Intellettuali di servizio: Adriano Sofri

4/A: La cartolina dal carcere
4/B: Polpette avvelenate: la grazia a Sofri (di T. Tussi)

Per un profilo di Sofri si veda anche:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2069
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2010
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2647


=== A ===

Ad Adriano Sofri
Carcere di Pisa

Caro, si fa per dire, Sofri,
E' da tanto che volevo scriverti per esprimere il mio disprezzo
riguardo tutte quelle faziosità scritte sulla tragedia jugoslava, in
particolare per "le lacrime di coccodrillo" versate per i musulmani in
Bosnia e i loro bambini, come se gli "altri" bambini non fossero
soltanto dei bambini.
Tu puoi avere le inclinazioni sentimentali e politiche che vuoi, ma
bisogna dire anche la verità (non hai mai, per esempio, citato i
mujaheddin tagliagole, insieme a Bin Laden in Bosnia), e la verità,
soprattutto in una "guerra civile" non sta soltanto da una parte.
Se "non chiamando le cose con il loro nome si seminano disgrazie tra la
gente", allora ritieniti anche tu responsabile della distruzione della
Jugoslavia, degenarata nella barbara aggressione della NATO -USA.
Scontando la tua pena in carcere, almeno moralmente puoi intendere la
tua detenzione anche in questo senso, perché hai seminato tanto odio
verso un intero popolo.
Tu, condannato in tutti i gradi possibili eppure detenuto privilegiato,
ti diletti a "farci la morale", scrivendo articoli, intervenendo alla
TV, vomitando tuttora, insieme ai radicali, su di una figura che ha
rappresentato un popolo che non ha voluto sottomettersi allo stivale
dell'imperialismo americano. Deprecabile è che ti diano lo spazio per
farlo. Perciò stai bene lì, tranquillo, a scrivere i tuoi articoli,
magari anche la tua autobiografia di prossima pubblicazione! Arrogante
come sei, chi può figurarsi che tu chiederesti personalmente la
grazia?! Meglio lasciarlo fare alla "sinistra (che) difende Sofri".
Ma quale sinistra!? I sinistroidi, i tuoi "compagni di merende", i vari
Lerner, Ferrara, gli intellettuali borghesi "nostrani" tipo Matvejevic
(quest'ultimo poi merita tutto il nostro disprezzo di jugoslavi)...
Mah, d'altronde che dire poi, quando trovi uno sfegatato anticomunista
che scrive(va) per "l'Unità"!
Alla faccia della sinistra!

Senza stima

Ivan, nato in Istria
Roma, ottobre 2000

P.s.
Continui ancora coi tuoi delirii collegando il "necessario" attacco
armato contro l'Irak con la barbara agressione degli USA nella Bosnia
ed Erzegovina, a "difesa" dei musulmani bosniaci (alias, ora,
"bosgnacchi") e degli integralisti islamici con a capo quella creatura
"USA e getta" di Bin Laden... Citi Srebrenica, etc, etc, le
falsificazioni da quel dì smascherate... Se per caso ti interessasse, a
proposito, leggi il libro di Jurgen Elsaesser "Menzogne di guerra",
tradotto in italiano ed edito da "La città del sole"...


--- LA RISPOSTA: IPSE DIXIT ! ---

Risposta di Sofri, Pisa novembre (2000), su cartolina:

Caro Ivan P.
abbiamo idee diverse. Non è grave. Diventa grave solo quando qualcuno
si mette in testa di giocare alla guerra.
Saluti da Adriano S.

(sic)


=== B ===

http://www.resistenze.org/sito/os/ip/osip3g20.htm

www.resistenze.org - osservatorio - italia - politica e società -
20-07-03

Polpette avvelenate: la grazia a Sofri

Di Tiziano Tussi

Forse mi avventuro su un terreno che non conosco e che mai potrò
conoscere, ma la questione della grazia ad Adriano Sofri fa capire che
lì sotto c’è molto di più di quanto noi poveri mortali, ex militanti
semplici di Lotta Continua, ex appassionati ed extraparlamentari, che
seguivamo quello che Lotta Continua faceva negli anni Settanta, incluso
i discorsi nelle piazze di Adriano Sofri, abbiamo mai potuto capire.

Improvvisamente è venuta fuori, ancora una volta, l’annosa questione
della grazia a Sofri. Oramai qualcuno lo dipinge come il Pasolini dei
nostri anni, altri come un “fine intellettuale”. Insomma deve essere
liberato. Perché? Il tutto comincia, in questa occasione, con un
articolo, che più vuoto non si può, del nuovo direttore del
“Corrierone”, Stefano Folli, domenica 13 luglio. Basterebbe leggere il
suo editoriale per capire che “sotto il vestito “ cioè l’importante
tribuna del quotidiano di Milano, non c’é “niente”, c’è “il niente”.
Scrive Folli che Sofri, per il fatto di essere Sofri “è oggi uno dei
maggiori intellettuali italiani”. Il resto del pezzo, che deve tenere
presente il fatto che Sofri è stato davvero il mandante del delitto
Calabresi, o che almeno così la giustizia italiana lo ha giudicato, e
nello stesso tempo deve chiederne la liberazione – non si può tenere il
“novello Pisolini” in carcere -, pur non potendosi dimenticare le
ragioni della famiglia del commissario ucciso 31 anni fa, si avviluppa
su un niente che deve avere un substrato umano, umanissimo, per potere
stare in piedi.

Quindi perché Sofri deve essere liberato? Perché è l’oggetto di un
palese caso di mala giustizia, vittima, lui ed altri due, Bompressi e
Pietrostefani, di processi che si basano su contraddizioni evidenti?
Perché è un simbolo della vitalità politica degli anni ’70, di quei
“formidabili anni”? No, la ragione è che Sofri deve essere  liberato
per quello che è ora, non per quello che era, lui ed altri come lui
allora ed in questa occasione processuale. Ora Sofri frequenta molti a
destra ed a sinistra. E’ amato da tutti, ora. Da Gustavo Selva e da
Giuliano Ferrara, che hanno sottoscritto per la sua liberazione e che
lo fanno scrivere sul “Foglio” – ma anche altri periodici, chiaro
esempio di indipendenza politica, come Panorama, si avvalgono della sua
presenza fissa – e a sinistra anche su “Liberazione” appaiono sovente
ora tentativi di nobilitare tale campagna, invero con poco successo,
dato che lo stesso Sofri non rivendica mai la sua storia, ma scrive di
tutti e di tutto, ora, come, appunto, “un fine intellettuale”.

Uomini e donne di sinistra hanno messo in piedi un comitato di
liberazione – Liberi Liberi – che si da molto da fare. Mano nella mano
destra e sinistra del nostro schieramento parlamentare, ben in
duecento, lo vogliono libero. Ciliegina! Anche Berlusconi lo vorrebbe.
Naturalmente il ministro Castelli, che viene inutilmente preso in giro
da Antonio Tabucchi, in un affannato articolo – il Manifesto, 18 luglio
-, ha buon gioco nel dire, in soldoni, se si punta alla riabilitazione
umana, allora ve ne sono molti altri, fascisti, nazisti, leghisti
serenissimi, ex-BR. Insomma un bel fascio di ex, opposti estremisti di
un tempo, che non sfigurerebbero in una galleria tipo “come eravamo” e
come per fortuna non siamo più. Cambiamo pagina – dice Castelli -
allora anche Sofri, così come tutti gli altri rimasugli, potranno
uscire definitivamente dalla galera.

Tutti bollati un tempo, tutti salvi ora, per salvare la schifosa
situazione presente in cui se si ha potere si può fare e dire quello
che si vuole – Bush e Blair fanno da esempio glorioso. Non si deve
rimanere legati al “vecchio “, il vecchio involucro della democrazia
borghese che comunque qualche sinecura per i soprusi l’aveva. Altro che
Craxi, morto dopo un tentativo che appare come una marachella di
bambini dell’asilo in confronto a quello che si sta sostanziando da
quando Berlusconi è al potere, ed anche da prima, da quando questa
melassa di centro sinistra ha governato l’Italia. Ed allora ecco che
anche questo tormentone estivo della grazia a Sofri può rientrare in
questo disegno. Possibile che lui non lo capisca? Possibilissimo. O
forse dobbiamo pensare al peggio: che lo capisca e che sia d’accordo?