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Perché si fanno queste guerre?

di Michel Collon

Pubblicato in "Contrastes", rivista delle "Equipes" Popolari,
maggio-giugno 2003.
Traduzione di Curzio Bettio


Perché si fanno queste guerre? Lasciamo la parola al Presidente
Clinton, in un discorso davanti a funzionari USA a Washington, il 23
marzo 1999, nel momento in cui si accingeva a scatenare i bombardamenti
sulla Yugoslavia : «Se vogliamo ottenere delle relazioni economiche
stabili, che ci consentano di vendere in tutto il mondo, è necessario
che l'Europa ne sia la chiave…Ed è proprio da là, dal Kosovo (sic!) che
bisogna agire rispetto a questa situazione.»
In breve, la guerra ha come obiettivo quello di installare la NATO come
gendarme necessario per la dominazione USA sul continente Europeo.
Allo stesso momento, questo viene confermato da un editoriale del "New
York Times": «Perché la globalizzazione marci, l'America non deve avere
timore di agire come la superpotenza onnipotente qual è. La mano
invisibile del mercato non potrà mai funzionare senza un pugno nascosto
.
McDonalds non può prosperare senza McDonnel Douglas, il costruttore
dell'aereo da combattimento F-15.
E il pugno nascosto che garantisce un mondo sicuro per le tecnologie
della Silicon Valley, questo pugno si chiama Esercito degli Stati
Uniti, con la sua Forza Aerea, la Marina e i Marines.»

Chi controlla il petrolio, può continuare a governare il mondo

Di fatto, dopo la caduta del Muro tutte le guerre USA sono avvenute al
servizio della
«globalizzazione». In definitiva, per il diritto delle multinazionali
di continuare ad imporre le loro regole economiche e sociali ingiuste,
il diritto di non pagare le materie prime e di saccheggiare il mondo
intero.

E in primo luogo, il petrolio e il gas.
Chi controlla le vie del petrolio, può bloccare i rifornimenti dei suoi
rivali (Europa, Giappone…), ricattarli e continuare a governare il
mondo. Questo è l'obiettivo permanente di Washington.
La guerra contro la Yugoslavia mirava a rovesciare l’autogestione dei
lavoratori e di fare piazza pulita in favore delle multinazionali. Ma
anche per controllare lo strategico
«corridoio energetico n° 10 » che passa per Belgrado.
Qual è stato il risultato per i lavoratori? Il governo che la NATO ha
imposto a Belgrado è quello del FMI.
Il prezzo del pane è passato da 4 a 30 dinari, quello dell'elettricità
(in via di privatizzazione) è stato moltiplicato per quattro, la Banca
Mondiale esige il licenziamento di 800.000 lavoratori e il diritto di
sciopero sta per essere eliminato!

Il sostegno a Ben Laden e ai Talebani, poi il rovesciamento di costoro,
miravano a consentire la costruzione in Afghanistan di un gasdotto
della multinazionale USA Unocal destinato al rifornimento di tutta
l'Asia del Sud.
Il «Presidente» Afghano Karzaï è un dipendente di Unocal e dieci suoi
ministri hanno passaporto USA. Risultato? Il traffico di droga è
aumentato!

Il sostegno al regime brutale e corrotto della Colombia certamente ha
lo scopo di garantire il dominio sullo strategico Canale di Panama, ma
anche di controllare prima il petrolio Colombiano, poi quello
Venezuelano, contrastando una qualsiasi alleanza fra questi due Paesi e
quelli Equatoriali.
Quelli che pretendono di imporre la democrazia in Iraq, non hanno
esitato nel tentare un colpo di stato contro il Presidente eletto dal
popolo, Chavès.

Il sostegno USA alle milizie islamiche, in particolare a quelle di Ben
Laden, attive in Cecenia, e il loro approvvigionamento di armi ha
l'obiettivo di indebolire la Russia e di cacciarla dalle così tanto
lucrative vie del petrolio in quella regione.

In definitiva, dovunque, i petrolieri multinazionali USA cercano di
imporre dei percorsi tracciati per gli oleodotti, sotto il loro stesso
controllo: Afghanistan, Kurdistan, Caucaso, Bulgaria – Macedonia–
Albania, e attualmente si è cominciato a parlare nello specifico della
Corea e di diversi Paesi dell'Africa.
E in ciascuna di queste regioni, gli Stati Uniti manovrano per
installare le loro basi militari. Dunque, ma dappertutto in forma
clandestina, gli Stati Uniti provocano o suscitano dei conflitti,
sostenendo i peggiori razzisti, i peggiori terroristi, i peggiori
fanatici.

Tutto questo ha bisogno di pretesti e di mediamenzogne, che la sinistra
non ha saputo sempre smascherare!
Ad esempio, in Kosovo, i loro protetti dell'UCK applicano impunemente
il loro programma annunciato: pulizia etnica con l'espulsione di tutte
le minoranze (Serbi, Ebrei, Rom, Turchi, Musulmani, Gorani …) e
traffici mafiosi (droga, armi, prostituzione). Sotto gli occhi e con la
benedizione degli Stati Uniti che hanno insediato, a fianco del futuro
oleodotto, la base militare enorme di Camp Bondsteel : delle piste per
bombardieri(!), in affitto per 99 anni, che permettono di raggiungere
immediatamente il Medioriente, il Caucaso, Mosca. E un giorno, l'Europa?
     
La causa delle guerre è il sistema economico
In quanto la guerra per l'oro nero ha anche come bersaglio la
privazione della Francia e della Germania dei loro sbocchi e
approvvigionamenti in Iraq, in Iran, ecc. Lo stesso vale per la
strategia militarista e la corsa agli armamenti che hanno il proposito
di ostacolare la formazione dell'Euro-Esercito. Questo permetterebbe di
condurre le stesse guerre dell'Esercito USA, ma per conto delle
multinazionali europee.

Il militarismo e la moltiplicazione delle guerre non cascano dall'alto
dei cieli e non dipendono proprio dalla personalità di questo o quel
presidente.
Sono le multinazionali USA che hanno deciso di favorire l'elezione di
Bush, l'imbroglione non eletto. Di fatto, la causa delle guerre è
dovuta all'aggravarsi della crisi economica. Inevitabile in questo
sistema, dato che il "miglior padrone", applaudito dalle Borse, è
quello che annuncia un piano di licenziamenti di dieci o quindici mila
lavoratori in giro per il mondo.
Ma se licenziate e abbassate i salari quanto più potete, a chi andrete
a vendere ?
     
Questa assurdità scalza la base economica di uno sviluppo armonioso
generale.
Questa contraddizione non aggirabile impone una battaglia crescente per
il controllo delle regioni e delle materie strategiche, con l'obiettivo
di privarne i rivali.
Il mondo viene suddiviso come una torta. E come è diviso da tanto
tempo, la sola maniera per una grande potenza per migliorare la sua
situazione è arraffare pezzi di dominio di altri. Attraverso la guerra!

Le molteplici guerre annunciate da Bush (Iran, Siria, Corea, Colombia,
Cuba ecc…) non sono altro che dei capitoli di una guerra globale. La
ricolonizzazione brutale di tutto il pianeta corrisponde
all'imposizione di una dittatura ancora più estesa di quella sognata da
Hitler. La preda decisiva è costituita dalla Cina, con il suo immenso
mercato, e il suo tasso di crescita fenomenale. Prima di conquistarsi
un giorno l'Europa?

Ma sostenere l'Esercito Europeo non è certamente la soluzione. Quando
Chirac invia l'armata francese in Africa per sostenere le peggiori
dittature e favorire la Total o Bouygues, lui fa le medesima operazione
di Bush, solo in tono minore.
E se Bush avesse offerto a TotalFina la sua parte della torta Irachena,
non avremmo sentito parlare Chirac.

Un fronte internazionale contro la guerra

Spetta dunque ai lavoratori e alle loro organizzazioni di definire la
loro propria alternativa: la solidarietà di quelli che stanno in basso
contro quelli che stanno in alto.
« Quando i ricchi si fanno la guerra, sono i poveri che muoiono »,
scriveva Jean-Paul Sartre. Perciò l’urgenza sta nella creazione di un
fronte internazionale contro la guerra, per il diritto
all'autodeterminazione, vale a dire per il diritto di ciascuna nazione
a scegliersi il proprio destino, il proprio sistema sociale, il proprio
modo di sviluppo economico. Sviluppare dappertutto (fabbriche,
associazioni, quartieri e soprattutto scuole) comitati di informazione,
di discussione e di mobilitazione. In quanto l'umanità sta correndo un
pericolo terribile.
 
Ecco, questo è tutto! E mi scuso per il carattere schematico del
presente testo. Comunque, non è stato possibile argomentare e provare
con fatti concreti le tesi proposte in certi passi. Allora questo testo
venga accolto come un appello per tenere vivo il dibattito in seno al
movimento operaio e progressista.

michel.collon@...

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Qual è la situazione nel Kosovo,
a quattro anni dalla fine della guerra umanitaria ?

Un libro e un film rompono l'assedio del silenzio
e ci forniscono documentazione e testimonianze dirette sulla situazione
attuale.

GUERRE INFINITE
IERI : Jugoslavia, Somalia, Afghanistan, Iraq
OGGI : Cuba, Iran, Corea ?
DOMANI: &&.?!

Esiste un filo conseguente che lega ogni volta ciascuna aggressione a
questi popoli e paesi, ed è quello di obbiettivi economici, politici e
geostrategici prefissati.

Così come ogni volta simile è lo schema metodologico per preparare e
giustificare ogni aggressione, esso passa attraverso la disinformazione
strategica, definita negli scorsi anni dal Pentagono la Quarta Forza
Armata, senza la quale, ai giorni nostri, non si può vincere nessuna
loro guerra.

Ma come sono le condizioni di un Paese e la vita di un popolo, DOPO una
guerra umanitaria ?

Il video di Michel Collon e Vanessa Stojilkovic, "I dannati del
Kosovo", ed il libro di
E. Vigna, "Kosovo liberato", ci aiutano a capire e ci forniscono gli
strumenti e la conoscenza necessari per contrastare le devastanti e
distruttive politiche di guerra, costruite attraverso le menzogne e per
riaffermare le ragioni per lottare per la pace.

Ieri, come oggi e domani, a fianco dei popoli e paesi aggrediti.

CONOSCERE per SAPERE
SAPERE per CAPIRE
CAPIRE per OPPORSI e RESISTERE

Proiezioni, dibattiti e presentazioni del video "I Dannati del Kosovo",
di M. Collon e V. Stojilkovic, a cura dell'Associazione SOS Yugoslavia.
Presentazione e dibattiti sul libro "Kosovo Liberato", ed. La Città Del
Sole, di E. Vigna, sempre a cura dell'Associazione SOS Yugoslavia.

Contattare 328/7366501 _ 338/1755563, oppure Posta@...
Tutto il ricavato dalle vendite andrà ai profughi di Pec-Kosovo, a
Kragujevac

Informazione e solidarietà concreta
a cura di "SOS Yugoslavia" - Torino

Enrico Vigna "Kosovo liberato" - Ed. La Città del Sole- 6E

Il breve lavoro di E. Vigna fornisce tutta una serie di dati e aspetti
giuridico- costituzionali, politici, culturali e sociali, legati a ciò
che era di fatto il Kosovo Methoija, fino al 12 Giugno 1999, con alcuni
elementi storico- identitari relativi alla regione.

Nella seconda parte, utilizzando esclusivamente dati e documentazioni
di mass media e fonti di centri strategici occidentali, viene seguito
lo svilupparsi degli eventi, delle contraddizioni, delle falsificazioni
e delle menzogne utilizzate con l'obiettivo della ingerenza negli
affari interni di uno Stato e per distruggere la sovranità e
l'integrità nazionale di questo Paese.
Tutto questo è stato indirizzato non al superamento e alla risoluzione
delle problematiche della regione, bensì al contrario, con una sola
logica di dominio e asservimento.

Il terzo capitolo è una cruda e terribile cronaca di quale è la
situazione della vita quotidiana in un Kosovo che si dovrebbe ritenere
liberato e reso "democratico".

L'ultima parte presenta una raccolta di foto, che testimoniano la
realtà kosovara dell'oggi, senza alcun commento, foto che parlano da sé.

Nel testo è compresa una sintetica appendice sulla situazione relativa
alla questione dell'Uranio impoverito, nella regione, curata da F.
Rossi.

Sia la versione italiana del video, curata dallo stesso E. Vigna e
prodotta dall'Associazione "SOS Yugoslavia" di Torino, che il libro
sono interni al Progetto di Solidarietà con l'Associazione "Profughi
Zastava di Pec in Kragujevac" ( come da locandine allegate).
Quindi lo scopo e l'obiettivo di questi lavori, oltre all'aspetto
informativo, consiste nel portare una solidarietà concreta, alle
popolazioni che hanno subito gli eventi del 1999, uscendone da
sopravvissuti, vedove, orfani, senza più casa né terra, insomma come
profughi, o come "dannati", come appare nel titolo del film di M.
Collon e V. Stojilkovic : "I Dannati del Kosovo".
Pertanto tutto ciò che verrà ricavato dalla vendita del libro e del
film sarà devoluto al Progetto SOS Yugoslavia, "Associazione Profughi
Zastava di Pec in Kragujevac".

Alla coscienza ed alla sensibilità concrete di ciascuno :
comprarli, diffonderli e divulgarli il più possibile!

Per contatti, info e presentazioni : 328/7366501 _ posta@resistenze .org

Interviste degli autori del film : michel.collon@...