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Croazia: monumento a criminale ustascia

Era un criminale di guerra. Ora i cittadini di Sveti Rok, insieme ad
esponenti della diaspora croata, gli hanno dedicato un monumento.
Chiesa e Governo mantengono una posizione ambigua. Presto un monumento
anche ad Ante Pavelić?

(17/08/2004) Da Osijek, scrive Drago HEDL


Mile Budak, importante esponente del regime filo nazista ustascia in
Croazia, già condannato per crimini di guerra, avrà il suo monumento
nel piccolo villaggio di Sveti Rok, vicino a Gospić, circa 150 km a sud
di Zagabria. Budak era uno dei più stretti collaboratori di Ante
Pavelić, il fondatore del cosiddetto Stato Indipendente di Croazia
(NDH), uno stato fantoccio (1941-1945) nel quale vennero commessi gravi
crimini di guerra contro Serbi, Ebrei, Rom e altri non-Croati. Il
governo Pavelić aveva scelto Budak come proprio Ministro della Cultura
e della Religione. Budak è ricordato per le leggi razziali e per il
modello di “soluzione per il problema serbo in Croazia”, secondo il
quale un terzo dei Serbi avrebbero dovuto essere uccisi, un terzo
deportati e un terzo convertiti al Cattolicesimo. Alla fine della
seconda guerra mondiale, Budak fu condannato a morte e giustiziato.

Ora, circa 60 anni più tardi, alcuni emigranti Croati in Canada,
Australia e Stati Uniti, insieme ad alcuni cittadini di Sveti Rok,
hanno deciso di erigere un monumento per celebrare Mile Budak. Per la
verità, affermano di costruire il monumento per i suoi meriti
letterari, e non per le sue gesta di criminale di guerra e di
prominente funzionario del tristemente noto regime ustascia. La
questione è divenuta uno scandalo politico di prim’ordine mettendo il
governo del Primo Ministro Ivo Sanader in una posizione difficile.
Sanader sta cercando di portare la Croazia nell’Unione Europea e di
imprimere nel resto del mondo una immagine positiva del Paese.

Il monumento a Budak sta ora danneggiando seriamente questa immagine
e arriva in un momento molto delicato, quando la Croazia sta già
affrontando le reazioni negative della comunità internazionale per
l’accoglienza euforica riservata al generale Tihomir Blaškić,
recentemente scarcerato dal Tribunale dell’Aja. Al suo ritorno
dall’Aja, dopo che la sentenza originaria a 45 anni era stata ridotta a
9 anni, Blaškić è stato accolto in Croazia in pompa magna come se fosse
stato un eroe nazionale, nonostante il Tribunale Internazionale lo
avesse condannato per crimini di guerra.

Il governo di Zagabria dovrà ora affrontare dei grossi problemi a
causa del monumento a Mile Budak. A causa della propria riluttanza nel
promulgare una legge formale che impedisca la celebrazione del
movimento nazista, Zagabria si trova ora in una posizione nella quale
non può fare praticamente nulla. La costruzione di un monumento è di
responsabilità esclusiva delle autorità locali, mentre le autorità
centrali non hanno alcuna possibilità di fermare tali azioni. Una
situazione simile si era verificata 4 anni fa, quando a Slunj,
cittadina a circa 100 km a sud di Zagabria, era stato eretto un
monumento al criminale ustascia Jure Francetić. Nonostante le forti
reazioni da parte dell’opinione pubblica, dei media e delle
organizzazioni per il mantenimento della pace, il monumento è ancora
lì, a Slunj, così come molte strade oggi nelle città croate portano il
nome di Mile Budak. Il governo non può fare nulla per prevenire tutto
ciò, dato che in Croazia attualmente non esistono leggi che affrontino
la questione.

Tutta la storia della edificazione di un monumento a Budak è ancora
più imbarazzante per la Croazia, dato che il monumento sarà posto sulle
mura della chiesa cattolica di Sveti Rok, e la decisione di metterlo lì
è stata presa con il consenso del comitato ecclesiastico locale. Il
fatto che il governo Sanader sia particolarmente attento a mantenere
buoni rapporti con la Chiesa ha come conseguenza un comportamento
ambiguo da parte del governo. Quando all’inizio di agosto lo scandalo è
venuto alla luce sulle prime pagine dei giornali, provocando la
indignazione di gran parte dell’opinione pubblica, il governo ha
cercato di rispondere in modo tale da poter compiacere sia gli
oppositori che i fautori del monumento.

Inizialmente, il vice Premier e più stretto collaboratore del Primo
Ministro Sanader, Andrija Hebrang, ha dichiarato: “Per quanto riguarda
Mile Budak, conosco la storia della sua vita e so quante cose buone ha
fatto.”

In un secondo momento, il vice presidente del Parlamento, Darko
Milinović, ha condannato la edificazione di un monumento a Budak: “La
nazione croata ha dovuto portare troppo a lungo il peso delle colpe
della NDH (lo Stato ustascia, ndt). Se Budak fosse stato semplicemente
uno scrittore croato, nessuno in questo Paese avrebbe il diritto di
dire alcunché rispetto alla costruzione del monumento. Tuttavia, Budak
è stato anche un Ministro nel governo della NDH.”

Condannando indirettamente il passato nazista di Budak, il vescovo
Mile Begović è riuscito anche a trovare parole per difenderlo: “Non
siamo un Paese così ricco da poterci permettere di buttar via l’opera
letteraria di Budak”, sostenendo praticamente in questo modo l’idea di
edificare un monumento a “Budak lo scrittore”.

“Se le autorità locali vogliono costruire un monumento ad un proprio
concittadino, evidentemente lo considerano come una persona importante.
Ogni luogo ha il diritto di decidere autonomamente. Noi rispettiamo le
decisioni di tutte le autorità locali e crediamo che ogni uomo che
abbia lasciato una traccia importante nella storia debba essere
giudicato dalla storia”, ha dichiarato il portavoce della Conferenza
Episcopale Croata, Antun Šuljić, commentando la iniziativa di erigere
un monumento a Budak.

Ivan Savić, il funzionario ecclesiastico in carica a Sveti Rok fino
all’anno scorso che, insieme al consiglio della chiesa locale, ha
approvato la costruzione di un monumento vicino alla chiesa, non la
considera una questione controversa: “Mile Budak dovrebbe essere
considerato un patriota e un grande scrittore, nato a Sveti Rok. I
cittadini hanno il diritto di serbare un buon ricordo di un eccezionale
scrittore, e di erigere a lui un monumento per i suoi meriti.”

Žarko Puhovski, professore di filosofia all’Università di Zagabria e
presidente della sezione croata del Comitato Helsinki per i diritti
dell’uomo, ha affermato invece che Budak è solamente uno scrittore di
terza categoria, che sfortunatamente è molto più noto come criminale.
“L’opera letteraria di Budak è solo una scusa per quelli che vogliono
fargli il monumento. E’ una disgrazia che anche la Chiesa Cattolica sia
coinvolta in questa azione vergognosa, che dimostra meglio di un lungo
discorso la triste posizione che [questa istituzione, ndt] attualmente
mantiene in Croazia”, ha dichiarato Puhovski.

Insieme ad altri intellettuali indipendenti della Croazia, Puhovski
sostiene la necessità di una risoluta azione di tipo pubblico. Intanto,
afferma Puhovski, si potrebbe pubblicare un pamphlet da distribuire ai
turisti stranieri per avvisarli di evitare posti come Sveti Rok e
Slunj, che celebrano criminali croati. Entrambe queste località sono
situate su importanti autostrade che collegano la parte occidentale
della Croazia con il mare, e sono sulla strada comunemente utilizzata
dai molti turisti che visitano la costa adriatica della Croazia in
estate.

L’unica vera soluzione, tuttavia, sarebbe quella di proibire per
legge la celebrazione dei criminali nazisti. Attualmente non ci sono
tali leggi in Croazia, ed è solo una questione di tempo prima che anche
Ante Pavelić, le cui immagini vengono vendute senza alcun ostacolo,
abbia il proprio monumento in Croazia.


Vedi anche: Croazia: offensiva dell'estrema destra
http://auth.unimondo.org/cfdocs/obportal/
index.cfm?fuseaction=news.view1&NewsID=3296

» Fonte: da Osijek, Drago Hedl © Osservatorio
sui Balcani


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Vedi anche:

Croazia: minacce neonaziste
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3692

Croazia: impunita' garantita per i criminali di guerra
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3694