Si e' recentemente costituito il Comitato Promotore per il Coordinamento
Nazionale "LA JUGOSLAVIA DEVE VIVERE"

LE REALTA' INTERESSATE AD UNIRSI AL COMITATO PROMOTORE
SONO PREGATE DI SCRIVERE ALL'INDIRIZZO This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
SPECIFICANDO I PROPRI RECAPITI E DESCRIVENDO BREVEMENTE LA ATTIVITA'
EFFETTUATA


>
> ASSEMBLEA BOLOGNA 24/6/2000
>
> Durante l'assemblea del 24/6/2000 si è costituito a Bologna un
> COMITATO PROMOTORE che si pone quale obiettivo la
> creazione di un coordinamento stabile tra i soggetti attivi in Italia
> nella solidarietà al popolo jugoslavo, contro gli embarghi e contro
> la NATO, dal nome "LA JUGOSLAVIA DEVE VIVERE".
>
> Il Comitato promotore ha deciso di impegnarsi nella realizzazione a
> breve termine di TRE INIZIATIVE finalizzate al lancio di una campagna
> contro l'embargo alla Jugoslavia:
>
> * adesione alla contromarcia per la pace promossa, su contenuti
> effettivamente pacifisti ed in solidarietà ai popoli vittima della
> aggressione NATO, dal Comitato Umbro Antimperialista e da altre realtà
> antimperialiste territoriali per il giorno 24/9/2000 con partenza da
> Assisi; le organizzazioni aderenti al Comitato promotore si impegnano a
> far circolare il relativo appello e a raccogliere adesioni;
> * promozione di azioni di sensibilizzazione a livello locale sulla
> questione jugoslava, da concentrarsi tutte in una stessa giornata,
> presumibilmente il 30/9/2000, in vista di una
> * grande iniziativa simbolica di rottura dell'embargo alla RFJ, da
> tenersi orientativamente a metà ottobre, se possibile organizzando una
> imbarcazione che attraversi l'Adriatico dando così un segnale visibile
> di disobbedienza civile, e che prosegua con una carovana diretta a
> Belgrado. Si inviteranno a questa iniziativa rappresentanze dei popoli
> tuttora vittima degli embarghi o minacciati dall'interventismo
> imperialista.
>
> Quanto sopra verrà meglio esplicitato e reso noto tramite un MANIFESTO,
> il cui testo sarà approntato dai comitati della Romagna e vagliato dagli
> altri comitati aderenti al Comitato Promotore entro la fine di giugno
> 2000. Il manifesto sarà poi divulgato capillarmente con richiesta di
> adesione a tutti i comitati e le realtà che si trovino d'accordo con i
> suoi contenuti.
> All'uopo verrano anche stampati alcune migliaia di manifesti di grande
> formato (10000 minimo) tramite l'utilizzo dei fondi raccolti da tutti
> gli organismi presenti, da affiggere sul territorio nazionale a cura dei
> vari comitati e soggetti locali.
>
> ---


* PROMOTORI:

Comitato contro la guerra e la NATO - Ravenna
Coordinamento romagnolo contro la guerra e la NATO
Associazione Italia Jugoslavia (ASSIJUG)
Comitato contro la guerra Sesto s. Giovanni
Coordinamento comitati contro la guerra zona sud Milano
Comitato contro la guerra e "Un Ponte Per" - Treviso
Tribunale per i crimini di guerra della NATO
"Un Ponte per" BOLOGNA
Voce Operaia
Coord. Umbro Antiimperialista
"Non solo tramonti" Bologna
Coordinamento Romano per la Jugoslavia
Fondazione Nino Pasti
Mir 2000 Cremona
Centro autogestito PELLEROSSA Cesena
Fulvio Grimaldi (Liberazione)
Bartoli Carla
Gabriele Campana - Trieste
Emanuele Laffi - Bologna
Maria Rossini - Faenza
Stella Cappellini Assojug Bologna
Vincenzo Scalia - Bologna
Giovanelli Giovanna - Perugia
Tiziano Urbano di Alba nuova di Roma


* ADESIONI SUCCESSIVAMENTE PERVENUTE

Most za Beograd - un ponte per Belgrado in terra di Bari
Ass. Cult. Punto Rosso (VI) - Collettivo Spartakus
L'avamposto degli incompatibili


* ADESIONI DA FORMALIZZARE

Comitato di Faenza che non ha ancora aderito come comitato ma
solo alcuni.
"Internazionalismo e solidariet" di Trieste che si riunisce il 29/6 per
decidere
Comitato cittadino contro la guerra BOLOGNA
Centro di Documentazione Krupskaja - BO


* ALTRI INVITATI AD ADERIRE

"Un ponte per..." nazionale
Democrazia popolare & AIASP
Vesna Adum
J.V.P. Sri-Lanka rohana@...
Coordinamento Torinese per la Jugoslavia
Convoglio Internazionalista di Solidarieta' "G. Masi"
Forum per il diritto a comunicare
contropiano & radio citta' aperta di Roma
L'Ernesto
Comitato Centocelle contro la guerra - Roma
Centro di documentazione "P. Gatto", Napoli
OCI Cividale del Friuli
Che Fare
Nuova Unita'
Natasa Karanovic - Varese
SLAI Cobas Alfa Romeo
Zoran Borovac
Licia Mazzola

---

DI SEGUITO IL MESSAGGIO DI ADESIONE GIUNTO DA
"UN PONTE PER IN TERRA DI BARI"


Cari compagni,

Non abbiamo potuto - per ragioni di tempo e di lavoro - partecipare
alle precedenti
riunioni di costituzione del comitato promotore del coordinamento
permanente "La
Jugoslavia deve vivere".

Ne condividiamo sostanzialmente i motivi ispiratori e le linee di
intervento e quindi diamo la
nostra adesione.

Da un anno - prima come comitato e poi come associazione - siamo
impegnati in
un'attività che si è mossa su un duplice (e interattivo) binario: quello
della
controinformazione (o, meglio, della lotta contro la disinformazione
strategica, funzionale
alle aggressioni dell'imperialismo), attraverso un centro di
documentazione; e quello della
solidarietà con la popolazione jugoslava.

Abbiamo promosso il controvertice di Bari (ottobre 1999), che ha
messo in luce i piani
economici di spartizione dei Balcani, il ruolo giocato dai singoli
Stati, il carattere
imperialistico del "Patto di stabilità" (quello che tanto piace all'ICS,
che si lamenta solo del
fatto che alle ONG non è concesso tutto lo spazio che vorrebbero), il
ruolo sostanzialmente
colonizzatore svolto da numerose ONG (col business del peacemaking o del
peacekeeping)
e siamo riusciti a svolgere - non senza difficoltà, perché qui bisogna
sempre remare
controcorrente) - un'attività continua e costante nel tempo, con mostre
fotografiche,
video, conferenze, dibattiti, pubblicazione di bollettini, nonché del
libro di poesie contro la
guerra alla Jugoslava, "Gli assassini della tenerezza" (pubblicato
gratuitamente dall'editore
Sergio Manes, della Città del Sole di Napoli; il ricavato delle vendite
va integralmente ai
lavoratori dell aZastava). Nell'azione di controinformazione un apporto
prezioso - per la
grande ricchezza di dati e documentazione pressoché quotidianamente
fornita - ci è venuto
dal Coordinamento romano Jugoslavia.

Al tempo stesso abbiamo avviato l'iniziativa di solidarietà con i
lavoratori della Zastava
bombardata dalla NATO, principalmente attraverso la raccolta di fondi
(in parte di
medicinali) e soprattutto con la campagna di "adozioni a distanza" dei
figli dei lavoratori
disoccupati in seguito ai bombardamenti (versando 50.000 lire al mese
per famiglia). Questa
campagna ha ottenuto discreti risultati (siamo a quota 169 "adozioni")
contribuendo ad
avvicinare alla questione jugoslava (e alla critica dell'aggressione
NATO) anche strati
sociali e persone che il movimento contro la guerra della NATO non era
riuscito a
coinvolgere direttamente. In diversi casi, la lettera di un bambino di
Kragujevac che parlava
della sua vita sotto le bombe e delle enormi difficoltà in cui versa il
suo paese a causa dei
bombardamenti si è rivelata più efficace di un articolo o di un
documento (alcuni sostenitori
sono stati spinti ad approfondire la questione e hanno scoperto una
realtà che prima
vedevano con tutt'altri occhi, deformata dalla campagna di
demonizzazione dei serbi).
Questa solidarietà internazionalista con i lavoratori e con la
popolazione aggredita dalla
NATO crediamo si inserisca a pieno titolo nel solco della tradizione del
movimento operaio:
è una forma della lotta politica. Non fornisce solo - cosa di per sé
significativa - un
sostanziale aiuto concreto (abbiamo raccolto sinora 84 milioni, tra
quote delle adozioni,
raccolta generale di contributi, vendita libri di poesie), ma diviene
strumento di
comunicazione e critica della guerra della NATO.
Questa campagna di solidarietà ci ha consentito di stringere contatti
anche con diverse altre
città fuori della regione Puglia (in cui, nella zona Bari-Taranto in
particolare, abbiamo
svolto decine di iniziative), soprattutto a Napoli, Bolzano, Bologna,
dove sono sorti altri
nuclei o comitati o associazioni.
Questa campagna di solidarietà ci ha consentito di sviluppare
numerose iniziative a febbraio, quando abbiamo invitato tre
delegati della Zastava, che hanno compiuto un lungo giro in Italia, da
Taranto a Bolzano...).

Nella nostra attività ci siamo mossi sulla base delle seguenti
coordinate:
1. cercare di praticare una politica di massa e non settaria.
Cercare i fondamentali elementi di
unità. Non fare questione di sigle o etichette, ma di sostanza, di
contenuti. Il rapporto col
coordinamento nazionale RSU e con i compagni del "Progetto Zastava"
della CGIL-Lombardia è
stato sinora sostanzialmente positivo: il sostegno incondizionato ai
lavoratori della Zastava e i
rapporti col sindacato unitario della Zastava (che i nostri
"democratici" considerano
filogovernativo, preferendogli quelli pseudoindipendenti come
Nezavisnost, pagati
dall'Occidente) sono stati la base su cui abbiamo costruito la
collaborazione.

2. Rifiuto di qualsiasi solidarietà condizionata, mirante ad
interferire nelle questioni interne di un paese sovrano.
Insomma: autodeterminazione del popolo jugoslavo (e nel movimento
operaio questa parola d'ordine aveva una valenza
prettamente politica, non etnicistica!). E quindi critica ferma di tutte
quelle iniziative - promosse dai governi della
NATO e dalle associazioni paraNATO, più o meno mascherate - che fanno
solidarietà selettiva (qualche ettolitro di
petrolio alle città governate dai "democratici"). E' chiaro che quella
non e' solidarietà ma intervento neocoloniale:
imporre alla RFJ attraverso l'embargo, il ricatto economico, l'aiuto
condizionato, i governanti che fanno comodo
all'Occidente.

Non è stato facile, non è facile, muoversi all'interno di questi
parametri. Ma questa linea ha
ottenuto dei risultati, è riuscita a modificare gli orientamenti di
alcuni, a isolare le posizioni -
notevolmente diffuse nei coordinamenti contro la guerra sorti nella
primavera del '99 - tendenti a
demonizzare il governo jugoslave, a mettere sullo stesso piano negativo
l'aggredito e l'aggressore
(l'insulso e pericoloso slogan "nè con la NATO nè con Milosevic"),
posizioni che in ultima istanza
finivano col fornire un alibi alla NATO.

In merito alle prossime iniziative:
- Pienamente d'accordo con un'iniziativa unitaria in tutte le realtà
italiane per fine settembre (il
30 è un sabato: bisogna valutare se è la giornata migliore per
raggiungere il maggior numero di
persone: se dovesse essere un'assemblea-dibattito o una conferenza
pomeridiana, avremmo
difficoltà a realizzarla, e il sabato mattina molti che sono insegnanti
o impiegati sarebbero tagliati
fuori).

- Pienamente d'accordo col "piano di Nando" (mi riferisco
all'articolo di Liberazione con cui
Fulvio Grimaldi ha lanciato la proposta di una nave della solidarietà).
Credo che occorra mettersi a
lavorare sodo perché riesca. Qui occorrono consistenti mezzi e supporti,
ma è un'iniziativa che se
ben propagandata può raccogliere l'adesione entusiastica di tanti
giovani - e meno giovani -
compagni. Bisogna però studiare bene i modi per renderla effettivamente
praticabile. In primis:
quanto costa noleggiare una nave? Vi sono armatori che vogliano sfidare
l'embargo? Credo che si
dovrebbero contattare i compagni greci (quelli che a Salonicco mandarono
fuori strada un
battaglione della NATO).

- Qualche dubbio sulla "contromarcia della pace" (non abbiamo
partecipato alle riunioni, quindi
non ne conosciamo i dettagli).
Il 24 settembre dovrebbe essere il giorno della tradizionale "marcia
della pace", alla quale lo
scorso anno si presentò pure spudoratamente - ed ecumenicamente accolto
- il sergente
D'Alema, quello che ancora oggi dichiara che l'a cosa migliore del suo
governo è stata
l'aggressione alla Jugoslavia, che avrebbe dato all'Italia "credibilità
internazionale".
E' chiaro che quella marcia è diventata un pot pourri, un fritto
misto, che non critica la Nato, non
chiama gli aggressori con nome e cognome e alla fin fine serve piuttosto
a giustificare le prossime
aggressioni imperialiste che a combatterle. Il ruolo che in essa
svolgono le organizzazioni
promotrici egemoni è proprio quello di cavalcare il movimento per la
pace (che nelle condizioni
attuali non può non fondarsi sulla critica della NATO e delle potenze
imperialiste, quali principali
fattori della produzione di guerra) per depotenziarlo, morfinizzarlo.
E tuttavia, questa marcia ha una dimensione di massa. Sia pur
confusamente, una buona parte
dei partecipanti è sinceramente avversa alla guerra (poi vi sono i
predicatori di pace che
consapevolmente preparano la guerra imperialista, ma non ci sembra che
costituiscano la massa
dei partecipanti). Non ci sembra si tratti di una massa reazionaria.
(Diverso è il caso di chi ne ha
la direzione).
Se è così, bisognerebbe valutare cosa è più opportuno fare.
Un "Controvertice" ha un significato chiaro: c'è una parte del paese
che - con manifestazioni,
assemblee, conferenze - interviene contro una ventina (al massimo una
cinquantina) di capi di
Stato, ministri, plenipotenziari. Al loro seguito vi è al più qualche
segretario, qualche amante,
qualche pennivendolo. Essi rappresentano pienamente e consapevolmente i
poteri statali ed
economici che opprimono e affamano i popoli. A loro difesa si schierano
polizia ed esercito.
Neppure i fascisti osano promuovere manifestazioni di massa a loro
difesa.
Contro una manifestazione dal carattere dichiaratamente nazista e
fascista - composta
essenzialmente da bande e picchiatori fascisti - si può intervenire con
una
"Contromanifestazione" per impedire che prendano spazi, che occupino
piazze, per dimostrare che
non c'è spazio per loro.
Ma è conveniente promuovere una "contromarcia", una manifestazione
contro una marcia in cui
intervengono non masse reazionarie, ma confuse, egemonizzate da una
direzione (i preti hanno
una scuola di 2000 anni!) che tende a depotenziarne e annacquarne
sentimenti e tendenze in sé
positivi, che, sotto un'altra direzione, potrebbero sfociare in un serio
movimento per la pace?
Forse sarebbe più utile, in una lotta di egemonie, intervenire in
quella marcia con un
volantinaggio di massa, con propri striscioni e parole d'ordine, per
discutere con i partecipanti,
aprire contraddizioni (ad es.: com'è possibile marciare insieme per la
pace col governo che ha
fatto la guerra di aggressione e quell'aggressione continua con
l'embargo, coi tentativi di
sovversione e destabilizzazione della RFJ?).


Fraterni saluti

Andrea Catone, presidente di Most za Beograd


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------