Ecco a che cosa e' servita la "indipendenza" della Bosnia:

Le acciaierie di Zenica e le miniere di ferro di Ljubija lasciate -
letteralmente - in regalo ad una multinazionale straniera.

Si noti l'uso di notizie raccapriccianti su pulizie etniche e fosse
comuni per giustificare questo ennesimo furto ai danni di tutte le
nazionalita' della Bosnia-Erzegovina. Si noti anche il riferimento alla
compagnia italiana Danieli. (I.S.)

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NOTA: un nuovissimo sito utile per la colonizzazione economica dei
Balcani:

http://www.balcanionline.it

BALCANI: RICOSTRUZIONE; INFORMEST GESTIRA' SITO INFORMATIVO

(ANSA) - GORIZIA, 23 GIU - Sara' Informest, l'Agenzia per lo sviluppo e
la Cooperazione Economica Internazionale partecipata, dalle regioni
Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, dalla Provincia
autonoma di Trento, dall'Ice e da Unioncamere, a realizzare e a gestire
il portale Balcani on-line. Si tratta del sito di riferimento per tutte
le iniziative concernenti la legge 84 del 2001 i cui fondi vedono tra i
maggiori gestori il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero delle
Attivita' Produttive - che disciplina la partecipazione italiana alla
stabilizzazione, alla ricostruzione e allo sviluppo dei Paesi dell'area
balcanica (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Ex
Repubblica Jugoslava di Macedonia, Romania, Serbia e Montenegro). ''La
realizzazione del portale ha spiegato Pierluigi Bolla, presidente di
Informest - fa parte del primo nucleo di progetti attivati nel quadro
della legge 84 e vede la collaborazione, oltre che di Informest, anche
dell'Ice, l'Istituto per il commercio estero, e di Unioncamere,
l'Unione nazionale delle Camere di Commercio, e risponde alla volonta'
di far convergere su un unico strumento operativo il patrimonio
informativo detenuto dai principali attori nazionali che si occupano di
Balcani. La struttura con la quale il portale si presenta sul web
fornisce un quadro il piu' completo della zona balcanica, sia dal punto
di vista politico-economico che da quello giuridico-istituzionale,
indispensabile alle imprese per valutare le opportunita' di
investimento''. Balcanionline verra' presentato il prossimo 25 giugno a
Roma presso la sede dell'Unione delle Camere di Commercio.
''L'iniziativa ha osservato Claudio Di Giorgio, Direttore dei servizi
informativi Informest e coordinatore del progetto - prevede l'analisi
delle informazioni economiche ed istituzionali attualmente disponibili
sui Paesi dell'area balcanica presso l'ICE e presso il sistema camerale
italiano, e la loro convergenza su uno strumento informativo unico. In
questo contesto, il sistema camerale italiano e' coinvolto in prima
persona nella realizzazione del progetto attraverso la Camera di
Commercio di Trieste (ente capofila), Unioncamere Molise, Mediacamere e
le Camere di Commercio di Milano e Firenze''.(ANSA). ER/SM
23/06/2004 15:25

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http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/
index.cfm?fuseaction=news.notizia&NewsID=3235


La Bosnia nella globalizzazione: Zenica e la LNM


La LNM, gruppo anglo-indiano con sede alle Antille Olandesi, ha
acquisito l’intero sistema di produzione di acciaio del Paese, terzo
più grande kombinat della ex Jugoslavia, subentrando allo Stato senza
pagarne la proprietà: una privatizzazione da nababbi

(12/07/2004)

Da Zenica, scrive Esad Hecimovic

A seguito della significativa crescita del prezzo dell’acciaio sul
mercato mondiale, è aumentato anche l’interesse per la potenziale
produzione di acciaio, di minerale di ferro e di carbon coke in Bosnia
Erzegovina.

Matrimoni da favola. Il rapporto con il partito laburista di Tony Blair

Alla fine dello scorso anno due fratelli, i miliardari indiani LN
Mittal e PK Mittal hanno dato il via alla battaglia per acquisire le
acciaierie di Zenica, la miniera di Ljubija, la miniera di calce di
Doboj e la cokeria di Lukavac. Fino al 1995, i due fratelli, insieme al
fratello minore Vinod e al padre Mohan, hanno operato all’interno del
gruppo indiano ISPAT. In quel momento, all’interno della famiglia,
hanno stabilito che tutte gli affari all’estero sarebbero stati
affidati al fratello maggiore Lakshmi Niwas Mittal, il quale si era nel
frattempo stabilito a Londra e aveva registrato una ditta alle Antille
Olandesi. Il padre, fino alla pensione, era stato il presidente
onorario di entrambe le compagnie, ma in seguito aveva continuato ad
aiutare i figli in altro modo. Nel corso dell’ultimo decennio, la LNM
ha portato a termine la acquisizione a prezzo di regalo delle
acciaierie in perdita di Stati che non disponevano di liquidità per
rimetterle in funzione e farle rendere. In questo modo, è nato il
secondo maggior produttore di acciaio al mondo, il più ricco uomo
dell’India e il quinto più ricco cittadino di Londra. Lakshmi Niwas
Mittal (LNM) ha attirato una grande attenzione nell’opinione pubblica
mondiale dopo che, la primavera scorsa, si è comprato una casa a Londra
per 128 milioni di dollari e dopo che, alla fine di giugno, ha pagato
60 milioni di dollari per il matrimonio – durato 7 giorni – di sua
figlia Vanisha a Parigi. In precedenza, era noto soprattutto come
finanziatore del partito laburista di Blair. Il premier britannico Tony
Blair aveva inviato una lettera a sostegno dell’LNM al premier rumeno,
nel corso della vendita delle acciaierie di quel Paese. Blair e la LNM
hanno negato che la parola fosse stata data a titolo di favore in
cambio della donazione fatta al partito, ma l’operazione aveva generato
un grande scandalo all’interno della opinione pubblica britannica.

Affari in Bosnia

LNM si è stabilito a Zenica alla fine di gennaio, ma ha sempre
rifiutato di parlare in pubblico. Ha tenuto solamente una riunione a
porte chiuse con il consiglio di amministrazione della BH Steel, prima
di visitare le acciaierie. Il giorno dopo, l’Ambasciatore britannico in
Bosnia Erzegovina, Ian Cliff, ha visitato la LNM, la BH Steel e Zenica,
a sostegno della LNM in quanto azienda britannica, nonostante questa
abbia a Londra solamente un ufficio. I fratelli più piccoli di Mittal,
in India, hanno sviluppato sei business singoli creati nel quadro del
gruppo registrato. Ad oggi, i fratelli Mittal hanno negato tutte le
notizie secondo le quali il fratello maggiore LN Mittal avrebbe
rilevato anche il gruppo ISPAT.

Al termine di una gara d’appalto durata sei mesi per i fratelli
Mittal in Bosnia Erzegovina, la LNM è diventata proprietaria della
miniera di minerale di ferro di Ljubija, in Repubblica Srpska (una
delle due Entità in cui la Bosnia risulta divisa, ndt) ed era in attesa
di firmare l’accordo per la acquisizione della “BH Steel Acciaierie di
Zenica”, mente la ISPAT è divenuta proprietario di maggioranza della
cokeria di Lukavac. La ISPAT si è impegnata a investire 77,5 milioni di
marchi convertibili (1 marco convertibile equivale a poco più di 0,50
€, ndt) a Lukavac. Alla fine di giugno di quest’anno, è ripresa la
produzione di coke in questa cokeria. Nel frattempo, però, il
precedente governo indiano aveva avviato una indagine contro la ISPAT
per sospetti sulla esatta chiusura dei rendiconti commerciali negli
anni precedenti. PK Mittal è riuscito ad ottenere il provvisorio
sequestro giudiziario dell’indagine per “pregiudizio da parte del
governo nei confronti della ISPAT in quanto grande datore di lavoro.”

Privatizzazioni a costo zero

In nessuna delle operazioni nelle quali la LNM e il gruppo ISPAT
hanno rilevato compagnie statali in Bosnia Erzegovina c’è stata vendita
di capitale dello Stato, ma i fratelli attraverso i propri investimenti
nel rinnovamento della produzione in queste aziende statali ne sono
diventati i proprietari di maggioranza. Il governo della Federacija BiH
(la Entità della Bosnia a maggioranza croato-musulmana, dove si trova
Zenica, ndt) ha dichiarato che entro il 9 luglio avrebbe firmato il
contratto in base al quale il gruppo LNM, secondo produttore di acciaio
al mondo, diventerà il proprietario di maggioranza della “BH Steel
Acciaierie di Zenica”. Alla fine di aprile di quest’anno, la LNM era
già diventata proprietario di maggioranza della miniera di minerale di
ferro di Ljubija grazie all’accordo firmato con il governo della
Republika Srpska. Il progetto originario della LNM Holding è rimettere
in funzione il precedente kombinat minerario-metallurgico che esisteva
a Zenica. Le acciaierie di Zenica e le miniere di Ljubija
rappresentavano, nella ex Jugoslavia, la parte principale della impresa
“RMK Zenica”. Per entità delle entrate complessive la “RMK Zenica” era
la terza azienda della ex Jugoslavia, subito dopo le principali
compagnie di petrolio. Fino all’inizio della guerra, nella “RMK Zenica”
erano impiegati 55.000 lavoratori, dei quali 22.000 nelle acciaierie di
Zenica e 5.500 a Ljubija.

La acquisizione della Ljubija

All’inizio della guerra, nel 1992, è stata sospesa la produzione sia
alla miniera di Ljubija che alle acciaierie di Zenica. Ljubija, nei
pressi di Prijedor, nella parte nord occidentale della Bosnia
Erzegovina, era un piccolo posto di minatori con circa 4.000 abitanti.
La maggior parte della popolazione erano Bosniaco Musulmani (54%), e
Croati (17%) ma, dopo la pulizia etnica, in questo territorio è stato
costituito il governo serbo. Durante la guerra, nel luglio del 1992,
nel territorio della miniera di Ljubija e nei suoi dintorni sono stati
commessi crimini di guerra in maniera massiccia. Nel territorio del
comune di Prijedor sono state uccise circa 3.000 persone. Il 25 luglio
del ’92, in un solo giorno, nelle gallerie abbandonate della miniera
sono state uccise alcune centinaia di civili. Durante il 1994, le
autorità di Prijedor hanno spostato i corpi dalle fosse comuni presenti
nel territorio della miniera. Nel corso delle esumazioni nel territorio
della cava abbandonata chiamata Jakarina Kosa è stata trovata una delle
più grandi fosse comuni del territorio della BiH, con 288 corpi di
civili assassinati. Gli scavi nel territorio di questa miniera sono
ancora in corso. Dopo la guerra il proprietario della cava è diventato
il governo della Republika Srpska (RS). La miniera ha ripreso la
produzione, inviando il minerale di ferro alle acciaierie di Smederevo
(Serbia). Finalmente, dopo una gara pubblica alla quale ha risposto
solo la LNM presentando una offerta completa, questa compagnia è stata
scelta come partner strategico da parte del governo della RS come
proprietario di maggioranza delle “Nuove Miniere di Ljubija”. In questa
ditta, la LNM detiene il 51% mentre il governo della RS il 49% della
proprietà. La LNM ha investito 20 milioni di marchi convertibili (Km)
in contanti e 5 milioni di Km in macchinari e brevetti, mentre il
governo ha investito l’intera miniera, e con questo contratto la
proprietà è stata valutata intorno ai 24 milioni di Km. La LNM ha preso
in carico tutti i 1.160 lavoratori, ma nel primo anno ne saranno
impiegati solamente 600 per la produzione di un milione di tonnellate
di minerale all’anno. La LNM ha annunciato l’investimento di altri 26
milioni di Km nei prossimi tre anni. Entro il 2006, nella miniera
dovrebbero trovare lavoro 750 persone, e la produzione dovrebbe
aumentare fino a 1,5 milioni di tonnellate. Prima della guerra, la
miniera produceva 3,5 milioni di tonnellate di minerale di ferro, e si
suppone che ci siano riserve per 35 anni di produzione continua.

Le acciaierie di Zenica

Poco prima dell’inizio della guerra era stata interrotta la
produzione anche nelle acciaierie di Zenica. I macchinari principali
per la produzione di ferro (l’altoforno, la cokeria, l’agglomerazione)
non funzionano da ormai 12 anni. Il governo precedente, grazie alla
mediazione politica del dr. Haris Silajdzic in Kuwait, ha ottenuto
l’investimento di 60 milioni di dollari, in denaro liquido, da
investire nella ripresa della produzione nelle acciaierie di Zenica. In
quel momento, all’inizio del 1999, nelle acciaierie erano rimasti circa
7.000 lavoratori. Il governo della Federacija BiH, nel ruolo di
proprietario delle acciaierie, ha creato una nuova azienda, la BH
Steel, insieme alla agenzia kuwaitiana per gli investimenti. Entrambi i
partner hanno avuto il 50% della proprietà, valutata in 90 milioni di
dollari ciascuno. Ai Kuwaitiani, con i 60 milioni di dollari di soldi
liquidi, sono stati riconosciuti la proprietà delle acciaierie e altri
30 milioni di debiti che la BiH ha verso il Kuwait. Dopo la guerra, le
acciaierie impiegavano prima 11.000 e poi 9.000 lavoratori. Infine,
dopo che nel 1999 è stata costituita la BH Steel, come azienda
bosniaco-kuwaitiana, i contratti di lavoro sono stati firmati da 4.615
lavoratori, e nel resto della acciaieria c’erano ancora 2.700 persone.
Al posto di direttore generale è stato scelto temporaneamente il
kuwaitiano Mithkal Sartawi. Alla fine del 2.000 è cambiato il concetto
di sviluppo della BH Steel. Il direttore precedente della acciaieria,
Hamdija Kulovic, voleva che ripartisse la produzione di acciaio a
Zenica, con la rimessa in funzione dei vecchi macchinari, proponendo di
completare questa produzione solamente con un altiforno elettrico di 20
tonnellate. Con la sua partenza dalle acciaierie è stato cambiato il
concetto di sviluppo della BH Steel e il numero di lavoratori
necessari. All’inizio del 2001, il nuovo direttore generale della BH
Steel, Siad Kapetanovic ha valutato che dentro la BH Steel c’è un
eccesso di circa 2.000 lavoratori, e nel resto delle acciaierie di
circa 1.000. Nel giugno del 2002, Naser Al Mary, presidente del
consiglio di amministrazione, ha dichiarato che alla acciaierie servono
solo 1.500 lavoratori. Gli investitori del Kuwait erano a quel momento
delusi dal rapporto di co-proprietà con il governo federale, delle
grandi perdite e degli scioperi per l’aumento dei salari.
L’amministrazione della BH Steel ha rinunciato temporaneamente alla
ricostruzione del forno vecchio, costruito nel 1976 e interrotto nel
1992, e ha deciso per l’acquisto di un nuovo forno elettrico di 100
tonnellate. I Kuwaitiani, a nome della BH Steel, nella primavera del
2001, hanno firmato un contratto con la compagnia italiana “Danieli
spa”. Quando è stato firmato il contratto, è stato annunciato che
questo investimento era di 40 milioni di euri, ma oggi i direttori
principali di BH Steel affermano che l’investimento totale è stato di
circa 60 milioni. Con l’aiuto di Danieli, la BH Steel sta finanziando
l’investimento con il credito ricevuto dalla West Deutsche Bank di
Dusseldorf (D), che dovrà pagare nei prossimi 10 anni e mezzo.

Durante le trattative con il governo della Federacija BiH per
l’acquisto della BH Steel, proprio la questione del futuro di questo
investimento è stata decisiva per l’acquisto di questo nuovo forno.
Secondo spiegazioni non ufficiali, gli esperti del gruppo indiano ISPAT
hanno espresso riserve verso l’acquisto di un forno così grande. Ciò,
si dice, è stato il motivo per il quale l’amministrazione della BH
Steel e gli esperti locali erano contrari alla offerta della ISPAT. I
Bosgnacchi (Bosniaco Musulmani) all’interno della commissione del
governo della Federacija BiH che ha scelto tra le offerte di LNM e
ISPAT hanno dato la precedenza alla LNM. Il pubblico locale credeva che
l’offerta di ISPAT fosse superiore, perché prevedeva un investimento
complessivo di 310 milioni di dollari nelle acciaierie. La LNM non ha
mai voluto pubblicare i dettagli relativi alla propria offerta.
Finalmente, il governo della Federacija BiH, e la agenzia del governo
kuwaitiano per gli investimenti, si sono accordati su come cedere il
capitale al nuovo proprietario. I kuwaitiani hanno ceduto alla
Federacija BiH il 9% delle loro azioni per il valore di un dollaro. Ci
si aspetta che la BH Steel dopo l’inizio della produzione di acciaio
avrà un movimento annuo di un miliardo di Km, e con un altro miliardo
di Km potrà avere influenza sul prodotto interno lordo della BiH
attraverso le altre attività collegate, come la ferrovia e altre
attività. Si valuta che il guadagno annuo di questa compagnia sarà di
200 milioni di Km.

Le acciaierie di Zenica diventeranno un’altra nella serie di
acciaierie nell’est Europa di proprietà di Laksmi Niwas Mittal. Dopo
l’acquisto della BH Steel, sui conti di questa compagnia la LNM avrà 25
milioni di dollari, quanto è rimasto dai soldi liquidi
dell’investimento del Kuwait. Sebbene il primo ministro del governo
della Federacija BiH, Ahmet Hadzipasic, abbia chiesto di conservare
questo denaro, nel caso anche questo tentativo di ricostruzione della
acciaieria non dovesse riuscire, l’amministrazione della BH Steel ha
tenuto il denaro sul proprio conto.


» Fonte: © Osservatorio sui Balcani