Da: Gilberto Vlaic
Data: Lun 12 Lug 2004 13:47:46 Europe/Rome


RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC

Viaggio del 2-5 luglio 2004
(resoconto di viaggio a cura Gilberto Vlaic del gruppo ZASTAVA Trieste)

Questa relazione e’ suddivisa in cinque parti:

1. Introduzione
2. Materiale trasportato, cronaca del viaggio, assemblea con i
lavoratori
3. L'incontro con i profughi da Pec (Kosovo)
4. Il microprogetto artigianato
5. Stato attuale della Zastava e situazione generale in Serbia


Introduzione

Vi invio un resoconto del viaggio appena concluso alla Zastava di
Kragujevac per consegnare le adozioni a distanza che fanno capo al
Gruppo Zastava di Trieste e al Coordinamento Nazionale RSU CGIL.
Questo resoconto si lega alle altre relazioni scritte con cadenza
praticamente trimestrale.

Sono tutte reperibili su diversi siti, tra i quali
- il sito del coordinamento RSU, all’indirizzo:
http://www.ecn.org/coord.rsu/
seguendo il link: Solidarietà con i lavoratori della Jugoslavia:
http://www.ecn.org/coord.rsu/guerra.htm
dove sono anche descritte in dettaglio tutte le iniziative in corso.
L'ultima relazione relativa al viaggi di marzo 2004 si trova
all'indrizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2004/2004_0315zastava.htm

Nello stesso sito segnalo un interessantissimo articolo di Enrico
Vigna, della associazione SOS Jugoslavia di Torino, che ha incontrato a
marzo scorso Cedomir Pajevic, vice segretario del Sindacato Samostalni
della Zastava, e Ruzica Milosavljevic, che dello stesso sindacato della
Zastava è stata segreteria generale. Ne è uscita fuori una vasta
intervista che descrive in dettaglio il drammatico quadro della realtà
serba post bellica.
Segnalo inoltre come molto interessante la relazione del viaggio svolto
a maggio scorso dall'associazione di Roma ABC, solidarieta' e pace
all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2004/2004_0527_abc.zip

Tutti I nostri resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento
Nazionale per la Jugoslavia, all'indirizzo:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages
che contiene inoltre centinaia di articoli sulla situazione nei Balcani
difficilmente reperibili sulla stampa nazionale.


Materiale trasportato e cronaca del viaggio

A questo viaggio ha partecipato una delegazione piuttosto numerosa:
Arianna, Adriano e Gilberto da Trieste, Barbara da Spinea (VE) Matej da
Gorizia, Kristian da Udine e Antonella, Alberto, Giorgio Gilberto,
Flaudio e Maria Assunta da Sacile (PN).
Abbiamo utilizzato due pullmini fornitici gratuitamente dalla
cooperativa Itaca e dalla Associazione Triestina di Solidarieta'
Internazionale.

Avevamo una ventina di scatole di vestiario usato, due scatoloni di
giocattoli ed una dozzina di pacchi di regali alle famiglie jugoslave
da parte delle famiglie adottanti italiane.

Inoltre avevamo 150 sacchetti contenti ciascuno:
mezzo chilo di sapone liquido
mezzo litro di shampoo
due dentifrici
per un valore totale di 1200 euro offerti dai distretti sociali
dell'Area 4 delle COOP consumatori Nord-Est da distribuire ai ragazzi
da noi adottati.

Le adozioni da distribuire erano 130, di cui ben 19 nuove, per un
valore complessivo di 15.585 euro. La maggior parte erano quote
trimestrali da 75 euro.

Avevamo anche medicinali per circa 1.200 euro, costituiti da bende
umide per due fratelli colpiti da una rara malattia della pelle (li
abbiamo presi a nostro carico da sei mesi), da antibiotici pediatrici e
da insulina.

Infine avevamo 1.749,50 euro frutto della vendita dei prodotti di
uncinetto di otto operaie licenziate e una delle ragazze adottate, che
ci avevano affidato i loro lavori in conto vendita a marzo scorso,
all’interno del microprogetto artigianato.

Avevamo già acquistato a Kragujevac materiale scolastico e per igiene
personale per un totale di 2100 euro. Illustrerò questo aspetto nella
terza parte di questa relazione (L'incontro con i profughi da Pec).

Ricordo che le spese di viaggio sono state direttamente sostenute dai
partecipanti, senza alcuno storno dai fondi ricevuti per le quote di
adozione a distanza da distribuire (come del resto in tutti i
precedenti viaggi effettuati). Il viaggio e' costato complessivamente,
compresi pernottamenti e pasti, poco meno di 1600 euro.

Siamo partiti da Trieste alle 9 del mattino e siamo arrivati a
Kragujevac alle 10 di sera, senza alcun problema durante il viaggio se
non una estenuante coda (piu' di due ore) per il passaggio da Croazia a
Serbia, dovuta al gran numero di emigrati che tornavano a casa per
l'estate. Tempo bello sia durante il viaggio che durante i due giorni
trascorsi a Kragujevac.
Dopo lo scarico dei furgoni, cena con Rajka e Milja dell'ufficio
adozioni del Sindacato Samostanli, e con Delko e Rajko, rispettivamente
segretario e vicesegretario dello stesso Sindacato.

Il mattino del sabato abbiamo verificato le liste delle adozioni e
preparato le buste con il denaro.

Abbiamo incontrato anche i direttori e i delegati di due delle unita'
di produzione in cui è scomposta la Zastava: Zastava ALATI
(fabbricazione di utensili, 352 dipendenti) e Zastava 21 ottobre
(stampaggio componenti plastiche per auto e loro verniciatura, 637
lavoratori). E' in corso la sbobinatura della registrazione di questi
due incontri.

Ci siamo poi recati all'incontro con i profughi da Pec (di cui scriverò
dopo) passando attraverso il suggestivo Parco della Rimembranza di
Kragujevac, dove il 21 ottobre 1941 furono sterminate per rappresaglia
dai nazisti 7300 persone, tra le quali 2500 operai della Zastava e gli
studenti del locale liceo, insieme ai loro professori. Molti monumenti
costruiti con pietre provenienti dalle varie Repubbliche che
costituivano la Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia
ricordano quell'eccidio. E' un luogo di straordinaria intensita'.

Pomeriggio dedicato alla visita di varie famiglie con figli adottati
dai membri della delegazione; le condizioni di queste famiglie sono
sempre difficili, e non si vedono prospettive per il futuro, ma questi
incontri si svolgono sempre in un clima di festa e di vera amicizia.
Dobbiamo sempre stare attenti a non esagerare con gli squisiti dolci
che ci offrono!

La sera vediamo con interesse che il telegiornale regionale di Sumadija
dà ampio e approfondito spazio alla nostra presenza e trasmette lunghi
pezzi del nostro incontro con i bambini provenienti da Pec.

Il mattino di domenica abbiamo distribuito le quote delle adozioni
delle nostre associazioni; la costante crescita del numero delle
adozioni dei nostri gruppi fa sì che la grande sala della direzione
dove avvengono questi incontri sia praticamente al suo limite di
capienza. L'atmosfera è festosa, siamo sommersi di bottiglie di rakja
fatta in casa, di marmellate, di miele, doni che riporteremo con noi in
Italia e che, pur con qualche difficolta' di tipo geografico,
consegneremo alle famiglie italiane.

Alla fine dell’assemblea abbiamo consegnato il ricavato della vendita
dei prodotti di artigianato nel periodo dicembre-marzo e prelevato
tutto il materiale che le donne avevano preparato (alcune valigie);
come sempre ci e' stato consegnato in conto vendita.

Durante il pranzo abbiamo raccolto i dati aggiornati sulla fabbrica e
alcune informazioni generali della situazione economica e sociale
complessiva del Paese; sono riportate di seguito.

Nel pomeriggio abbiamo visitato altre famiglie; infine abbiamo salutato
i nostri amici con la promessa di rivederci al prossimo viaggio che si
svolgera' dal 10 al 13 settembre prossimi..

Lunedi' durante il viaggio di ritorno ci siamo fermati a Belgrado dove
abbiamo attraversato il viale delle ambasciate, che ospita tutta una
serie di ministeri completamente distrutti dai bombardamenti del 1999.

Abbiamo anche visitato il parco di Tasmaidan, dove sono eretti il
monumento in ricordo delle 16 persone uccise dal bombardamento della
sede della televisione e quello ai bambini vittime dei bombardamenti
sulla Jugoslavia; e' una semplicissima stele di marmo nero dove, su due
ovali, in Serbo e in Inglese, e' incisa la frase "Eravamo solo bambini".

A Novi Beograd, malgrado non avessimo medicinali da consegnare, ci
siamo fermati a salutare la dottoressa Dragana e le sue collaboratrici
al reparto sterile dell'ospedale pediatrico; appuntamento anche qui a
settembre prossimo.
Siamo ripartiti per Trieste, dove siamo arrivati verso le 10 di sera di
lunedi' 5 luglio.


L'incontro con profughi di Pec

Dobbiamo ricordare che in Serbia vivono circa un milione di profughi
provenienti dalle varie repubbliche (nate dopo la dissoluzione della
RFSJ) e dal Kosovo; la loro è una situazione disperata, senza aiuti,
senza prospettive. Sono invisibili a tutto il mondo.

Una nostra adottante aveva deciso ad aprile di chiedere ai propri
familiari ed amici, in occasione del suo compleanno, di trasformare in
sottoscrizione a noi i regali per questa ricorrenza; ci ha consegnato
quindi 1000 euro.
E' così nata l'idea di fornire a un gruppo di 65 bambini figli di
profughi il materiale scolastico per il prossimo anno.
La sottoscrizione straordinaria lanciata tra i nostri adottanti a
maggio ha fruttato ulteriori 864 euro.

Abbiamo quindi comperato direttamente a Kragujevac i seguenti materiali
scolastici e di igiene personale
650 quaderni formato A4
65 albums da disegno
390 penne biro
65 scatole di pennarelli
65 righelli e sqadrette
65 compassi
195 gomme da matita
260 matite
65 scatole di acquarelli
65 confezioni di detersivo in polvere da 3 kili
65 bottiglie di shampoo da 1 litro
130 saponette
65 spazzolini da denti
65 dentifrici
Inoltre abbiamo acquistato 100 zainetti con la scritta
Gruppo Zastava Trieste (in Serbo, alfabeto cirillico)
Non bombe ma solo caramelle (in Italiano)
per una spesa complesiva di 2.099,25 euro.

Abbiamo riportato con noi in Italia gli zainetti in eccesso, che
porremo in vendita come ulteriore forma di finanziamento tra i nostri
sottoscrittori.

I bambini che così abbiamo aiutato sono 65, figli di lavoratori Zastava
dello stabilimento di Pec (Kosovo) e di numerose famiglie Rom della
stessa città, espulsi dalla loro terra e dalle loro case dall'UCK.

L'incontro con loro è stato straziante.
Sono ammassati in un piccolo ex centro commerciale, dove con tramezzi
di legno sono state ricavate "stanze" di circa 20 metri quadrati dove
sopravvivono in totale circa 200 persone; ciascuna stanza è occupata da
una famiglia, spesso allargata a nonni e zii, ed è costituita da 5 -
10 persone.
Un solo bagno a disposizione di tutti, senza riscaldamento, in
condizioni igieniche e sanitarie tragiche.
Manca tutto, ma proprio tutto quello che dovrebbe salvaguardare almeno
i diritti minimi, l'essenziale per la sopravvivenza.

Consegnamo in strada ai bambini il nostro regalo e loro, dapprima
timidissimi, ci ringraziano con canzoni della loro terra, a cui si
uniscono poi uomini e donne, ed in questi canti si sente tutta la
nostalgia per il luogo di origine e di fronte a loro si pensa subito
che non è abbastanza e che al nostro ritorno non potremo abbandonarli,
facendoli diventare di nuovo invisibili.

La gente vuole che entriamo nell'edificio, e con molta dignità ci
mostra le proprie condizioni di vita; le barriere linguistiche cadono
di fronte agli sguardi, e si capisce tutta l'impotenza di questi
genitori, fino a ieri operai che potevano sperare in un futuro per i
loro figli, ed ora senza alcuna prospettiva per il domani.

Ecco, il gruppo Zastava Trieste ha da adesso altre decine di bambini a
cui portare periodicamente la solidarietà degi loro amici italiani.
Sarà difficile, ma speriamo di farcela, con il vostro aiuto.


Il microprogetto artigianato

Questo progetto e' iniziato nel maggio 2003 e coinvolge al momento
circa una decina di operaie licenziate.
Su prezzi decisi dalle donne, noi riportiamo in Italia lavori di ricamo
e di uncinetto e li poniamo in vendita.
Si tratta di un salto di qualita' all'interno della campagna di
solidarieta'. Nel campo delle adozioni infatti c'e' inevitabilmente la
differenza tra chi da' e chi riceve; qui invece c'e' un rapporto
assolutamente paritario tra chi produce una merce e chi la compra.
La vendita di questi lavori si era svolta fino a marzo scorso nelle
forme a noi consuete, attraverso rapporti personali con gli acquirenti,
nelle sagre e nelle feste a cui partecipiamo con i nostri banchetti.
La presenza delle COOP ha fatto per il momento decollare questo
progetto, in quanto si sono allargati notevolmente i canali di
vendita, soprattutto grazie al prezioso lavoro di Gaetano.

In questo viaggio abbiamo consegnato alle donne la cifra di 1.749,50
euro,
Il totale generale del denaro consegnato fino ad ora è giunto quindi a
2.866,50 euro.

Anche questa volta abbiamo riportato in Italia tutto il materiale
prodotto, che ha coinvolto 10 donne.


Stato attuale della Zastava e situazione generale in Serbia

Nelle relazioni dei nostri viaggi precedenti, a partire da ottobre
2002, sono state fornite ampie e dettagliate informazioni sulla
situazione occupazionale, salariale e sindacale dei lavoratori della
Zastava, aggiornate ogni tre mesi. Di tanto in tanto sono stati anche
forniti dati aggregati per l'intero Paese.
Gli indirizzi a cui ritrovare queste relazioni sono riportati
nell’introduzione di questo documento.

Non si registrano significative variazioni rispetto ai dati contenuti
nella relazione di marzo 2004. Riporto i dati piu' significativi.

Il cambio attuale euro/dinaro e' salito a 1 a 71,7 (era 1 a 70 a
marzo)..

La popolazione totale del Paese e' di 10,5 milioni circa, di cui circa
3 milioni in Kosovo.

Il numero totale degli occupati in Serbia (escluso Kosovo) e' di 1,8
milioni.
Di questi almeno 400.000 lavoratori ricevono solo saltuariamente il
salario.
Il salario medio pesato su tutte le categorie e' di 13.455 dinari (188
euro).
Per poter vivere in modo dignitoso una famiglia costituita da tre
persone dovrebbe poter avere un reddito pari a 1.8 volte il salario
medio (cioè 24.000 dinari).
Gli scaglioni salariali nazionali sono i seguenti:
percepisce uno stipendio fino a 7657 dinari/mese il 11.2% dei lavoratori
da 7657 a 15314 il 44.9%
da 15314 a 22971 il 32.4%
al di sopra di 22971 il restante 11.5%

Il rapporto lavoratori/pensionati e' ora di 1,21; era di 5 nel 1980.
Attualmente si può andare in pensione con 60 anni di età o 35
lavorativi per le donne e con 65 anni di età o 40 di lavoro per gli
uomini.

I disoccupati ufficiali sono 944.900; la disoccupazione e' salita del
4.5% nello scorso anno.

La privatizzazione ha interessato fino ad ora 1133 aziende con 156.660
dipendenti.

Lo stato attuale dei lavoratori Zastava e' il seguente:
• poco meno di 10.000 lavoratori sono stati licenziati nell’agosto del
2001, ricevendo una una liquidazione di 100 euro per anno lavorato
• circa 17.000 lavoratori sono attualmente occupati, suddivisi in 38
unita' produttive indipendenti.
Le realta' piu' importanti sono:
- Zastava automobili con circa 4300 lavoratori (a fronte di 13500 prima
dei bombardamenti); i due terzi sono impiegati ed un terzo operai; si
aggiungono a questi per 10-15 giorni al mese 550 lavoratori in cassa
integrazione (chiamati ZZO dal nome dell'ufficio di collocamento
interno alla Zastava: Zastava Zaposljvanje i Obrazovanje).
- Zastava camion con circa1500 lavoratori.
Il piano di produzione per il 2004 per le auto è stato rivisto al
ribasso a maggio scorso e la cifra ora pianificata è di 18.000 vetture
(modelli Florida e Yugo).
La produzione reale nei primi sei mesi dell'anno è stata di 5140 auto.
Ricordiamo che venivano prodotte prima dei bombardamenti 220.000
vetture/anno

Per quanto riguarda i camion a fronte di 70 unità previste al mese la
produzione reale è di 40 al mese.

Il salario medio di questi 17.000 lavoratori è di 15.666 dinari/mese.

• Circa 9400 lavoratori erano stati posti in cassa integrazione a zero
ore nell'agosto del 2001, con indennita’ mensile di circa il 45% del
salario della categoria di appartenenza; la cassa scade il 31/8/2005 e
non si ha alcuna previsione sul destino di questi lavoratori.
Al 1-7-2004 restano in cassa integrazione 6581 lavoratori.
Rispetto al dato iniziale infatti nel periodo agosto 2001 - giugno 2004:
67 sono morti
2196 hanno accettato una liquidazione di 100 euro per anno lavorato,
perdendo quindi ogni rapporto con la fabbrica
90 sono andati in pensione di invalidità
321 hanno trovato altro lavoro a tempo indeterminato
55 si occupano della gestione di ZZO

Circa 900 trovano saltuariamente lavoro a chiamata presso altre aziende
(per esempio raccolta stagionale della frutta)

Il piano di privatizzazioni a Kragujevac citta’ ha interessato al
momento 10 fabbriche con complessivi 950 lavoratori.

Per quanto riguarda la Zastava, nel periodo coperto da questa
relazione, non ci sono state altre privatizzazioni, oltre quelle già
segnalate in precedenza (Jugomedica con 12 lavoratori e il reparto
Zastava Engineering con 27 lavoratori);

I lavoratori jugoslavi continuano ad essere in condizioni di oggettiva
debolezza e devono fare i conti con la necessità di una ricostruzione
post-bombardamenti che ha ormai da quasi tre anni assunto una chiara
direttrice iper-liberista.
Lo Stato, governato da una coalizione di centro destra e fortemente
allettato e subordinato alle promesse di aiuto occidentali, ha lasciato
al libero mercato ogni decisione. Così i prezzi aumentano, le scuole e
la sanità diventano prestazioni disponibili solo per i più ricchi, le
fabbriche, le zone industriali sono all’asta di profittatori
occidentali che comprano tutto a prezzi bassi e ponendo condizioni di
lavoro inaccettabili.
Le famiglie che aiutiamo materialmente esprimono la loro gratitudine
per questi aiuti che sono indispensabili per la loro sopravvivenza; una
delle loro grandi preoccupazioni e’ di non rimanere soli, abbandonati
ed invisibili al resto del mondo.

Dobbiamo continuare i nostri sforzi affinche’ giunga a loro la nostra
solidarieta’ e fratellanza materiale e politica.

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Intervento
a nome della Associazione Non Bombe ma solo Caramelle, del gruppo
Zastava Trieste, del coordinamento delle RSU della CGIL e delle COOP
del Nord-Est

svolto da Gilberto Vlaic all’assemblea dei lavoratori della Zastava di
Kragujevac il 4 luglio 2004 in occasione della consegna delle adozioni
a distanza raccolte a favore delle famiglie dei lavoratori tutt’ora
senza lavoro e senza salario a causa dei bombardamenti del 1999 della
NATO sulle fabbriche della Jugoslavia.


Care ragazze e cari ragazzi, porto a voi e ai vostri genitori il più
affettuoso e fraterno saluto delle associazioni che qui rappresentiamo:
l'Associazione Non bombe ma solo Caramelle
il Gruppo Zastava Trieste
il coordinamento delle Rappresentanze Sindacali Unitarie della CGIL
le Cooperative dei consumatori del Nord-Est.
Per quanto riguarda me, sono più che felice di poter essere una altra
volta con voi, che considero le mie sorelle e i miei fratelli jugoslavi.
In questo viaggio abbiamo con noi 130 adozioni, di cui 19 sono
competamente nuove.
Ormai ho già parlato molte volte in questa sala di fronte a voi sui
motivi di questa campagna di solidarietà e quindi potrei fare a meno di
dirli di nuovo, ma la presenza di numerose famiglie nuove mi spinge a
ripetermi.

Noi non abbiamo dimenticato ciò che la NATO ed il governo italiano
hanno fatto a voi e alla Jugoslavia nel 1999. La Jugoslavia, al centro
dell'Europa, è stata aggredita in nome di una presunta ingerenza
umanitaria, in realtà per scardinarne il sistema politico e sociale e
per impadronirsi del suo territorio, dal quale si controllano tutti i
flussi delle merci dall'Asia all'Europa.
E poi è capitato all'Afghanistan, e poi all'Iraq, mentre il popolo
palestinese è prigioniero e massacrato nella propria terra.
A ognuna di queste aggressioni sono stati dati nomi diversi: operazione
di polizia internazionale, ingerenza umanitaria, guerra preventiva al
terrorismo.
La realtà è sotto gi occhi di tutti, basta volerla vedere: queste
aggressioni servono per distruggere sistemi sociali e politici invisi
all'Occidente, a controllare territori ritenuti strategici, a
impadronirsi di materie prime fondamentali.
Il mondo che invece noi vogliamo deve essere un mondo di pace, che
abbia la dignita' del lavoro come suo elemento principale, un mondo
libero senza barriere, dove non esistono popoli sfruttatori e popoli
sfruttati, dove i giovani possono istruirsi e poi lavorare nella
propria terra, senza diventare servi a basso costo del capitale.

Il nostro NO alle guerre di aggressione dell'imperialismo deve essere
senza condizioni, non solo perchè portano lutti, distruzioni,
incertezza per il futuro, ma perche' i loro scopi sono assolutamente
opposti ai nostri interessi come classe sociale.
E l'arma piu' forte che abbiamo è la solidarietà internazionalista tra
i lavoratori.
Questi nostri viaggi e gli incontri tra di noi sono un esempio
concreto di questa solidarietà, e non potrebbero aver luogo senza la
generosa partecipazione di tanti lavoratori, di tante famiglie italiane.

Care ragazze e cari ragazzi, care bambine e cari bambini, vi rinnovo
caldamene l'invito a scrivere ai vostri amici italiani, perchè una sola
vostra lettera vale più di mille dei nostri discorsi.

Un'ultima cosa voglio dirvi.
Siate fieri dei vostri genitori. Non potevate averne dei migliori.
E siate orgogliosi della storia del vostro grande Paese. La Jugoslavia
è stata un punto di riferimento per milioni di persone e per molti
popoli per decenni, e noi non la dimentichiamo.

SVE VAS VOLIM

Kragujevac, 4 luglio 2004