(english / deutsch / italiano)

GRANDE UNGHERIA

1. DOPPIA CITTADINANZA

Un grimaldello per annettersi una buona fetta della popolazione della
Vojvodina, e non solo...

2. BREVI

3. WAHNSINN
Deutschland unterstützt die neuerliche Zuspitzung der ungarischen
Ethno-Politik und erhofft sich weitere Vorteile für seine
Minderheitenarbeit in Osteuropa...

(La Germania sostiene la nuova aggressivita' della etno-politica
ungherese e spera attraverso di essa di procacciarsi ulteriori vantaggi
per il proprio lavoro sulle minoranze nell'Europa orientale...)

4. In english:
- Habsburg legacy haunts EU (The Times)
- Uneasy echo in Hungary (International Herald Tribune)


=== 1 ===

Fonte: http://www.ansa.it/balcani

UNGHERIA: REFERENDUM SU DOPPIA CITTADINANZA OLTREFRONTIERA

(ANSA) - BUDAPEST, 29 OTT - Gli elettori ungheresi voteranno il 5
dicembre prossimo su due quesiti referendari: la doppia cittadinanza
degli ungheresi oltre frontiera e il divieto della privatizzazione
degli ospedali ed ambulatori. La data dei referendum e' stata fissata
oggi dal presidente dell'Ungheria, Ferenc Madl. Il referendum sulla
doppia cittadinanza oltre frontiera e' stato chiesto dall'Associazione
mondiale degli ungheresi, che hanno raccolto le 200mila firme
necessarie. Oltre 3,5 milioni di ungheresi vivono attualmente nei paesi
confinanti - Romania, Slovacchia, Ucraina, Serbia. All'origine di
queste concentrazioni, il collasso della monarchia austro-ungarica dopo
il 1918, quando l'Ungheria perse due terzi del suo territorio. La
proposta di dare la cittadinanza, e quindi il passaporto del paese agli
ungheresi di oltre frontiera e' molto discussa dai partiti e
dall'opinione pubblica in Ungheria, e non e' benvista dai paesi
confinanti. L'Ungheria e la Slovacchia fanno gia' parte dell'Ue, mentre
la Romania dovrebbe entrare nel 2007. L'Ucraina non consente la doppia
cittadinanza. (ANSA). COR-QI
29/10/2004 15:50

UNGHERIA: DOPPIA CITTADINANZA, DIBATTITO SI ACCENDE

(di Peter Magyar) (ANSA) - BUDAPEST, 11 NOV - Rancori e sentimenti
nazionali, ma anche interessi concreti sono parte integrante in
Ungheria del dibattito sempre piu' acceso in vista della consultazione
popolare fra 25 giorni sulla doppia cittadinanza da accordare ai 2,5
milioni ungheresi di oltre frontiere.
A tre quarti di secolo dalla fine della prima guerra mondiale, concluso
da un armistizio proprio l'11 novembre 1918, e dopo l'adesione
dell'Ungheria alla Nato ed all'Unione Europea, il tema ha riportato in
superficie sentimenti legati alla storia millenaria nel Paese magiaro.
Secondo sondaggi pubblicati oggi dal quotidiano ungherese Nepszabadsag,
il 55% degli elettori al momento e' favorevole, il 33% contrario ed il
12% indeciso in tema di doppia nazionalita'.
L'iniziativa che ha portato al referendum del 5 dicembre e' dell'
Associazione mondiale degli ungheresi, un'organizzazione civica, che i
partiti di centrodestra appoggiano pienamente, facendo campagna per il
si', mentre la coalizione governativa (centrosinistra) ha chiamato i
suoi elettori a votare no. ''Si tratta anche di soldi, non solo di
responsabilita' storica verso la nazione'' - ha detto in un intervista
il nuovo primo ministro, Ferenc Gyurcsany.
Il governo calcola che la cittadinanza doppia (per gli esponenti delle
minoranze ungherese nei Paesi limitrofi, soprattutto Serbia, Romania e
Slovacchia) costera' 537 miliardi di forint (2,2 miliardi di euro) allo
Stato ungherese per l'aumento delle spese per l'istruzione, per la
sanita', pensione, sussidi di disoccupazione, sovvenzioni per la casa.
Come controproposta, il governo propone un passaporto speciale per dare
agli ungheresi all'estero la possibilita' di ingresso privilegiato in
Ungheria, rimuovendo tutti gli ostacoli burocratici come negli accordi
per il piccolo traffico di frontiera.
La proposta e' venuta dalla Commissione europea, ma non e' stata ancora
approvata dal Parlamento europeo.Inoltre con un capitale di partenza di
4 milioni di euro dovrebe essere istutito un 'Fondo patriottico' per il
sostegno delle minoranze ugnheresi all'estero. Il governo si impegna a
onorare con la stessa cifra tutti i contributi privati raccolti dal
fondo.
Altri 80 milioni di euro saranno destinati a creare posti di lavoro
nelle zone abitate dagli ungheresi oppure ad appoggiare le imprese di
ungheresi in quelle aree. Sul tema una riunione del governo con i
rappresentasti delle organizzazioni all'estero si svolgera' domani a
Budapest.
Viktor Orban, il leader dell'opposizione di destra dice che gli
elettori ungheresi ''dovranno decidere se vogliono dare un pezzo di
liberta' agli ungheresi di oltre frontiera, ed ogni cittadino onesto
non potra' dire che si' a questa domanda''.
Orban nega che la doppia cittadinanza comportera' spese nuove, ma i
giuristi del governo rispondono che non potranno esistere due tipi di
cittadinanza ungherese, uno per i cittadini ''veri'' e un' altra per
quelli oltre frontiera. ''Ci sono diritti e benefici sociali che vanno
a tutti i cittadini, e Orban dovrebbe saperlo'' gli ha risposto
Gyurcsany, che ha anche ricordato come il governo Orban (premier dal
1998 al 2002) non abbia mai appoggiato la proposta di doppia
cittadinanza.
Un altro argomento favorevole al no sarebbe, secondo i sondaggi, il
calcolo che almeno il 15% degli ungheresi in Romania, Ucraina e Serbia
si trasferirebbe subito in Ungheria in caso di cittadinanza automatica,
percentuale che fra i giovani potrebbe raggiungere il 90%.
''Il nostro obiettivo e' di conservare la lingua e la cultura ungherese
anche in Transilvania (ora parte della Romania), e tutelare i diritti
della minoranza ungherese, non lo svuotamento di questa regione''
dicono coloro che temono l'ondata indesiderata degli ungheresi oltre
frontiera, e ricordano come la Slovacchia e l'Ungheria facciano gia'
parte dell'Ue, mentre la Romania vi entrera' presto (prevedibilmente
dal 2007): cosi' la liberta di movimento sara' totale, e la doppia
cittadinanza non avra' piu' senso.
L'Ucraina invece non la consente per legge, cosi' il referendum
interessa veramente solo gli ungheresi della Voivodina in Serbia (300
mila persone), attaccati nella loro terra dai nazionalisti serbi. ''La
cittadinanza doppia non e' la soluzione per i problemi dei nostri
connazionali in Serbia, bisogna fare in modo che possano rimanere nella
loro terra natale'' ha detto Vilmos Szabo, sottosegretario della
Presidenza del consiglio di Budapest, responsabile per gli ungheresi
d'oltre frontiera. (ANSA). COR*STE 11/11/2004 15:58

UNGHERIA: REFERENDUM, GOVERNO RITIRA INVITO A VOTARE ''NO''

(ANSA) - BUDAPEST, 23 NOV - Il primo ministro dell'Ungheria, Ferenc
Gyurcsany, in un'intervista alla radio pubblica ha dichiarato di ''non
voler piu' influenzare'' la volonta' degli elettori per l'imminente
referendum nazionale del 5 dicembre sulla doppia nazionalita' e sulla
privatizzazione del servizio nazionale. Finora il governo aveva fatto
campagna a favore del ''no'' ad ambedue le domande del referendum,
cioe' alla proposta di dare la doppia cittadinanza agli ungheresi
d'oltre frontiera e al divieto di privatizzare il servizio sanitario.
L'opposizione di centrodestra fa campagna intensa per un doppio si'. I
sondaggi prevedono molti astensioni, con l'affluenza che dovrebbe
toccare minimi storici, tuttavia sembra che andranno a votare in
maggioranza i sostenitori del si'. Secondo il premier Gyurcsany il
referendum e' diventato ''una trappola per tutti''. ''Non esiste una
riposta buona a domande mal poste. Qualsisasi sia il risultato, saranno
molti i perdenti'' ha detto, rammaricandosi che l'opposizione di destra
non abbia chiarito ancora come intende formulare la legge che dara'
eventualmente la doppia cittadinanza a 2,5 milioni di ungheresi che non
vivono nel paese, con tutte le conseguenze che cio' comportera'. In
Ungheria, su una superficie di poco inferiore ad un terzo dell'Italia,
vivono attualmente circa dieci milioni di abitanti. (ANSA). COR*STE
23/11/2004 17:05

UNGHERIA: DOMENICA ALLE URNE PER DOPPIO REFERENDUM

(di Peter Magyar)
(ANSA) - BUDAPEST, 4 DIC - Circa 8 milioni di elettori sono chiamati a
votare domani in Ungheria per due referendum: uno riguarda la doppia
cittadinanza per gli ungheresi all'estero, soprattutto quelli che
vivono in Slovacchia, Romania, Ucraina e Serbia, mentre il secondo e'
sulla privatizzazione o meno degli ospedali. Il voto e' un test
cruciale per il nuovo primo ministro socialista Ferenc Gyurcsany che
affronta per la prima volta in questa consultazione elettorale il
leader carismatico della destra, l'ex primo ministro Viktor Orban.
In una campagna accesa, non priva di toni populistici, Orban ha chiesto
di rispondere si' alle due domande sulla scheda, mentre Gyurcsany ha
consigliato agli elettori di votare no o astenersi, perche ''a domande
mal poste non si puo' dare una risposta chiara''.
La destra fa appello ai sentimenti nazionali degli ungheresi: secondo
il capo dello Stato, Ferenc Madl (conservatore), una vittoria del si'
sarebbe addirittura ''una riparazione dell' ingiustizia storica'',
subita nel 1920 con il trattato del Trianon che tolse all'Ungheria due
terzi del territorio.
Attualmente in Slovacchia, Romania, Ucraina e Serbia, vivono circa
2,5-3 milioni di ungheresi che aspettano ''un segno di accettazione da
parte della madrepatria''. Secondo gli analisti, la vittoria del si'
giochera' a favore di Orban, in quanto gli ungheresi d'oltre frontiera
- una volta cittadini ungheresi - potranno votare a suo favore nel
2006, aiutandolo a riconquistare il potere contro i socialisti. Il voto
sara' valido se almeno il 50% degli elettori partecipera' oppure - in
assenza del quorum - almeno il 25% degli aventi diritto al voto avra'
scelto il si' o il no.
I sondaggi prevedono un'affluenza bassa (inferiore al 40%), ma e'
probabile che il si' si aggiudichi il 25%, cioe' due milioni di voti.
In caso della vittoria del si', il parlamento sara' obbligato a
promulgare una legge (da approvare con la maggioranza dei due terzi)
che accordera' la cittadinanza agli ungheresi che lo domandano, anche
se risiedono all'estero, in qualsiasi parte del mondo.
I socialisti e gli alleati di governo chiedono di votare no, perche' le
conseguenze del si', dicono, sono ''imprevedibili''. Si puo' temere
un'ondata di immigrazione con aumento oltre misura delle spese per
l'istruzione, per la sanita', pensione, sussidi di disoccupazione,
sovvenzioni per la casa. Inoltre si teme una reazione degli governi dei
paesi vicini.
Adrian Nastase, primo ministro (e forse futuro presidente) romeno ha
gia definito ''insensata'' la doppia cittadinanza per gli ungheresi ora
cittadini romeni, ed ha minacciato che la Romania potrebbe togliere la
cittadinanza a quelli che chiederanno quella ungherese. Politici
ungheresi hanno protestato per l'interferenza di Nastase nella campagna
in Ungheria, ma Gyurcsany ha riconosciuto che la vittoria del si'
potra' aumentare la tensione fra Budapest e i paesi vicini (anche la
Slovacchia intende fare passi del caso). ''C'e da temere l'insorgenza
del nazionalismo nella regione, abbiamo visto quale risultato ha dato
questo nell'ex Jugoslavia, i conflitti etnici non hanno dato nessun
buon risultato da nessuna parte'' - ha detto Gyurcsany.
Non e' privo di conflitti nemmeno l'altro argomento del referendum. La
destra populista argomenta che la privatizzazione degli ospedali e
degli enti sanitari pubblici ''mettera' in pericolo il servizio per
tutti'', mentre la sinistra si aspetta dal capitale privato un
miglioramento nel servizio sanitario, adesso molto carente, con fonti
insufficienze.(ANSA). COR-STE
04/12/2004 15:05

UNGHERIA: DUE REFERENDUM, NON VALIDI PER BASSA AFFLUENZA

(ANSA-AFP) - BUDAPEST, 5 DIC - I due referendum svoltisi oggi in
Ungheria, sulla concessione della doppia cittadinanza agli ungheresi
all'estero - soprattutto quelli che vivono in Slovacchia, Romania,
Ucraina e Serbia - e sulla privatizzazione degli ospedali non sono
validi data la troppo scarsa partecipazione popolare. Lo ha reso noto
in serata la Commissione elettorale centrale a Budapest. La legge
elettorale prevede che, perche' un referendum sia valido, debba recarsi
alle urne almeno il 50 per cento degli aventi diritto o, in
alternativa, almeno il 25 per cento si pronunci per il si' o per il no.
Secondo dati non ancora definitivi, la partecipazione e' stata del 40
per cento circa. Al referendum sulla doppia nazionalita' per gli
ungheresi che vivono all'estero, quando il 75 per cento delle schede
erano state scrutinate, il si' e il no erano circa alla pari con una
leggerissima maggioranza per il si' (cosi' risicata da non consentire
di arrivare al quorum del 25 per cento degli aventi diritto). Piu'
netto il vantaggio del si' per il referendum in cui si chiedeva che la
privatizzazione degli ospedali venisse sospesa. Il voto era considerato
un test cruciale per il nuovo primo ministro socialista Ferenc
Gyurcsany che affrontava per la prima volta in questa consultazione
elettorale il leader carismatico della destra, l'ex primo ministro
Viktor Orban. In una campagna accesa, non priva di toni populistici,
Orban ha chiesto di rispondere si' alle due domande sulla scheda,
mentre Gyurcsany ha consigliato agli elettori di votare no o astenersi,
perche' ''a domande mal poste non si puo' dare una risposta chiara''.
La destra faceva appello ai sentimenti nazionali degli ungheresi:
secondo il capo dello Stato, Ferenc Madl (conservatore), una vittoria
del si' sarebbe stata addirittura ''una riparazione dell' ingiustizia
storica'', subita nel 1920 con il trattato del Trianon che tolse
all'Ungheria due terzi del territorio. Attualmente in Slovacchia,
Romania, Ucraina e Serbia, vivono circa 2,5-3 milioni di ungheresi che
aspettano ''un segno di accettazione da parte della madrepatria''.
Secondo gli analisti, la vittoria del si' avrebbe giocato a favore di
Orban, in quanto si ritiene che gli ungheresi d'oltre frontiera - una
volta cittadini ungheresi - simpatizzino in maggioranza per lui.
(ANSA-AFP) TF
05/12/2004 21:33

UNGHERIA: REFERENDUM, PREMIER GYURCSANY FELICE PER RISULTATO

(ANSA) - BUDAPEST, 6 DIC - ''E' fallita l'iniziativa di chi voleva
ottenere vantaggi elettorali dagli ungheresi d'oltre frontiera: gli
elettori hanno scelto un patriottismo responsabile''. Cosi' il premier
ungherese Ferenc Gyurcsany ha commentato il mancato raggiungimento del
quorum nei due quesiti del referendum svoltosi ieri, una circostanza
vista dagli osservatori come una vittoria del premier sul leader dei
conservatori Viktor Orban. Gli ungheresi dovevano decidere se dare la
doppia nazionalita' alle persone di lingua ungherese che vivono
all'estero (soprattutto alle minoranze magiare di Ucraina, Serbia e
Romania, cioe' di Stati che ancora non fanno parte dell'Unione europea)
e se bloccare il processo gia' avviato di privatizzazione degli enti
ospedalieri. Al referendum di domenica l'affluenza complessiva e' stata
del 37% (3 milioni voti espressi su 8 milioni di aventi diritto). I si'
al divieto di privatizzazione degli ospedali sono stati il 25% dei
votanti, per la doppia cittadinanza il 51,5%. In assenza del quorum
superiore al 50% a rendere valido il referendum sarebbe stato
necessario, in alternativa, avere almeno 2 milioni di voti (25% degli
aventi diritto) a favore di una risposta. Ma cio' non e' avvenuto in
nessuno dei due casi. I dirigenti della destra hanno preso atto del
risultato, e sottolineano che il si' per la doppia cittadinanza ha
ricevuto comunque piu' voti (51,5%) del no (48,5%). I leader dei
partiti e le associazioni degli ungheresi in Slovacchia, Romania e
Serbia invece hanno accolto il risultato con grande rammarico. ''Gli
elettori ungheresi hanno accreditato il trattato di Trianon (concluso
alla fine della I guerra mondiale e che tolse vari territori
all'Ungheria sconfitta)'' ha detto Miklos Duray, vicepresidente del
Partito ungherese in Slovacchia, mentre Bela Marko, presidente
dell'Unione democratica degli ungheresi in Romania ha detto che il
problema della doppia cittadinanza dovra' essere riaffrontato in
qualche modo perche' gli ungheresi della Transilvania ci contano molto.
Jozsef Kasza, sindaco di Subotica (Serbia) invece da' la colpa ai
promotori del referendum, perche' ''hanno portato la questione in un
vicolo cieco''. Gyurcsany ha promesso comunque che il suo governo si
impegnera' per una politica nuova verso gli ungheresi d'oltre
frontiera, aumentando le risorse di aiuto e appoggiando meglio le loro
richieste per un'autonomia dei loro territori natali, nonche' per una
politica di riforma della sanita' pubblica in Ungheria. (ANSA). COR*STE
06/12/2004 17:15

UNGHERIA: CITTADINANZA, PER ALCUNI SARA' PIU' FACILE AVERLA

(ANSA) - BUDAPEST, 9 DIC - Il governo di Budapest intende facilitare il
riconoscimento della cittadinanza agli ungheresi d'oltre frontiera, in
caso di trasferimento in Ungheria ed il primo ministro Ferenc Gyurcsany
ha incaricato il ministro della Giustizia di elaborare una modifica
della legge in questo senso. L'iniziativa di Gyurcsany si spiega con le
condizioni pesanti imposte dalla legge attuale, una procedura che dura
uno o due anni. Proprio per ovviare alle difficolta' la scorsa
settimana si era svolto un referendum popolare, su richiesta della
destra, che pero' e' fallito per mancanza del quorum di votanti. Anche
se il referendum di domenica scorsa che ha spaccato in due il paese
sulla questione della doppia cittadinanza per gli ungheresi residenti
oltre frontiera non ha dato un risultato valido, tuttavia l'opposizione
di destra non molla, e insiste nel voler dare la cittadinanza anche ai
non residenti in Ungheria, come ''gesto di riparazione per il trattato
del Trianon'' (il trattato, considerato ingiusto dall'Ungheria che nel
1920 ha perso due terzi del territorio ungherese come conseguenza della
sconfitta nella Prima guerra mondiale). Il presidente della Repubblica,
Ferenc Madl, (conservatore) ha chiesto questa modifica in una lettera
indirizzata al presidente della Camera dei deputati, e la presidente
del Foro democratico (Mdf, opposizione) Ibolya David ha chiesto al
Parlamento di fare una legge con questo contenuto fino al 15 marzo
prossimo. ''Se il Parlamento non sara' capace di fare questa legge,
dovra' sciogliersi'' ha minacciato David. (ANSA). COR*STE 09/12/2004
14:18


=== 2 ===

L'SRS e i RV condannano la rinascita del nazismo in
Vojvodina

NOVI SAD - Il Partito Radicale Serbo (SRS) e i Riformisti di Vojvodina
(RV) condannano fermamente la rinascita del nazismo in Vojvodina.
Secondo il SRS, una riunione di seguaci dell'organizzazione di quisling
ungherese basata a Budapest, che occupò la Vojvodina durante la Seconda
Guerra Mondiale, è stata tenuta il 7 maggio come aveva annunciato il
giornale Magyar Szo, e i suoi rappresentati hanno tenuto una conferenza
stampa giovedì e distribuito volantini che mostravano nuovi confini che
penetravano all'interno della provincia del nord della Serbia; il
Movimento Giovanile delle 64 Contee ha avuto un meeting giovedì.

http://www.tanjug.co.yu/ - Tanjug - 28 maggio 2004
(Traduzione di AL, revisione a cura del CNJ)

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Canak: La Serbia ha già dato il suo consenso all'indipendenza del Kosovo

Lo Speaker della Assemblea della Vojvodina Nenad Canak [separatista,
appartenente alla coalizione filo-occidentale DOS] ha detto che
Belgrado ha già dato l'assenso all'indipendenza del Kosovo per il 2006.
Secondo l'informazione che ho avuto da fonti diplomatiche, ha detto, lo
scenario per l'indipendenza del Kosovo per il giugno 2006 già esiste.
Data la fonte di tale informazione, che non posso rivelare, credo che
questo scenario sia assai realistico.
Secondo la controversa dichiarazione del politico vojvodino, il Governo
Serbo sarebbe stato informato del piano e sarebbe pronto a dare il suo
consenso, ma adesso starebbe provando a mantenere lontano ciò dalla
pubblica opinione per continuare a vendere le sue favole sulla
integrità territoriale della Serbia.

Beta / Apis Group - Belgrado 26 Giugno 2004
(Traduzione di AL, revisione a cura del CNJ)

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SLOVACCHIA: PARLAMENTO RESPINGE USO UNGHERESE NELLE SEDUTE

(ANSA) - BRATISLAVA, 21 OTT - Si respira aria di crisi nel governo
slovacco dopo che ieri il Parlamento di Bratislava ha respinto una
proposta di legge avanzata dal Partito della coalizione ungherese (Smk,
fa parte del governo di centrodestra) di utilizzare anche l'ungherese
come lingua ufficiale in Parlamento. ''Siamo molto delusi per quanto e'
successo e credo sia emblematico di quelli che sono i rapporti
all'interno della coalizione di governo'' ha detto il rappresentante
del Smk Gyulia Bardos al quotidiano slovacco 'Sme' a proposito del
fatto che solo un esponente del governo del premier
cristiano-democratico Mikulas Dzurinda abbia votato a favore della
proposta, insieme con tre deputati dell'opposizione. Anche il
costituzionalista Peter Kresak ritiene che sia un diritto per i
deputati ungheresi poter parlare la loro lingua in Parlamento: ''Fino
al 1996 questa possibilita' era contemplata e non credo davvero che ne
sia stato fatto un abuso da parte dei deputati ungheresi''. Il partito
della coalizione ungherese (Smk), espressione della folta minoranza
ungherese ancora presente in Slovacchia (rappresenta il 9,7%
dell'intera popolazione) fa parte della coalizione di centro destra al
governo dal 1998 e nelle ultime elezioni del 2003 ha ottenuto l'11,16
per cento dei voti aggiudicandosi 20 dei 150 seggi del Parlamento
unicamerale slovacco.(ANSA). RED*STE
21/10/2004 16:40


=== 3 ===

http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1102546943.php

09.12.2004

Wahnsinn

BUDAPEST/BERLIN (Eigener Bericht) - Deutschland unterstützt die
neuerliche Zuspitzung der ungarischen Ethno-Politik und erhofft sich
weitere Vorteile für seine Minderheitenarbeit in Osteuropa. Dort
propagiert Berlin ein völkisches Blutsrecht, das aus deutschsprachigen
Staatsbürgern ,,Auslandsdeutsche" macht, sofern sie eine deutschblütige
Abstammung nachweisen können. Als Schutzmacht der ,,Volksgruppen" tritt
Berlin auf. Nach diesem deutschen Vorbild plant Budapest neue
Sonderrechte für Ungarisch sprechende Minoritäten in den Nachbarstaaten
(,,Auslandsungarn"). Zuvor war ein Referendum gescheitert, das den rund
2,5 Millionen ,,Auslandsungarn" ungarische Pässe zusprechen und sie
Budapest direkt unterstellen sollte. Die ungarische
,,Volksgruppen"-Politik wird zum Teil in unmittelbarer Abstimmung mit
Berlin umgesetzt. Maßgebliche ungarische Politiker deuten an, ihre
ethnizistische Auslandsarbeit diene einer Revision der Pariser
Friedensverträge.

Am vergangenen Sonntag ist das Referendum, mit dem die Bevölkerung
Ungarns über die Verleihung der ungarischen Staatsbürgerschaft an die
,,Auslandsungarn" entschied, an zu geringer Wahlbeteiligung
gescheitert. Als hauptsächliche Ursache gilt die verbreitete
Befürchtung, die ,,Auslandsungarn" könnten die neue Staatsbürgerschaft
nutzen, um in großer Zahl aus Rumänien oder der Ukraine nach Ungarn
überzusiedeln, und damit den Wohnungs- und Arbeitsmarkt zum
Zusammenbrechen bringen. Das Referendum hatte massive Proteste in der
Slowakei und Rumänien hervorgerufen, deren Ungarisch sprechende
Bürgerinnen und Bürger mit der neuen Staatsbürgerschaft der Regierung
in Budapest unterstellt worden wären; der rumänische Ministerpräsident
Adrian Nastase bezeichnete die mögliche doppelte Staatsbürgerschaft als
,,Wahnsinn".1) Die geplante Regelung entspricht der Praxis Berlins, das
inzwischen allein in der Tschechischen Republik 60.000 deutsche
Personalausweise vergeben hat.2)

Sonderpass, Heimatland-Fonds

Die ungarische Regierung plant nun, den ,,Auslandsungarn" auf andere
Weise zu Sonderrechten zu verhelfen und damit die völkische Subversion
in den Nachbarstaaten zu verschärfen. Im Gespräch ist ein
,,Sonderpass", der den ,,Auslandsungarn" die ungehinderte Einreise in
das ,,Mutterland" ermöglichen und damit ihre Bindung an Budapest
festigen soll. Neben dem ,,Sonderpass", der mit Brüssel abgestimmt ist,
will Ungarn mit einem neuen ,,Heimatland-Fonds" die Tätigkeit der
,,ungarischen Volksgruppen" unterstützen. Der ,,Heimatland-Fonds" soll
ein Startkapital von rund vier Millionen Euro umfassen, die Regierung
sichert zu, jede Spende mit einer Summe in gleicher Höhe zu ergänzen.
Mit 80 Millionen Euro will Budapest die Schaffung von Arbeitsplätzen in
Gebieten fördern, die von ,,Auslandsungarn" bewohnt werden.3)

Kampagne

Die geplanten Regelungen entsprechen in hohem Maße den Methoden, mit
denen Berlin die ,,deutschen Volksgruppen" in den Nachbarstaaten
unterstützt. Auch praktisch kooperieren Berlin und Budapest bei der
Durchsetzung ihrer Ethno-Politik innerhalb der Europäischen Union.4)
Erst kürzlich hatten Vertreter der im deutschen Flensburg ansässigen
,,Föderalistischen Union Europäischer Volksgruppen" (FUEV) mit dem
ungarischen Staatssekretär für Minderheitenfragen, Vilmos Szabo, eine
gemeinsame Kampagne vereinbart. Zu dem Treffen, das im ,,Amt für Ungarn
außerhalb der Landesgrenzen" stattfand, war neben einem Vertreter der
rumänischen Regierung auch der Ministerialrat im Bundesinnenministerium
Detlev Rein eingeladen.5) Von einer Erweiterung der Sonderrechte der
,,Auslandsungarn" würden auch die deutschsprachigen Minderheiten in den
Nachbarstaaten der Bundesrepublik profitieren, da sie dieselben
Sonderrechte für sich in Anspruch nehmen könnten.

Revision

Ungarns konservative Opposition führt die Radikalisierung der
völkischen Politik einen Schritt weiter und verlangt, trotz des
gescheiterten Referendums die ungarische Staatsbürgerschaft an die
,,Auslandsungarn" zu verleihen. Zur Planung der Verwaltungsmodalitäten
sollten diese nach Budapest einberufen werden, verlangt der
Oppositionschef und ehemalige Ministerpräsident Viktor Orbán6); von
einer eventuellen Abstimmung mit den betroffenen Nachbarstaaten ist
nicht die Rede. Nach der ,,Rückgabe" der Staatsbürgerschaft könne
Ungarn wieder ,,eine stolze und starke Nation werden", erklärt Orban.7)
Er spielt damit auf eine Revision der Pariser Friedensverträge an, die
darauf abzielten, die Aggressoren des Ersten Weltkriegs (Deutschland
und Österreich-Ungarn) von einem erneuten Angriff abzuhalten. Der
Ungarn betreffende Teil der Verträge wurde 1920 abgeschlossen und
übertrug mehrere Gebiete Ungarns den Nachbarländern. Vor dem jetzt
abgehaltenen Referendum waren in Ungarn Plakate zu sehen, die das Land
in den Grenzen von 1919 zeigten.8) Bereits im vergangenen Jahr hatte
ein Mitarbeiter Orbans die Autonomiebestrebungen der ,,Auslandsungarn"
in einen Zusammenhang mit blutigen Exzessen im Kosovo gestellt und
doppeldeutig erklärt: ,,Wir sehen jedoch, dass diejenigen, die sich
nicht scheuten, zu Waffen und Gewalt zu greifen, binnen viel, viel
kürzerer Zeit viel mehr erreichen konnten als wir".9)


1) Volksabstimmung: Niederlage für Auslandsungarn; Die Presse 07.12.2004
2) s. dazu Berlin ruft ,,Auslandsdeutsche" an die Urnen
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1031474030.php%5d
3) ,,Sonderpass" für Auslandsungarn; Der Standard 12.11.2004
4) s. auch Deutschland - Ungarn: ,,Spiel mit der völkischen Karte"
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1012863600.php%5d
und Besser als wir
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1075158000.php%5d
sowie Sonderstellung
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1084661498.php%5d
5) s. dazu ,,Begegnung der Völker"
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1100744308.php%5d
6) Ungarn zeigen Referendum die kalte Schulter; taz 07.12.2004
7) Nationalisten setzen auf Auslands-Ungarn; Frankfurter Rundschau
04.12.2004
8) Referendum in Ungarn gescheitert; Neues Deutschland 07.12.2004
9) s. dazu Wert der Waffen
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1074207600.php%5d

s. auch Déja vu
[http://www.german-foreign-policy.com/de/news/article/1093039200.php%5d

Informationen zur Deutschen Außenpolitik
© www.german-foreign-policy.com


=== 4 ===

http://groups.yahoo.com/group/decani/message/85393

http://www.timesonline.co.uk/article/0,,3-1387579,00.html

THE TIMES (London)
December 04, 2004

Habsburg legacy haunts EU

From Adam LeBor in Budapest

THE spirit of the Habsburg Empire will hover over
central Europe as Hungarians vote tomorrow on a
proposal to offer citizenship to three million of
their ethnic brethren across the borders.
The plan has split the country down the middle,
angered its neighbours and raised the prospect of an
influx of Magyars to the EU, which Hungary joined just
seven months ago.

But to groups like Fidesz, the right-wing opposition
party, it is seen as a way to right the wrongs of the
1920 Treaty of Trianon, which reduced Hungary’s
territory by almost two thirds as the old
Austro-Hungarian Empire was dismantled after the First
World War.

The referendum was triggered under Hungarian law after
a petition demanding citizenship for the diaspora
gathered 200,000 signatures.

Ferenc Gyurcsany, the Socialist Prime Minister, has
called for a “no” vote. He told The Times recently:
“It will reshape Hungarian social life, but it will
also reshape the situation of the Hungarian minorities
abroad who will be told by Romanians and Serbs: ‘You
are Hungarian citizens? What do you want here? Don’t
you think you should go home?’”

A “yes” vote, if endorsed by Parliament, which has the
final say, would make all Magyars outside the borders
eligible for a Hungarian passport, and thus to the
right of free travel throughout the EU. But they would
not automatically receive Hungarian identity cards and
the right to vote.

Fidesz, led by Viktor Orban, the former Prime
Minister, has been campaigning hard for a “yes” vote.
Fidesz has produced 3.5 million copies of Igen Magazin
(Yes Magazine), to be distributed to every household
in the country.

The debate between the two sides has been bitter. The
Government has raised fears of a mass influx of
immigrants who would then have to be housed and fed
from the public purse.

Supporters of a “yes” vote yesterday called for white
signs or bedsheets to be hung in every window, with a
large Igen (yes) painted on them. Opponents circulated
photographs over the internet of a group of swarthy,
badly dressed men raising their glasses in celebration
with the phrase Szilvesterkor egyutt leszunk (We will
be together on New Year’s Eve).

Even those who would be given citizenship are divided.
Attila Cseh, 43, a building contractor living in
Targul Secuiesc, Transylvania, says: “I am against
this. I tell you frankly, those who wanted to move to
Hungary have already done so. Those who do not will
stay in their homes. Dual citizenship will be taken
advantage of by people who won’t want to work and only
line up for the dole.”

But Istvan Kovacs, 25, a construction worker from
Horgos, in Serbia Montenegro, just south of the
Hungarian border, said: “I am hoping people will vote
yes. I myself and a lot of people I know will not make
the move but it’s good to know, especially if you have
had problems from the Serbs, that you can cross the
border officially.”

Despite the prospect of more than a million non-EU
citizens being granted EU passports, the European
Union has stepped back from the fray. “This is not an
issue at the political level, as few of the ethnic
Hungarians are actually likely to move to Hungary. The
numbers are not significant,” one diplomatic source
said. “The sensitivities are more about presentation,
and the message it sends to those member states who
are considering lifting the restrictions on workers
from the new member states. There are also questions
over the type of passport that will be issued, and how
this will work once Hungary joins the Schengen zone.”

For those who plan to vote “no”, the referendum
conjures unwelcome memories of the far-Right
irredentist campaigns of the inter-war era that sought
to reverse the Treaty of Trianon. Gabriella Kovacs, a
teacher, said: “I am very angry about this. I would
vote “no” 15 times if I could. The conservative press
presents this as an issue of the Hungarian soul, but
they use the same language as they did in the 1930s.
This is about the borders that were decided at
Trianon.”

But ethnic Hungarians already living in Budapest
reject such claims.

Ildiko Andras, 34, left Tirgu Mures in Romania in 1990
and now works as a business consultant. She said:
“There is no danger of a flood and even if they do
come it will benefit Hungary, as they will be young
and educated people who want to work. It is important
for the Hungarians abroad to feel they belong to the
mother nation.”

But neighbouring countries do not share the hands-off
attitude of the EU. Adrian Nastase, the Prime Minister
of Romania, views it as interference in his country’s
internal affairs. “We do not like Fidesz or other
political forces in Hungary playing on Romanian
territory. If they want to play elections in Hungary,
it is all right, but they should do that without
getting Romanian citizens involved.”

Slovakia has also threatened to protest to the EU if
Hungary grants citizenship to its ethnic Magyar
minority.

Mr Gyurcsany said: “It means you open the window and
you don’t know what will come through.”

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http://www.iht.com/bin/print_ipub.php?file=/articles/2004/12/05/news/
hung.html

Uneasy echo in Hungary

By Nicholas Wood International Herald Tribune
Monday, December 6, 2004

ORADEA, Romania Like it or not, Frenc Alafi could become a European
Union passport holder sooner than he had expected. The 43-year-old
tailor from this city situated just inside Romania's Hungarian border
is among at least two and half million ethnic Hungarians who could be
offered dual citizenship by Hungary, depending on the results of a
referendum held Sunday in that country.

If approved, the Hungarian ballot could give Alafi, and tens of
thousands like him, visa-free travel throughout the European Union, the
prospect of better-paid jobs and, perhaps more controversially, a sense
of national unity that Hungarians have not seen in 74 years.

"I am 100 percent Hungarian, and it is quite hard for me to realize how
we can be separated," said Alafi, referring to the estimated one and
half million ethnic Hungarians living in Romania. Romania is to join
the EU in 2007, but apart from giving him access to an EU member
state's passport ahead of time, he said dual nationality would give him
a sense of belonging once again to the "motherland."

But just as the referendum has encouraged a feeling of national pride
among ethnic Hungarians throughout central Europe, it also has created
unease among many people, Alafi included, reviving memories of the
empire Hungary once had.

The ballot is the project of the World Federation of Hungarians, an
organization that fights for ethnic Hungarian rights, and has the
support of the main Hungarian opposition party, the conservative Young
Democrats-Civic Party. The two groups succeeded in gathering 200,000
signatures required for a national referendum. At the same time a
proposal to stop the privatization of hospitals is also being
considered.

Final results were not expected to be announced for several days. But
the measure appeared likely to be invalidated because of low voter
turnout, the national election office said late Sunday night, after
more than 90 percent of the votes had been counted.

Whatever the results, most observers agree the vote has stirred up an
uncomfortable debate between Hungary and its neighbors.

Until 1920 Hungarians were united under the Austro-Hungarian Empire,
but the victors of World War I broke up the empire and Hungarians found
themselves in eight separate states.

The largest group, around 1.5 million, lives in Romania.

About 600,000 Hungarians are in Slovakia, 300,000 in Serbia and
possibly 200,000 in Ukraine. Smaller numbers are in Croatia, Slovenia
and Austria.

Talk of the re-unification of Hungarian lands has been raised by
nationalists, particularly in the inter-war years.

Most observers here acknowlege, however, that this latest proposal has
nothing to do with territorial pretensions, and more to do with
Hungary's internal politics. Nevertheless, many of those who would
benefit from the dual nationality say the proposal has put them in a
difficult position.

"I know I would benefit, but what about the people I live with," said
Alafi, referring to his Romanian neighbors.

According to Mark Percival, director of the Romanian Think Tank, a
political research center in Bucharest, Alafi's concern is a common one.

"Many Hungarians are not happy about it, and are worried about the
reflection it will have on them," he said, and that it could create
what he called an "irrational fear" in territories that were once part
of the Hapsburg Empire.

Before the Romanian elections held last week, Romania's prime minister,
Adrian Nastase, warned his government would react "very hard" to any
attempt to revive the spirit of the 19th century.

Conversely, the leader of the Young Democrats-Civic Party, the former
Hungarian prime minister Viktor Orban, implied Hungary risked cutting
itself off from its ethnic kin if the referendum failed. He said a "no"
vote would erect a psychological barrier that might "turn out to be
more impenetrable than the Berlin Wall."

Opinion polls conducted by the main Hungarian political party, the
Democratic Alliance of Hungarians in Romania, here show the majority of
the community here would like dual nationality. The idea is also
popular in Serbia where there has been a recent increase in reported
attacks on ethnic Hungarians, as well as in Ukraine.

However, members of the Democratic Alliance of Hungarians in Romania
are critical about the way the issue has been tackled.

"The referendum would not have been necessary had the Hungarians passed
a law on dual citizenship" and held negotiations with neighboring
governments, said Peter Lakatos, the leader of the alliance.


Copyright © 2004 The International Herald Tribune