Due ottimi articoli di John Catalinotto e Heather Cottin

1) DIETRO I DISORDINI IN KOSOVO - 1/4/2004
(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

2) JUGOSLAVIA, HAITI, IRAQ - 29/2/2004
(Traduzione di Alessandro Lattanzio -
http://members.xoom.it/sitoaurora

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Via Workers World News Service
Reprinted from the April 1, 2004
issue of Workers World newspaper
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DIETRO I DISORDINI IN KOSOVO

di John Catalinotto e Heather Cottin
(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

Il 18 marzo il sistema mondiale dei mezzi di informazione di massa
riportava dell'esplodere nei Balcani di quello che i media amano
denominare come "violenza etnica". In un giorno, circa 1500 soldati
delle forze Inglesi, Francesi, Italiane, Danesi e degli USA si
dirigevano verso il Kosovo, provincia della Serbia sotto occupazione,
con l'assicurazione dell'intervento aggiuntivo di altri 600 uomini
dalla Germania.

Come per la maggior parte degli avvenimenti nei Balcani degli ultimi 15
anni, il loro significato veniva interpretato in maniera distorta dalle
corrispondenze di questi media, che attribuivano il complesso degli
atti violenti ad "antiche ostilità etniche", che comunque non potevano
essere riportate sotto controllo se non con l'intervento delle truppe
dell'Occidente.

La verità è che per 45 anni dopo la Seconda Guerra Mondiale la
Federazione Socialista di Jugoslavia si e' dimostrata in grado di
realizzare rapporti di collaborazione fra le sue diverse nazioni,
popoli, gruppi etnici e religiosi. Inoltre la Federazione e' coesistita
pacificamente con la confinante Albania, un'altra nazione socialista,
malgrado le notevoli divergenze politiche con i dirigenti Albanesi.

E' stato l'intervento della NATO, e specialmente dei settori Tedeschi e
Statunitensi, ad organizzare la sovversione, acutizzando tutte quelle
differenze nazionali e religiose che hanno portato allo sconvolgimento
degli anni 1991-1998.
Alla fine sono arrivati i 78 giorni dei bombardamenti USA/NATO sulla
Jugoslavia, che hanno avuto inizio cinque anni fa, proprio il 24 marzo
1999. I bombardamenti hanno causato la morte di migliaia di Jugoslavi,
inclusi quelli di etnia Albanese e i Serbi nel Kosovo.

L'ESPANSIONE VERSO L'EUROPA DELL'EST

L'imperialismo USA si è servito della sua organizzazione militare
Europea, la NATO, per crearsi una copertura multinazionale per la
guerra del 1999.
La NATO e' risultata essenziale per gli sforzi degli USA nella loro
espansione verso l'Est Europeo, dopo il collasso dell'Unione Sovietica.

Per provocare la guerra e lo smembramento della Jugoslavia, negli
ultimi anni Novanta, sia Washington che Berlino hanno puntato sul KLA
(UCK, Esercito di Liberazione del Kosovo), una formazione di estrema
destra di individui di etnia Albanese. Prima del 1998, gli stessi
ufficiali Statunitensi descrivevano il KLA come una formazione
"terroristica". Il programma politico del KLA comprende la
instaurazione di una "Grande Albania", con l'inclusione del Kosovo e di
parti
della Bulgaria, della Serbia, del Montenegro e della Grecia.

I bombardamenti del 1999 sono terminati quando il governo della
Jugoslavia e' stato costretto ad accettare che il Kosovo venisse
occupato dalle forze della NATO. Comunque, il Kosovo giuridicamente
rimaneva parte integrante della Serbia. Da allora, le Nazioni Unite
hanno coperto l'occupazione
della NATO, e a tutt'oggi si trovano in Kosovo 18.500 soldati di truppe
NATO (KFOR). All'inizio ve ne erano stati dispiegati quasi 40.000.

Dopo l'occupazione del 1999, le truppe NATO in Kosovo hanno consentito
ai reazionari del KLA di cacciare dal Kosovo alcune centinaia di
migliaia di Serbi, Ebrei, Rom (Zingari) e di altre nazionalità,
praticando gli incendi dolosi, assassinii ed azioni intimidatorie.
Molte di queste persone hanno trovato rifugio in Serbia. I reazionari
della KLA hanno anche perseguitato gli Albanesi di idee progressiste.

"In Kosovo non sono rimaste più minoranze etniche di una qualche
importanza. Dal 1999 sono fuggite 220.000 persone," ha dichiarato di
recente il portavoce dell'UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite
per i Rifugiati) in una
conferenza stampa a Ginevra. Dall'inizio dello scatenarsi della
violenza di questo mese, più di 4.000 Serbi hanno abbandonato le loro
case. (Reuters, 19 marzo)

L'INCIDENTE DEL 16 MARZO

Il 16 marzo, quattro ragazzini Albanesi sono stati travolti dai flutti
del fiume Ibar, nel Kosovo. Solo uno di loro è sopravvissuto. La prima
storia che e' uscita su questo fatto accidentale asseriva che i bambini
erano stati inseguiti e cacciati nel fiume da alcuni giovani Serbi con
i loro cani. Ma il 18 marzo, a Pristina, Derek Chappell, un portavoce
delle autorità di occupazione delle Nazioni Unite (UNMIK), dichiarava
ai media che questo assolutamente non corrispondeva al vero, e che il
sopravvissuto all'annegamento aveva riferito ai suoi genitori che lui e
i suoi amici da soli erano entrati nel fiume e subito erano stati
inghiottiti dalla violenza della corrente. Chappell ha asserito che
forze organizzate hanno usato la menzogna per scatenare virulenti
attacchi contro le popolazioni Serbe della regione.

E' stato riferito che 24 persone sono state uccise e 500 ferite negli
scontri, quasi tutti appartenenti alla popolazione Serba. Venticinque
chiese Serbo Ortodosse e monasteri sono stati incendiati e quasi 400
case date alle fiamme. (ITAR-TASS, 22
marzo)

Alcuni funzionari ONU e Occidentali sono stati autorizzati a dichiarare
che l'incidente doveva essere inteso come provocazione di uno scontro
atto a conseguire la secessione del Kosovo dalla Serbia. Tale
secessione costituirebbe una violazione agli accordi del 1999.

Non sarebbe la prima volta che un incidente viene artefatto per
giustificare lo scontro. Nel gennaio 1999, il KLA e l'ufficiale
Statunitense William Walker avevano dichiarato che la morte di un
gruppo di combattenti del KLA nel villaggio Kosovaro di Racak doveva
intendersi invece come un massacro di civili. Il "massacro di Racak" fu
usato per giustificare la guerra della NATO contro la Jugoslavia, che
gli USA e la Germania appoggiarono in quanto intervento "umanitario".
[N.d.T.: non è trascurabile il ruolo dell'Italia in questa "guerra
umanitaria", visto che molti bombardieri partivano dalle basi in
Italia, come Aviano!]

Quest'anno, l'anatomopatologa Finlandese Helena Ranta, che condusse le
indagini legali relative al caso Racak, dichiarava alla Berliner
Zeitung del 17 gennaio che in quella occasione erano stati uccisi anche
elementi delle forze di sicurezza Serbe, e che non vi era alcuna prova
che i corpi dei morti che lei aveva esaminato fossero di civili o che
fossero stati sottoposti ad esecuzioni sommarie.

LA PROTESTA A BELGRADO PRENDE DI MIRA GLI STATI UNITI

Il 18 marzo, quasi 10.000 persone hanno marciato nel centro di Belgrado
in solidarietà con le popolazioni della comunità Serba bersagliate nel
Kosovo. Vladimir Krsljanin, un collaboratore dell'ex Presidente
Jugoslavo Slobodan Milosevic, ha comunicato da Belgrado a "Workers
World" che 2.000 dimostranti hanno circondato l'Ambasciata USA fino
alle due del mattino. Da allora l'Ambasciata è rimasta chiusa.

Krsljanin ci ha dichiarato che 200 elementi perturbatori o provocatori
hanno dato luogo ad un attacco alla moschea di Belgrado per
incendiarla. La polizia non ha cercato di fermarli, in attesa di
rinforzi, ma ha protetto piuttosto l'Ambasciata USA. Molti dimostranti
giustamente hanno ribadito che gli Stati Uniti sono responsabili per il
deteriorarsi delle condizioni di vita nei Balcani e per le minacce alla
Serbia.

In Kosovo dal 1999, migliaia di Albanesi, Serbi, Bulgari e altre
popolazioni sono stati lasciati senza lavoro, licenziati da industrie e
miniere che il governo della Jugoslavia in precedenza aveva sempre
tenuto in attività. Inoltre in Kosovo
è venuta a cessare l'assistenza medica gratuita assicurata dallo Stato
ed il sostegno per l'istruzione, in passato quasi tutto a carico del
governo.

Nel 1999, la NATO ha permesso alle formazioni paramilitari del KLA di
assumere il controllo sul Kosovo. Negli ultimi due anni, queste stesse
forze operative addestrate dalla CIA hanno aiutato ad organizzare
paramilitari per aggredire la vicina Macedonia.

Il principale risultato di quest'ultima provocazione sarà quello di
introdurre più forze armate nella regione per rinvigorire l'alleanza
imperialista della NATO in Europa dell'Est.

In molte delle nazioni ex socialiste dell'Europa dell'Est, dalla
Polonia al Turkmenistan, dall'Uzbekistan all'Ungheria, la NATO ora sta
proteggendo le multinazionali imperialiste dell'Occidente e sta
promovendo le fortune delle industrie militari Occidentali,
specialmente di quelle Statunitensi.

Nei Balcani, l'intervento imperialista non ha portato "soccorso
umanitario", ma ha accresciuto lo sconvolgimento della regione.


(Traduzione di Curzio Bettio)


=== 2 ===

http://www.iacenter.org/milos_030704.htm

JUGOSLAVIA, HAITI, IRAQ

Il caso Milosevic combatte i cambi di regime di Washington

Di John Catalinotto
New York 29 Febbraio

Il forum dell'International Action Center su due anni di processo NATO
all'ex Presidente Jugoslavo Slobodan Milosevic si e' trasformato in un
animato dibattito antagonista.
La discussione si e' estesa dal caso del criminale rovesciamento del
governo Haitiano, avvenuto proprio quella mattina, alla resistenza
Irachena, fino all'ultima svolta politica in Serbia ed all'aggressiva
politica di "cambio dei regimi" di Washington.
Pat Chin, portavoce dell'IAC sia per Haiti che per la Jugoslavia, ha
presieduto il meeting. Ha centrato l'attenzione dell'audience sulle
similarità dei rovesciamenti USA dei governi costituzionali in entrambi
i paesi. Secondo Chin, entrambi sono stati fatti fuori da una
combinazione di assalti militari e sovversioni travisate da
preoccupazioni "umanitarie".

Gli organizzatori dell'IAC hanno originariamente indetto il meeting in
coincidenza con la fine della fase dibattimentale dell'"accusa" nel
processo intentato contro Milosevic all'International Criminal Tribunal
per l'ex Jugoslavia (ICTY). Sono intervenuti nella discussione l'ex
Procuratore Generale Ramsey Clark, co-direttore con Sara Flounders
dell'IAC, ed il professor Barry Lituchy del Kingsborough Community
College, che ha recentemente seguito il processo dell'ICTY e la difesa
di Milosevic.
Clark era stato investito da un'auto il giorno prima del forum,
riportando fratture al piede ed all'anca. Ciononostante egli ha
trovato l'energia per ispirare l'audience con la sua difesa, via
telefono, di Milosevic.

Pur senza alcuna base di legalita' ONU, gli USA e la NATO hanno
costituito il tribunale proprio all'ONU nel 1993, avendo di mira la
Jugoslavia e specialmente i Serbi. Nel Maggio 1999, durante i
bombardamenti di 78 giorni degli USA e della NATO contro la Jugoslavia,
l'ICTY ha accusato il Presidente jugoslavo Milosevic di crimini di
guerra allo scopo di operare pressioni addizionali su di lui, e per
fargli cedere la provincia Serba del Kosovo, aprendola all'occupazione
NATO. Due anni dopo, le forze NATO hanno rapito Milosevic da Belgrado e
lo hanno posto sotto il controllo dell'ICTY in una prigione ex nazista
all'Aja. Solo allora il tribunale lo ha accusato anche di crimini di
guerra e perfino di genocidio riguardo le guerre civili in Croazia e
Bosnia. Ma adesso, nel 2004, la corte ha abbandonato le accuse di
genocidio riguardo il Kosovo. Essa potrebbe anche abbandonare tutte le
accuse riguardo la Bosnia e la Croazia, secondo voci nei media.

Osservando il circo dell'ICTY

Secondo Lituchy, la corte opera come un "circo" e il caso dovrebbe
finire in una bolla di sapone: "Dovrebbe finire subito... In due anni
non ho visto alcuna prova decente. Sono incapaci di dimostrare alcun
legame diretto tra Milosevic e tutti i presunti crimini di guerra. La
copertura dei media è scesa poiché il processo non è stato capace di
imporre la sua falsa versione degli eventi."

Lituchy, organizzatore dell'International Committee for the Defense of
Slobodan Milosevic (ICDSM) negli USA, ha mostrato 30 affascinanti
minuti di un più lungo documentario presentato, l'inverno scorso,
dalla televisione olandese. Il documentario mostra molte delle menzogne
sugli eventi nei Balcani negli anni 1990-2000. Inoltre esso mostra
l'efficace contro-esame dei "testimoni" da parte di Milosevic, che
svela la debolezza delle testimonianze e le menzogne senza fondamento
nel corso del processo.

Milosevic si difende da solo all'ICTY. Mentre si difende, egli scrive
la storia, inquadrando l'aggressione degli USA e della Nato nei Balcani.
L'ex presidente soffre di alta pressione. Egli affronta un grave
rischio di infarto. Nonostante i suoi seri problemi di salute, egli ha
risposto ai procuratori ed ha contestato la presidenza del giudice
Richard May.

Il recente annuncio di May, che ha deciso di ritirarsi dal caso per
inspiegabili problemi medici, ha scompigliato il processo. Come il
processo debba procedere, adesso, è dubbio: un nuovo giudice dovrebbe
rivedere le videoregistrazioni di almeno 300 testimonianze, più di
33.000 pagine di trascrizioni di testimonianze e un milione di pagine
di deposizioni. Una seria revisione di tali materiali potrebbe
richiedere un anno. L'ICTY accorda a Milosevic solo tre mesi per
controllare lo stesso materiale per preparare la sua difesa, che si
presume sara' aperta il 26 Maggio.

La resistenza Irachena aiuta la verità

Nel suo intervento, Flounders ha mostrato come l'eroica resistenza
Irachena all'occupazione USA abbia creato una atmosfera in cui pochi
credono alle menzogne di Washington nel giustificare la sua guerra.
"E' importante che continuiamo a combattere per avere la verità sulla
Jugoslavia in un momento in cui vi sono molti interrogativi sulla
'Grande Bugia' raccontata dal governo USA", dice Flounders.

Clark ha ripercorso la recente storia dei Balcani ed ha contestato la
legalità dell'ICTY. Recentemente egli ha scritto un saggio che sviluppa
tali punti, "Divide et Impera", che e' disponibile sul sito dell'IAC:
www.iacenter.org [e nella traduzione italiana al sito:
https://www.cnj.it/documentazione/divideetimpera.htm ].

Clark ha sollecitato l'audience a sostenere il team che prepara la
documentazione per Milosevic, che la utilizzera' nella sua difesa. Tale
team consiste in pochi giovani avvocati jugoslavi che sperano di avere
una continua assistenza da Tiphaine Dickson, una avvocata Canadese con
esperienza nella legge internazionale, davanti a tale tipo di tribunale.

Durante una discussione con l'audience, di almeno un'ora, un membro di
uno dei governi di Milosevic, che vive adesso negli USA, è intervenuto
sui recenti sviluppi in Serbia, . "Le ultime elezioni", ha detto,
"respingono le marionette neo-liberali dell'Occidente che hanno
sostituito Milosevic nel 2000." Egli ha chiamato questo "un primo
passo" verso l'acquisizione dell'indipendenza per la Serbia.

Alcuni nell'audience hanno espresso frustrazione per il fatto che il
movimento progressista negli USA sia stato incapace di comprendere la
lotta Jugoslava. Lo stato d'animo generale alla fine del meeting,
tuttavia, era di maggiore impegno in questa lotta. Si troveranno
modalita' per sostenere il sito della ICDSM-US (www.icdsm-us.org), per
realizzare un video da mostrare in pubblico, per far circolare i
documenti di Ramsey Clark, supportare la difesa di Slobodan Milosevic e
dimostrare le bugie dell'imperialismo USA.

"Mugabe in Zimbabwe, Chavez in Venezuela, Aristide in Haiti e Milosevic
in Jugoslavia sono demonizzati. La gente che vuole capire come il
governo mente in questi casi, deve essere aiutata a comprendere tutto",
afferma un partecipante durante la discussione. "E pubblicizzare la
difesa di Milosevic è un modo per difendere la Jugoslavia."


(Tratto dal quotidiano del Workers World.
Traduzione di Alessandro Lattanzio)