Domani 4/11/2003 su "Voce jugoslava": Malraux e il Kosovo
Ieri, oggi, domani: date da ricordare
3 novembre 1901
Nasce André Malraux, scrittore e uomo politico francese. Partecipò alla
Guerra civile di Spagna. Fu uno dei più noti comandanti del Movimento
di resistenza francese. Nel 1959 diventa ministro alla Cultura. Muore
nel 1976.
E' sepolto nel Panteon a Parigi.
André Malraux e il Kosovo
A suo tempo [nel 1974, N.d.t.] André Malraux seppe che Isidora Sekulic,
scrittrice e critica letteraria, conosciutissima in Serbia, aveva
scritto un articolo sul suo romanzo "La voie royale" per una rivista
letteraria. Quando ricevette la traduzione in francese esclamò con
entusiasmo:
"E' quasi incredibile! Questo romanzo è passato pressoché inosservato
presso la critica francese - io stesso fino al premio Goncourt non ero
famoso - e una donna di Belgrado riflette meglio di me su che cosa
avessi voluto dire in quel periodo col mio libro. Sarei stato contento
se avessi letto questa critica 40 anni fa, adesso la sento come
un’ulteriore scoperta, molto importante per me. Peccato, per me è già
tardi per cominciare a conoscere più in dettaglio la vostra
letteratura. Tuttavia sarei contento se potessi almeno riuscire ad
approfondire meglio il vostro Medioevo. Gli affreschi in Serbia del
XIII secolo sono un importantissimo momento ed un grande contributo
all’arte europea…"
Tutt'a un tratto l’uomo politico prese il sopravvento sullo scrittore:
"Nel vostro paese succede qualcosa non del tutto buona. Il pericolo
principale vi viene dall’Albania. Attenti a ciò che vi dico! Da lì può
venirvi il peggio. (...) Mi sorprende che voi jugoslavi non riusciate a
capire.
Lo sapete che l'unica frontiera aperta in Europa e' quella tra
l'Albania e la Jugoslavia? E' una pazzia!... Fra due Stati con rapporti
bilaterali tra i peggiori su tutto il continente, si circola da un
territorio all'altro come se non ci fosse nessuna frontiera. (...)
Avete concepito letteralmente il vostro Stato multietnico come uno
Stato multinazionale, e dove vi porterà tutto questo? Tutti gli Stati
europei hanno fondamentalmente una politica centralizzatrice, tranne la
Jugoslavia. Che cosa vi dice questo? La cittadinanza può sostituire la
nazionalità in uno Stato, senza minacciare un sentimento valido quale è
quello nazionale... Una tale deviazione in senso nazionale non mi è
affatto chiara! In quale paese non vi sono antagonismi e rivalità
nazionali, perfino nell’ambito di uno stesso popolo? L’intolleranza è
un fatto mentale della psicologia collettiva...
Se non lo sono già, i vostri nazionalismi possono essere manipolati,
provocati, studiati fino a spezzarvi. Un paese più piccolo, l’Albania,
già sta approfittando di questa eccezione e, temo, in un senso nefasto
per voi. Che dire poi delle grandi potenze che mettono il naso
dappertutto? Ho sentito anche di certi calcoli che possono significare
una spartizione della Jugoslavia a metà...
Adesso comprenderete che un mio eventuale viaggio in Jugoslavia non è
dettato solo da motivi di studio del Medioevo o per i miei libri..."
Qualche mese più tardi, nell’estate del 1975, da Verrier, dove abitava
Malraux , ci chiamarono per venire a prendere il manoscritto che lo
scrittore aveva preparato come omaggio per la Biblioteca Nazionale di
Belgrado.
Giunsi a casa sua con il libro "Gli affreschi bizantini in Jugoslavia".
A caso aprì la pagina con il ritratto di re Milutin, il fondatore del
monastero di Gracanica, ed esclamo':
"Questo è il Trecento!"
e chiese di mostrargli sulla carta, nel libro, dove si trovasse il
monastero. Quando gli dissi che si trova nel Campo dei Merli, egli
volle che gli ripetessi il nome in originale (Kosovo Polje), e ad un
tratto, come scosso da qualcosa, esclamò:
"E già Albania! Vedrete, ve lo assicuro!"
e continuò, non badando al mio stupore:
"Non siete normali, avete permesso al vostro popolo e agli albanesi di
creare l’inferno. Qualcuno vi ci ha spinto, sicuramente. Dovete aprire
gli occhi davanti alla tragedia che si avvicina. L’odio non è solo
cecità bensì ricatto. (...)
Auguro al vostro paese tutto il bene, ma in verità non lo vedo. La
vostra Algeria non è dall’altra parte del mare, bensì nel vostro
Orleans – questo lo so. Il Kosovo non è solo il paese della vostra
storia, esiste nel cuore della vostra cultura e la cultura, quando si
tratta del valore più alto che hai, non è mai il passato! Questa è più
una mia sensazione che la comprensione dell’intero problema. A parte la
risolutezza, bisogna avere il coraggio per delle soluzioni razionali
che non significano però soluzioni tenere, cedevoli. È stupido, sembra
che dia consigli, parlo soltanto come un’amico..."
(Testimonianza di Zivorad Stojkovic, su: "Rivista di Studi Slavi",
Parigi 1984. L’articolo tradotto è stato pubblicato nel "Dossier
Kosovo" de "La Nuova Unità", maggio 1997; uno stralcio anche su
"Visnjica broj 39":
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/814)
"Voce Jugoslava" / "Jugoslavenski glas"
Ogni martedì dalle ore 14,00 alle 14,30,
VOCE JUGOSLAVA
su Radio Città Aperta, FM 88.9 per il Lazio. Si può seguire, come del
resto anche le altre trasmissioni della Radio, via Internet
all'indirizzo:
http://www.radiocittaperta.it
La trasmissione è bilingue (a seconda del tempo disponibile e della
necessità). La trasmissione è in diretta. Brevi interventi
allo 064393512. Sostenete questa voce libera e indipendente acquistando
video cassette, libri, bollettini a nostra disposizione. Sono possibili
adozioni a distanza (borse di studio).
Scriveteci via email: jugocoord@... ; tel/fax 06 4828957.
Svakog utorka, od 14,00 do 14,30 sati, na Radio Città Aperta, i valu FM
88.9 za regiju "Lazio",
JUGOSLAVENSKI GLAS.
Emisija je u direktnom prijenosu. Moze se pratiti i preko Interneta:
http://www.radiocittaperta.it
Kratke intervencije na telefon (0039) 06 4393512. Emisija je
dvojezicna, po potrebi i vremenu na raspolaganju.
Podrzite taj slobodni i nezavisni glas, kupujuci knjige, video kazete,
brosure, koje imamo na raspolaganju.
Pisite nam na: jugocoord@..., ili fax +39 06 4828957.
Trazimo zainteresirane za usvajanje na daljinu, t.j. djacke stipendije
za djecu prognanika.
Ieri, oggi, domani: date da ricordare
3 novembre 1901
Nasce André Malraux, scrittore e uomo politico francese. Partecipò alla
Guerra civile di Spagna. Fu uno dei più noti comandanti del Movimento
di resistenza francese. Nel 1959 diventa ministro alla Cultura. Muore
nel 1976.
E' sepolto nel Panteon a Parigi.
André Malraux e il Kosovo
A suo tempo [nel 1974, N.d.t.] André Malraux seppe che Isidora Sekulic,
scrittrice e critica letteraria, conosciutissima in Serbia, aveva
scritto un articolo sul suo romanzo "La voie royale" per una rivista
letteraria. Quando ricevette la traduzione in francese esclamò con
entusiasmo:
"E' quasi incredibile! Questo romanzo è passato pressoché inosservato
presso la critica francese - io stesso fino al premio Goncourt non ero
famoso - e una donna di Belgrado riflette meglio di me su che cosa
avessi voluto dire in quel periodo col mio libro. Sarei stato contento
se avessi letto questa critica 40 anni fa, adesso la sento come
un’ulteriore scoperta, molto importante per me. Peccato, per me è già
tardi per cominciare a conoscere più in dettaglio la vostra
letteratura. Tuttavia sarei contento se potessi almeno riuscire ad
approfondire meglio il vostro Medioevo. Gli affreschi in Serbia del
XIII secolo sono un importantissimo momento ed un grande contributo
all’arte europea…"
Tutt'a un tratto l’uomo politico prese il sopravvento sullo scrittore:
"Nel vostro paese succede qualcosa non del tutto buona. Il pericolo
principale vi viene dall’Albania. Attenti a ciò che vi dico! Da lì può
venirvi il peggio. (...) Mi sorprende che voi jugoslavi non riusciate a
capire.
Lo sapete che l'unica frontiera aperta in Europa e' quella tra
l'Albania e la Jugoslavia? E' una pazzia!... Fra due Stati con rapporti
bilaterali tra i peggiori su tutto il continente, si circola da un
territorio all'altro come se non ci fosse nessuna frontiera. (...)
Avete concepito letteralmente il vostro Stato multietnico come uno
Stato multinazionale, e dove vi porterà tutto questo? Tutti gli Stati
europei hanno fondamentalmente una politica centralizzatrice, tranne la
Jugoslavia. Che cosa vi dice questo? La cittadinanza può sostituire la
nazionalità in uno Stato, senza minacciare un sentimento valido quale è
quello nazionale... Una tale deviazione in senso nazionale non mi è
affatto chiara! In quale paese non vi sono antagonismi e rivalità
nazionali, perfino nell’ambito di uno stesso popolo? L’intolleranza è
un fatto mentale della psicologia collettiva...
Se non lo sono già, i vostri nazionalismi possono essere manipolati,
provocati, studiati fino a spezzarvi. Un paese più piccolo, l’Albania,
già sta approfittando di questa eccezione e, temo, in un senso nefasto
per voi. Che dire poi delle grandi potenze che mettono il naso
dappertutto? Ho sentito anche di certi calcoli che possono significare
una spartizione della Jugoslavia a metà...
Adesso comprenderete che un mio eventuale viaggio in Jugoslavia non è
dettato solo da motivi di studio del Medioevo o per i miei libri..."
Qualche mese più tardi, nell’estate del 1975, da Verrier, dove abitava
Malraux , ci chiamarono per venire a prendere il manoscritto che lo
scrittore aveva preparato come omaggio per la Biblioteca Nazionale di
Belgrado.
Giunsi a casa sua con il libro "Gli affreschi bizantini in Jugoslavia".
A caso aprì la pagina con il ritratto di re Milutin, il fondatore del
monastero di Gracanica, ed esclamo':
"Questo è il Trecento!"
e chiese di mostrargli sulla carta, nel libro, dove si trovasse il
monastero. Quando gli dissi che si trova nel Campo dei Merli, egli
volle che gli ripetessi il nome in originale (Kosovo Polje), e ad un
tratto, come scosso da qualcosa, esclamò:
"E già Albania! Vedrete, ve lo assicuro!"
e continuò, non badando al mio stupore:
"Non siete normali, avete permesso al vostro popolo e agli albanesi di
creare l’inferno. Qualcuno vi ci ha spinto, sicuramente. Dovete aprire
gli occhi davanti alla tragedia che si avvicina. L’odio non è solo
cecità bensì ricatto. (...)
Auguro al vostro paese tutto il bene, ma in verità non lo vedo. La
vostra Algeria non è dall’altra parte del mare, bensì nel vostro
Orleans – questo lo so. Il Kosovo non è solo il paese della vostra
storia, esiste nel cuore della vostra cultura e la cultura, quando si
tratta del valore più alto che hai, non è mai il passato! Questa è più
una mia sensazione che la comprensione dell’intero problema. A parte la
risolutezza, bisogna avere il coraggio per delle soluzioni razionali
che non significano però soluzioni tenere, cedevoli. È stupido, sembra
che dia consigli, parlo soltanto come un’amico..."
(Testimonianza di Zivorad Stojkovic, su: "Rivista di Studi Slavi",
Parigi 1984. L’articolo tradotto è stato pubblicato nel "Dossier
Kosovo" de "La Nuova Unità", maggio 1997; uno stralcio anche su
"Visnjica broj 39":
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"Voce Jugoslava" / "Jugoslavenski glas"
Ogni martedì dalle ore 14,00 alle 14,30,
VOCE JUGOSLAVA
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resto anche le altre trasmissioni della Radio, via Internet
all'indirizzo:
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La trasmissione è bilingue (a seconda del tempo disponibile e della
necessità). La trasmissione è in diretta. Brevi interventi
allo 064393512. Sostenete questa voce libera e indipendente acquistando
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