Evviva il Vaticano!!


Lo sapevate che la Caritas e' stata usata in alcuni casi come copertura
per il rifornimento di armi all'UCK in Kosovo?
Sullo stesso argomento vedi anche, ad esempio:
Sant'Antonio ed il Demonio
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2295

(Elaborazione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)


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[ THIS TEXT IN ENGLISH:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3886 ]

L’Istituzione benefica “Caritas” del Vaticano ha trafficato armi della
Nato con l’Esercito di Liberazione del Kosovo KLA-UCK

by Andy Wilcoxson

(traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)
http://www.slobodan-milosevic.org/ 8 ottobre 2004


Introduzione

La “Caritas” è una vecchia e ben conosciuta istituzione benefica
Cattolica Romana, con sede in Vaticano, che ha ramificazioni in tutto
il mondo e per qualche periodo è stata attiva nei Balcani.
Questo documento risponderà alla domanda seguente: la Caritas è
veramente un’organizzazione umanitaria, o è coinvolta in attività tanto
scellerate come il traffico di armi?
Questo articolo analizzerà le eventuali connessioni fra la Caritas e le
armi Iraniane trafficate di nascosto, di contrabbando, in Bosnia.
Quindi verrà indagato un incidente avvenuto nel 1999, quando un
convoglio della Caritas venne bloccato da funzionari di dogana
Italiani, mentre venivano contrabbandate 30 tonnellate di armamenti
vari destinati all’Esercito di Liberazione del Kosovo.


Una breve premessa storica sulla presenza della Caritas nei Balcani

Nel 1934 l’Arcivescovo Cattolico di Croazia Aloisio Stepinac insediava
la ramificazione Croata della Caritas.[1]
Stepinac è stato soprannominato “il Santo Patrono dei Genocidi”, visto
il ruolo da lui giocato nei genocidi commessi dal regime fascista
Croato durante la Seconda Guerra Mondiale. [2]
Durante questo conflitto, la Caritas era attiva nei campi di
concentramento Croati. L’organizzazione era incaricata di ribattezzare
forzatamente e di convertire i Cristiani Ortodossi al Cattolicesimo
Romano. [3]


I traffici di armi dall’Iran verso la Bosnia, con possibili
coinvolgimenti della Caritas

Nel marzo del 1993, il Comandante dell’Esercito Serbo-Bosniaco,
Generale Ratko
Mladic, per primo accusava la Caritas di fornire armi ai combattenti
Croati e Musulmani in Bosnia sotto forma di assistenza umanitaria. [4]
[5]
Il Gen. Mladic non è stato il solo a denunciare che spedizioni di armi
erano camuffate da aiuti umanitari. Secondo un rapporto stilato dalla
Sottocommissione del Congresso degli USA designata ad investigare sui
trasferimenti di armi dall’Iran alla Croazia e alla Bosnia, “ gli aiuti
umanitari che arrivavano in Bosnia consistevano soprattutto di convogli
predisposti da organizzazioni umanitarie Musulmane, che in seguito
avrebbero giocato un ruolo significativo nel rifornimento di armi
dall’Iran alla Bosnia.” [6]
Secondo il documento del Congresso, il leader della comunità Islamica
in Croazia, l’Imam Sevko Omerbasic, era “la figura su cui si imperniava
l’organizzazione e le operazioni dei flussi di armi Iraniane”.[7]
Secondo una testimonianza al Tribunale dell’Aja, la Caritas, sebbene
non fosse un’organizzazione umanitaria Islamica, era direttamente
collegata ad Omerbasic.
Sefkija Djidic, un testimone al processo Blaskic, ha deposto che,
durante la guerra, Omerbasic aveva guidato un convoglio della Caritas
alla roccaforte Croata di Vitez. [8]
L’efficacia della Caritas come organizzazione umanitaria veniva
chiamata in questione dalla deposizione di un altro testimone al
processo Blaskic. Un testimone protetto dichiarava che nessuno si
sognava di andare dalla Caritas a cercare assistenza. Il testimone, un
Musulmano di Kiseljak, asseriva che se qualcuno tentava di ottenere
qualche aiuto dalla Caritas avrebbe potuto subire vessazioni per mano
delle milizie Croate, e che “la gente preferiva patire la fame
piuttosto che andare da quelli della Caritas per domandare qualche
aiuto.” [9]
Anche fuori dei Balcani le attività della Caritas hanno destato
perplessità. Nel 1993 soldati Onu delle forze di peacekeeping hanno
trovato un deposito nascosto di armi in un ospedale per bambini
collegato alla Caritas, a Mogadiscio in Somalia. [10]
Finora gli argomenti contro la Caritas rispetto al traffico di armi
sono stati solamente indiziari. Nessuno ha riferito di aver visto
quelli della Caritas depositare le armi all’interno dell’ospedale in
Somalia. Il Gen. Mladic non ha fornito nelle sue interviste alcun
esempio specifico di dove la Caritas avesse potuto trafficare in armi,
e non si sa se il convoglio della Caritas diretto a Vitez contenesse o
no armi, anche se il convoglio era guidato da Sevko Omerbasic, l’uomo
identificato dal Congresso degli USA come il “cardine” nel flusso di
armi dall’Iran.


La Caritas era invischiata nel contrabbando di armi per conto della
Nato a favore dell’Esercito di Liberazione del Kosovo – KLA-UCK

Il 12 aprile 1999, nel porto Italiano di Ancona veniva effettuata
un’enorme retata di armi e munizioni, destinate alla KLA, nascoste in
containers dati in affitto alla Caritas. [11] Ufficialmente il carico
era stato dichiarato come spedizione di aiuti umanitari della Caritas
Tedesca destinati ai profughi del Kosovo. [12] I containers erano stati
stivati al centro della Caritas a Sarajevo. [13] I funzionari della
dogana, che ispezionavano i containers, trovavano 30 tonnellate di
materiali bellici, compresi missili anti-aereo e anti-carro,
lanciarazzi e mitragliatrici. [14]
Il più delle armi erano di origine Russa o dall’Europa dell’Est, ma
molte erano marcate NATO. Più di 1.000 mortai, che appariva essere
stati “prelevati” da un arsenale NATO in Germania, venivano trovati a
bordo dei containers. [15]
Nell’interno dei containers vi erano anche aiuti umanitari del tutto
legali, ma si trattava di materiale di scarsa qualità, come alimenti
che erano scaduti da molto tempo. [16]
I finanzieri Italiani arrestavano tre conducenti, Robert Buellesbach,
Sead Klakar, e Drasco Kovacevic. [17]
Le autorità Italiane denunciavano Buellesbach come collegato ai servizi
segreti Tedeschi. [18] Dato questo rapporto, se ne poteva dedurre che
costui era stato quello che aveva “sottratto” i mortai dalla base NATO
in Germania.
I containers di lunghezza 15 metri erano stati ristrutturati per il
trasporto di un carico illegale. [19] Un container era stato dotato con
un doppio fondo, mentre un altro aveva un ripostiglio segreto, dietro
la cabina del guidatore, in grado di nascondere sei persone. [20]
Le autorità Italiane dichiaravano anche che le armi erano destinate per
un campo di addestramento dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (KLA)
a Scutari nel nord dell’Albania. [21]
Il nome del destinatario sui documenti di export era quello di Padre
Luciano Augustino, un parroco di Scutari. [22]
Il Generale Alberto D'Amico, il Comandante in carica della Guardia di
Finanza per la regione comprendente Ancona, confermava le rimostranze
da parte di fonti dei servizi di sicurezza Italiani che era impossibile
che le intelligence Americana ed Inglese fossero all’oscuro di questi
traffici sotto banco. [23]
Un portavoce della NATO affermava che l’Alleanza non aveva alcun
contatto con la KLA: "Qualche nazione membro della NATO può avere
individualmente contatti, naturalmente non abbiamo alcuna garanzia che
queste cose, contrabbando ed altro, non siano avvenute…” [24]
Caritas negava di avere un qualsiasi ruolo nel contrabbando di armi, e
rendeva pubblica la seguente dichiarazione: “Questi containers non sono
della Caritas, anche se il logo (sui containers) è lo stesso.” [25]


Conclusione

I containers erano stati presi in affitto dalla Caritas, erano stati
caricati al centro della Caritas a Sarajevo, e noi dovremmo presumere
di credere alla Caritas quando afferma che non c’entrava assolutamente
con tutto questo? Come pure dovremmo presumere di credere che un
qualcuno abbia manovrato per introdursi in una installazione Tedesca
della NATO e vi abbia sottratto 1.000 mortai?
La conclusione è ovvia. Il Vaticano stava usando la sua “organizzazione
umanitaria” Caritas per fornire una copertura alla NATO, o al più alla
Germania, nel traffico di armi verso la KLA. Lo stesso può aver fatto
l’Iran, stato guida degli stati “canaglia” del mondo, usando la stessa
copertura quando in Bosnia Omerbasic aveva guidato il convoglio della
Caritas a Vitez.
Gli obiettivi del Vaticano sono gli stessi ora di quando Stepinac aveva
creato la ramificazione Croata della Caritas per convertire a forza al
Cattolicesimo Romano i Serbi rinchiusi nei campi di concentramento
Croati.
La migliore prova di questo resta il fatto che il Papa Giovanni Paolo
II, invece di fare in modo che la Chiesa Cattolica prendesse le
distanze da Stepinac, ha fatto l’opposto. Il 3 ottobre 1998, il Papa ha
beatificato Stepinac. [26]


Note

[1] Ufficio Stampa della Conferenza dei Vescovi della Croazia – Agenzia
della Stampa Cattolica IKA-Zagreb;
http://www.pope.hr/katolicka_crkva_u_hrvatskoj_caritas.html
[2] "Il Santo Patrono dei Genocidi: l’Arcivescovo Stepinac e lo Stato
Indipendente di Croazia” di Bill Stouffer;
http://www.pavelicpapers.com/features/essays/psg.html
[3] "L’Olocausto del Vaticano” di Avro Manhattan, Ozark Books,
Springfield, MO.1986 (Capitolo 8)
[4] Serbian Radio, Belgrado 1545 gmt; 26 febbraio 1993 / BBC Monitoring
“il Gen. Mladic giudica il piano di aiuti USA, afferma che i Serbi
stanno facendo ogni cosa per assistere i convogli”
[5] Servizio Telegrafico Yugoslavo in Serbo-Croato 2026 gmt; 26 marzo
1993 / BBC
Monitoring “ Il Comandante Serbo Bosniaco Mladic sul cessate il fuoco,
sugli aiuti umanitari, sui Serbi di Tuzla”
[6] Relazione Finale della Sottocommissione incaricata di investigare
sul ruolo USA nel trasferimento di armi dall’Iran alla Bosnia e in
Croazia (“The Iranian
Green Light Subcommittee) – Commissione per le Relazioni Internazionali
della Casa Bianca; 10 ottobre 1996 - 104th Congress; 2nd Session;
Pagina 85
[7] Ibid.; Pagina 81
[8] Trascrizione dal Processo Blaskic al Tribunale Internazionale per i
Crimini nella ex Yugoslavia (ICTY) – 31 luglio 1997 – Testimone,
Sefkija Djidic – Pagine 1468-1469
[9] Trascrizione dal Processo Blaskic al ICTY - 19 marzo 1998 –
Testimone Protetto “JJ” – Pagine 7403-7407
[10] Agenzia France Presse - “Soldati Malesi danneggiano un reparto di
ospedale pediatrico nella ricerca di armi” - 17 agosto 1993
[11] Agenzia France Presse - “Armi e munizioni sequestrate ad un carico
imbarcato della Caritas: rapporto” – 3 maggio 1999
[12] Deutsche Presse-Agentur – “La polizia Italiana sequestra un carico
di armi destinato ai separatisti del Kosovo” – 3 maggio 1999
[13] Ibid.
[14] Ibid.
[15] Ibid.
[16] Scotland on Sunday - “La NATO collegata al contrabbando di armi
destinate alla KLA " – 9 maggio 1999
[17] Ibid.
[18] Ibid.
[19] Deutsche Presse-Agentur – “La polizia Italiana sequestra un carico
di armi destinato ai separatisti del Kosovo” – 3 maggio 1999
[20] Ibid.
[21] Ibid.
[22] Scotland on Sunday - “La NATO collegata al contrabbando di armi
destinate alla KLA " – 9 maggio 1999
[23] Ibid.
[24] Ibid.
[25] Agenzia France Presse - “Armi e munizioni sequestrate ad un carico
imbarcato della Caritas: rapporto” – 3 maggio 1999
[26] Discorso del Papa a Marija Bistrica, Croazia – 3 ottobre 1998
(Ufficio Stampa della Conferenza dei Vescovi della Croazia – Agenzia
della Stampa Cattolica IKA-Zagreb);
http://www.papa.hr/pope/english/news/govor/bistrica/emb.html


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Evviva sempre il Vaticano!!


Il Vaticano sotterra l’ascia di guerra rispetto alla questione Irachena

di Julian Coman - Sunday Telegraph / Washington Time
(traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

http://fr.groups.yahoo.com/group/alerte_otan/messages
http://washingtontimes.com/world/20041010-102418-6871r.htm

ROMA. 10 ottobre 2004. Il Vaticano ha deciso di mettere da parte le sue
divergenze con la Coalizione guidata dagli Americani, invocando un
rafforzamento delle truppe multinazionali in Iraq per rendere sicura la
nascente democrazia di quel paese.

Nel febbraio dell’anno scorso, il Papa Giovanni Paolo II e il Cardinale
Angelo Sodano, Segretario di Stato del Vaticano, avevano espresso una
delle più violente denunce contro il Presidente Bush e contro Tony
Blair, per la decisione di costoro di voler invadere l’Iraq per
rovesciare il regime di Saddam Hussein.

In modo decisamente imbarazzato, voci in privato critiche erano state
rese pubbliche da funzionari del Vaticano, che avevano rivelato nel
corso di una conferenza stampa che il Papa aveva riservatamente fatto
pressioni su Mr. Blair “che si utilizzassero tutte le risorse messe a
disposizione dal diritto internazionale per evitare la tragedia della
guerra.”

Attualmente, alla luce del caos che è succeduto alla guerra, il
Cardinale Sodano ha annunciato una nuova presa di posizione di Roma
rispetto all’Iraq.
"Il bambino è nato" ha di recente dichiarato a nome del Vaticano. "Può
essere che sia illegittimo, ma esiste, è là, e quindi deve essere
cresciuto ed educato".

Nonostante la tonante opposizione del Vaticano alla guerra, gli
attacchi terroristici e i continui movimenti insurrezionali in Iraq
hanno portato il Papa a convincersi che solo una accresciuta presenza
militare, ivi compresa quella delle truppe della NATO, potrebbe
assicurare la pace.
" Esiste la sensazione che non si possa assolutamente più ritornare
indietro", è stata la considerazione di un consigliere del Vaticano.

In un’incisiva intervista a “La Stampa”, il Cardinale Sodano confermava
che, dal momento in cui la crisi in Iraq si era approfondita, era
giunto il tempo di dimenticare le divergenze del passato rispetto alla
decisione di invadere.
Le sue conclusioni sembrano far parte di una campagna orchestrata per
galvanizzare l’appoggio militare e finanziario dei critici, contrari
alla guerra come la Francia e la Germania, in favore di un Iraq
democratico. Quei due Paesi hanno rifiutato di contribuire con loro
truppe, finché nel paese sono presenti le forze di occupazione
Britanniche e Statunitensi.

Un editoriale, in prima pagina di “Avvenire”,- un influente quotidiano
cattolico italiano che vede nel suo consiglio di amministrazione la
presenza del Cardinale Camillo Ruini, il consigliere spirituale del
Papa, - ha richiesto con enfasi che « decine di migliaia di uomini
della NATO » siano inviati in Iraq per aiutare il governo provvisorio e
per garantire libere elezioni.
Il famoso teologo Vittorio Parsi ha criticato la “pigrizia” dei paesi
che hanno rifiutato di impegnare le loro forze armate in Iraq prima del
ritiro delle truppe di occupazione.
Quasi sicuramente, secondo quello che è venuto a sapere il “Sunday
Telegraph”, è stato il Cardinale Ruini a commissionare questo
editoriale.

Scrive Parsi : « Gli stessi paesi europei che si sono opposti alla
decisione americana di rovesciare Saddam Hussein sanno benissimo che un
Iraq nelle mani dei peggiori terroristi e criminali è contrario agli
interessi di tutti.»


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I Demopretoni

(Soccorso Popolare di Padova)

I Demopretoni: termine felicemente coniato dal grande artista Padovano
Tono Zancanaro, i preti apportatori di… Democrazia Cristiana nel mondo,
nel nostro caso i cappellani militari in tuta mimetica, già nel 1965
avevano ricevuto da don Lorenzo Milani una lettera aperta che li
invitava all’obiezione di coscienza, al rifiuto ad indossare divise
militari. Questa azione valse a Don Milani una incriminazione per
apologia di reato e una condanna. La lettera aperta e la lettera ai
giudici del processo furono pubblicate nel 1967 sotto il titolo
“L’obbedienza non è più una virtù”.
Sono passati tanti anni, ma ancora sacerdoti in tuta mimetica
benedicono armi e sostengono spiritualmente i nuovi Crociati
combattenti in Iraq, nel nome del Vero Dio!Il mondo cattolico parla
continuamente di Pace, ma il discorso rischia spesso di rimanere
un’astrazione. Tanti rappresentanti politici cattolici sostengono le
guerre, nascondendo la loro ipocrisia dietro la facciata sporca delle
“guerre umanitarie”. Alcuni di loro partecipano attivamente al
Conflitto fra Civiltà, dimostrando un comune loro sentire denso di
razzismo e xenofobia, mentre non esistono ragioni che giustifichino la
permanenza dei militari italiani in Iraq, coinvolti nella Coalizione
Cristiana in una guerra illegittima, sanguinosa, scatenata su
presupposti falsi e basata sulle menzogne dei “civilizzatori
democratici”. Le prese di posizione concrete e precise non sono
molte, e bene ha fatto Filippo Gentiloni, su “il manifesto” di domenica
17 ottobre 2004, a segnalare due prese di posizione molto
significative, che rischiano comunque di rimanere nell’ombra, visto il
silenzio in merito dei nostri mezzi di comunicazione, tutti sul carro
delle guerre che si possono fare, quando legittimate dall’ONU o con la
partecipazione massiccia e generale della NATO. I due interventi contro
la guerra sono stati riportati dalla rivista bimestrale di riflessione
e informazione nonviolenta “Qualevita”, nel numero 108 dell’ottobre
2004.
Il primo è la lettera ai cappellani militari, scritta da don Dino
D’Aloia (forse verrà condannato anche questo sacerdote per apologia di
reato?). “Cari cappellani dell’esercito italiano in Iraq, sono un
vostro ‘collega’, un prete cappellano come voi, ma per mia fortuna del
carcere di San Severo di Foggia, e non dell’esercito, come voi. Io non
so come fate a vivere serenamente il sacerdozio nel vostro ruolo; io
non ci riuscirei mai.(…) Gli americani ci hanno travolto in una guerra
senza fine, hanno acceso un focolaio immenso, che non si spegnerà più.
Come in Palestina ci ritroveremo fra cinquant’anni a piangere i morti,
a deplorare gli attentati, ad invocare la pace. (…) Non vi sentite
lacerati dentro, tra il vangelo che ripudia la spada e la vostra
obbedienza agli interessi dei militari?…Come fate per far capire che
non siete servi dei signori della guerra…? …voi siete così tranquilli a
dare la comunione a chi è complice di questa grande manovra omicida
americana per accaparrarsi potere e petrolio?”
L’altra notevole presa di posizione è quella di Tonio Dell’Olio, di
“Pax Christi”, resa pubblica lo scorso 20 luglio 2004, al momento del
varo, a Genova, della nuova portaerei “Cavour”, la più grande nave
della flotta militare Italiana. Il Cardinale di Genova Bertone la
“benedice” e Dell’Olio scrive: “Non si benedice una portaerei perché è
destinata a portare distruzione e morte… Il comandamento “tu non
ucciderai” non ammette deroghe o cedimenti… In questo caso quella
benedizione suona come una bestemmia”.
Parole forti, ma ben coerenti se messe al confronto con le istanze del
Cardinale Camillo Ruini, il consigliere spirituale del Papa, che
enfaticamente giudica necessario l’invio di « decine di migliaia di
uomini della NATO » in Iraq per aiutare il governo provvisorio a
stroncare la resistenza di un popolo occupato, per conto di tutta la
“Cristianità supremamente civile”. Gott mit NATO! Evviva il Vaticano!