Basi americane:

"Caro Silvio, avrei bisogno di Napoli, Taranto, Milano, e anche..."
(Alessandro Marescotti, Peacelink, 5 giugno 2004)


VEDI ANCHE:

Convegno Nazionale
NESSUNA BASE NESSUNA GUERRA,
in programma per il prossimo 20 novembre a Taranto:
- vedi al sito
http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_7927.html
oppure https://www.cnj.it/INIZIATIVE/taranto201104.htm
la convocazione ed il programma del Convegno;
- vedi alla pagina
https://www.cnj.it/INIZIATIVE/taranto201104.htm
il testo dell'intervento del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia.

SEE ALSO:

America's Empire of Bases
By Chalmers Johnson, Tomdispatch.com

According to the Defense Department's annual "Base Structure Report"
for fiscal year 2003, which itemizes foreign and domestic U.S. military
real estate, the Pentagon currently owns or rents 702 overseas bases in
about 130 countries and has another 6,000 bases in the United States
and its territories. Pentagon bureaucrats calculate that it would
require at least $113.2 billion to replace just the foreign bases...

http://www.alternet.org/story/17563


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"Caro Silvio, avrei bisogno di Napoli, Taranto, Milano, e anche..."

Alessandro Marescotti

La nuova mappa delle basi e dei comandi militari dietro i colloqui di
Roma


La storia è nei dettagli. Quando Bush è andato dal Papa ha lasciato
fuori dalla sala la valigetta nera con i codici di lancio dei missili
nucleari. Ma vi sono anche altri dettagli che Bush a Roma non ha
rivelato ai giornalisti. Le forze Usa stanno traslocando dal Nord
Europa e il baricentro del potere navale della Us Navy sarà spostato in
Italia. Il Quartier generale di Londra - che comanda tutte le forze
navali Usa in Europa - migrerà a Napoli. Il Comando della Sesta Flotta
sorgerà a Taranto. La nuova "autostrada" militare Usa che passa per
Milano-Solbiate Olona, Livorno-Camp Darby, Catania-Sigonella. E prevede
l'ampliamento della micidiale base nucleare della Maddalena. Dietro i
fumogeni della cronaca e la spettacolarità ecco i "dettagli" della
visita di Bush.

Alessandro Marescotti
5 giugno 2004


Bush è venuto da Berlusconi non solo per l'Iraq ma anche per le basi
Nato e Usa in Italia. E' questo il dato che non dovrebbe sfuggire al
movimento pacifista.

Il comando navale europeo Usa di Londra è ormai fuori gioco rispetto
alle nuove guerre. Le truppe americane in Germania sono un
soprammobile. Occorre spostare tutto. Ma dove?

Le basi spagnole sono un'incognita con Zapatero, nessuna base turca ha
(come Taranto) la certificazione Nato HRF per l'alta prontezza d'uso
delle forze navali Usa. E allora che fare? Bush va da Berlusconi e,
dietro i fumogeni della cronaca e della spettacolarità, chiede di
potenziare i punti nevralgici della logistica militare Usa in Italia.

E' questo il retroscena della visita di Bush a Roma, con il suo staff
di esperti e uomini in uniforme. Al centro c'è la nuova mappa militare
Usa a Napoli, Taranto, Milano-Solbiate Olona, La Maddalena,
Livorno-Camp Darby, Catania-Sigonella.

Bush ha chiesto nuovamente a Berlusconi carta bianca per ridislocare a
proprio piacimento comandi militari, navi, uomini e armi Usa in Italia:
ha chiesto di realizzare una più rapida rete logistica militare.
L'Italia non è più trincea della guerra di posizione contro l'Est con
tante piccole basi disseminate nella Penisola.

L'Italia diventa punto di passaggio e "autostrada militare" con
superbasi veloci per la guerra di movimento amaricana.

Nessuna informazione è ufficialmente trapelata - il Parlamento
italiano sarà l'ultimo a sapere cosa gli Usa faranno in Italia - ma si
registrano interessanti novità.

Le informazioni più recenti sono quelle pubblicate dal New York Times
che rivela un progetto rimasto fino ad ora segreto: il comando europeo
della Us Navy potrebbe trasferirsi da Londra a Napoli.

Per saperne di più su questa novità clamorosa occorre cliccare su:

http://www.paginedidifesa.it/2004/zuccotti_040605.
html

http://www.panorama.it/europa/capitali/articolo/ix
1-A020001024944
http://www.agi.it/news.pl?doc=200406041119-1036-RT1-CRO-0-
NF60&page=0&id=agionline.dalmondo

http://www.giornale.it/folder/news5Giu200484324.sh
tml

http://www.raulken.it/article2593.html

Alle ore 8.57 del 5 giugno 2004 l'esperto di questioni militari e
strategiche Enrico Iacchia ha anche lui confermato a Radiotre (per
informazioni: grr@...) che in questi giorni - in cui l'attenzione
focalizzata sulla guerra in Iraq e sulla visita di Bush a Roma - è
passato in secondo piano il progetto del Pentagono di ridislocare le
sue forze in Europa, ritirando massicciamente i militari Usa dalla
Germania e intendendo trasferire il comando navale europeo Usa da
Londra - "ormai fuori mano", ha argomentato Iacchia - a Napoli, ossia
più a sud.

Attualmente il comando navale Usa per l'Europa è a Londra. "Gli Stati
Uniti avrebbero voluto spostarlo in Spagna, ma con Zapatero sono sorti
dei problemi. E allora probabilmente andrà in Italia, forse a Napoli",
ha concluso Iacchia.

L’intero comando europeo della Us Navy è composto da almeno 1500
uomini e - dalla seconda guerra mondiale ad oggi - ha avuto il suo
perno operativo nella palazzina vittoriana in North Audley Street a
Londra a Napoli. In quel comando sono stati pensati i piani di guerra
contro la flotta sovietica: fino agli anni Novanta il centro nevralgico
della flotta americana in Europa erano le acque profonde a nord della
Gran Gretagna, era la calotta polare artica dove si andavano a
nascondere i sottomarini nucleari. Era un confronto torbido fatto di
testate nucleari pronte per il lancio da abissi gelidi.

Ora il baricentro operativo si sposta a sud in mari più caldi, nel
Mediterraneo.
Pizza, mandolino, Vesuvio, cozze e propulsori nucleari.
L'Italia si appresta ad un potenziamento della presenza americana in
alcuni punti strategici. Nuovi accordi, accordi da perfezionare,
accordi da ratificare. Con il via libera dei due Presidenti sono ora lì
quelle carte, sui tavoli che decidono il potenziamento del dispositivo
militare Usa a Napoli e a Taranto.

Al centro ora c'è - in simbiosi con il ridislocamento strategico da
Londra a Napoli del comando di tutte le forze navali Usa nei mari che
bagnano l'Europa - il ruolo della più grande base navale della Nato nel
Mediterraneo, cioè Taranto.

Quando a febbraio abbiamo - documenti alla mano - parlato di
trasferimento del comando della VI Flotta Usa da Gaeta a Taranto,
pensavamo ad un "alleggerimento di Napoli", come se Napoli e Gaeta
"andassero in pensione". E invece sembra che le cose si dirigano verso
esiti che non avevamo previsto: da una prospettiva di ridislocamento a
sud delle forze esistenti in Italia si passa ad uno spostamento
complessivo verso l'Italia del baricentro militare navale americano.

Lo spostamento da Napoli-Gaeta verso Taranto in realtà fa posto ad un
corposo spostamento dal comando di Londra verso il Sud dell'Italia.

E veniamo alle ripercussioni sulla base di Taranto, da poco diventata
Nato con certificazione di alta prontezza d'uso HRF (che nessuna base
turca ha).

A Taranto Bush vorrebbe un'altra base. Gli industriali di Taranto
hanno già detto di sì alla "superbase" sulle pagine del giornale "La
Voce del Popolo".

La nuova base Usa a Taranto dovrebbe sorgere nella zona del porto
commerciale, a cinque chilometri di distanza dalla nuovissima base Nato
di Chiapparo che fra poche settimane sarà inaugurata (si dice alla
presenza di Ciampi). Gli Usa vorrebbero gestire un'ampia banchina di
attracco acquisendone - tramite una banca americana - la dispobibilità.
La zona è quella del molo polisettoriale e lì la maggiore profondità
non comporta problemi per le portaerei. Già le ultime tre navi
americane giunte in occasioni diverse a Taranto nel 2004 hanno
attraccato in quella zona del porto commerciale e non nella nuova base
Nato di Chiapparo.
La nuova base che Bush vorrebbe a Taranto è anche più lontana dalla
vista di occhi indiscreti. Non potrebbe essere osservata dal lungomare
o da palazzi vicini con il binocolo come è invece comodamente possibile
per la base Nato di Chiapparo.

La nuova base desiderata da Bush presenterebbe quindi condizioni di
maggiore segretezza e sicurezza per le navi Usa. E avrebbe più spazio
rispetto a Chiapparo.

Questo rafforza l'idea che tutte le componenti operative (le navi
della VI Flotta) presenti a Napoli e Gaeta vadano a Taranto. A Napoli
verrebbe traslocato il comando navale Nato di Londra che si
unificherebbe con l'HQ Allied Naval Forces Southern Europe già
esistente nella città del Vesuvio.

Della strategia di potenziamento delle basi Usa in Italia ne aveva già
parlato Ennio Caretto sul Corriere della Sera del 27 novembre 2003 con
un pezzo titolato "Bush riorganizza le Forze Usa in Europa. Sarà dato
più peso alle basi nella Penisola". Sottotitolo: "Forse un comando dei
reparti speciali e una struttura di intelligence".
Scriveva Caretto che gli Stati Uniti intendono riposizionare le
proprie truppe ritirando parte delle forze dislocate in Germania e
precisava: "Non è prevista la richiesta di nuove basi in Italia, ma
alcune infrastrutture militari Usa esistenti nel nostro Paese saranno
potenziate. E al Pentagono si discute se creare nuovi centri di comando
regionali, tra cui uno italiano, per intelligence e corpi speciali".
E dalla Casa Bianca confermavano: "Da oggi gli Usa terranno intense
consultazioni con amici, alleati e partner di tutto il mondo per porre
le forze necessarie nei luoghi più appropriati in risposta alle nuove
esigenze di sicurezza. Missioni ad alto livello si recheranno nelle
capitali straniere». Tra la fine di novembre e la prima settimana di
dicembre del 2004 vi sono state apposite riunioni dei ministri di
Difesa ed Esteri alla Nato a Bruxelles. "Vogliamo sentire le loro idee
- ha detto il capo del Pentagono, Donald Rumsfeld - vedere insieme che
cosa si può fare".
Oltre a Napoli e a Taranto, altro punto nodale è Livorno dove un
accordo tra governo italiano e governo Usa sancisce il raddoppio del
canale di Camp Darby, per dimezzare i tempi di carico delle navi. Altro
punto nevralgico è La Maddalena dove è previsto un amplimaneto della
base dei sommergibili nucleari di Santo Stefano, impiegati anche per
l'intelligence. Accordo di potenziamento anche per le strutture di
Catania-Sigonella. L'obiettivo è quello di consentire la maggiore
mobilità possibile alle truppe e ai mezzi, organizzando in qualsiasi
momento ponti aerei verso il Medio Oriente. Il questo quadro il nuovo
comando Nato di Solbiate Olona, a pochi chilometri da Milano e
dall'aeroporto di Malpensa, sarà un punto nevralgico per le future
mobilitazioni di rapido intervento delle truppe di terra Usa.

Ennio Caretto pecisava sul Corriere della Sera: "L'amministrazione
Bush mantiene il massimo riserbo sui dettagli del piano di
riposizionamento". E questo ci spiega come mai a Roma a nessun
giornalista è stata rivelata la parte più delicata e riservata della
missione dello staff di Bush.

Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink

Alle ore 8.57 del 5 giugno 2004 l'esperto di questioni militari e
strategiche Enrico Iacchia ha anche lui confermato a Radiotre (per
informazioni: grr@ peacelink.it )


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