Intervista con l'ex ministro degli esteri della Jugoslavia

http://www.artel.co.yu/en/izbor/jugoslavija/2004-04-07.html

Giornalista: Noah Tucker
Venerdi', 26 Marzo 2004


Zivadin Jovanovic, ex ministro degli esteri della Jugoslavia
(nel governo Milosevic) intervistato da Noah Tucker


Perche' la Jugoslavia fu scelta ed isolata, con un trattamento
particolare da parte dell'Occidente?

Principalmente a causa degli interessi geopolitici della NATO e
specialmente degli USA. La ex-Jugoslavia e' situata in una posizione
estremamente importante in Europa. E' sul crocevia tra Medio Oriente e
regioni del Caspio. Non penso di dover spiegare perche' sia cosi'
importante.
Credo che la NATO considerava la Jugoslavia un ostacolo alla sua
espansione verso est per il controllo strategico dell'Eurasia. Quindi
era nei loro interessi indebolire e frammentare la Jugoslavia cosi' da
avere un piu' facile accesso
e controllo. Inoltre, cambiamenti globali in Europa hanno reso le
truppe americane e le basi NATO non necessarie nell'Europa Centrale.
Non ci sono piu' pericoli dal patto di Varsavia e dalla Russia e cosi'
era comprensibile che la NATO provasse a trovare un nuovo ruolo, e in
cerca di nuove basi piu' in linea con la nuova situazione e con gli
obiettivi
strategici.
Ora hanno Camp Bondsteel in Kosovo e Metohija, Krivolak in
Macedonia, e Tuzla in Bosnia, vicino al confine con la Serbia. Gli
americani vorrebbero anche avere basi dentro la Serbia, inclusa una
sulla nostra montagna piu' alta, il Kopaonik.
Gli USA hanno costruito una rete di basi nei Balcani - cosi' come in
Grecia - e hanno la Romania, la Croazia e l'Albania, che sono membri
della "Partnership per la Pace" e candidati membri della NATO.


Perche' la Jugoslavia era fuori dalla NATO? La Serbia chiedera' di
entrare a far parte della NATO?

La Jugoslavia non e' mai stata come le altre nazioni dell'est europeo.
Sin dall'inizio della II Guerra Mondiale fummo parte delle forze
alleate, e non come l'Ungheria, la Romania, la Bulgaria e l'Albania che
non si unirono agli alleati se non alla fine della guerra. Noi ci
liberammo da soli, piuttosto che essere liberati dall'Armata Rossa. E
resistemmo anche a Stalin. Avevamo una posizione che era fra Varsavia e
Bruxelles, indipendenti da Mosca e Washington. Cosi', per ragioni
storiche, siamo differenti dal resto, e siamo stati trattati
diversamente.
Dobbiamo avere un dialogo e persino una qualche co-operazione con la
NATO. Ma siamo stati vittime solo 5 anni fa dell'aggressione della
NATO, che ha avuto conseguenze terribili sulla nostra economia, la
nostra societa' e la salute del nostro popolo.
Ci sono due punti a mio avviso.
Primo: ogni cambiamento strategico, per esempio l'entrata nella
"Partnership per la Pace" o nella NATO, potrebbe essere deciso solo
tramite un referendum.
Secondo: Serbia e Montenegro dovrebbe curarsi della propria sicurezza
nel quadro del concetto di sicurezza europea, o cercare di garantirsi
una posizione riconosciuta di neutralita'.


Potrebbe spiegare le due decisioni tattiche del governo di cui fu
membro - l'accordo per il cessate il fuoco in Kosovo nell'Ottobre del
1998, con il quale l'UCK rafforzo' la sua posizione con l'assistenza
americana, e l'accordo con la NATO nel giugno 1999 che permise alla
NATO di rivendicare la vittoria anche se le forze armate jugoslave
erano apparentemente ancora capaci di combattere?

Nella cosiddetta tregua del 1998, il governo jugoslavo cerco' sempre di
essere cooperativo, alla ricerca di stabilita'. Nell'accettare la
richiesta di una tregua in Kosovo e Metohija, la Jugoslavia tenne conto
del fatto che gli USA avevano influenza sull'UCK. Il loro terrorismo
era come un cancro per la Serbia. Il governo sperava che gli Stati
Uniti avrebbero esercitato un controllo su di loro.


Non fu ingenuo?

Avevamo l'esperienza degli accordi di Dayton. La pace fu raggiunta in
Bosnia, sebbene con condizioni sfavorevoli ai serbi, e risulto' in una
qualche stabilita'. Cosi' nel 1998, il governo jugoslavo conto' su una
ragionevole possibilita' che gli USA potessero attenersi alla loro
parte di accordo. Alla fine del bombardamento del 1999 - e' un fatto
storico che la NATO e l'America calcolarono male la forza della difesa
jugoslava. Ricordate le dichiarazioni secondo cui in tre o sette o
quattordici giorni la Serbia avrebbe capitolato... Questo e' quanto,
nonostante che il potere militare della NATO fosse senza paragoni
rispetto al potenziale ed all'equipaggiamento militare jugoslavo.
La guerra doveva essere conclusa ad un qualche stadio. Fini' ad un
punto in cui l'esercito e l'equipaggiamento jugoslavo non erano stati
troppo afflitti dai 78 giorni di bombardamento continuo. Ma la NATO
aveva oramai iniziato ampiamente e massicciamente ad attaccare
obiettivi civili, citta', televisioni, stazioni, mercati, treni,
ospedali, scuole, ponti, impianti di energia elettrica, e cosi via. Il
bombardamento fini con un accordo che poneva la responsibilita' sul
Kosovo e Metohija nelle mani del consiglio di sicurezza dell'ONU
piuttosto che della NATO - tralasciando gli abusi del consiglio di
Sicurezza... Stiamo parlando del momento giusto per raggiungere un
accordo.
Ed infine, e' comprensibile che le nostre riserve militari, di
petrolio, di munizioni, ecc. fossero piuttosto esauste. Le sanzioni, la
mancanza di valuta straniera e la pressoche' totale cortina di ferro
erettaci intorno dai paesi vicini sotto incredibili pressioni
americane, ci resero difficile, quasi impossibile rifornire le nostre
riserve. Il governo Eltsin in Russia invece di aiutarci a sostenere le
pressioni, ci trasmise le pressioni americane.


Puo' spiegarci qualcosa del passaggio di potere in Jugoslavia ed in
Serbia nell'anno 2000?

Ebbe molte delle caratteristiche dell'interferenza e della pressione
americana, incluse le interferenze nel processo elettorale. E cio'
contrariamente ai principi internazionali di base e alle risoluzioni
ONU.
Secondo dati ufficiali del congresso USA, gli USA hanno speso 100
milioni di dollari per la 'democratizzazione' della Serbia. Essi sono
andati alla DOS, la 'coalizione democratica' di alcuni partiti, media
di opposizione e qualche ONG. Per non menzionare poi i soldi che sono
arrivati da George Soros. Questo livello di interferenza,
inimmaginabile in qualsiasi paese occidentale, porto' alla deformazione
della volonta' dell'elettorato nelle elezioni del settembre e dicembre
del 2000.
Personalmente penso che le conseguenze di questo cambio - che fu
essenzialmente il risultato degli interessi occidentali piuttosto che
il risultato di una reale liberta' dei cittadini - si sentano ancora in
Serbia. Tutti sono rimasti sorpresi da come i Radicali abbiano ottenuto
una cosi alta popolarita' in Serbia. La spiegazione e' che i risultati
delle recenti elezioni, del 28 Dicembre 2003, sono stati il frutto
della reazione contro i risultati artificiali del 2000.


E il partito Socialista?

Il partito Socialista ha sofferto terribilmente perche' fu considerato
il solo pericolo reale dalla DOS. Cosi' la pressione combinata da fuori
e da dentro ha portato al frazionamento del partito, con una parte di
esso che partecipa oggi alla coalizione [di governo]. Queste pressioni
continuano. Gli Americani vorrebbero che il partito socialista
divenisse anti-Milosevic. Ma io penso che cio' potrebbe essere
addirittura controproducente, e sicuramente non utile alla stabilita'
politica e alle relazioni con l'Occidente.
In un paese con simili problemi economici, in una situazione sociale
esplosiva, in uno stato indefinito, urge un partito socialista molto
forte, e non ci sono chance di inventare un partito socialista migliore
di quello che gia' esiste. Cosi' le prossime elezioni generali
potrebbero rappresentare una ulteriore prova di disapprovazione verso
l'Occidente, ancora maggiore di quella avuta con i risultati del
Dicembre 2003.


[ Sulla base delle traduzioni pervenute da PT e DK, che ringraziamo di
cuore.
Revisione a cura del CNJ ]