(english / italiano)

Un Primo Ministro col Kalashnikov
(Renate Flottau, Der Spiegel 13/12/2004)

A Prime Minister with a Kalashnikov
(By Renate Flottau , Der Spiegel 13/12/2004)

(ORIGINAL:
"Kosovo: Premier Haradinaj unter Kriegsverbrecher-Verdacht"
von Renate Flottau - aus: Der Spiegel, 51/2004)


--- italiano ---

URL :
http://www.anti-imperialism.net/lai/texte.phtml?section=&object_id=23391
Balcani

Un Primo Ministro col Kalashnikov

Renate Flottau

Il 3 dicembre l’ex comandante del Kosovo Liberation Army (UCK, ndt),
Ramush Haradinaj, è diventato primo ministro del Kosovo occupato.

Haradinaj è tuttora accusato di aver assassinato 67 serbi e di aver
ordinato l’uccisione di altri 267. Ma non importa, due settimane fa è
diventato primo ministro del Kosovo. Tuttavia, sembra che il suo
mandato sarà breve, poiché sia il tribunale per i crimini di guerra
de L’Aja che i serbi gli stanno col fiato sul collo.

[Nota dell’autore: il KLA non è mai stato perseguito per crimini di
guerra dall’ICTY (tribunale penale internazionale) ed è improbabile
che un tribunale illegale come quello de L’Aja proceda ulteriormente]

Haradinaj è un uomo che si è fatto conoscere per la sua abilità nel
combattere corpo a corpo e nel maneggiare un Kalashnikov. Tra i suoi
aveva fama di comandante di ferro ribelle durante la guerra nella
campagna meridionale della Serbia.

Nel 1999, la forza internazionale per il mantenimento della pace nel
Kosovo, il KFOR, prese il comando. Ramush Haradinaj, fino ad allora
comandante del KLA, si spogliò della sua immagine di guerrigliero,
cambiò la sua uniforme con vestiti su misura e cravatte realizzate
da stilisti famosi, fondò un suo partito e, seduto comodamente su
una pesante poltrona di pelle di colore verde scuro, annunciò: “Sarò
il presidente o il primo ministro del Kosovo, perché rappresento la
speranza e il futuro del mio popolo”. L’ affermazione di Haradinaj è
divenuta realtà il 3 dicembre, quando a 36 anni è diventato primo
ministro della travagliata provincia.

La sua ‘Alleanza per il Futuro del Kosovo ’, che alle elezioni di
ottobre è emerso come il terzo partito del parlamento kosovaro,
[ottenendo solo l’8 % dei voti] è entrato a far parte della
coalizione di governo con la Lega Democratica – il partito del
presidente kosovaro Ibrahim Rugova.


La faida tra i partiti politici in Kosovo

Secondo quanto si dice, una delle ragioni più valide che ha spinto
Rugosa all’alleanza ha a che vedere con la sicurezza. Si tratta di
una coalizione improbabile, specialmente se si considera i rapporti,
risaputamene tesi, tra lui e Haradinaj.

Si dice che sin dalla fine della guerra in Kosovo, siano stati commessi
più di 70 omicidi in tre regioni della provincia: Decani, Klina e
Pec. Tutti questi casi sono stati collegati a una sanguinosa faida
politica tra le due parti, considerato che la maggior parte delle
vittime erano membri dei partiti di Haradinaj e di Rugosa. Nel 2002,
una corte ha condannato il fratello di Haradinaj, Daut, a cinque
anni di prigione per il suo presunto ruolo nell’omicidio di quattro
albanesi sostenitori di Rugova.

Tuttavia, la reputazione sanguinaria del nuovo capo di stato kosovaro,
un tempo volontario dell’Esercito del Popolo Jugoslavo, non è
limitata alla potenza dei suoi pugni e alle sue occasionali minacce
di spogliare i suoi avversari, legarli a dei pali e trascinarli per
le strade della capitale kosovara, Pristina.

Il tribunale per i crimini di guerra de L’Aja ha indagato sui crimini
di guerra presumibilmente commessi dal KLA. In novembre, Haradinaj,
chiamato “il Pugno di Dio” dai suoi sostenitori, ha passato due
giorni a testimoniare davanti agli investigatori del tribunale di
Pristina. Haradinaj stesso era oggetto di un’indagine per crimini di
guerra da lui presumibilmente commessi nel 1998 e nel 1999.


Un primo ministro con le mani sporche di sangue

Belgrado dichiara di aver scoperto delle prove incriminanti contro
Haradinaj. Secondo i rapporti dei media della capitale serba, il
nuovo primo ministro kosovaro uccise 67 serbi e, in quanto
comandante del KLA nella regione Decani, ordinò lo sterminio di
altre 267 vittime. Il governo di Belgrado è indignato e, alla luce
della nomina di Haradinaj alla carica di primo ministro, ha minacciato
di boicottare ogni futuro dialogo con Pristina.

L’amministrazione delle Nazioni Unite non è impressionata. Il capo
della Missione in Kosovo delle Nazioni Unite (UNMIK), Soeren
Jessen-Petersen, ha obiettato alla richiesta del governo serbo di
rimuovere Haradinaj dall’incarico. Secondo Jessen-Petersen,
Haradinaj è stato eletto “legittimamente e democraticamente”.

Javier Solana, l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per la
Politica Estera e la Sicurezza Comune, è leggermente irritatoil quale
si è lamentato per la presenza di una “persona inconveniente” che
complica inutilmente la situazione. Tuttavia, Haradinaj è certo
dell’appoggio dell’ONU almeno finché continuerà a esprimere il suo
sostegno per una futura decentralizzazione del Kosovo e finchè si
impegnerà a intrattenere “relazioni di buon vicinato” con Belgrado,
garantendo una società multi-etnica. L’ONU è stata inoltre
tollerante verso la promessa di Haradinaj riguardo l’indipendenza
del Kosovo nel 2006 e per la nomina, da parte sua, di alcuni ex
comunisti in qualità di suoi consiglieri.

Nonostante tutto, molti credono che la durata in carica del nuovo primo
ministro potrebbe finire con l’essere ancora più breve della sua
precedente carriera di combattente ribelle. L’ambasciatore tedesco
in Serbia, Kurt Leonberger, ha già avvertito che probabilmente
Haradinaj si “arrenderà volontariamente, nonostante la sua posizione
di primo ministro, appena verrà accusato dal tribunale de L’Aja”.


Il sostegno americano a Haradinaj

Una decisione riguardo l’accusa di Haradinaj sarà presa tra poco, ma
l’indagine del tribunale svolgerà presumibilmente un ruolo assai
minore rispetto a quello preannunciato. Gli americani hanno un chiaro
interesse nel far si che Haradinaj sia loro partner nelle
negoziazioni riguardo il futuro del Kosovo programmate per il
prossimo anno: dietro le sbarre non sarebbe loro di alcun aiuto.
Washington spera che il precedente ruolo svolto da Haradinaj
nell’ala militante del KLA gli darà abbastanza credibilità per
convincere i compagni kosovari della necessità di alcuni, seppur
spiacevoli, compromessi.

Inoltre, l’albanese che, primo di sette figli, emigrò in Svizzera
all’età di 21 anni, dove lavorò inizialmente come allenatore ginnico
e poi come buttafuori di nightclub prima di entrare nel KLA in qualità
di commerciante d’armi, è stato uno dei più fedeli alleati del
governo americano fin dal bombardamento della Jugoslavia da parte della
NATO.

La Casa Bianca lo scelse come leader dell’etnia albanese in Kosovo già
pochi mesi dopo la fine della guerra. Il governo americano voleva che
Haradinaj sostituisse l’ex membro combattente del KLA Hashim Thaci
in qualità di partner per la negoziazione internazionale in Kosovo,
dopo che Thaci era stato discreditato per il suo torbido passato.

Tuttavia, prima che ciò potesse accadere, il “Pugno di Dio” colpì
ancora una volta. Nel maggio del 2000 si trovò coinvolto in un
combattimento con le truppe KFOR russe. Poco tempo dopo, Haradinaj
rimase seriamente ferito durante una battaglia armata con i serbi e
venne trasportato all’ospedale militare americano di Landshut, in
Germania.In apparenza Haradinaj è uscito da quell’incidente più
spavaldo che mai.

La scorsa settimana ha annunciato di non avere alcuno scrupolo nel
visitare Belgrado. I serbi sono stati rapidi nel provvedere ad ogni
cosa. Haradinaj sarà più che benvenuto nella loro capitale: in
effetti, hanno già pronto un mandato d’arresto.


Fonte: http://globalresearch.ca/articles/FLO412B.html
Traduzione di Loredana Stefanelli per Nuovi Mondi Media


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http://service.spiegel.de/cache/international/spiegel/
0,1518,333088,00.html

Der Spiegel - December 13, 2004

A Prime Minister with a Kalashnikov

By Renate Flottau

Former Kosovo Liberation Army commander Ramush
Haradinaj stands accused of murdering 67 Serbs and
ordering the deaths of 267 others. No matter: he
became prime minster of Kosovo two weeks ago. But his
reign, it seems, may be a short one. The war crimes
tribunal in The Hague, and the Serbs, are on his tail.

He's a man who made a name for himself with his
hand-to-hand combat skills and his ability to handle a
Kalashnikov rifle. He was famous among his supporters
as a tough-as-nails rebel commander during the war in
the southern Serbian countryside.

But then the Kosovo international peacekeeping force,
KFOR, took over in 1999. Ramush Haradinaj, commander
of the KLA until then, quickly shed his guerilla
image, traded in his fatigues for tailored suits and
designer ties, founded his own political party and,
sitting comfortably in a heavy, dark green leather
chair, announced: "I will be the president or prime
minister of Kosovo, because I represent hope and the
future of my people."

Haradinaj's second coming became reality on December
3, when the 36-year-old ethnic Albanian became prime
minister of the troubled province. His Alliance for
the Future of Kosovo, which emerged from the October
elections as the third-largest party in Kosovo's
parliament [receiving only 8% of the vote], entered
into a ruling coalition with the Democratic League -
the party of Kosovan President Ibrahim Rugova.

Kosovo fueding political parties

According to the local rumor mill, one of Rugova's
strongest reasons for entering into this alliance had
to do with security. It's an unlikely coalition,
especially when one considers Rugova's strained
relationship with Haradinaj. Since the war in Kosovo
ended, more than 70 murders are said to have been
committed in three of the province's regions, Decani,
Klina and Pec, and each of these cases has been linked
to a political blood feud between the two camps; the
majority of the victims were members of either
Haradinaj's or Rugova's party. In 2002, a court
sentenced Haradinaj's brother, Daut, to five years in
prison for his alleged role in the murders of four
ethnic Albanians considered to be supporters of
Rugova.

But the bloody-hands reputation of the new Kosovan
head of state, once a volunteer with the Yugoslav
People's Army, isn't limited to the power of his fists
and his occasional threats to strip his opponents
naked, tie them to stakes and carry them through the
streets of Kosovo's capital, Pristina.

The war crimes tribunal in The Hague has been
investigating war crimes allegedly committed by the
KLA for some time now. In November, Haradinaj, called
the "Fist of God" by his followers during the war,
spent two days testifying before the tribunal's
investigators in Pristina. Haradinaj, it turned out,
was himself the subject of an investigation into war
crimes he allegedly committed in 1998 and 1999.

Prime minister with blood on his hands

Belgrade, in particular, claims to have uncovered
incriminating evidence against Haradinaj. According to
media reports in the Serbian capital, Kosovo's new
prime minister killed 67 Serbs himself and, as
commander of the KLA in the Decani region, ordered the
extermination of another 267 victims. The government
in Belgrade is outraged and, in light of Haradinaj's
appointment to the office of prime minister, has
threatened to boycott future talks with Pristina.

The United Nations administration isn't impressed. The
head of the UN Mission in Kosovo (UNMIK), Soeren
Jessen-Petersen, rejected the Serbian government's
demand for Haradinaj's removal from office. Haradinaj,
says Jessen-Petersen, was voted into office
"legitimately and democratically."

A mildly irritated Javier Solana, the European Union's
High Representative for the Common Foreign and
Security Policy, has complained about an "inconvenient
person" who is unnecessarily complicating the
situation. But Haradinaj can be assured of the UN
administration's goodwill as long as he continues to
express his support for a future decentralization of
Kosovo to benefit its remaining Serb population and to
strive for "good neighborly relations" with Belgrade
by guaranteeing a multi-ethnic society. The UN
administration has also been tolerant of Haradinaj's
promises of independence for Kosovo by 2006, as well
as of his appointment of former communists as his
advisors.

Nonetheless, many believe that the new prime
minister's term in office could end up being shorter
than his former career as a rebel fighter. The German
ambassador to Serbia, Kurt Leonberger, has already
warned that Haradinaj will be expected to "surrender
voluntarily, notwithstanding his position as prime
minister, the minute he is indicted by the Hague
tribunal."

The US backs Haradinaj

A decision on Haradinaj's indictment will probably be
made in the very near future, but the tribunal's
investigation will likely play a lesser role than
anticipated. As it turns out, the Americans are
interested in Haradinaj acting as their partner at the
status negotiations for Kosovo planned for next year,
and he won't do them much good behind bars. Washington
hopes that Haradinaj's former role in the militant
wing of the KLA will give him enough credibility to
convince his fellow Kosovans of the need for
unpleasant compromises.

Besides, the ethnic Albanian, who, as the eldest of
seven children, emigrated to Switzerland at the age of
21, where he first worked as a gymnastics coach and
nightclub bouncer before joining the KLA as a weapons
buyer, has been one of the US government's closest
allies ever since the NATO bombardment of Yugoslavia.

In fact, he was already the White House's top pick as
the new leader of Kosovo's ethnic Albanians a few
months after the war ended. The US government wanted
Haradinaj to replace former fellow KLA fighter Hashim
Thaci as the international negotiating partner in
Kosovo after Thaci was discredited for his shady past.

Before this could occur, however, the "Fist of God"
struck once again. In May 2000, he got into a fight
with Russian KFOR troops. A short time later,
Haradinaj was severely injured in a gun battle with
ethnic Serbs, and was flown to the US military
hospital in Landshut, Germany.

Haradinaj apparently emerged from the incident as bold
as ever. Last week he announced that he has no qualms
about visiting Belgrade. The Serbs were quick to issue
a comeback: Haradinaj would be more than welcome in
their capital. In fact, they've already issued a
warrant for his arrest.


Translated from the German by Christopher Sultan