In seguito alle polemiche scoppiate sulla lista del Coordinamento
"NOOCSE" a causa di un volantinaggio a favore della opposizione
liberista e filoatlantica in Serbia...
---
Ci è giunto oggi questo messaggio dal noOcse di Bologna.
> Il gruppo donne Contropiani NoOcse Bologna riunitosi presso
Atlantide il
> 26/6/2000 esprime la propria adesione all'appello di solidarietà con
la
> "Serbia Democratica" per lanciare per il 24/6/2000 ponti di
solidarietà
> concreti con più di venti città italiane, con:
> - la rete delle donne in nero contro la guerra sia in Serbia che
kosovo/a
> - appello per l'immediata liberazione di Flora Brovina
> - con il movimento studentesco Otpop (Resistenza)
>
> Riuniamoci tutte/i per il volantinaggio insieme con le donne in nero
di
> Bologna in piazza ore 18 il 24/6/2000. Saranno fatte comunicazioni
anche
> durante ko Street Rave Parade antiprobizionista.
>
> 20/6/2000.
> Gruppo Donne Contropiani.
>
Permetteteci di esprimere il nostro sdegno.
Come è possibile che dall'interno di una rete che si proclama
antagonista si faccia da sponda ai governi NATO nel solidarizzare
con la "Serbia Democratica", cioè con le forze filo-occidentali che
proclamano apertamente la loro simpatia con l'Europa di
Maastricht e che chiedono l'ingresso della Iugoslavia nella NATO?
Come non sapere che sono proprio i governi NATO (gli stessi che
hanno sganciato tonnellate di bombe all'uranio impoverito, gli
stessi che stringono i popoli iugoslavi in un'embargo infame e
illegale) a promettere aiuti solo a quei municipi amministrati dalle
forze politiche filo-USA-UE, cioè alla "Serbia democratica"?
Come è possibile rivendicare la liberazione dell'unico prigioniero
dell'UCK nelle prigioni iugoslave mentre nel Kosovo, col terrore,
sono stati espulsi 250mila rom, serbi, gorani, montenegrini e
albanesi anti-UCK? Mentre a Kosovska Mitrovica sono detenuti e
in sciopero della fame per protestare contro la violazione da parte
dei poliziotti ONU dei più elementari diritti umani, una quarantina
di cittadini non-albanesi?
Come è possibile solidarizzare con il movimento "Otpop" il quale
solidarizza a sua volta con i tirannosauri del turbocapitalismo
globalizzato contro i quali ci siamo mobilitati ad Ancona, Firenze,
Genova e Bologna?
Donne in nero?
Qui in lutto ci sono solo l'intelligenza, la dignità, la coerenza di
tutti quelli che erano a Bologna con la rete noOcse, e che si
illudevano di avere al fianco, pur nella diversità di opinioni,
compagni e compagne che avevano chiaro, come minimo, cosa
stavamo facendo, contri chi stavamo lottando.
Invitiamo i compagni a boicottare, a sabotare, ad impedire il
proclamato volantinaggio ed a partecipare invece all'incontro
nazionale delle Associazioni anti-NATO e di solidarietà con la
Iugoslavia che si svolgerà proprio a Bologna, proprio il 24
giugno, dalle ore 11 in poi presso la saletta del sindacato
ferrovieri dentro la stazione FS centrale.
VOCE OPERAIA
Subject: Bifo politically S/correct
Date: Sat, 24 Jun 2000 02:02:29 +0800
From: VOCE OPERAIA <voceoperaia@...>
To: <This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.>
Franco Berardi "Bifo" denudandosi un'altra volta,
ha così risposto al nostro invito a boicottare il meeting in
difesa della "Serbia
democratica", cioè di quel cartello di forze politiche iugoslave
notoriamente
sponzorizzate dalla NATO:
"Esprimo la mia solidarietà e il mio affetto per le donne in nero
per il
movimento OTPOR e per tutti coloro che hanno saputo riconoscere
nel regime
fascista serbo e nel criminale Milosevic un nemico dell'umanità -
non meno
ripugnante ed orrendo dei bombardieri della NATO e dei regimi
occidentali che
speculano sulla guerra.
Vorrei inoltre sapere come questi signori che si firmano Voce
operaia
pensano di potere sabotare, boicottare, impedire il volantinaggio
delle donne
in nero. Forse dispongono delle squadre naziste di Seselj, o si
rivolgeranno
per un petit coup de main alle tigri di Arkan?
Su molte cose ci può essere discussione, differenza, disaccordo,
all'interno
della rete che si sta costituendo. Su questa cosa no. Sappiamo
riconoscere i
fascisti, i nazionalisti, e gli assassini, quale che sia la
bandiera che
sventolano.
Per quel che io ne so la rete NOOCSE è pronta a rispondere
all'appello di ogni
oppresso, che sia uomo o donna, kosovaro o albanese, serbo o
croato.
Ma non è disposta a difendere nessun regime dittatoriale. E meno
di ogni altro
il regime dei violentatori serbi, di Milosevic, di Seselj, di
Karadzic, di
Mladic e di Arkan.
Scomparite, miserabili".
Franco Berardi Bifo
Allo s.d.e.g.n.o. si aggiunge la nostra pena.
Questo messaggio di Bifo sembra una fotocopia dei discorsetti che
James
Shea, portavoce della NATO, a nome del Segretario di Stato USA M.
Albright, diffondeva un anno fa per giustificare i bombardamenti
"intelligenti"
in Iugoslavia.
Essi ci dicevano infatti che si trattava di una "guerra
umanitaria" in difesa dei
"poveri kosovari" contro il "regime fascista serbo" capeggiato
"dal criminale
Milosevic nemico dell'umanità". E noi, che assieme a milioni di
antimperialisti
e di democratici ci siamo battuti per fermare l'aggressione,
proprio come
dicevano Veltroni e D'Alema, siamo stati in realtà dei servi degli
"violentatori serbi",dei sostenitori della "pulizia etnica".
Ma un anno è passato, e solo Bifo sembra non essersi accorto di
cosa nel
frattempo è accaduto in Kosovo sotto lo sguardo 'vigile' dei
mercenari
NATO. (...)
Se solo Bifo conservasse un briciolo della passione sociale di un
tempo, se
volesse davvero difendere ogni uomo o donna opressi, se volesse
combattere davvero contro ogni dittatura e violenza, saprebbe da
che parte
stare. Chiederebbe la fine delle sanzioni contro la Iugoslavia,
vorrebbe che
sul banco degli accusati, come criminali di guerra, sedessero i
ministri dei
governi NATO, si batterebbe per i diritti dei Rom ( e delle altre
minoranze
oppresse dalla mafia albanese) non solo a Bologna (questo fa
chic!) ma
proprio in Kosovo, chiederebbe il ritiro delle truppe NATO da i
Balcani,
sarebbe per spazzare via i papponi narcotrafficanti
(ultranazionalisti)
dell'UCK. Ma egli ha perso, assieme alla passione per la
giustizia, anche la
lucidità (altrimenti non direbbe che la nostra difesa della
Iugoslavia equivale a
difendere il suo regime attuale), e non sa più riconoscere
oppressi e
oppressori, ricchi e poveri, tiranni e ribelli. A forza di
trastullarsi con il cyber
spazio e le reti virtuali, ha perso ogni contatto con la concreta
realtà
mondiale. L'odio antiserbo e antiiugoslavo da cui è accecato è una
buona
credenziale per accreditarsi come pupillo politically S/correct
nei salotti buoni
dell'imperialismo, ma che non ci venga allora a prendere per il
culo con il suo
antagonismo da baraccone. Anche la battaglia per cibi non
transgenici va
benissimo ai borghesi, basta che non metta in discussione
l'imperialismo,
questo sistema di saccheggio planetario che solo con la rapina a
spese dei
quattro quinti della popolazione mondiale può garantire i
privilegi dei bifi e dei
bifetti dell'Occidente opulento. Noi possiamo permetterci il lusso
di chiedere
cibi biologici solo perché in Africa, Asia, America Latina i
proletari non
mangiano che una ciotola di riso, perché in Iugoslavia si fanno le
file per il
pane, perché in Iraq o a Cuba non ci sono latte o medicinali per i
bambini. E
cosa fanno i bifi dell'Occidente che mangiano pastasciutta con
farina
biologica a 10mila al chilo? Si lagnano perché in simili
circostanze, in questi
paesi martoriati, non c'è libertà (borghese, s'intende), si
mettono a
pontificare, a dare lezioni di democrazia.
Questo è quello che chiamiamo antagonismo da baraccone,
l'antagonismo di
plebei che cercano una civile convivenza dentro la fortezza
imperialista, una
nicchietta confortevole per mettersi la coscienza a posto, in cui
sia loro
concesso fingere di battersi per i diritti degli schiavi.
E' no cari signori! Anche se voi vi credete assolti, siete per
sempre coinvolti!
Voce Operaia
Subject: R.I.T.E.G.N.O.
Date: Wed, 28 Jun 2000 20:04:43 +0800
From: VOCEOPERAIA <voceoperaia@...>
To: <This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.>
28 giugno
voce operaia
Tentando di chiarire la nostra posizione....
Francamente non pensavamo che il nostro S.D.E.G.N.O. del 22 giugno
avrebbe suscitato questo
putiferio.
E' facile dedurre che se ciò è accaduto è perché abbiamo ficcato il
coltello in una piaga del corpo
del movimento antagonista. Un movimento non può essere giudicato da ciò
che dice di se stesso,
ma dalle posizioni che assume riguardo ai fatti salienti, i quali, in un
contesto globalizzato, sono
anzitutto fatti di rilievo internazionale. E di primissimo rilievo è, da
almeno l'estate del 1990, la
tragedia della Iugoslavia.
Dopo tutte le accuse mosseci (prendiamo in considerazione quelle
meritevoli di attenzione)
riteniamo di non abusare della pazienza dei compagni/e se ci prendiamo
il diritto di replica.
Partiamo da un primo elemento. Non è vero che il panorama iugoslavo è
diviso in due campi
soltanto: quello capeggiato da PSS di Milosevic e la filo-occidentale
"Opposizione Unita"
--facciamo notare che in una riunione dei Ministri degli esteri della
NATO svoltasi a Sarajevo nel
luglio del 1999 l'investitura a leader di questa coalizione è caduta dul
banchiere Abramovic.
I progressisti europei potranno anche fare spallucce, ma in Iugoslavia,
esistono più campi politici
in lotta fra loro, a dimostrazione che c'è un regime democratico, una
variante della sola
democrazia oggi esistente, quella borghese. Che essa sia blindata non
crediamo dipenda anzitutto
dalla paranoia di Milosevic, ma dalle profonde tensioni sociali causate
da dieci anni di guerra e di
embargo. Per molto meno, negli anni '20 e '30 la democrazia europea, è
sfociata nella tirannide
fascista. Checcé deducano i nostri critici VOCE OPERAIA non sta nel
campo di Milosevic, ma, e
da più di un decennio, in quello dell'estrema sinistra. Si compagni!
esiste una sinistra comunista
Iugoslava ed è con questa che da almeno dieci anni abbiamo relazioni
strettissime, loro ci passano
informazioni di prima mano, loro ci hanno aiutato nei nostri continui
viaggi dal 1991 in poi, loro
hanno consenito, nell'estate del 1998, il campo antimperialista in
Montenegro. Si tratta di
organizzazioni di operai, contadini, intellettuali che nel 1989/90 non
seguirono Milosevic e Mira
Markovic (della JUL) quando imboccarono, tanbto per capirci, la via
della disoluzione della
vecchia lega dei Comunisti titoista. Non si tratta però solo di
nostalgici del titoismo, ci sono anche
antitotisti a vario titolo (ad esempio gli staliniani del NKPJ-Nuovo
Partito Comunista di
Jugoslavia- guidati da Kitanovic che come cominternista si fece sotto
Tito una decina d'anni di
galera. C'è la Lega dei Comunisti di Stevan Mirkovic, considerato il
vero erede di Tito. Ci sono
gruppi tacciati di essere trotskysti (come il Partito dei Lavoratori),
titoisti autogestionari e
internazionalisti come il Partito Comunista Serbo e il Partito
Socialista Popolare. In Montenegro,
come da tradizione, a questi partito se ne aggiungono anche altri,
componendo un'area composita
e spesso litigiosa. Esisitono infine, per quanto i progressisti nostrani
possano socchignare, varie
correnti organizzate di sinistra, sia nalla Sinistra Jugosva (JUL) che
nel partito Socialista di
Milosevic.
Noi è a questo "terzo campo" comunista che siamo legati da vincoli di
amicizia e solidarietà.
Ricordiamo anche l'Associaziione Internazionale E. Che Guevara di
Pristina, i cui dirigenti,
assolutamente "multietnici" sono dovuti scappare dal Kosovo già nel
dicembre del 1998, quando,
sotto gli occhi degli "Osservatori" dell'ONU, l'UCK scatenava la sua
caccia all'uomo, non solo
anti-serba, non solo anti-rom, ma pure anticomunista.
Con questi compagni riteniamo che nonostante tutti gli errori e i
crimini commessi durante un
decennio di conflitto, nonostante il regime "socialista" di Milosevic la
Iugoslavia andava difesa,
l'espansione della NATO contrastata. Dubitiamo che i nostri critici
riescano a capire questa
dialettica (che essi scambiano con la duplicità): comunque quest'estrema
sinistra, considerando
che l'esplosione della Iugoslavia era nell'interesse dell'imperialismo,
ha combattuto la NATO
(anche inviando propri volontari in alcuni fronti di guerra), pur senza
aver mai appoggiato
Milosevic e il suo governo.
L'equazione: difesa della Iugoslavia uguale difesa di Milosevic è una
delle armi più sottili e infami
della propaganda imperialista nonché delle forze disfattiste iugoslave.
Qui in Occidente la storia è vecchia come il cucco: difendi l'Argentina
contro la Gran Bretagna nel
conflitto sulle Malvinas? Ma allora stai coi generali golpisti! Difendi
l'Iran? Quindi sei con
l'integralismo islamico. Dici giù le mani dall'Iraq? Dunque sei con
Saddam Hussein che fa strage
dei curdi! Sei contro l'invasione "democratica" di Panama? Ma allora
difendi il narcotrafficante
Noriega! Sostieni la resistenza Hezbollah in Libano? Dunque sei per
imporre lo chador alle donne!
Ogni compagno/a intellettualmente onesto e che non abbia gettato alle
ortiche certi fondamentali
criteri marxisti e antimperialisti di interpretazioni dei fatti, però,
capisce al volo il senso della
nostra posizione.
Il dramma è che il "terzocampismo" --la posizione di equidistanza tra la
NATO che avanza come
un rullo compressore per spianare la strada alle multinazionali e al
capitale finanziario e quegli
stati ribelli che dicono Signor No!-- non è più l'atteggiamento
snobistico di certi settori della
borghesia, è diventata, pensate un po', la posizione di buona parte
dell'antagonismo qui in
Occidente. Qui in Occidente certi compagni, si mettono a fare le pulci a
questi regimi, misurano il
loro tasso di democraticità (borghese) e condizionano il loro appoggio
al rispetto di quelli che essi
considerano principi sacri, metastorici. Degli apriori di natura
etico-morale, quindi metapolitici.
Potremmo farla lunga sul discorso della "democrazia", potremmo ribadire
che la democrazia è
sempre una forma mascherata di dittatura. Ma la facciamo corta. Per dare
lezioni di democrazia ai
cittadini iugoslavi (facendo il contrappunto a criminali internazionali
come Clinton e company) essi
dovrebbero prima conquistarla nel loro proprio paese. Come possono,
degli italiani il cui governo
D'Alema ha calpestato come Mussolini non solo la democrazia formale
(Costituzione) ma lo
stesso Diritto internazionale, arrogarsi quello di chiedere più
democrazia per i serbi? Come
possono gli antagonisti italiani che non riescono ad impedire i lavori
dell'OCSE, salire in cattedra e
dare lezioni a chi da dieci anni difende con le unghie e coi denti i
principi non meno democratici di
quello di voto o di parola, come quelli della sovranità e
dell'indipendenza nazionali? Come possono,
gli antagonisti per cui la classe operaia non esiste, in un paese in cui
si consente che i proletari
ammazzati sul lavoro superino quelli massacrati dalla NATO in
Iugoslavia, dare lezioni? Come
possono, certi antagonisti, firmare petizioni per la libertà di una
poetessa kosovara per sua
ammissione vicina all'UCK, quando in Italia essi non muovono un dito per
i nostri 200 prigionieri
politici? Questi nostri antagonisti che hanno fatto finta di nulla
mentre il regime di centro-sinistra,
non venti anni fa, ma nel 1999, ha affibbiato il 270bis ad un centinaio
di militanti anti--NATO e
incarcerato e condannato una cinquantina di compagni, comunisti e
anarchici, in base alle
legislazione speciale anti-terrorismo?
Dovrebbero solo vergognarsi per i loro livelli di opportunismo, di
assuefazione, di cerchiobottismo,
di consociativismo oggettivo con questo sistema di merda e i suoi
satrapi eletti a suffragio
universale.
VOCE OPERAIA
Ultimo ma non meno importante.
Il nostro appello a boicottare i sit-in in favore della "serbia
democratica" e il movimento Otpor era
aleatorio, virtuale, dello stesso tipo di quello tanto strombazzato per
sabotare il vertice dell'OCSE.
Resta il fatto che il cartello di forze che si oppone al regime di
Milosevic non è né democratico, né
popolare. Chi conosce le vicende iugoslave lo sa e non aspetta di
prendere la linea dal TG1 o dal
TG5, da Gad Lerner o dalla Annunziata. Il cartello di partiti raccolti
nella sigla "Opposizione
Unita" è composto notoriamente da partitelli "democratici" sponzorizzati
dai paesi NATO (ognuno
ha il suo preferito) ma anche, da ultra-monarchici, fascisti e cetnici
serbi di diverso stampo, da
leader che si sono macchiati, tra il 1992 e il 1996, nelle Kraijne e in
Bosnia, dei peggiori crimini
nazionalistici (non ci sono solo le Aquile Bianche di Seselj o le Tigri
di Arkan). Dei veri
democratici-terzocampisti-pacifisti, se fossero coerenti, dovrebbero
disprezzare questi non meno
di Milosevic.
Per quanto riguarda Otpor (la coalizione di certe associazioni di base,
non solo studentesche!)
solo un movimentismo becero e apolitico può considerarlo un elemento
autonomo nella lotta per il
potere attualmente in atto in Iugoslavia. Che ci credano o no i nostri
detrattori, il loro legame con la
"Opposizione Unita" di Draskovic, Dindijc e Obramovic, è dichiarato e
indissolubile. Non si tratta
di un movimento spontaneo di studenti all'italiana, ma di un reparto
d'assalto, del cavallo di Troia
dei reazionari.
Ecco perché, anche i Diessini (leggasi DS), oltre a fungere in Italia da
architrave del potere
neoliberista, possono aderire a pieno titolo alla iniziativa con
rappresentanti di Otpor che i
compagni di Radio Sherwood (leggasi radio Sherwood) svolgeranno a Padova
sabato 1. luglio.
Sarebbe necessario boicottare anche questa iniziativa, ovviamente.
Tuttavia chiamiamo . Certi
compagni padovani non vanno troppo per il sottile. Già l'anno scorso, ad
Aviano, ci hanno
malmenato perché portavamo delle bandiere iugoslave (quelle con la
stella rossa beninteso). Loro
odiano la "pulizia etnica" serba, ma non disdegnano quella politica di
stampo "stalinista" (senza
offesa per i compagni stalinisti).
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
------------------------------------------------------------
"NOOCSE" a causa di un volantinaggio a favore della opposizione
liberista e filoatlantica in Serbia...
---
Ci è giunto oggi questo messaggio dal noOcse di Bologna.
> Il gruppo donne Contropiani NoOcse Bologna riunitosi presso
Atlantide il
> 26/6/2000 esprime la propria adesione all'appello di solidarietà con
la
> "Serbia Democratica" per lanciare per il 24/6/2000 ponti di
solidarietà
> concreti con più di venti città italiane, con:
> - la rete delle donne in nero contro la guerra sia in Serbia che
kosovo/a
> - appello per l'immediata liberazione di Flora Brovina
> - con il movimento studentesco Otpop (Resistenza)
>
> Riuniamoci tutte/i per il volantinaggio insieme con le donne in nero
di
> Bologna in piazza ore 18 il 24/6/2000. Saranno fatte comunicazioni
anche
> durante ko Street Rave Parade antiprobizionista.
>
> 20/6/2000.
> Gruppo Donne Contropiani.
>
Permetteteci di esprimere il nostro sdegno.
Come è possibile che dall'interno di una rete che si proclama
antagonista si faccia da sponda ai governi NATO nel solidarizzare
con la "Serbia Democratica", cioè con le forze filo-occidentali che
proclamano apertamente la loro simpatia con l'Europa di
Maastricht e che chiedono l'ingresso della Iugoslavia nella NATO?
Come non sapere che sono proprio i governi NATO (gli stessi che
hanno sganciato tonnellate di bombe all'uranio impoverito, gli
stessi che stringono i popoli iugoslavi in un'embargo infame e
illegale) a promettere aiuti solo a quei municipi amministrati dalle
forze politiche filo-USA-UE, cioè alla "Serbia democratica"?
Come è possibile rivendicare la liberazione dell'unico prigioniero
dell'UCK nelle prigioni iugoslave mentre nel Kosovo, col terrore,
sono stati espulsi 250mila rom, serbi, gorani, montenegrini e
albanesi anti-UCK? Mentre a Kosovska Mitrovica sono detenuti e
in sciopero della fame per protestare contro la violazione da parte
dei poliziotti ONU dei più elementari diritti umani, una quarantina
di cittadini non-albanesi?
Come è possibile solidarizzare con il movimento "Otpop" il quale
solidarizza a sua volta con i tirannosauri del turbocapitalismo
globalizzato contro i quali ci siamo mobilitati ad Ancona, Firenze,
Genova e Bologna?
Donne in nero?
Qui in lutto ci sono solo l'intelligenza, la dignità, la coerenza di
tutti quelli che erano a Bologna con la rete noOcse, e che si
illudevano di avere al fianco, pur nella diversità di opinioni,
compagni e compagne che avevano chiaro, come minimo, cosa
stavamo facendo, contri chi stavamo lottando.
Invitiamo i compagni a boicottare, a sabotare, ad impedire il
proclamato volantinaggio ed a partecipare invece all'incontro
nazionale delle Associazioni anti-NATO e di solidarietà con la
Iugoslavia che si svolgerà proprio a Bologna, proprio il 24
giugno, dalle ore 11 in poi presso la saletta del sindacato
ferrovieri dentro la stazione FS centrale.
VOCE OPERAIA
Subject: Bifo politically S/correct
Date: Sat, 24 Jun 2000 02:02:29 +0800
From: VOCE OPERAIA <voceoperaia@...>
To: <This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.>
Franco Berardi "Bifo" denudandosi un'altra volta,
ha così risposto al nostro invito a boicottare il meeting in
difesa della "Serbia
democratica", cioè di quel cartello di forze politiche iugoslave
notoriamente
sponzorizzate dalla NATO:
"Esprimo la mia solidarietà e il mio affetto per le donne in nero
per il
movimento OTPOR e per tutti coloro che hanno saputo riconoscere
nel regime
fascista serbo e nel criminale Milosevic un nemico dell'umanità -
non meno
ripugnante ed orrendo dei bombardieri della NATO e dei regimi
occidentali che
speculano sulla guerra.
Vorrei inoltre sapere come questi signori che si firmano Voce
operaia
pensano di potere sabotare, boicottare, impedire il volantinaggio
delle donne
in nero. Forse dispongono delle squadre naziste di Seselj, o si
rivolgeranno
per un petit coup de main alle tigri di Arkan?
Su molte cose ci può essere discussione, differenza, disaccordo,
all'interno
della rete che si sta costituendo. Su questa cosa no. Sappiamo
riconoscere i
fascisti, i nazionalisti, e gli assassini, quale che sia la
bandiera che
sventolano.
Per quel che io ne so la rete NOOCSE è pronta a rispondere
all'appello di ogni
oppresso, che sia uomo o donna, kosovaro o albanese, serbo o
croato.
Ma non è disposta a difendere nessun regime dittatoriale. E meno
di ogni altro
il regime dei violentatori serbi, di Milosevic, di Seselj, di
Karadzic, di
Mladic e di Arkan.
Scomparite, miserabili".
Franco Berardi Bifo
Allo s.d.e.g.n.o. si aggiunge la nostra pena.
Questo messaggio di Bifo sembra una fotocopia dei discorsetti che
James
Shea, portavoce della NATO, a nome del Segretario di Stato USA M.
Albright, diffondeva un anno fa per giustificare i bombardamenti
"intelligenti"
in Iugoslavia.
Essi ci dicevano infatti che si trattava di una "guerra
umanitaria" in difesa dei
"poveri kosovari" contro il "regime fascista serbo" capeggiato
"dal criminale
Milosevic nemico dell'umanità". E noi, che assieme a milioni di
antimperialisti
e di democratici ci siamo battuti per fermare l'aggressione,
proprio come
dicevano Veltroni e D'Alema, siamo stati in realtà dei servi degli
"violentatori serbi",dei sostenitori della "pulizia etnica".
Ma un anno è passato, e solo Bifo sembra non essersi accorto di
cosa nel
frattempo è accaduto in Kosovo sotto lo sguardo 'vigile' dei
mercenari
NATO. (...)
Se solo Bifo conservasse un briciolo della passione sociale di un
tempo, se
volesse davvero difendere ogni uomo o donna opressi, se volesse
combattere davvero contro ogni dittatura e violenza, saprebbe da
che parte
stare. Chiederebbe la fine delle sanzioni contro la Iugoslavia,
vorrebbe che
sul banco degli accusati, come criminali di guerra, sedessero i
ministri dei
governi NATO, si batterebbe per i diritti dei Rom ( e delle altre
minoranze
oppresse dalla mafia albanese) non solo a Bologna (questo fa
chic!) ma
proprio in Kosovo, chiederebbe il ritiro delle truppe NATO da i
Balcani,
sarebbe per spazzare via i papponi narcotrafficanti
(ultranazionalisti)
dell'UCK. Ma egli ha perso, assieme alla passione per la
giustizia, anche la
lucidità (altrimenti non direbbe che la nostra difesa della
Iugoslavia equivale a
difendere il suo regime attuale), e non sa più riconoscere
oppressi e
oppressori, ricchi e poveri, tiranni e ribelli. A forza di
trastullarsi con il cyber
spazio e le reti virtuali, ha perso ogni contatto con la concreta
realtà
mondiale. L'odio antiserbo e antiiugoslavo da cui è accecato è una
buona
credenziale per accreditarsi come pupillo politically S/correct
nei salotti buoni
dell'imperialismo, ma che non ci venga allora a prendere per il
culo con il suo
antagonismo da baraccone. Anche la battaglia per cibi non
transgenici va
benissimo ai borghesi, basta che non metta in discussione
l'imperialismo,
questo sistema di saccheggio planetario che solo con la rapina a
spese dei
quattro quinti della popolazione mondiale può garantire i
privilegi dei bifi e dei
bifetti dell'Occidente opulento. Noi possiamo permetterci il lusso
di chiedere
cibi biologici solo perché in Africa, Asia, America Latina i
proletari non
mangiano che una ciotola di riso, perché in Iugoslavia si fanno le
file per il
pane, perché in Iraq o a Cuba non ci sono latte o medicinali per i
bambini. E
cosa fanno i bifi dell'Occidente che mangiano pastasciutta con
farina
biologica a 10mila al chilo? Si lagnano perché in simili
circostanze, in questi
paesi martoriati, non c'è libertà (borghese, s'intende), si
mettono a
pontificare, a dare lezioni di democrazia.
Questo è quello che chiamiamo antagonismo da baraccone,
l'antagonismo di
plebei che cercano una civile convivenza dentro la fortezza
imperialista, una
nicchietta confortevole per mettersi la coscienza a posto, in cui
sia loro
concesso fingere di battersi per i diritti degli schiavi.
E' no cari signori! Anche se voi vi credete assolti, siete per
sempre coinvolti!
Voce Operaia
Subject: R.I.T.E.G.N.O.
Date: Wed, 28 Jun 2000 20:04:43 +0800
From: VOCEOPERAIA <voceoperaia@...>
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28 giugno
voce operaia
Tentando di chiarire la nostra posizione....
Francamente non pensavamo che il nostro S.D.E.G.N.O. del 22 giugno
avrebbe suscitato questo
putiferio.
E' facile dedurre che se ciò è accaduto è perché abbiamo ficcato il
coltello in una piaga del corpo
del movimento antagonista. Un movimento non può essere giudicato da ciò
che dice di se stesso,
ma dalle posizioni che assume riguardo ai fatti salienti, i quali, in un
contesto globalizzato, sono
anzitutto fatti di rilievo internazionale. E di primissimo rilievo è, da
almeno l'estate del 1990, la
tragedia della Iugoslavia.
Dopo tutte le accuse mosseci (prendiamo in considerazione quelle
meritevoli di attenzione)
riteniamo di non abusare della pazienza dei compagni/e se ci prendiamo
il diritto di replica.
Partiamo da un primo elemento. Non è vero che il panorama iugoslavo è
diviso in due campi
soltanto: quello capeggiato da PSS di Milosevic e la filo-occidentale
"Opposizione Unita"
--facciamo notare che in una riunione dei Ministri degli esteri della
NATO svoltasi a Sarajevo nel
luglio del 1999 l'investitura a leader di questa coalizione è caduta dul
banchiere Abramovic.
I progressisti europei potranno anche fare spallucce, ma in Iugoslavia,
esistono più campi politici
in lotta fra loro, a dimostrazione che c'è un regime democratico, una
variante della sola
democrazia oggi esistente, quella borghese. Che essa sia blindata non
crediamo dipenda anzitutto
dalla paranoia di Milosevic, ma dalle profonde tensioni sociali causate
da dieci anni di guerra e di
embargo. Per molto meno, negli anni '20 e '30 la democrazia europea, è
sfociata nella tirannide
fascista. Checcé deducano i nostri critici VOCE OPERAIA non sta nel
campo di Milosevic, ma, e
da più di un decennio, in quello dell'estrema sinistra. Si compagni!
esiste una sinistra comunista
Iugoslava ed è con questa che da almeno dieci anni abbiamo relazioni
strettissime, loro ci passano
informazioni di prima mano, loro ci hanno aiutato nei nostri continui
viaggi dal 1991 in poi, loro
hanno consenito, nell'estate del 1998, il campo antimperialista in
Montenegro. Si tratta di
organizzazioni di operai, contadini, intellettuali che nel 1989/90 non
seguirono Milosevic e Mira
Markovic (della JUL) quando imboccarono, tanbto per capirci, la via
della disoluzione della
vecchia lega dei Comunisti titoista. Non si tratta però solo di
nostalgici del titoismo, ci sono anche
antitotisti a vario titolo (ad esempio gli staliniani del NKPJ-Nuovo
Partito Comunista di
Jugoslavia- guidati da Kitanovic che come cominternista si fece sotto
Tito una decina d'anni di
galera. C'è la Lega dei Comunisti di Stevan Mirkovic, considerato il
vero erede di Tito. Ci sono
gruppi tacciati di essere trotskysti (come il Partito dei Lavoratori),
titoisti autogestionari e
internazionalisti come il Partito Comunista Serbo e il Partito
Socialista Popolare. In Montenegro,
come da tradizione, a questi partito se ne aggiungono anche altri,
componendo un'area composita
e spesso litigiosa. Esisitono infine, per quanto i progressisti nostrani
possano socchignare, varie
correnti organizzate di sinistra, sia nalla Sinistra Jugosva (JUL) che
nel partito Socialista di
Milosevic.
Noi è a questo "terzo campo" comunista che siamo legati da vincoli di
amicizia e solidarietà.
Ricordiamo anche l'Associaziione Internazionale E. Che Guevara di
Pristina, i cui dirigenti,
assolutamente "multietnici" sono dovuti scappare dal Kosovo già nel
dicembre del 1998, quando,
sotto gli occhi degli "Osservatori" dell'ONU, l'UCK scatenava la sua
caccia all'uomo, non solo
anti-serba, non solo anti-rom, ma pure anticomunista.
Con questi compagni riteniamo che nonostante tutti gli errori e i
crimini commessi durante un
decennio di conflitto, nonostante il regime "socialista" di Milosevic la
Iugoslavia andava difesa,
l'espansione della NATO contrastata. Dubitiamo che i nostri critici
riescano a capire questa
dialettica (che essi scambiano con la duplicità): comunque quest'estrema
sinistra, considerando
che l'esplosione della Iugoslavia era nell'interesse dell'imperialismo,
ha combattuto la NATO
(anche inviando propri volontari in alcuni fronti di guerra), pur senza
aver mai appoggiato
Milosevic e il suo governo.
L'equazione: difesa della Iugoslavia uguale difesa di Milosevic è una
delle armi più sottili e infami
della propaganda imperialista nonché delle forze disfattiste iugoslave.
Qui in Occidente la storia è vecchia come il cucco: difendi l'Argentina
contro la Gran Bretagna nel
conflitto sulle Malvinas? Ma allora stai coi generali golpisti! Difendi
l'Iran? Quindi sei con
l'integralismo islamico. Dici giù le mani dall'Iraq? Dunque sei con
Saddam Hussein che fa strage
dei curdi! Sei contro l'invasione "democratica" di Panama? Ma allora
difendi il narcotrafficante
Noriega! Sostieni la resistenza Hezbollah in Libano? Dunque sei per
imporre lo chador alle donne!
Ogni compagno/a intellettualmente onesto e che non abbia gettato alle
ortiche certi fondamentali
criteri marxisti e antimperialisti di interpretazioni dei fatti, però,
capisce al volo il senso della
nostra posizione.
Il dramma è che il "terzocampismo" --la posizione di equidistanza tra la
NATO che avanza come
un rullo compressore per spianare la strada alle multinazionali e al
capitale finanziario e quegli
stati ribelli che dicono Signor No!-- non è più l'atteggiamento
snobistico di certi settori della
borghesia, è diventata, pensate un po', la posizione di buona parte
dell'antagonismo qui in
Occidente. Qui in Occidente certi compagni, si mettono a fare le pulci a
questi regimi, misurano il
loro tasso di democraticità (borghese) e condizionano il loro appoggio
al rispetto di quelli che essi
considerano principi sacri, metastorici. Degli apriori di natura
etico-morale, quindi metapolitici.
Potremmo farla lunga sul discorso della "democrazia", potremmo ribadire
che la democrazia è
sempre una forma mascherata di dittatura. Ma la facciamo corta. Per dare
lezioni di democrazia ai
cittadini iugoslavi (facendo il contrappunto a criminali internazionali
come Clinton e company) essi
dovrebbero prima conquistarla nel loro proprio paese. Come possono,
degli italiani il cui governo
D'Alema ha calpestato come Mussolini non solo la democrazia formale
(Costituzione) ma lo
stesso Diritto internazionale, arrogarsi quello di chiedere più
democrazia per i serbi? Come
possono gli antagonisti italiani che non riescono ad impedire i lavori
dell'OCSE, salire in cattedra e
dare lezioni a chi da dieci anni difende con le unghie e coi denti i
principi non meno democratici di
quello di voto o di parola, come quelli della sovranità e
dell'indipendenza nazionali? Come possono,
gli antagonisti per cui la classe operaia non esiste, in un paese in cui
si consente che i proletari
ammazzati sul lavoro superino quelli massacrati dalla NATO in
Iugoslavia, dare lezioni? Come
possono, certi antagonisti, firmare petizioni per la libertà di una
poetessa kosovara per sua
ammissione vicina all'UCK, quando in Italia essi non muovono un dito per
i nostri 200 prigionieri
politici? Questi nostri antagonisti che hanno fatto finta di nulla
mentre il regime di centro-sinistra,
non venti anni fa, ma nel 1999, ha affibbiato il 270bis ad un centinaio
di militanti anti--NATO e
incarcerato e condannato una cinquantina di compagni, comunisti e
anarchici, in base alle
legislazione speciale anti-terrorismo?
Dovrebbero solo vergognarsi per i loro livelli di opportunismo, di
assuefazione, di cerchiobottismo,
di consociativismo oggettivo con questo sistema di merda e i suoi
satrapi eletti a suffragio
universale.
VOCE OPERAIA
Ultimo ma non meno importante.
Il nostro appello a boicottare i sit-in in favore della "serbia
democratica" e il movimento Otpor era
aleatorio, virtuale, dello stesso tipo di quello tanto strombazzato per
sabotare il vertice dell'OCSE.
Resta il fatto che il cartello di forze che si oppone al regime di
Milosevic non è né democratico, né
popolare. Chi conosce le vicende iugoslave lo sa e non aspetta di
prendere la linea dal TG1 o dal
TG5, da Gad Lerner o dalla Annunziata. Il cartello di partiti raccolti
nella sigla "Opposizione
Unita" è composto notoriamente da partitelli "democratici" sponzorizzati
dai paesi NATO (ognuno
ha il suo preferito) ma anche, da ultra-monarchici, fascisti e cetnici
serbi di diverso stampo, da
leader che si sono macchiati, tra il 1992 e il 1996, nelle Kraijne e in
Bosnia, dei peggiori crimini
nazionalistici (non ci sono solo le Aquile Bianche di Seselj o le Tigri
di Arkan). Dei veri
democratici-terzocampisti-pacifisti, se fossero coerenti, dovrebbero
disprezzare questi non meno
di Milosevic.
Per quanto riguarda Otpor (la coalizione di certe associazioni di base,
non solo studentesche!)
solo un movimentismo becero e apolitico può considerarlo un elemento
autonomo nella lotta per il
potere attualmente in atto in Iugoslavia. Che ci credano o no i nostri
detrattori, il loro legame con la
"Opposizione Unita" di Draskovic, Dindijc e Obramovic, è dichiarato e
indissolubile. Non si tratta
di un movimento spontaneo di studenti all'italiana, ma di un reparto
d'assalto, del cavallo di Troia
dei reazionari.
Ecco perché, anche i Diessini (leggasi DS), oltre a fungere in Italia da
architrave del potere
neoliberista, possono aderire a pieno titolo alla iniziativa con
rappresentanti di Otpor che i
compagni di Radio Sherwood (leggasi radio Sherwood) svolgeranno a Padova
sabato 1. luglio.
Sarebbe necessario boicottare anche questa iniziativa, ovviamente.
Tuttavia chiamiamo . Certi
compagni padovani non vanno troppo per il sottile. Già l'anno scorso, ad
Aviano, ci hanno
malmenato perché portavamo delle bandiere iugoslave (quelle con la
stella rossa beninteso). Loro
odiano la "pulizia etnica" serba, ma non disdegnano quella politica di
stampo "stalinista" (senza
offesa per i compagni stalinisti).
--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
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