Continua in Italia l'incitamento all'odio razzista slavofobo (2)

COME CAMBIA LA TOPONOMASTICA A ROMA


Volevo raccontare una cosa che mi è successa ieri (9/02).
Mia moglie mi ha portato ad una iniziativa teatrale
organizzata da una Onlus cattolica che si occupa di adozioni a
distanza di bambini bielorussi e ucraini colpiti dal disastro
di Chernobyl. Di questa Onlus fanno parte molti degli
attori, peraltro non professionisti nonché colleghi di mia
moglie. La rappresentazione, "Non è vero, ma ci credo"
di Peppino De Filippo, si è svolta la prima volta a Natale
in locali messi a disposizione dall'Omnitel. Per ieri invece
i locali non c'erano e gli organizzatori sono stati costretti
a ripiegare su una sala parrocchiale vicino
alla sede Omnitel di Roma in zona Laurentina.

Uscito di buon ora da casa e arrivato nei pressi del luogo dello
spettacolo, ho chiesto a mia moglie l'indirizzo esatto del posto.
E lei: "Piazza Giuliani e Dalmati".
Li per li non ho badato molto al nome e l'ho cercato sullo
stradario. Mi sono comparsi allora dei nomi di strade tipo "Largo
vittime delle foibe istriane", altri nomi collegati al contesto
che mi sembra di aver già sentito come via Ziliotto via
Ghiglianovich e ho pensato: "Guarda che cazzo di strade ci
sono a Roma".
(vedi anche
http://www.comune.roma.it/municipio/12/territorio/zone/giuliano_dalmata.htm)

Arrivato nella piazza i miei occhi si sono diretti subito su un
monumento raffigurante la lupa capitolina con sotto scritto
"Roma madre a Pola fedele"
(o una cosa del genere) e una targa con i nomi Luigi Einaudi e
Giovanni Gronchi e una data del 1989.
Poi un cartello che tappezzava vari muri della piazza:

Federazione delle associazioni degli esuli Istriani Fiumani e Dalmati.
Giornata della memoria 10/02/1947 - 10/02/2003. Il 10/02/1947 fu
firmato il Trattato di Pace che determinò il passaggio delle province
di Pola, Fiume e di Zara, nonché di parte della provincia di Trieste
e di Gorizia alla Jugoslavia comunista. Come conseguenza di ciò
350.000 italiani scelsero l'esodo per ragioni di fede, di libertà,
di amore per l'Italia e di sopravvivenza.
Con la collaborazione del XII Municipio (nota: il presidente
è di AN).

Per il programma completo:
http://www.ilpiccolo.quotidianiespresso.it/ilpiccolo/arch_08/trieste/tr02/prog.html

Ero sull'orlo di una crisi di nervi, ma non era ancora finita: prima
di entrare nella sala della parrocchia dedicata a S. Marco
Evangelista (e chi se no) mi imbatto su una targa dedicata a
Raffaele Radossi ultimo vescovo italiano di Pola e padre
Alfonso Orlini di Zara, i quali avrebbero difeso gli
italiani da chissà quali angherie e li avrebbero seguiti poi nella
"DIASPORA" (scritto proprio così).

La gente, organizzatori compresi, secondo me nella quasi totalità
ignorava cosa significassero quelle scritte e quei simboli. Se l'avessi
saputo mi sarei portato la bandiera della RFSJ, ma poi ho pensato
che non ne valeva la pena.
Nonostante tutto lo spettacolo era simpatico e divertente.

Spero che Ivan (che credo sia di Pola) non capiti mai in quella zona.


Pino