI
PARTIGIANI JUGOSLAVI
[p.117:] Prima della guerra
“Koša” [Nikola Dimić] aveva
finito gli studi di giurisprudenza, si stava preparando
all’avvocatura a Berane. Subito all’inizio del 1941 si era
messo con i rivoltosi. A causa del suo contributo al movimento
antifascista, nel gennaio del 1942 era stato arrestato dai
cetnizi e consegnato agli italiani. Seguirono i campi di
concentramento in Albania (Preza, German e Kavaja [ERRATA: non "Kravaja"]), in
Montenegro (Bar) e in Italia: Bari, Foggia e Colfiorito...
Drago
Ivanović nella sua casa di Lubiana nel corso della nostra
intervista, 10 luglio 2009.
LA
FRATELLANZA
E LA GUERRA
Sotto: Annunzia De
Benedictis, che fu la "mamma italiana" di Drago durante la sua
permanenza a Morrice (comune di Valle Castellana) (Ivanović 1999
p.395).
Aggiornamento 2017: il Comune di Valle Castellana è stato
incluso nella campagna
"Rete della memoria e dell'amicizia per l'Appennino
centrale"
LE
STRAGI
[p.125:] Appena
trascorsa la mezzanotte del 10 marzo un nutrito gruppo di
tedeschi, accompagnati e guidati da elementi fascisti
della provincia e del comune di Acquasanta, stabilì di
salire verso le frazioni di Pozza, di Pito e di Umito. La
loro intenzione era quella di accerchiare il gruppo di
partigiani di Umito e di Pozza ponendosi in tre posizioni
diverse e cogliendo la popolazione nel sonno... Non pochi
dovevano essere gli “accompagnatori” del luogo,
conoscitori dei sentieri, dei viottoli e delle
scorciatoie... Evidentemente per i tedeschi non era stato
difficile avere la collaborazione di abitanti del comune
di Acquasanta e dello stesso maresciallo Melchiori, che
conoscevano tutta la difficile zona della valle del
Garrafo, come le proprie tasche. Appena fu l’alba la
diabolica trappola scattò per Pozza. ((Di Domenico 2001,
pp.63-64.))
Il massacro di Pozza, Umito, Pito e dintorni coinvolse
numerose persone di nazionalità diversa, di diversa età e
compiti o coscienza antifascista, uomini e donne,
addirittura una bimba di un anno. Durante la risalita della
valle da parte dei nazifascisti, la mattina dell’11 marzo,
alcuni abitanti furono presi prigionieri a Pozza. Il primo
ad essere ucciso, crudelmente nonostante implorasse pietà,
con cinque colpi di pistola direttamente dal Melchiori in
divisa da SS, fu il giovane Emidio Collina [...] Una sventagliata di mitra
invece si portò via Serafino Cesari, Pietro Patulli e
Mariano Castelli, allineati al bordo della strada. Molti
altri avrebbero potuto essere i caduti a Pozza se non fosse
giunta voce che più su, a Umito, i partigiani stavano
reagendo. [...] Era scoppiato
l’inferno. Vistisi circondati, i partigiani avevano aperto
il fuoco contro i tedeschi: alcuni combattenti furono uccisi
mentre lottavano, tra questi Gregorio Schiavi e alcuni
montenegrini che furono colpiti mentre uscivano dalle
finestre per raggiungere altre posizioni. Martina
Cristanziani fu abbattuta dai tedeschi dinanzi al suo
bambino; la piccolissima Anna Sparapani perì nelle fiamme
della sua casa, incendiata dai nazifascisti; altri caddero
benché disarmati e persino estranei ai fatti bellici. La
battaglia ebbe termine verso mezzogiorno, quando si
contavano più di 30 morti, tra cui alcuni tedeschi che
furono cremati sul posto. Altri militari saccheggiarono i
viveri dalle case per poi appiccare il fuoco.
A sinistra:
targa
commemorativa di Anna Sparapani a Umito; a destra:
lapide di Anna Sparapani nel cimitero partigiano di
Pozza.
Umito: così appaiono ancora le rovine
delle case da cui tentarono la fuga Gregorio Schiavi e
compagni, incendiate dai nazifascisti ed oggi (foto
2009) sommerse dalla vegetazione. Sotto, a sinistra: nelle
immediate vicinanze, il
cippo commemorativo di Schiavi; a destra: lapide di
Gregorio Schiavi nel cimitero
partigiano di Pozza.
Sul
sacrificio di Gregorio Schiavi si veda la
lettera di Paolo Forlini (PDF 1,3MB
- gentilmente concessa dall'arch. Gelindo Forlini, che
ringraziamo).
[p.132:] Il 17
aprile ingenti forze repubblichine e tedesche si mossero verso
le montagne: una parte si diresse a San Martino e
Collefrattale ((In questa occasione sarebbero morti “Leso” e
“Vojo” secondo la versione alternativa a quella che li vuole
uccisi l’11 marzo, cfr. n.80.)), altri andarono verso le
frazioni abruzzesi di Valle Castellana. Questi ultimi
passarono per Morrice, e qui avrebbero sorpreso un certo
numero di rifugiati stranieri ((Di Domenico 2001 p.81.)); poi
proseguirono per Pietralta, dove nel corso di pesanti scontri
morirono ben 8 jugoslavi ((Mari 1964 p.56. In
Di Domenico 2001 (a p.81) si sostiene
che i catturati furono fucilati. (...) )). I
loro nomi li ritroviamo sulla lapide di Pietralta, apposta nel
2004 dall’ANPI di Montorio al Vomano.
Trovammo
qui
Fede, madre, pane, fucili.
I morti lo sanno.
I vivi non dimenticheranno.
Fiumi di sangue
divisero due Popoli.
Li unisce oggi
il sacrificio
dei Compagni migliori
Compagno,
quando vedrai piangere mia
madre,
dille di non piangere.
Non sono solo.
Giace con me
un Compagno jugoslavo.
Nessuno ardisca gettare fango
sul sangue versato
nella lotta comune.
Sopra: a sinistra, lapide
di Pietralta (foto gentilmente concessa da Costantino Di
Sante); a destra, lapide nel Cimitero Internazionale
Partigiano di Pozza e Umito.
Sotto: il Cimitero Internazionale Partigiano di
Pozza e Umito, che è collocato pressoché a metà strada tra le
due frazioni di Acquasanta Terme.
Nel corso di una
nostra visita a Ljubljana, Drago Ivanović ci ha mostrato e
consegnato copia del memoriale in versi scritto da G. De Juliis (23/1/2010).
2021:
progetto di
pubblicazione del "Memoriale di Cola Giovanni" scritto
da Guido De Juliis.
Lapide apposta sulla scuola
elementare di Pozza
I
fuggiaschi di Colfiorito caduti sul territorio a cavallo tra
Marche e Abruzzo, elencati in Ivanović 2007
(p.69).
Feriti:
Andrija Miletić a Umito, Andrija Kaladjurdjević a Farno. (...)
ELENCO
aggiornato dei caduti jugoslavi menzionati sulle lapidi a
Pozza dopo il restauro del 2019 (fonte):
BAJRAMOVIĆ GAVRILO –
AVRAM
BOJOVIĆ JANIĆIJE – JANKO
DJUKANOVIĆ SPASOJE
GEZOVIĆ MALIŠA
GOLUBOVIĆ RADOSAV
ILIĆ ILIJA
KARADAGLIĆ JOVAN (sulla cui
vicenda si veda il VIDEO realizzato dal nipote nel 2020)
LEKOVIĆ VOJISLAV – VOJO
LOPIČIĆ MILO
MARKOVIĆ MIKETA
MILANOVIĆ BRANKO
MILANOVIĆ ILIJA
MILANOVIĆ VELJKO
MILOŠEVIĆ DRAGOLJUB – DRAŠKO
MITROVIĆ ALEKSANDAR – LESO
MITROVIĆ DRAGOLJUB
RAJKOVIĆ ANDRIJA
STRUGAR MARKO
VUJAČIĆ KOSTO
VUJAČIĆ RAKO – DRAGO
VUJOVIĆ DUŠAN
(...) Nell'elenco
dei partigiani teramani o attivi in provincia di Teramo morti
durante la guerra di Resistenza, che riporta 93 nomi ed è
inciso sulla lapide murata all'esterno della "Civica
Residenza" in Teramo (piazza Orsini), appaiono le seguenti 24
trascrizioni di nomi jugoslavi: ((Fonte. La frazione dei nomi slavi - 24 su 93 -
palesa la rilevanza del contributo di questi alla Resistenza
teramana.))
BAJOVICH Janicie
[Janko-Janičeje "Jefta" Bojović, ucciso a Umito]
BAIRAMOVICH Adrain [Barjamović, l'"Abram" ucciso a Umito in Di Domenico 2001]
BAUJIRICH Blazo
BOKAM Mitar [Bokan, caduto
a Pietralta il 17/4/1944]
BUVICH Tomo
CRUCEVICH Blazo [Blažo
Crnčević, caduto a
Pietralta il 17/4/1944]
CRUCEVICH Vazo [Savo Crnčević, caduto a Pietralta il
17/4/1944]
DUKANOVICH Spazo ["Spaso"
Djukanović ucciso
a Pozza]
FILIPPOVICH Jiovo [Ivo
Filipović, caduto a Pietralta il
17/4/1944]
FILIPPOVICH Voijo [Vojo
Filipović, caduto a Pietralta il
17/4/1944]
GEROVICH Malisa [Mališa Gezović ucciso a Pito]
ILICH Ilia [Ilija Ilić ucciso
a Umito]
LACKOVICH Milosav
MARKOVICH Micheta [Miketa
Marković ucciso a Pito]
MIJOLAVICH Savo [Savo Mijović caduto a Pietralta il
17/4/1944]
MILANOVICH Branco [Branko
Milanović ucciso a
Umito]
MILANOVICH Ilia [Ilija
Milanović ucciso a
Umito]
MILOSEVICH Dra Coliinb [Dragoljub
"Drasko"
Milošević ucciso a
Pito]
PETROVICH Vladimiro [Petrović
Vlado, caduto a
Pietralta il 17/4/1944]
RAIANOVICH Branco
SHOC Branco
VUJIOCICH Dusan [Dušan Vujović ucciso a Umito]
VUSCANOVICH Marco
ZOPIVICH Milo
Di parte di questi nomi
sappiamo che, anche se furono combattenti nel teramano ed in
particolare a Bosco Martese, non caddero in provincia di
Teramo ma nelle Marche (a soli pochi chilometri
dall'Abruzzo, in effetti) e sono sepolti nel cimitero
partigiano internazionale di Pozza e Umito (Acquasanta
Terme). Per gli altri, la trascrizione corretta è stata da
noi tentata attraverso il confronto con la fonte [13]:
la lista riveduta e corretta dei caduti jugoslavi in Abruzzo
è riportata in Appendice.
La lapide commemorativa
dedicata ai martiri della II Guerra Mondiale, collocata
sulla facciata del Municipio di Teramo, in Piazza Orsini
(fonte)
Sui partigiani jugoslavi attivi nella provincia di
Teramo, anche con riferimento alla battaglia di Bosco
Martese, ed in particolare sulla figura di Spiro, si veda l'articolo
apparso nel 1975 sul periodico Panorama
Eventi:
La strage di Pozza e Umito è stata ricordata nel 1974 nel
corso di un incontro svoltosi sul posto alla presenza di ex
partigiani jugoslavi: una breve
cronaca apparve in tale occasione sul periodico Patria
indipendente
2016-2017: Il Cimitero
Internazionale Partigiano di Pozza (Acquasanta Terme
AP) flagellato dagli eventi sismici e meteorologici
13 marzo 2017: Commemorazione
del 73.mo Anniversario delle stragi nazifasciste di
Pozza, Umito e Pito (Acquasanta Terme AP)
2017: avviata la campagna "Rete
della memoria e dell'amicizia per
l'Appennino centrale" per interventi
di ripristino (recupero di beni culturali e/o
storici), nei luoghi flagellati dallo sciame
sismico del 2016-2017 e già teatro della
presenza degli antifascisti jugoslavi
ex-prigionieri nei campi di concentramento della
nostra penisola
11
marzo 2019: Commemorazione
del 75.mo Anniversario delle stragi
nazifasciste di Pozza, Umito e Pito
(Acquasanta Terme AP)
9 agosto 2019: completato il restauro
del Cimitero Internazionale di Pozza
Ultimo aggiornamento di
questa pagina: 26
dicembre 2021
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