Neonazismo: il Vaticano e la Croazia (8)
DALLA CROAZIA ALLA REPUBBLICA SERBA DI BOSNIA, SENZA MAI CITARE
JASENOVAC NE' ALCUNO DEI CRIMINI COMPIUTI DAGLI USTASCIA

1. Alcuni dispacci ANSA sulle due visite di Wojtyla
2. Lettera aperta ad "Avvenire" e J. Navarro Wals

LINKS:
http://www.pavelicpapers.com
http://www.reformation.org/holocaus.html
http://www.vaticanbankclaims.com/home.html

Letter to the Editor of "The Independent" relating to a Pope visit to
Republic of Srpska (by Boba Borojevic)
http://www.artel.co.yu/en/reakcije_citalaca/2003-06-23_4.html


=== 1 ===


*** LA VISITA NELLA REPUBBLICA SERBA DI BOSNIA ***

dal sito: http://www.ansa.it/balcani/bosnia/bosnia.shtml

25-06-2003 11:19
PAPA: BOSNIA; HO CONSTATATO VOLONTA' DI SUPERARE IL PASSATO

24-06-2003 14:18
PAPA: BOSNIA; ESTREMISTI SERBI PREPARAVANO ATTENTATI

23-06-2003 17:34
PAPA: DISCORSO BANJA LUKA, GRANDE ATTENZIONE MEDIA SERBI

22-06-2003 19:55
PAPA: BOSNIA, PAPA PARTITO DA BANJA LUKA PER ROMA (2)

22-06-2003 19:54
PAPA: BOSNIA, PAPA PARTITO DA BANJA LUKA PER ROMA

22-06-2003 19:16
PAPA: BOSNIA, LE DIECI ORE DI UNA VISITA DIFFICILE / ANSA

(di Angela Virdo') (ANSA) - SARAJEVO, 22 GIU - Era una visita
difficile: il papa che oggi e' arrivato nella Banja Luka
serbo-ortodossa e' lo stesso che per tre anni ha invocato, in nome
dell'''ingerenza umanitaria'', un intervento militare contro quei
serbi che avevano messo a ferro e a fuoco la Bosnia ed e' il capo di
quella chiesa che, durante la seconda guerra mondiale, ha sostenuto
e anche praticato la persecuzione contro i serbi ortodossi. La
volonta' di riconciliazione di Giovanni Paolo II e la realpolitik dei
dirigenti della Repubblica Srpska hanno reso possibile questa visita,
un altro passo dei serbi per uscire dall'isolamento e per lavare quel
marchio di sangue che la fine della guerra non ha cancellato.
Era una visita a rischio e questa mattina un auto sospetta,
parcheggiata a quattro chilometri dall'aeroporto, ha fatto scattare
l'allarme. Si temeva ci fosse all'interno una bomba, la polizia ha
bloccato tutti i pulmann e le auto di fedeli che si stavano dirigendo
verso Banja Luka, ma si e' rivelato un falso allarme. Per la
visita del papa i dirigenti serbo-bosniaci hanno organizzato un
imponente servizio di sicurezza impegnando oltre 4000 uomini e
dettando rigide regole alla popolazione. Tutti i bar sono rimasti
chiusi, era vietato ogni assembramento, e' stata annullata la
manifestazione a Drakulic dove gli abitanti volevano ricordare le
vittime di frate Miroslav Filipovic Majistorovic, il religioso che
guido' un massacro contro la popolazione serba durante la seconda
guerra mondiale. A vegliare discretamente sulla sicurezza del papa
c'erano anche trecento carabinieri della Msu e i soldati del
contingente britannico della Sfor (Forza di stabilizzazione della
Nato). Alla messa del papa hanno assistito circa 45.000 persone
venute da tutte le parti della Bosnia e dai paesi vicini, soprattutto
dalla Croazia che a Wojtyla hanno gridato ''Noi siamo del papa, il
papa e' nostro'' lo stesso slogan con il quale per decenni hanno
acclamato il maresciallo Tito. Non c'erano gli abitanti di Banja Luka
che sono rimasti a casa ne' sono mancati i segnali di ostilita' per
l'arrivo di Giovanni Paolo II. Sui manifesti del papa sono apparse le
'U' di ustascia, il governo filonazista di Ante Pavelic, le quattro
'S' simbolo del movimento nazionalista cetnico e anche la data 1942-
2003 per ricordare il massacro di 2297 civili, tra cui 550 bambini,
condotto da Filipovic. La televisione di Banja Luka oggi ha
intervistato nel villaggio di Drakulic alcuni sopravvissuti di quel
massacro. ''Filipovic ha sgozzato mio padre e 11 fratelli'' - ha
detto un vecchio e una donna, che portava una candela al monumento
delle vittime del fascismo, ha raccontato di aver perso 38 familiari
in quell'eccidio. ''Non ho niente contro il papa - ha detto - ma non
doveva scegliere Petricevac per la messa''. Sarebbe stata proprio
la scelta di Petricevac a dissuadere il patriarca della Chiesa serbo
ortodossa Pavle a non recarsi a Banja Luka. Proprio dal convento
accanto alla spianata dove Wojtyla ha celebrato oggi la messa,
Filipovic prese la comunione prima di partire per il massacro. E'
anche vero che accanto al convento c'e' una spianata di cemento, la'
dove c'era la chiesa di San Antonio distrutta dai serbi il 7 maggio
del 1995. Un intreccio sanguinoso di guerre in una regione che produce
piu' storia di quanto riesca a consumarne secondo una vecchia
definizione dei Balcani. Il papa oggi a Banja Luka ha cercato di
interrompere questa scia di sangue chiedendo ''perdono per i crimini
commessi dai figli della chiesa cattolica'' ma ''implorando anche
l'Onnipotente di donare a tutti i desiderio del reciproco perdono''.
Un passo importante verso la chiesa serbo-ortodossa di Belgrado e
un'implicita richiesta a compiere un gesto analogo verso la
riconciliazione, l'unica strada possibile oggi restituire un futuro
alla Bosnia e a Balcani. (ANSA). VD
22/06/2003 19:16

22-06-2003 18:22
PAPA: BOSNIA; POLIZIA HA FATTO UN BUON LAVORO, EUPM

(ANSA) - SARAJEVO, 22 GIU - La Missione di polizia europea in Bosnia
(Eupm), che ha il compito di monitorare e assistere le forze di
sicurezza bosniache, ha giudicato molto positivamente l'attivita'
svolta finora dalla polizia di Banja Luka per la sicurezza della
visita di Giovanni Paolo II. Lo ha dichiarato, riferisce l'agenzia
di stampa Fena, il portavoce dell'Eupm Allun Roberts, precisando che
la valutazione finale sara' data solo dopo che il papa e tutti i
fedeli avranno lasciato Banja Luka. ''Visto come ha lavorato la
polizia fino alle ore sedici - ha detto -, la sicurezza della spianata
del convento di Petricevac dove il papa ha celebrato la santa messa ed
ha beatificato Ivan Merz in presenza di alcune decine di migliaia di
fedeli, cosi' come le misure di sicurezza in tutta la citta', possiamo
dire che la polizia che ha fatto un buon lavoro''. A Petricevac,
ha aggiunto Roberts, non c'e' stato un solo incidente e sembra che
questo sia il frutto di un buon coordinamento e cooperazione della
polizia serbo bosniaca con tutte le altre forze di sicurezza della
Bosnia. Il ministero dell'interno della Republika Srpska (Rs,
entita' a maggioranza serba di Bosnia) ha dispiegato oltre 4mila
agenti che hanno il supporto dei militari della Nato (Sfor), tra cui
anche di tre compagnie di carabinieri dell'Msu, Unita' multinazionale
specializzata della Sfor, sotto il comando del col. Antonio Colacicco.
(ANSA) COR*VD
22/06/2003 18:22

22-06-2003 18:15
PAPA: BOSNIA; QUANDO GIOVANNI PAOLO II CHIEDE PERDONO/ANSA

22-06-2003 17:16
PAPA: BOSNIA; LE VIE DELLA PACE, PERDONO ED EUROPA /ANSA

(dall'inviato Gianluca Vannucchi) (ANSA) - BANJA LUKA (BOSNIA), 22
GIU - Il futuro della Bosnia Erzegovina passa attraverso il perdono
per i crimini passati e recenti, commessi anche da parte di
componenti della Chiesa Cattolica. Un ''perdono reciproco'' chiesto
dal Papa, necessario per interrompere per sempre la scia di sangue
che ha intriso questa terra ed arrivare in tempi brevi a far parte
dell'Europa unita. Per ottenere cio', e' pero' necessario che i
bosniaci siano in prima persona i costruttori del loro futuro. E' il
messaggio di pace e di riconciliazione lanciato oggi da Giovanni
Paolo II a Banja Luka, capoluogo della Republika Srpska, l'entita' a
maggioranza serbo-ortodossa, che con la Federazione croato-musulmana
forma la Bosnia-Erzegovina uscita dagli accordi di pace di Dayton.
Un viaggio particolare, diverso dai bagni di folla di Madrid e della
Croazia, vissuto in un ambiente sterilizzato da un imponente servizio
di sicurezza, con decine di migliaia di persone alla messa, ma, allo
stesso tempo, strade vuote e indifferenti nel resto di Banja Luka.
Per Wojtyla, attento ai rapporti con la chiesa ortodossa serba molto
vicina al patriarcato di Mosca, quella di oggi e' stata un'
importante occasione per affrontare pubblicamente il difficile tema
dei crimini commessi dai membri della chiesa cattolica croata proprio
contro i serbi. Il ''Signore onnipotente'', ha detto all'omelia della
beatificazione del croato Ivan Merz, abbia ''misericordia per le
colpe commesse contro l'uomo, la sua dignita' e la sua liberta' anche
dai figli della chiesa cattolica'' nella difficile terra dei Balcani
e ''infonda in tutti il desiderio del reciproco perdono''. Un
passo che, unito al ''saluto fraterno'' inviato durante l'omelia
all'assente patriarca di Belgrado Pavle, potrebbe risultare gradito
alla chiesa ortodossa serba, in vista di una visita del papa nella
capitale dell'ex Jugoslavia. Visita a cui si sta lavorando a livello
politico a Belgrado, ma che non e' considerata facile dal clero
ortodosso. Segnali di tensione non sono comunque mancati da parte
ortodossa bosniaca: il metropolita di Sarajevo Nikolaj ha, ad
esempio, rinunciato all'incontro interreligioso del pomeriggio con il
Papa, mandando al suo posto il vescovo di Bania Luka Jefrem.
Critiche sono inoltre state fatte per la scelta di celebrare la messa
pontificia nella spianata del Petricevac, che ospito' alcuni dei
cattolici piu' compromessi con le stragi perpetrate dagli ustascia',
tra cui un francescano, conosciuto come 'frate Satana', che fu
addirittura a capo di un campo di concentramento durante la seconda
guerra mondiale. Nonostante queste polemiche, Wojtyla ha ricordato
il ''nuovo vigore che, in tempi recenti'', ha acquistato il ''cammino
verso la mutua comprensione'' fra cattolici e ortodossi, quel
''reciproco rispetto e fraterna solidarieta' motivo di gioia e di
speranza per questa regione''. Il Papa ha voluto portare una parola
di riconciliazione e di concordia in una terra che ancora vive forte
le contraddizioni di un passato fatto di pulizia etnica e di stragi,
dove per i cattolici la vita non e' facile, tanto che solo il 3%
degli oltre 200 mila profughi e' tornato a casa. La Chiesa cattolica
rischia addirittura di scomparire, ha detto il vescovo di Banja
Luka, mons. Franjo Komarica. Il presule, che e' rimasto
coraggiosamente al suo posto negli anni della pulizia etnica, oggi
piangeva di commozione mentre il papa arrivava nella spianata di
Petricevac, colorata dal bianco e giallo di bandierine vaticane e di
cappellini. Anche Komarica si e' unito alla richiesta di perdono per
i crimini del passato. Sul prossimo futuro del paese e sulla strada
per uscire dalla pesante crisi sociale ed economica Giovanni Paolo II
non ha dubbi: la Bosnia-Erzegovina puo' trovare una ''felice
soluzione'' per i problemi esistenti se verra' ''accolta
positivamente la sua aspirazione di far parte dell' Europa unita in
un contesto di prosperita', di liberta' e di pace''. Wojtyla si e'
detto al fianco del popolo bosniaco nel ''chiedere alla comunita'
internazionale'' di continuare ad impegnarsi perche' si giunga al
piu' presto ad ''una situazione di piena sicurezza nella giustizia e
nella concordia''. Parole ascoltate attentamente dal rappresentante
internazionale Paddy Ashdown, presente stamane alla messa. Il
Papa ha anche parlato della ''grave responsabilita''' che a questo
proposito spetta a tutti quanti coloro che ''esercitano
democraticamente il governo'': non desistano, ha chiesto, per le
difficolta' ''del momento'' ne' ''si lascino sopraffare da interessi
di parte''. E a questa ''impresa comune'' la Chiesa cattolica, ha
concluso il Papa, intende apportare il proprio contributo mediante
''l' impegno fattivo dei suoi figli''. Prima di ripartire per Roma,
al termine di un viaggio-lampo di solo 10 ore, Giovanni Paolo II ha
in programma un incontro con il consiglio interreligioso della Bosnia
Erzegovina, che oltre a cattolici ed ortodossi vede anche presenti i
leader religiosi musulmani ed ebrei. Un risultato concreto
intanto la visita del pontefice sembra averlo gia' ottenuto: la
Bosnia Erzegovina restituira' a cattolici, ortodossi, musulmani ed
ebrei i beni confiscati durante il periodo comunista della Jugoslavia
di Tito. E' quanto hanno assicurato a Giovanni Paolo II i tre
componenti della presidenza collegiale del Paese, Borislav Paravac,
Dragan Covic, Sulejman Tihic. ''Bosnia, ti auguro giorni di
prosperita' e pace'', ha detto il Papa, accomiatandosi dai fedeli.
(ANSA). VN
22/06/2003 17:16

22-06-2003 14:30
PAPA: BOSNIA; DONA CROCE A GIOVANI E VA AL VESCOVADO

22-06-2003 13:23
PAPA:BOSNIA,CONTROLLO AUTO SOSPETTA BLOCCA FLUSSO FEDELI

22-06-2003 13:15
PAPA:BOSNIA;FALSO ALLARME BOMBA, CAPO POLIZIA BANJA LUKA

22-06-2003 13:14
PAPA:BOSNIA;SARANNO RESTITUITI BENI CONFESSIONI RELIGIOSE

(ANSA) - BANJA LUKA (BOSNIA), 22 GIU - La Bosnia Erzegovina
restitutira' a cattolici, ortodossi, musulmani ed ebrei i beni
confiscati durante il periodo comunista della Jugoslavia di Tito. E'
quanto hanno detto i tre componenti della presidenza collegiale della
Bosnia Erzegovina, Bosislav Paravac, Dragan Covic, Sulejman Tihic,
nell'incontro riservato avuto con il papa al suo arrivo all'aeroporto
di Banja Luka. Lo ha reso noto il portavoce vaticano, Joaquin Navarro
Valls. (ANSA). VN
22/06/2003 13:14

22-06-2003 13:13
PAPA: BOSNIA; MERZ,IL BEATO CHE EBBE SUCCESSO CON DIO/SCHEDA

22-06-2003 13:13
PAPA:BOSNIA;INVOCA MISERICORDIA DIO PER COLPE CATTOLICI

22-06-2003 13:12
PAPA:BOSNIA; FRATERNO SALUTO A PATRIARCA BELGRADO PAVLE

22-06-2003 13:10
PAPA: BOSNIA;MONS.KOMARICA,PERICOLO ANNIENTAMENTO CHIESA

22-06-2003 13:08
PAPA: BOSNIA; L'EUROPA E' LA NOSTRA AMBIZIONE, PARAVAC

22-06-2003 13:07
PAPA: BOSNIA, ARRIVATO A BANJA LUKA (2)

(ANSA) - SARAJEVO, 22 GIUGNO - Giovanni Paolo II e' stato accolto
all'aereoporto dai tre esponenti della presidenza collegiale della
Bosnia, Bosislav Paravac, serbo, Dragan Covic, croato, e Sulejman
Tihic, musulmano. Ai piedi della scaletta c'erano anche
l'arcivescovo di Sarajevo cardinale Vinko Puljic, il vescovo di Banja
Luka Franjo Komarica, il vescovo di Mostar Ratko Peric, il vescovo
ausiliare di Sarajevo Pero Sudar e il nunzio apostolico Santos Abril y
Castello Era presente anche Paddy Ashdown, Alto rappresentante per
gli affari civili della Bosnia-Erzegovina. (ANSA). VD
22/06/2003 13:07

22-06-2003 13:07
PAPA:BOSNIA;SIA ACCOLTA ASPIRAZIONE PAESE ENTRARE IN UE

22-06-2003 13:07
PAPA: BOSNIA; PERDONO RECIPROCO PER CURARE FERITE GUERRA

22-06-2003 13:06
PAPA: BOSNIA, ARRIVATO A BANJA LUKA

22-06-2003 13:06
QUIRINALE:MESSAGGIO CIAMPI AL PAPA PER VIAGGIO IN BOSNIA

22-06-2003 13:05
PAPA: BOSNIA; GIOVANNI PAOLO II IN VOLO PER BANJA LUKA

22-06-2003 13:05
PAPA: BOSNIA; MESSAGGIO DI SALUTO A CIAMPI

22-06-2003 13:05
PAPA: BOSNIA; GIOVANNI PAOLO II IN VOLO PER BANJA LUKA (2)

21-06-2003 19:59
PAPA: BOSNIA, INGENTI MISURE DI SICUREZZA A BANJA LUKA /ANSA

(ANSA) - SARAJEVO, 21 GIU - Dopo i manifesti e volantini di protesta
contro la visita di Giovanni Paolo II, apparsi a Banja Luka negli
ultimi giorni, il ministero dell'interno della Republika Srpska (Rs,
entita' a maggioranza serba di Bosnia) ha deciso di aumentare il
numero dei poliziotti dispiegati per la sicurezza dell'evento.
Saranno quindi oltre 4.000 gli agenti impegnati a garantire la
sicurezza al papa ed alle circa 36.000 persone che arriveranno da
tutta la Bosnia e dall'estero. Anche il comando della Forza di
stabilizzazione della Nato (Sfor) ha fatto arrivare a Banja Luka da
altre parti della Bosnia, centinaia di rinforzi alla Brigata
multinazionale nord-ovest, a comando britannico. E domani, oltre
all'aereo papale, sul cielo di Banja Luka voleranno solo aerei ed
elicotteri della Sfor. Ieri mattina, la polizia ha effettuato
diverse operazioni in citta' e nella zona nord-ovest della Rs, a
Laktasi, Prijedor, Celinac e Gradiska. Alcune persone sono state
fermate perche' sospettate di poter rappresentare una minaccia, tra
cui il presidente del 'Movimento dei cetnici di Ravna Gora' della Rs,
Nedjo Osap, ma il portavoce della polizia Zoran Glusac non ha voluto
fornire dettagli. ''Sara' fermato o arrestato - ha detto - ogni
persona di cui si sospetta che possa incidere sulla sicurezza della
visita del papa''. Giorni fa anche il presidente della Rs Dragan
Cavic ha ammonito che la polizia ''avra' poteri enormi e il compito
di valutare ogni possibile avvenimento, con tutte le conseguenze, e
prevenirlo tempestivamente entrando in azione''. Sono mobilitate
anche le forze di sicurezza della Federazione Bh (Fbh, la seconda
entita' bosniaca, a maggioranza croato musulmana), che hanno
intensificato i controlli del traffico ed hanno istituito posti di
blocco per verificare se a bordo delle automobili non vi siano
esplosivo o armi. Il capo della polizia della Fbh, Zlatko
Miletic ha dichiarato che sono stati individuati gruppi e individui
che potrebbero rappresentare una minaccia per la sicurezza del papa.
''Sono 'coperti', seguiamo i loro movimenti - ha detto - e siamo
pronti a prendere misure necessarie, siamo pronti anche per gli
imprevisti''. Domani, in una parte di Banja Luka, lungo tutto il
percorso del corteo papale dall'aeroporto fino al vescovado e al
convento di Petricevac, e' interdetto il traffico a tutte le
automobili non munite di autorizzazione, tutti i bar devono rimanere
chiusi ed e' vietata la vendita di alcolici, come anche la
possibilita' di assembramenti. I dirigenti della Rs temono che
anche un piccolo incidente possa far ricordare ''quello che e'
successo in occasione della posa della prima pietra per la
ricostruzione della moschea Ferhadija a Banja Luka'', quando, due
anni fa, una folla di manifestanti impedi' la cerimonia prendendo a
sassate le autorita' bosniache, i diplomatici occidentali e i fedeli
musulmani, di cui uno rimase ucciso. Il presidente Cavic, anche
oggi, ha invitato tutti i cittadini a dimostrare domani che ''questa
citta' e la Rs oggi rappresentano una terra aperta a tutti gli uomini
di buona volonta'''. Ai preparativi e all'organizzazione della
visita del papa collaborano funzionari, impiegati ed agenti di
entrambe le entita', quella a maggioranza serba e quella a
maggioranza musulmano-croata, e anche il costo della visita di 5
milioni di marchi convertibili (2,4 milioni di euro) sono divisi tra
lo stato centrale che mettera' 1,7, e le due entita' che
parteciperanno ciascuna con 1,75 milioni di marchi. (ANSA)
COR*VD
21/06/2003 19:59

21-06-2003 19:49
PAPA: BOSNIA, PER SECONDA VOLTA TRA I FANTASMI DELLA GUERRA

(ANSA) - SARAJEVO, 21 GIU - A due settimane dalla visita in Croazia,
il papa tornera' domani nei Balcani per un viaggio di 10 ore in
Bosnia , il secondo che compie in questo Paese dalla fine del
conflitto piu' sanguinoso della recente storia europea che, dal 1992
al 1995, ha provocato 200.000 morti e 2,3 milioni di profughi. La
prima visita, a Sarajevo, risale al 1997, dopo che nel 1994, in piena
guerra, Wojtyla aveva dovuto rinunciare al progetto di recarsi nella
martoriata citta'. I caschi blu dell'Onu avevano dichiarato di non
poter garantire la sua incolumita' per le minacce dei serbi di
Radovan Karadzic che, da due anni, tenevano sotto assedio l'abitato
cittadino. Domani Giovanni Paolo II arriva a Banja Luka, proprio
tra quei serbi-ortodossi che avevano minacciato di sparare contro il
suo aereo e contro la folla che assisteva alla messa. Questa volta
la presidenza della Repubblica Srpska (Rs, l'entita serba della
Bosnia) ha mobilitato l'intera citta' per la sicurezza del papa.
La visita e' altamente simbolica per la dirigenza serbo- bosniaca: a
parte l'ex presidente jugoslavo Vojislav Kostunica, Giovanni Paolo II
e' l'unico capo di stato a recarsi in visita a Banja Luka dagli
accordi di Dayton che misero fine alla guerra e sono in molti a
sperare che l'implicito riconoscimento contribuisca a far uscire la Rs
da un isolamento politico ed economico che li ha portati alla miseria.
Dopo anni di rifiuti, i serbo bosniaci hanno cominciato ad
accettare l'idea di integrare la propria entita' alla Federazione
croato-musulmana (Fbh) per creare uno stato che non sia solo
un'astrazione sulle carte di Dayton. Una necessita' imposta dalla
svolta a Belgrado e da una situazione economica che che e' ormai alla
mera sopravvivenza con un pil per abitante che supera di poco i mille
euro l'anno. La visita del papa sta, pero', riaprendo vecchie
ferite di quel passato che nei Balcani sembra non passare mai. Negli
ultimi due giorni si sono visti numerosi segnali di ostilita' per
l'arrivo del capo della chiesa di Roma. Sui manifesti di Giovanni
Paolo II sono apparse, in caratteri cirillici, le quattro 's', simbolo
del nazionalismo cetnico, il movimento serbo che durante la seconda
guerra mondiale collaboro' con le truppe naziste. E sono apparse
anche le 'U' ustascia del governo croato di Ante Pavelic, anch'essi
alleati dei nazisti, ma anche persecutori dei serbi. Altri manifesti,
di color nero, ricordano un eccidio del 1943 quando il frate
francescano Tomislav Filipovic, prese la comunione a Petricevac, dove
il papa domani celebrera' la messa, prima di guidare un massacro di
2.297 civili serbi nei villaggi vicini. Se i dirigenti politici
aspettando con ansia il papa, la chiesa serbo-ortodossa ha preso
invece le distanze dalla visita. Due settimane fa si e' saputo che il
patriarca serbo-ortodosso Pavle non si sarebbe recato a Banja Luka.
Solo oggi e' stato annunciato che all'incontro interreligioso del papa
con le quattro comunita',cattolica, ortodossa, musulmana ed ebraica,
sara' presente il vescovo di Banja Luka Jefrem e non il metropolita
Nikolaj. Nel 1997 Nikolaj aveva incontrato Giovanni Paolo II, anche se
in un colloquio separato. In quel caso fu il santo sinodo della chiesa
ortodossa a pronunciarsi a favore dell'incontro. Secondo fonti
bosniache il placet da Belgrado questa volta non e' arrivato. (ANSA).
VD
21/06/2003 19:49

21-06-2003 17:22
PAPA: BOSNIA, METROPOLITA NIKOLAJ NON INCONTRERA' WOJTYLA

21-06-2003 15:53
PAPA: BOSNIA; O.ROMANO, UN VIAGGIO NEL CUORE DEL DOLORE

21-06-2003 15:22
PAPA: BOSNIA, DI CORSA DA MOSTAR PER VEDERE WOJTYLA

21-06-2003 15:20
PAPA: BOSNIA, FRANCOBOLLO PER LA SECONDA VISITA

21-06-2003 15:18
PAPA: BOSNIA, MANIFESTI PER RICORDARE STRAGE DI SERBI NEL '42

(ANSA) - SARAJEVO, 21 GIU - Dopo quelli con la 'U' di ustascia e le
quattro 'S' serbe, sono apparsi sui muri di Banja Luka manifesti di
colore nero con la scritta, in rosso e bianco, ''Petricevac
1942-2003'', lo stesso luogo dove il Papa domani celebrera' la messa.
Secondo il quotidiano 'Nezavisne novine' di Banja Luka, i manifesti
rappresentano la protesta degli ortodossi per le persecuzioni subite
dai serbi ad opera dei croati cattolici durante la seconda guerra
mondiale. E' stato proprio a Petricevac che il frate Tomislav Filipovic
prese la comunione, il 7 febbraio 1942, prima di guidare il massacro
dei civili serbi dei vicini villaggi di Drakulic, Sargovac e Motike. In
questi villaggi gli ustascia croati del governo filonazista di Ante
Pavelic, uccisero 2.297 civili serbi, di cui 550 bambini.
Il portavoce del ministero dell'interno della Republika Srpska (Rs,
entita' a maggioranza serba di Bosnia) Zoran Glusac ha dichiarato che
la polizia non ha ancora accertato chi sia l'autore dei manifesti e di
alcuni volantini ritrovati in alcuni condomini.
Glusac ha detto oggi che la polizia la notte precedente ha fermato per
accertamenti, e poi rilasciato, alcune persone, ed ha perquisito le
loro case in cui sono state ritrovate delle armi illegali. ''Alcuni si
sono dichiarati - ha detto - appartenenti al movimento dei cetnici, ma
e' difficile dire se si tratti di un gruppo organizzato''. Anche in
questo momento, ha aggiunto, sono in corso simili operazioni.
''Sara' fermato o arrestato - ha sottolineato il portavoce - ogni
persona di cui si sospetta che possa incidere sulla sicurezza della
visita del papa''. (ANSA).
COR*VD
21/06/2003 15:18

21-06-2003 15:15
PAPA: BOSNIA; FERITE ANCORA APERTE TRA SERBI E CROATI /ANSA

(di Angela Virdo')
(ANSA) - SARAJEVO, 21 GIU - La lettera 'U' di ustascia scritta
provocatoriamente da mani ignote sui manifesti del papa a Banja Luka
riporta alla luce una storia di persecuzioni dei croati contro i serbi
durante la seconda guerra mondiale alla quale non furono estranei
esponenti del clero cattolico in Croazia e in Bosnia.
Molti tra i francescani e i preti diocesiani sostennero il governo
filonazista di Ante Pavelic e la religione cattolica fu uno dei
caposaldi dell'ideologia ustascia tanto che il suo simbolo divenne una
croce, una pistola e un pugnale incrociati sull'altare. E, nel
settembre 1994, il riferimento a quelle vicende storiche e' stato il
momento piu' significativo della prima visita del papa in Croazia.
''Dovete perdonare, ma dovete chiedere perdono'', disse Giovanni Paolo
II in un chiaro riferimento agli anni bui di Pavelic.
Ci furono religiosi che si macchiarono di crimini di guerra come il
francescano Miroslav Filipovic Majstorovic che, per quattro mesi tra il
1942 e il 1943 guido' il campo di concentramento di Jasenovac dove
morirono decine di migliaia di serbi, ebrei, rom e oppositori politici.
Nel 1943 quello che fu chiamato 'Frate Satana' per aver ordinato la
liquidazione di migliaia di persone e in non pochi casi aver provveduto
personalmente alle uccisioni, fu sospeso a divinis dal Vaticano e, alla
fine della guerra, fu processato e condannato dalla Jugoslavia di Tito.
Fu impiccato con il saio da frate perche' in quella veste ''si era reso
colpevole di misfatti senza nome''.
Nel dopoguerra anche il cardinale di Zagabria Aloiz Stepinac fu
condannato alla prigione e, in seguito, agli arresti domiciliari per il
suo sostegno al governo ustascia. Durante il processo fu ricordata
l'accoglienza di Stepinac a Pavelic al suo arrivo a Zagabria, il 13
aprile 1941, in camicia nera e scortato dai blindati italiani, e il
brindisi che il cardinale fece con il 'poglavnik' per la nascita del
nuovo Stato indipendente croato (Ndh).
Nel 1941 il Vaticano rispose in modo interlocutorio alla richiesta di
Stepinac e Pavelic di riconoscere il NdH, ma invio' un proprio
rappresentante, mons. Ramiro Marcone, riconoscendo di fatto governo e
stato croati.
Una delle accuse dei serbi contro Stepinac fu quella di aver costretto
molti alle conversioni forzate al cattolicesimo. Accusa che pero' il
Vaticano ha sempre respinto e quando, nella seconda visita in Croazia
nel 1998, Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato e martire del
comunismo, la chiesa di Roma disse che Stepinac aveva avviato la
conversione degli ortodossi per salvare loro la vita.
Anche durante il conflitto nella ex Jugoslavia la chiesa cattolica in
Croazia e in Bosnia si e' schierata a fianco dei croati contro i serbi
e anche contro i musulmani quando, nel 1993, scoppio' in Bosnia la
guerra tra le due comunita' sino ad allora alleate contro le truppe
serbe. Negli anni della guerra i francescani benedicevano i cannoni dei
combattenti croati e, in alcuni casi, quei cannoni hanno sparato
proprio da quei conventi. A testimonianza di questo clima si puo'
ricordare che due settimane fa i militari della Sfor (la forza di pace
della Nato) si sono presentati al convento di Scit, in Erzegovina, dove
secondo notizie di intelligence, si sarebbe trovato il generale croato
Ante Gotovina accusato dal tribunale dell'Aja dell'uccisione di 150
civili serbi negli ultimi mesi della guerra in Croazia. I francescani
non hanno permesso ai soldati di entrare e non c'e' alcuna certezza che
Gotovina, latitante da due anni, si trovasse effettivamente
nell'edificio, ma e' significativo che per i bosniaci e per i militari
della Nato non fosse inverosimile l'ipotesi che il generale potesse
aver ottenuto rifugio nel convento. (ANSA).
VD
21/06/2003 15:15

20-06-2003 19:27
PAPA: BOSNIA, TRAGEDIA CATTOLICI RACCONTATA DAL LORO VESCOVO

20-06-2003 18:35
PAPA: BOSNIA; IVAN MERZ, ESEMPIO DI APOSTOLO LAICO / SCHEDA

20-06-2003 18:29
PAPA: BOSNIA; PELLEGRINO DI PACE IN UNA TERRA SOFFERTA /ANSA

20-06-2003 12:26
PAPA: BOSNIA; A BANJA LUKA IMBRATTATI MANIFESTI CON WOJTYLA

(ANSA) - SARAJEVO, 2O GIU - Segni ostili sono apparsi ieri sui
manifesti di Giovanni Paolo II nel centro di Banja Luka, il capoluogo
della Repubblica Srpska (Rs) dove il papa arrivera' in visita
domenica. Su alcuni sono state disegnate, in caratteri cirillici,
le quattro ''S'' che significano ''Samo Sloga Srbina Spasava'' (Solo
l'unita' puo' salvare i serbi) da secoli slogan dei nazionalisti
serbi. Altri, accanto alle quattro S, mostrano a caratteri cubitali,
la lettera 'U' che sta per ustascia, i nazionalisti croati del governo
filonazista di Ante Pavelic che, durante la seconda guerra mondiale,
perseguitarono e uccisero i serbi a causa dell'etnia e della religione
ortodossa. Nei manifesti accanto al papa appare anche Ivan Mertz
che domenica sara' proclamato beato e il messaggio che annuncia la
beatificazione e' stato modificato. Cancellando tre lettere la frase
''beato con il cuore puro'' diventa ''mente con il cuore puro''.
Due giorni fa la polizia serbo-bosniaco ha arrestato il proprietario
di un nigth-club, Stojan Banjac, che aveva fatto stampare cinquanta
magliette con la scritta ''Drakulic: 7-2-1942'' luogo e data di un
eccidio perpetrato, durante la seconda guerra mondiale, dai croati
nazionalisti ai danni dei serbi. Drakulic e' un sobborgo di Banja
Luka dove, secondo la polizia, stavano organizzando una
manifestazione di protesta. Sul dorso della maglietta c'era la
caricatura del papa cancellata con una X e la scritta ''pa-pa'' che
nel linguaggio colloquiale significa ''ciao-ciao''. (ANSA). VD
20/06/2003 12:26

19-06-2003 16:56
PAPA: BOSNIA; MONS. KOMARICA, VISITA ATTESA CON INTENSITA'

18-06-2003 19:43
PAPA: BOSNIA; IL PAESE E' MOBILITATO PER LA SUA SICUREZZA

18-06-2003 19:31
BOSNIA: CARICATURA PAPA SU MAGLIETTA, ARRESTATO

(ANSA) - SARAJEVO, 18 GIU - Un ristoratore di Banja Luka, Stojan
Banjac, e' stato arrestato oggi per aver stampato delle magliette con
la scritta ''Drakulic, 7.2.1942'', luogo e data di un crimine degli
ustascia croati ai danni dei serbi durante la II guerra mondiale, e
sul retro una caricatura del Papa con una 'x' sulla faccia. Lo ha
reso noto oggi il capo della polizia della Republika Srpska (Rs,
entita' a maggioranza serba di Bosnia) Radomir Njegus, riferisce
l'agenzia di stampa Fena. Njegus ha dichiarato, nel corso di una
conferenza stampa, che un gruppo di persone ha pianificato
l'organizzazione di una manifestazione di protesta a Drakulic, Donje
Gradine e Klasnice, alla periferia di Banja Luka, domenica prossima,
il giorno della visita di Giovanni Paolo II. Il capo della polizia
ha anche reso noto che la scorsa notte ignoti hanno preso a sassate il
luogo, nel centro della citta', dove sara' ricostruita la moschea di
Ferhadija, minata durante la scorsa guerra in Bosnia (1992-95).
Njegus ha invitato tutti i cittadini di Banja Luka a non tentare di
provocare incidenti perche' la polizia li impedira', e i fedeli che
verranno da fuori citta' a non portare con se' armi, coltelli,
ombrelli, telefonini o latri oggetti che potrebbero essere offensivi,
e nemmeno simboli nazionalistici di qualsiasi tipo. (ANSA)
COR*VD
18/06/2003 19:31

18-06-2003 17:28
PAPA:BOSNIA;AIUTARE CAMMINO RICONCILIAZIONE E CONCORDIA/ANSA

18-06-2003 16:51
PAPA: BOSNIA; VESCOVI, IVAN MERZ ESEMPIO PER EUROPA MODERNA

18-06-2003 16:32
ILO: IL PONTE DI MOSTAR ILLUSTRA IL DIALOGO SOCIALE

(nota: il ponte di Mostar fu distrutto dagli estremisti cattolici. CNJ)

18-06-2003 10:53
PAPA: BOSNIA; AFFIDA PROSSIMO VIAGGIO ALLA MADONNA

17-06-2003 18:56
PAPA: BOSNIA; VESCOVO COMARICA,VISITA E' TEST PER BANJA LUKA

13-06-2003 17:38
SERBIA: KARADZIC E MLADIC, PRIMULE ROSSE DEL TERRORE

13-06-2003 16:48
'IL VENDICATORE' ,NUOVO THRILLER DI FORSYTH NELL'ORRORE BOSNIACO

11-06-2003 17:17
BOSNIA: DENUNCIATO PRESUNTO AUTORE MINACCE AL PAPA

(ANSA) - SARAJEVO, 11 GIU - La polizia bosniaca ha sporto una
denuncia penale contro un giovane di 23 anni di Zenica (Bosnia
centrale), indicato con le sole iniziali A.A., sospettato di essere
l'autore del messaggio elettronico del 6 giugno che conteneva ''serie
minacce alla sicurezza del Papa'' che allora si trovava in visita in
Croazia. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa Fena, precisando che
la polizia non ha fornito altri particolari sul giovane denunciato
per reato di terrorismo e che le indagini sono tuttora in corso. Il
6 giugno via internet e' arrivato a diversi indirizzi e-mail in
Croazia, tra cui a due agenzie di stampa, un messaggio di minacce da
un non meglio identificato 'Fronte islamico el mujaheddin', inviato
dal mittente Ali Muhammed. La polizia croata ha dichiarato che non
''c'e alcun pericolo per la sicurezza del papa e del suo seguito e
per i fedeli'', ed anche il Vaticano ha minimizzato dicendo che
quanto alla credibilita' di tali minacce ''e' molto dubbia e molto
spesso risulta chiaramente falsa''. (ANSA). COR*VD
11/06/2003 17:17

09-06-2003 15:16
BOSNIA: CARABINIERI, OPERAZIONE CONTROLLI IN ERZEGOVINA

(ANSA) - SARAJEVO, 09 GIU - I carabinieri dell'Msu, Unita'
multinazionale specializzata della Forza di stabilizzazione della Nato
in Bosnia (Sfor), hanno iniziato ieri sera un'operazione di controllo
della zona di Prozor/Rama, cento chilometri circa a ovest di Sarajevo,
in Erzegovina. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa Fena. Secondo
la Sfor, si tratta di un'attivita' di routine che la Forza di pace
intraprende regolarmente nell'ambito del suo mandato di garantire un
ambiente di sicurezza, ma gli abitanti del posto sono convinti che i
militari cercassero il generale croato Ante Gotovina, ricercato per
crimini di guerra dal Tribunale internazionale dell'Aja (Tpi) e che
secondo la 'vox populi' viene spesso dalla Croazia in Erzegovina.
In diversi punti di controllo del traffico i militari hanno fermato
delle automobili e ieri sera hanno anche perquisito alcune abitazioni
alla periferia nord di Rama, mentre degli elicotteri hanno sorvolato
il convento francescano di Scit, e secondo la polizia locale sono
state fermate per accertamenti due persone, Jozo Mestrovic e Luka
Valetar, rilasciate stamani. Il padre guardiano fra Mate Topic ha
detto che i carabinieri ed i soldati spagnoli hanno tentato ieri sera
di perquisire anche il convento di Scit. Dopo aver circondato
l'edifico con almeno cinque blindati - ha raccontato - hanno bussato
alla porta verso le 22.00 ed hanno chiesto di entrare per un
controllo. Dopo aver chiesto di vedere un mandato di perquisizione che
i militari non avevano, fra Mate ha negato il permesso data la tarda
ora in cui ''i fratelli piu' anziani - ha detto - stavano gia'
dormendo e le suore si erano ritirate nella parte femminile del
convento''. Il generale Gotovina, 47 anni, e' latitante da due
anni. E' stato incriminato dal Tpi per il suo ruolo di comandante
nell'operazione militare 'Tempesta' che nell'agosto del 1995 permise
alla Croazia di riprendere la regione della Krajina, dal 1991 sotto il
controllo dei separatisti serbo-croati. Durante l'operazione furono
uccisi almeno 150 serbi, mentre circa 200.000 fuggirono dalla
regione. (ANSA) COR*VD
09/06/2003 15:16

*** LA VISITA IN CROAZIA ***

dal sito: http://www.ansa.it/balcani/croazia/croazia.shtml

16-06-2003 17:07
PAPA: BOSNIA;NUOVO VIAGGIO NEI BALCANI IN CERCA DI PACE/ANSA

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 16 GIU - Durera' circa 10 ore la visita
che Giovanni Paolo II compira' domenica 22 giugno a Banja Luka,
capoluogo della Repubblica Srpska, l'entita' serba che con la
Federazione croato-musulmana forma la Bosnia-Erzegovina uscita dagli
accordi di Dayton che misero fine alla guerra (1992-1995). Si tratta
del secondo viaggio nel paese, dopo la visita nella Sarajevo
martoriata dalle guerra dell'aprile 1997. Un nuovo viaggio nei
Balcani, il numero 101 del pontificato, dopo i cinque giorni passati
ad inizio mese in Croazia. E se per il Papa il centesimo viaggio e'
stato un ennesimo bagno di folla come anche il precedente con
l'incontro dei giovani a Madrid, la visita a Banja Luka presenta
alcuni aspetti piu' complessi: in primo luogo si tratta di un
territorio che porta i segni ancora troppo recenti della guerra degli
anni Novanta. Inoltre, e' una regione a maggioranza ortodossa, ma
proprio questo consentira' al Papa di avere una nuova occasione di
incontro, dopo Romania, Bulgaria e Grecia, con il mondo ortodosso. Ma
gia' da Belgrado e' venuta l'indicazione che il patriarca serbo Pavle
non dovrebbe essere presente alla messa di beatificazione di Ivan
Merz, che sara' celebrata al convento della Ss. Trinita' di
Petricevac. - L'INCONTRO CON LE RELIGIONI: Il papa incontrera' per una
visita di cortesia il consiglio interreligioso della
Bosnia-Erzegovina, che nelle diverse entita' vede forte la presenza
islamica e ortodossa. In occasione di una visita in Bosnia di
preparazione del viaggio, mons. Renato Boccardo, capo del Protocollo
vaticano con incarichi speciali, ha ricordato che il papa andra' a
Banja Luka in primo luogo per incontrare la comunita' cattolica
bosniaca (che conta circa circa 460 mila persone, pari a 11,3 ogni
cento abitanti). Ma anche per incontrare tutti i cittadini bosniaci e
in particolare i fratelli cristiani appartenenti alla Chiesa
ortodossa, alle altre chiese cristiane ed i fedeli islamici.
Un'occasione per la ricostruzione del paese e per il ''ritrovamento
della comprensione reciproca''. - LA BEATIFICAZIONE: Ivan Merz, che
il Papa beatifichera' in occasione del viaggio, e' un teologo laico
(1896-1928), nativo proprio della citta' al centro dei Balcani. Dopo
aver studiato lettere a Parigi, Merz inizio' dal 1922 il suo lavoro
di docente nel liceo classico cattolico di Zagabria, dove mori'
all'eta' di soli 32 anni, nel 1928. Con Merz saranno 1.318 i beati
proclamati da Wojtyla dall'inizio del pontificato, a cui si
aggiungono 474 nuovi santi. - SICUREZZA: Un aspetto particolare sara'
dedicato alle misure di sicurezza: il presidente della Republika
Srpska, Dragan Cavic, ha dichiarato che prima e durante la visita del
Papa a Banja Luka saranno impegnate tutte le forze e le istituzioni
del sistema di sicurezza. In un avvertimento a tutti quelli che
''mossi da traumi personali o collettvi intendono provocare incidenti
durante il soggiorno del Papa'', Cavic ha fatto sapere che le
istituzioni intraprenderanno tutte le misure, anche quelle piu'
rigorose, per evitare ogni piccolo incidente. Le preoccupazioni
della presidenza prendono corpo da alcuni precedenti: in particolare,
due anni fa, in occasione della posa della prima pietra per la
ricostruzione della moschea Ferhadija a Banja Luka, una folla di
manifestanti impedi' la cerimonia prendendo a sassate le autorita'
bosniache, i diplomatici occidentali e i fedeli musulmani, e
uccidendo una persona. ''Tutti siamo coscienti - ha aggiunto Cavic
- della complessita' della Bosnia e di diversi sentimenti circa
questo avvenimento, ma vogliamo uniti accogliere in Papa nel migliore
dei modi''. Durante la guerra in Bosnia (1992-1995) Banja Luka e'
stata teatro di una feroci pulizia etnica e decine di migliaia di
croati e musulmani sono stati cacciati dalla citta' e dai villaggi
circostanti. - PROGRAMMA DEL VIAGGIO: La partenza e' prevista
dall'aeroporto di Fiumicino alle 8,15, con arrivo all'aeroporto
internazionale di Banja Luka intorno alle 9,40. Dopo la cerimonia di
benvenuto e' previsto un incontro privato con la presidenza
collegiale della Bosnia- Erzegovina. Alle 11,30 il papa
celebrera' la messa di beatificazione di Ivan Merz nel terreno
antistante il Convento della Santissima Trinita'. Alle 14,30
incontrera' nel vescovado i vertici della chiesa di
Bosnia-Erzegovina. Alle 17.30 e' in programma la visita di cortesia
del presidente della repubblica Serba e del presidente della
Federazione della Bosnia-Erzegovian. A seguire, visita di cortesia
del consiglio inter-religioso della Bosnia-Erzegovina. Prima di
ripartire, una visita privata alla cattedrale cattolica di Banja
Luka. Alle 19,15 e' prevista la cerimonia di congedo, mentre l'aereo
papale decollera' intorno alle 19,45. Arrivo previsto a Ciampino per
le 21. - LA CHIESA ORTODOSSA DI SERBIA: La chiesa ortodossa serba
attraversa in questo periodo rischi di scismi sia in Montenegro,
alcuni vorrebbero istituire una chiesa indipendente, che in
Macedonia, dove un tale passo ha gia' ricevuto qualche avallo
politico soprattutto da parte della vicina Bulgaria. Per contrastare
questa tendenza Belgrado h bisogno del pieno appoggio della chiesa
ortodossa russa, finora la piu' negativa nei confronti delle aperture
ecumeniche del Vaticano. Fra la chiesa romana e quella serba
tuttavia, negli ultimi tempi, si e' instaurato un intenso dialogo,
coronato recentemente da scambi di visite di delegazioni di alto
livello: diplomaticamente, il patriarcato serbo non ha percio' voluto
ufficializzare ne' la disponibilita' iniziale di Pavle, ne' la sua
successiva marcia indietro. (ANSA). VN
16/06/2003 17:07

09-06-2003 16:27
PAPA: CROAZIA; LA BENEDIZIONE PER FUTURO DI NORMALITA'/ANSA

(ANSA) - ZAGABRIA, 9 GIU - Ha dato un contributo decisivo all'
indipendenza e alla nascita del nuovo stato e ora Giovanni Paolo II
ha offerto la sua benedizione all'ingresso della Croazia nell'Unione
Europea. L'integrazione di Zagabria e' stato il primo argomento
affrontato da papa Wojtila all' arrivo a Fiume per la terza visita
dal 1994. E il papa ha espresso '' l'augurio di una felice
realizzazione'' del sogno europeo dei croati poche ore prime che la
sua Polonia festeggiasse la vittoria del si al referendum. A
invitarlo per la sua terza visita e' stato questa volta il governo di
centrosinistra e il papa ha risposto scegliendo per il suo centesimo
viaggio proprio la Croazia, paese slavo e cattolico baluardo per
secoli di fronte alle minacce della Sublime Porta. Come nelle
visite precedenti Giovanni Paolo II ha portato il suo sostegno a
Zagabria, ma ha lanciato gli stessi moniti sulla necessita' della
riconciliazione, della lotta alla poverta' e alla diseguaglianza. A
Osijek, dove durante la guerra serbo-croata correva la linea del
fronte, il papa ha chiesto al ''coraggio ispirato dalla fede'' di
adoperarsi per una nuova convivenza dopo i tempi difficili della
guerra che ha lasciato ferite non ancora completamente rimarginate.
Anche se privo di ogni accento nazionalista, il governo di Ivica
Racan non e' ancora riuscito ad avviare una vera riconciliazione
soprattutto nella Slavonia orientale dove croati e serbi vivono
un'esistenza separata, sospesa in un limbo mentale dove la guerra e'
finita e la pace non e' ancora arrivata. Secondo un recente sondaggio
del settimanale 'Globus' oltre il 40 percento dei croati e' contrario
ad ogni riconciliazione con serbi e musulmani. Come in passato
Giovanni Paolo II ha posto l'accento sulla poverta' e sulla
diseguaglianza toccando un tasto dolente per il governo croato che ha
di fronte a se' una situazione economica preoccupante. La
disoccupazione non riesce a scendere al di sotto del 20 percento e il
debito estero supera i 16 miliardi di dollari, cifra inquietante per
un paese di 4,5 milioni di abitanti. Per presentarsi alle
prossime elezioni, in autunno o al piu' tardi in primavera, Ivica
Racan spera nel turismo, da sempre la risorsa principale del paese
annientata nei dieci anni del lungo conflitto della ex Jugoslavia.
Nelle speranze dell'esecutivo di Zagabria il papa potrebbe essere
''lo sponsor'' speciale della prossima stagione turistica. Un
auspicio espresso anche dall'arcivescovo di Zagabria Josip Bozanic
secondo cui ''la visita del papa sara' un momento importante per il
paese, dal punto di vista culturale, economico e turistico, data la
presenza di tutti i media internazionali''. E con la visita il papa
ha mostrato al mondo Dubrovnik e Zara, due citta' di grande bellezza
che, con le oltre mille isole, fanno parte del tesoro croato.
Con la visita del papa il governo spera anche di raccogliere consensi
nel serbatoio della destra moderata che ha perso del tutto con la
cacciata del partito socialiberale di Drazen Budisa dall'esecutivo.
Ma il nazionalismo e' ancora forte in molte parti del paese dove non
perdonano a Racan di aver deciso l'estradizione al Tribunale
internazionale dell'Aja (Tpi) di ''eroi della guerra di
indipendenza'' come il generale Ante Gotovina, latitante dall'estate
del 2001. Oggi a Zara, roccaforte dell'Hdz, il partito fondato dall'ex
presidente Franjo Tudjman, il messaggio al governo era molto chiaro.
Accanto alle immagini del papa campeggiava un gigantesco poster di
Gotovina con la scritta ''un eroe, non un criminale di guerra''.
(ANSA). VD
09/06/2003 16:27

09-06-2003 16:23
PAPA: CROAZIA; IN UE RICONCILIATA E SALDA NELLA FEDE /ANSA

09-06-2003 14:08
PAPA: CROAZIA; SONO SICURO CHE ARRIVERANNO GIORNI MIGLIORI

09-06-2003 13:56
PAPA: CROAZIA; PARTITO DA ZARA PER ROMA

09-06-2003 13:27
PAPA: CROAZIA; A ZARA POSTER DI GENERALE RICERCATO DA TPI

(ANSA) - ZAGABRIA, 9 GIU - Un poster gigante del generale Ante
Gotovina, ricercato dal Tribunale internazionale dell'Aja, campeggiava
oggi a Zara accanto alle immagini di Giovanni Paolo II con la scritta
''un eroe, non un criminale di guerra''. Gotovina, 47 anni,
originario di Pakostane nei pressi di Zara, e' accusato del ruolo
avuto nell'uccisione di almeno 150 civili serbi durante l'operazione
'Tempesta', l'offensiva contro i secessionisti serbi che permise a
Zagabria di riprendere il controllo della Krajina. Gotovina, al
quale e' stata offerta la cittadinanza onoraria di Zara, e' latitante
dall'estate del 2001 e si ritiene che si nasconda in Erzegovina, la
regione meridionale della Bosnia a maggioranza croata.(ANSA).
VD
09/06/2003 13:27

09-06-2003 12:27
PAPA: CROAZIA; SIATE TESTIMONI CREDIBILI DELLA FEDE

09-06-2003 12:20
POLONIA: REFERENDUM; PAPA SPERA CHE PORTI IN UE SUOI VALORI

09-06-2003 11:24
PAPA: CROAZIA; IN 50.000 FESTANTI L'ACCOLGONO A ZARA

09-06-2003 10:47
PAPA: CROAZIA; ARRIVATO A ZARA

09-06-2003 10:14
PAPA: CROAZIA; PARTITO DA AEROPORTO DI RIJEKA PER ZARA

08-06-2003 20:18
PAPA: CROAZIA, STANCO, PREGATE PER ME IN VITA E DOPO MORTE (3)

08-06-2003 20:17
PAPA: CROAZIA;GESTI CONCRETI PER BENE PREZIOSO FAMIGLIA

08-06-2003 20:05
PAPA:CROAZIA;PREMIER RINGRAZIA PER SOSTEGNO A INGRESSO IN UE

(ANSA) - ZAGABRIA, 8 GIU - Durante un'udienza privata oggi a Rijeka il
primo ministro croato Ivica Racan ha ringraziato oggi Giovanni Paolo
II per il suo sostegno all'ingresso di Zagabria nell'Unione Europea.
Lo ha reso noto l'agenzia cattolica 'Ika'. ''Ho ringraziato
Giovanni Paolo II per essersi espresso a favore dell'adesione della
Croazia all'Ue'' ha detto Racan al termine del colloquio precisando
che e' stato lo stesso Wojtila ad affrontare l'argomento. ''Ho anche
detto al papa che questo paese e' deciso a mostrare l'appartenenza
alla civilta' cristiana, democratica ed europea, indipendentemente da
chi e' al governo'' ha aggiunto il primo ministro. Racan ha detto
che ''il papa e' apparso in buona forma, con gli occhi aperti e molto
attento alla conversazione''. ''Sono rimasto impressionato dalla forza
spirituale, dalla sua vitalita' e dal suo interesse per la Croazia e
per la regione''. Il primo ministro croato ha anche ringraziato il
pontefice per aver scelto la Croazia per il suo centesimo viaggio.
Giovanni Paolo II, arrivato giovedi', oltre a Rijeka ha visitato
Dubrovnik, Osijek e Djakovo e concludera' il suo viaggio domani a
Zara. (ANSA) VD
08/06/2003 20:05

08-06-2003 19:57
PAPA: CROAZIA; STANCO, PREGATE PER ME IN VITA E DOPO MORTE (2)

08-06-2003 19:55
PAPA: CROAZIA; STANCO, PREGATE PER ME IN VITA E DOPO MORTE

08-06-2003 18:36
PAPA: CROAZIA; EVENTO STORICO PER COMUNITA' ITALIANA, RADIN

08-06-2003 17:12
PAPA:CROAZIA;ITALIANI,MINORANZA PICCOLA E SIGNIFICATIVA

08-06-2003 15:13
PAPA: CROAZIA; AGGREDITI ATTORI CHE INSCENANO SESSO

(ANSA) - ZAGABRIA, 8 GIU - Una performance provocatoria di un teatro
ambulante francese davanti alla cattedrale di Zagabria e' stata
interrotta con violenza ieri da alcuni passanti offesi dalla
simulazione di un atto sessuale e dal tentativo dei due attori di fare
il bagno in una fontana ornata dalla statua della Madonna. Lo
riferisce il giornale croato 'Jutarnji list'. Contro Pascal
Larderet e Josy Corrieri, attori della compagnia ambulante Cacahuete,
alcuni abitanti della capitale hanno gridato: ''Questo e' un paese
cattolico. E in questo santo giorno, quando il papa e' in Croazia, non
saranno gli infedeli a passeggiare per Zagabria.'' Alcuni uomini hanno
aggredito i due attori cercando di separarli dopo che si erano
svestiti fingendo un atto sessuale sul prato davanti alla cattedrale.
Per bloccare i croati che stavano aggredendo i due attori e' dovuta
intervenire la polizia. ''E' chiaro che i croati - ha detto
l'attrice commentando l'accaduto - preferiscano di piu' il papa che
un'arte un po' eccentrica.'' (ANSA). COR*VD
08/06/2003 15:13

08-06-2003 13:55
PAPA: E' REALE ASPETTARSI VISITA SERBIA,METROPOLITA ZAGABRIA

08-06-2003 12:11
PAPA: CROAZIA; IN ITALIANO, FAMIGLIE RINSADATE VINCOLI

08-06-2003 12:10
PAPA: CROAZIA; NAVARRO, MONGOLIA E KAZAN STANNO MATURANDO

08-06-2003 12:09
PAPA: CROAZIA; PROVVEDIMENTI CONCRETI IN AIUTO FAMIGLIA

08-06-2003 12:09
PAPA: CROAZIA; FAMIGLIA FONDATA SUL MATRIMONIO

(ANSA) - RIJEKA (CROAZIA), 8 GIU - La famiglia e' ''una comunita' di
vita fondata sul matrimonio, cioe' sull'unione stabile e fedele di un
uomo e sii una donna, tra loro legati da un vincolo pubblicamente
manifestato e riconosciuto''. L'ha ribadito il Papa nel corso della
messa che sta celebrando a Rijeka (Fiume), dedicata al tema della
famiglia. Giovanni Paolo II ha chiesto ai presenti anche ''di farsi
carico delll'educazione umana e cristiana - ha detto - dei vostri
figli, affidandovi anche all'aiuto esperto di educatori e catechisti
seri e ben formati''. Nella odierna societa' ''drmmaticamente
frammentata e divisa'', e per questo ''disperatamente insoddisfatta',
ha osservato il Papa, il cristiano '''non si rassegna alla
stanchezza e alll'inerzia. Siate il popolo della speranza. Siate un
popolo che prega''.(ANSA). PSA
08/06/2003 12:09

08-06-2003 12:08
PAPA: CROAZIA; VESCOVO, ANCHE ITALIANI HANNO COSTRUITO FIUME

08-06-2003 12:07
PAPA: CROAZIA; OLTRE 100 MILA ALLA MESSA DI FIUME


=== 2 ===


Egregio Signor Direttore "Avvenire"
Egregio Signor J. Navarro Wals

Giustamente si levano proteste per un altro viaggio di Papa Wojtyla, e
questa volta nientemeno che nella Repubblica Serba di Bosnia dunque
(dopo le pulizie etniche imposte dagli USA) una parte prevalentemente
abitata da serbi ortodossi.
Dopo il riconoscimento di Papa Wojtyla (due giorni prima dell'UE) della
secessione della Slovenia e della Croazia, non aver mai chiesto alla
chiesa ortodossa serba il perdono per quello che hanno fatto gli
ustascia croati contro i serbi, e non soltanto, dal 1941 al 1945, con
il, più o meno, tacito consenso del clero cattolico, anzi beatificando
alla fine il cardinale Stepinac, atto che è un affronto contro i veri
credenti; giustificando la barbara aggressione della NATO contro la
Jugoslavia federata (Serbia e Montenegro); non accogliendo nemmeno
l'appello del Patriarca serbo di intervenire presso la NATO per
smettere i bombardamenti durante la Pasqua
ortodossa (ma, tanto per ricordarVi, gli alleati angloamericani
bombardarono Belgrado anche nell'aprile 1944, nei giorni della
Pasqua)... E dopo tutto questo affronto come si può predicare la
Conciliazione tra le due Chiese?
Come si può definire questa insistenza a fare quest'altro viaggio?!...
Ci è difficile veramente credere nel Papa come patrono della Pace.
Mi basterebbe una Vs risposta a questa precisa domanda:
Con la beatificazione di Stepinac, non è stato forse dato ancor più
incoraggiamento alla gerarchia croata cattolica di essere nel giusto,
nel tacere sulle persecuzioni dei serbi nel 1941 - 1945 (ma anche
ebrei, rom...) e ora nel continuare a seminare odio tra gli Slavi del
Sud?
"Non chiamando le cose (e le persone) con il proprio nome, si seminano
disgrazie tra la gente". Si leggano i santini distribuiti dalla chiesa
croata a Roma, dove il Monsignor A. Stepinac viene presentato come
martire del comunismo. Potrei continuare e continuare...

Distinti saluti Ivan Jugoistrijan
Roma, 18.6.03